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A dicembre, queste strade del mondo s’illuminano di magia

Il Natale è forse una delle feste più magiche e incantevoli che ci siano. Non importa quanti anni abbiamo, questa festività ha il potere di farci tornare bambini, riempiendo i nostri cuori di quella gioia innocente e pura che solo i più piccoli riescono a provare.

E cosa c’è di più bello che restare incantati di fronte alle luci di Natale? Le città si trasformano, lasciandosi avvolgere da un manto di colori caldi e accoglienti, ognuno brilla di un’intensità unica, trasformando le strade in un caleidoscopio di luminarie scintillanti.

Durante il periodo natalizio, ogni Paese celebra il Natale secondo la propria cultura e le sue tradizioni. Se volete immergervi nell’atmosfera unica e magica che solo questo periodo può offrire, non c’è niente di più affascinante che scoprire i luoghi più illuminati e suggestivi del mondo. Non semplici destinazioni, ma scenari da fiaba che accendono meraviglia ed emozione nei cuori di grandi e piccini.

Le strade più suggestive del mondo da visitare a Natale

New York

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New York illiminata a Natale

Mentre le foglie iniziano a cadere e l’aria si raffredda, i nostri pensieri iniziano inevitabilmente a volgersi verso il Natale. Quest’anno, perché non rompere la routine e pianificare qualcosa di davvero speciale? Ecco alcune delle città più belle e incantevoli che si illuminano di magia durante le festività natalizie.

Le luci natalizie che illuminano le strade di Londra

Londra, con il suo fascino senza tempo, si trasforma in un vero e proprio paradiso natalizio durante le festività. Carnaby Street, una delle arterie più emblematiche della città, si illumina di luci e installazioni festive, creando un’atmosfera vibrante e vivace che cattura l’essenza del Natale.

Nel cuore pulsante del West End, invece, in Oxford Street, ben oltre 750.000 lampadine a LED bianche e blu trasformando la città in una vera e propria favola.

Ma è Covent Garden che incarna pienamente lo spirito natalizio di Londra. Già da metà novembre, infatti, un enorme albero di Natale decorato con 30.000 luci scintillanti domina la sua storica piazza. Le bellissime renne luminose presiedono la scena, mentre 115.000 luci illuminano il quartiere e i suoi giardini, rendendolo un luogo di pura meraviglia.

Il magico Natale al Rockefeller Center di New York

New York, la città che non dorme mai, si trasforma in un vero e proprio incanto durante le festività natalizie. Le luci sfavillanti rischiarano le strade, i negozi si vestono a festa e l’aria si riempie di melodie natalizie. Al centro di questa magia sfolgorante, l’accensione dell’albero di Natale al Rockefeller Center è uno degli eventi più attesi e celebrati in città.

E poi c’è la pista di pattinaggio, un punto di incontro per i newyorkesi e i turisti, dove i pattinatori di tutte le età scivolano sul ghiaccio, ridono e si divertono, trasformando l’inverno freddo in un momento di festa e allegria.

Tokyo e il Festival delle Luci di Kobe: incanto e magia

Durante il periodo natalizio, anche Tokyo si trasforma in uno spettacolo di luci. Gli alberi di ciliegio vengono incorniciati da un mare di luminarie che creano un’atmosfera magica e affascinante. Un evento imperdibile è, senza dubbio, lo Shibuya Ao no Dokutsu, una strada pedonale di 250 metri che, durante le festività, si trasforma in una grotta incantata di luci blu. Inoltre, non si può dimenticare il Rainbow Bridge, uno dei ponti più famosi di Tokyo, che durante le festività natalizie viene illuminato con un arcobaleno splendente.

Infine, vi consigliamo di visitare anche la città di Kobe, dove ogni anno prendono vita le Kobe Luminarie. Questo evento di straordinaria bellezza e significato emotivo si tiene ogni dicembre, per commemorare le vittime nel Grande Terremoto di Hanshin del 1995.

Un Natale indimenticabile a Copenaghen

A Natale, Copenaghen si trasforma in un meraviglioso paradiso lucente. Lungo Strøget, la principale via dello shopping, gli edifici e le vetrine brillano di luci scintillanti, creando un sentiero luminoso che conduce al cuore della città. Qui, troverete il Julemarked, il tradizionale mercatino di Natale in cui è possibile passeggiare tra le bancarelle, piene di artigianato locale, dolci natalizi e bevande calde.

Ma nessun viaggio a Copenaghen durante il Natale sarebbe completo senza una visita ai famosi Giardini di Tivoli. Questo storico parco di divertimenti, che risale al 1843, si trasforma in un meraviglioso paesaggio invernale, con migliaia di luci che adornano ogni angolo.

Tokyo

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Tokyo illuminata a Natale
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In Francia puoi percorrere un sentiero dai colori dell’oro

Immersa nel cuore vibrante della Francia, la Provenza è un tesoro di bellezza inesauribile e fascino senza tempo. Con i suoi vigneti rigogliosi e i campi di lavanda che si estendono all’orizzonte, è una terra che incanta l’anima al primo sguardo.

Nel cuore di questa regione magica sorge un incantevole villaggio che sembra uscito da una fiaba: Roussillon. Un borgo avvolto in sfumature colorate, dalla terra bruciata dal sole ai tetti coperti di tegole rosse, dai campi dorati di grano ai filari di cipressi verdi. Qui, le casette di pietra si arrampicano dolcemente sulla collina, creando un mosaico di colori che si trasformano con il passare delle stagioni.

Il nostro viaggio di oggi ci porta sul Sentiero delle Ocre, un percorso che si snoda tra le suggestive cave di ocra, un tempo frequentate da coraggiosi minatori, e che oggi offrono ai visitatori un’esperienza indimenticabile. I vivaci colori, che spaziano dal giallo delicato al rosso intenso, creano un paesaggio assolutamente sorprendente e quasi surreale. Un luogo che, una volta visitato, è difficile da dimenticare.

Alla scoperta di Roussillon: il Sentiero incantato delle Ocre

Sentiero delle Ocre

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Sentiero delle Ocre, Riussillion, Francia

Roussillon, un incantevole villaggio situato nella regione del Luberon in Francia, è riconosciuto come uno dei borghi più affascinanti e pittoreschi del Paese. Le sfumature calde delle rocce che lo circondano sono l’effetto di una ricca abbondanza di pigmenti d’ocra. Questo conferisce a Roussillon un aspetto distintivo e lo rende una destinazione dall’incredibile fascino culturale e artistico.

La leggenda narra che la terra sia diventata rossa a causa del sangue versato dalla bella Sirmonde, la quale, oppressa dal dolore per l’omicidio del suo amante commesso dal marito, si suicidò gettandosi dalle falesie. Questo racconto colora la storia del paese con toni drammatici e romantici. Tuttavia, la realtà dietro il caratteristico colore ocra del paesaggio è più concreta, ma non meno affascinante.

Infatti, questa regione ospitava un tempo la più grande cava d’ocra d’Europa. Quando è stata abbandonata, il tempo, le intemperie e l’erosione atmosferica hanno lavorato insieme per creare un paesaggio straordinario che sembra essere stato modellato dalla mano di uno scultore.

Il Sentiero delle Ocre si snoda tra le rocce vermiglie della Valle delle Fate e le imponenti falesie dei Giganti. Queste formazioni rocciose regalano forme uniche e particolari che catturano l’immaginazione.

Per esplorarle, sono disponibili due percorsi distinti: uno più breve di 30 minuti e un secondo più lungo, di circa un’ora, che conduce all’impressionante Selciato del Gigante. L’esperienza inizia con una scalinata che porta nel cuore di un’antica cava ormai in disuso, dove il rosso delle rocce si fonde con il verde degli alberi in un incredibile spettacolo di colori. Il sito, aperto al pubblico da metà febbraio a dicembre, permette di seguire le tracce naturali della terra, offrendo un accesso unico alla storia geologica del luogo.

Lungo i sentieri, i visitatori troveranno pannelli informativi che illustrano la formazione e l’estrazione dell’ocra, arricchendo la visita con un contesto educativo. Per godere appieno dell’esperienza, si consiglia di programmare la visita nelle ore mattutine o durante l’orario di pranzo, quando il sito è meno affollato.

Il Colorado Provenzale di Rustrel: il maestoso canyon dei camini delle fate

A soli 20 km da Roussillon, immerso nel cuore verde della natura, sorge un altro luogo di meraviglia e fascino incontenibili: Rustrel. Originariamente una cava di ocra, oggi questo luogo è conosciuto come il Colorado Provenzale, un canyon che colpisce per la sua grandiosità. Le sue formazioni rocciose, infatti, ricordano le sagome dei camini delle fate e creano un paesaggio incantevole.

Ogni angolo vibra di un’energia colorata e vivace che avvolge e affascina. Un luogo dove il tempo sembra fermarsi, permettendo ai visitatori di connettersi profondamente con la natura e la sua ineguagliabile bellezza.

A differenza del Sentiero delle Ocre, che offre un percorso ben strutturato e facilmente accessibile a tutti grazie a scalette e passerelle, quest’area naturalistica si esplora attraverso una serie di sentieri escursionistici di varie lunghezze e gradi di difficoltà. Un’esperienza avventurosa e ricca di sfide, che richiede una certa preparazione fisica e un buon senso dell’orientamento. Nonostante questo, la bellezza mozzafiato dei paesaggi di Rustrel rende ogni sforzo assolutamente ripagato.

Colorado Provenzale

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Colorado Provenzale, Rustrel, Francia
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Similan Islands, paradiso orientale tutto da scoprire

L’ambiente subacqueo più bello e la vita marina più eclettica della barriera corallina della Thailandia sono di casa alle Similan Islands, considerate uno dei migliori paradisi al mondo per gli appassionati delle immersioni. Perle di granito, caratterizzate da candide spiagge, acque cristalline ricche di meraviglie e fitte foreste tropicali, dove ogni luogo è rimasto incontaminato. Scopriamole più da vicino.

Similan Islands, paradisi per le immersioni

Le Similan Islands sono state istituite come Parco Nazionale nel 1982. ‘Similan’ è una parola Yawi (un dialetto malese) che significa ‘nove’. Il parco, infatti, aveva originariamente nove isole numerate da 1 a 9, ma nel 1998 è stato ampliato per includere altre due gioielli remoti: Ko Tachai e Ko Bon. Sebbene ognuna abbia un nome, viene indicata solitamente con dei numeri. La maggior parte sono disabitate, ad eccezione di Koh Similan e Koh Miang.

L’arcipelago si trova nel Mare delle Andamane, a 60 km dal punto più vicino alla terraferma, che si trova a Khao Lak, nella provincia di Phang Nga. L’acqua limpidissima dell’Oceano Indiano bagna questi piccoli eden, donando loro le più belle spiagge e attrazioni sottomarine della Thailandia.

La grande varietà di fauna marina, Il fascino indescrivibile dei coralli, delle alcionarie e delle gorgonie a ventaglio, il tutto ben protetto dal parco nazionale, rende l’area uno tra i 10 siti di immersione più belli al mondo.

E lo sottolinea una delle attrazioni imperdibili, l’Elephant Head Rock, popolare tra gli appassionati di diving e snorkeling e tra i fotografi subacquei. Tre grandi massi emergono dal mare, regalando una straordinaria ricchezza di vita sottomarina, dalle foreste variopinte di coralli molli alle gorgonie che raggiungono proporzioni gigantesche, agli squali leopardo, tartarughe e banchi di pesci tropicali che hanno trovato casa negli anfratti delle barriere. Tuttavia, le correnti possono essere molto forti e spesso imprevedibili intorno alle rocce, il che rende il sito un luogo riservato ai subacquei esperti.

Gli spiriti più avventurosi che vogliono vedere da vicino lo squalo balena e il suo habitat naturale, non devono farsi sfuggire, invece, i centri snorkeling delle isole Bon e Tachai.

Come e quando visitare le Similan Islands

Il Parco Nazionale delle Isole Similan è chiuso da maggio a novembre, mentre il periodo ideale per visitarle va da dicembre ad aprile, quando non sono soggette ai monsoni che arrivano da circa metà maggio e durano fino a ottobre, portando mare mosso, nuvole, pioggia e umidità.

Purtroppo, dal 2018 non è più possibile alloggiare alle Similan, ma si può soggiornare nelle vicine Isole Surin, anch’esse annoverate tra le migliori mete per lo snorkeling in tutta la Thailandia. Potete comunque optare per una splendida crociera in barca, che vi darà l’occasione di esplorare meglio questo incredibile arcipelago. Tuttavia, è bene sapere che l’accesso è interdetto alle isole n° 1,2 e 3 per via delle tartarughe che vi depongono le uova.

L’accesso migliore è da Khao Lak, situata nella parte ovest della Baia di Phang Nga. Da qui vengono organizzate uscite giornaliere al parco con imbarcazioni veloci. Uno dei modi meno costosi per raggiungere le isole è raggiungendo Tap Lamu e qui noleggiare una barca dal molo.

Oltre allo snorkeling, le Isole Similan offrono anche avventurosi percorsi di trekking, come il Viewpoint Trail e il Sunset Point a Ko Miang – a tratti difficili da attraversare – che conducono a eccezionali punti panoramici. Diversi percorsi di trekking si possono trovare anche a Ko Similan: il più lungo è di circa 2,5 chilometri e percorre quasi interamente la foresta incontaminata dell’isola.

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La foresta in Spagna che è stata trasformata in un’opera d’arte

Quando pensiamo alla Spagna, la nostra mente ci trasporta immediatamente verso le incantevoli luci di Madrid, l’architettura innovativa di Barcellona e l’atmosfera calorosa e vibrante che pervade ogni angolo di queste città. Immaginiamo il suono delle chitarre di flamenco, i gusti intensi della paella e l’energia pulsante dei mercati all’aperto. Eppure, c’è un altro volto di questa splendida nazione, meno conosciuto ma altrettanto affascinante, che sembra quasi uscito da un libro di fiabe.

Benvenuti nei Paesi Baschi, una regione in cui la bellezza della lussureggiante vegetazione si unisce all’intenso blu del mare, creando paesaggi dalla bellezza mozzafiato. Questo territorio custodisce autentiche meraviglie naturali, con le sue maestose montagne, i fiumi e una miriade di boschi. Tra questi ce n’è uno che si distingue da tutti gli altri: il Bosco di Oma (conosciuto come “Omako Basoa” nella lingua basca). Non un bosco qualunque, ma una vera e propria opera d’arte a cielo aperto.

Nel 1984, infatti, il talentuoso scultore e pittore Augustín Ibarrola lo ha trasformato in un vero e proprio capolavoro artistico. Con uno stile audace e colorato, ha dipinto alberi e rocce, creando un’opera d’arte unica nel suo genere. Oggi, questo luogo incantevole è diventato un museo naturale, in cui l’arte e la natura si fondono armoniosamente.

La magia del Bosco di Oma: un universo di colori

Bosco di Oma

Fonte: IPA

Bosco di Oma, Paesi Baschi, Spagna

Il Bosco di Oma, situato nel quartiere omonimo nel comune di Kortezubi, è il simbolo di come, talvolta, l’arte possa valorizzare e reinterpretare il paesaggio naturale.

Tutto ebbe inizio nel periodo tra il 1982 e il 1985, quando Agustín Ibarrola decise di fondere il suo talento con la natura. Con maestria e creatività, trasformò i tronchi degli alberi in autentiche tele viventi, creando un dialogo silenzioso e potente con il paesaggio circostante. Il risultato fu sorprendente: 47 rappresentazioni uniche, un’esplosione di colori e creatività.

Grande sostenitore della “land art“, un movimento artistico contemporaneo nato negli Stati Uniti negli anni ’60, ha messo in risalto l’importanza di intervenire sulla natura non per alterarla, ma per evidenziarne la bellezza. Invece di creare opere d’arte da esporre in gallerie o musei, si utilizza il paesaggio come una tela bianca, per rendere l’arte accessibile a tutti e rifiutare l’aspetto economico e materiale della creazione artistica.

Sulle superfici degli alberi sono dipinte una serie di immagini che vanno dagli animali alle figure geometriche e umane, fino a rappresentazioni parziali come occhi e labbra. Queste opere non sono immediatamente visibili al primo sguardo. Richiedono, infatti, un’osservazione più attenta e globale, che tenga conto dell’intero perimetro dei tronchi. L’arte di Ibarrola, in questo contesto, è strutturata in modo tale da rivelare il suo pieno significato solo quando si osserva l’ambiente nel suo insieme.

Per aiutare i visitatori a sperimentare questa visione, sono stati posti segni sugli alberi che indicano il punto esatto da cui guardare. Seguendo questi indicatori, è possibile posizionarsi in modo tale da ammirare l’intera scena come l’artista l’ha concepita, scoprendo così la vera essenza del Bosco di Oma: un luogo dove arte e natura si fondono in un coinvolgente e stimolante dialogo visivo.

Il bosco di Oma: divertimento e arte a contatto con la natura

Immerso nella bellezza rigogliosa della Riserva della Biosfera di Urdaibai, a nord-est di Kortezubi, si trova il Bosco di Oma, una meraviglia artistica e naturale senza pari. Questo luogo incantevole è un vero tesoro per coloro che desiderano combinare l’amore per l’arte e l’ambiente in un’unica esperienza.

Qui, la creatività non è confinata alle pareti di un museo, ma vive e respira tra le fronde degli alberi, offrendo un modo affascinante e interattivo di connettersi con il paesaggio. In ogni angolo del bosco, si trovano nuove sorprese che stimolano l’immaginazione e la curiosità, rendendo la visita un’avventura davvero emozionante.

Infine, non potete assolutamente farvi mancare una visita alla grotta di Santimamiñe. Questo sito archeologico, considerato uno dei più importanti della provincia, si trova proprio all’inizio del percorso per il bosco di Oma, è famoso per le sue pitture rupestri, che ritraggono cervi, cavalli e orsi in un affascinante spaccato della vita preistorica.

Queste opere d’arte antiche vantano oltre 14.000 anni di storia e sono state riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2008.

Bosco di Oma

Fonte: IPA

Bosco di Oma, Paesi Baschi, Spagna
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Convento do Carmo, uno dei luoghi più affascinanti di Lisbona

Famoso come ‘la chiesa senza tetto’, il Convento do Carmo è tra i più antichi complessi monastici di Lisbona. Ridotto a un affascinante scheletro di rovine dal terribile terremoto del 1775, non è mai più stato restaurato, sebbene parliamo della più bella e imponente chiesa gotica della capitale portoghese. Le sue arcate slanciate, che oggi sembrano sorreggere il cielo, sono diventate la memoria tangibile di quella tragedia, tanto da trasformare questo luogo ricco di storia in un’attrazione senza eguali.

La storia del Convento do Carmo, ‘la chiesa senza tetto’

La costruzione della chiesa (Igreja do Carmo) risale al 1389 e fu intrapresa grazie alla devozione religiosa del suo fondatore, il Conestabile del Regno, D. Nuno Álvares Pereira. Eretta sulla collina che costeggia il Castelo de São Jorg, rivaleggiava per grandezza e monumentalità con la Cattedrale di Lisbona e il Convento di S. Francisco.

Fin dalla sua origine, questo luogo religioso fu considerato un simbolo della città e della stessa identità nazionale, in quanto associato al nome di uno dei più famosi eroi portoghesi del Medioevo. Scegliendolo come luogo di sepoltura, Nuno Álvares Pereira segnò in modo ancora più decisivo l’intera storia del monumento gotico.

Il Convento do Carmo, di fondamenta gotica, venne sottoposto a varie aggiunte e modifiche nel corso del tempo, adattandosi ai nuovi gusti e stili architettonici e decorativi, così da diventare uno degli edifici più importanti di Lisbona. Nel 1755, il terremoto che scosse violentemente la città causò gravi danni all’edificio, aggravati dal successivo incendio che distrusse la quasi totalità della mobilia.

Poco dopo, nel 1756, iniziò la ricostruzione, definitivamente interrotta nel 1834 a causa dell’estinzione degli Ordini religiosi in Portogallo. Risalgono a questo periodo i pilastri e gli archi delle navate, una autentica testimonianza di architettura neogotica sperimentale di aspetto scenografico.

A metà del XIX secolo, con l’imporsi del gusto romantico per le rovine e gli antichi monumenti medievali, si decise di non proseguire con la ricostruzione dell’edificio, lasciando il corpo delle navate della chiesa a cielo aperto. Si creò così un magico scenario di rovine che tanto incantò gli esteti dell’Ottocento e che ancora oggi incanta chi si ritrova dinanzi a questo incredibile monumento, diventato il memoriale di quel tragico terremoto.

Museu Arqueológico do Carmo

Situato nei pressi del quartiere del Chiado e del quartiere Baixa, praticamente nella zona più centrale di Lisbona, il Convento do Carmo ospita il Museu Arqueológico do Carmo (MAC), a cui si accede in fondo alla navata dove un tempo si trovava l’altare.

Fu fondato nel 1864 dal primo presidente dell’Associazione degli Archeologi Portoghesi, Joaquim Possidónio Narciso da Silva, e fu il primo museo d’arte e archeologia del Paese, nato con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio nazionale, che si stava dilapidando e deteriorando in seguito all’estinzione degli Ordini religiosi e agli innumerevoli danni inflitti durante le invasioni francesi e le guerre liberali.

Nei primi anni della sua esistenza, raccolse una collezione composta da innumerevoli frammenti di architettura e scultura, oltre a monumenti funerari di grande valore, pannelli di tegole, blasoni e molti altri oggetti di interesse storico, artistico e archeologico. Poiché era destinato a essere “un museo vivente”, dove si avesse l’opportunità di conoscere le tecniche architettoniche e artistiche, potè presto contare su una biblioteca, conservata fino a oggi.

Alla fine del XIX secolo, il conte di São Januário donò al museo parte della sua collezione di ceramiche precolombiane e due mummie dello stesso periodo, che costituiscono oggi un unicum nel mondo museale portoghese, rendedolo anche uno dei pochi d’Europa a possedere due mummie nella sua esposizione permanente.

Nel periodo che va dall’ultimo quarto del XIX secolo al terzo quarto del XX, sono entrati a far parte del museo importanti collezioni di archeologia della preistoria e protostoria, provenienti da diversi scavi, tra cui spicca la collezione di Vila Nova de São Pedro Castro ad Azambuja (Calcolitico, 3500-2500 a.C.), che attualmente conta circa un migliaio di reperti.

Riaperto al pubblico nel 2001 – dopo la chiusura durata sette anni, a causa dei danni provocati dai lavori di costruzione dei due tunnel della metropolitana nel sottosuolo della collina del Carmo – il Museu Arqueológico do Carmo è oggi meta di circa 60 mila visitatori all’anno.

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Puoi dormire in un palazzo che è Patrimonio dell’Umanità

Raggiungere Budapest, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Ungheria, infatti, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto. Le cose da fare e da vedere sono tantissime: il Ponte delle Catene che collega le due zone urbane divise dal Danubio, la collina del castello raggiungibile in funivia e poi, ancora, la Piazza della Santa Trinità e gli edifici in stile Art Nouveau che incorniciano passeggiate straordinarie.

Queste sono solo alcune delle attrazioni più iconiche che invitano i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo a raggiungere la capitale dell’Ungheria. A queste, poi, si aggiunge un’esperienza davvero incredibile, forse l’unica nel suo genere. A Budapest, e più precisamente nel cuore della città, è possibile dormire all’interno di un palazzo storico che è Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Benvenuti al Matild Palace.

C’era una volta un palazzo reale

Imponente, maestoso, opulento: impossibile non notare quel meraviglioso palazzo che si erge al 36 della Vaci Utca proprio nel cuore storico di Budapest. Per scoprire la sua storia dobbiamo fare un passo indietro nel tempo a quando la principessa Maria Clotilde di Sassonia-Coburgo-Gotha, poi Sua Altezza Imperiale e Reale, espresse il desiderio di creare un luogo d’incontro e di ritrovo per l’alta società ungherese.

La storia del Matild Palace, corre in parallelo con quella della città e la racconta ancora oggi. La costruzione iniziò durante il periodo della massima espressione della Belle Époque con l’obiettivo di creare un hotspot dal valore sociale per tutti coloro che accedevano alla parte Pest attraversando il ponte Elisabetta.

Completato nel 1902, l’edificio attirò l’attenzione di tutti in città. La sua cifra stilistica, che abbraccia l’Art Nouveau, divenne in poco tempo inconfondibile. A questa, poi, si aggiungono dettagli magistrali e decorazioni sapienti, rendendolo un vero e proprio palazzo iconico, nonché massima espressione di eleganza urbana.

Matild Palace, dormire all’interno di un Patrimonio Mondiale

Annoverato nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, il palazzo voluto da Sua Altezza Imperiale e Reale, è stato trasformato in tempi recenti in un hotel, consentendo ai viaggiatori di vivere una delle esperienze più esclusive e incredibili di una vita intera.

Dopo un lungo e sapiente restauro, durato cinque anni, il Matild Palace è stato trasformato in una struttura ricettiva di lusso che oggi ospita 130 camere, di cui 19 suite. Pernottare qui è come fare un viaggio nel tempo che consente di riscoprire una parte della storia della città.

Il Matild Palace è posizionato nel cuore della città, a pochi passi dal Danubio. Addentrandosi negli interni è facile comprendere che non si tratta di un semplice hotel, ma di un vero e proprio cimelio, un museo straordinario e inedito che custodisce la storia di Budapest. Le pareti della lobby, infatti, ospitano le foto storiche della Belle Époque. Nello stesso ambiente, inoltre, campeggia un lussuoso lampadario che un tempo era appartenuto alla principessa.

Le stesse stanze sono un omaggio alla bellezza dei tempi che furono. Soffitti, pareti, complementi d’arredo e oggetti decorativi raccontano la storia della Budapest del XX secolo.

Il fiore all’occhiello della struttura ricettiva è, senz’altro, la Crown Tower Suite posizionata al quinto piano e su tre livelli. Si tratta della prima suite d’hotel del Paese dotata di una torre privata che svetta per 48 metri e che offre una vista mozzafiato sulla città.

Quanto costa dormire nel palazzo reale Patrimonio dell’Umanità? Dipende dal periodo e dalle sistemazioni scelte, ma si parte da una media di 400 euro a notte.

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Spiez, una delle mete più poetiche della Svizzera

La Svizzera, pur non essendo un Paese estremamente esteso, nasconde nel suo territorio tantissimi gioielli, naturali, storici e architettonici, che vale la pena conoscere. Uno di questi è Spiez, una cittadina che colpisce il visitatore per la sue eleganza, la sua storia e la sua atmosfera poetica baciata da una luce che emoziona chiunque.

Dove si trova Spiez

Spiez sorge nel Canton Berna, nella regione dell’Oberland, e si sviluppa tra vigneti e colline, mentre il suo profilo si affaccia sul placido e bellissimo lago di Thun. Si tratta di un piccolo villaggio che vanta una posizione straordinaria, su quella che da molti è ritenuta la baia più bella d’Europa.

Meta ideale in qualsiasi stagione dell’anno per via della vasta gamma di esperienze che offre, è anche un ottimo punto di partenza per esplorare i magnifici dintorni, magari tramite sentieri escursionistici e piste ciclabili, oppure alla volta delle vicine città di Thun e Interlaken.

Cosa aspettarsi

La posizione pittoresca di Spiez da sola vale il viaggio, ma quando il visitatore arriva rimane incantato per la deliziosa atmosfera, arricchita dalla presenza di un castello che pare rubato alla favola più bella che abbiano mai scritto.

Spiez, Svizzera

Fonte: iStock

Veduta di Spiez

Spiez è una realtà che accontenta chi è in cerca del relax più puro, ma anche chi ha voglia di fare esperienze all’aria aperta, compresi gli sport stagionali che qui sono tutti presenti e perfettamente organizzati.

Cosa vedere

Senza ombra di dubbio il simbolo di questo speciale villaggio è il suo antico castello, ma la verità è che si tratta di una struttura così affascinante che merita un paragrafo a parte.

Oltre al maniero, però, ci sono tante piccole ma interessanti cose da vedere, e a partire dal centro storico di origine medievale. A togliere il fiato nel vero senso della parola è la baia di Spiez che, oltre a essere di formazione naturale, funge da porticciolo.

Ciò vuol dire che un’altra delle attività imperdibili di Spiez è salire a bordo di un’imbarcazione per fare il giro di questa magnifica baia che, merito anche del clima più mite rispetto al resto della regione, incanta chiunque (de verificare però in base al meteo e al periodo in cui la si visita).

A disposizione dei visitatori ci sono infatti diversi battelli di linea, fra cui lo storico piroscafo Blümlisalp, che collegano i numerosi punti di interesse che si trovano attorno al lago. Mentre nei mesi più caldi, quindi da maggio a ottobre, c’è lo Spiezer Zügli, un trenino gommato che conduce alla scoperta di questa sontuosa baia.

Una piccola chicca per gli amanti del calcio: nella città di Spiez svetta fiero l’Hotel Belvédère che dal popolo tedesco è particolarmente amato: qui soggiornò la loro nazionale durante il campionato mondiale di calcio del 1954, vinto proprio dalla Germania.

A tal proposito si parla di spirito benevolo di Spiez perché, quel 4 luglio di tanti anni fa, la Germania riuscì a battere in finale l’Ungheria, all’epoca favorita dei mondiali, davanti a 60.000 spettatori del Wankdorfstadion di Berna. Si racconta infatti che la tattica vincente dell’allenatore, Sepp Herberger, fu concepita proprio sul lungolago di Spiez. Non a caso anche oggi, presso la passeggiata che costeggia il lago, sono installati diversi cartelli che rievocano questa curiosa storia.

Il castello di Spiez

L’affascinante castello di Spiez permette di toccare con mano il Medioevo, di respirare quell’atmosfera, di sentirsi parte di quei fasti che caratterizzarono quei tempi. Situato su un’altura che sorge su una penisola nel lago di Thun, insieme alla sua chiesa rappresenta un monumento culturale di valore nazionale.

Castello di Spiez, Svizzera

Fonte: iStock – Ph: pwmotion

Veduta del castello di Spiez

Il museo al suo interno permette di fare il viaggio indietro nel tempo di cui vi parlavamo prima, un percorso che riporta in vita i 1300 anni di storia locale.

A colpire il viaggiatore è anche l’edificio religioso in stile romanico che è pregno di affreschi. E poi ancora l’esterno del maniero con un elegante parco, il roseto e il giardino che lasciano chiunque ammaliato.

Nel corso del Medioevo il castello di Spiez è stato rimaneggiato e ampliato più volte, e oggi presenta elementi architettonici tipici dello stile gotico, rinascimentale e barocco. Bellissima è la sua torre che nei fatti è anche la parte più antica – visibile oggi – del castello stesso.

All’interno, invece, il viaggiatore può ammirare sale decorate e arredate, come la sala barocca dei banchetti e la sala rinascimentale puntellata di pannelli in legno.

La piccola chiesa romanica sfoggia invece tre navate ed è riconosciuta come uno degli edifici più antichi della Svizzera. Le sue mura interne, così come il suo soffitto, sorprendono per i tanti affreschi risalenti al XII secolo. C’è poi una terrazza che regala la vista più bella ed emozionante della città. In più, è presente anche un Museo di Storia che ripercorre le fasi del dominio delle 3 famiglie che ne sono state proprietarie.

Cosa fare nei dintorni

Durante i mesi freddi la cittadina di Spiez si rivela un fenomenale punto di partenza per chi ama gli sport invernali: in poco tempo è possibile raggiungere tantissime località dell’Oberland Bernese.

Gli amanti del brivido non potranno non fare una tappa presso il ponte sospeso di Sigriswil che è stato eretto su quella che viene chiamata la “gola della gomma”, tra Aeschlen e Sigriswil. Costruito a 180 metri di altezza e lungo 340, può essere percorso da grandi e piccini mentre si è circondati da un’esaltante vista panoramica sul lago di Thun e sulle Alpi bernesi.

E tra tutte le cime vale la pena ammirare il Niesen che raggiunge un’altitudine di 2362 metri sul livello del mare. È considerato la montagna locale di Spiez e, per via della sua curiosa forma, è conosciuto come “Piramide delle Alpi”, una vetta ideale per gli amanti delle escursioni.

Infine, vi consigliamo di fare un salto presso le Grotte di Beatus che si estendono per circa 14 chilometri. Di questi solo un chilometro può essere visitato, ma in uno spazio così ristretto sono contenute numerose ed emozionanti formazioni rocciose, che vengono messe in risalto da un’illuminazione particolarmente innovativa. E se non ne avete ancora abbastanza, sappiate che accanto alla grotta prende vita un moderno museo in cui spesso sono presenti diverse mostre interattive.

Non resta che prenotare il proprio soggiorno nella bellissima cittadina di Spiez.

Niesen, Piramide delle Alpi

Fonte: iStock

Veduta del Niesen, la “Piramide delle Alpi”
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Il viaggio della vita ha inizio: si fa a bordo di un treno e dura 7 giorni

Ci sono viaggi che è impossibile dimenticare perché magari, più di altri, ci hanno regalato emozioni uniche, oppure perché ci hanno permesso di vistare luoghi incredibili. E poi ci sono quelli che, oltre a coniugare questi due aspetti, hanno anche il sapore dell’avventura.

Sono i viaggi della vita, quelli che restano per sempre impressi nel cuore e nella mente e che vale la pena fare almeno una volta. Per chi ama spostarsi in treno, quindi, questa vacanza è imperdibile: della durata di sette giorni e a bordo di un mezzo che ci permette di assaporare i paesaggi, di vivere gli spostamenti con maggiore lentezza, di godere del percorso e non solo della meta.

Il viaggio in treno indimenticabile

Indimenticabile, emozionante, in grado di regalarci emozioni uniche: è un viaggio in treno della durata di sette giorni, in uno scenario da sogno attraverso la Svizzera. A organizzarlo è la compagnia specializzata in tour ferroviari Vacations By Rail e si chiama Interlaken and the Jungfrau Express at New Year, infatti è organizzato proprio per i giorni che coincidono con la fine dell’anno ed è un viaggio da sogno.

Partenza e arrivo da Londra per questa vacanza che fa immergere i partecipanti in un’ambientazione che sembra essere stata rubata a una cartolina: basti pensare alla vista spettacolare che si potrà godere dai vagoni del treno, dalle cui finestre si potrà volgere lo sguardo sulle montagne, immersi nel cuore della natura oppure alla scoperta di pittoresche cittadine di montagna.

Le tappe del viaggio in treno impossibile da dimenticare

Il percorso, come detto, prende il via da Londra dove si sale sul primo convoglio: l’Eurostar che porta in Belgio e, più precisamente, a Bruxelles. Lì, poi, è previsto un cambio per raggiungere Colonia dove è programmata la prima sosta del viaggio.

Tappa successiva sarà Interlaken, ma prima di arrivarci i viaggiatori potranno godersi panorami indimenticabili dalla linea ferroviaria svizzera, tra montagne ed edificazioni interessanti lungo la gola del Reno. Questa zona è particolarmente scenografica grazie anche a castelli e foreste.

Raggiunta Interlaken, poi, si potrà apprezzare questo luogo dal grande fascino della regione montuosa dell’Oberland Bernese, si tratta di una cittadina incastonata tra due laghi: quello di Brienz e quello di Thun. Qui gli ospiti si fermeranno per cinque notti, pur proseguendo nelle varie tappe giornaliere. Quella successiva, infatti, porterà in treno fino al villaggio di Mürren e da lì, con la funivia, fino alla vetta del Schilthorn da cui godere di una vista impareggiabile. Il ritorno prevede un po’ di tempo da trascorrere in paese, prima di rincasare in hotel.

Il quarto giorno è dedicato all’esplorazione di Interlaken e le cose da fare sono davvero molte: dal godersi il paesaggio, magari a bordo di una barca su uno dei due laghi, oppure con una passeggiata avvolti dalla natura.

La quinta tappa di questo tour indimenticabile è a Grindelwald, un borgo circondato dalle montagne: suggestivo ed emozionante scenario che farà da sfondo a una giornata speciale, quella dell’ultimo dell’anno. Si tratta di una meta imperdibile, molto apprezzata dai turisti e che fa immergere i visitatori in una perfetta ambientazione montana, grazie non solo all’architettura tipica di queste zone, ma anche alla vasta offerta di attività. La sera è previsto il cenone per l’ultimo dell’anno.

E Capodanno sarà all’insegna del viaggio, infatti dopo un percorso con due treni diversi è prevista un’escursione con la ferrovia della Jungfrau con la sua vista incredibile e che prevede come destinazione finale Jungfraujoch, la stazione ferroviaria più alta d’Europa.

L’ultimo giorno del viaggio sarà quello del rientro con cambi previsti a Basilea e Parigi, per poi tornare a Londra a St Pancras

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Nassau, la pittoresca e colorata Capitale delle Bahamas

Nell’immaginario comune le Bahamas sono un insieme di isole che si rivelano dei vari paradisi tropicali: spiagge bianche, mare da sogno e natura scintillate. Ma la verità è che questo arcipelago corallino costituito di 700 isole e isolette ha tantissima storia alle sue spalle, e in più possiede anche una città che è una vera e propria metropoli caraibica.

Il posto in questione è Nassau, Capitale del Paese, che si distingue per essere una città brulicante di vita, dove prendersi calde pause in graziosi caffè, locali e ristoranti per poi andare a divertirsi grazie a una vita notturna eccitante. Ma non solo, perché qui ci sono anche la storia, l’arte e la cultura, tutte incorniciate da incantevoli spiagge che sono esattamente come abbiamo sempre sognato.

Dove si trova Nassau

Nassau è una colorata realtà di circa 250.000 abitanti che le valgono il titolo di città più popolosa delle Bahamas. Si trova sull’isola di New Providence ed è una località che colpisce sin dal primo istante per via del suo paesaggio colorato e ricco di architetture di epoca coloniale.

A rendere il tutto ancor più speciale è il suo clima tropicale che regala estati praticamente perenni, stagioni ideali per scoprire la pressoché infinite bellezze naturali di questo arcipelago che pare esser caduto in terra direttamente dal paradiso.

Cosa vedere in città

Mare e spiagge sicuramente, ma Nassau vale la pena visitarla anche per le altre bellezze che possiede. Uno dei suoi punti più pieni di vita è Bay Street, la via dello shopping e anche una delle più antiche strade transitabili dell’arcipelago delle Bahamas. Sarà come camminare in un sogno: in questa strada si affacciano le tipiche casette locali dai colori pastello, che trasmettono la sensazione di fare una passeggiata dentro un arcobaleno.

Un passo dopo l’altro si arriva allo Straw Market, dove poter ammirare (e comprare) curiosi oggetti di paglia. Tra palazzi con colonnati palladiani e chiese inglesi in stile gotico, si ha l’occasione di visitare l’Ardastra Garden, un giardino popolato di ben 300 specie di animali che dimorano in una natura lussureggiante.

Per fare un vero e proprio tuffo nella cultura e nella storia della città, il posto ideale è il  Museo dei Pirati di Nassau che è ricco di ricostruzioni di battaglie, armi e suppellettili della vita quotidiana dei pirati. Altri musei interessanti sono il Pompey Museum, dove conoscere più a fondo la storia degli schiavi e della loro liberazione; il National Art Gallery, dedicato agli artisti del luogo e l’Historical Library Museum.

Poi alzate gli occhi al cielo per ammirare le vette del Colle Bennet: vedrete svettare nell’azzurro il Fort Fincastle, costruito nel 1793 in pietra calcarea. La struttura è eccezionale, e in più permette di inebriarsi di una vista magnifica che spazia sul centro storico e sul porto della città.

Per arrivarci dovrete superare la Queen’s Staircase, vale a dire la Scala della Regina, costruita nella roccia tra il 1793 e il 1974 dagli schiavi e composta di 66 gradini. Infine, ricordatevi di fare visita al Parco Nazionale Retreat, il posto più verde della città, dove sopravvive una delle più ampie collezioni al mondo di palme rare ed esotiche insieme a tantissimi fiori tropicali multicolore.

Mare e spiagge

Non si può fare un viaggio a Nassau senza scoprire la bellezza del suo mare e la grandiosità delle sue spiagge. Purtroppo ci è impossibile raccontarvele tutte, ma tra le più belle c’è senza ombra di dubbio Cabbage Beach, un paradiso di sabbia bianca lambito da limpide acque turchesi.

Vale la pena fare un salto anche a Cable Beach che sorge nella zona dedicata al divertimento: casinò, parchi acquatici, boutique, bar e ristoranti sono il ritrovo dei locali e dei turisti provenienti da tutto il mondo.

La spiaggia migliore per le famiglie è Jaws Beach, perché offre acque poco profonde che si rivelano il top per far giocare in sicurezza i più piccoli.

Infine una spiaggia che possiede un nome che è tutto un programma: Love Beach, perfetto nido d’amore per tutte le coppie in viaggio a Nassau perché si trova fuori dal centro cittadino, rivelandosi particolarmente tranquilla e non troppo affollata.

Quel che è certo, è che qualsiasi spiaggia sceglierete vi permetterà di rilassarvi sotto l’ombrellone, prendere il sole, fare il bagno, snorkeling, andare al largo per le immersioni e persino nuotare con i delfini.

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Mare d’inverno: il paradiso terrestre senza auto che dovresti raggiungere

C’è chi ama l’inverno e le suggestive atmosfere da cartolina che questa stagione regala e chi, invece, fa il conto alla rovescia in attesa del ritorno dell’estate. Ed è proprio a queste persone che ci rivolgiamo oggi, per parlarvi di un paradiso terrestre che tutti gli amanti del mare e della natura dovrebbero raggiungere, anche e soprattutto durante i mesi invernali.

È un viaggio, questo, che ci conduce dall’altra parte del mondo, ma che vale assolutamente i chilometri percorsi. Sì perché Yelapa, che è un piccolo villaggio sulla costa pacifica del Messico, è davvero l’ultimo eden rimasto sulla terra. Non solo per i suoi colori, per le sue forme e i lineamenti che restituiscono visioni incantate, ma anche perché il paesino è accessibile esclusivamente via mare ed è completamente car free. Preparate le valigie: si parte!

Mare d’inverno: questa è la destinazione perfetta da raggiungere

Sono molte le persone che, quando le temperature si abbassano sensibilmente e la neve fa capolino tra le montagne, scelgono di “emigrare” per lunghi o brevi periodi in tutti quei luoghi dove il sole è ancora protagonista. Del resto, il fascino di una vita vista mare e di un perenne mood estivo è qualcosa che non lascia immune nessuno.

Se l’idea di fare un viaggio quest’inverno per raggiungere il mare e trascorrere giornate in spensieratezza tra spiagge dorate e acqua cristallina, allora dovreste davvero inserire nella vostra travel wish list Yelapa. Si tratta di una piccola località balneare situata a Cabo Corrientes, nello stato messicano di Jalisco. Un delizioso villaggio che gode di una posizione privilegiata con vista sull’Oceano.

Perché raggiungerlo durante i mesi più freddi è presto detto. Quello di Yelapa è un clima tropicale, particolarmente secco durante l’inverno con temperature in media di 30 gradi. La stagione delle piogge, che inizia a giugno, si conclude a metà ottobre, rendendo questo piccolo villaggio la destinazione perfetta per le vacanze al caldo, anche in inverno.

Un paradiso terrestre senza auto raggiungibile in barca

Non è solo il clima a rendere Yelapa la destinazione ideale da raggiungere in inverno, ma sono anche le sue caratteristiche. Questo piccolo villaggio, infatti, è un vero e proprio eden terrestre che non segue le leggi del tempo che scandiscono la nostra quotidianità. Popolata da appena 200 anime, questa località balneare è raggiungibile principalmente in barca, un taxi boat, attraverso l’Oceano. C’è anche una strada che conduce al pueblo da Puerto Vallarta, ma si tratta di un percorso tortuoso e accidentato. È bene sapere, inoltre, che Yelapa è completamente car free.

Del resto, stiamo parlando di un eden in terra messicana, dove il caos, il disordine e il traffico non possono esistere. Motivo per cui un viaggio qui si traduce in una vacanza all’insegna della bellezza e del relax.

Non ci sono musei, centri commerciali e strade trafficate, tutte le esperienze da vivere su questo lembo di terra sono affidate alla natura. Potete trascorrere le giornate su una lingua di sabbia dorata che brilla al sole, fare snorkeling e immersioni. Nuotare in un mare dipinto di blu o, più semplicemente, godervi il dolce far niente immergendovi in un’atmosfera estremamente rilassata.