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In questo hotel puoi scegliere se dormire in Francia o in Svizzera

L’avidità, in senso positivo, è un sentimento che conoscono bene i viaggiatori. Un desiderio incontrollato di conoscere le culture degli altri popoli, di scoprire nuovi territori, di ammirare le bellezze di Madre natura e tutti quei monumenti architettonici e artistici che si sono trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche.

Gli avventurieri che hanno fatto del viaggio uno scopo della vita, si riconosceranno senz’altro in questa descrizione. Proprio loro che vagano da una destinazione all’altra creando itinerari che gli permettano di scoprire quante più meraviglie possibili quando sono in viaggio. Dunque, perché accontentarsi? Perché non scegliere di stare in due Paesi contemporaneamente?

Esiste un posto, infatti, che permette di fare questo. Un alloggio unico al mondo in cui tutti dovremmo dormire almeno una volta nella vita. Un hotel che si snoda in due Paesi e che permette agli ospiti di scegliere se dormire in Francia o in Svizzera. Benvenuti all’Hotel Arbez.

Alloggiare in due Paesi contemporaneamente

Gli alloggi, lo sappiamo, sono diventati parte integrante e caratterizzante di esperienze di viaggio straordinarie e indelebili. Negli ultimi hanno ne abbiamo scovati e sperimentati tantissimi, eppure nessuno degli hotel che abbiamo visitato assomiglia a questo.

Il suo nome è Hotel Arbez, conosciuto anche più semplicemente come Arbézie. Si tratta di una struttura accogliente situata al confine tra due Paesi. Passeggiando tra i corridoi, e alloggiando in una delle camere dell’edificio, potrete attraversare i confini tra Francia e Svizzera, e viceversa, senza neanche rendervene conto.

Costruito nel XIX secolo dalla famiglia Arbez nei pressi del piccolo villaggio di La Cure, nel Canton Vaud, l’Arbezie è diventato involontariamente protagonista di una disputa territoriale tra la Francia e la Svizzera per ottenere il controllo della Vallée des Dappes. Al termine di questa il villaggio di La Cure è stato diviso a metà tra le due Nazioni, e le autorità hanno deciso di destinare la stessa sorte alle attività e agli edifici presenti sul territorio. Ma l’hotel Arbez si trovava proprio nel mezzo del confine, così ecco che è diventato per metà svizzero e per metà francese.

Trovandosi in una situazione senza precedenti, l’allora proprietario Max Arbez, ha proclamato l’edificio come sede del principato di Arbézie, creando in maniera umoristica e goliardica una micro-nazione con tanto di bandiera personale. Ecco perché alloggiare in questo edificio permette oggi di attraversare e visitare contemporaneamente non due Paesi, ma tre!

Vuoi dormire in Francia o in Svizzera?

L’hotel Arbez, come anticipato, si trova nel villaggio di La Cure. Costruita nel XIX secolo in stile alpino, la struttura è caratterizzata da un‘atmosfera rustica e accogliente che ha come obiettivo quello di far sentire gli ospiti come a casa.

L’hotel, ancora di proprietà della famiglia Arbez da 4 generazioni, consente ai viaggiatori di soggiornare contemporaneamente in due Paesi. Camminando tra i corridoi, e spostandosi da una parte all’altra dell’edificio, gli ospiti possono attraversare i confini della Francia e della Svizzera senza neanche rendersene conto. La posizione di alcune camere, poi, consente addirittura di dormire con la testa in Francia e con i piedi in Svizzera.

All’interno della struttura, inoltre, è presente anche una locanda, che ogni giorno presenta agli ospiti un menu che comprende le specialità culinarie dei due Paesi in questione.

Insomma, alloggiare qui permette di prendersi una pausa inedita dal caos cittadino e rilassarsi all’interno di un ambiente familiare e accogliente. Ma vuol dire soprattutto concedersi la straordinaria possibilità di stare in due Paesi contemporaneamente. E voi, in quale dei due volete dormire?

Una camera dell'hotel Arbez

Fonte: Photononstop /Alamy/ IPA

Una camera dell’hotel Arbez
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Idee di Viaggio Olanda Viaggi

C’è un posto in Italia che sembra uno scorcio d’Olanda

Organizzare un viaggio in qualsiasi luogo del mondo, e in ogni periodo dell’anno, è sempre un’ottima idea. Lo sanno bene gli avventurieri che non perdono occasione di esplorare il globo in lungo e in largo per andare alla scoperta di tutte le meraviglie che appartengono al nostro pianeta.

Si mettono in viaggio per toccare con mano i grandi capolavori di Madre Natura o per esplorare i monumenti artistici e architettonici che sono diventati i simboli di città e Paesi interi. Lo fanno per conoscere le culture, le usanze e le tradizioni dei popoli del mondo, ma anche per scoprire e riscoprire città, paesi e villaggi che mutano con l’alternarsi delle stagioni.

Ed è proprio per celebrare l’arrivo della stagione più magica di sempre, quella che vede il risveglio della natura, che abbiamo deciso di portarvi in un luogo incantato. Per visitarlo non abbiamo bisogno di volare dall’altra parte del mondo perché questo posto si trova in Italia. Si tratta di un castello del XIII secolo che ospita un giardino fiorito, e che in primavera sembra uno scorcio d’Olanda: è bellissimo.

Fioriscono i tulipani a Torino: l’appuntamento imperdibile

La primavera, dicevamo, è probabilmente una delle stagioni più affascinanti dell’anno. Tutto merito della natura che, con il suo lento risveglio, mette in scena spettacoli grandiosi e straordinari che incantano gli occhi e inebriano i sensi. Stiamo parlando delle fioriture, quelle cangianti e profumate, che colorano di magia le strade, i quartieri e le piazze delle città che conosciamo.

Tra le più celebri del mondo ci sono le fioriture dei tulipani, che ogni anno tingono di bellezza l’Olanda attirando migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Ma come anticipato, non abbiamo bisogno di allontanarci così tanto dal nostro Paese, perché anche l’Italia ha il suo scorcio d’Olanda, ed è un incanto.

Ci troviamo nel cuore del Piemonte, tra Torino e Alba, è più precisamente a Pralormo, un paese di appena 2000 abitanti adagiato su una collina tra  Pianalto e l’inizio del Roero. È qui che sorge un castello medievale dalle fattezze fiabesche che vanta una delle fioriture più belle e straordinarie del BelPaese. A partire dal mese di aprile, infatti, oltre 100000 tulipani, accompagnati da narcisi, colorano i dintorni del Castello di Pralormo regalando ai visitatori uno spettacolo senza uguale.

Per celebrare la fioritura, ogni anno viene organizzata una mostra-evento che prende il nome di “Messer Tulipano”, e che attira visitatori provenienti da ogni parte d’Italia e non solo.

Migliaia di tulipani stanno per fiorire: il Castello di Pralormo sembra l’Olanda

Costruito nel XIII secolo come fortezza per la difesa del territorio, il Castello di Pralormo è stato posseduto da diverse famiglie che ne hanno segnato la storia e i lineamenti attuali,  fino ad arrivare a quella di Pralormo, dal quale prende il nome.

È stata proprio un’erede di questa famiglia a creare il giardino delle meraviglie. Dopo un viaggio in Olanda, e incantata dai colori e dai profumi delle fioriture, Consolata Pralormo ha deciso di inaugurare nella primavera del 2000 un grande evento dedicato proprio a queste piante bulbose.

Da quel momento in poi, e fino a oggi, la manifestazione “Messer Tulipano” è diventata un appuntamento imperdibile per tutti gli amanti delle fioriture. Con l’arrivo della primavera, infatti, il parco progettato nel XIX secolo dall’architetto Xavier Kurten, si trasforma in un tripudio di colori e profumi che incantano lo sguardo e inebriano i sensi grazie alla fioritura di migliaia di tulipani e narcisi.

L’appuntamento annuale si svolge nel mese di aprile nello storico parco del Castello di Pralormo, con un’esposizione floristica che ogni anno si rinnova, portando in scena la fioritura di oltre 100000 tulipani di specie differenti.

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Koh Kood, l’isola più selvaggia della Thailandia

La Thailandia è una destinazione amata dai turisti di tutto il mondo. Presa d’assalto praticamente tutto l’anno, è un vero paradiso tropicale in cui ognuno di noi può trovare la sua dimensione ideale. Ma c’è un’isola, generalmente meno caotica delle altre, che è una vera esplosione di natura, un fazzoletto di terra selvaggio che saprà conquistare il cuore di tutti i suoi visitatori: Koh Kood.

Dove si trova Koh Kood

La meravigliosa isola Ko Kood si trova nel Golfo di Thailandia, a poca distanza dalla Cambogia, nella provincia di Trat. Chiamata anche Ko Kut, è la quinta isola più grande del Siam e fa parte dell’arcipelago di Mu Ko Chang che è caratterizzato da un totale di 52 isole per lo più disabitate.

Visitarla è come fare un viaggio nella Thailandia più autentica, quella di tanti anni or sono, prima che diventasse una così bramata meta turistica. Ciò vuol dire che non presenta particolari attrazioni turistiche, discoteche o simili: è una vera esplosione di natura esotica, flora e fauna selvaggia, mare turchese cristallino e lunghe spiagge di soffice sabbia bianca.

Facendo tappa a Koh Kood vi ritroverete in un’isola davvero particolare che si distingue per il suo interno selvaggio e lussureggiante impreziosito da un alternarsi continuo di montagne, picchi scoscesi e cascate, per arrivare poi fino a baie e lagune incontaminate che prendono vita tra scogliere di roccia granitica e lava vulcanica. Tante anche le spiagge di sabbia bianchissima lambite da un mare limpido, barriere coralline e pesci tropicali dai mille colori.

A lungo trascurata dal governo thailandese, solo dai primi anni del 2000 ha iniziato a sviluppare un principio di turismo e attualmente può essere raggiunta con uno dei tanti traghetti giornalieri, per via aerea con 1 ora da Bangkok sulla cittadina di Trat, oppure via terra privatamente in circa 4/5 ore con destinazione porto di Laem Sok.

isola Koh Kood

Fonte: iStock

Spiaggia di Ao Tapao sull’isola di Koh Kood

La natura incontaminata di Koh Kood

Scegliendo come meta Koh Kood dovete essere consapevoli che qui non troverete musei o templi per approfondire la conoscenza della cultura locale. Fare un viaggio da questa parti, infatti, vuol dire scegliere di immergersi in numero considerevole di luoghi incantevoli ma nei quali lasciarsi cullare dalle infinite meraviglie della natura.

Sulla costa meridionale, per esempio, potrete mettervi alla prova grazie a una serie di ripide pareti di roccia che possono essere scalate. Non mancano i percorsi percorsi di trekking che si addentrano nella giungla di mangrovie e alberi tropicali.

Essendo un’isola percorsa da diversi torrenti e piccoli corsi d’acqua, Koh Kood pullula anche di splendide cascate. Una di queste è la Klong Yai Kee Waterfall, ma non da meno è la Klong Chao dove è possibile fare un tuffo in un’acqua color smeraldo dai riflessi turchesi.

Questa zona, tra le altre cose, è popolata da scimmie, maiali selvatici, macachi, caprioli, pappagalli, falchi e molti altri uccelli dai mille colori.

Da non perdere, inoltre, sono Sai Yai e Makayuk, due enormi alberi secolari – da 200 a 500 anni – situati nell’entroterra dell’isola. Sono degli incredibili arbusti che sono in grado di produrre delle radici aeree che pendono dai rami, toccano terra e diventano altrettanti fusti supplementari. Una particolarità che rende questi alberi davvero giganteschi.

Cascata di Klong Chao

Fonte: iStock

La cascata di Klong Chao

I villaggi da non perdere

Chi vuole saperne un po’ di più sulla popolazione locale, non può di certo non fare una sosta al villaggio di Ao Salat dove c’è il molo principale. Si caratterizza per essere un grazioso paesino abitato prevalentemente da pescatori che vivono in palafitte.

Altrettanto tipico è il villaggio di Ao Yai, anch’esso dimora di pescatori, che si distingue per essere davvero colorato e pieno di suggestivi ponticelli.

Le spiagge più belle dell’isola

È praticamente impossibile fare un viaggio in Thailandia e non pensare al suo incantevole mare. E come vi dicevamo in precedenza, l’isola pullula di spiagge che sono un vero sogno a occhi aperti. La principali distese di sabbia bianca e fine sono situate lungo la costa occidentale, ma non sono da meno quelle che si trovano altrove.

Le prime che vi consigliamo sono Secret Beach e Haad Klong Yai Kee beach, due spiagge bellissime un po’ difficili da raggiungere su strada ma che valgono assolutamente la pena. Haad Klong è la più piccolina e lambita da un’acqua dalle tonalità verdi/azzurre. Secret Beach – come lascia intendere il nome- si trova nascosta dietro a un promontorio roccioso. Dall’acqua così limpida che sembra un diamante, è situata di fronte a un’altra straordinaria perla thailandese: l’isola di Koh Raet.

La più centrale e frequentata è Ao Klong Chao Beach che è composta da una finissima sabbia candida circondata dalle mangrovie della foresta tropicale. Qui potrete trovare la maggior parte dei resort più rinomati.

Altrettanto affascinante è Soneva Khiri Beach, una spiaggia privata che dà il nome al vicino hotel. Il posto perfetto per dedicarsi a varie attività sportive come lo snorkeling, la pesca subacquea e il kayak.

Koh Kood spiagge più belle

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Una delle spiagge di Koh Kood

Decisamente più intima Yak Kee Beach, non distante dall’omonima cascata. È importante sapere che è piuttosto difficile da raggiungere a causa delle sconnessioni del sentiero per accedervi, ma una volta arrivati sarete felici di averlo fatto.

C’è poi Tapao Beach, un’altra spiaggia molto interessante lunga circa un chilometro e contornata da alte palme da cocco.

Il viaggio alla scoperta delle fantastiche spiagge di quest’isola continua con Ao Ngam Kho beach, una baia di circa 650 metri di sabbia bianca grezza e porosa. Un punto in cui la bassa marea arriva poco, e quindi ideale per fare tuffi indimenticabili.

Infine – ma le spiagge presenti sull’isola non sono di certo finite qui – Ao Phrao Beach, una delle più incontaminate dell’isola.

Per ultimo, è bene sapere che il periodo migliore per andare nell’isola di Ko Kood va da novembre ad aprile con qualche eccezione per maggio in quanto è un mese transitivo tra la stagione calda (da novembre ad aprile) e quella delle piogge (da maggio ad ottobre).

L’arcipelago in cui si trova quest’isola eccezionale della Thailandia è particolarmente esposto ai venti monsonici che provengono da sud-ovest. Ciò vuol dire che da maggio in poi le piogge diventano sempre più frequenti, e in particolare ad agosto, settembre e ottobre sono molto insistenti.

spiaggia di Koh Kood tramonto

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I tramonti di Koh Kood
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Abruzzo Borghi Calascio castelli Idee di Viaggio luoghi misteriosi Viaggi

Questo castello innevato è la cartolina invernale più bella d’Italia

Il castello imbiancato e un candido manto di neve che avvolge la vallata: sembra la scena di un film realizzata a regola d’arte, ma in realtà è del tutto naturale e si trova in Italia.

L’atmosfera magica che contraddistingue questo borgo si trova a Rocca Calascio, in Abruzzo, che con il suo scenario da cartolina è stata l’ambientazione perfetta per film come “Ladyhawke” e “Il nome della rosa”. Qui i colori caldi e avvolgenti del tramonto si mixano con il bianco della neve, pronti a irradiare le vette del Gran Sasso in un contrasto che lascia senza fiato e che è impossibile da perdere.

Il castello più alto d’Italia immerso nella neve

Posizionato a 1460 metri d’altitudine, Rocca Calascio è un antico borgo di origini medievali che oltre ad avere il primato della bellezza ha anche quello dell’altezza. Infatti è il castello più alto d’Italia e uno dei più alti in Europa.

Situato a pochi chilometri da Calascio (in provincia de L’Aquila), l’atmosfera che si respira è sempre affascinante, ma è in inverno che dà il meglio di sé con la neve che rende tutto ancora più misterioso.

La fortezza, costruita intorno al XII secolo in una posizione strategica per consentire di controllare la vallata, in inverno spicca ancora di più. In effetti è nel periodo più freddo dell’anno che diventa un tutt’uno con la roccia su cui è eretta, pronta ad emergere e a dominare incontrastata sul manto innevato. Il silenzio che regna sovrano è il compagno ideale per raggiungere il castello con le ciaspole ai piedi. Una volta arrivati in cima, davanti ai nostri occhi avremo un panorama talmente suggestivo da sembrare irreale perché potremo ammirare le più importanti montagne dell’Appennino: la catena del Gran Sasso, la Majella e il Sirente-Velino.

La neve di Rocca Calascio

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Rocca Calascio in tutto il suo splendore

Le bellezze che circondano Rocca Calascio

Il castello realizzato in pietra bianca non è l’unica attrazione da ammirare. Vicino alla rocca c’è la Chiesa di Santa Maria della Pietà, un edificio costruito tra il XVI ed il XVII secolo sulle rovine di una edicola rinascimentale. La struttura ottagonale con cupola a otto spicchi merita di essere visitata perché al suo interno conserva il dipinto della Vergine Miracolosa e una scultura di San Michele Armato.

Come tutti i luoghi antichi, anche l’origine della chiesa è accompagnata da una leggenda. Infatti si narra che dopo anni di battaglie e saccheggi, la popolazione del borgo riuscì a sconfiggere una banda di briganti. Proprio per onorare la Madonna Miracolosa e ringraziarla del suo intervento nella vittoria venne costruita la chiesa.

Santa Maria della Pietà a Rocca Calascio

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La chiesa di Santa Maria della Pietà innevata a Rocca Calascio

La vallata che ospita Rocca Calascio offre al visitatore non solo un castello ricco di storia e una chiesa incantevole, ma anche un borgo medievale tutto da scoprire. Il piccolo villaggio, caratterizzato da strade strette e vicoli ed edifici in pietra bianca si trova lungo la strada che collega Santo Stefano di Sessanio al centro della città di Calascio. Inizialmente ospitava tutta quella popolazione che non poteva vivere all’interno del piccolo castello. Dopo una serie di terremoti che colpirono la zona tra il XIV e il XV secolo, la popolazione decise di scendere più a valle. Fu solo nel 1793 a seguito di un ennesimo terremoto, che gli abitanti si trasferirono a Calascio. Che sia inverno o estate, la cosa certa è che Rocca Calascio con le bellezze che la circondano è una meta che non delude mai e che è pronta e entrare nel cuore di ogni visitatore.

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Berat, spettacolo incredibile dell’Albania

Dal 2008 è Patrimonio UNESCO, raro e fulgido esempio di città ottomana perfettamente conservata, ed è una delle mete che non si possono perdere durante un viaggio in Albania: ecco Berat, la “città dalle finestre sovrapposte” lungo il fiume Osum, dove si respirano oltre 24 secoli di storia e la convivenza in armonia di varie comunità religiose e culturali nel corso dei secoli.

Assomiglia a una cartolina con le persiane e le piccole finestre delle bianche case arroccate sulla montagna che donano scorci mozzafiato e la cittadella fortificata (Kala) abitata, oggi come centinaia di anni fa, dalle famiglie del luogo.

Una meta che trasporta indietro nel tempo, al cospetto dell’Albania rurale e che, al contempo, offre i servizi di una cittadina inserita a pieno titolo nelle guide turistiche.

Cosa vedere a Berat, la città dalle mille finestre

Il modo migliore per scoprire Berat e immergersi nella sua atmosfera tipica è percorrerla a piedi, senza fretta.

La prima tappa da non perdere è, senza dubbio, il Castello, fortezza monumentale che si staglia a 241 metri su una collina rocciosa alla destra del fiume e domina tutta la città.

Anche se le prime tracce di fortificazione di Berat risalgono addirittura al IV secolo a.C, il castello assume la sua attuale forma, caratterizzata da planimetria triangolare, possente cinta muraria e 24 torri, nel XIII secolo d.C. con Michael I Comneno Doukas, cugino dell’imperatore bizantino e despota dell’Epiro.

Potrete raggiungerlo con una magnifica passeggiata che attraversa tutto il quartiere storico di Mangalem: non appena sarete al cospetto del Castello, rimarrete colpiti dal suo tessuto urbano disegnato da secolari case in pietra tuttora abitate, piccoli negozi, ostelli, ristoranti, resti di moschee e chiese racchiusi all’interno di un vero e proprio quartiere autentico, Kala, dove non è raro imbattersi in gruppi di bambini che giocano e anziani pastori che transitano con le loro greggi di pecore.

Altro fiore all’occhiello della fortezza è il suggestivo punto panoramico che osserva il Monte Shpirag.

Ma non soltanto: nel cuore della cittadella, spiccano ben 15 chiese, la maggior parte risalenti al XIII secolo: su tutte, meritano una menzione particolare la Chiesa di Santa Maria Vllaherna, impreziosita da pregevoli dipinti e mosaici a opera di Nikolla, figlio del pittore Onufri, e la Chiesa di San Teodoro, dipinta con assoluta maestria proprio da Onufri.

chiesa san teodoro berat

Fonte: iStock

La Chiesa di San Teodoro

Presso la Cattedrale Ortodossa di Santa Maria, l’edificio religioso più grande della cittadella, è altresì ospitato il Museo Nazionale Iconografico Onufri, dove ammirare i magnifici dipinti religiosi di Onufri del XVI secolo e la più ricca collezione di icone dell’Albania, con 173 opere (60 oggetti liturgici e più di 100 icone) realizzate dai maggiori pittori albanesi tra il XIII e il XX secolo.

Cuore dell’esposizione sono poi certamente i capolavori di Onufri, maestro dell’arte sacra del XVI secolo, contraddistinti dall’utilizzo dei colori rosso e rosa e dall’inedito realismo per l’epoca.

Da non perdere poi la Chiesa della Santissima Trinità, chiesa bizantina di epoca medievale, che conserva tutt’ora la struttura del periodo paloeologo: con pianta a croce greca e sormontata dalla cupola, è composta dal naos, dal narcete e dall’alcova.

Ancora, a Berat le chiese cristiane fanno da contraltare alle moschee, in un contesto multireligioso: da segnalare, all’interno della cittadella fortificata, le rovine della Moschea Rossa e della Moschea Bianca, monumenti culturali dell’Albania dal 1961.

I quartieri di Mangalem e Gorica e le loro attrazioni

Dopo aver apprezzato l’area del Castello, non vi resta che passeggiare nel labirinto di stradine che contraddistingue i due quartieri storici della città, Mangalem e Gorica.

Il primo quartiere che troverete arrivando dalla Cittadella è Mangalem, dove lasciarsi incantare dalla Moschea del Sultano, la più antica, dalla Moschea di Piombo del XVI secolo, dalla Moschea dei Celibi che si sviluppa su due piani, e dal Museo Etnografico la cui ricca collezione di oggetti d’arredo e attrezzi da lavoro offre uno spaccato perfetto della cultura folkloristica del territorio.

Spettacolare anche la Chiesa di San Michele, splendido esempio di architettura ortodossa del XIII secolo con la vicina e omonima grotta che fu, in passato, santuario cristiano.

Oltrepassato poi il Ponte di Gorica con 7 archi ed eleganti pietre bianche, vi ritroverete nel quartiere Gorica, impreziosito da numerose chiese di recente costruzione tra cui citare l’imponente Chiesa di San Spiridione e la Chiesa di San Tommaso, notevole meta di pellegrinaggio.

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Val Mivola, infinite esperienze nelle Marche

C’è una zona delle Marche, e più precisamente in nove comuni della provincia di Ancona: Arcevia, Barbara, Castelleone Di Suasa, Corinaldo, Ostra, Ostra Vetere, Senigallia, Serra De’ Conti, Trecastelli, che si trova tra i fiumi Misa e Nevola e che offre un’infinità di itinerari e altrettante imperdibili esperienze.

Il territorio in questione prende il nome di Val Miviola e permette di passare dall’arte all’artigianato, dalla natura allo sport, dall’enogastronomia alla storia e alla devozione. In sostanza, in questo angolo d’Italia è possibile sorprendersi, emozionarsi, e  allo stesso tempo, divertirsi, inebriarsi di cultura e rilassarsi a stretto contatto con la natura.

Val Mivola: un museo diffuso e un parco naturale allo stesso tempo

Avete letto bene, la Val Mivola è un museo diffuso e un parco naturale allo stesso tempo. Tutto merito degli Appennini da un lato, delle placide coste accarezzate dal mare dall’altro e, nel mezzo, di borghi incantati, unici e caratteristici.

Ognuno dei suoi nove comuni, infatti, può vantare le sue tipicità, delle perle rare che val la pena visitare. Scopriamoli insieme.

Senigallia, la località balneare per eccellenza (e non solo)

Da molti Senigallia è conosciuta come una delle località balneari più famose d’Italia. Del resto la sua ampia spiaggia di velluto, lunga ben 14 chilometri, e l’affascinante Rotonda sul Mare non possono che confermare quanto appena detto. Ma la verità è che questa cittadina è molto di più.

Vi basti pensare che è stata nominata Città della fotografia anche grazie al suo Palazzo del Duca dove si trovano le opere del grande fotografo Mario Giacomelli, nato e vissuto in città: una collezione permanente di circa 80 fotografie che racconta l’universo poetico ed artistico di Giacomelli.

Senigallia marche

Fonte: Ufficio Stampa

Veduta di Senigallia

Per i più fervidi ammiratori del fotografo, è immancabile l’itinerario che ricostruisce il legame tra alcuni suoi scatti e le colline della sua amata città natale. Si tratta di un percorso ad anello che si sviluppa per circa 10 km in una vasta zona della campagna circostante in direzione di Ostra e che permette di indagare il rapporto dell’artista con le sue radici, il suo passato e la sua terra.

Trecastelli, con un museo meraviglioso

A Trecastelli, invece, avrete la possibilità di visitare il Museo Nori de’ Nobili che custodisce un’ampia selezione delle opere di questa grande pittrice e rappresenta uno dei pochi musei interamente al femminile.

Ci sono ben cinque stanze che conservano circa settanta dipinti e che rappresentano ognuna un periodo specifico della vita di Nori, tratteggiando l’intero percorso artistico e il travagliato vissuto della pittrice. Il Museo Nori de’ Nobili è il vero punto di partenza per la riscoperta critica della pittrice marchigiana, a lungo ingiustamente dimenticata nel panorama artistico contemporaneo.

Ostra, una tappa all’insegna della spiritualità

I più spirituali potranno trovare pane per i loro denti a Ostra dove sorge il Santuario della Madonna della Rosa che custodisce gelosamente una raccolta di tavolette votive che sono una testimonianza di autentica devozione popolare in una forma artistica molto intensa e suggestiva.

Molto suggestivo è anche il piccolo Teatro La Vittoria, un’affascinante struttura dalla forma di ferro di cavallo la cui costruzione attuale risale al 1863. Il palcoscenico venne edificato in legno d’abete secondo i dettami dell’acustica del senigalliese Cortesi. Vincenzo Nini, invece, dimorando per sei mesi consecutivi all’interno del teatro, mise a punto il complesso e ingegnoso macchinario di scena, tutt’oggi funzionante e visitabile.

teatro di ostra marche

Fonte: Ufficio Stampa – Ph: Andrea Giuliani

Il bellissimo Teatro di Ostra

Corinaldo, piccolo gioiello

Ben più noto, ma ugualmente spettacolare, è Corinaldo che si distingue per essere un piccolo gioiello circondato da una poderosa cinta muraria di quasi 1 km. Straordinario è il suo centro storico medievale che si sviluppa in vicoli stretti in cui perdersi per poi ritrovarsi nel mezzo di incantevoli piazze.

Corinaldo, però, gode anche di una curiosa fama: è la “Città dei matti”. Un soprannome che si deve ad una serie di storie legate ai suoi abitanti. Si narra, per esempio, di un figlio emigrato in America che spediva i propri guadagni al padre – di nome Scuretto – per costruire la loro casa. Soldi che però, puntualmente, finivano nelle osterie di Corinaldo.

Alla richiesta del figlio di esibire una prova dello stato dei lavori della casa, Scuretto ebbe l’idea geniale di far costruire solo la facciata di un edificio con tanto di numero civico, facendosi poi fotografare alla finestra della finta abitazione. Il figlio non se la bevve, e smise di inviare i soldi. Così la casa non venne mai finita e oggi, a metà di via della Piaggia, ovvero la scalinata centrale di Corinaldo, al civico numero 5 sorge una facciata con tanto di targa che recita “casa di Scuretto”.

Ostra Vetere con la casa di terra e paglia

L’itinerario in Val Mivola continua per raggiungere Ostra Vetere dove è d’obbligo una sosta alla casa di terra e paglia, una costruzione che risale agli inizi del Novecento e che rappresenta un interessante esempio di architettura povera.

Castelleone di Suasa tra storia e antichità

E ancora storia e antichità a Castelleone di Suasa, dove dimorano i resti di uno dei siti romani più ricchi e interessanti della regione: il municipium di Suasa. Poco conosciuto dalle fonti antiche, era in realtà un centro importante della valle, soprattutto dal punto di vista commerciale.

L’antico abitato, stretto e lungo, chiuso ai lati dal fiume Cesano e dalle colline, ospitava il vasto anfiteatro costruito alla fine del I sec. d.C., uno dei più grandi della regione, capace di accogliere diverse migliaia di spettatori.

Barbara, dove fare un incredibile percorso

Raggiunta Barbara, il consiglio è quello di seguire il percorso della Canalecchia, un affascinante itinerario alla scoperta delle leggende e dei “tesori” di questo piccolo borgo. Uno di questi è il Ponte del Bombo che prende il nome da un brigante della zona.

Barbara marche
Veduta di Barbara

Poi i Sabbioni, un tratto di strada costeggiato da alte scarpate di sabbia compressa che durante la Seconda Guerra Mondiale si trasformarono in un perfetto rifugio dai bombardamenti. Infine la Canalecchia, un’antica sorgente circondata da una fitta vegetazione, un luogo ricco di significato per la popolazione del posto perché si narra che qui Santa Barbara salvò la popolazione fermando l’esercito invasore.

Il percorso poetico a Serra De’ Conti

Un’esperienza unica e particolare è poi il percorso poetico studiato dal poeta Gio Evan a Serra De’ Conti: con una mappa da ritirare all’ufficio turistico del comune, i viaggiatori potranno andare alla ricerca delle dieci poesie nascoste nei vicoli del centro storico del paese, alla scoperta degli angoli più suggestivi di questo grazioso borgo.

Molto interessante è anche il Museo delle Arti Monastiche “Le Stanze del Tempo sospeso”, che raccoglie i reperti di cultura materiale appartenuti al vicino Monastero di S. Maria Maddalena.

Arcevia e i suoi Castelli

Infine, Arcevia e i suoi Castelli, luoghi magici incastonati nel verde dei boschi, circondati da alte mura, dove sembra che il tempo si sia fermato: Avacelli, Castiglioni, Montale, Piticchio, Loretello, Nidastore, San Pietro in Musio, Palazzo e Caudino sono nove fortezze medievali dalle quali godere di splendidi panorami e viste mozzafiato.

Insomma, la Val Mivola merita di essere scoperta, anche perché accoglie tutti i suoi visitatori con un’offerta turistica ricca e vivace.

Arcevia marche

Fonte: iStock

Veduta di Arcevia
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In Ungheria c’è un luogo magico, che sembra provenire da un altro mondo

Non solo Budapest, città ricca di fascino e di splendidi monumenti tutti da visitare: l’Ungheria è una destinazione meravigliosa che cela alcune piccole perle assolutamente da scoprire. La sua natura ancora incontaminata è l’ideale per una vacanza in pieno relax, e sulla scia del turismo legato al wellness c’è un luogo che vi lascerà sicuramente a bocca aperta. È un gioiello naturale scoperto quasi per caso, che ha avuto origine da un fenomeno così raro che si verifica solo in tre posti al mondo.

Le piscine naturali di Egerszalók

A circa 90 km da Budapest, potrete trovare un luogo dall’aspetto magico: si tratta delle piscine naturali di Egerszalók, una sorgente di acqua termale proveniente dalle viscere della terra che ha dato vita ad uno spettacolo meraviglioso. La cornice è quella dei monti Matra, appartenenti ai Carpazi Occidentali, tra le cui vette spunta quella più alta di tutta l’Ungheria. Qui, solo una manciata di anni fa, è avvenuta una scoperta sorprendente. Nel 1961, alcuni operai stavano lavorando alla ricerca di gas naturale e petrolio. L’esplorazione perforativa non ha dato i suoi frutti, ma ha portato alla luce questa sorgente nascosta in profondità.

L’acqua calda, che raggiunge temperature attorno ai 65-68°C, sale in superficie da ben 410 metri di profondità ed è così ricca di minerali che ha dato vita ad una collina di sale di ben 1.200 metri quadrati. Accanto ad essa, nel corso del tempo si sono formate delle piccole piscine naturali terrazzate: la sorgente, scendendo sul fianco di una piccola altura, ha infatti depositato residui di calcio, magnesio, zolfo e altri minerali che, solidificandosi, hanno creato queste pozze dall’aspetto così suggestivo. Si tratta di un fenomeno piuttosto raro, visibile solamente qui e in altri due luoghi al mondo: a Pamukkale, in Turchia, e presso il Parco Nazionale di Yellowstone, negli Stati Uniti.

La collina di sale a Egerszalók

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La collina di sale a Egerszalók

Sono molti i turisti che giungono presso Egerszalók per sfruttare le incredibili proprietà terapeutiche delle sue acque termali, che contengono ben 30 oligoelementi diversi. E anche le l’atmosfera è particolarmente ricca di zolfo, che permea l’aria con il suo caratteristico odore pungente, immergersi nelle piscine naturali rimane un’esperienza meravigliosa e salutare. Solo qualche anno fa, le sorgenti termali sono state ufficialmente dichiarate luogo di cura: le sue acque possono curare disturbi ossei e articolari, problemi dermatologici e malattie ginecologiche.

Cosa vedere nei dintorni di Egerszalók

Le piscine naturali non sono certo l’unica attrattiva di una regione ricca di bellezze. Dopo aver ammirato l’incredibile panorama offerto dalla collina di sale e dalle piccole pozze d’acqua terrazzate, potete immergervi nei dintorni e scoprire tanti luoghi meravigliosi. Il primo è proprio il villaggio di Egerszalók, che si trova a due passi dalle piscine: è un coacervo di strette viuzze su cui si affacciano tante casette, e vi si respira l’atmosfera autentica dell’Ungheria. Particolarmente affascinanti sono poi le abitazioni rupestri scavate nelle rocce di tufo, il perfetto connubio tra natura e opera dell’uomo.

Tappa imperdibile per chi ama esplorare luoghi incontaminati è il lago artificiale creato dallo sbarramento del torrente Laskó, dove molte persone si riuniscono per pescare. E a poca distanza si può infine visitare la cittadina di Eger, dove potrete ammirare un suggestivo castello costruito più di mille anni fa: le sue mura hanno visto passare tantissima storia, e ne porta ancora impressi i segni. Naturalmente, potete concludere la vostra esplorazione assaporando alcune specialità tipiche del luogo e degustando i migliori vini della regione.

Il centro storico di Eger

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Il centro storico di Eger
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Mangiare in un igloo trasparente in mezzo alla neve: succede in India

Ogni volta che si va al ristorante, c’è un dettaglio a cui si pensa troppo poco ma che può rendere il pasto ancora più speciale e gustoso: il panorama. Una vista mozzafiato può fare la differenza e questo è probabilmente quello a cui hanno pensato i direttori di un hotel indiano. Il paese asiatico fa pensare a tutto, tranne che a quello che si trova all’interno di questo albergo. È qui che sorge infatti un ristorante che ha deciso di far provare ai suoi clienti un’esperienza più unica che rara: mangiare dentro un igloo di vetro. Proprio così, la tipica costruzione eschimese ha varcato i confini del Polo Nord fino ad arrivare a Gulmarg, la destinazione indiana perfetta per chi ama l’inverno.

Una cena speciale all’interno di un igloo

Perché tanti igloo di vetro proprio in India? Gulmarg è un vero e proprio paradiso per gli escursionisti e appassionati di montagna, visto che si trova a pochi passi dall’Himalaya. Qui è possibile sciare, praticare snowboard oppure semplicemente godersi un bel viaggio circondati dalla neve e dai paesaggi incontaminati. Il ristorante-igloo è stato aperto di recente dall’hotel Kolahoi Green Heights e l’iniziativa ha avuto subito un successo clamoroso.

Il format originale del locale non poteva non conquistare la clientela che può vivere mi prima persona un’esperienza culinaria fuori dal comune. In tutto gli igloo presenti nel ristorante sono sei, 3 dei quali sono stati sistemati nel cortile dell’hotel, mentre gli altri si trovano nei pressi della funivia. Ma cos’hanno di tanto speciale? Sono dotati di ogni comfort, ad esempio hanno un impianto di riscaldamento per affrontare le rigide temperature del posto, oltre a una mise en place di tutto rispetto. L’apparecchiatura è essenziale ma d’effetto, pronta ad accompagnare uno squisito tour gastronomico a base di pietanze tipiche della cucina indiana, ma anche di quella cinese e asiatica in generale.

Ristorante igloo a Gulmarg

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L’interno del ristorante igloo a Gulmarg

I paesaggi incontaminati di Gulmarg

Non è la prima volta che l’hotel fa parlare di sé, dimostrando la sua passione sfrenata per gli igloo. Oltre a quelli di vetro in cui pranzare e cenare romanticamente, in precedenza l’albergo indiano aveva battuto un record realizzando l’igloo di neve più grande di tutto il continente asiatico. È stata un’attrazione unica per tutti i turisti giunti a Gulmarg che hanno potuto ammirare da vicino la costruzione.

Per quel che riguarda il ristorante, invece, l’ispirazione è arrivata da uno dei paesi in cui l’inverno dà spettacolo, la Finlandia. La città di Glumarg ha in comune con la nazione scandinava proprio l’abbondanza di neve, in particolare nel periodo compreso tra i mesi di dicembre e febbraio. I paesaggi che si possono incontrare in questa parte dell’India non hanno nulla da invidiare proprio a quelli del Nord Europa, il tutto incastonato dalla spettacolarità della catena Himalayana. Non a caso viene considerata il luogo ideale per praticare gli sport invernali in India. La tappa obbligata per gli appassionati di sci, snowboard e slittino è il monte Apharwat che può essere raggiunto soltanto tramite una cabinovia. Non c’è che dire, un autentico gioiellino che di sicuro lascerà a bocca aperta gli amanti del periodo più freddo dell’anno che avranno un motivo in più per visitare Gulmarg e godersi una bella cena all’interno di un igloo di vetro.

Gli igloo presenti nel ristorante di Gulmarg

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Un pranzo indimenticabile all’interno del ristorante igloo
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A bordo del Trenino Verde delle Alpi tra Italia e Svizzera

La Svizzera è il Paese dei treni. Ce n’è uno per ogni occasione, e quello a bordo del quale bisogna assolutamente viaggiare è il treno più affascinante che ci sia e che viaggia tra Italia e Svizzera. Si chiama Trenino Verde delle Alpi e parte da Domodossola per arrivare a Berna, la Capitale della Confederazione Elvetica.

Un viaggio a bordo di questo treno, che attraversa paesaggi incantati, cittadine storiche, laghi e vigneti e che si conclude in una delle più antiche città svizzere è un’esperienza indimenticabile.

Il viaggio sul Trenino Verde delle Alpi

Il treno attraversa la linea di valico del Lötschberg e, con le sue carrozze verdi panoramiche, porta i turisti italiani nel cuore della Svizzera mentre, in senso inverso, avvicina gli svizzeri alle Val d’Ossola fino al Lago Maggiore.

La tratta ferroviaria collega Italia e Svizzera attraverso la galleria ferroviaria del Sempione, aperta nel 1906. Il traforo del Sempione è stato scavato sotto il Monte Leone ed è lungo 19.800 metri circa. È l’unico tratto non panoramico dell’intero viaggio, ma l’emozione di trovarsi all’interno di un’opera di grande ingegneria è grandissima, se si pensa che l’impresa del traforo venne celebrata durante l’Esposizione Universale che si tenne a Milano in quell’anno.

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Fonte: @Ufficio stampa

I paesaggi bucolici attraversati dal Trenino Verde delle Alpi

La linea passa per viadotti e gallerie incredibili come la Rampa Nord, tra le stazioni di Varzo e Iselle, una galleria elicoidale di 1.655 metri che compie un giro di 360 gradi, allo scopo di far guadagnare quota altimetrica al treno senza penalizzare la prestazione della linea a causa di un’eccessiva pendenza. Il treno passa anche sull’imponente viadotto di Kander.

A bordo di questo trenino si attraversa una parte di Svizzera di straordinaria bellezza. Il percorso non è meno interessante delle tratte servite dal più noto Trenino Rosso del Bernina.

Le tappe imperdibili

Nel tragitto ci si può fermare per visitare il centro storico di Briga con il museo delle Guardie Svizzere. A Lauchernalp lo sguardo dei passeggeri resta incantato dalla vista mozzafiato sulle montagne e sulla valle più bella delle Alpi, la Valle del Lötschen.

Richiama una sosta anche il lago di Oeschinen, uno dei più grandi laghi alpini, che si trova proprio sopra Kandersteg e si può raggiungere dal paese con una funivia e una camminata di mezz’ora. Così come vale la pena prendere il bus numero 230 in direzione di Frutigen, che porta a uno dei luoghi più belli e romantici della Svizzera, Blausee, il “lago blu”, le cui acque sono azzurrissime.

All’ingresso dell’Oberland bernese, il maestoso castello di Thun – che sembra uscito da un libro di fiabe – domina la cittadina medievale caratterizzata da vivaci piazze, vicoli romantici e sfarzosi edifici. Non perdetevi una visita. Il suo lago è incantevole, qui si possono organizzare anche crociere in battello che arrivano fino a Spiez, la zona del vino e dei vigneti, e al suo splendido lago balneabile. Il biglietto del treno è valido anche per i battelli. Ci si può fermare a Spiez per una sosta ristoratrice con vista sul castello.

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Fonte: @Ufficio stampa

Il battello sul Lago di Thun in Svizzera

Il Trenino Verde delle Alpi termina la corsa a Berna, Capitale federale svizzera, sede del Parlamento e del governo, il cui centro storico è Patrimonio dell’Unesco. Il monumento più famoso di Berna è la Zytglogge, la torre dell’orologio, di origine medievale, con le sue figurine animate che escono dalla torre ogni ora e che attirano l’attenzione dei turisti che visitano la città. Ogni giorno, l’addetto all’orologio ha il compito – e l’onore – di mettere in moto il complicato meccanismo.

Info utili

La tratta percorsa da questo treno è gestita dalla compagnia ferroviaria BLS. La carta giornaliera BLS Trenino Verde costa 59 euro (in Seconda classe), ma si può salire sul Trenino Verde anche se si possiede lo Swiss Travel Pass delle ferrovie svizzere, il biglietto ferroviario che consente di utilizzare tutti i treni, i mezzi pubblici, i battelli e quasi tutte le funivie del Paese. I bambini fino a 6 anni non compiuti viaggiano gratis e dai 6 ai 16 anni pagano la metà.

A partire da marzo 2023 si può acquistare la carta giornaliera del Trenino Verde delle Alpi a un prezzo ridotto per viaggiare tra il 1° e il 31 maggio. La promozione prevede uno sconto del 15% sul biglietto giornaliero se si acquista la carta dall’e-shop della rete ferroviaria svizzera BLS o tramite tutti i rivenditori ufficiali.

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Fonte: @Ufficio stampa

Il Trenino Verde delle Alpi attraversa il paesaggio innevato d’inverno

Il treno parte ogni due ore. Tuttavia, se si parte da Domodossola con il treno delle 7.58 si arriva a Berna alle 10.21 e si ha quindi un’intera giornata a disposizione per visitare tutto, mentre prendendo il treno delle 9.58 l’arrivo è previsto alle 12.21.

Un viaggio a bordo del Trenino Verde delle Alpi è ideale per una gita primaverile all’insegna della natura e della cultura, da fare in famiglia (i bambini ne andranno pazzi), in coppia (i luoghi che attraversa sono più che romantici) oppure con gli amici (anche  quelli a quattro zampe).

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Fonte: @SiViaggia

Tappa imperdibile al Blausee, in Svizzera
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Tour della Transilvania, tra luoghi indimenticabili e leggende affascinanti

Tra le regioni più belle della Romania c’è senza ombra di dubbio la Transilvania, una terra dal fascino pregno di mistero, ma anche impreziosita da sontuosi palazzi e natura incontaminata.

Sorprendentemente verde e luminosa, un viaggio in Transilvania vuol dire scoprire paesini medievali dove il tempo sembra essersi fermato, castelli da favola (o se vogliamo da brivido), foreste e boschi fitti di grande pregio naturalistico.

Ma prima di arrivare in Transilvania vale la pena prevedere una sosta a Timişoara, Capitale Europea della Cultura 2023.

Timişoara, Capitale Europea della Cultura 2023

Fonte: Caldana Europe Travel

Timişoara

Timişoara è la Capitale Europea della Cultura 2023. Ciò vuol dire che per 365 giorni ci saranno eventi e manifestazioni di particolare interesse.

Si distingue per essere una località multiculturale ma anche per essere detentrice di numerosi primati:

  • è stata la prima in Europa a dotarsi, nel 1884, della rete elettrica;
  • dal 1760 fu la prima città dell’Impero Asburgico a illuminare le proprie strade con lampade e la prima a convertirle a gas nel 1855;
  • è stata la prima città dell’Impero austro-ungarico a creare un canale navigabile, a realizzare una rete telefonica, a utilizzare il servizio telegrafico, a fare uso dell’asfalto per la pavimentazione stradale, ad avere tre teatri di stato a presentare opere in lingua romena, ungherese e tedesca.

In sostanza, Timişoara è una città ricca di luoghi culturali che sono tutti da scoprire e bellezze architettoniche che lasciano senza fiato.

Piața Unirii è la piazza più bella e antica della capitale del Banato. Decorata in stile barocco, ospita alcuni dei più importanti monumenti come il Palazzo Barocco, la Cattedrale Cattolica, il Vicariato Serbo e il Monumento alla Santa Trinità.

Molto interessante anche Piața Victoriei che per i rumeni è un luogo estremamente importante poiché proprio qui i rivoluzionari, il 20 dicembre 1989, proclamarono Timişoara la prima città libera della Romania dal regime comunista. È circondata da palazzi signorili del primo ‘900, ma anche da meravigliosi edifici religiosi come la Cattedrale ortodossa.

Poi ancora i musei come il Memorialul Revolutiei, con foto e documenti che raccontano le tragedie e gli eventi vissuti nel 1989; Banat Museum, con una collezione di reperti archeologici provenienti da tutto il Banato e il Muzeul de Arta, dove ammirare le opere d’arte di Ormós Zsigmond, ricco aristocratico, collezionista e storico dell’arte.

Viaggio in Transilvania, le tappe da non perdere

Fonte: Caldana Europe Travel

Sibiu

La Transilvania è una regione di rara bellezza che prende vita ai piedi dei Carpazi. Per questo è caratterizzata da un bellissimo paesaggio naturale dove svettano alcune tra le città medievali meglio conservate in Europa.

Sibiu, capitale della Transilvania, è una località circondata da un sistema di antiche fortificazioni, ma anche un luogo dove pregevoli testimonianze medievali si alternano a eleganti palazzi barocchi.

Decisamente peculiare anche Brasov che fu uno dei maggiori centri della rivoluzione antiasburgica. Poi ancora Cluj Napoca, capoluogo della Transilvania che sfoggia un centro storico caratterizzato da un autentico mix di stili architettonici.

In Transilvania sulle orme di Dracula

Un viaggio in Transilvania non può di certo prescindere da una serie di tappe all’insegna del suo personaggio più famoso: Dracula. Un vero e proprio mito che si deve al celebre Conte Vlad, protagonista del romanzo di Bram Stoker.

Probabilmente non tutti sanno che il vampiro della Transilvania è ispirato a una persona realmente vissuta: il sanguinoso sovrano che regnò sulla Valacchia dal 1456 al 1462.

Non era un vero vampiro, ma comunque era un uomo spietato che è passato alla storia con il soprannome di “impalatore” in quanto aveva l’abitudine di uccidere in questa maniera i suoi nemici. Va detto, però, che è anche ricordato come eroe e padre della patria per avere lottato a lungo contro le invasioni turche.

Un tour sulle orme di Dracula non può non iniziare dalla casa dove ha vissuto nel romanzo: il castello di Bran, una misteriosa e suggestiva fortezza che custodisce pregevoli pezzi d’arredamento appartenuti alla famiglia reale rumena.

Edificato nel XIV secolo da Ludovico I D’Angiò, è arroccato su una parete rocciosa nel cuore di una gola buia e sinistra, un paesaggio che ha contribuito ad alimentare il fascino “noir” della casa e del suo padrone.

Altra tappa obbligata se si vuole fare un viaggio in Transilvania sulle tracce del vampiro più famoso del mondo è Sighisoara, luogo in cui Vlad III nacque nel 1431. Dichiarato patrimonio UNESCO, è un villaggio medievale perfettamente conservato.

Insomma, la Transilvania tra meraviglie e fitto mistero è una regione tutta da scoprire.