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Superga, dentro la basilica sulla collina: un gioiello da scoprire

Un luogo di rara bellezza, che domina il territorio circostante e da cui godere di una vista spettacolare: la basilica di Superga è un gioiello prezioso in cui si intrecciano storia e arte, incastonati in un paesaggio meraviglioso. Visitare questa chiesa monumentale significa immergersi ne passato, osservare tantissime bellezze e colmare gli occhi di meraviglia.

L’edificio svetta su un colle ed è poco distante dal centro storico di Torino, per cui è una meta obbligata se si ha in programma di visitare il capoluogo piemontese. Ricco di tesori da scoprire, questo luogo riesce a coniugare valenza storica, arte ma anche natura: da lì la vista spazia e permette di abbracciare il territorio circostante e quindi la città e le alpi.

Basilica di Superga, un gioiello da visitare

A nord est di Torino, su un colle che svetta 672 metri sopra il livello del mare, vi è un luogo di fede, in cui si respira il passato: è la basilica di Superga, il cui progetto è datato 1715 e porta la firma dell’architetto milanese Filippo Juvarra, mentre i primi lavori hanno preso il via a luglio del 1717 e sono andati avanti per 14 anni. L’inaugurazione il primo novembre del 1731.

La storia di questo luogo è strettamente legata a quella di Casa Savoia. Basti pensare che, a quanto pare, l’idea della sua edificazione è datata 1706: Vittorio Amedeo II, duca di Savoia, ed Eugenio di Savoia, principe di Carignano si trovavano proprio lì nel corso dell’assedio della città da parte dei Franco-Spagnoli. In quella occasione il duca ha fatto un voto alla Madonna delle Grazie promettendo la realizzazione. E così è stato.

La struttura è davvero imponente, a dirlo sono i suoi numeri: alta 75 metri e lunga 51. Lo stile è barocco ed è uno scrigno che contiene numerose bellezze: come le sei cappelle e i quattro altari che si trovano dentro la basilica, oppure le tele e ancora la statua in legno della Madonna delle Grazie, la stessa che pregò il duca di Savoia.

Cosa vedere se si visita la basilica

L’ingresso a chiesa e cappella del voto è gratuito, l’edificio è aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14,30 alle 17. Il sabato, la domenica e i festivi – invece – chiude alle 18. Tra le altre cose da vedere vi sono le Tombe Reali e l’Appartamento Reale. La visita delle prime ha una durata di circa 45 minuti, i lavori per realizzarle sono terminati nel 1778 e al suo interno sono ospitate 62 sepolture di Casa Savoia. Ed è in questa basilica che ha chiesto di essere sepolto Vittorio Emanuele, figlio dell’ultimo re d’Italia.

Sempre qui si trovano anche un suggestivo chiostro, la Sala dei Papi – dal 1876 pinacoteca con circa 265 dipinti – la Sala degli infanti e la Sala delle Regine. Poi vi è l’Appartamento Reale, la cui visita dura circa 45 minuti e che permette di immergersi nella storia attraverso i cinque ambienti che compongono questa area.

Per una vista che toglie il fiato, invece, bisogna entrare nella Salita alla Cupola e affrontare 131 scalini: dalla balconata esterna lo sguardo si colma di meraviglia grazie alla vista che spazia dalla città di Torino alle montagne.

Per l’ingresso a Tombe, Cupola e Appartamento si paga un biglietto. La basilica di Superga si raggiunge facilmente con i mezzi pubblici.

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Lago di Cavazzo, dalle acque particolarmente turchesi

È una delle mete perfette per godersi una giornata all’aria aperta in uno scenario idilliaco, nel cuore delle Alpi Carniche: si tratta del Lago di Cavazzo, conosciuto anche come Lago dei 3 comuni poiché con i suoi 174 ettari bagna Cavazzo Carnico, Bordano e Trasaghis, il bacino naturale più grande del Friuli Venezia Giulia, in provincia di Udine.

Di origine glaciale, alimentato da sorgenti sotterranee e da una condotta artificiale, incanta a 195 metri s.l.m, vegliato dal Monte San Simeone, dal Monte Festa e dal Naruvint, un dipinto a cielo aperto che dà vita a un ambiente ricco di fauna e flora: le sue rive, adornate da canneti, offrono rifugio a svariate specie di uccelli (quali folaghe, martin pescatori, tarabusi, germani reali e oche granaiole) mentre le acque incredibilmente turchesi sono la casa di 14 specie ittiche tra cui carpe, anguille, trote, lucci, persici e alborelle.

Cosa fare al Lago di Cavazzo

Una gita fuori porta a 40 minuti da Udine (soprattutto in primavera e in estate quando il clima è più mite) conduce alla scoperta di un territorio da favola dove il Lago di Cavazzo è protagonista indiscusso, ideale per momenti di puro relax sulle verdi sponde (magari allestendo un picnic), per piacevoli e facili escursioni e percorsi da trekking, per il birdwatching e per gli amanti degli sport acquatici.

Infatti, lungo i comodi sentieri, offre numerosi itinerari da percorrere a piedi oppure in sella alla mountain bike, ammirando panorami che scaldano il cuore e la fauna locale nel suo habitat prediletto mentre il lago stesso è punto di riferimento per le attività di canoa, windsurf, kayak, SUP (stand-up paddle) e per la pratica della vela: a disposizione, il circolo nautico “Nautilago”, noleggio giornaliero di SUP e kayak presso il camping “Lago 3 Comuni”, rent bike per noleggiare sia MTB che e-bike, nonché aree attrezzate per picnic e parchi giochi per i più piccoli.

Ma non è tutto.

Da non perdere è la passeggiata di 8,20 chilometri che costeggia il lago, un percorso ad anello adatto a tutti che dona scorci invidiabili sulle acque trasparenti e sulle montagne che vi si specchiano, sul fitto canneto e sullo stagno della zona sud dove nidificano o sono di passaggio anatre e altri volatili. Non manca l’Ecomuseo che, grazie ai dettagliati pannelli illustrativi, consente di approfondire la conoscenza con il Lago di Cavazzo, la sua storia e i suoi abitanti.

In più, dall’Ecomuseo, un sentiero in salita (che ripaga di tutta la fatica) conduce a una straordinaria terrazza panoramica da cui la vista sul lago dall’alto è qualcosa da vedere assolutamente con i propri occhi! Qui si trova anche il Monumento al Terremoto, con area informativa sull’isolatore sismico, installata nel 33esimo anniversario del sisma del 1976 con epicentro il Monte San Simeone.

Un angolo di natura tropicale a soli dieci minuti dal lago

Per godersi appieno la meraviglia del Lago di Cavazzo, vale la pena visitare, a soli dieci minuti di auto, la Casa delle Farfalle di Bordano, la più ampia esposizione in Italia di farfalle e insetti viventi, un paradiso tropicale che riproduce fedelmente gli habitat originari delle oltre 400 specie di farfalle provenienti da tutto il mondo.

Un’attrazione turistica che sa emozionare, con 1000 metri quadri di serre riscaldate e altrettanti dedicati a laboratori, aule video, esposizioni e attività educative dedicate ai bambini e ai ragazzi.

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Ross Island: l’isola perduta e abbandonata che nessuno conosce

Gli eventi che portano all’abbandono di un’isola sono variegati e complessi, spesso collegati tra loro in un intricato mosaico di circostanze. Isole un tempo animate dalla vita e dalla cultura dei loro abitanti, possono cadere nell’oblio per molte ragioni, alcune delle quali svelano storie spettrali e misteriose. Questi luoghi sono spesso avvolti in un’atmosfera inquietante, dove le leggende si mescolano con la realtà in un mix di fascino e terrore.

Il viaggio di oggi ci conduce nel cuore dell’Oceano Indiano, su un frammento di terra che porta con sé una storia inquietante e dolorosa: Ross Island. Questo luogo fu un tempo il palcoscenico di uno dei capitoli più oscuri della storia coloniale britannica. Qui, migliaia di detenuti e prigionieri politici subirono orrori indicibili all’interno di un lussuoso insediamento coloniale. Oggi, ci si trova di fronte a un paesaggio desolato e inquietante. Giganteschi nodi di radici di alberi di Ficus sembrano quasi aver preso vita propria, inghiottendo gli edifici e creando una surreale fusione tra la natura e la storia oscura dell’isola.

E mentre la natura, con la sua bellezza rigogliosa, ha riconquistato implacabilmente il suo territorio, l’isola continua a sussurrare con voce sommessa la triste storia impressa nella sua vegetazione selvaggia e negli edifici decadenti, un richiamo silenzioso alla memoria delle sofferenze passate.

Ross Island: la tragica eredità di un paradiso perduto

Ross Island

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Ross Island, Arcipelago delle Andamane

Nel turbolento periodo che seguì all’Ammutinamento Indiano del 1857, il mondo assistette a uno dei momenti più significativi della storia dell’India, la nascita della prima grande lotta per l’indipendenza. Questo evento, noto anche come “l’ammuntinamento dei Sepoy”, segnò l’inizio di una sfida coraggiosa contro il dominio coloniale britannico che avrebbe plasmato per sempre il futuro del Paese.

I coloni britannici furono colti di sorpresa dalla violenza della ribellione e risposero con una brutalità spietata. Fu un periodo di sofferenza e sacrificio, ma anche un momento di determinazione e unità. Gli indiani provenienti da diverse regioni e culture si unirono per combattere un nemico comune, con la speranza di riconquistare l’autonomia e la libertà.

L’arcipelago diventò un luogo di esilio per i prigionieri politici, dove la dura disciplina e le condizioni di vita disumane erano all’ordine del giorno. I detenuti furono inviati sull’isola in massa e, per diversi decenni, Ross Island fu il palcoscenico di indicibili atrocità. La sua famigerata prigione, situata nelle vicinanze di Port Blair, è tristemente nota per essere stata uno dei luoghi più spaventosi in cui i prigionieri politici e ribelli venivano rinchiusi.

Questo luogo del terrore ha continuato a operare fino alla sua chiusura definitiva nel 1937. Mentre il resto delle Isole Andamane e Nicobare fu rioccupato nei decenni successivi, la comunità di Ross Island si dissolse lentamente. L’isola rimase così un luogo desolato, dove la memoria degli orrori subiti resta l’unica custode del passato.

L’inquietante bellezza di Ross Island

Oggi, Ross Island è diventata una popolare attrazione turistica. Qui, i visitatori possono esplorare il passato oscuro dell’isola mentre camminano tra le rovine degli antichi edifici coloniali, immaginando le storie di coloro che vi hanno sofferto. La giungla lussureggiante offre una cornice surreale a questa esperienza, creando un contrasto unico tra la bellezza naturale e la storia travagliata del luogo.

Uno dei luoghi più emozionanti da esplorare è senza dubbio il Ross Island Museum, un vero e proprio scrigno di storia e cultura. Entrando, ci si trova immersi in un mondo di emozioni, mentre fotografie d’epoca, manufatti e reperti raccontano vicende e avventure di un’epoca lontana.

Le rovine e gli antichi edifici, invece, come la Casa del Commissario Capo, la Casa del Governo e la Chiesa Presbiteriana, offrono una visione affascinante della vita coloniale, con i loro dettagli architettonici e il fascino decadente che, ancora oggi, permea l’atmosfera dell’isola.

Ross Island

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Ross Island, Arcipelago delle Andamane
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Il centro termale più grande d’Europa è un viaggio nel tempo e nella bellezza

Budapest, la “perla del Danubio“, è una delle città più affascinanti e visitate d’Europa, un luogo che abbraccia la sua storia secolare con un’architettura maestosa che richiama l’epoca dell’impero austro-ungarico e la Belle Époque. Questa città è un incantevole scrigno di bellezza, dove gli edifici in stile Art Nouveau richiamano i fasti di un’epoca passata.

Ma c’è un’altra ragione per cui Budapest è ammirata in tutto il mondo. Conosciuta anche come la “Città delle terme“, le sue fondamenta calcaree nascondono un tesoro sotterraneo di ben 118 sorgenti termali naturali, che sgorgano generosamente con una quantità impressionante di 70 milioni di litri di acque terapeutiche ogni giorno. Un luogo unico nel suo genere, che invita le persone a rilassarsi e rigenerarsi immersi nelle sue acque curative, rendendola una delle destinazioni termali più suggestive del pianeta.

Molti dei bagni termali di Budapest racchiudono un passato affascinante ma, al contempo, testimoniano la capacità di questa città di rinnovarsi nel corso dei secoli. Il complesso più popolare è il Széchenyi che, nonostante sia stato inaugurato solo alla fine del XIX secolo, ha rapidamente guadagnato un posto speciale nei cuori dei visitatori. La sua imponente struttura in stile neobarocco e le sue acque calde e terapeutiche attirano ogni anno generazioni di bagnanti in cerca di relax e benessere. È un luogo in cui il fascino del passato si mescola con il presente, creando un’esperienza emozionante e indimenticabile.

Szechenyi: l’oasi termale di Budapest

Bagni Széchenyi

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Bagni Termali Széchenyi, Budapest

Budapest nasconde tesori termali in ogni angolo, ma nessun altro luogo incarna la sua importanza storica come i Bagni Széchenyi. Questo complesso termale, situato in un imponente edificio in stile neogotico, ha aperto le sue porte al pubblico nel 1913 e da allora è diventato una delle attrazioni più iconiche della città.

Le sorgenti prendono il loro nome da István Széchenyi, uno dei più importanti statisti ungheresi del XIX secolo. Progettati dall’architetto Gyozo Czigle verso il 1881, questi bagni hanno visto una continua evoluzione. Nel corso dei decenni, infatti, sono stati oggetto di costanti lavori di espansione e miglioramento, diventando un punto di riferimento per il benessere fisico e mentale. Composti da ben 12 piscine interne e 3 esterne, si ergono come una meraviglia architettonica in mezzo alla splendida cornice della città ungherese.

Ma è l’atmosfera che circonda questo luogo che incanta e affascina al primo sguardo. Lo stile neobarocco che caratterizza le piscine interne è un omaggio all’arte e alla bellezza. Statue, mosaici e volte affrescate decorano con maestria ogni angolo, trasportandoti nella raffinatezza e nel lusso del passato. Un autentico viaggio nel tempo, avvolti dall’arte e dalla storia.

L’apice assoluto di questa esperienza è senza dubbio la piscina esterna, regina indiscussa dei Bagni Széchenyi. Qui, il contrasto tra il calore delle acque termali e la maestosità dell’antico edificio che la circonda è semplicemente magico. È come immergersi in un dipinto vivente, dove la storia si fonde con la contemporaneità in una sinfonia di relax e bellezza. Ma c’è un elemento che la rende diversa dalle altre: i tavoli da scacchi galleggianti. Posizionati al centro della piscina, ti permetteranno di sfidare i tuoi avversari all’insegna del più completo relax. Un’esperienza senza paragoni, una sfida avvincente che si svolge in uno scenario unico al mondo.

Le acque termali di Széchenyi: un elisir di bellezza e benessere

I Bagni Széchenyi a Budapest sono un luogo di incanto e bellezza, ma la loro vera magia risiede nelle acque termali che li alimentano. Queste rappresentano una delle risorse più preziose della città e sgorgano da due sorgenti d’acqua di fonte artesiana situate a una profondità di circa 1000 metri sottoterra.

Una delle caratteristiche più sorprendenti è la loro temperatura alla fonte, che si aggira intorno ai 76 gradi Celsius. Questo calore naturale è parte integrante del loro potere curativo, ma per garantire il massimo beneficio e comfort, le vasche contengono anche acque a temperature molto più miti, che oscillano tra i 20 e i 38 gradi Celsius. Quest’alternanza tra caldo e freddo stimola la circolazione sanguigna, tonifica il corpo e apporta una sensazione rigenerante.

In sintesi, sono un vero tesoro della natura, ricche di minerali e nutrienti essenziali per la nostra salute. La loro composizione comprende calcio, fluoruro, acido metaborico e solfato, elementi che svolgono un ruolo fondamentale nel trattamento di vari disturbi. Infatti, i minerali presenti nelle acque termali di Széchenyi agiscono come antinfiammatori e alleviano il dolore articolare, permettendo ai visitatori di trovare sollievo e una maggiore mobilità. Inoltre, le loro proprietà terapeutiche si sono dimostrate efficaci anche nel trattamento di numerose malattie degenerative.

Bagni Széchenyi

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Bagni Termali Széchenyi, Budapest
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La strada dei limoni a Mentone, un itinerario tra colori e profumi

Mentone è la città dei limoni. Qui c’è una varietà unica che si trova solo nella cittadina del Sud della Francia. I limoni di Mentone hanno una denominazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) e hanno una forma allungata, hanno un profumo e un sapore aromatico e inoltre sono famosi perché non sono solo gialli, ma cambiano colore a seconda della stagione passando dal giallo chiaro a una tonalità molto più scura quando è pronto per essere raccolto.

A Mentone, tutto gira intorno ai suoi iconici frutti dorati. Il Carnevale qui è la Fête du citron, la festa del limone, dove i carri che sfilano per la città sono decorati con limoni e altri agrumi e i centralissimi giardini Biovès vengono allestiti con sculture di agrumi che vanno dal giallo all’arancio.

Nella città dei limoni, quindi, non poteva mancare un itinerario tematico: la Route du citron, la strada dei limoni, che tocca i luoghi più rappresentativi della città color pastello legati al suo prodotto più tipico, tra angoli che profumano di agrumi, artigiani e produttori locali.

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Fonte: 123rf

Fête du citron, il Carnevale di Mentone

La Route du citron

La strada dei limoni attraversa il centro storico di Mentone, una delle più pittoresche cittadine della Costa Azzurra molto amata dagli italiani, e tocca i luoghi più importanti legati alla storia e alla tradizione di questo agrume così iconico per la città. L’itinerario può essere esplorato a proprio piacimento, a piedi, specie nella prima parte, in bicicletta, in autobus o anche in auto per chi desidera proseguire nelle tappe appena fuori dal centro storico.

Il tour – più che altro gastronomica – parte dall’Ufficio del Turismo che si trova in avenue Boyer che costeggia i giardini Biovès. Le prime sei tappe si fanno a piedi o al massimo in bicicletta perché sono tutte vicine e si addentrano nella zona pedonale.

Le tappe del tour a piedi

La prima tappa è in un pastificio italiano, Pasta Piemonte, che ha inventato i ravioli al limone.

La seconda tappa è anch’essa all’insegna del gusto ed è presso uno dei più antichi produttori di confetture di mentone: Maison Herbin, che produce naturalmente marmellate al limone di Mentone, ma anche al mandarino, alle cipolle e persino al Nero d’Avola.

La terza tappa è anch’essa gastronomica ed è presso la Maison Gannac di proprietà di una famiglia locale di agrumicultori con una proprietà sulle alture della città, nel quartiere di Menton Garavan, che si può andare a visitare su prenotazione. Qui, oltre alle confetture, si trova frutta candita, chips al limone, olio di oliva, aceto, ma anche birre e alcoolici aromatizzati al limone.

La quarta tappa è lungo la rue pietonne, la strada pedonale parallela al lungomare di Mentone, Au pays du citron, dove i proprietari, nel loro negozio-laboratorio, trasformano il limone di Mentone in creazioni golose a partire da ricette ancestrali tenute segrete.

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Fonte: 123rf

La strada pedonale nel centro storico di Mentone

La quarta tappa è nel vicino Menton côté citron, dove trovare liquori, aperitivi, marmellate, olio d’oliva, aceto agli agrumi e limoni e molti altri prodotti.

La quinta tappa è presso un produttore di olio sin dalla fine dell’Ottocento, l’Huilerie Saint-Michel. Tra i suoi clienti c’è il ristorante Mirazur dello chef Mauro Colagreco tre stelle Michelin.

La sesta tappa è in uno dei luoghi più famosi di mentone, il Marché des Halles, il mercato coperto cittadino  che si trova tra il porto dei pescatori e la città barocca, ai piedi del campanile detto ‘Campanin’. Un luogo sempre animato e coloratissimo, centro di aggregazione sociale e della gastronomia di Mentone, da visitare per scoprire l’anima della città costiera. Aperto tutti i giorni fino all’ora di pranzo, si spazia tra una quarantina di produttori.

Le tappe sulle alture di Mentone

La Route du citron prosegue sulle alture intorno a Mentone. Per raggiungere le tappe successive – che sono assolutamente facoltative – bisogna o prendere un autobus o l’auto. Una tappa obbligata è dal produttore di ceramiche Les Faïences Mentonnaises dove si trovano piatti, brocche e quant’altro con decori tipici provenzali e gli immancabili limoni di Mentone.

Con una splendida vista mare, la tappa successiva è a La ferme des citrons, una tenuta di tre ettari sulla collina coltivata a limoni e altri agrumi e delimitata da ulivi secolari e da una foresta di avocado giganti. Si tratta di uno dei più grandi produttori dei limoni di Mentone IGP.

Andando in direzione del paese di Sospel, s’incontra una brasserie – o brassarìa, in nizzardo – specializzata in prodotti a base di limoni, La Mentounasc, una tappa imperdibile.

Infine, tornando verso il lungomare, tappa irrinunciabile al Giardino degli agrumi di Palazzo Carnolès, un altro quartiere di Mentone raggiungibile con una fermata di treno.

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Le alture di Mentone
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Viaggio a Seoul, una delle Capitali più sorprendenti al mondo

Cercate una Capitale eccentrica, vibrante, in continuo movimento e dove antico e moderno convivono creando un mix davvero speciale? Benissimo, perché abbiamo trovato una destinazione che riesce ad essere tutto quello che vi abbiamo appena elencato e molto altro di più, un città in grado di dettare le tendenze del mondo: Seoul.

Seoul: informazioni utili

Seoul è la Capitale e la città più popolosa della Corea del Sud. Sorge nel Nord-Ovest del Paese ed è una località che potremmo definire “benedetta”: risulta il simbolo visibile di quello che viene chiamato il “miracolo del fiume Han”, riferito agli enormi progressi nel campo dell’economia sudcoreana degli ultimi decenni.

Per secoli “annullata” da due colossi come Cina e Giappone, è da qui che oggi partono tantissime delle tendenze che prendono piede in tutto il pianeta: è il paradiso della creatività, che va dalla moda al cibo, dall’architettura all’arte.

Cosa aspettarsi

Un vortice, Seoul è una città in grado di assorbirti completamente e che regala tutte le emozioni possibili. Non vi sorprenderà sapere, infatti, che è una delle mete di viaggio più amate dai giovani di oggi. Il futuro si percepisce in ogni angolo, ma con armonia perché il moderno non toglie affatto lo spazio al suo caratteristico passato.

Templi e grattacieli convivono, mentre milioni di abitanti si muovono freneticamente in quella che è una città incredibilmente ordinata, civile e vivibile. E poi ci sono le distese di campi di riso, le foreste verdi e i locali alla moda che fanno spazio alle case tradizionali costruite con mattoni di fango.

Viaggio a Seoul

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Un angolo di Seoul

La città dei contrasti che stanno bene insieme e che sono uno dei tantissimi punti di forza di questa magnetica località asiatica: Seoul è racchiusa da diciotto chilometri di fortezze volute dall’antica dinastia Joseon, tutte ancora ben conservate, alle quali si alternano centri commerciali giganteschi, alcuni dei quali aperti 24 ore su 24.

Seoul antica: cosa vedere

Non si può dire di conoscere a fondo un luogo finché non si scopre il suo passato, e per questo è molto importante visitare la Seoul antica. Purtroppo molte vestigia della sua città vecchia sono andate perdute per sempre a causa della ricostruzione avvenuta negli anni Cinquanta, ma tante di loro sono ancora presenti, in particolar modo a Nord del fiume Han e nel distretto storico di Jongno-gu.

Ne è un esempio il Namdaemun, la colossale porta della città costruita nel XIV secolo e dichiarata tesoro nazionale nel 1962.

C’è poi il Gyeongbokgung, uno dei cinque magnifici palazzi reali di Seoul edificati in epoca medievale dalla dinastia Joseon, il cui nome significa “palazzo della civiltà splendente”. L’interno riserva diverse stanze di particolare interesse, come la sala del trono, conosciuta come Geunjungjeon, l’ufficio del Re e diverse stanze private. Bellissimi sono anche i giardini Amisan e il Tempio Gyeonghoeru, situato in un incantevole laghetto artificiale incorniciato dai Monti Bukaksan.

Una vera immersione nel passato si può fare presso il Bukchon Hanok Village, caratteristico quartiere puntellato di tradizionali casette coreane, che si rivela il posto più indicato per conoscere alcune delle più interessanti tradizioni locali. Vi basti sapere che sono ben 900 le case che lo compongono.

Bukchon Hanok Village, Seoul

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Un angolo del Bukchon Hanok Village

Straordinario e patrimonio Unesco è il Palazzo Changdeokgung, il cui nome significa “palazzo della prospera virtù”. Più piccolo del precedente, era il favorito di molti sovrani coreani del Medioevo e vanta la peculiare caratteristica di armonizzarsi nell’ambiente in cui si trova invece di imporsi.

Composto da 13 edifici e oltre 28 padiglioni, offre anche il cosiddetto Biwon, il giardino segreto, che è ricco di una grande quantità di specie vegetali rare e alberi di oltre 300 anni.

Gli altri palazzi storici a cui vale la pena dare uno sguardo sono il Deoksugung, collocato al fianco di una serie di edifici in stile occidentale; Changgyeonggung, originariamente costruito per essere la residenza estiva dell’imperatore di Goryeo; Gyeonghuigung, per anni considerato il secondo palazzo del Re nel quale si recava nei momenti di emergenza.

Di estrema importanza sono anche i templi, come il Jogyesa che è il centro del Buddismo Zen in Corea. Abbracciato da una raggiante vegetazione, sfoggia un edificio principale che conta ben 500 anni.

Poi ancora il Bongeunsa che è stato fondato nel 794. Visitarlo fa vivere una stranissima sensazione: si percepisce il sacro, l’antico ma anche il moderno e il futuro, perché è circondato da tante recenti costruzioni. Composto da una ventina di edifici, ognuno con il proprio ruolo, offre una statua del Buddha alta 23 metri, la più grande di tutta la Corea.

Tempio Bongeunsa di Seoul

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La statua del Tempio Bongeunsa

Il lato moderno

Il lato moderno di Seoul è altamente sorprendente: colori vividi, che passano anche dai meravigliosi e grandissimi parchi cittadini, impreziosiscono i tantissimi murales che abbelliscono le pareti degli edifici. E poi ci sono i pressoché infiniti grattacieli (alcuni dei quali sono ancora oggi tra i più alti del mondo) che si affacciano sul fiume Hangang, dove si possono praticare anche vari sport acquatici.

Tante attività di vario tipo si possono fare pure presso il Skygarden Seoullo 7017, un’aerea per il relax dove passato, presente e futuro si incontrano.

Il motto di Seoul è: “lavora sodo, divertiti ancora di più”. Non sorprende sapere, quindi, che al termine della propria giornata lavorativa i cittadini si dirigono verso Gangnam, Hongdae e Itaewon. Gangnam (ve la ricordate la canzone del 2012 del rapper sudcoreano Psy che ha venduto oltre 9,7 milioni di copie?) è la culla delle tombe delle dinastie Seolleung e Jeongneung, annoverate nei Patrimoni dell’umanità dall’Unesco, ma anche una sorta di Beverly Hills sudcoreana in cui si fanno spazio prestigiosi marchi internazionali del lusso, locali notturni e ristoranti costosi.

Hongdae è un’altra area cittadina molto popolare tra i giovani che qui trovano tutto quello che desiderano per lo svago e il divertimento, mentre Itaewon è un quartiere dall’anima cosmopolita dove si mescolano cucine e culture di tutto il mondo.

Tra le attrazioni da non perdere ci sono il Leeum, Samsung Museum of Art, che è composto da una zona che ospita l’arte tradizionale coreana, e un altra che è la culla dell’arte contemporanea, e la Moschea di Itaewon, la prima moschea permanente della Corea, nonché l’unica moschea di Seoul.

Per descrivere l’anima, lo sviluppo e la crescita di Seoul ci vorrebbe un libro, ma anche per raccontare le sue attrazioni. In questo piccolo articolo mancano i musei, i mercati caratteristici e molto altro ancora: l’unica grande verità è che occorre volare a Seoul il prima possibile.

Gangnam, Seoul

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In quartiere Gangnam
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Le rocce a forma di cuore emergono dall’acqua: l’isola dell’amore è un sogno

C’è un’isola in Giappone che è il posto perfetto per celebrare l’amore, non solo perché offre una scenografia talmente bella da togliere il fiato, ma perché ci sono alcuni luoghi che sono davvero speciali. Come le rocce a forma di cuore che emergono dall’acqua, scolpite dalla natura stessa e che si innalzano verso il cielo con la loro forma inconfondibile.

Ma non solo quelle, perché l’Isola di Kourijima – nota anche come isola di Kouri – tra una romantica leggenda, spiagge bellissime e le sue piccole dimensioni, è un gioiello da esplorare e da conoscere. Ed è una destinazione imperdibile per un viaggio alla scoperta del Giappone e dei suoi tanti luoghi da sogno.

L’isola dell’amore in Giappone: le rocce sensazionali

Il perimetro dell’Isola di Kouri è davvero piccolo, la sua circonferenza infatti è di circa 8 chilometri e questo non fa che aggiungere fascino a un luogo che è davvero un gioiello prezioso.

È un luogo incontaminato, dove non si trova altro che natura e con alcune attrazioni che le hanno permesso di fregiarsi dell’appellativo di isola dell’amore. Come le rocce a forma di cuore che escono dall’acqua cristallina. Sono due, hanno una forma inequivocabile e sono il frutto del lavoro della natura, che è capace di creare scenari mozzafiato. Si trovano sulla spiaggia di Tinu ed emergono dal mare mostrandosi in tutta la loro bellezza.

Le spiagge in questo luogo sono stupefacenti, il clima è tropicale e c’è caldo tutto l’anno e questo rende la zona la location ideale per una vacanza immersi nella bellezza della natura.

E, sempre legata a una spiaggia, c’è una leggenda: si dice infatti che i due antenati di tutta l’umanità, proprio come Adamo ed Eva, avessero scelto come dimora una grotta sulla spiaggia di Chigunu.

Cosa vedere e come raggiungere sull’isola di Kouri

L’isola di Kourijima viene chiamata anche Kouri ed è la destinazione perfetta da raggiungere per una giornata di esplorazione. Qui non si trovano alberghi, ma solo natura. Vale la pena visitare le sue bellissime spiagge, colmare gli occhi con tanta bellezza e osservarne i suoi tanti colori.

Essendo di piccole dimensioni si può esplorare in un giorno e, da ricordare, anche il viaggio per raggiungerla è spettacolare. Infatti, si accede attraverso un suggestivo ponte: si parte da Naha, città sull’isola di Okinawa e si raggiunge facilmente in macchina.

Okinawa, un luogo da sogno

Questa zona del Giappone gode di un clima caldo tutto l’anno ed è la meta ideale per chi apprezza le spiagge da sogno, ma anche esplorare i fondali: la barriera corallina è davvero suggestiva e variegata. Della prefettura di Okinawa fanno parte 150 isole, tutte bellissime e dotate di clima tropicale e grandi distese di sabbia.

Ma non solo, a quanto pare, è anche il posto che custodisce il segreto della longevità, i suoi abitanti infatti detengono il record, rispetto a quelli di altre zone del Giappone e del mondo.

Un luogo bellissimo, dunque, ricco di tesori da scoprire e scrigno di piccoli gioielli speciali: proprio come le rocce a forma di cuore che emergono dall’acqua. La destinazione ideale per gli innamorati.

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La città dell’Albania dove storia e natura si incontrano

Di recente, l’Albania è diventata una delle mete di vacanza più ambite dai visitatori italiani. Lo sviluppo del turismo nel Paese non si concentra solo sulla costa e sulle spiagge da sogno, ma su tutto il territorio, incluse le città ricche di tesori da scoprire. Esplorando l’entroterra, si incontra Elbasan, una destinazione in cui passato e presente coesistono armoniosamente, offrendo una ricca esperienza di viaggio per gli appassionati di storia e gli amanti della natura.

Elbasan, “ombelico dell’Albania”

Considerata “l’ombelico dell’Albania”, Elbasan (Elbasani in albanese) è situata al centro geografico del Paese, sulla sponda destra del fiume Shkumbin. Venne costruita sui resti della città antica di Skampini, fondata nel I secolo a.C. da tribù illiriche, e fu un importante centro sulla via Egnatia che collegava, come proseguimento naturale della via Appia, Durazzo a Costantinopoli, e che ha determinato nei secoli lo sviluppo economico e l’influenza politica e strategica della città.

L’attrazione principale è il Castello di Elbasan, situato al centro della città, una fortificazione del XV secolo che in origine aveva ventisei torri. Ancora oggi rappresenta una testimonianza importante del lungo regno ottomano in Albania. Durante il XVII secolo, nel suo periodo più glorioso, racchiuse tra le sue mura oltre duemila case e un’industria manifatturiera di oltre 900 negozi di oggetti in pelle, seta e metalli preziosi, che venivano perlopiù esportati all’estero. Una passeggiata attraverso il castello svela un’incredibile varietà di architetture, dalle case in stile ottomano, tipiche dell’Albania centrale, agli appartamenti in stile italiano del XIX e XX secolo, a edifici comunisti e di epoca post-comunista.

Tra i monumenti che si possono ammirare all’interno della fortezza, spicca la chiesa ortodossa di Santa Maria Assunta, la Moschea del Re e i magnifici bagni turchi di Sinan Pasha, ben conservati e costruiti all’inizio del XIX secolo. Sul lato orientale, svetta la maestosa Torre dell’Orologio, tutt’oggi funzionante. Luoghi che costituiscono un tassello prezioso dell’affascinante storia di questa città.

Non lontano dal castello, il viaggio nella storia e nella cultura di Elbasan continua con una visita al Museo Etnografico, una casa a due piani del XVIII secolo che racconta la cultura, il folclore e lo stile di vita della città albanese. Dopo aver esplorato le diverse sale di questo interessante spazio espositivo, c’è un’altra attrazione che non potete perdere: la Moschea di Naziresha. Sorta nella periferia meridionale, rientra nei monumenti culturali religiosi dell’Albania dal 1948 . Nel 2013 è stata sottoposta a un importante restauro, finanziato dal governo turco, che ha visto la ricostruzione del minareto, la posa della cupola in piombo e delle grate bianche sulle finestre.

La vibrante cultura di Elbasan si riflette nei suoi festival, che offrono musica e intrattenimento, oltre alla possibilità di degustare i piatti tipici della deliziosa cucina locale e scoprire le tradizioni che convivono in armonia con la vita moderna. Tra gli appuntamenti imperdibili, il Dita e Verës (Summer Day), che si celebra il 14 marzo, e segna l’arrivo della bella stagione con varie attività all’aperto e spettacoli.

Le attrazioni naturali di Elbasan e dintorni

Per gli amanti della natura, Elbasan offre l’accesso al magnifico Parco Nazionale di Shebenik-Jabllanicë, caratterizzato in particolare da un paesaggio montuoso ricco di laghi glaciali, valli, boschi di conifere e latifoglie, prati e pascoli alpini, che ospita molte specie diverse e rare di piante e animali. Un vero paradiso, quindi, per le attività all’aria aperta come passeggiate ed escursioni nella natura incontaminata, il campeggio e il birdwatching. A soli 20 minuti dalla città, ci si imbatte nello splendido parco di Bysheku, famoso per le sue risorse di acqua dolce e per gli alberi secolari che sono protetti come monumenti della natura.

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Parga, una Grecia ancora tutta da scoprire

Tra le mete più amate per le vacanze degli italiani c’è la bellissima, e nemmeno troppo lontana, Grecia. Ma del resto è comprensibile, è una terra ancora autentica e pregna di tantissime meraviglie naturali e storiche. Se alcune zone di questo Paese sono molto frequentate dai nostri connazionali, ci sono altre che invece sono poco prese di mira dagli italiani. Una di queste è Parga, un città che è una bomboniera e in cui il turismo è principalmente composto da viaggiatori provenienti dal Nord Europa.

Parga, informazioni utili

La bellissima cittadina di Parga sorge lungo la costa frastagliata dell’Epiro, una regione orientale della Grecia continentale. Facilmente raggiungibile dall’Italia sia via aereo che mare, offre anche un’ampia scelta di hotel che sono adatti a tutte le tasche.

Un posto in cui staccare completamente la spina e da vivere con lentezza, ma anche in cui dedicarsi a diversi sport acquatici e a visite storico-culturali che rimangono impresse nel cuore.

Cosa aspettarsi

Quando si arriva a Parga sembra di venire immersi in un caleidoscopio di colori: dalla forma di un anfiteatro, presenta una cascata di casette color pastello che vanno a fondersi con il blu tipico del mare greco.

Parga, Grecia

Fonte: iStock

Le casette colorate di Parga

Pur trovandosi in una zona della Grecia continentale caratterizzata da una costa frastagliata, nasconde una serie di spiagge sabbiose che sono una più bella dell’altra, lidi che non hanno davvero nulla da invidiare alle ben più famose isole del Paese.

La vita qui scorre lenta, il posto ideale per lasciare le bollette a casa e per dimenticare la propria lista delle cose da fare. E poi c’è la sua tipica e magica atmosfera che si può vivere in ognuno dei suoi tanti vicoletti lastricati che salgono fino al colle dove sorge un castello, per poi scendere verso il limpido mare in cui fare bagni rigeneranti.

Parga è una destinazione popolare e in qualche maniera la quotidianità greca viene sempre più sostituita dai negozi di souvenir, ristoranti cinesi e cocktail bar, ma l’anima ellenica ancora si percepisce, soprattutto nelle sue taverne e in determinati periodi dell’anno.

Cosa vedere

Parga è dominata da un castello, una fortezza dalla forte impronta veneziana che è il cuore pulsante della cittadina. Costruito nel XIV secolo per poi essere trasformato dai Veneziani, prende il nome di Ali Pasha e dall’alto della collina su cui è posto regala una vista affascinante.

Arcate, logge, postazioni di cannoni, bastioni e molto altro ancora permettono di fare un viaggio indietro nel tempo, mentre intorno si è circondati dai colori raggianti di una cittadina come questa.

Molto interessante è il Museo della Chiesa che protegge tra le sue mura diversi reperti particolari, come due Vangeli del 17° secolo. Poi ancora la Chiesa di San Sosti che è stata edificata in una cavità formata tra due enormi rocce.

Il Monastero di Vlaherna, invece, è una struttura bizantina del XII secolo che sorge in località Valtos, anch’esso in cima ad un’altura. Vanta un campanile alto 15 metri e una chiesetta semidistrutta con una cinta muraria.

Infine la tomba micenea risalente al XIV secolo che è stata rivenuta nell’area di “Kyperi”.

Centro storico di Parga

Fonte: iStock

Uno dei vicoletti di Parga

Il mare e le spiagge

L’atmosfera e le spiagge di Parga sono perfettamente paragonabili a quelle delle isole più affascinanti del Paese e sono adatte a tutti i tipi di viaggiatori. Krioneri prende vita nella baia vicino al porto, e si presenta come una pittoresca spiaggia a due passi dal centro.

Spesso affollata per via della sua comoda posizione, regala uno scenario sorprendente perché al centro della baia svetta fiero il pittoresco isolotto della Vergine Maria, una sorta di scoglio che è la casa di una piccola e romantica chiesetta.

Valtos è un’altra affascinante spiaggia che sorge però dal lato opposto del porto. È delimitata da un verdeggiante promontorio che si rivela un paradiso per gli amanti è trekking: è ricco di sentieri che molto spesso conducono verso l’antico monastero di Vlacherna.

La posizione della spiaggia fa sì che sia sempre protetta dai venti e in più da queste parti il mare è di un particolare colore turchese, oltre ad essere quasi sempre calmo. Lunga circa 3 chilometri, è una distesa di sabbia bianchissima e anche dotata di tutte le comodità, come bar e ristoranti e zone verdi e ombreggiate in cui riprendersi dal caldo.

Voliamo ora a Lichnos, una spiaggia da sogno che si fa spazio a circa 4 chilometri a Sud di Parga. Considerata una delle più belle spiagge dell’Epiro, è puntellata di alberi di ulivo che sanno tanto di Grecia e caratterizzata da acque profonde e pulite.

Si rivela anche un piccolo paradiso per chi adora fare immersioni, ma pure il posto ideale per assaggiare la tipica cucina locale grazie alla presenza di alcuni bar e ristoranti. Dal paesaggio verdeggiante e acque cristalline di un blu intenso, offre ai visitatori la possibilità di divertirsi con diversi sport acquatici.

Molto bella è anche Sarakiniko che prende vita a Nord di Parga. Si trova in una baia piuttosto piccina ma altamente panoramica. Ma non solo, perché si distingue dalle spiagge vicine in quanto possiede una sabbia ruvida, pur possedendo come tutti lidi della zona acque particolarmente trasparenti.

C’è poi Agios Sostis che è lo spot migliore per coloro che sono in cerca di un po’ di avventura e adrenalina. Piccola e rocciosa, è completamente circondata dalla natura ed è raggiungibile attraversando un lungo sentiero totalmente immerso nel verde.

Spiaggia di Valtos, Parga

Fonte: iStock

La bellissima spiaggia di Valtos

I dintorni

A poca distanza da Parga sorge Sivota, una minuscola località turistica in cui la natura ha creato degli scenari particolarmente emozionanti. Celebre soprattutto negli anni Sessanta, è ancora oggi un piccolo paradiso in cui vale assolutamente la pena fare un salto.

Lo stesso discorso vale per il Castello di Antousa, un’imponente fortezza costruita su un poggio, tra Anthousa e Agia, che probabilmente offre una delle migliori viste panoramiche su tutta la zona di Parga.

Gli amanti della storia non potranno di certo resistere al Necromanteion di Ephyra che sorge non troppo distante dal villaggio di Mesopotamos: è uno dei più eccezionali oracoli del mondo antico giunti fino ai giorni nostri.

Infine anche un po’ di mistero: il villaggio abbandonato di Vrahonas che svetta fiero su un altopiano: qui ancora sopravvivono le rovine di alcune antiche case in pietra.

Senza ombra di dubbio, Parga è una destinazione della Grecia da valutare per le prossime vacanze.

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L’incredibile viaggio sulla ferrovia più ripida della Germania

I viaggi in treno possono essere davvero affascinanti: mentre i vagoni si muovono lenti, dai finestrini panoramici si può godere di paesaggi incantevoli e sempre diversi. Insomma, è una vera e propria esperienza da vivere a tutto tondo, magari andando a cercare alcune linee particolari, che possano offrire quell’emozione in più. Come ad esempio la Höllentalbahn, la ferrovia più ripida della Germania. Scopriamola insieme.

La Höllentalbahn, un viaggio mozzafiato

Mentre prende sempre più piede il trend del viaggio slow in treno, ci sono alcuni vecchi tragitti che vengono rispolverati e messi a disposizione dei turisti che sono alla ricerca di emozioni e paesaggi spettacolari. E allora andiamo in Germania, e più precisamente nel cuore della Foresta Nera, per scoprire la Höllentalbahn: si tratta della ferrovia più ripida del Paese, perché supera un dislivello di ben 400 metri in appena 12 km, in un tratto con pendenza di oltre il 57%. In passato, per poter affrontare questa salita così particolare, i treni dovevano adoperare il sistema a cremagliera, che trainava la locomotiva – per poi frenarla durante la discesa.

Oggi ovviamente non è più così: le locomotive moderne sono abbastanza potenti da tirare l’intero treno anche su un dislivello importante, e i suoi freni sono più che sufficienti per reggere in discesa. Tuttavia, il fascino di un tempo è rimasto inalterato, soprattutto per via dei meravigliosi panorami che la ferrovia si trova ad attraversare. Costruita a cavallo tra l’800 e il ‘900, la Höllentalbahn è lunga solamente 25,5 km e collega la città di Friburgo a quella di Donaueschingen, affrontando numerosi tunnel e viadotti. Dal 2019, l’intero percorso è elettrificato ed è servito dai treni della Deutsche Bahn. Ma quali sono i suoi paesaggi più suggestivi?

I luoghi più belli lungo la Höllentalbahn

Punto di partenza della ferrovia è la deliziosa città di Friburgo, una delle perle della Foresta Nera, che merita assolutamente una visita. Ma saliamo a bordo del treno e partiamo per un viaggio incredibile: l’itinerario attraversa la valle Höllental, chiamata anche Valle dell’Inferno per via del suo aspetto inquietante. È infatti una lunga gola racchiusa tra ripide pareti rocciose ricoperte di conifere, attraversata da un fiume dalle acque scure che scorrono veloci e spumeggianti, infrangendosi tra i massi. La ferrovia si arrampica in questo stretto pertugio, dividendosi il poco spazio con la normale strada asfaltata.

Nel corso del viaggio, si attraversano 9 gallerie scavate nella montagna, e non meno numerosi sono i ponti e i viadotti da cui si gode di un panorama unico. Il più suggestivo? È senza dubbio il Ravenna Viadukt, un ponte in pietra a 9 arcate alto ben 58 metri, il quale consente di percorrere l’affascinante Gola di Ravenna. Poco più avanti si incontra un altro viadotto bellissimo, il Ponte Gutachtal che sovrasta il ruscello Gutach, una moderna struttura ad 8 campate che viene addirittura considerato un monumento culturale.

E poi, tra gli altri paesaggi incredibili merita menzione quello del Lago Titisee, incastonato tra le rigogliose vallate della Foresta Nera. Situato a circa 850 metri di altitudine, è una nota meta turistica sia estiva che invernale, perché nei mesi caldi consente di trovare refrigerio in mezzo al verde, mentre durante la stagione fredda la superficie del lago gela, permettendo di pattinare sul ghiaccio. Ammirare questo panorama dal finestrino è un’esperienza davvero meravigliosa.