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È questo il luogo più magico da visitare a Natale

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Norvegia. Il Paese scandinavo, infatti, ospita uno dei paesaggi più straordinari del mondo intero, quello fatto di montagne, ghiacciai e fiordi che si snodano lungo la costa.

La natura che domina in tutto il Paese incornicia sapientemente le città che incantano e sorprendono viaggiatori provenienti da tutto il mondo. C’è Oslo, la capitale, che è un vero gioiello da scoprire con le sue numerose aree verdeggianti e i musei. C’è anche Bergen che, con le sue casette di legno dipinte di vari colori, si trasforma nella cartolina più bella di un viaggio indimenticabile.

Le cose da fare e da vedere in Norvegia sono tantissime e tutte sono destinate a incantare in ogni stagione. Ma c’è qualcosa di estremamente affascinante che succede nel Paese quando arriva dicembre e che lascia senza fiato le persone di ogni età. Perché è questo, senza alcun dubbio, il luogo più magico da visitare a Natale. Preparate le valigie, si parte!

Il miracolo di Natale in Norvegia

È un vero e proprio miracolo di Natale quello che si può ammirare in Norvegia in occasione del periodo dell’Avvento. È questo il momento durante il quale le città si accendono di magia con luci scintillanti che brillano e che incorniciano i mercatini, i grandi alberi e le suggestive casette di legno.

La capitale della Norvegia è sicuramente un ottimo punto di partenza per scoprire il territorio sapientemente abbigliato a festa. A Karl Johan, la via principale di Oslo, numerose casette di legno costituiscono quello che è il più grande mercatino di Natale della città. Per raggiungerlo vi basterà seguire la scia profumata delle mandorle tostate e del gløgg (il vin brûlé in versione scandinava). Da non perdere, assolutamente, lo splendido panorama della città innevata ben visibile proprio dalla suggestiva ruota panoramica che campeggia nel mercatino.

Un altro ottimo punto di partenza, per toccare con mano il miracolo di Natale, è quello che ci conduce direttamente a Tromsø dove lo spirito natalizio impregna ogni angolo, via o piazza della città. A partire dal 18 novembre le strade si accendono grazie alle luci di Natale che illumineranno negozi e bancarelle per consentire a cittadini e viaggiatori di concedersi un suggestivo shopping natalizio. Anche la natura, però, fa la sua parte. Vi basterà uscire appena fuori dal centro cittadino per scoprire tutte le meraviglie della natura artica pronta a incantarvi con i suoi paesaggi mozzafiato abitati da creature straordinarie.

Trondheim, città situata sull’omonimo fiordo, ospita quello che è uno dei mercatini più suggestivi di tutta la Norvegia. Qui la magia del Natale è raccontata attraverso eventi, concerti e tradizioni che vivono e sopravvivono in un’atmosfera incantata.

Imperdibile, durante il Natale, è anche Bergen. La città costiera situata sulla costa sud-ovest del Paese, circondata da montagne e da fiordi, ha trasformato lo spirito natalizio in una vera e propria esperienza da vivere. Oltre al grande mercatino di Natale al Festplassen è possibile raggiungere la città di pan di zenzero più grande del mondo.

Città di Pan di Zenzero

Fonte: Robin Strand – VisitBergen.com

Città di Pan di Zenzero

Babbo natale abita anche qui

C’è un altro motivo per raggiungere la Norvegia durante il periodo di Natale, ed è quello che conduce direttamente nella casa di Julesvenn, il Santa Claus norvegese. Secondo la tradizione, infatti, Babbo Natale vivrebbe in incognito a Drøbak, una deliziosa e pittoresca cittadina situata a sud di Oslo.

Raggiungibile in circa un’ora dalla capitale, Drøbak è un luogo davvero suggestivo, fatto di piccole stradine sulle quali si affacciano le caratteristiche casette di legno norvegesi. Ed è proprio tra queste che si nasconde il rifugio di Babbo Natale.

La famosa Casa di Babbo Natale è situata nel cuore della cittadina, nell’angolo di piazza Torget, ed è aperta tutto l’anno. Annesso all’edificio è presente anche un ufficio postale dove è possibile inviare cartoline con il timbro ufficiale di Babbo Natale. Al suo interno è anche presente una delle collezioni natalizie più grandi e ricche del Paese.

Ufficio postale di Babbo Natale
Ufficio postale di Babbo Natale, Drøbak
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Cinque vacanze epiche nel Paese dei treni panoramici

Quando si tratta di viaggi in treno, pochi Paesi possono eguagliare la Svizzera: la sua puntualissima rete ferroviaria comprende non soltanto straordinari viaggi in alta quota come il Bernina Express che attraversa le Alpi fino all’Italia o il Glacier Express da Zermatt a St. Moritz ma anche una serie di entusiasmanti itinerari che collegano le splendide città e i laghi scintillanti.

Scopriamo allora cinque vacanze epiche a bordo dei treni panoramici elvetici.

La Riviera Svizzera

Vevey

Fonte: iStock

Funicolare a Vevey in salita al Monte Pelerin

Da Ginevra, fulcro gastronomico e capitale dell’orologeria, i treni seguono la sponda settentrionale del Lago di Ginevra fino a Losanna, gioiello medievale rinomato per la vivace vita notturna.

Subito dopo ecco Vevey, “perla della Riviera Svizzera“, dalla vista meravigliosa sull’arco alpino e il microclima mite, dove si staglia la villa di Charlie Chaplin, Manoir de Ban, che è oggi il centro del Chaplin’s World, un museo incentrato sulla sua vita ed eredità.

Infine, la magia della riviera si svela a Montreux, famosa per il festival jazz estivo: il vicino castello di Chillon, perfettamente conservato, attrae visitatori da quando Lord Byron incise il suo nome sulle pareti del dungeon e compose la poesia “Il prigioniero di Chillon”.

Un’altra tappa obbligatoria da Montreux, viaggiando sui coloratissimi trenini svizzeri, è la graziosa cittadina murata di Gruyeres: qui merita una visita il museo dedicato a H.R. Giger, l’artista d’avanguardia che ha disegnato il mondo unico dei film di Alien, con mobili esoscheletrici, dipinti fantastici e immaginari erotici alieni.

Montagne e mistero

Un itinerario che parte dalla capitale svizzera, Berna, dal caratteristico centro medievale, abbracciata su tre lati dal fiume Aare, dove il Paul Klee Center, progettato da Renzo Piano, è la grande attrazione culturale.

A 45 minuti di treno verso sud imperdibile è Interlaken, tra il Lago di Thun, ampio, tranquillo e blu cobalto, e il Lago di Brienz, lungo, stretto e color acquamarina, dove praticare parapendio, paracadutismo, jetboat, e prendere il treno locale fino alla stazione più alta d’Europa a Jungfraujoch per il panorama mozzafiato sul ghiacciaio dell’Aletsch.

Proseguite poi verso est fino a Meiringen, nota per essere la patria della meringa. È anche porta di accesso alle cascate di Reichenbach, luogo della resa dei conti tra Sherlock Holmes e il professor Moriarty. Una sosta al Museo di Sherlock Holmes è un must per i fan.

Infine, prendete il treno per Lucerna, dalla bellissima architettura medievale, assicurandovi di sedervi sulla sinistra per una vista unica sul Lago di Sarnen e sul Lago di Lungern.

Due Paesi in uno

basilea

Fonte: iStock

Vista di Basilea dal fiume Reno

Basilea, adagiata lungo il Reno, offre una miriade di opportunità ma non perdete l’eccentrico Museo Jean Tinguely, con le incredibili sculture di arte cinetica.

Da qui, dirigetevi a sud verso Soletta (il treno impiega un’ora) per ammirare la sua architettura barocca e l’eccezionale Museo delle Belle Arti, prima del viaggio verso Bienne, città di confine sul Röstigraben, l’invisibile “linea divisoria” tra la Svizzera tedesca e quella francofona. È ufficialmente bilingue, con strade e piazze segnalate in entrambe le lingue.

Procedete infine verso Neuchâtel, dal ricco passato con il castello gotico e i palazzi rinascimentali. Concludete il viaggio con stile a Yverdon-les-Bains, sulle rive del Lago di Neuchâtel, con un bagno al Centre Thermal le cui acque sgorgano da sorgenti termali sotterranee.

Zurigo e il Lago di Costanza

Zurigo, dalla movimentata vita notturna, è una tappa in Svizzera da non lasciarsi sfuggire e da scoprire girovagando lungo i tortuosi vicoli di Niederdorf, passeggiando lungo il fiume e lungolago e facendo shopping nell’esclusiva Bahnhofstrasse.

Prendete il treno per San Gallo dove svetta una delle più belle abbazie barocche della Svizzera, e poi proseguite per Rorschach, pittoresca cittadina sul Lago di Costanza che attira i visitatori con la straordinaria Hundertwasser Hall, le cui cupole a cipolla dorate sono davvero bellissime.

Gli amanti del cicloturismo potranno pedalare lungo la sponda meridionale del lago fino a Costanza, dove inizia il Reno.

Infine, concedetevi una gita in barca a Sciaffusa, dalle suggestive case medievali affrescate e punto di partenza per fare un’escursione alle fragorose cascate del Reno.

La Svizzera per gli appassionati di ferrovie

panorama zermatt
Panorama di Zermatt

Da Zurigo salite sul treno per Coira, antica città con reperti romani e un affascinante centro medievale, seguendo le sponde occidentali dei laghi di Zurigo e Obersee, dai panorami spettacolari.

Lasciate poi Coira sulla linea via Landquart per St Moritz, meta vip affacciata sul lago che d’inverno si trasforma in una pista di pattinaggio.

Da qui, a bordo del Glacier Express, uno dei viaggi ferroviari più iconici del mondo, dopo otto ore sarete a Zermatt, villaggio sciistico dalle impareggiabili viste sul Cervino.

Infine, scoprite Sion, l’accogliente capitale del Vallese, dove degustare il vino tipico della regione.

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Le idilliache isole caraibiche di cui forse non avete mai sentito parlare

“Vedrai, a Cartagena de Indias ogni cosa è diversa. Questa solitudine senza tristezza, questo oceano incessante, questa immensa sensazione di essere arrivato”, scriveva il premio Nobel Gabriel García Márquez. Città dalle tante anime e Patrimonio dell’Umanità UNESCO, la perla portuale della Colombia ha molto da offrire, ma ciò che forse non tutti sanno è che al largo delle sue coste fluttuano sulle acque cristalline piccole isole caraibiche che vale la pena scoprire.

Tierra Bomba e Isole del Rosario, piccole e splendide

A pochi minuti di barca da Cartagena ci si imbatte nell’isola di Tierra Bomba, che si estende per circa venti chilometri quadrati e fa parte della baia della città e della sua storia politica e culturale. Le tranquille spiagge di sabbia bianca e le acque azzurre, oltre alle ricchezze storiche e naturali, hanno reso questo luogo una destinazione da sogno, ideale per sfuggire al trambusto cittadino e alle spiagge più affollate della terraferma. Vi si possono ammirare anche le rovine di un castello del XVII secolo distrutto durante le battaglie passate.

Sono invece 27 le Isole del Rosario, a 60 miglia da Cartagena, circondate da barriere coralline incontaminate e da un mare di ogni tonalità tra l’indaco e il verde lime. L’arcipelago è protetto come Parco Naturale Nazionale, con quattro isole completamente off limits. Sulle due più grandi – Isla Grande e Isla del Rosario – si trovano hotel, pensioni, servizi e programmi di immersioni e sport acquatici. Pur essendo fattibile come escursione giornaliera, meritano una sosta di una o due notti, e sono più tranquille la sera, quando buona parte dei turisti ritorna in città. Nell’entroterra si può visitare la lussuosa villa abbandonata che un tempo apparteneva a Pablo Escobar.

Barú e Providencia, due gioielli caraibici

Barú condivide lo stesso mare edenico delle Isole del Rosario, ma di ‘isola’ ha soltanto il nome, separata com’è dalla terraferma da un sottile canale e collegata da un ponte. È famosa per le sue sabbie bianche e rosa, oltre che per le acque cristalline che permettono di vedere i fondali e i numerosi pesci colorati, e che danno la sensazione di trovarsi su un’isola tropicale. Gli appassionati di birdwatching vengono qui per ammirare “la più grande voliera del Sud America”. La maggior parte delle spiagge sono private, mentre la bellissima Playa Blanca è l’unica spiaggia pubblica.

Un altro paradiso nel Mar dei Caraibi è l’isola di Providencia, a poco più di 80 chilometri dalla costa colombiana e a 150 chilometri dal Nicaragua. Quando sbarcate, potete iniziare il vostro tour dalla più grande barriera corallina del Paese e la terza barriera corallina più lunga del mondo, presso l’Old Providence McBean Lagoon National Nature Park. È inoltre possibile godere di una splendida vista sul mare dei sette colori di San Andres dalla cima del Cangrejo Cay, a un’altezza di circa 30 metri. Si raggiunge il Parco prendendo una barca da Providencia, con l’opportunità di godere del panorama su Cayo de los Tres Hermanos e Cayo de la Cabeza de Morgan. Il luogo ideale per gli amanti dell’ecoturismo e delle attività acquatiche come le immersioni e lo snorkeling, grazie alla biodiversità che si può ammirare nelle sue acque cristalline.

Playa Blanca Baru
La bianchissima spiaggia di Playa Blanca a Barú
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A Dublino, sui luoghi di Bono e degli U2

È l’irlandese per eccellenza. Lui, Paul David Hawson, in arte Bono, frontman degli U2. E chi meglio di lui può raccontare l’Irlanda e i luoghi che più vale la pena visitare? Ora che uscito il suo libro, “Surrender”, gli amanti dell’Irlanda e i fan della band hanno un motivo in più per programmare un viaggio a Dublino attraverso i luoghi di uno dei suoi cittadini più famosi di sempre.

Questa città ha sempre avuto un ruolo importante per la band, che le ha elargito numerosi tributi, tra cui l’album “Song of Innocence”. Lo stesso Bono, nel commentare l’uscita del libro, ha sottolineato l’importanza di luoghi e persone: “Quando ho iniziato a scrivere questo libro, speravo di definire in dettaglio ciò che in precedenza avevo solo abbozzato nelle canzoni. Le persone, i luoghi e le opportunità della mia vita. “Resa” è una parola carica di significato per uno come me: cresciuto con i pugni alzati (musicalmente parlando), nell’Irlanda degli Anni Settanta), non era un concetto naturale. È una parola che non sono riuscito a mettere a fuoco fino a quando non ho raccolto i miei pensieri per il libro e sono ancora alle prese con l’imperativo che più in assoluto richiede di essere umili. Nella band, nel mio matrimonio, nella mia fede, nella mia vita da attivista. “Surrender” è la storia della mancanza di progresso di un pellegrino… con una buona dose di divertimento lungo il percorso”.

Naturalmente, seguire le sue tracce e quelle degli U2 per scoprire la capitale irlandese può essere un approccio insolito, specie se porta a scoprire qualche piacevole sorpresa fuori dalle rotte più battute.

I luoghi di Bono a Dublino

La casa natale di Bono

Per iniziare il tour sui luoghi di Bono e degli U2, la via dell’infanzia del leader della band irlandese può essere un ottimo punto di partenza. Il quartiere è quello di Glasnevin, nella zona più a Nord della città, e la via è Cedarwood Road, a cui è stata dedicata anche una canzone nell’album “Song of Innocence”. Dopo aver fatto una passeggiata tra le case in cerca del civico 10 (oggi è una residenza privata), vale la pena raggiungere i National Botanic Gardens, con arboreto e serre d’epoca come la Great Palm House, costruita al 1883.

La scuola di Bono

Un altro luogo chiave per la formazione del cantante e del gruppo, non lontano dalla casa, naturalmente, è la scuola Mount Temple Comprehensive, nel quartiere Nord di Clontarf, dove un Larry Mullen quattordicenne affisse un annuncio per cercare musicisti e formare una band. La ricerca andò a buon fine e la prima jam session prese vita nella cucina del futuro batterista, al numero 60 di Rosemount Avenue. Già che ci siete, un altro indirizzo nel quartiere è il numero 15 di Marino Crescent, casa natale di un altro dublinese molto conosciuto: Bram Stoker, autore del celeberrimo “Dracula”, romanzo che nel 2022 ha festeggiato il 125° compleanno.

St. Stephen’s Green e dintorni

Dopo un’esplorazione della zona Nord di Dublino, con i luoghi dell’infanzia e adolescenza d Bono, il tour può proseguire verso il centro, dove si trovano il parco St. Stephen’s Green e South Anne’s. Qui, nel 1978, gli U2 si esibivano al McGonagle’s, al numero 22 di South Anne Street, un locale che fu un vero e proprio tempio della musica underground. Tappa obbligata in questa zona è anche Merrion Square Park dove si trova la statua di Oscar Wilde, sulla cui base Bono scrisse una citazione del celebre autore: “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”.

Clarence Hotel, Project Arts Centre e Ha’Penny Bridge

Vale la pena proseguire a piedi verso la zona di Temple Bar per bere o mangiare, magari, qualcosa al Clarence Hotel, un boutique hotel in un edificio storico sulla riva del fiume Liffey e acquistato in passato da Bono e da The Edge. Deve la sua fama anche ai video live di “Beautiful Day” ed “Elevation”, girati sul tetto il 27 settembre del 2000.

Poco lontano, c’è il centro artistico multidisciplinare Project Arts Centre, che ospita arti visive, teatro, danza, musica e performance, dove nel 1978 Paul McGuinness andò a vedere una band chiamata U2, di cui divenne poi lo storico manager, fino al 2013. Per raggiungere da Temple Bar un altro piccolo luogo di culto, vale la pena attraversare il Liffey su uno dei suoi punti più famosi, nonché simboli della città, l’Ha’Penny Bridge, dove nei primi anni ’80 gli U2 posarono per le loro primissime e iconiche immagini.

L’Hard Rock Cafè e Bonavox

Prima dell’attraversamento, se si è in vena di memorabilia, non lontano dal ponte, si trova l’Hard Rock Cafè di Dublino, che raccoglie non pochi cimeli, come un’auto Trabant dell’epoca dello Zoo TV Tour degli U2, gli occhiali da sole indossati da Bono nel video di “Beautiful Day” e il testo scritto a mano della loro canzone “Please”. Altro indirizzo da mettere in agenda il Little Museum of Dublin che raccoglie una piccola, ma ben fornita, collezione di oggetti dedicata agli U2. Attraversato l’Ha’Penny Bridge, non molto lontano, al 9 di North Earl Street, si trova il negozio di audioprotesi Bonavox da cui il frontman degli U2 prese il nome. Prima di proseguire, vale la pena buttare l’occhio a The Spire, a pochi passi, in O’Connel Street, la gigantesca torre d’acciaio di 120 metri dedicata alla luce.

3Arena, Tom Clark Bridge e Windmill Lane Recording Studios

Un altro luogo storico per la band, che dà la possibilità di raggiungere la zona dei docks, è lo spazio per concerti 3Arena, ex Point Depot, dove gli U2 tennero una serie di leggendari concerti nel 1989. Situato sulla riva Nord del fiume, dallo stesso lato di Bonavox, può essere raggiunto a piedi seguendo la riva e ammirando da questa prospettiva il lungofiume Sud. Lo spazio sorge proprio in prossimità dell’ultimo ponte sul Liffey, che si apre sulla baia, il Tom Clark Bridge, ponte basculante che, con tutta la zona di Grand Canal, fu la location di “October”, secondo album in studio della band, per lo scatto della cover e i video, in particolare “Gloria”.

La zona del porto merita un’esplorazione, anche per la sua nuova vita e luoghi come, per esempio, il bellissimo EPIC Museum, un museo interattivo dedicato alla diaspora irlandese. E il punto di arrivo del tour dublinese dedicato agli U2, proprio in questa bellissima zona, non potrebbero che essere i celeberrimi Windmill Lane Recording Studios, dove la band registrò diversi album.

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Lago Lagorai, immerso nella natura selvaggia

Immaginate un delizioso laghetto dalle acque turchesi, su cui si specchiano imponenti montagne ricoperte da una vegetazione rigogliosa: è questo il panorama incantevole che si apre davanti agli occhi dei turisti che si avvicinano al lago Lagorai, nel cuore del Trentino Alto Adige. Un luogo favoloso che sembra uscire da una cartolina, dove tutto è magia.

Il lago Lagorai, perla del Trentino Alto Adige

In una regione ricca di meraviglie naturali come il Trentino Alto Adige, sono le montagne a farla da padrone. Ed è tra le Dolomiti di Fiemme, quasi a cavallo con il Veneto, che si possono ammirare paesaggi meravigliosi. Qui si innalza la Catena del Lagorai, con le sue vette imponenti che si ergono maestose verso il cielo azzurro: è un luogo quasi incontaminato, dove il turismo di massa non ha lasciato grandi tracce – ad eccezione di qualche impianto di risalita utilizzato da chi ama gli sport invernali. In questa cornice da favola, si aprono panorami bellissimi come quello della Val di Fiemme o quello del Passo Rolle, assolutamente da esplorare.

La regione del Lagorai è caratterizzata non solo da montagne enormi e sentieri di trekking molto apprezzati dai più avventurosi: qui si trovano moltissimi laghi alpini, gran parte dei quali situati ad alta quota, delle vere e proprie oasi di pace. Uno dei più suggestivi è il lago Lagorai, a ben 1.870 metri di altitudine, immerso in un paesaggio selvaggio di rara bellezza. Le sue acque turchesi – ricche di pesci – riflettono le cime più imponenti della catena montuosa, come il Cimon di Cardinello e il Castel di Bombasel.

Secondo una leggenda, in passato l’intera valle era ricoperta da fiori azzurri, che simboleggiavano le anime di soldati morti in battaglia. Dina, una giovane del luogo, decise di innaffiarli nella speranza di far rivivere l’uomo che amava, e che credeva perito in guerra. Colpita dalla maledizione di una vecchia strega, la ragazza visse in preda a ricorrenti attacchi che nessuno poteva placare. E il giorno della sua morte, dalle montagne circostanti scesero migliaia di soldati dagli elmi ricoperti di fiori azzurri, che la condussero con loro sulla cima più alta della valle.

Come arrivare al lago Lagorai

Incastonato tra le Alpi del Trentino Alto Adige e immerso nella natura, il lago Lagorai non è raggiungibile che a piedi, affrontando uno dei lunghi sentieri che si dipanano in questa cornice meravigliosa. Un percorso particolarmente affascinante è quello che inizia da Cavalese, piccolo borgo molto amato dai turisti per la sua posizione tra le montagne. Da qui, c’è una comoda cabinovia che conduce sull’Alpe Cermis, in località Doss dei Laresi, punto di partenza di una bella camminata panoramica.

La salita non è delle più semplici, ma la fatica viene ampiamente ricompensata dall’incredibile paesaggio che si spalanca davanti ai nostri occhi nel momento in cui si arriva al lago, circondato da verdi prati dove riposarsi un po’. Un’alternativa affascinante è quella che conduce sino ai laghi di Bombasel, un altro paradiso terrestre che merita assolutamente un’escursione. Una volta ammirato questo splendido panorama, si prosegue verso la Forcella del Macaco, prima di arrivare finalmente al Lagorai. Un trekking, anche questo, abbastanza impegnativo ma decisamente suggestivo.

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Il canyon italiano che in pochi conoscono è pura meraviglia

Quando pensiamo ai canyon, di solito, la prima immagine che viene in mente è quella dei famosi siti statunitensi ma sono molti i luoghi, anche in Italia, che nascondono bellezze spesso inaspettate.

Uno di questi è la splendida Puglia che, tra i suoi tesori, custodisce anche un Canyon, affascinante giacimento di terra rossa nel cuore del Parco Nazionale dell’Alta Murgia: ecco la Cava di Bauxite di Spinazzola, una meta da cartolina che ancora pochi conoscono.

Un luogo dal fascino esotico, una scoperta straordinaria

Siamo in Puglia ma qui si ha la sensazione di ritrovarsi in un luogo differente, come se, da un momento all’altro, si venisse trasportati Oltreoceano: la Cava di Bauxite di Spinazzola, dal fascino e dal colore esotico, racconta la storia del territorio e una ricchezza dal valore inestimabile che, per anni, fu importante fonte di reddito per l’economia della regione.

La sua scoperta avviene nel 1935 quando il ragionier Paolo Cappiello e il geometra Luca Nanna, durante un’escursione nei dintorni di Spinazzola, vengono attratti da alcune pietre di colore rossastro, molto pesanti.

Incuriositi, ne prelevano un campione e lo inviano per l’analisi a un laboratorio specializzato con sede a Genova: si tratta di bauxite, una roccia particolare, da cui è possibile ricavare l’alluminio, che si forma per via dell’alterazione delle rocce calcaree provocata dagli agenti atmosferici. Contiene varie specie minerarie tra cui idrossidi e ossidi, sia di ferro che di alluminio.

rocce bauxite

Fonte: iStock

Rocce di bauxite

Così, arriva la decisione di dare vita a una ditta con il permesso di ricerca e sfruttamento minerario della zona: è l’inizio della proficua attività estrattiva della Cava che sarà attiva dal 1950 al 1978 affermandosi come uno dei giacimenti minerari più importanti d’Italia.

Il materiale estratto, allo stato grezzo, veniva trasportato su camion al Porto di Trani per giungere a Porto Marghera dove le fonderie provvedevano a trasformarlo nel prodotto finito, l’alluminio.

Con l’arrivo degli anni Ottanta, la concorrenza di materiale proveniente dall’Africa, più puro ed economico da lavorare, porta prima a una diminuzione dell’attività nelle cave pugliesi e, poco dopo, alla chiusura definitiva.

La cavità, tuttavia, non fu ricoperta e oggi dona una visuale unica nel suo genere con il cratere profondo una cinquantina di metri dove il rosa, il rosso, l’arancione e molteplici altre sfumature di colore si fondono in armonia ricalcando l’atmosfera dei Canyon più famosi.

Oggi, infatti, la Cava di Spinazzola si presenta come un’ampia vallata rossastra che si apre, all’improvviso, tra le pareti rocciose a picco: gli amanti della fotografia potranno scattare immagini indimenticabili e gli appassionati di trekking ed escursioni concedersi rilassanti passeggiate lungo i sentieri dai panorami difficili da descrivere a parole.

Siamo in una realtà fuori dal tempo, lontana dal frastuono di tutti i giorni, dove rimanere in contemplazione.

miniera bauxite spinazzola

Fonte: iStock

La miniera di bauxite di Spinazzola

Come raggiungere la Cava di Bauxite di Spinazzola

Il suggestivo Canyon pugliese, insieme all’altrettanto affascinante Cava di Bauxite di Otranto, è una meta ancora poco conosciuta ma che vale davvero la pena visitare.

Si trova lungo la strada tra Spinazzola e Andria, non lontano dal Castello medievale di Garagnone: percorrendo circa dieci chilometri sulla SP 230 dalla città di Spinazzola, si prosegue verso la SP 138, direzione Andria.

Quattro chilometri prima dello svincolo, a destra della carreggiata si apre una strada sterrata: imboccatela e, dopo un boschetto, ecco lo scenario impareggiabile delle cave rosse.

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Abbiamo trovato la città dei selfie: è straordinaria

Sono tante, anzi tantissime, le fotografie che popolano il nostro smartphone e i nostri profili Instagram, e che immortalano i momenti significativi dei viaggi più belli che abbiamo intrapreso intorno al mondo.

Alcuni scatti sono dedicati alle meraviglie che portano la firma della natura, tra cui laghi, boschi e foreste incantate. Altri ancora, invece, sono dedicati alle città e ai loro colori, gli stessi che ci permettono di avere un feed social di tendenza che destinato a fare il pieno di like. E poi ci sono i selfie, quelli che scattiamo scegliendo accuratamente i luoghi che faranno da sfondo alle nostre fotografie più belle.

E se siete fan dell’autoscatto, soprattutto quando siete in viaggio, allora non potete non inserire nella lista delle prossime destinazioni da raggiungere anche Cantarranas. Conosciuto come il paese dei murales, questo piccolo e colorato paese dell’Honduras, ha fatto sua la fama di città dei selfie. Il motivo? Scopriamolo insieme.

Tra le strade di Cantarranas

È un viaggio insolito, particolare e lontano dai sentieri più battuti del turismo di massa, quello che facciamo insieme a voi oggi e che ci porta direttamente in Honduras.

Il Paese dell’America Centrale, bagnato dal Mar dei Caraibi a nord e dall’Oceano Pacifico a sud, ospita un luogo straordinario che lascia senza fiato tutti i viaggiatori che si spingono fin qui. Si tratta di Cantarranas, già conosciuto come paese dei murales, perché in effetti l’arte di strada qui è assoluta protagonista. Non c’è edificio, casa o struttura che non sia stata sapientemente valorizzata con la street art. Quello che è emerge, guardando la città nella sua totalità, è una galleria d’arte en plein air in cui le opere murarie sembrano prendere vita.

Situato nel dipartimento di Francisco Morazán, il comune dell’Honduras è stato fondato nel 1667 con il nome di Cantarranas. Non si tratta di una destinazione comune tra i turisti, che sono più affascinati dal mare e dalla natura che caratterizza l’Honduras, che dal resto. Eppure questo luogo è straordinario, così come lo sono i suoi murales e la sua storia.

Cantarranas, la città dei selfie

Fonte: ANSA

Cantarranas, la città dei selfie

La città dei selfie

La riqualificazione di Cantarranas che dà alla città il suo aspetto attuale, affonda le sue motivazioni in un destino condiviso da tantissimi territorio del mondo. Mentre alcuni luoghi si ritrovano costretti ad affrontare le conseguenze di un turismo di massa troppo spesso invasivo, infatti, ce ne sono altri che sentono l’esigenza di attirare i viaggiatori per trasformare il turismo in una fonte economica. Ed è questo il caso della città dell’Honduras che, negli ultimi anni, si è trasformata in un museo a cielo aperto, uno scenario ideale per scattare il selfie perfetto e condividerlo sui social.

Situata a meno di 50 km da Tegucigalpa, Cantarranas si è trasformata da antico centro minerario a città dei selfie. Tutto merito delle opere che campeggiano sulle facciate degli edifici in stile coloniale e che colorano le strade e le piazze in maniera sorprendente.

I murales di Cantarranas, che portano la firma degli artisti locali, parlano del vasto e variegato territorio del Paese: ci sono le foreste, la flora e la fauna, ci sono le scene di vita urbana e rurale. C’è un grande disegno che incornicia le strade della città e tutti quei percorsi che i cittadini e i viaggiatori attraversano ogni giorno.

È proprio qui, dopo la riqualificazione urbana, che i turisti scelgono di fermarsi. Per guardare le opere, per immortalare con lo smartphone quel tripudio di arte e colore che esplode in ogni angolo della città e per scattarsi numerosi selfie da condividere sui social network.

Cantarranas, la città dei selfie

Fonte: Getty Images

Cantarranas, la città dei selfie
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Cerchi un Natale alternativo? Trascorrilo in una sauna nell’igloo

Le luci della città si accendono di magia mentre nell’aria si diffonde un profumo che sa di mandorle tostate e vin brulé e che inebria i sensi e solletica il palato. Tutto intorno, invece, una calda atmosfera riscalda il cuore e l’anima anche se i gradi raggiungono lo zero.

È la magia dell’Avvento, di quel periodo che precede il Natale e che ci ricorda perché questo momento dell’anno è così amato dalle persone di ogni età. È lo stesso periodo che ci invita a organizzare viaggi straordinari intorno al mondo per scoprire quei paesaggi invernali che, durante le feste, si trasformano nelle cartoline più belle da incorniciare.

Viaggiare a Natale è sempre un’esperienza meravigliosa. Ma se state cercando qualcosa di straordinario e di insolito, all’insegna del benessere e della natura, abbiamo quello che fa per voi. Che ne dite di trascorrere il Natale in una sauna a forma di igloo immersa nella natura innevata estone?

Natale in Estonia

Organizzare un viaggio in Estonia è sempre un’ottima idea. Lo è perché il Paese lambito dalle acque del Mar Baltico e del Golfo di Finlandia ospita un territorio straordinario e mozzafiato che alterna spiagge rocciose ad antiche foreste e grandi laghi. A incorniciare questo paesaggio variegato ci sono i castelli, le chiese e le fortezze abbarbicate sulle colline.

C’è poi la capitale, Tallinn, che da secoli incanta viaggiatori provenienti da tutto il mondo con il suo centro storico perfettamente intatto, i musei e l’imponente torre televisiva che offre una terrazza panoramica dalla quale poter abbracciare con lo sguardo tutta la città.

Durante il periodo dell’Avvento Tallinn, così come altre città del Paese, s’illumina di meraviglia. Le strade, i vicoli e il centro storico regalano atmosfere incantate e fiabesche. E non potrebbe essere altrimenti dato che la storia vuole che proprio nella capitale dell’Estonia è stato allestito il primo albero di Natale nel 1441. Una tradizione, quella dell’albero, che viene perpetuata ancora in grande stile.

Ed è proprio partendo dalla capitale che è possibile raggiungere Kõrvemaa, un luogo dove, circondati dalla natura più autentica, è possibile vivere un’esperienza tradizionale all’insegna del benessere e del relax, come quella di trascorrere le vacanze di Natale all’interno di una sauna costruita in un igloo immerso nella natura.

La sauna nell’igloo immersa nella natura

L’Estonia, come abbiamo già detto, è un Paese che non smette mai di stupire. Non solo per i paesaggi, ma anche per tutta una serie di esperienze volte al benessere e alla rigenerazione dei sensi che cittadini e viaggiatori qui possono vivere. Su tutto il territorio, infatti, si snodano diverse terme, luoghi ideali per rilassarsi e godere di trattamenti vari e saune calde.

Celebre è la smoke sauna, un particolare tipo di sauna che viene riscaldata con un camino all’interno del quale le pietre laviche si riscaldano con la legna. Si tratta di una tradizione molto radicata nella cultura tradizionale del territorio che ha raccolto l’entusiasmo dei viaggiatori di tutto il mondo.

Molto spesso, le strutture, sono costruite nei pressi di laghi ghiacciati, così da permettere agli ospiti di fare un bagno gelato e provare l’ebrezza di un rituale che ha tantissimi benefici per la pelle e la circolazione sanguigna.

Se volete vivere un’esperienza di magico relax nella natura incontaminata estone, allora il consiglio è quello di raggiungere l’Igloo saunas situata a Kõrvemaa. Come il nome stesso suggerisce, si tratta di una sauna ricreata all’interno degli igloo in un’area protetta situata a circa 50 km a est di Tallinn, già meta prediletta degli amanti degli sport invernali. È qui che è possibile vivere un’esperienza straordinaria dove la natura incontra il benessere.

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In Norvegia esiste una galleria d’arte sospesa su un fiume: è bellissima

Sono le bellezze che appartengono al mondo e all’umanità intera a spingerci a organizzare i viaggi più belli di sempre, quelli che ci portano alla scoperta dei capolavori firmati da Madre Natura e delle creazioni dell’uomo. Ed è proprio quando le prime incontrano le seconde si creano paesaggi mozzafiato destinati a incantare.

È proprio in uno di questi paesaggi che oggi, insieme a voi, vogliamo perderci e immergerci per raggiungere un’opera straordinaria situata nel cuore della natura norvegese. Si tratta di una galleria d’arte immersa in un parco naturale, e sospesa su un fiume, che vi lascerà a bocca aperta, sia per i suoi esterni che per i suoi interni.

Il museo-scultura che sembra una visione

Il viaggio di oggi ci porta nella meravigliosa Norvegia, il Paese scandinavo che sempre ci affascina con il suo straordinario patrimonio naturalistico. Montagne, ghiacciai e fiordi, e poi ancora aree verdeggianti sconfinate e musei che si alternano a città deliziose, con case variopinte ed edifici caratteristici. La capitale Oslo, poi, è un vero incanto.

Ed è proprio partendo dalla città che possiamo raggiungere in circa un’ora di auto il comune norvegese di Jevnaker, situato all’interno della contea di Viken. È qui che esiste una galleria d’arte che si palesa davanti agli occhi di chi guarda come una visione, surreale e bellissima.

Il suo nome è The Twist e a prima vista non è inusuale immaginare la struttura come un ponte creato per attraversare il fiume che sovrasta. La realtà, però, è che non si tratta né solo di un ponte, né tanto meno di un semplice galleria d’arte, perché The Twist è molto di più, è un capolavoro d’arte visivo che incanta per i suoi esterni e per gli interni.

Creata dagli architetti dello studio BIG Bjarke Ingels Group, e incastonata in una cornice naturale affascinante e suggestiva, questa struttura è un ponte attraversabile e abitabile che dall’esterno sembra un’opera d’arte. E in effetti, considerando che si trova all’interno del Parco delle Sculture Kistefos sembra proprio completare quel percorso espositivo che sin dalla sua inaugurazione ha attirato viaggiatori e cittadini provenienti da ogni parte del mondo.

The Twist fa parte del Parco delle Sculture inaugurato nel 1999 dal collezionista d’arte Christen Sveaas. In un ambiente dove la natura regna assoluta protagonista, ecco esplodere in tutta la sua bellezza anche l’arte, che si adagia armonicamente all’incredibile paesaggio norvegese.

The Twist, la Galleria d'arte sospesa sul fiume in Norvegia

Fonte: Kistefos Museum- Laurian Ghinitoiu

The Twist, il museo-scultura sospeso sul fiume in Norvegia

Dentro la galleria sospesa

Non è possibile provare a descrivere The Twist con una sola parola, perché quest’opera è tante cose. È una galleria d’arte, è un ponte sospeso sul fiume, ma è anche una scultura abitabile.

Il suo ruolo di ponte, non è solo visibile per la posizione, ma è anche confermato dal fatto che la struttura collega una parte e l’altra del parco. È una scultura, perché le forme e i lineamenti creano una rappresentazione plastica e avveniristica. Ed è un museo, uno spazio espositivo dove le arti si incontrano e continuano quel dialogo già cominciato all’esterno.

Gli interni di The Twist ospitano mostre contemporanee che si snodano su uno spazio espositivo di 1000 metri quadrati. Non manca, ovviamente, un’area panoramica dotata di grandi finestre che offrono una vista mozzafiato sui boschi e la natura che caratterizzano l’intero Parco delle Sculture.

The Twist, che rappresenta la naturale estensione del progetto avviato da Christen Sveaas nel 1999, è raggiungibile dal bosco, attraverso un sentiero delle meraviglie dove arte, natura e essere umano s’incontrano e si fondono.

The Twist – Kistefos Museum

Fonte: Kistefos Museum – Laurian Ghinitoiu

The Twist – Kistefos Museum
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A spasso per Bruges: gli itinerari più belli da fare a piedi

È una delle città più romantiche d’Europa. I suoi scorci sono pura magia. Motivo per cui ogni anno sono tantissimi coloro che visitano Bruges, che amano passeggiare tra i vicoli acciottolati, nei parchi che sembrano dipinti, navigare lungo i canali e scattare tantissime foto davanti agli angolini più pittoreschi della città.

Esplorare Bruges a piedi è il modo migliore per scoprirne tuti i segreti, in modo rilassante. A Bruges, musei, chiese e parchi distano tra loro solamente una manciata di passi.

Accanto al piacere di una passeggiata senza meta, c’è anche quello di lasciarsi ispirare da chi quei luoghi li conosce bene, per questo l’ente del turismo di Bruges ha pubblicato una guida con quattro facili itinerari da fare a piedi. Si cammina non più di 4 o 5 chilometri e, a seconda dei gusti, collegano le attrazioni più iconiche della città ma anche i luoghi meno noti.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Groenerei, uno degli scorci più pittoreschi a Bruges

I luoghi iconici di Bruges

Si spazia dal più classico ‘I luoghi da non perdere: straordinario patrimonio dell’umanità’ al ‘Lusso e splendore: l’opulenza borgognona’. Per chi è in cerca di un ritmo più slow e di atmosfere romantiche, l’itinerario migliore si chiama ‘Un po’ di relax: silenziosa nostalgia’, mentre per i più curiosi c’è il tour ‘Sorprendente modernità: highlight contemporanei’.

Il fil rouge che i quattro itinerari hanno in comune è lo stupore che comunque suscitano nel visitatore, qualunque tour decida di percorrere (si possono fare anche tutti, volendo) ecco perché il titolo della guida, anche in versione italiana, è “Oooh! Bruges!”.

Uno degli scorci più suggestivi e noti di Bruges è il Quay del Rosario (Rozenhoedkaai). Qui bisogna fare la fila per posizionarsi nel punto giusto e scattarsi un selfie perché è sempre pieno zeppo di turisti. Bellissimo di giorno, specie nelle giornate di sole, ma anche di sera, quando le calde luci dei lampioni illuminano tutto il centro storico di Bruges e trasportando il visitatore nel Medioevo.

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Fonte: isit Bruges © Jan D’Hondt

Il Beghinaggio a Bruges

Tra i luoghi più romantici di Bruges c’è anche il Ponte dell’amore, un ponticello di pietra nascosto tra le case, dietro il Castello di Gruuthuse, l’edificio più imponente della città. Dal ponte si può ammirare quella che gli abitanti considerano la finestra più piccola di tutta Bruges, una bifora sul retro del Gruuthuse che da qualche anno ospita il museo cittadino.

Molto pittoreschi sono anche il Markt, la piazza del mercato, la più popolare di Bruges, il Belfort (o Beffroi), la torre alta 83 metri sulla quale si può anche salire, se si ha la forza di scalare i 366 gradini, per ammirare il panorama della città dall’alto, e il Beghinaggio, Patrimonio dell’Unesco come tutto il reso del centro di Bruges. Del resto, a vederla, sembra proprio uscita da un libro di fiabe.

Fonte: 123rf

Il Quay del Rosario a Bruges

Tra le attrazioni menzionate non poteva mancare il Sint-Janshospitaal, l’antico Ospedale di San Giovanni, oggi museo dedicato a Hans Memling. Il museo in questa stagione rientra più che mai tra ‘I luoghi da non perdere’; qui dal 28 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023 va in scena la mostra Face to face with death, dedicata a Hugo van der Goes (1430-40 – 1482), che insieme a Jan van Eyck e Hans Memling fu uno dei più grandi Primitivi Fiamminghi.

Natale a Bruges

Chi decide di visitare Bruges durante le festività natalizie, poi, resterà letteralmente ammaliato dalla magia che questa città è in grado di regalare.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Inverno a Bruges

A partire dal 25 novembre si inaugura la nuova edizione di Winterglow, il percorso di installazioni luminose distribuite in vari angoli della città medievale.

Le otto attrazioni, insieme alla pista di pattinaggio sul Minnewater (il Lago dell’amore) e il winter bar, sono decisamente tra le tappe imprescindibili.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

La piazza Jan van Eyck a Bruges