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Santa Maria di Castellabate, frazione italiana meravigliosa

Tra i tanti borghi meravigliosi che si dipanano lungo le coste campane, ce n’è uno che sembra uscire da una cartolina – e non a caso è stato scelto come location per una celebre commedia italiana. Si tratta della piccola frazione di Santa Maria di Castellabate, che si affaccia sul mar Tirreno con una delle spiagge più graziose di tutto il litorale della regione. Scopriamo qualcosa in più su questo luogo magico.

Santa Maria di Castellabate, panorama da sogno

Siamo in provincia di Salerno, dove si trovano alcune delle più belle località di villeggiatura di tutta la Campania: qui, arroccato su una piccola collina che si sporge sul mare, c’è il paese di Castellabate. O meglio, c’è il suo borgo medievale, un vero gioiello assolutamente da visitare. Il territorio comunale è molto più ampio, e include diverse frazioni sparse prevalentemente lungo la costa. Una delle più suggestive è quella di Santa Maria di Castellabate, un agglomerato di casette che si protende su una piccola spiaggia di sabbia dorata, lambita dalle acque cristalline del Tirreno.

Forse questo panorama non vi è nuovo: Castellabate e la sua graziosa frazione di Santa Maria hanno fatto da sfondo a più di un film, ma la notorietà è arrivata sicuramente a seguito delle riprese di Benvenuti al Sud, la commedia del 2010 con Claudio Bisio e Alessandro Siani, e di quelle del sequel Benvenuti al Nord, uscito al cinema appena un anno dopo. Gran parte della prima pellicola (e solo qualche scena meravigliosa della seconda) è stata girata presso le strette viuzze del borgo medievale e sulla spiaggia di Santa Maria di Castellabate, offrendoci la possibilità di conoscere questi luoghi incantevoli.

Cosa vedere a Santa Maria di Castellabate

La splendida frazione di Santa Maria di Castellabate non è soltanto una delle spiagge più belle della Costiera Cilentana, ma anche un paesino molto grazioso. Lungo le sue stradine strette si possono ammirare alcune delle più affascinanti testimonianze del suo ricco passato, come ad esempio il Santuario di Santa Maria a Mare. Costruito nell’800 sulle ceneri di una cappella del XII secolo, si trova a due passi dalla spiaggia di Marina Piccola e ha una vista meravigliosa. Nella sua abside è custodita la statua di Santa Maria a Mare, che leggenda vuole venne ritrovata in acqua da alcuni pescatori. Ogni 15 agosto, viene trasportata in processione tra le vie del paese, nel corso di una festa che si conclude con magnifici fuochi artificiali di mezzanotte in mare.

A Santa Maria di Castellabate ci sono anche delle antiche dimore nobiliari di grande fascino. Una è Villa Matarazzo, appartenente ad un famoso imprenditore emigrato in Brasile. La villa risale all’800, ed è cinta da un enorme parco che in passato ospitava persino un vigneto. Oggi, tra le sue sale si possono ammirare mostre meravigliose, e in estate la dimora apre i battenti per accogliere grandi artisti della scena nazionale, offrendo spettacoli e concerti al pubblico. Non meno affascinante è Palazzo Belmonte, un antico casino di caccia appartenente ai principi Granito Pignataro di Belmonte. Nel 2011, qui soggiornò l’allora vicepresidente americano Joe Biden, in visita a Santa Maria di Castellabate.

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Esiste una chiesa popolata da fantasmi: hai il coraggio di entrare?

Esiste un Paese, incastonato nell’Europa Centrale, che tutti dovremmo raggiungere almeno una volta nella vita. Un territorio estremamente affascinante e suggestivo che ospita un patrimonio storico, culturale e artistico davvero incredibile. Stiamo parlando della Repubblica Ceca, la nazione conosciuta per i suoi castelli, per le testimonianze antiche, e per la birra locale.

Praga, la sua capitale, è diventata con gli anni una delle mete imprescindibili dei viaggiatori che raggiungono il Paese. Del resto la città delle cento torri è un concentrato di meraviglie che incantato e sorprendono a ogni passo compiuto. Eppure, all’ombra dei sentieri più battuti dal turismo di massa, esiste una cittadina che, forse, vale davvero la pena di raggiungere a patto che il vostro cuore sia forte e coraggioso.

Il suo nome è Luková, e anche se non l’avete mai sentita nominare siamo certi che una volta giunti fin qui non vi dimenticherete più di lei. Il motivo? La città ospita una chiesa popolata da fantasmi. Sono ovunque: seduti tra i banchi della chiesa e tra i corridoi della navata e sono davvero terrificanti. Chi ha il coraggio di entrare?

Luková, una tappa imprescindibile del ghost tourism

C’è chi è disposto a girare il mondo in lungo e in largo per raggiungere i luoghi del terrore, quelli spettrali o infestati, quelli che nei secoli sono diventati teatro di leggende e misteri inquietanti e chi, dall’altra parte, si tiene a debita distanza da posti come questi. Eppure, la città della Repubblica Ceca, potrebbe far cambiare idea anche ai più timorosi.

Guardando le foto di quella che è stata considerata all’unanimità la chiesa più terrificante del mondo, è chiaro che Luková diventa automaticamente una tappa imprescindibile del ghost tourism.

Ci troviamo nel distretto di Ústí nad Orlicí, a circa 200 chilometri dalla capitale Praga e a un’ora di auto dall’aeroporto di Pardubice. Non ci sono molte cose da fare e da vedere qui, ma la Chiesa Medievale della città vale da sola un’intero viaggio.

La chiesa dedicata a San Giorgio – Kostel Svatý Jiří in ceco – affonda le sue origini nel XIV secolo. La sua storia è mutata drasticamente lo scorso secolo, e più precisamente sul finire degli anni ’60, quando il tetto dell’edificio è crollato in occasione di una messa funebre. Drastico destino o nefasta premonizione?

Da quel momento in poi, e per decenni, la popolazione ceca si è tenuta a debita distanza dalla chiesa, arrivando a considerarla maledetta. Leggende popolari, misteri e superstizioni l’hanno avvolta da quel momento, fino a farla sprofondare in uno stato d’abbandono irreversibile.

Tutto è cambiato nel 2014 quando, all’interno della chiesa, sono apparse sagome inquietanti tra i banchi e la navata. Fantasmi, senz’altro, che però visti da vicino non fanno poi così paura. Il motivo? La Chiesa di San Giorgio non è davvero infestata.

Luková

Fonte: Getty Images

Luková, la Chiesa di San Giorgio

I fantasmi della Chiesa di San Giorgio

È proprio vero che ciò che lo sguardo ci restituisce, a prima vista, non corrisponde sempre alla realtà. Nella chiesa di Luková i fantasmi ci sono, e le fotografie non fanno che confermarlo. Non si tratta, però, di presenze spettrali, ma di un’installazione artistica.

Per fermare il declino che aveva investito la chiesa cittadina, l’amministrazione comunale nel 2014 ha incaricato lo scultore e artista Jakub Hadrava di realizzare un’installazione per far rinascere l’edificio, e per racimolare così il denaro necessario ai lavori di ristrutturazione.

Hadrava ha deciso di lasciarsi ispirare proprio dalle leggende popolari che ormai avevano travolto l’edificio, creando così delle sculture spettrali. Si tratta di statue in gesso, alcune sedute tra i banchi e altre in piedi tra i corridoi, che imitano i fedeli mentre ascoltano le celebrazioni sacre.

Inquietanti sì, ma anche estremamente suggestivi e affascinanti. La missione di Hadrava e dell’amministrazione comunale è stata compiuta, al punto tale che la Chiesa di San Giorgio è diventata una popolare attrazioni turistica.

I fantasmi di Jakub Hadrava

Fonte: Getty Images

I fantasmi di Jakub Hadrava
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Kigali, la città di cui nessuno ti ha ancora parlato

Oggi, il nostro viaggio ci porta nel cuore pulsante dell’Africa, in una storia di rinascita, dove le cicatrici del passato si trasformano in pietre miliari per il futuro.  Ci immergiamo nel ritmo incalzante di questa terra, nei suoi colori vibranti, nelle sue culture ricche e variegate.

Ci troviamo in Ruanda, precisamente a Kigali, una città che ha trasformato un passato doloroso in un presente promettente. Era il 1994 quando questa terra tremò sotto il peso di uno dei genocidi più sanguinosi della storia africana.

Oggi, però, è una nazione rinata dalle sue ceneri, un luogo dove la riconciliazione e lo sviluppo economico sono diventati i pilastri fondamentali. Infatti, si distingue come la capitale dell’ecologia africana, un faro di speranza per un futuro sostenibile.

Eppure, nonostante il suo progresso e la sua rinascita, Kigali non dimentica. Mantiene viva la memoria per le nuove generazioni, affinché non si ripetano mai più gli errori terribili che sono stati commessi. In questo equilibrio delicato tra ricordo e rinnovamento, Kigali ci mostra il vero volto del coraggio: guardare avanti senza mai dimenticare il passato.

Kigali: paladina dell’ecologia africana

Kigali

Fonte: Getty Images

Kigali, Ruanda

Negli ultimi anni, questa città in continua espansione si è impegnata in politiche ambientali innovative e ha adottato l’utilizzo di energie rinnovabili. Si è trasformata in un faro di progresso ecologico, un modello da seguire e un esempio senza precedenti di come costruire una città all’avanguardia che rispetti e protegga l’ambiente, anche nel cuore dell’Africa.

Inoltre, la città è diventata un vivace centro di design etico, dove fioriscono gli studi artistici e le caffetterie offrono un luogo di incontro per menti brillanti e idee innovative. Indubbiamente, una delle economie africane in più rapida crescita, che non solo prospera, ma mantiene al contempo un impegno profondo per la sostenibilità. Un terzo del suo terreno è in fase di rinaturalizzazione, un omaggio alla bellezza selvaggia del paesaggio africano e un impegno a preservare la sua ricchezza nel tempo.

Inoltre, è severamente vietato utilizzare plastica monouso ed è attualmente in costruzione un aeroporto con certificazione ecologica, testimonianza tangibile dell’impegno della città per la sostenibilità. Anche i mezzi di trasporto sono ecologici, con un particolare interesse nell’uso delle biciclette, che rappresentano la visione di Kigali per un futuro più verde e più sano.

Kigali: il cuore pulsante di un popolo resiliente

Amahoro. Questa parola risuona per le strade di Kigali, come un mantra costante che riempie la città di una promessa di pace. È un saluto che si scambia tra amici e sconosciuti ogni giorno, un gesto semplice che riflette la serenità e la stabilità che alimentano lo spirito del popolo ruandese.

Passeggiando per le strade, è difficile immaginare che queste vie, ora piene di vita e speranza, furono un tempo teatro di un atroce genocidio. Oggi, la città commemora questo tragico capitolo della sua storia attraverso diversi memoriali e musei. Tra questi, il Kigali Genocide Memorial di Gisozi, il Camp Kigali Memorial e il Musée de la Campagne contre le Genocide sono luoghi sacri, che consentono ai visitatori di immergersi in un silenzio rispettoso e di riflettere sul tragico passato del Paese.

Sono profondamente toccanti anche i reliquiari che custodiscono i resti di migliaia di persone le cui vite sono state tragicamente spezzate in un orrore inimmaginabile. Sono ferite ancora aperte nel cuore della nazione, un duro monito della nostra responsabilità collettiva nel proteggere l’umanità dalla violenza e dall’intolleranza.

Oggi Kigali brilla come simbolo di riscatto. È la capitale della speranza africana, che valorizza la propria cultura abbracciando le sue radici, mentre guarda con determinazione verso il futuro.

Kigali

Fonte: Getty Images

Kigali, Ruanda
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Se vai in questi posti non dimenticarti di spedire una cartolina

Ogni viaggio è un’esperienza unica, irripetibile e uguale a nessun’altra. Lo sanno bene tutte quelle persone che scelgono di immortalare le proprie esperienze attraverso fotografie e video, affinché i ricordi restino vividi non solo nella memoria. Eppure c’era un tempo in cui, sprovvisti di smartphone, l’unico modo per ricordare e condividere un’esperienza di viaggio era affidato alle cartoline.

Molto più di un souvenir, la cartolina di viaggio è un vero e proprio cimelio che celebra e custodisce un pezzo di storia, la nostra. Tutti dovremmo spedircene una quando siamo in viaggio, non solo per avere un ricordo dell’esperienza, ma anche per conservare la sua essenza e perché no, per collezionare francobolli e timbri da tutto il mondo.

Esistono alcuni luoghi del mondo, poi, dove il semplice atto di spedire una cartolina si trasforma in un’esperienza senza eguali. Il motivo? Tutto merito di quegli uffici postali situati nel luoghi più impensabili: tra gli abissi del mare, per esempio, tra le nuvole e al confine del Circolo Polare Artico. Ecco i più particolari da raggiungere almeno una volta nella vita.

Gli uffici postali più strani e particolari del mondo

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per contemplare le meraviglie di Madre Natura, per raggiungere luoghi iconici che sono diventati simbolo di città e Paesi interi. Ma lo facciamo anche per scoprire per la tradizioni, le storie e la cultura di popolazioni lontane.

Certo è che mai ci saremmo immaginati che un ufficio postale si sarebbe trasformato in una vera e propria attrazione turistica. Sì perché nel mondo esistono dei post office davvero incredibili e straordinari, edifici nei quali l’atto di spedire corrispondenza e cartoline di viaggio si trasforma in un’esperienza senza eguali. Ne abbiamo selezionati alcuni che, vi anticipiamo, sono incredibili e valgono davvero un viaggio dall’altra parte del mondo. Scopriamoli.

L’ufficio postale tra le nuvole

Il nostro viaggio di oggi ci conduce dall’altra parte del mondo, in quello che è stato eletto all’unanimità come l’ufficio postale più remoto del mondo. Situato nella Spiti Valley, la terra di mezzo incastonata sulla catena montuosa dell’Himalaya, questo post office è posizionato a un’altezza di 4400 metri. Raggiungerlo, e spedirsi una cartolina, sarà come fare un viaggio tra le nuvole in un’altra dimensione.

L’ufficio negli abissi dell’Oceano Pacifico

Ci spostiamo ora Vanuatu, uno degli ultimi eden terrestri. Proprio qui, al largo della costa di Hideaway Island, esiste un ufficio postale sottomarino, l’unico dell’intero pianeta. L’idea è nata dalla collaborazione tra la rete di uffici postali della Repubblica e il proprietario del resort dell’isola. Per raggiungere il piccolo ufficio è necessario scendere a tre metri di profondità. È possibile farlo in autonomia o con il supporto di esperti subacquei pronti ad accompagnare i turisti in questa avventura mozzafiato.

Spedirsi una cartolina da un vulcano attivo

Restiamo a Vanuatu, per spostarci però sull’isola di Tanna. Raggiungendo il Monte Yasur, un vulcano di 361 metri di altezza, non troveremo un ufficio postale, ma una cassetta delle lettere sul bordo del cratere, l’unica al mondo a essere situata su un vulcano attivo.

La cassetta delle lettere situata sul vulcano attivo

Fonte: Corbis via Getty Images

La cassetta delle lettere situata sul vulcano attivo

Ai confini del Circolo Polare Artico: l’ufficio postale di Babbo Natale

È l’ufficio di Babbo Natale e si trova all’interno del suo villaggio: spedirsi una cartolina è qualcosa di obbligato per i viaggiatori di ogni età che raggiungono Rovaniemi. Nella casa di Santa Claus, dalla quale è possibile varcare la linea del Circolo Polare Artico, c’è un grande ufficio gestito dagli elfi, lo stesso che riceve ogni anno oltre 600.000 lettere di bambini da ogni parte del mondo. Sempre qui è possibile spedirsi una cartolina in ricordo di un viaggio memorabile.

L’ufficio postale galleggiante

Ci spostiamo ora a Srinagar, nella città indiana situata nel territorio del Jammu e Kashmir. Qui è possibile raggiungere un ufficio postale davvero particolare situato sul lago di Dal. Costruito due secoli fa, e ancora attivo, questo è l’unico ufficio galleggiante del mondo.

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Cern: com’è entrare nel più grande laboratorio scientifico del mondo

È un luogo in cui la scienza e la tecnologia hanno casa, qui si fa ricerca e questo è il posto dove sono stati raggiunti tantissimi successi importanti, stiamo parlando del Cern, in italiano nota come Organizzazione europea per la ricerca nucleare.

Si trova in Svizzera a Meyrin, vicino a Ginevra ed è possibile visitarlo: si tratta del più grande laboratorio al mondo di fisica delle particelle, ed è anche il luogo perfetto da raggiungere per grandi e piccini che amano la scienza. Infatti, è possibile visitarlo e immergersi in questo luogo perfetto per gli appassionati ma anche per gli studenti e gli scienziati di domani.

Quando nasce il Cern e di che cosa si tratta

Il Cern, sigla di Conseil européen pour la recherche nucléaire, è l’Organizzazione europea per la ricerca nucleare ed è stata istituita con una convenzione concordata e firmata a giugno del 1953. Inizialmente ne facevano parte 12 stati, ora saliti a 23 a cui si aggiungono osservatori. Qui viene portata avanti la ricerca in fisica, in particolare acceleratori di particelle e rilevatori.

Si tratta di un luogo, che si trova vicino a Ginevra in Svizzera, in cui sono state portate avanti scoperte o fatti annunci importanti, come quello in merito al Bosone di Higgs la cui scoperta era stata annunciata a suo tempo dalla direttrice dell’Organizzazione (che ricopre questa carica dal 2016 e ora è al secondo mandato) ovvero l’italiana Fabiola Gianotti.

Come viene spiegato sul sito: “Il nostro lavoro aiuta a scoprire di cosa è fatto l’universo e come funziona. Lo facciamo fornendo ai ricercatori una gamma unica di acceleratori di particelle, per ampliare i confini della conoscenza umana”. Il laboratorio inoltre è un “ottimo esempio di collaborazione internazionale”.

Un luogo in cui viene portata avanti la ricerca grazie a strutture apposite, mettendo insieme persone da tutto il mondo e portando avanti la formazione. Ed è proprio visitandolo che ci si può avvicinare a tutto ciò che di grandioso viene fatto al suo interno.

Visitare il Cern, come fare

Sono in tantissimi ogni anno a visitare il Cern, il grande laboratorio vicino a Ginevra, ma come si può fare? Di recente è stato inaugurato il Cern Science Gateway, uno spazio progettato dal celebre architetto Renzo Piano. Il taglio del nastro è avvenuto il 7 ottobre, mentre le porte sono state aperte ai visitatori dal giorno successivo. Si tratta di un centro per l’educazione e la divulgazione in cui sono presenti mostre, strutture di laboratorio e in cui ammirare spettacoli scientifici.

Aperto dal martedì alla domenica, è possibile programmare visite guidate che vengono offerte in base all’ordine di arrivo. Durante il percorso si possono ammirare molte cose interessanti: dai momenti salienti della storia del Cern, al sincrociclotrone, ovvero il primo acceleratore la cui installazione è datata 1957, inoltre è possibile scoprire come si lavorava negli anni Cinquanta. E poi fare un tour del centro di controllo dell’esperimento Atlas, uno dei due – portati avanti dall’Organizzazione – che hanno scoperto il Bosone di Higgs. Queste sono solo alcune delle tante meraviglie che si possono ammirare durante la visita, che è adatta a partire dai 12 anni e dura circa 90 minuti.

L’ingresso al Cern Sience Gateway è gratuito, si può accedere in maniera libera alle tre mostre interattive, a spettacoli scientifici e film. Per quanto riguarda le visite guidate e i laboratori è necessario iscriversi in base all’ordine di arrivo. L’apposito pass si ottiene tramite la app, così come le prenotazioni.

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Alla scoperta della montagna pistoiese, perfetta in ogni stagione

Qualunque sia la stagione in cui state leggendo questo articolo, sappiate che è sicuramente il momento perfetto per andare alla scoperta della montagna pistoiese: l’inverno ammalia con la sua neve e piste da sci, l’autunno emoziona con i suoi tappeti di foglie colorati, la primavera è l’ideale per il trekking tra tonalità pastello e profumi freschi, mentre l’estate è un paradiso di attività da fare per esplorare il territorio.

Una zona eccezionale, situata al nord della Toscana, in cui rigenerarsi con la tranquillità dei boschi, l’aria frizzante e cristallina, i prodotti genuini, paesaggi dolci e mutevoli, borghi che sembrano dipinti e tante attività dedicate allo sport, alla cultura e al tempo libero in generale.

L’Ecomuseo della Montagna Pistoiese

Chiamata anche Appennino pistoiese, questa è una zona che del punto di vista naturalistico sa sorprendere. Da non perdere assolutamente, per esempio, è l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, un’interessante area all’aperto dove si sviluppano sei itinerari tematici tra musei, poli didattici e palazzi storici.

È un museo diffuso istituito con l’obiettivo di custodire e valorizzare il patrimonio e le tradizioni locali, grazie a cui comprendere più a fondo le storie e le memorie dell’uomo, nel suo eterno rapporto con la natura.

L’itinerario del ghiaccio è l’ideale per conoscere l’affascinante e complessa produzione del ghiaccio naturale, attività che qui prese piede dalla fine del Settecento ai primi anni del Novecento. Un viaggio a ritroso nel tempo tra sculture e musiche suggestive e in un contesto ambientale che fa vibrare il cuore.

C’è poi l‘itinerario del ferro dedicato alla storia della siderurgia di questa zona, tanto che proprio qui sorge la Ferriera Papini, la più antica di tutta la Toscana.

L’itinerario naturalistico è una sorta di paradiso in terra per coloro che sono interessati a saperne di più sull’immensa ricchezza del patrimonio ambientale dell’Appennino pistoiese, e tramite cui ammirare alcuni esemplari particolari di tipo alpino, che hanno trovato il limite meridionale di diffusione in questa zona, e molto altro ancora.

Montagna Pistoiese: cosa fare

Fonte: iStock

Un angolo della montagna pistoiese

Un altro viaggio indietro nel tempo lo potete fare grazie all’itinerario dell’arte sacra che illustra il modo di vivere la religione nei secoli passati, mentre l’autenticità vera e propria la potete comprendere con l’itinerario della vita quotidiana che porta a conoscere le abitudini e i mestieri di un tempo ormai andato.

Infine l’itinerario della pietra che comprende anche la Via Francesca della Sambuca, un affascinante tracciato medievale utilizzato per il pellegrinaggio.

L’inverno tra neve e piste da sci

La parte orientale della montagna pistoiese è la dimora di monumentali rilievi con altitudini non superiori ai 1300 metri. Qui le montagne ammaliano con i loro profili rotondi, le valli per essere profondamente incise dai torrenti, e in più il visitatore si esalta perché proprio qua si fanno spazio diverse stazioni sciistiche sempre pronte ad accogliere gli sportivi provenienti da tutto il mondo.

L’Abetone, per esempio, mette a disposizione dei suoi ospiti un’area moderna che permette di vivere la montagna con tutti i suoi sport invernali. Ci sono ben 50 km di piste con vari livelli difficoltà, compresa una stazione sciistica ben attrezzata per i disabili.

Non è da meno il comprensorio sciistico della Doganaccia che sorge a Cutigliano, luogo ottimale per chi è in cerca di piste da sci per tutti i livelli ed anche per coloro che sono interessati a praticare sci di fondo e sci alpinistico.

I borghi che incantano

La montagna pistoiese è un susseguirsi di borghi che sono uno più suggestivo dell’altro. Non ve li possiamo raccontare tutti, ma abbiamo selezionato alcune località che siamo certi vi piaceranno moltissimo.

Il primo di cui vi vogliamo parlare è lo stesso Cutigliano delle stazioni sciistiche, perché è un anche un grazioso borgo di origine medievale che sorge su uno sperone a ridosso del Monte Cuccola. Una visita da queste parti permette di conoscere un paese caratterizzato da strette vie in cui si affacciano antichi palazzi e monumenti che sono uno più bello dell’altro.

Cutigliano, montagna pistoiese

Fonte: iStock

Veduta di Cutigliano

Bellissimo è anche Fiumalbo che per il suo fascino artistico ed architettonico è stato persino eletto “Città d’arte”. Dalle origini estremamente antiche, conserva un centro storico dove l’architettura medievale è ancora al suo massimo splendore.

Voliamo ora a Gavinana che è un vero e proprio insieme di stradine tortuose che salgono fino alla piazza principale abbellita da antiche case in muratura rustica di pietra locale. Da non perdere è l’antica pieve di Santa Maria Assunta, che tra le sue salde mura protegge due pregevoli opere cinquecentesche in terracotta invetriata realizzate da Benedetto Buglioni.

Meno noto ma assolutamente emozionante è Lucchio la cui originaria struttura medievale è ancora intatta. Un borgo che pare aggrappato alla roccia e sorvegliato da un’antica fortezza e impressionanti monti.

C’è poi Sambuca Pistoiese che, oltre a offrire un paesaggio di rara bellezza, è anche un paese che è rimasto molto simile a come era due secoli fa e in cui passeggiare è un piacere per l’anima e per il cuore.

Altri siti di interesse da non perdere

La montagna pistoiese è un vero scrigno di immensi tesori da ammirare. Uno di questi è la curiosa località montana di Orsigna che non a caso è stata scelta da Tiziano Terzani come buen ritiro.

Poi ancora l’impressionante ponte sospeso, situato nei pressi del paese di Mammiano Basso, che è un’opera ingegneristica di notevole valore: vanta ben 227 metri di lunghezza, tanto da essere uno dei più lunghi del mondo.

Molto interessante è anche la Riserva Naturale Biogenetica di Pian degli Ontani che offre tantissimi sentieri e un’ampia strada sterrata che d’inverno viene usata come pista per lo sci di fondo.

Il Lago Scaffaiolo sorge a ben 1800 metri di altitudine e conserva una curiosa leggenda: si narra che un tempo, quando qualcuno osava disturbare la tranquillità della sua acqua, il lago era in grado di scatenare una terribile tempesta piena di nebbia e vento.

Bellissimo è anche il tratto del fiume Reno che scorre a Prunetta perché si distingue per essere sede di numerose cascate che ammaliano con i loro suoni fragorosi.

Infine, una chicca per gli amanti dei misteri del cielo: l‘osservatorio astronomico di Pian dei Termini dotato di due cupole di osservazione con due telescopi newtoniani.

Insomma, come vi abbiamo accennato all’inizio: la montagna pistoiese è una meta ideale in qualsiasi stagione dell’anno.

Ponte sospeso montagna pistoiese

Fonte: iStock – Ph: Manuela Finetti

L’incredibile ponte sospeso della montagna pistoiese
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Halloween: leggende metropolitane italiane che puoi “rivivere”

Chi ha paura dei fantasmi? E degli gnomi cattivi? L’uomo nero vi ha davvero mai spaventato? Gli amanti del brivido risponderanno sicuramente di no. Del resto stiamo parlando di persone che hanno fatto dei racconti del terrore una vera e propria passione che passa anche per i viaggi.

Il dark e il ghost tourism ne sono la prova: si parte alla ricerca di case infestate, quartieri popolati da fantasmi e streghe o altre destinazioni che sono stati palcoscenico di eventi tragici, drammatici e spaventosi. A questi, poi, si aggiungono tutti quei luoghi misteriosi che vivono in bilico tra realtà e leggende.

Ed è proprio in questi che vogliamo recarci insieme a voi, per scoprire alcune delle leggende metropolitane italiane più spaventose di sempre e per riviverle. E quale occasione migliore, se non quella di Halloween, per farlo? Attenzione! Queste esperienze sono destinate solo ai cuori impavidi e ai coraggiosi.

Leggende metropolitane italiane: sui luoghi del terrore

Siamo spesso affascinati dalle storie che arrivano d’altra parte del mondo: le ascoltiamo, le raccontiamo e da queste ci lasciamo suggestionare. Eppure anche il Belpaese ha una tradizione ricca di leggende che fanno accapponare la pelle anche ai più coraggiosi.

Vi state chiedendo se sono vere? In quanto leggende metropolitane, tramandate oralmente e soggette anche a modifiche più fantasiose, non abbiamo una risposta unica e precisa. Quello che possiamo fare, però, è segnalarvi tutti quei luoghi Made in Italy che col tempo si sono trasformati nel palcoscenico di queste storie. Toccherà a voi scoprire se si tratta di realtà o di leggenda. Ne avrete il coraggio?

Montebello: la leggenda di Azzurrina

Se avete in mente di trascorrere una giornata insolita, e di immergervi completamente in un’atmosfera spettrale, allora non potete non inserire nella vostra to do list un viaggio a Rimini, e più precisamente nel borgo di Montebello di Torriana dove campeggia l’omonimo castello. La leggenda, quella che si è diffusa rapidamente negli ultimi anni, narra che qui vive il fantasma di Azzurrina, una bambina scomparsa nel nulla nel giorno del solstizio d’estate.

Si scopre in realtà che il vero nome di Azzurrina era Guendalina, una bambina albina, figlia di Ugolinuccio o Uguccione, feudatario di Montebello. La storia vuole che, durante un giorno di pioggia, la palla con cui la bambina giocava cadde nella ghiacciaia sotterranea. Guendalina la raggiunse e da quel momento scomparve nel nulla. C’è chi dice che ogni cinque anni, in occasione il solstizio d’estate, la piccola faccia udire la sua voce. Ad avvallare questa tesi anche gli acchiappa fantasmi che, proprio nel castello, hanno registrato alcuni suoni spettrali.

La Rocca di Montebello è oggi un museo. Gli ospiti possono ascoltare tutte le registrazioni conservate e scegliere a cosa credere.

Milano, la colonna del diavolo

Ci spostiamo ora nel capoluogo lombardo per scoprire un’altra suggestiva e spaventosa leggenda che ha a che fare direttamente col diavolo. A Milano, in piazza Sant’Ambrogio dove campeggia l’omonima basilica, esiste una colonna di epoca romana che la storia colloca nel III secolo.

Questa scultura di marmo ospita due strani fori posti sulla parte inferiore, ed è su questi che si concentra tutta l’attenzione dei viandanti. Secondo la leggenda, infatti, quei buchi sono stati provocati dalle corna del diavolo durante una battaglia con Sant’Ambrogio.

Sono in molti a credere che i due buchi rappresentino un varco verso gli inferi. Alcuni giurano di aver sentito l’odore di zolfo proveniente proprio dai fori, altri di aver visto qualcosa di inquietante attraverso questi. Se la leggenda non vi spaventa, potete avvicinarvi alla colonna e scoprire voi stessi se questa è frutto di fantasia o se nasconde qualcosa di reale.

L’ambulanza nera che ha sconvolto l’Abruzzo

Correvano gli anni ’90 quando una terribile storia iniziò a circolare nel BelPaese. Si parlava di un’ambulanza nera, che girava di giorno e di notte tra le città e i quartieri d’Italia, per rapire i bambini. Le origini di questa spaventosa leggenda sono sconosciute, quello che sappiamo, però, è che a causa del ritrovamento di due corpi di bambini senza vita, uno a Penne in Abruzzo e uno a Montesilvano, esplose una vera e propria fobia in tutta la regione. A incrementare il clima di paura nelle città abruzzesi, ci fu anche la testimonianza di Simone, un bambino di 9 anni che raccontò di essere stato avvicinato da un velivolo tutto nero.

Con il trascorrere degli anni, l’ambulanza nera non è stata più avvistata e tutti hanno smesso di parlarne. La sua storia, però, resta una delle leggende metropolitane più inquietanti del mondo.

La casa delle anime

Ci spostiamo ora a Genova, per scoprire uno dei luoghi più inquietanti e meno conosciuti di questo itinerario dell’orrore. Ci troviamo sopra il quartiere Voltri e più precisamente in via dei Giovi dove un tempo esisteva una locanda frequentata dagli abitanti della città e dai viandanti. La storia narra di pellegrini che, in sosta alla locanda, non hanno mai fatto più ritorno a casa. A quanto pare i proprietari della struttura li uccidevano per derubarli, una versione che sarebbe stata confermata anche da alcuni cadaveri ritrovati nei campi che circondano l’edificio.

Dopo la chiusura della locanda maledetta, nessuno ha avuto più il coraggio di avvicinarsi e l’edificio è caduto in stato di abbandono, fino al secondo dopo guerra, quando una famiglia scelse di stabilirsi qui. La loro permanenza durò poco però perché si accorsero presto che l’edificio era infestato.

Verità o leggenda? Diversi anni fa la Rai ha realizzato un servizio proprio sulla Casa delle Anime – così ribattezzata – mandato in onda durate la trasmissione “Fatti strani di gente comune”. Alla fine del filmato le telecamere sembrano immortalare un frame da brivido: la presenza del fantasma di una donna.

Colobraro, il borgo maledetto

Esiste un piccolo borgo, in provincia di Matera, che nessuno nomina mai. Il motivo? Si dice sia maledetto! Ci troviamo a Colobraro, in Basilicata, tra le strade del paese che porta sfortuna, o almeno è questo quello che raccontano tutti. Eppure il fascino delle storie che lo riguardano ha attirato negli ultimi anni un numero sempre crescente di visitatori.

Ma perché questo paese è maledetto? Una delle leggende più celebri che ha contribuito alla cattiva fama di Colobraro risale agli anni ’30 quando il Podestà fece alcune previsioni, per rafforzare il suo potere, e queste si avverarono a discapito di alcuni malcapitati. A questa storia si aggiunge anche la credenza che il paese, per molto tempo, fu casa di streghe e fattucchiere che di notte si riunivano intorno a un albero di noce per preparare pozioni magiche. C’è chi giura anche di incontrare i monachicchi – spiriti di bambini morti – quando il sole tramonta.

Verità o leggenda? Non vi resta che organizzare un viaggio per scoprirlo.

Roma, il lupo mannaro di Villa Borghese

L’ultima leggenda metropolitana di questo nostro itinerario del terrore ci porta a Roma, e più precisamente tra i viali alberati di Villa Borghese. Il parco cittadino, uno dei più affascinanti e suggestivi della capitale, conserva una storia da brividi che ha a che fare con la Luna piena e i Licantropi.

Per scoprire la leggenda dobbiamo fare un passo indietro nel tempo e tornare a quando, nel dopoguerra, diversi cittadini d’Italia dichiararono di aver incontrato dei lupi mannari. Il picco di avvistamenti ci fu proprio a Roma: i giornali del tempo parlavano di una figura semi umana, e molto forte fisicamente, che ululava e aggrediva i passanti che si trovavano di notte nel parco urbano. Nel 1949 la polizia risolse il caso arrestando un giovane uomo che dichiarò che durante la Luna Piena acquisiva una forza che non aveva mai avuto prima.

Semplici deliri? Potete scoprirlo da voi durante le notti di Luna piena. Oppure non farlo e tenervi a debita distanza da Villa Borghese.

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Esperienze spettrali sull’Isola Verde: chi ha paura dei fantasmi?

Molto più di una tendenza di viaggio, il ghost tourism è un’avventura incredibile e straordinaria che lascia senza fiato, in ogni senso, e che è destinata solo ai viaggiatori più impavidi e coraggiosi. Il trend, nato in America e diffusosi rapidamente in tutto il mondo, compreso il Bel Paese, è un invito a scoprire e riscoprire case, edifici, quartieri e città le cui storie e leggende testimoniano l’esistenza di fantasmi e di presenze inquietanti.

C’è chi da questi luoghi si tiene a debita distanza e chi, invece, è disposto a raggiungere l’altro capo del mondo pur di vivere un’esperienza da brivido, sicuramente indimenticabile. Eppure, non c’è bisogno di allontanarsi poi così tanto dalle mete europee più frequentate dai turisti perché esiste un’isola, conosciuta per il suo incredibile fascino, che nasconde un lato misterioso e inquietante che in pochi conoscono.

Ci troviamo in Irlanda, tra scogliere mozzafiato e paesaggi verdeggianti che si perdono all’orizzonte, tra castelli, storie, leggende, passato e presente. Proprio qui, in un territorio di “Bellezza selvaggia” come lo definì Oscar Wilde, è possibile dormire con un fantasma e vivere altre esperienze spettrali di cui nessuno vi ha mai parlato.

Viaggio in Irlanda: chi ha paura dei fantasmi?

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Irlanda. L’Isola di Smeraldo, così chiamata per quel patrimonio paesaggistico caratterizzato da mille sfumature di verde, è un concentrato di meraviglie che passano per la storia, per la cultura, per l’arte e per la natura.

Sono tantissimi i viaggiatori, provenienti da ogni parte del mondo, che giungono qui durante l’anno per toccare con mano la grande bellezza di uno dei Paesi più affascinanti d’Europa. In pochi sanno, però, che all’ombra dei luoghi più iconici e delle tappe imperdibili irlandesi, si nascondono fantasmi e creature inquietanti legati a storie soprannaturali. Se tutto questo non vi spaventa, allora, prendete carta e penna e segnate gli indirizzi imperdibili per un tour da brivido sull’isola verde.

Kilkenny, fantasmi nella città medioevale

Fonte: Tourism Ireland

Kilkenny, fantasmi nella città medioevale

Esperienze spettrali in Irlanda: gli indirizzi da raggiungere

Se l’idea di girovagare in un castello in compagnia di un fantasma non vi spaventa e, al contrario, vi emoziona, allora l’Irlanda è la destinazione giusta da raggiungere. Meglio ancora se lo si fa ad Halloween, quando l’atmosfera diventa ancora più spettrale.

Tra gli indirizzi imperdibili di questo ghost tour irlandese, non possiamo non segnalare l’affascinante Ballygally Castle. Si tratta di un castello situato sulla Causeway Coast, in Irlanda del Nord, conosciuto per la sua bellezza scenografica, ma anche per un inquietante presenza che da secoli lo popola. Si tratta di Lady Isobel Shaw. La dama, dopo essere stata segregata dal marito nell’edificio perché non aveva dato alla luce un erede maschio, si lanciò nel vuoto dalla cima della torre. Oggi il castello è diventato un hotel frequentato da molti viaggiatori. Sono diversi gli ospiti che giurano di aver visto o sentito la presenza della lady irlandese.

Ci spostiamo ora a Kilkenny, una deliziosa città medievale situata in provincia di Leinster che da sempre affascina e attira gli amanti del turismo dell’orrore. Il suo nome, o meglio la sua fama, è collegato a Alice Kyteler, una donna accusata di stregoneria che riuscì a fuggire dal rogo, lasciando però morire la sua cameriera. Gli abitanti di Kilkenny sono certi che Alice, o meglio il suo fantasma, viva ancora in città. È stata avvistata a Kyteler’s Inn, la locanda fondata dalla stessa dama nel ‘300, e all’interno della cattedrale di San Canizio.

Raggiungendo la Wild Atlantic Way, uno dei percorsi più suggestivi e selvaggi dell’intera isola, è possibile udire le voci dei prigionieri della pirata irlandese Grace O’ Malley che ancora chiedono aiuto nelle segrete di Westport House, contea di Mayo.

Se siete amanti dei vampiri, invece, non potete assolutamente perdervi una visita al suggestivo Castello di Dublino. Qui non sono stati avvistati fantasmi, ma è bene ricordare che le stanze della fortezza hanno visto nascere uno dei più grandi capolavori del terrore di sempre: Dracula di Bram Stoker. Per celebrare il maestro dell’horror gotico, ogni anno la città di Dublino organizza il Bram Stoker Festival durante il periodo di Halloween. E quale occasione migliore, se non quella della notte più spaventosa dell’anno, per scoprire tutti i luoghi spettrali d’Irlanda?

Westport House, Co. Mayo

Fonte: Tourism Ireland

Westport House, Co. Mayo
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I Giganti della Sila si tingono di meraviglia: è esploso il foliage

L’Italia, con la sua straordinaria varietà di paesaggi, offre uno scenario perfetto per tutti gli amanti del foliage, il fenomeno naturale che trasforma le foglie degli alberi in uno teatro di colori intensi, creando un’atmosfera davvero suggestiva e coinvolgente.

Oggi, il nostro viaggio ci porta nel cuore della Calabria, alla scoperta di una delle sue attrazioni più affascinanti: la Riserva dei Giganti della Sila. Questo prezioso angolo di biodiversità è celebre per la presenza di conifere millenarie, alcune delle quali superano persino i 40 metri di altezza, uno sfondo incantevole, pronto a emozionarci e lasciarci a bocca aperta.

Durante l’autunno, infatti, il parco si trasforma in un panorama da cartolina, un’esperienza imperdibile che solo questa stagione può offrire.

I colori autunnali della Sila: uno spettacolo da non perdere

La Riserva Naturale dei Giganti della Sila, situata in provincia di Cosenza, è un luogo di grande valore ecologico e paesaggistico. Conosciuta anche come Riserva Naturale del Fallistro, è un’area protetta istituita nel 1987 con l’importante scopo di preservare la biodiversità dell’ecosistema silano.

Qui si trovano più di 60 esemplari di pino laricio e acero montano, che si ergono maestosi con tronchi imponenti che possono raggiungere anche i 2 metri di larghezza. Questi alberi millenari raccontano la storia della nostra Terra e ci ricordano l’importanza vitale di proteggere e preservare i nostri ecosistemi.

Ammirare il foliage in questi boschi è più di un semplice viaggio, è un’esperienza sensoriale che incanta e coinvolge. In particolare, le date del 22 e 29 ottobre e del 5, 12 e 19 novembre 2023 segnano l’occasione per partecipare a emozionanti escursioni guidate, organizzate dal Fondo Ambiente Italiano (FAI), per permettere ai visitatori di ammirare la bellezza del luogo in questa stagione.

Le sfumature mutevoli delle foglie contribuiscono a creare un’atmosfera magica. Il tepore dei faggi e degli aceri di montagna, la luminosità dei pioppi e il profumo intenso e rigenerante del sottobosco sono gli elementi che compongono una scenografia naturale, tra le più belle del nostro Paese. Per maggiori informazioni sui costi e gli orari, vi suggeriamo di consultare il sito ufficiale.

Giganti della Sila, Calabria

Fonte: iStock

Riserva dei Giganti della Sila, Calabria

Emozionanti avventure nella natura selvaggia

Oltre alle escursioni guidate, i Giganti della Sila offrono molti modi per lasciarsi scoprire. Gli appassionati di trekking, ad esempio, potranno esplorare i numerosi sentieri ben segnalati, mentre gli amanti della bicicletta potranno esplorare i percorsi cicloturistici che offrono panorami perfetti per scattare foto indimenticabili. Al contempo, per un’esperienza più immersiva, è possibile partecipare a entusiasmanti escursioni a cavallo, un modo diverso per scoprire le meraviglie di questi luoghi.

Inoltre, le attività all’aperto e l’esplorazione della natura sono indubbiamente arricchite dalla scoperta della gastronomia locale. I piatti tipici della zona sono un vero tripudio di sapori autentici, con un tocco leggermente piccante che li rende davvero unici. Gustare queste specialità non solo delizierà il palato, ma permetterà anche di tuffarsi nella cultura e nelle tradizioni del luogo.

Quindi, non ci resta che pianificare il prossimo viaggio per scoprire e assaporare tutte queste meraviglie.

Giganti della Sila Calabria

Fonte: iStock

Riserva dei Giganti della Sila, Calabria
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Isole di Andros, un meraviglioso angolo di Grecia alle Bahamas

C’è un posto del mondo che pare una fetta di paradiso caduto in terra. Delle isole – tutte comunemente chiamate con un unico nome pur avendone ognuna uno proprio – che sono un vero sogno selvaggio e rimaste praticamente intatte. Il posto in questione si chiama Andros, da molti considerato un meraviglioso angolo di Grecia alle Bahamas.

Cosa c’entrano le Bahamas con la Grecia?

È giusto porsi questa domanda, anche perché la pura bellezza delle Bahamas non ha di certo molto da invidiare all’altrettanto eccezionale Grecia. Eppure, in qualche modo, le loro storie sono intrecciate. In Grecia, infatti, esiste un’isola con lo stesso identico nome di questo paradiso delle Bahamas e, per questo motivo, secondo alcune teorie il nome Andros deriverebbe proprio dai pescatori di spugne provenienti dalla Grecia, che qui si stanziarono tantissimi anni fa per un lungo periodo.

Tuttavia, questa non è l’unica ipotesi. In molti sostengono che il nome Andros sia in onore di Sir Edmund Andros, comandante delle forze di Sua Maestà delle Barbados nel 1672 e successivamente governatore di New York, che si distinse per il suo ruolo nel crollo del dominio del New England.

Secondo altre ipotesi, invece, l’isola potrebbe aver preso il nome dagli abitanti dell’isola di Sant’Andrea (chiamata anche Sant’Andrea o San Andrés) al largo dell’Honduras perché, stando a quanto riferito, 1.400 migranti si stabilirono ad Andros nel 1787.

Non si hanno notizie chiare, quindi, sul motivo per cui questo angolo di Bahamas si chiami così, ma quel che è certo è che proprio qui, tra 1841 e il 1938, si stabilirono persone provenienti dalla Grecia per praticare la pesca delle spugne, per poi emigrare negli anni ’30 quando le spugne furono spazzate via da un’infestazione. Sicuramente, quindi, Andros conserva qualche piccolo dettaglio anche della cultura greca.

Cosa aspettarsi

Andros non è un arcipelago qualunque: è il più grande delle Bahamas, e infatti è composto da un totale di tre isole, ovvero North Andros, Mangrove Cay e South Andros, e tanti piccoli isolotti disabitati. Come è possibile intuire, si tratta di un lembo di terra con spiagge da sogno, un mare che per la sua limpidezza sembra brillare, e anche un pezzo di mondo con una delle barriere coralline più lunghe che esistano.

Ma non è finita qui, perché questo posto da favola è anche la culla di vegetazione rigogliosa ed è l’habitat perfetto di molte specie ornitologiche.

Un luogo rimasto praticamente intatto e che mette a disposizione innumerevoli avventure per gli amanti della vita all’aria aperta.

Cosa vedere

Sì, Andros è l’arcipelago più grande delle Bahamas, ma forse non ne avete mai sentito parlare perché sono le isole meno frequentate del Paese. Il motivo non è di certo da ritrovare nel fatto che sono meno belle di altre, perché è proprio la loro dimensione a rappresentare un “problema”: essendo particolarmente estese, non risultano propriamente comode per gli spostamenti che, in alcune circostanze, possono avvenire anche in aereo- anche nella stessa isola.

Ed è un peccato, perché davvero è un pullulare di meraviglie che non è facile trovare altrove. Ne è un esempio il villaggio di Red Bays che sorge sulla punta nord-occidentale di North Andros. Si tratta di un luogo abitato dai discendenti degli indiani seminole e degli schiavi fuggiti dalla Florida nel XVII e XVIII secolo che ancora si tramandano usi e costumi di un tempo per noi ormai andato. Sapete come si guadagnano da vivere? Intrecciando la paglia, attività che se catapultata nel nostro continente sembra distanti anni luce.

Decisamente affascinante è Conch Sound, un blue hole che è meraviglia geologica che lascia senza fiato e che si rivela il posto ottimale per gli amanti dello snorkeling. Non è di certo da meno Morgan’s Bluff, grotta e rifugio del temuto pirata Morgan dove, secondo il folklore, ci sarebbe un tesoro sepolto nell’oscurità, tra pipistrelli e stalagmiti. È bene specificare, tuttavia, che gli storici non hanno mai confermato che questa grotta sia stata il nascondiglio del pirata più spaventoso dei Caraibi.

Nei dintorni, tra le altre cose, ci sono meravigliose spiagge poco note, quei gioielli della natura che solo gli abitanti possono indicare ai visitatori.

Altri straordinari blu hole sorgono nell’isola di Mangrove Cay e sono tantissimi: circa una ventina, alcuni nascosti nella boscaglia e altri a due passi dalla costa. Ma del resto proprio qui, ad Andros, c’è la più grande concentrazione al mondo di queste incredibili doline marine.

Andros è anche territorio di parchi nazionali incantevoli come, per esempio, il Central Andros National Parks, situato proprio a Mangrove Cay. Oltre ai blue hole, qui sopravvivono una coloratissima barriera corallina, la terza più lunga del mondo con i suoi ben 306 chilometri, e numerose foreste di mangrovie. Gli amanti degli animali, invece, potranno avvistare le iguane bahamiane, moltissime specie di farfalle ed alcuni rari serpenti.

Chiudete gli occhi e pensate al paradiso, ecco che nella mente vi comparirà l’immagine di Congo Beach, senza che lo sappiate. Si tratta di una spiaggia dai colori argentei e lambita da un’acqua di un turchese sorprendente.

Infine, non può mancare una sosta a Crab Replenishment Reserve, un parco nazionale che occupa una superficie di 40.000 acri e in cui vivono milioni di granchi.

Curiosità e leggende

Andros è meravigliosa, ma anche pregna di curiosità e leggende. I misteri, infatti, non sono solo legati all’origine del suo nome o all’eventuale presenza di uno dei pirati più temuti di sempre. Tante questioni irrisolte sono relative anche alla sua scoperta: si narra che il primo uomo a esplorare quest’isola sia stato Amerigo Vespucci, ma in realtà non è ancora chiaro se questo fatto sia frutto o meno della fantasia popolare.

In più, questa sembrerebbe una terra abitata da straordinarie creature, come i Chickcharnees, che popolano le tante bellissime foreste di pini delle zona. Per metà uccelli e l’altra parte uomini, possiedono dei poteri che li aiuterebbero a proteggere questa isola dal male. Non a caso, sono considerati il portafortuna di tutte le Bahamas.

Ci sono poi le cosiddette Lusca, creature che sembrano draghi e che trascorrono il loro tempo nei magnifici buchi blu oceanici. Attenzione però perché, a differenza dei Chickcharnees, le Lusca non sono affatto buone: sono mostri in grado di risucchiare le loro vittime in quella profonda tana sottomarina.

Tra folklore e meraviglia, Andros deve essere una destinazione da inserire nella propria lista dei desideri.