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Ecco perché dovresti tornare a Parigi adesso

Parigi è una di quelle città che andrebbero visitate più di una volta nel corso della vita. Le ragioni sono tante, ma non quante le tantissime meraviglie che regala questo luogo. Le sue anime, la sua atmosfera caratteristica, il fascino di alcune mete imperdibili e quello di nuove location, Parigi è tutto questo ma anche molto di più.

È una metropoli in continuo mutamento, vivace e viva, che sotto il profilo culturale e artistico offre tantissimi posti da inserire nelle varie tappe se si programma un viaggio in città.

Vale sempre la pena visitare Parigi, ma ancora di più adesso, quando ci sono tante novità nell’aria. Che sia la prima volta o la decima non importa: ecco perché dovresti tornare a Parigi proprio ora.

Tutte le nuove attrazioni da visitare a Parigi

Lo sappiamo bene Parigi è una città magica, non solo per quell’atmosfera e per quell’eleganza che si respira a ogni passo, ma anche perché è una città viva, ricca di scenari da sogno e di luoghi che meritano di essere visitati.

Ci sono i grandi e intramontabili classici, che non stancano mai, ma ci sono anche tantissime novità culturali che si possono inserire nelle proprie tappe di un viaggio alla scoperta di Parigi e della sua anima più vera.

Per chi ama la musica, ad esempio, è possibile visitare Maison Gainsbourg: si tratta della casa di Serge Gainsbourg, cantautore amatissimo, morto nel 1991. Si trova in rue de Verneuil e visitarla permette di scoprire di più su di lui e la sua vita. Se si attraversa la strada vi è anche un museo che permette di immergersi nella sua opera, i biglietti si trovano online. Al momento il sito ufficiale informa che il tour casa e museo è terminato, ma tornerà in vendita nel 2024.

Aperto in inverno dal mercoledì alla domenica dalle 12, invece, è il Quai de la Photo, un luogo che è dedicato alla fotografia contemporanea: si trova all’indirizzo 9 port de la Gare, lungo la Senna. Oltre a immergersi nella fotografia, le mostre sono ad accesso libero e gratuito, si può bere un drink, mangiare oppure partecipare a giri in barca.

Tra le tappe da non perdere quando si visita Parigi vi sono il Pantheon e i Giardini del Lussemburgo e quindi perché non visitare il Maison Poincaré? Si tratta di uno spazio di recente inaugurazione, che si trova proprio nei pressi di queste attrazioni cittadine, è dedicato alla matematica ma non solo, perché vengono esplorate anche le sue interazioni con altre discipline come la fisica, la biologia e la sociologia, solo per citarne qualcuna. I biglietti si acquistano online.

Fuori Parigi, una tappa imperdibile alle porte della città

Se Parigi è una città tutta da scoprire, anche le sue aree limitrofe sono ricche di gioielli. Basti pensare alla Reggia di Versailles, che si trova a circa 17 chilometri dal centro città e si può raggiungere con diversi mezzi.

Un’altra location particolarmente suggestiva è la Cité Internationale de la Langue Française che si trova all’interno del castello Villers-Cotterêts,. Si trova a circa un’ottantina di chilometri da Parigi. Qui si può approfondire la conoscenza della lingua francese grazie a uno spazio multidisciplinare. Chiusa il lunedì, si può visitare dalle 10 alle 18,30. Da Parigi si arriva qui in circa 45 minuti, partendo da Gare du Nord.

Parigi 2024, l’estate delle Olimpiadi

Se si ama lo sport, poi, non si può non visitare Parigi nell’estate 2024 quando andranno in scena i Giochi Olimpici. Le manifestazioni sportive si terranno del 26 luglio all’11 agosto, si tratta dei XXXIII Giochi Olimpici Estivi. La città sarà ricca di eventi per l’occasione, ma attenzione ai prezzi che – secondo un articolo pubblicato su La Stampa – sono aumentati un po’ ovunque: sia per i trasporti, sia negli hotel. Nella capitale francese sarebbero attesi oltre 10 milioni di visitatori.

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La meta più di tendenza dove bisogna andare nel 2024

C’è chi la odia e chi la ama, ma una cosa è certa: l’Arabia Saudita è sempre più sulla bocca di tutti. E sono anche sempre più numerosi i curiosi che hanno inserito nella loro bucket list un viaggio alla scoperta di questo Paese.

Con le sue città avveniristiche, i suoi paesaggi naturali ancora poco sfruttati dal turismo, i suoi siti archeologici non troppo affollati, la sua cultura tutta da scoprire, è una destinazione ancora poco conosciuta e che quindi attira sempre più turisti. Del resto, se ha attirato calciatori, allenatori, sportivi e vip internazionali, (molto) denaro a parte, un motivo ci sarà.

Non a caso sono sempre più numerose le compagnie aeree che hanno inserito nella loro programmazione 2024 almeno un volo per l’Arabia. L’ultima ad avere annunciato ben due rotte è ITA, che volerà da Roma su Riad a partire dal 5 maggio e su Jeddah dal 1° agosto. Da aprile, invece, riprenderanno i voli low cost di Wizz Air inaugurati nel 2023 sia da Milano Malpensa sia da Roma Fiumicino diretti a Riad. Ci sono biglietti a partire da 39,99 euro.

Obiettivo 2030

Entro il 2030, anno in cui Riad ospiterà l’Expo, il Paese è destinato a crescere in modo esponenziale e lo sviluppo è già in atto. Nuovi grattacieli, nuovi quartieri, e anche nuovi itinerari turisti stanno nascendo come funghi. Questa città sembra spuntare come un miraggio in mezzo al deserto, con i suoi enormi grattacieli futuristici, come la Kingdom Tower che, con i suoi 302 metri, è l’edificio più alto, o il Burj Rafal, uno degli hotel più alti al mondo, ma anche le architetture classiche, a partire dalla Fortezza Masmak, costruita con mattoni di fango e argilla e le ben 4.300 moschee.

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Fonte: @Saudi Tourism Authority

Il quartiere antico di Riad

Tra i progetti in fase di realizzazione c’è il Mukaab, un edificio a forma di cubo dall’inconfondibile design mediorientale, grande quanto 20 Empire State Building, ispirato all’architettura Najdi, quella delle tribù beduine che vivono nel deserto. Sorgerà nel nuovo quartiere di New Murabba nella downtown cittadina.

Entro quella data, dovrà sorgere addirittura una nuova città. I Giochi asiatici invernali del 2029 si terranno, infatti, in Arabia Saudita, e più precisamente a Trojena, una città che non è stata ancora costruita. Sarà però una smart city a emissioni zero e alimentata esclusivamente da energia rinnovabile.

Il futuro del deserto saudita

Oltre ai grattacieli futuristici di Riad, testimonianza del mix tra passato e futuro su cui sta giocando l’Arabia Saudita è l’avveniristico cubo di specchi che si trova nel bel mezzo del deserto, tra dune di sabbia, rocce scolpite dal tempo e resti dell’antica civiltà: Maraya, un cubo di specchi realizzato nel 2017, il più grande del mondo, tanto da essere entrato nel libro dei Guinness, che riflette il paesaggio e di cui a malapena si scorge la presenza. È in realtà una sala concerti che ospita anche eventi e spettacoli.

Ma resort avveniristici, completamente integrati nel paesaggio desertico stanno sorgendo e sono/saranno dei capolavori di design, molti dei quali progettati da archistar.

L’ultima novità in fatto di turismo è la vacanza in bicicletta che si potrà fare nella regione storica di AlUla, dove si trova la famosa città nabatea di Hegra, primo Patrimonio Unesco del Paese, in quella valle che è stata crocevia di numerose civiltà del passato.

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Fonte: @Team Jayco AlUla

Ciclisti nel deserto saudita

Il paesaggio di AlUla è l’ambiente ideale dove praticare tante attività sportive, tra cui gli sport estremi, la corsa, il trekking, l’arrampicata, l’escursionismo, le attività equestri e ora anche il ciclismo. Con una varietà di montagne di arenaria, altopiani vulcanici e strade tortuose, ci sono percorsi adatti a tutti i ciclisti.

Tra i siti naturalisti più incredibili che si possano visitare in Arabia Saudita c’è Jebel Fihrayn, meglio conosciuto come The Edge of the World. Il soprannome “confine del mondo” è stato creato per sottolineare l’incredibile paesaggio che si può ammirare e che dà la sensazione di essere davvero su un altro Pianeta.

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Fonte: @Saudi Tourism Authority

Edge of the World in Arabia Saudita

Il Mar Rosso saudita

Un viaggio in Arabia Saudita non può di certo prescindere da una sosta al mare tra le Isole di Farasan. Situate a circa 50 chilometri dalla costa, al largo della città di Jizan, si tratta di un arcipelago che comprende oltre un centinaio di isole, accarezzate dalle acque limpide e ricche di coralli del Mar Rosso.

E, proprio lungo la costa saudita, a Nord di Jeddah, sta sorgendo una nuova meta mare che è destinata a diventare la più gettonata dei prossimi anni con 1,5 milioni di turisti all’anno attesi. Il progetto si chiama The Red Sea e ci si potrà andare a breve, grazie a un nuovo aeroporto internazionale che sarà inaugurato nei prossimi mesi. Sarà la più grande destinazione turistica del mondo completamente alimentata da energie rinnovabili ma il cui obiettivo principale sarà anche la rigenerazione ambientale, attraverso un impatto positivo sul territorio, sulla società e sull’economia. I primi resort di lusso stanno già aprendo.

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Fonte: @The Red Sea

Uno dei resort che sorgerà sul Mar Rosso saudita

Una volta completata nel 2030, questa nuova destinazione comprenderà 50 resort e più di mille proprietà residenziali su 22 isole e sei siti interni. Ci saranno anche porti turistici di lusso, campi da golf, ristoranti e locali e diverse attività per il tempo libero.

L’Arabia Saudita finora era abituata a ricevere solo un tipo di turismo, quello religioso: sono tre milioni i musulmani stranieri che ogni anno compiono il pellegrinaggio verso la Mecca. Tuttavia, entro il 2030 si è posta l’obiettivo di facilitare l’ingresso nel Paese agli stranieri e di aprire nuovi hotel e resort, anche di lusso, per arrivare a ospitare fino a cento milioni di turisti ogni anno.

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Chennai, la città che è un’esplosione di colori, suoni e profumi

Il Tamil Nadu è uno Stato nel Sud dell’India particolarmente noto per essere la patria di numerosi templi indù in stile dravidiano. La sua Capitale è la città di Chennai, un posto molto caotico ma che riesce a compensare questa peculiare caratteristica con i suoi tantissimi colori, suoni e profumi.

Chennai, info utili

Probabilmente il nome Chennai non vi dice niente e il motivo è molto semplice: fino al 1996 questa città era conosciuta come Madras. Si tratta di un posto davvero particolare, perché con estrema leggiadria riesce a mettere sullo stesso piano le antiche tradizioni e i riti spirituali con atmosfere più occidentali e moderne.

Chennai è una città che brulica di vita e che ha al suo attivo anche un cospicuo patrimonio culturale e artistico. Una vera e propria megalopoli che si affaccia direttamente sul celebre Golfo del Bengala, e che riesce ad essere la custode delle tradizioni artistiche, religiose e culinarie dell’intera regione, ma anche una delle mete più alla moda e cosmopolite del Paese.

Chiamata la “Porta dell’India del Sud”, è in continua crescita anche per quanto riguarda la vita notturna: non è ancora il suo forte, ma si sta sempre più attrezzando per garantire ai suoi visitatori indimenticabili serate di svago e divertimento.

Chennai, India

Fonte: iStock

Veduta di Chennai

Cosa vedere

Come vi abbiamo accennato, Chennai offre diversi punti di interesse. Tra le cose da non perdere c’è senza ombra di dubbio il Fort St. George, ovvero la prima fortezza britannica sorta in territorio indiano. Situato nei pressi della costa, è il cuore pulsante di Chennai, o meglio, l’intera città si è sviluppata attorno ad esso.

Straordinario è anche il Tempio di Kapaleeshwarar, uno uno dei sacri santuari della regione dedicato a Shiva. Ma questo spettacolare luogo di culto ha una marcia in più rispetto a tanti altri: è un esempio unico di stile architettonico dravidico. Il visitatore si ritroverà di fronte a un trionfo di colori e di profondità, grazie alle moltissime statue che lo impreziosiscono. All’interno, invece, la storia si può “toccare con mano” per via delle varie iscrizioni che risalgono al XII secolo.

A forma di piramide, le statue colorate che lo adornano rappresentano divinità, demoni, guerrieri e reali, una serie di dettagli impressionanti che fanno sì che lo sguardo non si sposti mai.

Tempio di Kapaleeshwarar, India

Fonte: iStock

Il coloratissimo Tempio di Kapaleeshwarar

Poi ancora Little Mount e St Thomas Mount. Il primo, oltre a essere un luogo avvolto nelle leggende, ospita una chiesa portoghese risalente al 1551, oltre a un piccolo altare di San Tommaso, sito nell’apertura di una grotta rocciosa, e un’impronta di palma. Il secondo, invece, è la sede della Chiesa di Nostra Signora dell’Aspettativa che si può raggiungere salendo 135 gradini.

Voliamo ora presso l’Edificio Ripon che è stato costruito in stile architettonico indo-saraceno. Si tratta del più antico ente municipale del Commonwealth al di fuori della Gran Bretagna e colpisce per il suo orologio alto quasi tre metri che è posto sulla torre centrale dell’edificio.

Vale la pena fare un salto anche Valluvar Kottam, un santuario edificato in memoria del poeta Thiruvalluvar che visse e scrisse durante il I secolo a.C. Il memoriale si presenta come un enorme carro di 35 metri che conserva al suo interno un auditorium che può ospitare anche 4.000 persone.

La Chiesa di Luz è invece la più antica di Chennai e colpisce per la sua struttura gotica e barocca e per il fatto che è uno dei più antichi monumenti europei in India.

Da visitare è anche l’Alta Corte di Madras che è uno dei più grandi edifici giudiziari del mondo. Costruito nel 1892, ha un peculiare colore rosso, magnifici soffitti dipinti e porte in vetro colorato.

Il quartiere di T-Nagar è invece il posto ideale per chi ama le meraviglie dell’artigianato: ci sono drappi di seta, sari e stole realizzati con cura.

Infine un po’ di romanticismo: il faro di Chennai, da cui godere di una splendida vista sul Golfo del Bengala. Alimentato da un pannello solare, ospita il dipartimento meteorologico locale che può essere visitato da tutti.

Alta Corte di Madras, India

Fonte: iStock

Veduta dell’Alta Corte di Madras

I musei cittadini

Chennai mette a disposizione anche una serie di musei cittadini che sono l’ideale per conoscere la storia di questa caotica (ma super colorata) città. Il primo che vi consigliamo è il Museo del Governo di Chennai che regala delle ampie gallerie che si sviluppano in ben tre edifici diversi.

Una delle più impressionanti è la Bronze Gallery, dove scovare un’emozionante collezione di statue in bronzo risalenti al VII secolo.

In più, ci sono anche Galleria Nazionale d’Arte, la Galleria d’Arte Contemporanea e il Museo dei Bambini.

Il mare e le spiagge

No, Chennai non è un paradiso marino, ma ciò non toglie che offra spiagge di sabbia e anche preziose viste sull’oceano che difficilmente possono essere dimenticate. Marina Beach, per esempio, è il luogo ideale per rilassarsi, nonostante sia spesso presa d’assolto da locali e turisti.

L’atmosfera in ogni caso è vacanziera, anche grazie alle tante famiglie che fanno pic-nic sulla spiaggia o alle persona in sella a dei cavalli che si dedicano a passeggiate in riva al mare. Ci si viene soprattutto per scoprire alcune delle usanze e abitudini degli indiani quando si tratta di tempo libero. Non mancano mercatini, bancarelle e anche particolari tiri al bersaglio e banchetti per i tatuaggi.

A disposizione dei viaggiatori c’è anche Edward Elliot’s beach che è forse una delle spiagge più pulite della città. Conosciuta anche con il nome di Besant Nagar Beach, è il ritrovo di giovani ventenni e famiglie che la preferiscono al caos della più nota Marina Beach.

Si tratta di una striscia di sabbia in cui godersi le giornate con gli odori e i suoni dell’oceano in sottofondo, e dalla quale poter ammirare diversi punti di interesse turistici, come il Tempio di Ashtalakshmi e il Santuario di Velankanni.

Si rivela ottima anche per i buongustai che qui possono trovare una serie di bancarelle ricche di snack e diversi ristoranti con piatti autentici dell’India meridionale. Infine, sappiate che qui sorge anche il Karl Schmidt Memorial edificato in onore di un marinaio olandese che morì mentre salvava un nuotatore dall’annegamento nel 1930.

Se si vola in India, Chennai è una di quelle tappe da inserire nel proprio itinerario.

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L’inverno dà spettacolo: inaugurato il festival delle cascate di ghiaccio

La location è di quelle da visitare almeno una volta nel corso della vita e il periodo è perfetto per ammirarla in tutto il suo splendore. Siamo infatti nel parco nazionale di Jiuzhaigou, patrimonio dell’umanità Unesco, con le sue cascate ghiacciate che richiamano tantissime persone in occasione del Festival internazionale del turismo.

Questo luogo da sogno si trova nella provincia del Sichuan, nella Cina sudoccidentale, e non è affascinante solamente per l’acqua che il freddo ha trasformato in ghiaccio, ma anche per la foresta, i laghi e le formazioni rocciose di tipo carsico.

Durante l’inverno questo luogo sembra rubato ad un sogno, trasformandosi in un paese di ghiaccio e natura da esplorare e immortalare.

Le cascate di ghiaccio, ma non solo: il Festival

Il 4 gennaio ha preso il via la 19esima edizione del Festival internazionale del turismo, che richiama tantissime persone ad ammirare le numerose bellezze del parco nazionale di Jiuzhaigou, inserito nella lista dei patrimoni dell’umanità Unesco.

Il freddo ha trasformato le sue cascate in vere e proprie sculture naturali di ghiaccio, creando un’atmosfera unica, da immortalare e che fa da sfondo perfetto a foto memorabili. Un luogo in cui l’inverno offre lo spettacolo più bello, che vale la pena visitare in questo periodo dell’anno, se si programma una vacanza in Cina e, più precisamente, nella provincia dello Sichuan.

Tra le cascate di ghiaccio da ammirare c’è quella di Nuorilang, ma comunque tutto il parco regala scorci indimenticabili. A cui, nella giornata di apertura, si è aggiunta anche una performance di danza.

Ma questo luogo dal fascino suggestivo non lo è solo d’inverno, quando diventa simile a un paese delle fiabe, ma anche durante tutto il corso dell’anno quando regala scorci indimenticabili.

Valle del Jiuzhaigou, il parco nazionale ricco di bellezza

Dal 1992 è diventata patrimonio dell’umanità Unesco, stiamo parlando della Valle del Jiuzhaigou, un parco dove si possono ammirare numerose cascate e laghi e che è una destinazione da raggiungere se si sta programmando un viaggio in Cina, nella provincia dello Sichuan. A quanto pare, dal 1997 è anche riserva della biosfera.

L’area si estende per circa 240 chilometri e al suo interno si può ammirare con i propri occhi la bellezza della natura. Il paesaggio, infatti, è davvero ricco e mutevole e regala scorci indimenticabili. C’è la foresta vergine, si possono vedere alcune tipologie di bambù e anche una rara conifera, è abitata dal panda gigante, specie tra quelle in pericolo di estinzione, e da oltre 140 tipologie di uccelli.

Le rocce, come detto, sono carsiche, mentre i laghi sono un vero e proprio spettacolo con i loro colori che offrono tantissime sfumature diverse: dal blu, al turchese senza dimenticare il verde.

Si tratta anche di un posto ricco di storia: abitato per lungo tempo da popolazioni tibetane, deve il suo nome ai nove villaggi che si trovano nel suo territorio. È una meta molto turistica e il numero di persone che visitano la Valle è cresciuto in maniera esponenziale nel corso del tempo. Dati che non stupiscono vista la sua bellezza sensazionale, le sue cascate, i laghi e la natura che qui si mostra in una delle sue versioni più magiche.

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In questa remota città puoi ammirare l’aurora boreale per 300 notti l’anno

Uno spettacolo della natura incredibile, di quelli capaci di levare il fiato e di rimanere per sempre tra i ricordi più belli: stiamo parlando dell’aurora boreale, un fenomeno che tantissime persone “rincorrono” osservando i cieli del nord. Ma c’è un luogo, una remota città, in cui si può ammirare l’aurora boreale per circa 300 notti l’anno.

Per raggiungerla bisogna volare in Canada e, più precisamente, nella baia di Hudson dove si trova la cittadina di Churchill. A differenza di altri posti, dove riuscire ad ammirare il fenomeno delle luci nel cielo dipende da diversi fattori, qui la magia è quasi di casa.

Churchill, la remota cittadina che regala l’aurora boreale

Ci troviamo in Canada nella baia di Hudson, nella provincia del Manitoba. Qui c’è una piccola cittadina immersa nel paesaggio tipico di questi luoghi, dove il clima è rigido e la natura regala scenari da sogno. Churchill è un luogo remoto, ma dal grande fascino per diverse ragioni. Una di queste è che si tratta di uno dei luoghi perfetti da raggiungere per ammirare l’aurora boreale che qui è visibile per circa 300 giorni l’anno. Il periodo migliore per assistere allo spettacolo è quello che va da gennaio a marzo, quando le notti durano più a lungo e le temperature sono particolarmente fredde.

Esistono appositi tour guidati per poter godere al meglio della magia del cielo e che offrono anche luoghi perfetti dove attendere che la natura metta in scena lo spettacolo più bello. Che si può osservare, ad esempio dalle Aurora Domas: si tratta di cupole in plexiglass riscaldate dalle quali osservare il cielo lontano dalle luci artificiali. Vi sono anche tour che propongono di ammirare l’aurora boreale mentre si prendono lezioni di fotografia. Per chi cerca la comodità, poi, è bene sapere che esiste l’Aurora Pod: un luogo in cui la vista spazia a 360 gradi, mentre si sta comodamente al caldo ai margini della tundra.

Il clima è molto rigido, basti pensare che durante la stagione invernale si può arrivare anche a -23 gradi e questo fa anche parte del fascino del luogo.

Non solo aurora boreale, poi, perché Churchill è anche la location perfetta per ammirare la natura e gli animali come balene e orsi polari. A patto di visitare la cittadina nel periodo giusto.

L'aurora boreale a Churchill

Fonte: iStock Photo

L’aurora boreale nel cielo notturno di Churchill

Churchill, non solo aurora boreale: cosa fare

Churchill è il luogo da raggiungere per chi ama la natura, per chi desidera vedere gli animali nel loro habitat e per chi vuole collezionare ricordi che restano indelebili nella mente. Qui, infatti, si possono ammirare gli orsi polari, le balene ed esplorare il paesaggio.

Per vedere quelli che vengono definiti “Signori dell’Artico”, come viene spiegato sul sito della cittadina, è bene affidarsi a una guida esperta e a visite guidate. A quanto pare, il periodo migliore per ammirarli è l’autunno e, nello specifico, i mesi di ottobre e novembre.

Per incontrare le balene beluga, invece, si deve visitare la cittadina in estate: si possono incontrare mentre si è a bordo di navi, oppure mentre si gira con kayak o paddle boarding.

Da non sottovalutare anche la natura intorno a sé: vale la pena esplorare il paesaggio selvaggio e conoscerne le sue peculiarità e caratteristiche. Inoltre, non mancano storia e cultura in cui immergersi per scoprire le radici di questo luogo.

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Benvenuti ad Exuma, un vero e proprio arcipelago dei sogni

Vi sarà sicuramente capitato, almeno una volta nella vita, di vedere delle foto in cui dei buffi maiali nuotano in un mare da sogno. Forse vi siete domandati se quelle immagini fossero finte, senza però trovare una risposta definitiva. La verità è che sono foto assolutamente autentiche, perché in un incantevole angolo del nostro mondo esiste una lingua di sabbia popolata da dolcissimi maiali nuotatori, che fanno le feste appena vedono arrivare i turisti.

Exuma, informazioni utili

Il posto in questione si chiama Exuma ed è un fantastico arcipelago delle Bahamas composto da oltre 365 isole e isolotti (cays). Di tutti questi magnifici lembi di terra, solo tre sono abitati e sono gli stessi (e gli unici) che dispongono di strutture turistiche. Tutto il resto è puro paradiso, lingue di sabbia bianca lambite da un mar color zaffiro e caratterizzate da tanalità così brillanti che riescono persino ad essere visibili dallo spazio.

Fare un viaggio alle Exuma vuol dire arrivare in un posto quasi totalmente incontaminato, puntellato di isolotti deserti e resort esclusivi. Probabilmente questo favoloso arcipelago è uno dei pochi posti del mondo in cui la natura supera ancora l’uomo, e onestamente l’augurio è che tutto possa rimanere così.

Non è facile arrivarci perché non ci sono voli diretti dall’Italia, ma ciò non toglie che con un po’ di pazienza e organizzazione si possano raggiungere e godere a 360 gradi. Il posto ideale per dimenticare il freddo: qui l’inverno non esiste, anche se il periodo che va da giungo a ottobre è caratterizzato da una maggiore quantità di piogge e anche dal rischio uragani.

Le temperature medie si aggirano tra i 23° di minima registrata a gennaio e i 29° di massima registrata a luglio e agosto, mentre la temperatura del mare è più o meno sempre la stessa, e quindi intorno ai 27/28°.

Exuma, cosa fare

Fonte: iStock

Un angolo delle isole Exuma

Le tre isole principali

L’isola più grande, perciò quella con il maggior numero di hotel e anche sede dell’aeroporto, si chiama Great Exuma ed è il posto in cui sorge il capoluogo, che prende il nome di George Town.

Oltre agli alberghi, qui sono presenti diverse curiose case colorate, bar e ristoranti, ma soprattutto delle spiagge che sembrano cadute direttamente dal paradiso, e tutte accarezzate da un mare che per le sue sfumature pare quasi finto.

Great Exuma è collegata a un ponte a un’altra delle isole principali, ovvero Little Exuma. L’arrivo qui è come un sogno che si avvera: ci sono alcune delle spiagge più straordinarie del mondo.

Ma non solo, perché questo piccolo fazzoletto di terra è anche la culla di un antico fortino dei pirati, la Cotton House, e una salina. Non mancano ristoranti ed alloggi per trascorrere una vacanza perfetta.

Infine Stocking island, dalla forma lunga e stretta e non troppo distante da Great Exuma. A disposizione dei viaggiatori ci sono una manciata di resort appartati e tante spiagge che sono in grado di regalare un soggiorno indimenticabile.

Cosa fare

Le isole Exuma sono l’ideale per chi cerca il caldo, un mare limpido e una natura gentile. Le cose da fare, infatti, girano quasi tutte intorno alle sua spiagge eccezionali, dei posti che una volta visitati raramente si dimenticano.

La prima meraviglia da non perdere è Cocoplum Beach che sorge a circa 30 chilometri da George Town. Si tratta di una spiaggia praticamente immacolata perché priva di strutture. Un lembo di terra che dà il meglio di sé durante la bassa marea: dalle acque che brillano emergono dei poetici banchi di sabbia che creano un paesaggio emozionate, oltre alle condizioni perfette per nuotare anche quando si ha paura di farlo.

Hoopers Bay è un’altra bellissima spiaggia nei pressi di George Town e che vanta una forma assai curiosa: ricorda una mezza luna. Facilissima da raggiungere, si fa amare per la sua sabbia bianca come la neve e particolarmente fine. Il mare è sempre calmo, e una bella nuotata da queste parti permette persino di avvistare delle dolcissime tartarughe marine.

Jolly Hall è il posto ideale quando tira vento poiché si sviluppa all’interno di una baia. Caratterizzata da ombra naturale grazie alla presenza di diversi alberi, sfoggia una sabbia chiarissima, un mare calmo e limpido e un isolotto all’orizzonte con palme tropicali da raggiungere durante la bassa marea.

Exuma Point è considerato il luogo più suggestivo e fotogenico delle isole Exumas. Il motivo? Principalmente è la bassa marea che dà vita a un gran numero di lingue di sabbia che contrastano con il blu del mare, regalando un panorama davvero unico nel suo genere.

Spiagge più belle Exuma

Fonte: iStock

Una delle magnifiche spiagge delle isole Exuma

Un altro posto da non perdere è la Spiaggia del Tropico, la più famosa di Little Exuma. Sì, si tratta di un angolo molto popolare e frequentato, ma le sue notevoli estensioni permettono di trovare anche angoli praticamente deserti. Dalla forma di una lunga striscia e dalla sabbia assai candida, è puntellata da una bassa vegetazione e accarezzata da un mare particolarmente turchese.

C’è poi Sampson Cay, un’isola privata in cui possono accedere tutti dopo aver pagato una tassa. La sua particolarità? Nella sua magnifica baia vivono squali di 2 metri e mezzo con i quali è persino possibile nuotare, in quanto sono innocui.

Vale la pena fare un salto anche a Starfish Bay che è situata sul versante nord occidentale dell’isola di Stocking Island. A colpire è il fatto che è una spiaggia particolarmente selvaggia e nel cui splendido mare nuotano centinaia di stelle marine dalle grande dimensioni.

Dove si trovano i maiali nuotatori

Per correre a conoscere i maiali nuotatori occorre fare un’escursione che tra le sue tappe preveda anche l’isolotto di Big Major Cay, dove prende vita Swimming Pig, da molto conosciuta con il simpatico nome di Pig Beach.

Si tratta di una lingua di sabbia in cui vivono questi buffi maialini nuotatori che fanno le feste ai turisti appena avvistano una barca. Un’esperienza davvero imperdibile, purché venga fatta con rispetto.

Se vi state chiedendo come sia possibile che dei paffuti maiali si trovino su questo remoto angolo di paradiso, la risposta è che nessuno lo sa con certezza, anche perché Big Major Cay è disabitata e i maiali non sono originari dell’isola.

C’è chi sostiene che  furono lasciati qui da un gruppo di marinai che avevano intenzione di tornare e di cucinarli. Mentre altri ritengono che siano venuti a nuoto dopo un naufragio avvenuto nelle vicinanze. Di preciso non si sa, ma quel che è certo è che da queste parti ci sono circa 20 maiali e cucciolini che si godono al massimo la loro vita.

Big Major Cay, maialini

Fonte: iStock

Big Major Cay e i suoi maialini
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Il santuario che sorge in mezzo alla baia è un sogno a occhi aperti

Quello in cui vogliamo portarti oggi è un luogo che non ha bisogno di presentazioni, immortalato in innumerevoli fotografie, dipinti e racconti. È una meta che, nonostante sia conosciuta in tutto il mondo, mantiene ancora il suo mistero e la sua bellezza incontaminata.

Stiamo parlando del Santuario Itsukushima, o Itsukushima-jinja, un autentico gioiello che sorge maestoso dalle acque dell’omonima isola, nella prefettura di Hiroshima. Questo luogo mistico rappresenta davvero l’anima stessa del Giappone, incantando i turisti di tutto il pianeta con la sua bellezza senza tempo.

Immerso in un paesaggio di straordinario fascino, il santuario ti accoglie con la sua torii galleggiante, che durante l’alta marea sembra sospesa sull’acqua in un perfetto equilibrio tra natura e arte. È uno spettacolo che toglie il fiato, un momento di pura meraviglia che ti farà sentire in sintonia con l’intero universo.

Il Santuario Itsukushima: la bellezza sacra del Giappone

Santuario di Itukushima

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Santuario di Itsukushima, Isola di Miyajima

Immerso tra gli incantevoli paesaggi dell’isola di Miyajima, il Santuario di Itsukushima emerge come un capolavoro architettonico, risplendendo con una grazia divina che appare quasi irreale.

Questo tempio, che sembra fluttuare sulle acque durante l’alta marea, è stato riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, sottolineando la sua importanza culturale e storica. Con la sua struttura laccata in rosso vermiglio, offre un contrasto stridente, e al contempo affascinante, con il blu intenso dell’acque e il verde lussureggiante dell’isola, creando un’immagine enigmatica che incanta e ispira.

Le sue origini risalgono all’anno 593, un’epoca in cui il divino permeava ogni aspetto dell’esistenza. Tuttavia, la maestosità che ammiriamo oggi è frutto della visione di un solo uomo, il condottiero Tairano Kiyomori. Nel 1168, mosso da una passione ardente e una fede incondizionata, decise di dargli una nuova vita, trasformando quella che era una struttura semplice in un vero capolavoro architettonico. Un luogo sacro dedicato agli dèi che proteggono il popolo dalle calamità marine e dalle guerre.

Durante l’alta marea, il celebre portale diventa un’isola solitaria in mezzo all’acqua, accessibile solo in barca. Si staglia contro il cielo come un guardiano silenzioso che sembra sospeso tra cielo e terra, testimone immutabile del passare del tempo. Con la bassa marea, invece, il torii si trasforma, rivelando i suoi pilastri robusti che emergono dall’acqua come giganti di legno. In quel momento, è possibile raggiungerlo a piedi, camminando su un sentiero di sabbia e conchiglie che sembra condurre direttamente al cuore dell’universo.

E quando la marea si ritira, gli abitanti del luogo si riuniscono per raccogliere i crostacei che si attaccano alla base del santuario. Un rituale che celebra la vita e la comunità, un momento di condivisione che sottolinea il legame indissolubile tra l’uomo e la natura.

Il complesso templare di Itsukushima: una magia di colori e forme

Circondato da affascinanti edifici legati allo shintoismo e al buddismo, il Santuario di Itsukushima è un affascinante patchwork di stili architettonici che raccontano storie di secoli passati. Tra questi, spiccano la pagoda a cinque piani, un vertiginoso capolavoro di equilibrio e simmetria, e la pagoda a due piani, espressione di una semplicità elegante.

Eppure, nonostante la sua bellezza eterea, il tempio ha affrontato molteplici sfide nel corso dei secoli. Violente tempeste hanno danneggiato la sua struttura, mettendo a dura prova la resistenza di questo luogo sacro.

Il 5 settembre 2004, infatti, è stato colpito duramente da un tifone che ha distrutto parzialmente i tetti e i camminamenti, costringendo alla chiusura del complesso per i lavori di ricostruzione. Oggi, ha aperto nuovamente le porte ai visitatori che possono facilmente raggiungere il santuario con un traghetto, avvicinandosi così a un luogo dove la storia, la cultura e la natura si fondono in un’esperienza indimenticabile.

Santuario di Itukushima

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Santuario di Itsukushima, Isola di Miyajima
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Questa piazza colorata è un caleidoscopio urbano che stupisce il mondo

Esistono luoghi che ti catturano l’anima e che, nonostante la distanza geografica, ti fanno sentire a casa. Posti che sorprendono e stupiscono con la loro bellezza nascosta, la storia silenziosa, le tradizioni vivaci e inaspettate. E Poznan, una città incantevole nel cuore della Polonia, è uno di questi.

Non ha il clamore di Varsavia o la fama di Cracovia, ma ha un fascino tutto suo, come una perla rara che aspetta solo di essere scoperta. Un affresco vivente di storia e cultura, un caleidoscopio di epoche e stili che convivono in armonia.

Forse ancora sottovalutata, Poznan è la destinazione perfetta per chi è alla ricerca di qualcosa di diverso, di unico e autentico. Non è una città turistica affollata e stressante, ma un luogo dove si può ancora scoprire il vero spirito della Polonia.

Poznan: un tesoro nascosto nel cuore della Polonia

Poznan

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Skyline Poznan, Polonia

Nonostante la sua posizione nell’entroterra polacco, a soli 270 km da Berlino, Poznan non è solo una piacevole deviazione dalla capitale tedesca, ma una destinazione a sé stante ricca di storia, cultura e divertimento.

Con la sua atmosfera accogliente e dinamica, questa città universitaria ha molto da offrire. Dal suo centro storico ben conservato, ai suoi vivaci caffè nascosti negli intimi cortili, resterai piacevolmente sorpreso a ogni angolo.

Il cuore pulsante della città è indubbiamente la Piazza del Mercato Vecchio. Le casette color pastello, disposte come perle su un filo sospeso, sembrano sostenersi a vicenda in un gioco di equilibri architettonici che regala un autentico scenario da cartolina. Al centro, troneggia il maestoso municipio, un tributo alla grandezza di Poznan che con la sua eleganza e imponenza domina l’intera piazza.

Questo è un luogo vibrante e festoso, un palcoscenico a cielo aperto dove la vita di Poznan si svolge in tutta la sua vivace varietà. Tra gli eventi più attesi c’è l’Ice Festival. Durante l’inverno, artisti provenienti da tutto il mondo si danno appuntamento in piazza, armati di grande creatività, per trasformare blocchi di ghiaccio in vere e proprie sculture mozzafiato.

Imperdibili anche le mura antiche della Cattedrale di St. Peter and Paul, che ti accolgono con la loro maestosità. Questa meraviglia architettonica si trova sull’isola di Ostrow Tumski, un angolo di pace e tranquillità lontano dal trambusto della città.

E poi c’è il Castello Imperiale, costruito nel 1910 durante l’occupazione tedesca, vanta il titolo di fortezza più giovane d’Europa. Ma ciò che lo rende davvero unico è la sua storia. Infatti, la roccaforte fu modificata durante l’epoca nazista per ospitare Adolf Hitler, anche se il Führer non vi si trasferì mai.

Le meraviglie di Poznan: arte, cibo e relax

Ma Poznan è anche un laboratorio di sapori, un luogo dove la cultura culinaria si esprime in forme sorprendenti e deliziose. Un esempio perfetto di questa fervida scena gastronomica è il Vine Bridge, famoso per essere il ristorante più piccolo della Polonia. Ma non lasciarti ingannare dalle dimensioni ridotte: questo piccolo gioiello è un vero paradiso per i buongustai. Qui, in un ambiente accogliente e intimo, potrai assaporare piatti prelibati che fondono la tradizione polacca con influenze internazionali.

Se ami i dolci, invece, non perdere il Museo dei Croissant, dove si celebra l’amore per una delle prelibatezze più amate della città. Qui, potrai assistere alla preparazione secondo la ricetta tradizionale, imparare la storia e, naturalmente, assaggiare il risultato finale. Ma non è tutto: il museo è anche un luogo di intrattenimento, regalando spettacoli che rendono la visita ancora più divertente. Un’esperienza unica, che combina cultura, tradizione e golosità in un mix irresistibile.

E se stai cercando un momento di relax, i Malta Bath sono il posto perfetto per te. Questo centro benessere è un vero paradiso di tranquillità, con le sue piscine termali pronte ad accoglierti nelle acque calde, un trattamento imperdibile che ti farà sentire completamente rigenerato.

Poznan

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Castello Imperiale, Poznan
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Briançon, la cittadina murata patrimonio Unesco

Patrimonio UNESCO, conosciuta per la “città fortificata di Vauban“, Briançon, a una quindicina di chilometri dall’Italia, è un gioiello architettonico dove una passeggiata si trasforma in un vero e proprio “viaggio nel tempo”: i suoi millenari edifici storici e i maestosi bastioni, i vicoli, le piazze, le fontane e le meridiane incantano chiunque ne varchi la soglia.

Città più alta della Francia, svetta su di un picco roccioso a 1326 metri di altitudine ed è racchiusa da una cinta di fortificazioni progettata dall’architetto militare Vauban nel 1692 e nel 1700 a scopo difensivo per renderla inespugnabile.

La Fortezza Vauban, un centro storico da “viaggio indietro nel tempo”

Il modo migliore per apprezzare il fascino indiscusso di Briançon è percorrere le antiche stradine lastricate su cui si affacciano le pittoresche e colorate case, molte delle quali con pareti impreziosite da meridiane dipinte.

Tra fontane e pozzi, a testimonianza di quanto l’acqua sia fondamentale per la città, lo sguardo si posa sul noto “Gargoyle di Briançon“, piccolo canale di scolo che consente all’acqua di defluire senza “bagnarsi i piedi”.

Ma siamo appena all’inizio.

Cuore della città fortificata è Place d’Armes, nell’abbraccio di abitazioni dai colori vivaci, abbellita da un pozzo voluto da Vauban, unica fonte di approvvigionamento idrico all’interno della cinta che, in caso d’assedio, si sarebbe rivelato indispensabile per la sopravvivenza degli abitanti: qui, come del resto in tutte le piazze di Briançon, l’atmosfera è allegra e rilassata e non mancano locali per una piacevole sosta.

Di sicuro interesse sono poi la Casa del Tempio, risalente al XVI secolo, oggi sede dell’Ufficio Turistico, la Casa del Papa, ex ospizio in cui Pio VI soggiornò prigioniero per due mesi nel 1799, e il Fort Du Château, edificato nel XIX secolo laddove sorgevano le fondamenta di un castello medievale del XIV secolo: include una caserma, ricoveri sotterranei, piattaforme e una polveriera con contrafforti e volte ed è visitabile con all’incirca un’ora di tempo.
Regala inoltre una vista eccezionale sulle valli del Monginevro e di Serre-Chevalier.

Infine, da non perdere il raccolto Museo delle Miniere, sulla passerella del Fort Du Château, che dal 1990 illustra la storia delle miniere del territorio approfondendo le condizioni di vita e di lavoro dei minatori dell’epoca, e l’Église Notre-Dame et Saint Nicolas de Briançon, la chiesa consacrata nel 1726 che assunse lo status di Collegiata nel 1746.

I suggestivi Forti di Briançon

Se il centro storico è un tripudio di storia e mirabile architettura, l’emozione prosegue con la scoperta dei Forti di Briançon a partire dal Fort des Salettes, raggiungibile con una camminata di circa 25 minuti lungo un sentiero di sassi accompagnati da una guida: progettato da Vauban su un promontorio, vanta la particolarità di un ingresso possibile soltanto da un sotterraneo che inizia dalla torre la quale poteva ospitare fino a cento soldati e tutto il necessario per il loro sostentamento.
Nell’Ottocento, la torre venne trasformata in forte con l’aggiunta di una polveriera da 14 tonnellate, un involucro bastionato e sei casematte di tipo Haxo.

Ancora, ecco il Forte del Randouillet, edificato su tre piattaforme su un promontorio più stretto, il settecentesco Fort Dauphin con il ruolo di avamposto, e l’imponente Forte delle Teste che poteva ospitare fino a 1200 uomini grazie a scuderie, arsenale, polveriere, caserma, due cisterne, panetteria, stalle per 24 cavalli, segrete e caserma.
Gli accessi sono tre: la porta della Durance che permette di entrare dal ponte ad arco di Asfeld, ardita opera tra due ripidi tratti montuosi, il cancello frontale di emergenza a sud, e la porta reale, protetta da un fronte con due bastioni e mezzaluna, fossati e passaggio coperto.