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Puoi dormire in un fienile d’acciaio sospeso nel vuoto

Ci sono luoghi in cui la realtà supera l’immaginazione: succede in Inghilterra dove si può dormire in una struttura che sembra essere stata proiettata in mezzo alla natura direttamente da un sogno.

Un edificio in acciaio, lucido e riflettente, perfettamente inserito in un ambiente naturale, andando a creare un contrasto che lascia senza fiato. Si chiama Balancing Barn, ovvero fienile in equilibrio, e ci si può dormire vivendo un’esperienza unica nel suo genere. Infatti, la struttura è sbalzo e rimane per un lungo tratto sospesa nel vuoto, affacciandosi sulla natura della campagna inglese. Un luogo perfetto per una vacanza: immersi nella bellezza e dentro un edificio unico nel suo genere.

Il Balancing Barn, tutto sul fienile sospeso nel vuoto

Grandi finestre che si affacciano sull’ambiente circostante, una struttura che si immerge nella natura, la riflette e che sembra uscita da un sogno. Ma non lo è, perché l’edificio in questione è stato realizzato dallo studio di architettura olandese MVRDV e si trova nella campagna inglese. Più precisamente vicino ai centri abitati di Walberswick e Aldeburgh e poco distante dalla costa. Ci troviamo nel Suffolk.

Si tratta di una vera e propria abitazione nella quale è possibile soggiornare per una vacanza all’insegna del relax e del design. Lunga trenta metri, metà di questi sono sospesi nel vuoto che si apre sotto una piccola collina. Proprio in quello spazio sottostante è stata posta un’altalena.

Le piastrelle con cui è stato rivestito l’edificio sono riflettenti, uno specchio in cui la natura intorno si moltiplica regalando un effetto straordinario. Al tempo stesso la scelta di questo materiale si collega alla tradizione di rivestire le strutture agricole in metallo. Internamente, invece, domina il legno di frassino, le linee essenziali, l’eleganza coniugata con la praticità e spiccano tele e tappeti che si rifanno a opere d’arte di John Constable e Thomas Gainsborough.

Le finestre sono molto ampie e permettono di godere della scenografia esterna, grazie al fatto che si trovano non solo sulle pareti, ma anche sul tetto e sul pavimento. Il risultato è che ci si sente completamente immersi nell’ambiente circostante, avvolti dal cielo e dalla natura.

La struttura può ospitare fino a un massimo di otto persone e può accolgiere ospiti di ogni età: le camere sono 4 in totale e dispongono di un bagno privato ciascuna. L’edificio è ideale per una piccola vacanza di gruppo o per una famiglia numerosa.

Cosa fare durante una vacanza nel fienile sospeso nel vuoto

Una vacanza all’insegna del relax, ma non solo. Il fienile sospeso nel vuoto si trova in un’area dove vi sono diverse cose da fare, inoltre la location stessa merita di essere vissuta al cento per cento, Per accedervi bisogna percorrere un viale alberato e poi ci si trova all’interno di sei acri di giardini privati dove poter trascorrere del tempo all’aperto, compreso quello dedicato alla cucina considerata la presenza di un apposito focolare.

Giochi, letture, contemplazione della natura, oltre al tempo trascorso in compagnia e di qualità: il Balancing Barn è il luogo ideale per staccare dalla quotidianità. Inoltre, nei dintorni vi sono pub e ristoranti, centri abitati, la costa e la natura da ammirare in tutta la sua bellezza.

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Il museo-giardino che è un’oasi di pace e di bellezza

A osservarlo sembra quasi finto, perché la perfezione e la simmetria regnano sovrane. Ci sono cespugli rotondi, prati che sembrano impeccabili macchie di colore dalla forma ben definita, ci sono gli alberi a punteggiare l’ambiente, e anche loro appaiono perfettamente collocati, seguendo uno schema ben preciso, lungo sentieri bianchi che si perdono nelle sfumature cangianti della natura

Questo museo-giardino straordinario si trova in Giappone ed è una vera e propria oasi di pace e bellezza, ma non solo: è la culla dell’arte, infatti, qui si può apprezzare uno straordinario connubio che mescola insieme dipinti e natura.

Adachi Museum of Art, un museo-giardino uscito da un sogno

Si dice che siano un “dipinto giapponese vivente”: stiamo parlando dei giardini che compongono l’Adachi Museum of Art e che si estendono per circa 165mila metri quadrati. Questo luogo dal fascino incredibile si trova in Giappone, a circa un’ora di distanza da Matsue, ed è facilmente raggiungibile prima con un treno fino alla stazione di Yasugi, poi salendo sulla navetta gratuita che porta al museo. È nella prefettura di Shimane.

Una vera e propria oasi di pace e bellezza in cui ammirare l’arte nelle sue tante forme. C’è quella naturale dei giardini, mai uguali a loro stessi, che ogni giorno regalano suggestioni, scorci ed emozioni nuove, c’è quella dei dipinti che si possono ammirare. Come viene spiegato sul sito ufficiale della struttura, il fondatore Adachi Zenko percepiva un collegamento tra la bellezza dei giardini in stile giapponese e dipinti di Yokoyama Taikan. Così ha realizzato il giardino giapponese: “con la speranza che, attraverso la sua espressione stagionale di bellezza naturale, i visitatori sarebbero stati ispirati a vedere i dipinti di Taikan con un rinnovato senso di apprezzamento”.

Poi sono stati aggiunti altri artisti andando a creare un vero e proprio viaggio nell’arte in tante forme differenti. Il museo è dotato di una collezione permanente, inoltre le mostre vengono cambiate nel corso dell’anno in base alle stagioni, per offrire ai visitatori un’esperienza sempre nuova.  All’interno della struttura si trovano anche un caffè e una tea house.

La bellezza dei giardini che cambiano ad ogni stagione

La natura è una delle forme d’arte più incredibili e spettacolari: mai uguale a sé stessa, ogni giorno lo stesso luogo può regalare sensazioni sempre nuove. Così fanno i giardini che si possono ammirare nell’Adachi Museum of Art: ogni stagione restituisce sfumature diverse, colori vibranti e fascino.

Un luogo che vale la pena segnare tra le tappe imperdibili se si programma un viaggio in Giappone e che è intanto possibile ammirare grazie a una webcam (direttamente dal sito) che fa vedere in diretta questa oasi di bellezza. Durante le stagioni i giardini abbracciano il cambiamento e, allora, si può vedere la natura sommersa da un soffice manto di neve, oppure risvegliarsi ed esplodere di vita e colori in primavera ed estate. E, ancora, brillare dei colori più intensi durante la stagione autunnale. I giardini sono composti da aree diverse, ad esempio vi è quello della ghiaia bianca e dei pini, o quello del muschio; inoltre è importante sapere che non si può accedere direttamente ma si possono ammirare dall’edificio.

Il museo è stato aperto nel 1970, quando il suo fondatore aveva 71 anni. Lo si può visitare tutti i giorni dell’anno, inoltre da 20 anni i giardini sono in cima alla lista stilata dalla rivista americana The Journal of Japanese Gardens.

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Castello di Schönbrunn: meraviglioso capolavoro di Vienna

È tra le attrazioni più apprezzate e visitate di Vienna nonché uno dei siti culturali più importanti dell’Austria, Patrimonio UNESCO dal 1996: si tratta del monumentale Castello di Schönbrunn, sontuosa residenza estiva della famiglia imperiale.

L’incomparabile veduta sulla capitale, l’imponenza dell’edificio e un parco da sogno ne fanno la meta principale da scoprire durante un viaggio da queste parti.

La storia del meraviglioso capolavoro viennese

La storia di Schönbrunn affonda le radici nel Medioevo, quando la tenuta si chiamava Katterburg e apparteneva ai domini feudali dell’Abbazia di Klosterneuburg: qui era presente anche un mulino e si praticavano l’agricoltura e la viticoltura.

Nel 1569, fu acquistata dall’imperatore Massimiliano per farne una tenuta di caccia e, nel corso dei secoli, subì vari ammodernamenti e modifiche.

In particolare, nel 1696, Leopoldo I incaricò l’architetto Johann Bernard Fischer di realizzare, per il figlio Giuseppe I, una residenza barocca che emulasse la prestigiosa Reggia di Versailles ma, a causa del budget limitato, ciò non fu possibile.

Il capolavoro viennese si afferma, infatti, quasi un secolo dopo quando Maria Teresa lo sceglie come residenza estiva e l’architetto Nicolaus Pacassi lo ricostruisce e lo amplia per lei a partire dal 1743 con delicati tocchi rococò in “Maria Theresa ocra” e una facciata “accesa” a contrasto con il più cupo Palazzo Reale utilizzato durante l’inverno.

Le sue sfarzose sale furono teatro di feste, affari di stato e videro anche un giovanissimo Mozart esibirsi davanti alla corte asburgica all’età di 6 anni.

Vivere l’incanto di corte

Dedicare del tempo alla scoperta del Castello di Schönbrunn significa rivivere l’incanto della corte asburgica in tutto il suo splendore. Il complesso vanta ben 1441 stanze in stile rococò, di cui 40 aperte al pubblico: il Tour Imperiale consente di ammirarne 22 mentre il Grand Tour prosegue nelle restanti 18 includendo gli interni del XVIII secolo all’epoca di Maria Teresa.

Catturano subito lo sguardo gli appartamenti dell’imperatore Francesco Giuseppe e di sua moglie “Sissi”, riccamente arredati in stile settecentesco, con la Sala delle Udienze dell’Imperatore e la cosiddetta “Sala delle Noci“, contraddistinta da una notevole pannellatura in noce del 1766 e da un candelabro scolpito in legno e ricoperto d’oro.

La camera da letto di Francesco Giuseppe, dove si spense dopo 68 anni di regno, è invece minimalista, con un semplice letto singolo.

Degno di nota è l’appartamento dell’imperatrice Elisabetta con il suo studio privato, l’intima camera della toeletta, e poi la camera da letto comune, allestita in occasione delle nozze nel 1854, e la stanza di Maria Antonietta che, ai tempi di Sissi, era adibita a sala da pranzo: oggi, spicca una tavola apparecchiata per la cena in famiglia con argenteria di corte, deliziosi bicchieri in cristallo e autentiche porcellane viennesi.

Una delle sale più incantevoli del Palazzo è senza dubbio la Sala degli Specchi, con gli specchi in cristallo che le danno il nome e la superlativa decorazione rococò in oro bianco.

Al piano terra, colpiscono invece le Camere Bergl, tra le stanze più favolose che Maria Teresa abbia occupato, con scenografici murales alle pareti che vanno da formali giardini barocchi a paesaggi esotici, realizzati dall’artista boemo Johann Wenzel Bergl.

Infine, emoziona la Grande Galleria, lunga 43 metri, impreziosita da affreschi, stucchi, decorazioni in stile rococò e due imponenti lampadari in cristallo.

Un parco a dir poco straordinario

Se il Castello è un vero gioiello, il parco, aperto al pubblico dal 1779, non è da meno.

Largo quasi due chilometri e progettato in stile barocco, ospita fontane, monumenti, statue e giardini all’inglese e si rivela come un inimitabile luogo di ricreazione per cittadini e turisti, aperto gratuitamente salvo alcune eccezioni.

Da vedere l’Orangerie, galleria lunga 189 metri costruita per riparare gli agrumi in inverno e oggi sede di concerti giornalieri, la Fontana dell’Obelisco, realizzata nel 1777, la Gloriette, uno dei monumenti più significativi, a commemorazione della battaglia di Kolin in cui l’Austria sconfisse la Prussia nel 1756, e il Giardino zoologico, il più antico del mondo.

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Sotto questa città puoi attraversare le antiche vie dell’acqua

Ogni angolo della nostra Italia, ogni strada, ogni piazza racconta una storia, un pezzo del nostro ricco patrimonio culturale e storico. Dalle maestose montagne ai litorali turchesi dei nostri mari, dai pittoreschi villaggi medievali ai capolavori architettonici, il nostro Paese non smette mai di sorprendere e affascinare i turisti di tutto il mondo.

Ma la vera magia risiede nei tesori nascosti che si trovano dietro gli angoli più inaspettati. Ed è in uno di questi luoghi che inizia il nostro viaggio, in quella che è senza dubbio una delle regioni più affascinanti e romantiche italiane: la Toscana, più precisamente a Siena. Famosa per il suo Palio e per la sua straordinaria Piazza del Campo, Siena è un incanto per gli occhi e per l’anima. Ma c’è un aspetto meno noto, ma altrettanto suggestivo, di questa città.

Stiamo parlando delle fonti medievali, 25 chilometri di gallerie sotterranee, vere e proprie opere d’arte architettonica rimaste incredibilmente intatte fino a oggi. Seguiremo il corso dell’acqua, il flusso della vita che ha alimentato Siena per secoli, in un viaggio attraverso il tempo e la storia.

Alla scoperta delle vie dell’acqua sotterranea a Siena

Fontebranda

Fonte: iStock

Fontebranda, Siena, Toscana

Le fonti medievali di Siena, veri e propri gioielli architettonici, sono un emblema tangibile della ricca storia della città. Queste opere maestose, risalenti al periodo medievale, hanno resistito alla prova del tempo, mantenendo intatta la loro bellezza originaria. Una passeggiata nel centro storico o nelle aree verdi adiacenti l’ultima cerchia muraria rivela queste straordinarie testimonianze del passato. Le fonti, incastonate nel tessuto urbano o celate tra il verde, non sono solo strutture funzionali, ma monumenti alla ingegnosità e all’estetica dell’epoca da cui provengono.

Sono alimentate da un sistema altamente efficiente, un vero e proprio capolavoro dell’ingegneria idraulica medievale. Questa rete si estende per 25 chilometri, e si snoda attraverso numerose gallerie scavate nel terreno circostante, raccogliendo le infiltrazioni d’acqua che convogliano, così, fino alla città. Nonostante l’assenza di un fiume, nel tempo questo sistema ha garantito a Siena una fornitura costante e abbondante di acqua, un fattore chiave che ha permesso alla città di prosperare e diventare una delle più ricche e importanti dell’epoca. Ancora oggi, la rete continua a funzionare, testimoniando la lungimiranza dei suoi antichi costruttori.

Tra le fonti presenti, la Fonte Gaia e la Fonte d’Ovile si distinguono in modo particolare. Ognuna di esse racconta una storia unica, riflesso dei cambiamenti sociali, economici e tecnologici che hanno plasmato la città nel corso dei secoli. Questi non erano solo punti di approvvigionamento di acqua, ma anche centri vitali per la socializzazione e lo scambio.

Ma la più antica, famosa e imponente, che occupa un posto significativo nel patrimonio culturale della città, è senza dubbio Fontebranda. Costruita nel 1193, mantiene ancora oggi l’essenza della sua architettura originale, nonostante le modifiche e le aggiunte effettuate nel corso del tempo.

Oltre ad avere anche un legame letterario e religioso significativo per essere menzionata nel XXX canto dell’Inferno di Dante Alighieri, è strettamente associata a Santa Caterina da Siena, la venerata santa che qui è nata e cresciuta, motivo per cui viene spesso chiamata la “Santa di Fontebranda“.

Oggi, è la cornice di importanti manifestazioni culturali e festività locali, tra cui le celebrazioni della Contrada dell’Oca, sottolineando il ruolo centrale che ha ancora oggi nella vita sociale e culturale di Siena.

I segreti degli antichi Bottini: il labirinto sotterraneo dell’acquedotto di Siena

Sotto i ciottoli delle strade e l’effervescenza delle piazze di Siena, si cela un patrimonio storico di grande rilevanza: i Bottini, strutture sotterranee che, ancora oggi, alimentano le fontane della città.

Al fine di proteggere e promuovere la consapevolezza di questa straordinaria rete di acquedotti, sono state organizzate visite guidate per permettere ai visitatori di immergersi nella storia, esplorando i temi legati all’uso delle risorse idriche, all’ingegneria e alla sopravvivenza, scoprendo così un aspetto di Siena spesso sconosciuto, ma di fondamentale importanza.

Due sono i rami principali di questo impressionante sistema. Il primo è il Bottino Maestro di Fontebranda, il più antico e profondo, che parte da Fontebecci e termina alla Fonte di Fontebranda. Poi c’è il Bottino Maestro di Fonte Gaia, un capolavoro di ingegneria idraulica realizzato intorno al 1300. Questo ramo alimenta la celebre Fonte Gaia in Piazza del Campo, simbolo di bellezza e abbondanza. Ma non solo. Con un ingegnoso sistema di trabocchi, l’acqua si riversa anche in altre fonti minori, diffondendo l’oro blu in tutta la città.

Fontebranda

Fonte: iStock

Fontebranda, Siena, Toscana
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Wadi Bani Khalid: l’Oman che lascia senza fiato

È una delle sorprese dell’Oman, una straordinaria oasi nel deserto dove palme lussureggianti e limpidissime piscine naturali creano un affascinante contrasto con le rocce e la sabbia dorata: si tratta del Wadi Bani Khalid, a 230 chilometri dalla capitale Muscat, una meta da includere senz’altro nella lista delle cose da vedere nel sultanato.

Meraviglioso in ogni periodo dell’anno, in estate è perfetto per una tregua dal caldo torrido e per immergersi nell’acqua fresca.

Wadi Bani Khalid, il “letto di un torrente” tra i più visitati dell’Oman

I wadi (letteralmente “letto di un torrente“) sono tipici cayon scavati dai fiumi nati dalle forti precipitazioni oppure permanenti, molto comuni in Oman e più o meno profondi.

Ognuno è differente dall’altro ma l’abbondanza di acqua che li contraddistingue rende i terreni tutt’intorno fertili e coltivabili permettendo ai villaggi di prosperare, come nel caso dello splendido Wadi Bani Khalid, apprezzato sia dai locali sia dai turisti.

Infatti, con la sua piscina verde smeraldo e il panorama che regala, è un autentico spettacolo: la vegetazione rigogliosa, la roccia chiara e il fiume che serpeggia creando laghetti dal fondale basso lo rendono un raccolto paradiso terrestre dove dimenticarsi per un po’ del mondo là fuori e rilassarsi con rigeneranti nuotate o con un picnic all’ombra presso l’area attrezzata (ideale anche per famiglie) in cui non mancano un pratico ristorante che offre pranzo a buffet con bevanda fredda inclusa e opzioni vegetariane, un caffé e i servizi igienici.

Dal parcheggio principale, la prima grande piscina si raggiunge con una facile e piacevole camminata di circa dieci minuti lungo un sentiero attrezzato che costeggia un piccolo corso d’acqua; proseguendo dove non tutti si avventurano, ecco il secondo sistema di piscine in una gola con pareti lisce dall’erosione e acque turchesi, un ambiente selvaggio e tranquillo ottimo per fare il bagno (tenendo presente che per rispettare la cultura locale non ci si dovrebbe scoprire).

Da qui, inoltre, con altri dieci minuti a piedi, è possibile raggiungere la Grotta di Muqal, nota anche come Grotta Muquil o Grotta Wadi Bani Khalid, una grotta semplice abitata dai pipistrelli che consente di immergersi ancora di più nell’atmosfera avventurosa del luogo: attenzione a non dimenticare la torcia!

E se il canyon è un piccolo gioiello, l’omonimo villaggio non delude a sua volta: abitato da circa 11mila persone gentili e ospitali, prospera grazie all’industria tessile e alle piantagioni di frutta, agrumi e palme.

Come arrivare al Wadi Bani Khalid

Il Wadi Bani Khalid si trova a ovest della città di Sur (da cui dista all’incirca due ore di macchina) e a nord delle dune sabbiose di Wahiba Sands ed è raggiungibile in auto da Muscat con circa 3 ore e un quarto di viaggio.

La strada è interamente asfaltata fino al parcheggio per cui non è necessario disporre di un fuoristrada: tuttavia, dopo forti piogge, potrebbe essere difficoltoso attraversare il letto del fiume con un’auto normale.

Tenete comunque presente che da Muscat partono tour giornalieri guidati, spesso in combinazione con la visita alle dune di sabbia di Wahiba Sands.

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In questi luoghi puoi diventare il protagonista di un magico film di Natale

La magia del Natale sta letteralmente invadendo tutte le città del mondo trasformando le strade, i quartieri e le piazze in cartoline invernali di immensa bellezza. È questo il momento perfetto per organizzare nuovi e straordinari viaggi che ci catapultano in un mondo incantato nel quale perdersi e immergersi.

I luoghi da raggiungere sono tantissimi. Città d’arte, capitali europee, borghi e villaggi: il miracolo di Natale sta prendendo forma ovunque. Lo fa attraverso luci scintillanti, installazioni luminose e decorazioni sfavillanti, alberi maestosi e presepi. E poi, ancora, con il profumo di cannella, mandorle tostate e vin brulé che si diffonde nell’aria e ci indica la strada. Insomma, non c’è che l’imbarazzo della scelta.

Ma se è un’esperienza inedita e diversa dalle solite che volete vivere quest’anno durante il periodo dell’Avvento, allora vi consigliamo di organizzare un viaggio in Gran Bretagna. Non solo perché le illuminazioni della Capitale sono tra le più celebri al mondo, e neanche perché nel North Yorkshire un castello si è trasformato nella dimora di Peter Pan, ma anche e soprattutto perché qui puoi diventare il protagonista di un magico film di Natale. Ecco i luoghi da raggiungere.

In Gran Bretagna puoi diventare il protagonista di una fiaba di Natale

La Gran Bretagna è, con tutta probabilità, uno dei luoghi più suggestivi da raggiungere nel periodo di Natale. Tra luminarie mozzafiato, eventi grandiosi e decorazioni sontuose anche una semplice passeggiata tra le strade che già conosciamo sa trasformarsi in un’esperienza incantata. Tuttavia c’è un altro modo per esplorare il territorio inglese in questo periodo, ed è quello di raggiungere tutte quelle destinazioni che hanno fatto da sfondo ai film più celebri della storia del cinema e che durante il Natale sono resi ancora più magici.

Se l’idea di vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario durante il periodo dell’Avvento, non vi resta che prendere carta e penna e preparare i bagagli. Pronti a partire?

Last Christmas: sui luoghi del film di Natale

Il nostro viaggio tra i set dei film inglesi comincia proprio nella Capitale. Se è vero che c’è sempre un buon motivo per raggiungere Londra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è altrettanto vero che farlo adesso consentirà a tutti di vivere un’esperienza magica. In occasione delle feste, infatti, la scena urbana londinese diventa fervente e scintillante grazie alla presenza di luminarie, installazioni, decorazioni ed eventi che coinvolgono e travolgono i sensi.

Se avete in mente di fare un viaggio nella capitale del Regno Unito durante il periodo dell’avvento, allora, non potete non inserire nel vostro itinerario di viaggio anche tutti quei luoghi che hanno fatto da sfondo al romantico Last Christmas di Paul Feig. Gli indirizzi da segnare in agenda sono: il Covent Garden di Londra, la pista di pattinaggio del Natural History Museum, il Millennium Bridge, Regent Street e Piccadilly Circus.

Paddington: avventure per grandi e bambini

Restiamo ancora Londra per scoprire alcuni dei luoghi più cari all’immaginario dei bambini: quelli che hanno fatto da sfondo alle avventure dell’orso Paddington. Tra i luoghi da raggiungere segnaliamo l’iconica statua della stazione di Paddington, le vie di Primrose Hill e quelle di Notting Hills, dove campeggia la casa della famiglia Browns. Imperdibile è anche l’Hatfield House, la casa di campagna situata nella cittadina di Hatfield.

Love Actually: un Natale romantico a Londra

Se questo Natale desiderate diventare i protagonisti di un cult cinematografico, allora non vi resta che restare a Londra ripercorrere le romantiche orme di Love Actually, il celebre film del 2003 diretto da Richard Curtis. La panchina di South Bank, con vista sul Millenium Bridge e sulla Cattedrale di St Paul è il luogo perfetto per scattare magici selfie di coppia. A questa si aggiungono Trafalgar Square, la Tate Modern e St Luke’s Mews, un quartiere colorato e suggestivo situato a pochi passi da Portobello Road dove potrete fare acquisti di Natale di ogni genere.

Natale nelle Cotswolds, come Bridget Jones

Se subite il fascino del silenzio, della natura e dei lussureggianti pascoli, allora lasciatevi alle spalle la popolata Londra per raggiungere le Cotswolds, le celebri colline inglesi che si snodano tra le contee di Oxfordshire, Gloucestershire e Worcestershire. Questa suggestiva area collinare, caratterizzata da campagne, villaggi in pietra e bellezze rurali, ha fatto da sfondo a moltissimi film e serie televisive. Tra questi anche Il diario di Bridget Jones.

Cotswolds

Fonte: iStock

Cotswolds

Proprio qui, infatti, è stata girata la famosa scena della festa organizzata dai genitori di Bridget. Il luogo da raggiungere, in questo caso, è Snowshill. Un villaggio scenografico e pittoresco che vi farà innamorare, soprattutto a Natale.

A Christmas Carol: sui luoghi di una fiaba di Natale

Ci spostiamo adesso a Warwick, nella deliziosa cittadina situata nello Warwickshire, proprio quella che ha fatto da sfondo a una delle pellicole natalizie più suggestive di sempre. Stiamo parlando di A Christmas Carol, il riadattamento cinematografico del racconto Canto di Natale di Charles Dickens.

A fare da sfondo a questa fiaba per adulti è il Lord Leycester Hospital di Warwick, un capolavoro di architettura medievale, tra i meglio conservati in tutto il Paese. Insieme a lui anche la Rainham Hall, una casa risalente al periodo georgiano, situata nel distretto londinese di Havering.

Downton Abbey: un Natale aristocratico

Downton Abbey non ha bisogno di presentazioni: la serie britannica dedicata alle vicende della famiglia Crawley ha riscosso un successo enorme tra gli spettatori di tutto il mondo. Negli anni tantissimi appassionati di cineturismo si sono messi in viaggio per raggiungere tutte quelle location, situate in Scozia e in Inghilterra, che hanno fatto da sfondo alla serie.

I più iconici sono Highclere Castle, Alnwick Castle nel Northumberland e Inveraray Castle in Scozia che proprio nel periodo dell’Avvento aprono le loro porte ai viaggiatori per accoglierli con eventi festivi e manifestazioni magiche così da permettergli di ripercorrere le orme di Downton Abbey in versione natalizia.

Sussex, inseguendo l’uomo di Neve

L’ultima tappa del nostro viaggio ci porta nel Sussex, proprio lì dove ha preso vita il classico animato Snowman basato sul racconto illustrato di Raymond Briggs. La campagna sorvolata da James è dal suo pupazzo di neve è quella del South Downs National Park, suggestiva in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. Da raggiungere anche il Royal Pavilion, uno dei monumenti più iconici e suggestivi di Brighton e di tutto il Paese. Incorniciato da luci e decorazioni, il monumento farà da sfondo alla vostra personale fiaba di Natale.

Brighton

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Brighton
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La foresta di Hoia Baciu, tra leggende e avvistamenti di UFO

È stata definita la foresta più inquietante del mondo e si è anche aggiudicata il soprannome di “Triangolo delle Bermuda della Transilvania”. Sulla foresta di Hoia Baciu aleggiano storie e leggende che fanno venire la pelle d’oca. C’è chi sostiene che sia la casa del diavolo, chi giura di aver visto dei fantasmi aggirarsi tra i suoi spettrali alberi sottili e ricurvi, chi addirittura ha raccontato di avvistamenti alieni. Se siete amanti del brivido e dei fenomeni paranormali, è senza alcun dubbio questa la vostra tappa perfetta in un viaggio in Romania.

Foresta di Hoia Baciu, tra storia e mito

Nell’immaginario collettivo la Transilvania viene subito associata al famigerato conte Dracula. Tuttavia, il celebre Castello di Bran non è l’unico luogo della regione che custodisce miti e leggende misteriose. Nei pressi di Cluj-Napoca, terza città della Romania nel nord-ovest del Paese, la foresta di Hoia Baciu sembra pronta a mettere alla prova anche i più scettici.

Si ritiene che esista fin dalla preistoria, scavi archeologici nell’area hanno infatti portato alla luce prove di insediamenti umani risalenti al Paleolitico. Anticamente, la foresta faceva parte del territorio dei Daci, una tribù tracia che abitò la regione dal 500 a.C. al 106 a.C. circa.

Il nome “Hoia Baciu” deriva da una leggenda locale. Si narra che un pastore di nome Baciu si fosse avventurato nella foresta con il suo gregge di 200 pecore, scomparendo senza lasciare traccia. Nessuno ha mai saputo che fine abbiano fatto l’uomo e i suoi animali, ma la foresta ha finito per portare il suo nome come un promemoria agghiacciante della sua natura enigmatica.

Paura e venerazione si sono alternati per secoli tra questi alberi. Nel corso della storia, la foresta di Hoia Baciu è stata per alcuni un luogo sacro dove venivano venerati gli spiriti della natura e gli antichi dei, per altri un posto maledetto, dimora del diavolo e scenario di fenomeni inspiegabili.

Ad aver ulteriormente alimentato la reputazione soprannaturale della foresta, che si estende per oltre 300 ettari nella periferia della città, sono i bizzarri alberi, ricurvi e sottili, che sembrano essere stati creati apposta per il set di un film horror. Ma ciò che la rende ancora più inquietante è la presenza di un’area perfettamente circolare dove non cresce nemmeno una pianta.

Le leggende della foresta “stregata” nel cuore della Transilvania

Varie e numerose le leggende che contribuiscono ad aumentare le suggestioni di cui è già naturalmente ricca la foresta di Hoia Baciu. Alcune delle storie più ricorrenti riguardano apparizioni di fantasmi, sparizioni misteriose e fenomeni paranormali. C’è chi dice che se ci si avventura nella foresta di notte ci si può imbattere negli spettri che si aggirano tra gli alberi, o addirittura vedere strane luci e oggetti non identificati sorvolare il bosco. Tra le storie più agghiaccianti c’è quella di una giovane ragazza scomparsa nella foresta, riapparsa cinque anni dopo, immutata e senza alcun ricordo degli anni trascorsi.

La foresta è balzata all’attenzione internazionale nel 1968 quando Emil Barnea, un tecnico di Cluj  ex ufficiale dell’esercito, affermò di avere avvistato un UFO mentre era in compagnia della fidanzata. L’uomo scattò una fotografia del presunto disco volante, diventata oggetto di controversie: secondo il direttore dell’osservatorio astronomico di Cluj sarebbe un pallone aerostatico ripreso da un’angolazione particolare, tuttavia alcuni esperti hanno negato questa possibilità e hanno giudicato la foto presumibilmente “autentica”.

Altrettanto nota è la storia del biologo Alexandru Sift, che dopo aver visitato da giovane Hoia Baciu, raccontò di aver avuto per due settimane febbre e strane ustioni su tutto il corpo. Il professore ha così trascorso la sua vita a indagare sui misteri della foresta, con l’intento di dare una spiegazione scientifica all’accaduto, studiando i fenomeni della luce e del magnetismo che avvengono in quest’area e fornendo un ricco archivio di fotografie dei fenomeni, andato però perduto parecchi giorni dopo la sua morte nel 1993.

Una delle attrazioni più famose della foresta di Hoia Baciu in Romania è la “Radura”, un’area circolare dove non crescono alberi, e dove si dice che si verifichino strani eventi. Gli scienziati hanno proposto diverse spiegazioni per il fenomeno, tra cui la possibilità che quel punto fosse un tempo il sito di un antico luogo di sepoltura o che la composizione del terreno sia inadatta alla crescita delle piante. Spiegazioni che però non sembrano aver convinto gli abitanti del posto, persuasi che questo cerchio sterile sia maledetto e che chi vi entra possa essere colpito da energia negativa.

Ma non è finita qui: di recente, una delle pagine social dedicate alla località infestata ha riportato che nel cuore della notte, alcune persone a caccia di misteri irrisolti hanno realizzato diversi scatti che testimonierebbero l’esistenza di esseri non identificati, dall’aspetto non umano.

Foresta di Hoia Baciu oggi: cosa fare e vedere

A questo punto non ci sarebbe nemmeno bisogno di sottolineare che la foresta “stregata” di Hoia Baciu offre un’esperienza senza precedenti. Che siate amanti del brivido, appassionati di storia, di fauna selvatica o investigatori del paranormale, in questo bosco unico nel suo genere ce n’è davvero per tutti i gusti.

Nonostante la sua reputazione di luogo infestato e misterioso, la foresta di Hoia Baciu è innanzitutto un sito di bellezza naturale e biodiversità. Tanti gli sforzi per proteggere questa attrazione custodita nel cuore della Transilvania e il suo ecosistema unico, così che anche le generazioni future possano apprezzare il suo fascino indescrivibile.

Con un’estensione di 3 chilometri quadrati, la foresta di Hoia Baciu offre un ampio e variegato spazio per escursioni indimenticabili, con sentieri che si snodano attraverso boschi fitti e radure aperte. Durante il cammino, si può avvistare l’incredibile fauna selvatica del posto, imbattendosi in una serie di alberi dalle forme bizzarre, che aggiungono un ulteriore livello di mistero al viaggio.

Chiaramente, oggi la foresta di Hoia Baciu è una destinazione popolare per i visitatori in cerca di un contatto con l’ignoto, che desiderano vivere un’avventura al di fuori del comune. Il suggerimento è di affidarsi a guide esperte, che offrono l’opportunità di esplorare in tutta sicurezza l’inquietante bellezza della foresta e di conoscerne ogni segreto, ascoltando la sua storia e le sue leggende più da vicino.

Alcune compagnie turistiche offrono anche escursioni notturne, per permettere ai più temerari amanti del brivido l’opportunità di sperimentare l’atmosfera agghiacciante della foresta al calar del sole. Una volta qui, tenete gli occhi ben aperti in direzione del cielo: potreste scorgere fenomeni inspiegabili, come strane luci o forme simili a dischi volanti.

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Castello Maniace, gioiello siciliano affacciato sul mare

Siracusa è una bellissima città che si sviluppa sulla costa ionica della Sicilia. Una località nota soprattutto per le rovine che risalgono a tempi assai antichi. Certo, sono tantissime e dal valore inestimabile, ma a svettare nei cieli di questa città è anche un’architettura militare le cui importanza e bellezza sono inestimabili: il Castello Maniace.

Cosa aspettarsi

Il Castello Maniace non è una struttura da prendere sottogamba: è uno dei più importanti monumenti del periodo svevo della città e anche uno dei noti manieri federiciani.

Contando ben otto secoli di età, è una fortezza in pietra che si fa spazio nell’incantevole Isola di Ortigia ed è stata costruita con lo scopo di proteggere questa antica città siciliana. In principio era una residenza imperiale, mentre a partire dal XVI secolo è stata utilizzata anche come avamposto militare proteso nel Mediterraneo.

Ma non sono solo l’imponenza e la bellezza del Castello Maniace a colpire il visitatore che arriva a Siracusa. È anche la sua particolare storia che si intreccia con quella di due statue di ariete in bronzo.

Il bellissimo Castello Maniace

Fonte: iStock

L’imponenza del Castello Maniace

La storia delle statue di ariete in bronzo

La realizzazione di questo magnifico castello svevo risale al periodo tra il 1232 e il 1240 e, nel corso di tutti i secoli a venire, è stato teatro e sede di diversi eventi storici. Tra i più interessanti non possiamo non citare che proprio qui, nel 1300, Roberto d’Angiò e Federico d’Aragona firmarono una tregua.

Ma è ciò che è avvenuto nel 1448 che desta particolare interesse, perché collegato a due statue di arieti in bronzo di epoca greca.

Quando il Castello Maniace venne ultimato, ai lati del portale di ingresso erano stati inseriti due arieti in bronzo. Una di queste statue è andata perduta, mentre l’altra è ancora oggi conservata presso il Museo Archeologico Salinas di Palermo. Delle riproduzioni sono presenti anche attualmente alle porte del maniero, ma sono le statue originali che hanno una storia che si plasma perfettamente con quella del castello.

Il re Alfonso il Magnanimo inviò a Siracusa il comandante Giovanni da Ventimiglia perché voleva tentare di calmare le rivolte organizzate da alcuni baroni siracusani. Durante la sua missione il militare decise di organizzare un banchetto in cui invitò i nobili che riteneva i principali responsabili di questi disordini.

Tuttavia, non era di certo un appuntamento gentile: i signoroni vennero decapitati durante i pasti. Per il re questa azione di Giovanni da Ventimiglia fu da premiare perché simbolo di grande fedeltà. Fu così che il soldato ricevette in dono questi due arieti che però fece portare nel suo castello di Castelbuono, un bellissimo comune siciliano in provincia di Palermo.

Nel 1485, però, i Ventimiglia si ribellarono al Re e per questo vennero esiliati. Gli arieti vennero quindi confiscati e sistemati a Palermo, prima a Palazzo Steri e poi al Castello a mare. Ma il viaggio degli arieti in bronzo non terminò lì perché, nel 1735, furono trasferiti a Napoli, per poi ritornare a Palermo dove vennero inseriti all’interno del Palazzo Reale.

Bisogna poi arrivare al 1848, anno in cui una cannonata distrusse una delle due statue che, conseguentemente, venne fusa. L’altra, che per fortuna subì solo alcuni danni, venne restaurata e donata al Real Museo Archeologico di Palermo (oggi Museo Archeologico Salinas) da re Vittorio Emanuele II.

La visita al Castello Maniace

Tutto inizia da uno spiazzo che, in un’epoca che oggi risulta molto lontana, fungeva da cortile. Subito dopo si incontra un ponte in muratura che è stato innalzato al posto di un ponte levatoio risalente all’epoca spagnola.

Si arriva poi al portale del magnifico Castello Maniace, che ammalia il visitatore perché fatto in marmo e perché pregno di meravigliosi decori. Alto circa 12 metri, si presenta a chi decide di varcarlo come una struttura massiccia.

Come visitare il Castello Maniace

Fonte: iStock – Ph: Rimbalzino

L’interno del bellissimo Castello Maniace

Gli interni, dal canto loro, sono davvero emozionanti. Ne sono un esempio la sala ipostila e la sala delle colonne, così come le due piccole sale espositive, una che spiega l’evoluzione storica di questo maniero, e l’altra che mostra i ritrovamenti degli scavi archeologici e alcune riproduzioni dei due bellissimi arieti di bronzo.

Da non perdere, infine, è una passeggiata sulle mura della fortezza che permette di godere di una straordinaria veduta sul mare e sulla città di Siracusa.

Cos’altro vedere a Siracusa

Siracusa, con i suoi quasi 2800 anni suonati, è sede di tantissimi tesori da scoprire. Ci sono teatri greci, rovine romane, misteriose grotte, castelli normanni, chiese gotiche e bizantine e anche edifici modernissimi.

Oltre al Castello Maniace, da non perdere è il sui favoloso Duomo, ovvero la più importante architettura religiosa della città. Sorge nella parte più elevata dell’Isola di Ortigia, ed è la culla di una delle più belle facciate di tutta la Sicilia.

Estremamente interessante è anche Fonte Aretusa che è un’antica sorgente d’acqua dolce che dà vita a un piccolo laghetto semicircolare in cui crescono delle piante davvero particolari: quelle di papiro.

Poi ancora il suggestivo Palazzo Beneventano del Bosco che è persino uno dei più importanti esempi di architettura barocca in Sicilia.

Se volete vivere un po’ di romanticismo siciliano, invece, dovete concedervi una piacevole passeggiata presso il Lungomare Alfeo che accarezza la costa di Ortigia.

Gli amanti della storia antica devono assolutamente fare un salto presso il Parco Archeologico della Neapolis che si distingue per essere un sito di grandissima importanza. Proprio qui, infatti, svettano alcuni dei monumenti più importanti della città.

Uno di questo è il Teatro Greco che è abilmente scolpito nella roccia del colle Temenite e dove sono ancora leggibili alcune iscrizioni in greco con al centro il nome di Zeus.

Straordinario è anche l’Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale alta 23 metri che offre un’acustica fenomenale: si narra che il tiranno Dionisio potesse ascoltare dall’esterno le parole dei prigionieri che ai suoi tempi erano rinchiusi nella grotta.

Infine – ma a dire il vero Siracusa ha molto altro da offrire – la Grotta dei Cordari, un’altra cava sotterranea che oggi è stata trasformata in un’attrazione turistica in cui scoprire diversi ambienti e ammirare bellissime sculture realizzate dai maestri scalpellini dell’epoca.

Siracusa cosa vedere
Piazza del Duomo a Ortigia, Siracusa
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Puoi entrare in una torre “infinita” fatta di migliaia di libri

Potrebbe essere il sogno inconfessabile di ogni bibliofilo: entrare in uno spazio in cui si è circondati solamente da libri, composto da tantissimi di volumi che sembrano non finire mai e che si estendono all’infinito.

E quel sogno può trasformarsi in realtà, perché per entrare nella torre infinita composta da migliaia di libri, basta volare a Praga dove è possibile ammirare l’opera realizzata dall’artista slovacco Matej Kren. Un gioco di specchi che sembra regalare alla struttura l’incanto dell’infinito, ma il trucco non toglie nulla alle grandi dimensioni di questa torre composta davvero da un grandissimo numero di volumi disposti a cerchio uno sopra l’altro.

Si chiama Idiom ed è una struttura favolosa, che sembra nascere da un sogno per trasformarsi in realtà e regalare ai visitatori stupore e meraviglia: tutto quello che c’è da sapere.

Dove si trova e come è fatta la torre composta da migliaia di libri

Se ci si affaccia al suo interno sembra di essere stati proiettati in un universo in cui esistono solo libri: ovunque si volga lo sguardo ci sono solo quelli. A circondarci, infatti, ci sono solo volumi. Un tunnel che si estende all’infinito e che potrebbe essere il sogno di ogni persona che ama leggere.

Per lasciarsi stupire da questa opera d’arte bisogna andare a Praga e, più precisamente, all’interno della Bibliotaca Municipale della città. Qui si trova Idiom, un’installazione realizzata dall’artista slovacco Matej Kren e composta da circa 8mila volumi. A guardarla dall’esterno appare come un cilindro con file di libri sovrapposte. E se a una prima osservazione non lascia comunque indifferenti per le sue grandi dimensioni, tutto si amplifica quando si getta lo sguardo al suo interno. Infatti, vi è un’apertura che permette di affacciarsi dentro la torre e di scoprire la “magia”. Grazie a due specchi posti sulla cima e sul fondo si ha la sensazione che la torre non finisca mai, prolungandosi all’infinito.

Le sfumature di colori che si possono ammirare sono quelle delle copertine dei libri, ma non solo: anche le pagine fanno la loro parte. Il risultato è stupefacente e regala la sensazione di essere dentro a un mondo diverso, lontano dalla realtà.

Un’installazione che vale la pena visitare inserendola tra le tante tappe obbligate se si programma un viaggio a Praga.

Praga, le tappe da non perdere (compresa la biblioteca)

Per visitare Idiom ci si deve dirigere verso la biblioteca Municipale, un luogo interessante non solo per la presenza di questa singolare installazione, ma anche perché qui vengono spesso organizzati eventi. Tra le altre tappe da non perdere di questa città c’è l’Orologio Astronomico, che si trova sul municipio della Città Vecchia: il suo meccanismo è molto antico ed è una delle mete imperdibili di Praga.

Tanti i luoghi da visitare come il quartiere ebraico, con le sue numerose sinagoghe. Vale la pena visitare anche la Cattedrale di San Vito, il Ponte Carlo, il Castello di Praga e il Vicolo d’Oro. Ma queste sono solamente alcune delle tantissime attrazioni che richiamano turisti da tutto il mondo a Praga: una città viva, ricca di cultura e storia.

E in cui provare tante esperienze indimenticabili, proprio come quella di immergersi in un tunnel infinito di libri.

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In questa capitale europea puoi bere il cocktail più buono del mondo

Meta amatissima per le vacanze, città dalle mille facce e sempre all’avanguardia, luogo che ti fa sentire a casa da qualsiasi parte del mondo tu provenga: siamo a Barcellona, metropoli brulicante di vita, eventi, arte, posti da scoprire e cose da fare.

Una di queste è, senza alcun dubbio, quella di sorseggiare il cocktail più buono del mondo. Per farlo basta visitare il locale che ha ottenuto la prima posizione nella classifica dei World’s 50 Best Bars la cui cerimonia di premiazione si è tenuta di recente a Singapore.

Ma come si chiama il tempio della mixology? Il locale, che è stato aperto nel 2021 nel quartiere di Eixample, è il Sips.

Il cocktail più buono del mondo lo puoi bere in questa città

L’occhio vuole la sua parte e il Sips di Barcellona è un luogo pieno di fascino e bellezza, in cui nulla è lasciato al caso e in cui vivere un’esperienza che coinvolge tutti i sensi. Premiato con la prima posizione dei World’s 50 Best Bars, è stato fondato nel 2021 dall’idea dei due soci: l’italiano Simone Caporale e lo spagnolo Marc Álvarez. In breve tempo è diventato un punto di riferimento tanto da raggiungere in soli due anni la vetta della classifica. E togliendo lo scettro a un latro locale di Barcellona: il Paradiso.

I due raccontano la nascita del locale attraverso le pagine del sito ufficiale, dove si leggono le ragioni che li hanno spinti ad aprire il Sips, motivazioni che passano dalla presentazione e dalla consistenza, per arrivare ai sapori e al trattamento tecnico. Da quel momento di strada ne è stata fatta e il percorso compiuto li ha portati a brillare.

Qui bere un cocktail è una vera e propria esperienza, che permette di assaporare fino in fondo ogni ingrediente; inoltre l’ambiente è stato pensato appositamente per creare una sorta di connessione tra baristi e clienti. Presto, poi, verrà aperto anche un locale nel locale: Esencia.

Barcellona, oltre ai cocktail: cosa vedere

Barcellona è una città che ti avvolge con il suo spirito, che ti fa subito sentire a casa. Sarà per l’accoglienza, sarà per quel mix perfetto che mescola tradizione e avanguardia, sarà per i suoi colori e per le sue bellezze, che fanno emozionare al primo sguardo. Una città “da assaggiare” provando piatti e bevande, ma anche da scoprire.

Il Sips si trova nel quartiere di Eixample, che si trova nella parte più centrale della città, e qui ci sono alcune delle attrazioni più note, che richiamano i turisti da tutto il mondo. Come la Sagrada Familia, imponente e spettacolare chiesa che sembra uscita da un sogno e, invece, è stata pensata dall’architetto Antoni Gaudì. Dal locale per raggiungere questo simbolo della città si impiegano circa 30 minuti a piedi. Sempre a gaudì si devono altri luoghi imperdibili della zona come Casa Batllò e Casa Milà, entrambe lungo Passeing de Gracia, un viale su cui si affacciano alcuni edifici bellissimi (come Casa Amatller). Tra le altre location imperdibili c’è la grande Plaza de Cataluña uno dei punti nevralgici della città e da cui accedere ad altre bellissime zone.