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Qui è stato identificato il giardino dell’Eden, uno spettacolo

Probabilmente non tutti sanno che a poche ore di volo dall’Italia sorge un luogo ancora poco conosciuto dal turismo di massa e che, tra le sue tante meraviglie, ne nasconde una che è davvero unica nel suo genere: quello che per molto è tempo è stato considerato il giardino dell’Eden.

Bahrain, l’arcipelago delle meraviglie

Il posto in questione si chiama Bahrain ed è un piccolo arcipelago di 33 isole che si specchiano sul Golfo d’Arabia. Un luogo che vanta una storia millenaria, numerosi e preziosi siti archeologici, ma anche paesaggi che arrivano dritti al cuore di qualsiasi viaggiatore. Lo sviluppo che ha avuto nel corso del tempo è molto legato alla posizione in cui sorge: si trova in una delle zone petrolifere più importanti del mondo.

Non a caso, sin dai tempi più remoti, il Bahrain è stato una delle principali rotte commerciali fra Mesopotamia e India. Ma non solo. Da qualche tempo a questa parte, il Paese ospita un pro­prio Gran Premio di Formula 1, una scena artistica che diventa sempre più intrigante e ristoranti molto interessanti e soprattutto frequentati da una numerosa comunità di espatriati.

Cosa vedere in Bahrain

Pur essendo un minuscolo Stato insulare, il Bahrain è in grado di offrire tantissimi siti di interesse ai visitatori che scelgono di scoprirlo. La prima tappa da fare è senza ombra di dubbio la sua Capitale, Manama, una città moderna ma che custodisce gelosamente anche un cuore tradizionale: il souk.

Manama cosa vedere

Fonte: iStock

La splendida città di Manama

Onestamente parlando, non ha lo stesso fascino dei mercatini che si possono visitare in Marocco, Egitto o Tunisia, ma nonostante questo rimane pur sempre un dedalo di labirintiche viuzze dove è possibile trovare di tutto.

Tra le attrazioni da non perdere in questa metropoli c’è la Moschea Al Fateh, una struttura davvero gigantesca che sfoggia una maestosa cupola in fibra di vetro e due minareti interni a dir poco divini. Si distingue per essere il più grande luogo di culto del Bahrain, ma anche una delle più estese moschee del mondo: è in grado di contenere fino a 7.000 persone.

Sempre nella Capitale, vale la pena fare un salto al Museo Nazionale per comprendere più a fondo la storia e le tradizioni locali. Un modo perfetto per maturare una visione d’insieme della millenaria cultura della zona.

A pochi minuti di auto dal centro della maggiore città del Bahrain, da visitare è anche il Qal’at al-Bahrain, meglio conosciuta come Fortezza del Bahrain. Eretta nel XVI secolo dai nostri vicini portoghesi, è una delle aree archeologiche più importanti del Golfo ed anche il più antico patrimonio mondiale dell’UNESCO della nazione.

forte Bahrain

Fonte: iStock

Il maestoso Qal’at al-Bahrain

Ad impressionare ancora di più il visitatore è l’area sottostante: qui sono stati riportati alla luce reperti risalenti a 4.500 anni fa, molti dei quali sono esposti nell’attiguo museo.

Assolutamente rilevante anche la Necropoli villaggio di A’ali che è composta da circa 170.000 tombe che testimoniano la misteriosa civiltà Dilmun che fu attiva a partire dal terzo millennio a.C.. Poi ancora la Royal Camel Farm, ossia l’allevamento di cammelli della famiglia reale del Bahrain, che si trova ad Al Janabiyah. Qui agricoltori e personale vegliano su questi dolci animali e fanno da guida nel caso in cui si abbia bisogno di assistenza.

Vale la pena fare un salto anche sull’Isola di Muharraq dove prende vita il distretto di produzione di perle, preziose e di ottima qualità. Riffa, invece, è una città dove sentirsi in bilico tra tra storia e futuro. Molto interessante anche la stessa città di Muharraq poiché da queste parti storia, arte e architettura si alternano e integrano perfettamente. Nelle vicinanze ci sono le isole artificiali di Amwaj, piccoli paradisi noti per le spiagge, i grandi edifici e i sontuosi hotel.

Chi è in cerca di splendidi oggetti di artigianato deve dirigersi verso villaggio di Al Jasra, nella costa occidentale del Paese. Questa zona è uno dei fulcri storici della regione ed è possibile perdersi tra tessuti, ceramiche e altri oggetti di artigianato tradizionale. Mentre l’attrazione più bella è la casa di Al Jasra, ex residenza estiva dello sceicco Salman bin Hamad Al Khalifa.

Il Bahrain è anche relax e spiagge da sogno. Vi basti pensare che è noto per essere il “Piccolo regno dei due mari” dove rilassarsi o abbandonarsi in mezzo alla natura. Al Jazair, per esempio, è perfetta per le famiglie, mentre una chicca da non perdere è la spiaggia del Forte di Arad.

Infine, il circuito Sakhir, dove dal 2004 i piloti del mondo si sfidano nel Gran Premio di Formula 1, una pista in pieno deserto spettacolare e tecnologica.

Circuito del Bahrein

Fonte: iStock – Ph: typhoonski

Il Circuito del Bahrein

Cosa c’entra il Bahrain con il giardino dell’Eden

Come tutti sappiamo, il giardino dell’Eden è un luogo citato nel libro biblico Genesi, quel posto paradisiaco in cui vivevano Adamo ed Eva. La regione di Eden è detta trovarsi a Oriente e da qui sembrava uscire un corso d’acqua che si divideva in quattro rami fluviali: il Tigri, l’Eufrate, il Pison e il Gihon.

Tuttavia i Sumeri, ai quali è possibile far risalire il mito dell’Eden, lo collocavano nel paese di Dilmun, sull’omonima isola di Bahrain, una zona dove sgorgava una gran quantità di acqua sorgiva. Una terra antichissima, quindi, come la storia stessa descritta nella Epopea di Gilgamesh come un “paradiso”.

Ma non è finita qui perché da queste parti, e più precisamente nel bel mezzo del deserto del Bahrain, sorge quello che in molti riconoscono come l’albero menzionato dalle sacre scritture: Shajarat-al-Hayat, ossia l’Albero della Vita.

Stando alle credenze popolari, questa pianta sarebbe stata posta qui nel lontano 1583 con lo scopo di indicare il luogo in cui in origine prendeva vita il Paradiso Terrestre.

Nei fatti, però, la spiegazione della sua esistenza e della sua sopravvivenza sarebbe legata al fatto che il terreno in cui cresce si trova a solo a 10 metri sopra il livello del mare. E qui, tra l’aria umida della zona e i diversi laghetti nelle sue vicinanze, ci sarebbero le condizioni per poter continuare a sopravvivere. Tuttavia, per molti pare non essere così poiché questo esemplare di prosopis cineraria sembrerebbe resistere nel deserto da oltre 400 anni senza alcuna fonte d’acqua.

Che lo sia o no, il Bahrain rimane una terra leggendaria, la prima dimora dell’umanità, il luogo di culto di antiche divinità e anche fonte rigenerante di vita. Per questo motivo, ancora oggi, queste sue radici storiche e mitologiche sono in grado di sorprendere e far innamorare qualsiasi viaggiatore.

Albero della vita, Bahrain

Fonte: iStock

L’Albero della Vita in Bahrain
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Questa piccola Bora Bora è il tuo rifugio perfetto per sfuggire al freddo

L’alternarsi delle stagioni, ormai lo sappiamo, sa regalarci sempre nuovi e straordinari spettacoli, gli stessi che ci invitano a esplorare il mondo e i suoi cambiamenti. E se c’è chi da una parte attende con fermento l’arrivo dell’inverno, per scoprire e riscoprire le città, i borghi e i Paesi che si trasformano in cartoline incantate illuminate dalle luci notturne e avvolte dalla candida neve, c’è anche chi non desidera altro che fuggire al caldo, in tutti quei luoghi dove è perennemente estate.

Se l’obiettivo è quello di organizzare un viaggio invernale, e lasciarvi le basse e rigide temperature alle spalle, abbiamo il luogo giusto per voi. Si tratta di un piccolo paradiso terrestre dove la natura incontaminata e uno stile di vita a ritmo lento fanno da protagonisti.

Stiamo parlando di Maupiti, la micro isola dell’Arcipelago della Società conosciuta anche con il nome di piccola Bora Bora. È questo il rifugio perfetto per sfuggire all’inverno.

Maupiti: un piccolo paradiso terrestre

Sono poco più di 6 i chilometri quadrati che caratterizzano questo lembo di terra, che per forme, lineamenti e colori ricorda un paradiso terrestre. Un microcosmo di meraviglie circondato dall’Oceano Pacifico e fatto di natura incontaminata, vita semplice e ritmi rilassati. Non mancano, poi, paesaggi e scorci mozzafiato che incorniciano spiagge bianche, picchi rocciosi e antichissimi marae.

Questa è Maupiti, una minuscola isola che fa parte dell’Arcipelago della Società e che si trova a 315 chilometri a nord ovest da Tahiti e a 40 chilometri da Bora Bora. Raggiungibile con un volo aereo in partenza da Papeete, con una durata di circa 50 minuti, quest’isola è il rifugio perfetto per tutti i viaggiatori che desiderano vivere vacanze all’insegna della pace e del relax circondati dalla grande bellezza.

Ma Maupiti è anche l’isola perfetta da raggiungere quando in Italia, e più in generale in Europa, le temperature iniziano ad abbassarsi e a diventare insopportabili, almeno per i più freddolosi. L’isola, infatti, vanta bel tempo tutto l’anno e pochissimi rovesci. Le temperature medie oscillano tra i 29 e i 31 gradi. Attenzione a scegliere il periodo giusto però, perché tra gennaio e febbraio le piogge sono più frequenti.

Cosa fare nella piccola Bora Bora

Se l’idea di raggiungere Maupiti si è fatta spazio nella vostra mente, lasciatevi allora raccontare cosa troverete una volta arrivati sulla piccola Bora Bora dell’Arcipelago della Società.

Dimenticatevi traffico, smog e caos cittadino: qui ci si muove a piedi, in bici o in canoa, e questi “mezzi” vi basteranno per andare alla scoperta di una realtà semplice e genuina, ma al contempo straordinaria. A permettervi di toccare con mano tutta l’autenticità dell’isola ci sono poi le proposte ricettive, principalmente pensioni familiari e guest house che consentono di vivere esperienze da local.

Diverse le testimonianze di un passato affascinante, suggestivo e misterioso come le incisioni rupestri che raccontano le celebrazioni e le processioni che si svolgevano sull’isola. Nella valle del distretto di A’ata, inoltre, è possibile ammirare l’imbarcazione del guerriero Hiro, testimonianza della storia leggendaria del figlio gigante del dio Ra‘amauriri.

Meraviglioso è anche il mare, quello turchese e cristallino che bagna le lingue di sabbia bianca, quello popolato da branchi di mante che nuotano tra la piccole canoe colorate dei pescatori. Imperdibili, poi, sono i motu, gli isolotti incontaminati e circondati dalla barriera corallina. A Maupiti ce ne sono cinque e tutti sono straordinari.

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Entrare nelle fredde viscere di un ghiacciaio: l’esperienza mozzafiato

Esistono alcuni luoghi nel mondo che sono così belli da non sembrare reali, posti che sono stati plasmati da Madre Natura e che per forme e lineamenti ricordano regni fatati e inaccessibili.

È questo il caso delle fitte foreste, delle cime maestose e dei deserti sterminati, luoghi incredibilmente straordinari che ripagano con la loro grande bellezza lo sguardo e i sensi degli avventurieri e dei viaggiatori temerari che osano spingersi oltre quelli che sembrano i confini del mondo.

Ed è proprio oltre i confini dei sentieri più battuti dal turismo di massa che oggi ci spingiamo, per andare alla scoperta di uno dei ghiacciai più grandi di tutta l’Islanda. Lì dove è stato costruito il tunnel artificiale più lungo del mondo che conduce i visitatori nelle fredde viscere del ghiacciaio di Langjökull.

Tra i ghiacciai dell’Islanda

Organizzare un viaggio in Islanda è sempre un’ottima idea. L’isola nordica, infatti, è caratterizzata da un paesaggio tanto variegato quanto sorprendente fatto di vulcani, geyser e terme naturali, e poi ancora campi di lava e parchi nazionali che proteggono ghiacciai maestosi e imponenti. C’è poi la capitale, Reykjavík, che è un concentrato di scorci suggestivi e storie e leggende locali che sono conservate preziosamente nei musei cittadini.

Un viaggio in Islanda, quindi, si trasforma in una vera esperienza destinata a lasciare senza fiato che consente ai viaggiatori di perdersi e immergersi tra alcune delle bellezze naturali più incredibili di tutto il pianeta. E oggi è proprio in una di queste che vogliamo condurvi, in un regno del ghiaccio dominato dal maestoso Langjökull, uno dei ghiacciai più grandi del Paese, secondo solo a quello di Vatnajökul.

Situato nella parte ovest dell’isola, e raggiungibile facilmente da Haukadalur, il ghiacciaio si snoda per oltre 900 chilometri quadrati ed è posizionato a un’altitudine di 1300 metri sopra il livello del mare. Si tratta di uno dei luoghi più celebri del Paese, nonché attrazione turistica riservata agli amanti delle avventure adrenaliniche. All’interno del Langjökull, inoltre, è stato scavato il tunnel artificiale più lungo del mondo, lo stesso che permette ai viaggiatori di addentrarsi nel ventre del ghiacciaio.

Into the Glacier: nelle gelide viscere del ghiacciaio

Sin dalla sua inaugurazione, avvenuta nel 2015, il tunnel scavato nel ghiacciaio si è trasformato in una delle attrazioni più celebri e popolari di tutta l’Islanda. Del resto lo sappiamo che quando l’uomo e la natura s’incontrano possono nascere dei capolavori visivi di incredibile bellezza. Ma quello di Langjökull è molto di più, è un’avventura straordinaria e mozzafiato da fare almeno una volta nella vita.

La grotta all’interno del ghiaccio islandese rappresenta uno dei più spettacolari e lunghi percorsi del mondo che permettono di entrare in un mondo di ghiaccio. La visita al tunnel è possibile grazie ad alcuni tour organizzati in partenza da Langjökull che conducono i visitatori nella gelida grotta a bordo di un monster truck.

Una volta entrati nel tunnel, che si attraversa a piedi, si spalanca davanti agli occhi dei visitatori un vero e proprio regno di ghiaccio, paragonabile solo a quelli visti nelle fiabe. Le pareti bianche, e caratterizzate dalle mille sfumature blu, ospitano diverse formazioni di ghiaccio che suggestionano la mente, All’interno del tunnel, inoltre, ci sono diversi spazi e caverne completamente illuminate che permettono di ammirare le viscere del ghiacciaio da una prospettiva inedita ed emozionante.

Gli interni della grotta di Langjökull hanno ospitato anche un concerto magico e affascinante in occasione del Secret Solstice Festival.

Grotta artificiale nel ghiacciaio di Langjokull

Fonte: iStock

Grotta artificiale nel ghiacciaio di Langjokull
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In questo remoto villaggio ogni casa ha un colore diverso. Ecco perché

Esistono alcuni luoghi nel mondo che sono così remoti da essere quasi sconosciuti ai vacanzieri, o comunque poco battuti dal turismo di massa. Eppure sono straordinari e meritano davvero una visita perché quella può trasformarsi in un’esperienza di viaggio unica e sensazionale.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vogliamo portarvi oggi, in quella destinazione che è l’ultima fermata dei traghetti diretti verso la Groenlandia settentrionale. Stiamo parlando di Upernavik, un delizioso e pittoresco villaggio, tanto remoto quanto gelido, almeno in confronto alle temperature alle quali siamo abituati, che appare alla vista come un piccolo gioiello dalle sfumature vivaci incorniciate dal bianco candido della neve.

Qui, infatti, ogni casa ha un colore diverso, ed è proprio questa particolarità che cattura subito lo sguardo, soprattutto durante i rigidi e cupi inverni. Il motivo di questa scelta, che desta parecchio curiosità tra i viaggiatori, affonda le sue radici in un’usanza coloniale. Scopriamola insieme.

Benvenuti a Upernavik

Upernavik è l’inedito e incredibile villaggio colorato della Groenlandia. Situato nella parte nord occidentale, nel comune di Avannaata e a circa 700 chilometri dal Circolo Polare Artico, è abitato da poco più di 1000 abitanti.

Il suo nome è tanto affascinante quanto suggestivo. Upernavik, infatti, vuol dire “Posto della primavera” e fa riferimento al fatto che, durante l’estate, le temperature salgono fino a 5 gradi sopra lo zero. Se vi sembrano troppo basse, allora, dovreste visitare il villaggio in inverno quando le temperature medie si mantengono tra i -10 e i -20 gradi.

Come abbiamo anticipato, il piccolo insediamento si trova nella Groenlandia nord occidentale, ed è l’ultima fermata dei traghetti che conducono alla grande isola situata tra l’oceano Atlantico del Nord e l’oceano Artico. L’alternativa, per raggiungere il villaggio, è quella di salire a bordo di un elicottero in partenza da lulissat.

Il villaggio è tanto remoto quanto affascinante: i più temerari, infatti, si spingono fin quaggiù per vivere esperienze uniche, come l’avvistamento della foca e dell’orso polare.

A Upernavik si trova anche il museo più antico di tutta la Groenlandia che si snoda all’aperto nel centro storico e che prende il nome di Museo della Città Vecchia. Questo comprende anche alcuni edifici del centro come l’antica chiesa, la drogheria e gli altri edifici coloniali. L’obiettivo dell’istituzione è quella di conservare e valorizzare la storia culturale del villaggio e del territorio.

Ciò che rende il villaggio davvero suggestivo e particolare, però, sono i colori che lo caratterizzano. Ogni edificio è infatti caratterizzato da una nuance differente, scelta questa che risale a un’usanza dell’epoca coloniale.

Upernavik

Fonte: Getty Images

Upernavik

Il segreto delle case colorate di Upernavik

Nel vaso territorio occidentale della Groenlandia, il paesaggio è aspro e straordinario. Per chilometri interi si alternano rocce nude e ghiacciai maestosi, e nel bel mezzo di questa visione bianca e nera, ci sono le case colorate di Upernavick.

Sono gialle, rosse e verdi, altre sono azzurre. Tutte hanno un colore diverso dalle altre. Il motivo? Durante i freddi e lunghi inverni, il colore è l’unico elemento distintivo nel paesaggio caratterizzato principalmente da neve, nebbia e foschia. La scelta di colorare tutti gli edifici del villaggio è legata proprio alle sue temperature, per permettere sia agli abitanti che ai forestieri di distinguere gli edifici e le loro destinazioni anche col brutto tempo.

I colori, quindi, non sono solo strategici per orientarsi quando si è in strada, ma anche per distinguere la loro funzione. A Upernavik, infatti, i negozi e le attività sono rossi, mentre gli ospedali sono gialli. Gli edifici blu, invece, indicano le case dei pescatori, mentre la stazione di polizia è ospitata in una struttura nera.

Upernavik

Fonte: Getty Images

Upernavik
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La Fonte dell’Abbondanza e l’affresco più affascinante e scandaloso d’Italia

L’Italia è un Paese che non smette mai di stupire, e anche quando crediamo di aver visto tutto, in realtà, nuove e inedite bellezze si rivelano a noi in maniera sorprendente e inaspettata.

A Massa Marittima, per esempio, esiste un’antica fonte che è impossibile non notare. Situata nel centro storico del comune in provincia di Grosseto, questa struttura pubblica è conosciuta anche con il nome di Fonte dell’Abbondanza.

Al suo interno, durante il restauro effettuato nel 1999, è stato ritrovato un affresco antichissimo ed estremamente affascinante, che ha destato stupore da una parte e scandalo dall’altro. Si tratta infatti di un grande albero dai quali non nascono frutti, ma falli maschili eretti che donne al di sotto dell’arbusto cercando di afferrare.

Alla scoperta della Fonte dell’Abbondanza a Massa Marittima

Un viaggio a Massa Marittima è davvero un’ottima idea, soprattutto se l’intenzione è quella di andare alla scoperta di una cittadina inedita e sorprendente. Adagiato tra le Colline Metallifere, e circondato dalla lussureggiante campagna maremmana, questo comune in provincia di Grosseto ospita tutta una serie di bellezze ambientali e paesaggistiche, storiche e architettoniche che raccontano un passato antico e mai dimenticato.

Tra queste c’è una fonte, antica e affascinante, che domina proprio nel centro storico della città. Edificata nel 1265, e utilizzata come luogo di approvvigionamento idrico dell’intera città, alla fonte fu annesso successivamente un magazzino utilizzato dai cittadini come granaio pubblico. Da qui il nome di Palazzo dell’Abbondanza.

Oggi l’edificio è stato trasformato in un hub multiculturale dove vengono organizzate mostre, eventi e convegni. Ma c’è qualcos’altro che attira l’attenzione dei cittadini e di tutti i viaggiatori che arrivano nel comune in provincia di Grosseto.

Si tratta di un affresco ritrovato durante il restauro dell’edificio del 1999. Un capolavoro artistico duecentesco che sin da subito ha attirato la curiosità delle persone suscitando ammirazione, sorpresa e scandalo. L’affresco, infatti, raffigura un grande albero da cui nascono 25 falli ben visibili tra le foglie. Sotto l’arbusto sono raffigurate diverse persone, tra le quali spiccano due donne che litigano per raccogliere gli inediti frutti, mentre sopra uccelli neri volteggiano con fare minaccioso.

Il nome Albero della Fecondità, scelto per identificare l’affresco, ha messo d’accordo tutti. Le origini, così come le interpretazioni, invece, sono ancora oggetto di discussione.

Palazzo dell'Abbondanza

Fonte: Wikimedia/Sailko

Palazzo dell’Abbondanza

L’affresco dell’Albero della Fecondità

L’affresco dell’Albero della Fecondità è situato sotto una delle arcate del Palazzo dell’Abbondanza, oggi posto a tutela e valorizzazione da parte del comune di Massa Marittima. Sin dal suo ritrovamento, gli esperti, hanno identificato il soggetto dell’affresco come un’allegoria della fertilità, collegata anche all’originario utilizzo dell’edificio in questione.

Per alcuni, invece, l’affresco rappresenterebbe un vero e proprio messaggio politico. A sostenere la tesi è lo storico dell’arte George Ferzoco secondo il quale l’opera rappresenterebbe un avvertimento fatto ai cittadini da parte dei guelfi, schierati apertamente contro i ghibellini. Secondo la fazione guelfa, infatti, se la controparte fosse andata al potere si sarebbero venute a creare situazioni promiscue, perverse e pericolose, raccontate proprio in quell’affresco.

La tesi però sarebbe scardinata dal fatto stesso che la costruzione dell’edificio è stata commissionata dal Podestà ghibellino Ildebrando da Pisa, a meno che l’opera non sia stata realizzata successivamente. Purtroppo però, non essendoci fonti documentate sull’opera d’arte, le sue origini sembrano destinate a restare un mistero.

Quello che è certo è che si tratta di un capolavoro raro e prezioso di pittura murale del 1200 che ha come oggetto una raffigurazione profana, e che merita davvero di essere contemplato durante un viaggio in Maremma.

L'affresco dell'Albero della Fertilità a Massa Marittima

Fonte: Wikimedia/Andrea Anselmi

L’affresco dell’Albero della Fecondità a Massa Marittima
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Puoi cenare con in fantasmi in un tram: succede a Vancouver

Sono tante e diverse le motivazioni che ci spingono a organizzare i viaggi intorno al mondo. Lo facciamo per svago e per divertimento, per staccare dalla routine e ritrovare le energie, a volte anche per ritrovare noi stessi. Ci mettiamo in viaggio anche per andare alla scoperta di tutti quei capolavori plasmati da Madre Natura, o per raggiungere le opere architettoniche e artistiche create dall’uomo.

Ma c’è anche chi decide di partire per inseguire un obiettivo diverso da quelli sopra elencati e per vivere un’avventura da brividi riservata solo ai cuori più impavidi. Stiamo parlando di tutte quelle esperienze che ci conducono in luoghi misteriosi e infestati da storie spaventose, leggende e fantasmi. Viaggi, questi, che possono affrontare solo i più coraggiosi.

E se rientrate in questa categoria, e siete affascinati dal soprannaturale, allora c’è un luogo che forse dovreste davvero raggiungere. Si tratta di un ristorante che ospita al suo interno un vecchio tram cittadino dove ai tavoli siedono anche i fantasmi.

I fantasmi di Vancouver

Organizzare un viaggio a Vancouver è sempre un’ottima idea. La vivace città portuale della British Columbia, infatti, è una delle destinazioni più popolate e multiculturali dell’intera Canada. Di cose da fare e da vedere, qui, ce ne sono tantissime. Dalle montagne che incorniciano la scena urbana ai numerosi set cinematografici che puntellano la città, passando per una scena artistica vivace e sorprendente.

Tra i luoghi imperdibili in città c’è sicuramente Gastown, il quartiere più vivace e antico di Vancouver dove campeggia il celebre Steam Clock, un orologio cittadino che emette suoni e vapore e che è diventando una vera e propria attrazione turistica. Tutto intorno, invece, si snodano negozi di souvenir, botteghe d’arredamento e gallerie d’arte, non mancano neanche ristoranti, caffetterie e cocktail bar.

Ma all’ombra di tutta questa mondanità e del continuo via vai di persone, si nascondono segreti da brividi. È proprio in questo quartiere, infatti, che inizia il nostro viaggio alla scoperta dei fantasmi di Vancouver. Una premessa, però, è doverosa: sono moltissime le storie e le leggende locali che raccontano l’esistenza dei fantasmi tra le strade, i quartieri e i locali della città, non a caso Vancouver è considerato il territorio più affascinante per gli amanti del paranormale.

Il luogo che più incuriosisce gli appassionati del mistero, e tiene alla larga i fifoni, è un ristorante situato proprio a Gastown. Si tratta dell’Old Spaghetti Factory, considerato il locale più infestato dell’intera città. Secondo gli abitanti di Vancouver qui risiedono diversi fantasmi da anni. I primi avvistamenti, infatti, risalgono al 1970, anno di apertura del ristorante.

Il ristorante più infestato della città

L’Old Spaghetti Factory è stato inaugurato nel 1970, ma l’edificio che ospita il ristorante risale al 1907 ed è quindi uno dei più antichi di tutta la città. Al suo interno è stato trasportato un vecchio tram risalente al 1904 utilizzato per gli spostamenti in città. Il mezzo di trasporto, che campeggia al centro dell’edifico ospitando tavoli e sedute, attira ogni giorno centinaia di persone provenienti da ogni parte del mondo desiderose di pranzare o cenare in un’atmosfera unica.

Quello che però non tutti sanno è che in quel vecchio tram numero 53 gli ospiti non sono soli ai tavoli. Numerose, infatti, le presenza avvistate negli anni sia dai cittadini che dai dipendenti del locale. Secondo le persone del posto uno dei fantasmi è proprio lo storico autista del tram che si presenta tutti i giorni in orario di chiusura con il suo uniforme.

Ci sarebbero però anche altri due fantasmi a popolare il ristorante. Uno è Edward, un ragazzo di circa 11 anni che si diverte a fare gli scherzi al personale e agli ospiti. L’altro fantasma, invece, è un uomo piccolo e rosso, è anche lui è decisamente innocuo.

Insomma, stando a quanto dicono i cittadini, tutti gli spiriti che popolano L’Old Spaghetti Factory sono buoni e sono solo in cerca di compagnia. La vera domanda è: avete voglia di cenare con i fantasmi? Se la risposta è sì, conoscete l’indirizzo da raggiungere.

The Old Spaghetti Factory

Fonte: Wikimedia/Mariana Rentería

The Old Spaghetti Factory
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Vacanze invernali senza pensieri: con Scalapay prima parti e poi paghi

L’inverno si accinge ad arrivare nel nostro continente e ci invita a scoprire località di montagna che sembrano uscite da un libro di fiabe, mentre dall’altra parte del mondo questa stagione sprona a tuffarsi in un mare cristallino e rotolarsi in spiagge da sogno. Qualunque sia la necessità, è in arrivo un ottimo periodo per viaggiare, e noi conosciamo un modo per farti vivere vacanze invernali senza pensieri.

Puoi pagare il tuo viaggio in tre comode rate (e senza interessi)

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Le offerte per l’inverno che non puoi lasciarti scappare

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“Naca della Serena”, una magica cascata nel cuore della Sicilia

Verdi boschetti lussureggianti, rocce dalle mille forme diverse e il rumore gorgogliante dell’acqua: il paesaggio magico della “Naca della Serena” è di quelli che sanno rubarci il cuore. Siamo nella Sicilia più selvaggia e incontaminata, in un luogo delizioso ancora poco conosciuto e, per questo, considerato dagli abitanti dei dintorni un’oasi di pace. Il borgo di Marineo cela infatti una perla meravigliosa. La cascata che prende vita in mezzo alla natura e la piccola piscina che si stende ai suoi piedi sono una tavolozza dalle mille sfumature turchine, un panorama da favola assolutamente da scoprire.

La “Naca della Serena”, un luogo magico

La Sicilia è terra di meraviglie infinite: spiagge incantevoli considerate tra le più belle al mondo e isole coloratissime, sapori tutti da gustare e profumi indimenticabili. Ma c’è molto di più, lontano dagli occhi curiosi dei turisti che ogni anno giungono in questa splendida regione per godersi vacanze in pieno relax. L’entroterra palermitano ci regala piccole perle da sogno, luoghi dove la natura è incontaminata e sembra davvero di raggiungere il paradiso in terra.

La “Naca della Serena” è una di queste località ricche di fascino e suggestione, un angolo poco conosciuto che conserva ancora intatta tutta la sua incredibile bellezza. Questa deliziosa cascata, il cui nome invita già al massimo relax, si apre nel cuore della valle del fiume Eleuterio, tra boschi rigogliosi e pareti rocciose scavate dall’acqua. Il panorama è semplicemente strepitoso: il torrente Acqua di Masi scorre impetuoso nel verde lussureggiante, tuffandosi poi tra le rocce in una piccola conca che dà vita ad una piscina naturale. Come arrivare in questo angolo di pace?

Come raggiungere la “Naca della Serena”

Potremmo pensare che questo piccolo luogo paradisiaco sia lontano dalla civiltà e difficile da raggiungere, ma in realtà basta davvero poco per godere della sua vista (e magari immergersi nelle sue acque cristalline). La “Naca della Serena” si trova a poca distanza dal borgo di Marineo, in provincia di Palermo, alle porte del quale ha inizio un sentiero che conduce direttamente alla splendida cascata. Si tratta di un percorso facilissimo, adatto anche ai più piccini e lungo appena un chilometro: una vera passeggiata in una cornice che lascia senza fiato.

L’itinerario prende il via appena lasciato il paese, districandosi dapprima tra vecchi mulini e casali abbandonati per poi via via attraversare luoghi dove la natura la fa ancora da padrona. Il fil rouge dell’intero cammino è l’acqua: quella spumeggiante e trasparente del fiume Eleuterio, che accompagna i visitatori sino alla loro meta. In alcuni punti è persino necessario mettere i piedi a bagno e proseguire lungo il letto del fiume, circondati da pesciolini e addirittura da piccoli granchi in fuga per l’improvvisa “invasione di campo”.

Al termine del sentiero, ecco che il panorama si apre su una piccola conca circondata da pareti rocciose, dalle quali un torrente impetuoso si getta dando vita a cascate fragorose. Ai loro piedi, una piscina naturale che sembra davvero fatata. Arrivare qui in primavera o in estate significa assolutamente fare un tuffo in queste acque turchesi, un po’ fredde ma davvero invitanti. Il relax è assicurato: la pace regna sovrana, anche perché sono davvero in pochi a conoscere questo posto, e il rumore più potente è quello della cascata, un suono che pare alleviare ogni fastidio.

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Tirolo: viaggio nel tempo tra sacro e profano

È un viaggio nel passato, quello che vogliamo intraprendere oggi con voi, che ci porta direttamente in una delle destinazioni più affascinanti e suggestive del nostro Paese.

Ci troviamo nel cuore della provincia autonoma di Bolzano, e più precisamente in quella località dell’Alto Adige celebre soprattutto per quel paesaggio straordinario e variegato che la rende la meta imprescindibile degli amanti del turismo outdoor. Ma qui, a Tirolo, non mancano neanche le tradizioni, quelle che passano per la cucina e tutte quelle attività di benessere che attirano tantissimi di viaggiatori da tutto il mondo.

Le cose da fare e le cose da vedere a Tirolo e nei suoi dintorni sono tantissime, e non mancano neanche quelle che portano alla scoperta della storia di questa meravigliosa località. Ed è quello che faremo insieme oggi, con un viaggio nel tempo tra castelli e chiese, tra sacro e profano. Preparate le valigie, si parte!

Castelli e fortezze

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Tirolo e nei suoi dintorni, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione, soprattutto se l’esigenza è quella di vivere esperienze all’insegna del relax e del benessere. Una vacanza qui, però, può trasformarsi anche in un vero e proprio viaggio nel passato destinato a entusiasmare tutti gli amanti della storia.

Sono diversi, infatti, gli edifici storici che puntellano l’intero territorio. Si tratta di rocche, chiese e castelli, di costruzioni sacre e profane che raccontano in qualche modo la storia e la cultura di questa località. Tra i più celebri c’è sicuramente Castel Tirolo, il maniero simbolo dell’intero territorio nonché storica residenza dei conti di Tirolo.

Non si tratta, però, dell’unico castello da visitare sul territorio. A Tirolo, infatti, ce ne sono altri quattro e tutti vantano una storia secolare tutta da scoprire. Come quella del Castel Auer, un edificio situato all’ingresso della Val di Sopranes le cui testimonianze scritte risalgono al XIII secolo. Gli interni del castello non sono visitabile poiché questo è abitato, una parte di esso però offre degli appartamenti che possono essere prenotati dai viaggiatori per le vacanze.

Un altro imperdibile edificio che racconta la storia di Tirolo è il Castel Torre, le cui prime notizie documentare risalgono al 1276. Immerso tra i vigneti ai piedi della cima della Muta, questo edificio oggi è stato trasformato in un hotel e in un ristorante.

Il nostro itinerario profano prosegue poi per il Castel San Zeno, chiamato così per la presenza di una cappella all’interno dell’edificio consacrata nel Medioevo proprio da San Zeno. Arroccato su uno sperone, il castello fu per anni la residenza dei Conti di Tirolo, ma venne distrutto nel 1347. Fu acquistato poi dalla famiglia Leopold von Braitenberg, oggi ancora proprietaria, che si occupò della ristrutturazione del maniero.

L’ultima tappa tra i castelli e le fortezze di Tirolo ci porta a Castel Fontana, ex dimora del poeta americano Ezra Pound che qui scelse di trasferirsi per trovare ispirazione. Oggi l’edificio è diventato sede del Museo agricolo dell’Alto Adige nonché centro per lo scambio culturale, curato proprio dagli eredi di Pound.

Castel Fontana

Fonte: Roterrucksack

Castel Fontana

Tra sacro e profano

Non sono solo i castelli e le fortezze a raccontare la storia di Tirolo. Anche le numerose chiese che puntellano la località, infatti, diventano le tappe imprescindibili di questo viaggio nel tempo.

La chiesa di San Giovanni Battista, che è forse la più celebre, è stata documentata per la prima volta nel 1164 come luogo battesimale della regione. L’edificio, testimonianza dello stile romanico, è stato nei secoli ampliato e restaurato.

Da raggiungere anche la chiesa di San Pietro, una delle più importanti testimonianze dello stile architettonico romanico lombardo-carolingio. All’interno dell’edificio sono conservati numerosi affreschi romanici e gotici. La posizione strategica, poi, consente di abbracciare il panorama del territorio che si snoda tutto intorno e che incanta.

Chiesa San Pietro

Fonte: Angelika Schwar

Chiesa San Pietro
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È questo il luogo più magico da visitare a Natale

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Norvegia. Il Paese scandinavo, infatti, ospita uno dei paesaggi più straordinari del mondo intero, quello fatto di montagne, ghiacciai e fiordi che si snodano lungo la costa.

La natura che domina in tutto il Paese incornicia sapientemente le città che incantano e sorprendono viaggiatori provenienti da tutto il mondo. C’è Oslo, la capitale, che è un vero gioiello da scoprire con le sue numerose aree verdeggianti e i musei. C’è anche Bergen che, con le sue casette di legno dipinte di vari colori, si trasforma nella cartolina più bella di un viaggio indimenticabile.

Le cose da fare e da vedere in Norvegia sono tantissime e tutte sono destinate a incantare in ogni stagione. Ma c’è qualcosa di estremamente affascinante che succede nel Paese quando arriva dicembre e che lascia senza fiato le persone di ogni età. Perché è questo, senza alcun dubbio, il luogo più magico da visitare a Natale. Preparate le valigie, si parte!

Il miracolo di Natale in Norvegia

È un vero e proprio miracolo di Natale quello che si può ammirare in Norvegia in occasione del periodo dell’Avvento. È questo il momento durante il quale le città si accendono di magia con luci scintillanti che brillano e che incorniciano i mercatini, i grandi alberi e le suggestive casette di legno.

La capitale della Norvegia è sicuramente un ottimo punto di partenza per scoprire il territorio sapientemente abbigliato a festa. A Karl Johan, la via principale di Oslo, numerose casette di legno costituiscono quello che è il più grande mercatino di Natale della città. Per raggiungerlo vi basterà seguire la scia profumata delle mandorle tostate e del gløgg (il vin brûlé in versione scandinava). Da non perdere, assolutamente, lo splendido panorama della città innevata ben visibile proprio dalla suggestiva ruota panoramica che campeggia nel mercatino.

Un altro ottimo punto di partenza, per toccare con mano il miracolo di Natale, è quello che ci conduce direttamente a Tromsø dove lo spirito natalizio impregna ogni angolo, via o piazza della città. A partire dal 18 novembre le strade si accendono grazie alle luci di Natale che illumineranno negozi e bancarelle per consentire a cittadini e viaggiatori di concedersi un suggestivo shopping natalizio. Anche la natura, però, fa la sua parte. Vi basterà uscire appena fuori dal centro cittadino per scoprire tutte le meraviglie della natura artica pronta a incantarvi con i suoi paesaggi mozzafiato abitati da creature straordinarie.

Trondheim, città situata sull’omonimo fiordo, ospita quello che è uno dei mercatini più suggestivi di tutta la Norvegia. Qui la magia del Natale è raccontata attraverso eventi, concerti e tradizioni che vivono e sopravvivono in un’atmosfera incantata.

Imperdibile, durante il Natale, è anche Bergen. La città costiera situata sulla costa sud-ovest del Paese, circondata da montagne e da fiordi, ha trasformato lo spirito natalizio in una vera e propria esperienza da vivere. Oltre al grande mercatino di Natale al Festplassen è possibile raggiungere la città di pan di zenzero più grande del mondo.

Città di Pan di Zenzero

Fonte: Robin Strand – VisitBergen.com

Città di Pan di Zenzero

Babbo natale abita anche qui

C’è un altro motivo per raggiungere la Norvegia durante il periodo di Natale, ed è quello che conduce direttamente nella casa di Julesvenn, il Santa Claus norvegese. Secondo la tradizione, infatti, Babbo Natale vivrebbe in incognito a Drøbak, una deliziosa e pittoresca cittadina situata a sud di Oslo.

Raggiungibile in circa un’ora dalla capitale, Drøbak è un luogo davvero suggestivo, fatto di piccole stradine sulle quali si affacciano le caratteristiche casette di legno norvegesi. Ed è proprio tra queste che si nasconde il rifugio di Babbo Natale.

La famosa Casa di Babbo Natale è situata nel cuore della cittadina, nell’angolo di piazza Torget, ed è aperta tutto l’anno. Annesso all’edificio è presente anche un ufficio postale dove è possibile inviare cartoline con il timbro ufficiale di Babbo Natale. Al suo interno è anche presente una delle collezioni natalizie più grandi e ricche del Paese.

Ufficio postale di Babbo Natale
Ufficio postale di Babbo Natale, Drøbak