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Val Rendena, un angolo d’italia selvaggio e misterioso

Nel cuore del Parco Naturale Adamello-Brenta sorge una di quelle valli che pare dipinta dalle mani di un artista straordinario. Un magnifico angolo d’Italia immerso nella natura più autentica, puntellato di tipici borghetti e dove la vita scorre dall’insegna della lentezza e dell’ospitalità. Siamo in Val Rendena, vera e propria meraviglia del Trentino.

Cosa aspettarsi

La Val Rendena è un fazzoletto di terra emozionate incorniciato dalle Dolomiti di Brenta, patrimonio Unesco. Pare un mondo a parte anche grazie ai suoi 1.650 metri di altitudine in cui si sviluppano contesti di grande silenzio, dove la natura domina incontaminata, e in cui si fanno spazio borghi, località glamour ed eventi sportivi.

Fare un viaggio da queste parti significa scoprire un territorio che pare intriso di mistero, selvaggio, ma che allo stesso tempo è anche luminoso, pieno di acqua e pascoli, di boschi, di rocce e ghiacciai meravigliosi. Un microcosmo dove tutto riesce a conservarsi in maniera quasi ottima: i maestosi ghiacciai Adamello e Presanella, le  torri e pinnacoli del Gruppo di Brenta, le nude pareti granitiche e poi i prati, i boschi, i torrenti, i laghi e le cascate.

Madonna di Campiglio, Italia

Fonte: iStock – Ph: Stefano_Pellicciari

Veduta di Madonna di Campiglio, Val Rendena

I borghi della Val Rendena

La Val Rendena è composta di diversi piccoli borghi e località che sono una più speciale dell’altra. Una di queste è Pinzolo, dove senza ombra di dubbio merita una visita la chiesa cimiteriale di San Vigilio che conserva diversi prestigiosi affreschi all’interno ma anche una meraviglia all’esterno: “La Danza Macabra”, posto sulla facciata Sud. Si tratta di un vero e proprio capolavoro perché è lungo 21 metri e contiene 40 personaggi a dimensione umana.

Frequentata sia in estate che in inverno, è ideale per le famiglie ma anche per chi ama la neve: lo sci alpino è sicuramente uno dei motivi che spinge a scegliere Pinzolo per le settimane bianche grazie alle sue piste, soprattutto di media difficoltà.

Un altro borgo da non perdere è la famosissima Madonna di Campiglio, frazione di Pinzolo, che sa colpire per la sua eleganza. Situata a 1.550 metri di altitudine, è una delle migliori stazioni sciistiche italiane, ma anche meta perfetta per praticare moltissimi sport in tutte le stagioni e per ammirare la natura più vera. Volete un esempio? Il bellissimo Lago Nambino che regala dei panorami che arrivano dritti al cuore.

Da non perdere è anche Darè dove vi sembrerà di tornare indietro nel tempo: è pieno di e tipiche casette in pietra come la Casa Cues, che si distingue per essere un ottimo esempio di architettura medievale. Bellissima è anche la fontana di piazza Roma.

Poi ancora Villa Rendena, il cui centro storico è incorniciato da vecchie case con muri massicci con incastrati portali di granito, e Sant’Antonio di Mavignola, nota stazione di soggiorno estiva e pure invernale.

Molto suggestivo è anche Spiazzo che vanta una bellissima chiesa dedicata a Sant’Antonio che rappresenta un connubio di architettura romanica e gotica. Da queste parti da non perdere è il Museo della Guerra Bianca Adamellina in cui poter ammirare tutti gli oggetti rinvenuti sui sentieri percorsi dai soldati durante la Prima Guerra Mondiale.

Voliamo ora a Strembo, un borgo antichissimo in cui scorre il fiume Sarca, nella cui ansa è sorto il parco fluviale che, insieme all’area ricreativa, forma un’ampia zona in cui potersi rilassare a dovere.

Infine – ma i borghi della Val Rendena non sono finiti qui – Bocenago che ancora oggi conserva al massimo la tipica architettura rurale dei suoi edifici  legata all’economia silvo-pastorale. Parliamo quindi di strutture con robusti basamenti in muratura di forma rettangolare, dove trovavano spazio il focolare e la stalla.

Con i portali in granito, vantano originali poggioli che a loro volta si affacciano su curiose stradine. Il centro del paese è indicato da un’originale fontana composta da due grandi massi, uno di granito a simboleggiare l’Adamello, e uno di dolomia a richiamare le Dolomiti di Brenta.

Pinzolo, Val Rendena

Fonte: iStock

Bellissima veduta di Pinzolo, Val Rendena

La natura della Val Rendena

La Val Rendena è il posto perfetto per vivere la natura d’alta quota. D’inverno è un tappeto di bianco, ma nelle altre stagioni a dominare è il verde lambito dal fiume Sarca che permette di avere una rete di oltre 400 km di sentieri in cui sorgono autentici gioielli naturali.

Tante gioie le possono vivere anche gli amanti della mountain bike, perché qui fa tappa la “Bike Transalp”, e coloro che adorano il golf grazie a due straordinari green: il Campo Carlo Magno a Madonna di Campiglio e il Golfclub Rendena a Bocenago.

Ma la verità è che in questo meraviglioso angolo d’Italia la montagna mostra la sua personalità nelle cime rocciose del Gruppo di Brenta, dell’Adamello, della Presanella e del Carè Alto. Un posto ottimale, quindi, per praticare sport come l’arrampicata, l’alpinismo e l’escursionismo.

Da Pinzolo, per esempio, si può arrivare al Doss del Sabion che è uno dei punti più panoramici della zona perché fa posare lo sguardo tra malghe ed emozionanti orizzonti. D’inverno, invece, da queste parti ci sono più di 150 km di piste adatte a tutti i livelli.

Poi ci sono le suggestive valli laterali, come la Val Genova, che si rivelano dei veri paradisi acquatici grazie alle loro attrazioni. Un esempio di tutto questo sono le cascate di Nardis, un fragoroso salto d’acqua che precipita per oltre 130 metri tra le montagne del Parco Naturale Adamello Brenta.

Altrettanto interessante è la piccola, ma non meno emozionante, cascata del Masanel che si fa spazio nel paese di Bocenago. Per raggiungerla occorre fare un’escursione semplice e rigenerante che può essere praticata anche dai bambini.

Infine, sappiate che la Val Rendena è da prendere in considerazione anche se si cerca una vacanza dedicata al benessere in quanto sono stati creati dei particolari percorsi che possono portare numerosi benefici. Parliamo di itinerari come la camminata a piedi nudi su cortecce, erba e ciottoli, natural Kneipp, silence room, Bagno di Foresta e natural walking.

Insomma, la Val Rendena è in grado di accontentare davvero tutti.

Val Rendena in inverno

Fonte: iStock

Veduta della Val Rendena in inverno
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La montagna delle meraviglie che ha ispirato Cézanne

Le suggestioni, le sensazioni e le emozioni che ci può trasmettere la natura sono incredibili. E se abbiamo il talento di assorbire quella bellezza e trasformala in altra, allora la nostra opera diventa immortale.

Ed è proprio così che è accaduto a Paul Cézanne, il pittore francese vissuto tra la metà del 1800 (più precisamente il 1839) e i primi anni del Novecento (è morto nel 1906), che ha realizzato un intero ciclo di opere ispirandosi a una montagna: Mont Sainte-Victoire, un massiccio calcareo che potremmo definire delle meraviglie, tanto da dare vita ad acquerelli e oli su tela. Al centro sempre questo luogo che si trova vicino ad Aix-en-Provence.

Vent’anni di opere, a partire dalla metà del 1860 circa, che immortalano quel luogo, visto dallo stesso punto di osservazione. E così questa montagna è diventata immortale, sue raffigurazioni si trovano in tanti musei di tutto il mondo, a testimonianza dell’arte di Cézanne, ma anche del fascino di un luogo.

La montagna delle meraviglie di Cézanne

Siamo ad Aix-en-Provence, lì dove Paul Cézanne ha vissuto. Lì dove si staglia la montagna delle meraviglie, quella che lo ha ispirato a tal punto da essere dipinta per circa 20 anni. Mont Sainte-Victoire è un massiccio calcareo, che si trova in Provenza. Si estende per circa 18 chilometri e la sua vetta più alta supera di poco i mille metri.

Pare che l’artista la osservasse e ritraesse dal terrazzo della sua abitazione, dove aveva posto anche il suo studio. Tantissimi dipinti, realizzati con tecniche diverse, che ritraggono lo stesso luogo. Cambia la tecnica, cambia lo stile, ma quel luogo resta fisso sulla tela. E lo fa per tantissimi anni e in tantissime opere.

Non solo sue, a quanto pare, infatti Mont Sainte-Victoire è stato in seguito immortalato su tela da altri artisti. Un vero e proprio luogo delle meraviglie. Del resto, ce ne sono altri che hanno ispirato gli artisti, che hanno creato opere immortali, proprio come la natura che hanno catturato sulla tela. Come Le bianche scogliere di Rügen, un dipinto di Caspar David Friedrich, oppure La notte stellata sul Rodano, impressa su tela da Vincent van Gogh durante il soggiorno ad Arles.

Mont Sainte-Victoire, cosa vedere nei dintorni

Ci troviamo a circa 25 chilometri da Aix-en-Provence e Mont Sainte-Victoire è raggiungibile anche con tour in bicicletta, che permettono di ammirare la natura della zona, inoltre si tratta di un’area dove si possono fare tante escursioni, da scegliere sulla base delle difficoltà. Se si sceglie di visitare questa regione tra la metà di giugno e la fine del mese di agosto, si potrà assistere alla fioritura della lavanda, che regala scenari indimenticabili.

Naturalmente merita una visita anche Aix-en-Provence, cittadina elegante, di grande bellezza e ricca di luoghi da scoprire: dalla città vecchia, alla Cattedrale di Saint-Sauveur, fino a una delle biblioteche più belle del mondo, ovvero quella di Méjanes.

Senza dimenticare le fontane e i palazzi di questa cittadina vivace, piena di vita e accogliente. Naturalmente vale la pena inserire tra le tappe del viaggio lo studio di Paul Cézanne, che si trova sulla collina di Lauves, da dove osservava e dipingeva la montagna delle meraviglie.

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La città che sembra una cartolina d’inverno dipinta: è bellissima

Cè chi attende con ansia il ritorno del sole, delle belle giornate e della stagione più calda e chi, invece, sa cogliere la bellezza di ogni stagione. Come quella che arriva con in silenzio, tra l’oscurità della notte e l’abbraccio della neve, come quella dell’inverno.

Sono tanti e diversi i luoghi nel mondo che in questo periodo si trasformano in una fiaba invernale tutta da vivere e da condividere. Montagne innevate, alberi spogli e distese sconfinate che proteggono il letargo di Madre Natura prima del suo risveglio, prima del suo splendore.

È questo il momento perfetto per organizzare nuovi e inediti viaggi, quelli che conducono all’interno di paesaggi che per forme, lineamenti e colori sembrano usciti da una storia della buonanotte. Come quello che appare davanti allo sguardo di chi arriva a Zakopane, in quella città che sembra una cartolina d’inverno dipinta e che invece è reale, e per questo bellissima.

La città che sembra una cartolina dipinta

Il nostro viaggio di oggi ci porta ai piedi dei maestosi e suggestivi monti Tatra, confine naturale tra la Slovacchia e la Polonia. È qui che troviamo una pittoresca città di villeggiatura immersa nel verde e celebre per i suoi paesaggi incontaminati, per la natura lussureggiante e per i sentieri escursionistici. Il suo nome è Zakopane, e vale davvero la pena di conoscerla.

Si tratta di una destinazione particolarmente amata dagli amanti degli sport invernali e delle attività outdoor in ogni stagione. Numerosi, infatti, sono i sentieri che conducono gli avventurieri alla scoperta dei monti Tatra e delle località sciistiche circostanti. La città, inoltre, conserva un fascino davvero particolare soprattutto per la presenza dei numerosi chalet in legno costruiti nel secolo scorso e che oggi sono diventate il simbolo dello stile del territorio.

E se di giorno anche delle semplici passeggiate rivelano scorci mozzafiato e visioni incantate, di notte la città si trasforma in un sogno. Le luci di Zakopane si accendono per indicare la strada, mentre la Luna e le stelle illuminano l’intera città di meraviglia: sembra davvero una cartolina dipinta.

Cosa fare e quando andare a Zakopane

Come abbiamo anticipato, organizzare un viaggio a Zakopane è sempre un’ottima idea. Lo è perché in ogni stagione la natura trasforma la città in un palcoscenico dei suoi spettacoli più belli. L’esplosione del verde in primavera e in estate, il foliage in autuno e  le montagne avvolte dal bianco abbraccio delle neve in inverno: Zakopane è sempre una scoperta. La posizione strategica della città polacca, inoltre, la rende una meta perfetta per l’osservazione delle stelle. Grazie all’assenza di inquinamento luminoso, infatti, è possibile godere degli show del cielo semplicemente alzando lo sguardo.

Si tratta, inoltre, di una destinazione perfetta per chi vuole trascorrere del tempo a contatto con la natura, ma anche per chi vuole vivere esperienze a ritmo slow rilassandosi tra hotel di lusso e chalet in legno. Gli amanti dei panorami mozzafiato, invece, non possono assolutamente perdersi un viaggio a bordo della funicolare del Gubałówka che porta sulla cima dell’omonimo monte. Una volta raggiunta un’altezza di 1123 metri sul livello del mare è possibile ammirare l’intera valle di Zakopane che si estendono sotto i piedi dei Tatra.

Ma le avventure in città non finiscono qua. Tra le cose da fare e da vedere segnaliamo anche il centro termale e un Acquapark per il divertimento di grandi e bambini. Tantissime poi le gallerie d’arte e le botteghe artigiane che si snodano in centro e che permettono di fare shopping con vista mozzafiato.

Noi non abbiamo dubbi: è questa la destinazione perfetta da raggiungere il prossimo inverno!

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Puoi camminare sulla Luna restando a terra

Il nostro pianeta, un gioiello sospeso nel vuoto cosmico, è una culla di meraviglie che non smette mai di stupirci. Ogni angolo della Terra è un tesoro di bellezza incommensurabile, un mosaico di paesaggi che sembrano usciti dalla tela di un artista. Talvolta, ci troviamo di fronte a panorami così strani e meravigliosi che non sembrano appartenere a questo mondo. Siamo sorpresi dalla loro esistenza e rapiti dal loro fascino. Luoghi che superano la nostra immaginazione e ci ricordano quanto la nostra Terra sia affascinante.

Ed è proprio in uno di questi luoghi straordinari che inizia il nostro viaggio. Oggi ci troviamo a Lanzarote, un’isola che sembra scolpita dal fuoco e dal vento, una terra di contrasti dove l’azzurro intenso dell’oceano incontra l’arido rosso della terra: il Parco Nazionale di Timanfaya.

Qui, è come varcare una porta verso un altro universo. L’atmosfera è quasi lunare in questa terra in cui i vulcani dormienti hanno plasmato il paesaggio, creando un’opera d’arte naturale di ineguagliabile bellezza. Quindi, tieniti forte, respira profondamente e lasciati avvolgere dalle emozioni. Il viaggio a Timanfaya sta per cominciare. E promettiamo, sarà un’esperienza che non dimenticherai mai.

Parco Nazionale di Timanfaya: in tesoro delle Canarie

Parco di Timanfaya Lanzarote Isole Canarie

Fonte: iStock

Parco di Timanfaya, Lanzarote, Isole Canarie

Un luogo che risveglia l’anima e incanta gli occhi con la sua bellezza cruda e selvaggia. Questo è il Parco Nazionale di Timanfaya, situato sull’isola di Lanzarote, la più orientale delle Isole Canarie.

Immerso in un paesaggio vulcanico mozzafiato che si estende su 5000 ettari di terra rossa e nera, è riconosciuto a livello internazionale come Riserva della Biosfera dell’UNESCO, per la sua elevata importanza ecologica e la sua preziosa biodiversità. Infatti, nonostante le condizioni estreme, la vita ha dimostrato una resilienza sorprendente, trovando il modo di prosperare e creare un ecosistema diversificato e resistente.

Questa terra ospita venticinque vulcani maestosi, tutti in uno stato di sonno profondo, tranne uno, il Timanfaya, guardiano solitario e ardente che regna supremo, dando il suo nome all’intera area. Un deserto di roccia e cenere, una terra brulla che, nonostante la mancanza di vegetazione, è ricca di contrasti mozzafiato.

La caratteristica più impressionante, infatti, è il suo ecosistema, un fenomeno raro e straordinario nato dalle colate di lava. Un paesaggio punteggiato da punti caldi, caldere e condotti vulcanici che spuntano ovunque, come sentinelle di un mondo sotterraneo in costante fermento. Il terreno vanta una ricchezza cromatica senza precedenti, con toni rosso intenso che dominano il paesaggio, dovuti all’alta concentrazione di ossido di ferro presente nella composizione della lava. Questo elemento, unito alla continua attività vulcanica, ha contribuito a creare un ambiente che sembra tratto da un romanzo di fantascienza.

Ma come si accede a questo straordinario ecosistema? Per la maggior parte dei visitatori, l’accessibilità al parco è garantita da tour guidati, offerti in varie lingue, che permettono di esplorare in modo sicuro e confortevole le meraviglie di Timanfaya. Durante il viaggio, le guide esperte raccontano la storia del parco, spiegano i fenomeni geologici che hanno plasmato il paesaggio e indicano le formazioni rocciose più interessanti.

Invece, per chi preferisce un contatto più diretto con la natura, è possibile fare escursioni a piedi, sempre in compagnia dei ranger autorizzati, che accompagnano i visitatori lungo i sentieri che attraversano le colate di lava, offrendo spiegazioni dettagliate sulla flora, la fauna e la geologia del luogo.

Infine, per chi cerca un’esperienza decisamente alternativa, è possibile prenotare gite a dorso di cammelli, un modo divertente e originale di esplorare il parco.

Timanfaya: il potente vulcano di Lanzarote

Il parco che ammiriamo oggi è l’espressione di una storia vulcanica lunga e turbolenta, dominata dalla figura imponente del monte Timanfaya.

La storia del parco risale al 1730, quando il vulcano Timanfaya iniziò un’eruzione che durò per ben sei anni. Non si trattò di un evento isolato, ma di una serie prolungata di fuoruscite che continuarono a riversare magma sul territorio. Queste variavano in intensità, ma la loro presenza costante durante quel periodo ha lasciato un’impronta indelebile sul terreno.

La terra fertile fu coperta da uno strato di roccia lavica, creando un ambiente aspro e alieno. Dopo un periodo di relativa calma, il monte Timanfaya tornò a far sentire la sua presenza nel 1824 con un’altra eruzione significativa. Ancora una volta, la terra fu cambiata dal flusso incessante di lava, cementando ulteriormente l’aspetto unico del parco.

Oggi, ogni roccia, ogni formazione geologica racconta la storia di questi eventi. È un luogo che parla della forza della natura, della sua capacità di creare e distruggere e dell’inevitabile impatto che ha sul nostro pianeta.

Parco di Timanfaya Lanzarote Isole Canarie

Fonte: iStock

Parco di Timanfaya, Lanzarote, Isole Canarie
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L’Hogmanay: le tradizioni di un Capodanno indimenticabile

C’è chi celebra la fine e l’inizio di un anno a settembre e chi, invece, è più tradizionalista e fa coincidere la fine del proprio anno con quella canonica del 31 dicembre.

Una cosa che li accomuna? In tanti apprezzano trascorrere questi momenti seguendo delle tradizioni, che – male non fa – siano anche di buon auspicio per il futuro. Ce ne sono tante, del resto paese che vai, usanza che trovi, ma ognuno può decidere di abbracciare e mettere in pratica le proprie, oppure di trarre ispirazione da quelle di altri luoghi.

Come l’Hogmanay: si tratta di un termine scozzese che indica proprio i festeggiamenti che si fanno in occasione del Capodanno e pare essere di origine molto antica. Perché non provare a immergersi in questa atmosfera per concludere l’anno e iniziare quello nuovo in maniera indimenticabile?

Per viverlo pienamente bisogna volare in Scozia, magari proprio a Edimburgo la sua capitale.

L’Hogmanay: di che cosa si tratta

Pare che si tratti di una tradizione molto antica, quella dell’Hogmanay, che ancora oggi si usa seguire per accogliere l’anno nuovo in Scozia. Chi decide di festeggiare il Capodanno così, dovrà seguire qualche piccola regola. Tra le tante quella di pulire casa, attività che, ovviamente, ha lo scopo di lasciarsi alle spalle il passato e iniziare l’anno nuovo con lo spirito giusto. Molto celebre, poi, quella del first-footing che prevede che, la prima persona a superare la soglia della propria abitazione allo scoccare del Capodanno, sia di sesso maschile, alta e con in capelli castani. Ovviamente non dovrà essere a mani vuote ma portare con sé una bottiglia di whisky e qualche altro dono. La prima cosa che si farà? Brindare all’anno nuovo con un po’ di distillato.

Un’altra tradizione interessante è quella secondo la quale il primo giorno dell’anno è bene che nessun oggetto venga portato fuori casa, almeno fino a quando non ne viene portato uno nuovo.

Edimburgo, dove vivere l’Hogmanay

Per vivere appieno lo spirito dell’Hogmanay vale la pena volare a Edimburgo, la bellissima capitale della Scozia. Qui sono in programma diversi eventi per accogliere il nuovo anno con la predisposizione giusta.

Ad esempio, la sera del 29 dicembre si tiene una fiaccolata nel centro storico della città, che ha anche uno scopo benefico. Inizio alle 18, il percorso prenderà il via alle 19,30 per concludersi intorno alle 21. Il 30, invece, spazio alla Night Afore Disco Party sotto il castello di Edimburgo.

Artisti di strada, musica, cibo e bevande: la sera del 31 l’appuntamento è con il Hogmanay Street Party: sono previste diverse aree, compresa una dedicata alla Silent Disco. Inoltre, ci sarà un concerto dei Pulp, celebre band britannica.

Appuntamenti per grandi e piccini, per vivere l’attesa e l’inizio dell’anno in maniera speciale e unica, volando in luoghi suggestivi come solo la Scozia ed Edimburgo sanno essere.

Ci sono, poi, diverse tappe da inserire in un itinerario di viaggio se si visita questa città. Tra queste il castello, Patrimonio dell’Umanità Unesco, che domina l’orizzonte dalla cima di Castle Rock, oppure – se si è appassionati di libri – si deve visitare l’Elephant House, dove J.K. Rowling ha iniziato a scrivere Harry Potter. Da non perdere anche la cattedrale St. Giles in stile gotico. E poi camminare per la città, per carpirne ogni, bellissimo, dettaglio.

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Questo gioiello italiano ha subito l’incantesimo di Natale: è un sogno

Le luci che si riflettono sull’acqua, trasformando un luogo già magnifico in un vero e proprio sogno a occhi aperti. Siamo a Bacoli, un comune che si trova in provincia di Napoli, dove le luci d’artista hanno fatto la magia. Un vero e proprio incantesimo di Natale, di cui è stato oggetto un gioiello italiano: la Casina Vanvitelliana.

Guardando questo scenario si viene proiettati in un luogo che ha le sembianze incantante della fiaba, con un percorso pedonale luccicante che si specchia sulle acque del lago Fusaro per raggiungere la Casina Vanvitelliana, che si accende con la magia che solo le luci sanno donare.

Ma non solo quella, infatti la cittadina di Bacoli avrà non uno, ma ben due parchi in cui immergersi per sentire appieno e godere della magia che solo questo periodo dell’anno sa donare.

Un sogno: l’incantesimo di Natale a Bacoli

Una fiaba da vivere l’ha definita il sindaco di Bacoli, Josi Gerardo Della Ragione. Lo ha fatto con grande entusiasmo quando ha annunciato che le luci d’artista avrebbero illuminato la Casina Vanvitelliana e che il paese avrebbe avuto due parchi natalizi su altrettanti laghi flegrei.

La Casina Vanvitelliana all’interno del parco, con tutta l’area illuminata da luci e figure luminose che creano una scenografia molto suggestiva e che sembra trasportare nel mondo magico della fantasia. E poi la Villa Comunale con oltre 10mila metri quadri di addobbi lungo il lago Miseno. Luoghi da sogno, per grandi e piccini che, qui, possono vivere un’esperienza intrisa della bellezza dei sogni, ma anche prendere parte agli eventi in programma.

In merito a questa iniziativa il sindaco ha scritto in un lungo post pubblicato su Facebook, in cui si legge anche: “Ci riusciamo grazie alla sinergia tra Comune di Bacoli, Centro Ittico Campano e PLC-City. Un’intesa molto bella, che valorizza il rapporto tra pubblico e privato. Insieme, siamo più forti. Una città, due Giardini Incantati sui laghi flegrei. E due magie diverse. Villa Comunale. Parco Reale. A 5 km di distanza. A 10 minuti in auto. Ringrazio la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Area Metropolitana di Napoli. Ringrazio l’Ente Parco dei Campi Flegrei. Ringrazio quanti stanno rendendo possibile questo nuovo traguardo così atteso per la nostra terra”.

Casina Vanvitelliana, la bellezza di un luogo del passato

È un vero e proprio gioiello italiano la Casina Vanvitelliana, usata nei tempi passati come casina di caccia. L’area su cui sorge dalla metà circa del 1700 veniva utilizzata dai Borbone per la caccia e la pesca. La struttura, realizzata nel 1782 dall’architetto Carlo Vanvitelli, veniva utilizzata per ospitare personaggi di spicco e come luogo in cui rilassarsi.

La pianta dell’edificio è particolarissima e gli interni sono strutturati in maniera molto interessante: vi è una Sala Circolare al primo piano, mentre al secondo – ovvero il piano Nobile dell’edificio –vi è la Sala delle Meraviglie. Ad arricchire il tutto la location suggestiva: si trova infatti nelle acque del lago Fusaro. Ed è anche un luogo celebre, comparso in più di una pellicola cinematografica famosa (un esempio: Ferdinando e Carolina di Lina Wertmuller).

Bellissima in ogni periodo dell’anno, vero e proprio gioiello italiano, grazie alle luci che la illuminano si è trasformata anche in un luogo incantato dove vivere l’atmosfera del Natale.

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Benvenuti nell’isola abitata più remota del mondo

Qual è l’insediamento abitato più remoto al mondo? Non può che trattarsi di un’isola, ovviamente sperduta nel bel mezzo dell’oceano. In particolare, si tratta di Tristan da Cunha: un nome che, probabilmente, alla maggior parte delle persone dice ben poco. Il posto più vicino dove trovare stabilmente altri esseri umani è ad oltre 2.000 km di distanza, e i contatti sono ridotti all’osso anche a causa delle carenti infrastrutture. Scopriamo qualcosa in più su questo vero e proprio eremo.

Tristan da Cunha, un luogo sperduto

Geograficamente parlando, Tristan da Cunha è un piccolo arcipelago situato nel cuore dell’oceano Atlantico, tuttavia è anche il nome con cui viene conosciuta l’isola più grande – nonché l’unica abitata. Le altre (l’isola Inaccessibile, le isole Nightingale e l’isola Gough) sono dei fazzoletti di terra del tutto inospitali, ed è qui che la natura ha preso il sopravvento. Ma torniamo a Tristan da Cunha: è un’isola vulcanica attiva, dal profilo piuttosto montagnoso, la cui vetta più alta è il Picco della Regina Maria che raggiunge i 2.000 metri di quota.

L’unica zona pianeggiante è anche quella che ospita la città di Edinburgh of the Seven Seas, capitale dell’arcipelago, ed è qui che si concentrano i poco più di 250 abitanti che vivono permanentemente sull’isola. La sua caratteristica principale è la lontananza dal resto del mondo: il primo insediamento abitato più vicino è l’isola di Sant’Elena, che si trova a quasi 2.400 km di distanza. Se parliamo invece della città continentale più vicina, dobbiamo arrivare nientemeno che a Città del Capo, in Sudafrica: sono ben 2.800 km di navigazione.

Oltre alla lontananza, la difficoltà principale nei collegamenti consiste nel fatto che Tristan da Cunha non possiede né un aeroporto né un porto. La si può raggiungere solo via mare, in 5-7 giorni di navigazione con partenza dal Sudafrica, e in ogni caso occorre sbarcare al largo e poi arrivare alla costa con piccole imbarcazioni da pesca. Senza contare che, se le condizioni climatiche sono avverse, l’isola può rimanere del tutto inaccessibile anche per mesi. Insomma, siamo davvero di fronte al luogo abitato più remoto del mondo.

La storia e le condizioni di vita a Tristan da Cunha

L’isola venne scoperta nei primi anni del ‘500 dal navigatore portoghese Tristão da Cunha, che le diede il suo nome – senza tuttavia esservi mai sbarcato. Le prime spedizioni avvennero solamente più di un secolo e mezzo dopo, ma non ci fu alcun vero tentativo di colonizzare l’isola fino all’800, quando gli inglesi vi spedirono una settantina di persone: solamente quattro di esse decisero di rimanere, tra cui William Glass, che viene considerato il vero fondatore dell’insediamento. Pian piano, altri coraggiosi si aggiunsero al piccolo centro abitato, sino ad arrivare ai poco più di 250 residenti attuali.

Vivere a Tristan da Cunha non è certo facile: l’isolamento è quasi totale, e la popolazione vive principalmente di pesca, agricoltura e allevamento. C’è però tutto quello di cui si può aver bisogno, tra cui un ospedale, due chiese, una scuola e un paio di locali di ritrovo. Curiosità: sull’isola è vietata l’immigrazione, sebbene i turisti siano ben accetti – almeno i pochi coraggiosi che sono pronti ad affrontare la traversata – e ci sia la possibilità di trasferirsi momentaneamente per lavoro. Naturalmente, i problemi non mancano. A partire dalla scarsità di risorse per arrivare alla salute: studiosi hanno notato una particolare diffusione di malattie genetiche dovute alla riproduzione in un ambiente estremamente ristretto di persone.

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Egitto, la migliore meta per una vacanza invernale all inclusive

Negli anni, la concorrenza è stata molto forte, ma l’Egitto è riuscito a mantenere il primato di destinazione più conveniente dove trascorrere una vacanza invernale al caldo all inclusive. Almeno per noi europei ovviamente.

Resort di lusso “abbordabile”

I resort sul Mar Rosso, da Sharm el-Sheikh a Hughada fin giù al confine con il Sudan, sono tra i migliori come rapporto prezzo-qualità.

Gli esperti parlando di “affordable luxury“, lusso abbordabile, quello che piace a noi italiani, insomma. La media delle strutture è 4-5 stelle, le formule sono quasi sempre all inclusive e chi parte per una vacanza in Egitto il più delle volte si rivolge a un’agenzia. sia essa online o fisica, che propone pacchetti volo incluso.

Il bello di una vacanza in Egitto sta proprio nel fatto di sapere quanto costa – spezzo molto poco – prima ancora di partire. Naturalmente possono esserci degli extra, in base alle proprie esigenze, dagli alcolici ai souvenir, dai trattamenti nella spa alle escursioni, ma chi desidera semplicemente godere di ciò che offre il resort dove si soggiorna può anche non sborsare un centesimo in più.

In Egitto, una coppia può trascorrere sette notti in un hotel a 5 stelle – incluso di biglietto aereo di andata e ritorno da una delle principali città italiane – con una spesa molto più contenuta rispetto ad altre mete.

Egitto sulla cresta dell’onda

Dopo qualche anno di down, dovuto alla pandemia in primis ma anche a un calo di popolarità per questioni di sicurezza e di concorrenza (il competitor numero uno, almeno per gli italiani, è sicuramente Dubai, non tanto per i prezzi quanto per il clima), l’Egitto sta tornando alla grande.

Se si desidera trascorrere una vacanza d’inverno al caldo, senza spendere troppo e senza andare troppo lontano da casa, le spiagge del Mar Rosso egiziano restano ancora le più popolari.

Amr El-Kady, CEO di Egyptian Tourism Authority, ha spiegato di recente che “Negli ultimi due anni, quando abbiamo avuto limitazioni ai viaggi a causa della pandemia, l’Egitto ha migliorato le sue infrastrutture e ha lavorato per incrementare le esperienze disponibili per i visitatori. Quindi, anche se siete già stati in Egitto, troverete molte attività da fare e potrete scegliere tra nuove strutture dove soggiornare”.

Egitto, non solo Mar Rosso

Per gli amanti del mare, la costa egiziana è decisamente l’ideale dove andare e d’inverno e la si apprezza ancor più per via della differenza di temperatura rispetto all’Italia. Le acque calde e cristalline, le spiagge bianche e le città costiere come Sharm,e Hurghada, Marsa Alam che si affacciano sul Mar Rosso, circondate da catene montuose imponenti, sono le più gettonate. Merito anche Il Mar Rosso di una delle più belle barriere coralline del mondo.

Tuttavia, non bisogna scordare la costa mediterranea dell’Egitto, che si estende da Alessandria a Marsa Matruh e che offre acque turchesi e spiagge di sabbia bianca perfette per nuotare e praticare tante altre attività. Lo chiamano l’Egitto caraibico per via dei colori che ricordano proprio la latitudini dei Tropici.

Certo, d’inverno sulla costa mediterranea le temperature sono più basse rispetto alla costa del Mar Rosso, tuttavia è il posto ideale per tutti coloro che amano non soltanto il mare ma allo stesso tempo la cultura. D’altronde, proprio a Marsa Matruh, secondo la tradizione, avrebbe fatto una sosta Alessandro Magno prima di arrivare all’oracolo di Amon che, per gli egiziani, è il dio del sole, e si trova all’interno dell’oasi di Siwa. Anche se oggi del tempio restano solo poche costruzioni, da lì si può ammirare un meraviglioso paesaggio ed è una delle escursioni imperdibili per chi sceglie di trascorrere una vacanza sulla costa mediterranea egiziana.

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Il tuo angolo di Paradiso, totalmente privato, ti aspetta in Sicilia

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Modica Country Villa - Isula Travel - Sicilia
Modica Country Villa – Isula Travel

 

Perché scegliere la Sicilia?

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Chamonix-Mont-Blanc, una Francia da sogno

Sembra un vero e proprio paradiso per gli sciatori, ma in realtà è una splendida località di villeggiatura perfetta per tutte le esigenze: Chamonix-Mont-Blanc è un piccolo borgo francese situato in montagna, a due passi dall’Italia. Considerata una delle più suggestive destinazioni turistiche invernali dell’arco alpino, ha molte sorprese in serbo per i suoi visitatori. Andiamo alla scoperta delle sue bellezze.

Chamonix-Mont-Blanc, tra piste da sci e natura

Splendido villaggio d’alta montagna, Chamonix-Mont-Blanc si trova a circa 1.000 metri di altitudine, ai piedi del maestoso Monte Bianco. Siamo nel dipartimento francese dell’Alta Savoia, dove si snoda la Valle dell’Arve, attraversata dall’omonimo fiume: qui la natura è ancora incontaminata, e offre un panorama di rara bellezza. Il borgo si trova davvero vicinissimo al confine con l’Italia, ed è collegato a Courmayeur dal Traforo del Monte Bianco. Non è dunque un caso che moltissimi turisti italiani lo scelgano come meta delle proprie vacanze, sia in estate che in inverno.

Se durante la bella stagione ci sono moltissime attività all’aria aperta tra cui scegliere, quando le montagne iniziano ad imbiancarsi con le prime nevicate sono le piste da sci ad assumere il ruolo da protagoniste. Il villaggio è servito da ben quattro impianti, ciascuna in grado di soddisfare tutte le esigenze. Il comprensorio di Brevant/Flegere ha ben 32 piste, perfette soprattutto per sciatori che hanno già un po’ di esperienza e per professionisti. Quello di The Grands Montets, invece, è il più alto e ha 28 km di discese. C’è poi la stazione sciistica di Les Houches, con ben 55 km di piste, e infine c’è l’impianto di Le Domaine de Balme, con discese più dolci che si addicono anche a chi è alle prime armi.

Cosa vedere a Chamonix-Mont-Blanc

Chamonix-Mont-Blanc è dunque una delle principali località sciistiche dell’arco alpino, alla pari di altre destinazioni molto rinomate come Zermatt (in Svizzera) o la nostra Sestriere. Tuttavia, non sono solo le piste da sci ad attrarre i turisti in questo piccolo angolo di paradiso. Ad esempio, ci sono diversi stabilimenti termali dove rilassarsi un po’ dopo una lunga discesa, oppure dove concedersi una vacanza all’insegna del wellness. Immergersi nelle calde acque sulfuree è una sensazione speciale, ancor di più se, nel contempo, si può ammirare il paesaggio incredibile del Monte Bianco.

E a proposito di Monte Bianco: qui si può vivere un’esperienza davvero unica. Da Chamonix, infatti, è possibile salire a bordo della teleferica Aiguille du Midi, che conduce sull’omonima vetta. Una volta giunti sulla cima, c’è la telecabina Panoramic Mont Blanc che arriva a Punta Helbronner, l’alta montagna francese che sorge proprio al confine con l’Italia. E da qui, non resta che prendere la funivia Skyway Monte Bianco, che scende sino a Courmayeur offrendo un panorama pazzesco che non ha eguali nel resto del mondo.

Naturalmente, poi, si può visitare il pittoresco centro storico di Chamonix-Mont-Blanc: è un luogo ricco di fascino, diviso tra vetrine illuminate e locali dove assaporare tante specialità del posto, ma anche antichi edifici e piccole chiesette. Come, ad esempio, la candida Chiesa di San Michele, che svetta con il suo campanile contro il profilo delle montagne. Per i più curiosi, inoltre, c’è il Museo Alpino di Chamonix che offre uno spaccato sulla storia di questa regione, con tanti cimeli da scoprire. E se siete amanti della vita notturna, sappiate che il villaggio viene chiamato anche la “piccola Ibiza delle Alpi”: non mancano discoteche, club e persino un casinò dove divertirsi fino a notte fonda.