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Leucade, la Grecia da scoprire questa estate

Tra le mete più amate dagli italiani (e non solo) per le vacanze estive c’è la Grecia, e non è affatto difficile immaginare perché: il Paese ellenico è l’undicesimo Stato al mondo per estensione costiera, con 13676 km di coste. Quasi ogni lembo di questa terra è bagnato da acque limpide che invitano a fare un bagno, come quelle che accarezzano le rive di Leucade, da molti considerata come i “Caraibi dello Ionio”.

Leucade, informazioni utili

Leucade è il nome italiano di Lefkàda, una delle meravigliose Isole Ionie che sorgono a ovest della Grecia continentale. Anzi, Leucade è l’unica di queste ad essere raggiungibile anche senza nave o traghetto, perché è collegata alla terraferma tramite una lunga strada rialzata e un ponte mobile di circa 50 metri.

Come tutte le isole che si trovano in questo tratto di costa, purtroppo non gode di una storia fortunata: negli anni ’50 qui ci sono stati disastrosi terremoti che si sono riversati duramente su di essa. I danni sono stati enormi, al punto che solo pochi monumenti e chiese sono arrivati fino ai giorni nostri.

Ce ne sono, quindi, ma Leucade è uno di qui posti in cui, incredibilmente, la storia e le antichità greche passano in secondo piano. In compenso, c’è ampio spazio per una natura raggiante.

Lefkàda, Grecia

Fonte: iStock

Veduta aerea di Lefkàda

Cosa aspettarsi

Leucade ha una doppia anima: c’è il lato turistico e poi quello che è ancora immacolato, identico a come Madre Natura lo ha fatto. Ciò vuol dire che qui ci si può tranquillamente rilassare e godere di emozionanti meraviglie naturali, ma anche vivere la vita mondana e divertirsi con la famiglia o gli amici.

Un’isola estremamente selvaggia, dalla rigogliosa vegetazione piena di pini, ulivi e vigneti. Poi ci sono le sue affascinanti insenature, baie semi-nascoste con spiagge di sabbia finissima o ciottoli e porticcioli coloriti. Ma non è finita qui, perché Leucade vanta anche una conformazione montuosa che si rivela l’ideale per passeggiate ed escursioni.

Cosa vedere

Come detto in precedenza, Lefkàda conserva ancora alcune delle sue meraviglie storiche, ma la realtà dei fatti è che qui ci si viene, soprattutto, per ammirare la bellezza della natura.

Tra le cose da non perdere c’è sicuramente Leucade città, il luogo da dove parte il ponte che collega l’isola alla terraferma. Una località piena di caffè, bar, ristoranti e locali notturni, ma anche altamente pittoresca per via della presenza di case policrome con i tetti di tegole, belle piazze, strette stradine e molto altro ancora.

Leucade città, Grecia

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Leucade città vista dall’alto

Molto interessanti sono anche le rovine del Castello di Agia Mavra, che dal XIII al XVII secolo ha protetto l’isola dalle incursioni che arrivavano dal mare. Nonostante sia ormai un rudere, i visitatori sono sempre entusiasti per via delle sue mura perimetrali esterne, che tutt’ora sono in ottimo stato di conservazione.

Una delle tappe imperdibili di questa magica isola è il Monastero di Faneromenis, il centro religioso più importante di Leucade e anche il posto da cui ammirare una vista meravigliosa sulla città e la vicina laguna. Al suo interno è possibile visitare un Museo Ecclesiastico che contiene icone sacre e antichi testi manoscritti.

Agios Nikitas, invece, è un pittoresco villaggio con un’unica strada pedonale piena di negozi, bar e ristoranti e anche il punto di partenza ideale per scoprire alcune delle spiagge più belle dell’isola.

C’è poi il villaggio di Kalamitsi, dove le tradizioni rurali ancora sono parte della quotidianità e in cui, contemporaneamente, l’occhio è puntato verso la modernità turistica. Nonostante ciò, a dominare sono ancora i mulini a vento, le chiese e gli animali, come  galline, capre e asini.

Un’altra località molto particolare è Karia, un borgo dell’entroterra assai noto per la sua tradizione del ricamo e per il suo centro storico ricco di bar, taverne e caffetterie.

Sivóta è senza alcun dubbio una delle cittadine più belle di Leucade. Prende vita su un’insenatura stretta che dà la sensazione di essere di fronte a un laghetto, anziché dinnanzi a uno splendido mare.

La natura di Leucade

Sì, a Leucade la natura è qualcosa di straordinario e a cominciare dalle sue coste: in quella orientale le acque sono più calme e si possono ammirare fantastici panorami, mentre quella occidentale è più selvaggia e perfetta per avvistare indimenticabili tramonti.

Assolutamente speciali sono le cascate di Dimosari che sono raggiungibili percorrendo un facile sentiero impreziosito di vecchi platani che regalano ombra naturale, ponticelli e scalini. La prima cosa che si incontra è una minuta cascata che si tuffa in un piccolo laghetto, per poi arrivare alla cascata principale alta circa dodici metri. Ma non è finita qui, perché ai piedi di quest’ultima c’è un’altra piccola piscina naturale dove poter anche fare il bagno.

Cascate di Dimosari, Lefkada

Fonte: iStock

Il laghetto ai piedi delle cascate di Dimosari

Davvero emozionante è Capo Lefkada che si trova all’estremità sudoccidentale dell’isola: da queste parti la natura incontra leggende e mitologia. Molto suggestivo è il faro che svetta nei cieli sulla parte più alta del promontorio, che regala anche dei tramonti che sono un vero turbinio di emozioni. Una piccola curiosità: secondo una leggenda è proprio da qui che si suicidò la poetessa Saffo a causa dell’amore non corrisposto per il giovane Faone.

Le spiagge da non perdere

Siete pronti a realizzare qualsiasi vostro desiderio in fatto di spiagge e mare? Dovete esserlo perché a Leucade è davvero possibile. Sono tantissime le spiagge da visitare e a partire da Pefkoulia che è una distesa sabbiosa lambita da acque turchesi molto pulite.

Molto bella è anche la spiaggia di Agios Nikitas che, pur essendo piccina, è la preferita dalle famiglie. Poi ancora la spiaggia di Milos, tra le meno conosciute – seppur eccezionale – di Lefkada. Vi basti sapere che la sua sabbia è bianca come il latte, mentre le sue acque sono profonde e intensamente turchesi.

Una delle spiagge più frequentate dell’isola è Kathisma, il posto ottimale per chi ha voglia di avere a portata di mano tutti i servizi del caso. Dalla sabbia bianca e ciottolosa, offre un mare cristallino dalle mille sfumature di blu o di verde.

C’è poi Ekgremni, una spiaggia di ben due chilometri di lunghezza e incastonata tra imponenti scogliere. Da molti considerata una delle migliori del Mediterraneo, offre colori simili a quelli dei Caraibi.

Voliamo ora alla spiaggia del villaggio di Vassiliki che è particolarmente frequentata da chi adora il windsurf e tutti gli sport da fare al mare.

Altrettanto suggestive sono la piccola spiaggia di ciottoli di Ammousa, quella di Mikros Gialos dove il mare è quasi sempre calmo, e la spiaggia di Desimi che offre tante insenature e grotte lungo la costa.

Infine, merita una menzione speciale Porto Katskiki, da molti ritenuta addirittura la spiaggia più bella d’Europa. Con sabbia bianca finissima, è riparata da una falesia a picco sul mare e baciata dal sole per quasi l’intero giorno. Non sono di certo da meno le sue acque che sono costantemente cristalline.

Insomma, Leucade è un vero scrigno di incedibili meraviglie.

Porto Katskiki,, Leucade

Fonte: iStock

Tutta la bellezza di Porto Katskiki
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Cherso, isola da sogno della Croazia

Al largo della costa nord della Croazia, adagiata sul Golfo del Quarnero e separata da un canale con ponte mobile dall’isola di Lussino, si svela l’isola di Cherso (o Cres), la seconda per grandezza dopo Krk, dall’inconfondibile forma allungata e da una bellezza che rimane impressa.

Dal fascino indiscusso e misterioso, vanta un paesaggio plasmato da costa frastagliata, foreste, antichi borghi arroccati e graziosi villaggi: insomma, un paradiso tutto da scoprire e da vivere.

Cherso, le città e i villaggi da non perdere

Un tour alla scoperta dell’isola di Cherso non può non iniziare dall’omonima cittadina di mare, dall’aspetto veneziano, con casette color pastello e un suggestivo porticciolo. Il centro storico medievale è un vero e proprio “labirinto” di stradine e stretti vicoletti, con le alte abitazioni addossate le une alle altre, dove ritrovare, disseminati qua e là, richiami della dominazione di Venezia: stemmi di casate impreziosiscono le facciate dei sontuosi palazzi rinascimentali e fa ancora bella mostra di sé la cinquecentesca loggia da cui venivano letti gli annunci pubblici.

Da non perdere la Chiesa di Santa Maria della Neve, dedicata alla patrona dell’isola, una rilassante passeggiata sul lungomare, il collettivo “la Ruta” dove conoscere la tessitura e feltratura della lana con produzione di borse e cappelli, e il coloratissimo mercato ortofrutticolo di Trg Frane Petrica, cuore cittadino.

Molto apprezzato dai turisti è poi il villaggio di Osor, un tempo disabitato, oggi sede di eventi e punto ideale per immortalare romantici scorci e dedicarsi a rilassanti passeggiate. Inoltre, la sua attrazione principale è il ponte mobile che unisce Cherso con Lussino.

Di altrettanto interesse sono il villaggio più antico dell’isola, Beli, punto di partenza privilegiato per escursioni e trekking nelle foreste della Tramuntana, e Valun, alle pendici di un dirupo scosceso, quasi inaccessibile, che ha così preservato la sua autenticità e amene spiagge lambite da un mare cristallino.

Infine, da vedere sono il borgo medievale di Lubenice, arroccato a 378 metri, e il villaggio di Martinšćica che si apre su un’ampia baia punteggiata da spiagge lambite da acque trasparenti ed è avvolto da colline custodi di un forte preistorico, dei resti di una chiesa romanica, di una chiesa gotica e di una villa antica.

Le altre attrazioni di Cherso: dalle spiagge, al lago fino alla riserva naturale

Una vacanza a Cherso è l’occasione per fare “vita da spiaggia” in una cornice da sogno come, ad esempio, quella della baia di Mali Bok dove, al termine di un ripido sentiero, si cela una deliziosa spiaggia di ciottoli protetta da alte scogliere, o delle due spiagge del villaggio di Valun, abbracciate da una fitta pineta, oppure della favolosa spiaggia di Sv Ivan, una delle più belle in assoluto.

Ma non è tutto.

Tra le attrattive da appuntarsi, spicca il Lago di Vrana, incastonato tra le montagne dell’isola e ammantato di leggende: si narra, infatti, che sotto le sue acque vi siano i resti di un Castello sprofondato per punire una delle due proprietarie che derubò la sorella, e che le grotte tutt’intorno fossero abitate dalle fate…

Infine, va segnalata la riserva naturale nei pressi di Beli, l’Eco-Centre Caput Insulae, centro ecologico che si impegna per tutelare il grifone, uccello tipico della Croazia, ripristinando le condizioni ambientali che ne favoriscono la ripopolazione.

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A 50 chilometri da Lisbona si trovano le spiagge più belle del mondo

Splendide spiagge con sabbia fine e candida, acque cristalline e calme con un paesaggio circostante ricco di vegetazione che si specchia nell’oceano, per poi addentrarsi in una meravigliosa zona collinare.

Esistono luoghi paradisiaci che hanno tutte queste caratteristiche e per raggiungerli non serve attraversare il mondo. Andiamo allora in Portogallo, tra paesaggi incredibili, città dai colori vivi e ricche tradizioni intrecciate con la modernità.

Poco distante dalla vita frenetica della città, a soli 50 chilometri da Lisbona, esiste un’oasi di pace e naturalezza che vanta, oltre ad una vegetazione rigogliosa e verdeggiante, anche alcune delle spiagge più belle del mondo. Stiamo parlando del Parco naturale di Arrábida, un luogo dove poter staccare la spina e prendersi una piacevole pausa durante un viaggio alla scoperta della capitale lusitana, non a caso chiamata anche la “città del mare”.

Le spiagge più belle del mondo

Nonostante ci si trovi sull’Oceano Atlantico, le acque cristalline del Parco di Arrábida, che sembra uscito da una cartolina, sono estremamente calme e riparate dalle correnti ventose grazie alle imponenti falesie che cadono a picco sul mare. Qui le mille sfumature dell’oceano lambiscono bellissimi arenili che meritano sicuramente una visita: un’ottima idea per viversi momenti di pausa dalla vita rumorosa della città, rigenerando corpo e mente.

Tra le più belle spiagge che compongono questo quadro naturale mozzafiato non lontano da Lisbona troviamo la baia di Portinho da Arrábida, dal fascino selvaggio e nella cui area è presente anche una piccola isoletta, Anicha, dove è possibile fare immersioni in acque limpidissime.

Lungo la costa, merita una sosta anche la celebre spiaggia Figueirinha, molto frequentata dai bagnanti e facilmente raggiungibile. Più nascosta, quasi a voler tenere per sé tutta la sua bellezza, è la favolosa Praia dos Coelhos, raggiungibile tramite un sentiero con una camminata di circa 15 minuti.

La spiaggia di Galapos e la sua gemella Galapinhos, inoltre, sono assolutamente da vedere: sabbie bianchissime e acque tranquille dal brillante colore turchese in cui immergersi e godersi autentici momenti di relax.

Portinho da Arrábida

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Portinho da Arrábida

Il Parco naturale di Arrábida

Fondato nel 1976, questo è un luogo speciale e dalla bellezza unica che si estende per circa 10.800 ettari la costa sud-ovest della penisola di Sétubal, partendo appunto da Sétubal fino ad arrivare a Sesimbra, e contemplando anche la catena montuosa della Serra da Arrábida.

A fare da padrona sulle splendide pendici che si tuffano nel mare, è una macchia mediterranea estremamente varia e pregiata. Tra piante di lavanda, timo, camomilla, olivi e altri arbusti, la ricca e profumata vegetazione contribuisce a creare uno scenario mozzafiato in cui immergersi.

In quest’area spiccano anche le splendide acque turchesi e limpide che lambiscono diverse spiagge dalla sabbia chiara e finissima. Questi paradisi marini sono la meta perfetta per una giornata di relax lontano dalla città, baciati dal sole e cullati dal suono dolce del mare e della vegetazione circostante.

Fare una passeggiata o un tour in bicicletta lungo i sentieri che si addentrano nella flora dai colori vividi per poi affacciarsi lungo la costa, è un’esperienza da provare. Chi intende farlo deve informarsi su quali percorsi è possibile intraprendere, perché in alcune zone del parco l’accesso è consentito solo se accompagnati da guide autorizzate.

Merita di essere vista anche la Serra do Risco, la falesia più alta del Parco di Arrábida che raggiunge un’altezza di 380 metri per poi tuffarsi a picco nel mare. La vista da quassù ripaga sicuramente lo sforzo per raggiungerla.

Spiaggia di Coelhos

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Spiaggia di Coelhos, nel Parco di Arrábida
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Fare un aperitivo all’interno di un palazzo monumentale: succede a Roma

Esistono luoghi dove il tempo si è fermato e tutto lo splendore del passato riecheggia in un’atmosfera magica e suggestiva. Dove arte e storia si incontrano non possono che esserci fascino e bellezza, testimonianze del nostro passato e del genio umano che si uniscono a formare posti dall’inestimabile valore artistico e architettonico.

Uno di questi si trova a Roma, città dallo charme unico al mondo che non ha bisogno di presentazioni. Qui, tra le strade lastricate nel centro storico, spicca una magnifica struttura nobiliare che ospita una vasta e importantissima collezione artistica: il magnifico Palazzo Doria Pamphili.

Nel cortile interno di questa maestosa dimora c’è un luogo suggestivo in cui potersi rilassare, con un drink in mano e lo sguardo rivolto alle bellissime arcate rinascimentali del cortile interno, immersi nell’arte e nella storia della Città Eterna in un equilibrio perfetto tra classico e contemporaneo.

Un aperitivo suggestivo immersi nell’arte

Sorseggiare un aperitivo con vista sull’arte e sui luoghi che hanno scritto una storia lunga 500 anni è un sogno ad occhi aperti. Nel Palazzo Doria Pamphili questo è possibile grazie alla presenza di un suggestivo bistrot e cocktail bar ospitato in quelle che un tempo erano le scuderie del palazzo.

Stiamo parlando del Caffè Doria, all’interno del quale è rimasta ancora intatta l’antica fontana monumentale dove i cavalli dei nobili bevevano. Sotto le arcate affacciate al Chiostro del Bramante, poi, i tavolini del bar accolgono chiunque voglia vivere un momento di tranquillità con un aperitivo o un pasto sfizioso. Una pausa dalla vita rumorosa e movimentata della città in un’oasi di pace e bellezza.

Fontana Palazzo Doria Pamphili

Fonte: Sabina Petrazzuolo

Fontana dell’ex scuderia nel Palazzo Doria Pamphili

Il Palazzo Doria Pamphili: tra storia e arte

Ci troviamo in Via del Corso, una delle arterie principali del centro storico romano che collega Piazza Venezia, con l’imponente Vittoriano (l’Altare della Patria), a Piazza del Popolo con il suo Obelisco Flaminio.

Il Palazzo Doria Pamphili, così come lo conosciamo oggi, è il risultato di secoli di allargamenti strutturali, con miglioramenti ed evoluzioni realizzati per mano di alcuni dei più grandi architetti e scultori d’Italia: Carlo Maderno, Antonio del Grande, Carlo Fontana e Gabriele Valvassori, per citarne alcuni.

Per la città di Roma, senza contare le numerose strutture in cui sono presenti ambasciate e altre istituzioni pubbliche, il Doria Pamphili è il palazzo storico tuttora abitato più grande. Tra queste mura ricche di opere d’arte, infatti, risiede ancora oggi la famiglia nobiliare omonima, i Doria Pamphili.

Nata nei primi anni del Cinquecento, questa sontuosa dimora nobiliare ha visto il susseguirsi di alcune delle famiglie più importanti d’Italia. Tra le più influenti troviamo le famiglie Della Rovere, Aldobrandini, Savoia, Borgese, Pamphilj e Doria, intrecciate tra loro da unioni familiari e politiche che hanno fatto la storia della nobiltà romana per più di cinquecento anni, fino ad oggi.

La Galleria Doria Pamphili

Un connubio tra storia, arte, poteri e nobiltà, che per 500 anni ha raccontato la vita del centro storico della città più bella del mondo, Roma. Il Palazzo Doria Pamphili è questo e molto altro. Nella sua Galleria sono custoditi i capolavori di Raffaello, Tiziano, Caravaggio, Bernini, Memling e molti altri. E tra tutte le opere contenute spicca la più conosciuta: il magnifico ritratto di Innocenzo X realizzato da Velázquez.

Nei cosiddetti Quattro Bracci della Galleria troviamo il cuore espositivo della collezione, ricco di dipinti, sculture e altri oggetti d’arte dal valore unico. Si tratta dei quattro lati del palazzo che si chiudono in un quadrilatero affacciato nello splendido cortile interno, il Chiostro del Bramante, impreziosito da magnifiche arcate rinascimentali.

Ma il vasto Palazzo Doria Pamphili non finisce qui, perché è arricchito da altre grandi sale (tra queste troviamo la sala Aldobrandini, la Sala dei Velluti e la Sala da Ballo), dagli appartamenti privati dei nobili, dove principi e principesse hanno vissuto fin dal Seicento, da una Cappella di pregio e dall’Archivio storico che custodisce migliaia di documenti dal valore inestimabile.

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Tsuzumi-mon: il portale d’accesso a una delle stazioni più belle del mondo

Il Giappone, terra di contrasti e incanto senza fine, è un luogo dove il passato e il futuro si intrecciano in un abbraccio senza tempo, dove le grandi metropoli si ergono come sentinelle del progresso, mentre i giardini secolari sussurrano storie di antichi imperi. Tra le sue innumerevoli meraviglie, c’è un luogo di rara maestosità e bellezza, un’esperienza che afferra l’anima e la porta in un viaggio attraverso secoli di storia e cultura.

Oggi il nostro viaggio ci conduce a Kanazawa, l’epicentro culturale ed economico della regione di Hokuriku. Qui, tra le sue splendide vie, sorge la magnifica Tsuzumi-mon, un’icona di ingegneria architettonica che si erge fieramente come custode dell’ingresso alla stazione ferroviaria cittadina.

Non è solo un punto di transito, ma un portale che invita a esplorare gli angoli di Kanazawa e le zone circostanti della Prefettura di Ishikawa.  È l’inizio di un’avventura che porta con sé il profumo dei fiori di ciliegio, il suono melodioso dei flauti di bambù e la serenità dei giardini zen, per lasciarsi incantare dai tesori che si celano in questa terra straordinaria.

La Stazione di Kanazawa: un’oasi di innovazione e bellezza

Stazione di Kanazawa

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Stazione di Kanazawa, Giappone

Sebbene l’attuale struttura possa brillare di modernità e grandiosità, con la sua architettura futuristica e le comodità all’avanguardia, le sue radici affondano in un passato lontano, nel 1898, quando in quello stesso luogo sorgeva un modesto edificio in legno. Una costruzione semplice, dalle dimensioni ridotte, destinata a servire una comunità che, all’epoca, vedeva nella ferrovia un collegamento essenziale con il resto del Paese.

L’inaugurazione del nuovo edificio avvenne solo nel 2005, grazie al genio creativo di Ryuzo Shirae, che donò alla città un simbolo di progresso e contemporaneità.

Oltre alla sua bellezza intrinseca, la stazione è anche un fulcro di innovazione e sostenibilità. Infatti, grazie all’uso di molteplici pannelli solari posizionati sul tetto, Kanazawa è in grado di generare parte della sua energia in modo pulito e rinnovabile. Questo non solo riduce l’impatto ambientale della struttura, ma dimostra anche l’impegno della città verso la lotta contro il cambiamento climatico e la promozione di pratiche sostenibili.

Tsuzumi-mon: l’icona architettonica di Kanazawa

Al primo sguardo, la maestosa Tsuzumi-mon cattura l’attenzione con la sua grandiosità e la sua grazia senza tempo. Ergendosi con fierezza su una piazzetta accogliente, arricchita da alberi e panchine, invita sia i pendolari sia i turisti di passaggio a fermarsi per un istante di contemplazione. Il suo design, un omaggio al tradizionale torii giapponese reinterpretato in chiave contemporanea, incanta con le sue curve sinuose e i suoi motivi decorativi che si fondono in perfetta armonia con l’ambiente circostante.

Inoltre, crea uno scenario unico e suggestivo con l’edificio moderno che la sovrasta, caratterizzato da un vasto soffitto in vetro che lascia penetrare generosamente la luce del giorno, illuminando gli spazi interni con una luminosità vivace e avvolgente.

Il nome stesso del portale, Tsuzumi, si ispira al ritmo incalzante del tamburo utilizzato nel tradizionale teatro Noh, evocando così la pulsante vivacità della quotidianità locale. Ogni minuzioso dettaglio di questa struttura, dai pilastri alle eleganti decorazioni che adornano la sua superficie, è stato plasmato con maestria e passione, testimoniando l’instancabile amore e la profonda dedizione degli artigiani che hanno dato vita a questa meraviglia architettonica.

Kanazawa

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Skyline di Kanazawa, Giappone
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Tra fiori e fate: l’ultimo eden terrestre è una valle incantata

Nel cuore della nostra amata Terra, si celano tesori che rapiscono l’anima e catturano lo sguardo con la loro bellezza mozzafiato. Sono i regali preziosi di Madre Natura, che con maestria ha plasmato paesaggi da sogno, dove la potenza delle montagne si mescola con la delicatezza dei fiori e il fragore delle cascate. In questi luoghi incantati, la realtà si confonde con l’immaginazione, trasportandoci in un universo di meraviglie senza tempo.

Oggi ti condurremo in un luogo incantato che brilla con la forza di mille stelle. Immerso tra le vette imponenti dell’Himalaya, c’è un giardino segreto, un luogo di rara bellezza che sembra uscito direttamente dalla mente di un artista: è la Valle di Yumthang, situata nella splendida regione di Uttarakhand, in India.

Conosciuta anche come la “Valle dei Fiori“, questo santuario di tranquillità raffigura perfettamente l’essenza della bellezza selvaggia e incontaminata. Qui, le sorgenti termali si intrecciano tra prati rigogliosi mentre i fiumi serpeggiano dolcemente attraverso le valli, donando vita ad ogni angolo di questo paradiso terrestre.

La Valle dei Fiori: una sinfonia di colori nel cuore dell’India

Valle dei fiori

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Valle dei fiori, Uttarakhand, India

Nel cuore dell’India, spicca come una gemma preziosa il Parco Nazionale della Valle dei Fiori, affascinante per la sua straordinaria bellezza naturale e la ricchezza della biodiversità. Questo santuario naturale gode di fama mondiale grazie ai suoi prati adornati da fiori alpini endemici, che fungono da habitat per una vasta gamma di creature rare e in via di estinzione, tra cui l’orso nero asiatico, il leopardo delle nevi, l’orso bruno e la pecora blu.

Il paesaggio idilliaco si fonde armoniosamente con l’imponente maestosità del Parco Nazionale di Nanda Devi, dando vita a un contrasto perfettamente bilanciato. Queste due meraviglie naturali formano un’area di transizione senza eguali tra le imponenti catene montuose dello Zanskar e del Grande Himalaya, luogo che da più di un secolo è oggetto di ammirazione da parte di alpinisti e botanici, celebrato anche nella mitologia induista da tempi immemorabili.

Secondo i racconti popolari, pare che questa regione sia abitata da dolci fate, creature magiche che danzano tra i fiori alpini, proteggendo gelosamente il loro regno incantato. Ma non solo creature leggendarie, anche gli esseri umani hanno trovato ispirazione in questa terra sacra. Intellettuali, artisti e mistici si sono avventurati in questa valle incantata, attratti dalla sua atmosfera e dalla sua energia. Tra di loro, il mistico indiano Swami Vivekananda e persino il celebre cantante Bob Dylan hanno trovato rifugio tra questi prati in fiore.

Trekking nell’Himalaya indiano alla scoperta della Valle dei Fiori

Non c’è da meravigliarsi che l’Unesco abbia insignito la Valle dei Fiori del prestigioso status di Patrimonio dell’Umanità, accanto al più famoso Parco Nazionale del Nanda Devi, sottolineando l’inestimabile valore di questo autentico eden terrestre.

Tuttavia, il suo fascino artistico, pur essendo delicato e senza tempo, nasconde un’anima selvaggia e remota che richiede rispetto e una preparazione adeguata. Il trekking, infatti, è limitato ai mesi compresi tra giugno e ottobre, quando le condizioni climatiche consentono un’esplorazione più sicura. La cautela è d’obbligo, considerando la natura remota e talvolta impervia del territorio, che può presentare sfide e pericoli anche per i trekker più esperti.

Ma per coloro che hanno il coraggio di affrontare gli ostacoli e abbracciare l’ignoto, la ricompensa è indubbiamente indimenticabile, un’esperienza destinata a rimanere incisa nell’anima per sempre. Il suggerimento è quello di trovare una guida esperta e informarsi accuratamente per entrare in un mondo che sembra uscito da una fiaba, pronto a regalare emozioni uniche e straordinarie.

Valle dei fiori

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Valle dei fiori, Uttarakhand, India
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Tanganica, il lago più lungo del mondo che bagna 4 Paesi

Una meraviglia naturale unica nel suo genere. Basti pensare che è il lago d’acqua dolce più lungo del mondo e uno dei più antichi, tra i soli venti del pianeta che hanno più di un milione di anni.. E ancora: è il secondo lago più profondo del pianeta e il secondo per volume, dopo il Bajkal in Siberia. Le sue acque lambiscono Tanzania, Burundi, Repubblica Democratica del Congo e Zambia, e sono un richiamo irresistibile per gli amanti degli sport acquatici. Vi portiamo alla scoperta del Tanganica, uno dei grandi laghi dell’Africa orientale.

Tanganica, il lago più lungo del mondo

Il lago Tanganica è situato all’interno della Great Rift Valley, che va dal Libano al Mozambico, ed è delimitato dalle pareti montuose della valle. Ha una forma stretta e allungata e raggiunge una profondità di ben 642 metri sotto il livello del mare. Ciò lo rende il secondo lago africano per estensione, dopo il Vittoria, e il più profondo in assoluto di tutto il continente. Dei quattro Paesi bagnati dalle sue acque, Tanzania e Repubblica Democratica del Congo si dividono quasi equamente l’80% della territorialità.

Si stima che il lago abbia all’incirca 10 milioni di anni. Data la sua età e la sua posizione, gli scienziati stanno conducendo ricerche sulla geologia sedimentaria del Tanganica per saperne di più sulla storia climatica e ambientale dell’Africa. Le rive del Tanganica sono state abitate fin dall’antichità. Il lago prende il nome dalla tribù dei Babembe, nella cui lingua era chiamato “acqua ricca di pesci” o “Yetanga yanya”, con il tempo trasformatosi in ‘Tanganica’.

Questo immenso specchio d’acqua divenne noto agli europei solo nel 1858, quando gli esploratori inglesi Richard Burton e John Speke vi si imbatterono durante una spedizione finalizzata alla ricerca della sorgente del Nilo, per scoprire che il fiume Ruzizi a nord sfociava nel lago e non ne usciva. Fino al 1961, il lago Tanganica divideva i territori belgi (Congo Belga e Ruanda-Urundi) da quelli britannici (Tanganika e Rhodesia Settentrionale).

Uno dei laghi biologicamente più ricchi del pianeta

Il Tanganica è considerato uno dei laghi più ricchi del pianeta dal punto di vista biologico. Secondo l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), “nessun luogo sulla terra ospita una tale varietà di vita”. Delle oltre 2000 specie presenti, più della metà non si trovano in nessun altro posto. Il 98% dei ciclidi, che costituiscono i due terzi di tutti i pesci nel lago, sono endemici.

I coccodrilli popolano la maggior parte della costa, tranne che nei dintorni di Mpulungu, nello Zambia, probabilmente a causa del rumore delle barche a motore, il che consente di nuotare nell’acqua calda, limpida e priva di sale, che passa dalla quiete alle onde alte ideali per il bodysurf.

Le spiagge di Bujumbura, nel Burundi, sono invece tra le migliori urbane di qualsiasi Paese africano senza sbocco sul mare. Anche qui il nuoto è considerato sicuro e la temperatura dell’acqua è piacevole per una nuotata. Durante tutto l’anno, il lago Tanganika rimane una vera attrazione per tutti gli amanti di sci nautico, vela, pesca sportiva ed escursioni.

Intorno al lago si trovano quattro aree protette, tra cui il Gombe Stream National Park, dove la primatologa Jane Goodall ha trascorso molti anni a studiare il comportamento degli scimpanzé in via di estinzione. Ci sono, poi, la Riserva naturale di Rusizi in Burundi, il Parco nazionale dei Monti Mahale in Tanzania e il Parco nazionale di Nsumbu in Zambia.

Numerose le località rivierasche da esplorare, in particolare sulla costa meridionale e nord-orientale. Tra queste, Kigoma, città della Tanzania occidentale, punto di arrivo per chi attraversa il Paese con la Central Line. Immersa in un affascinante ambiente tropicale, con la cornice delle montagne del Congo in lontananza, è un luogo comodo da cui partire con la motonave per visitare il Gombe National Park, uno dei gioielli meglio custoditi del Paese.

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Questo è il ristorante più antico della Francia. Ha ispirato Ratatouille

Parigi, la città dell’amore e della bellezza per eccellenza, è un sogno a occhi aperti che cattura l’anima di chiunque abbia il privilegio di perdersi tra le sue strade lastricate di fascino e storia. Qui, oltre lo splendore iconico della Torre Eiffel e il maestoso profilo di Notre-Dame, nel quinto arrondissement, la Ville Lumière custodisce un locale secolare, amato dai palati raffinati di tutto il mondo: la Tour d’Argent.

Un vero e proprio tempio della gastronomia francese, dove ogni pietanza è una poesia e ogni boccone un viaggio nell’arte dei sapori. Qui, tra le sue mura raffinate, hanno passeggiato Re e Regine, artisti e intellettuali, tutti avvolti dall’irresistibile promessa di un’esperienza culinaria senza eguali.

Dopo una recente ristrutturazione, la Tour d’Argent ha recentemento riaperto le sue porte al mondo con una visione audace e più contemporanea, conservando al contempo la sua storia e il suo spirito più autentico. Un equilibrio delicato tra conservazione e innovazione, dove l’eredità del passato si fonde con la creatività del presente.

La Tour d’Argent: eterna icona della gastronomia francese

Tour d'Argent

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Tour d’Argent, Parigi

La sua storia risale al lontano 1582, quando sorse come modesta locanda che presto conquistò il cuore dell’aristocrazia parigina. Fin dai suoi primi giorni, la Tour d’Argent ha accolto ospiti illustri, tra cui persino Enrico IV, il Re in persona, il cui amore per la buona cucina era tanto leggendario quanto il suo regno. Da quel momento, il destino del ristorante si intrecciò con quello della Francia stessa, diventando una silenziosa testimone di momenti cruciali della storia del Paese.

Dalle tumultuose giornate della Rivoluzione francese fino agli anni folli degli artisti e dei bohémien di Pigalle, questo monumento gastronomico ha visto passare epoche di cambiamento e trasformazione. Da Marcel Proust a Salvador Dalì, da Ernest Hemingway a Sacha Guitry, generazioni di raffinati intellettuali hanno varcato le sue soglie, lasciando un’impronta indelebile nella sua storia.

Oggi, la Tour d’Argent continua a brillare nel panorama culinario parigino, mantenendo viva la sua tradizione. Ancora oggi il piatto storico per eccellenza è il canard au sang, una creazione magistrale che incarna l’essenza stessa della cucina francese. Realizzato con anatre provenienti dagli allevamenti della famiglia Burgaud a Challans, questo piatto è un omaggio alla tradizione e all’eccellenza, un’esperienza gustativa che lascia un’impronta indelebile nella memoria di chiunque abbia il privilegio di assaggiarlo. Assolutamente sublime è anche il Foie gras del Trois Empereurs, creato per celebrare uno dei più sontuosi pranzi ospitati al 15 di Quai de Tournelle, questo piatto ha una storia altrettanto illustre. Nel lontano 1867, al tavolo della Tour d’Argent, sedevano nientemeno che Alessandro II, Zar di tutte le Russie, Guglielmo I re di Prussia e il Principe di Bismark. In un momento di straordinaria convivialità e raffinatezza, questi tre imperatori condivisero una prelibatezza culinaria che è diventata leggendaria nel corso dei secoli.

La sua fama ha ispirato anche un capolavoro cinematografico d’animazione del 2007, Ratatouille, che ha incantato il pubblico di tutto il mondo con la sua magia. Nel locale è appesa una piccola illustrazione del celebre topolino firmata dal regista Brad Bird.

Un nuovo splendore per la Tour d’Argent

La ristrutturazione della Tour d’Argent è stata affidata a un genio dell’architettura contemporanea: Franklin Azzi. Ogni dettaglio è stato pensato con cura e passione: dalle linee pulite e moderne che rispecchiano lo spirito dinamico della città di Parigi, ai tocchi di lusso e raffinatezza che omaggiano la lunga storia di questo luogo magico.

La terrazza panoramica, ora situata al settimo piano, è un rifugio perfetto per gli innamorati che promette di regalare momenti di assoluta bellezza e romanticismo. Un nuovo soffitto con effetti cinetici cattura lo sguardo e l’immaginazione, danzando leggero come un’illusione ottica nel cielo notturno di Parigi. E sotto i nostri piedi, un prezioso tappeto ondula come le acque della Senna, portando con sé il movimento fluido e incantevole del fiume che attraversa la città.

Ma non è solo l’ambiente che si rinnova. Anche la cucina, guidata dalla maestria e dalla creatività dello chef Yannick Franques, presenta nuove ricette e reinterpretazioni, portando un tocco di freschezza e innovazione alla tavola. Infine, al piano terra, si trova il nuovo Bar des Maillets d’Argent ispirato agli anni ’30, un’oasi di raffinatezza e stile nel cuore di Parigi.

Tour d'Argent

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Tour d’Argent, Cantina dei vini, Parigi
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Dormire in una stalla in Germania: la bizzarra esperienza che puoi provare anche tu

Un’esperienza bizzarra e, senza alcun dubbio, indimenticabile: è quella che si può vivere in Germania, dove esiste un hotel che offre ai suoi ospiti la possibilità di dormire in una stalla sul fieno.

Una ex stalla, riconvertita, dove non solo provare l’emozione di riposare a stretto contatto con la natura, ma anche un luogo privilegiato per osservare la magia del cielo notturno. Siamo nel piccolo comune di Göhrde nella Bassa Sassonia, qui esiste questa struttura antica, l’Heuhotel Gut Kollase, dove sperimentare un modo differente di dormire, che rimarrà impresso per lungo tempo. Perché in fondo viaggiare è anche provare esperienze nuove, vivere momenti speciali, che resteranno per sempre tra i ricordi più belli.

Quindi se si ha in programma di viaggiare in direzione Germania, perché non valutare la possibilità di dormire in una stalla tra il fieno profumato?

Heuhotel Gut Kollase, dove vivere un’esperienza indimenticabile

Siamo nel mezzo della natura, in un luogo in cui si intreccia il passato, in cui osservare le stelle e assaporare la magia di un alloggio unico nel suo genere. Si chiama Heuhotel Gut Kollase e si trova nei pressi della foresta del piccolo centro abitato di Göhrde nel distretto Lüchow-Dannenberg, in Germania. Si tratta di una struttura davvero speciale, perché qui gli ospiti possono dormire su un letto di fieno. Si tratta di un heuhotel, fondato 20 anni fa dove si può vivere un’esperienza indimenticabile, armati di sacco a pelo e con il fieno a fare da giaciglio.

Dispone di un totale di 20 posti per dormire, di questi 15 sono sul fieno. Inoltre, vi è un bagno con una doccia e una cucina autonoma. E, oltre all’alloggio da favola, che porta subito indietro nel tempo, l’altro aspetto interessante è dato dalla ricchezza di cose da vedere nella zona, oltre alla peculiarità di essere il posto ideale per godere di una vista indimenticabile del cielo stellato.

Ammirare il cielo stellato, ma non solo: cosa fare in una vacanza nella zona

“Siamo in uno dei luoghi più bui della Bassa Sassonia, per questo alcuni vengono a osservare le stelle“, aveva raccontato Andreas von Hörsten, titolare della fattoria che gestisce l’hotel per hobby, in un articolo su Suddeutsche Zeitung. In quella occasione era stato spiegato che i villeggianti, soprattutto in arrivo dai Paesi Bassi, apprezzano i quattro box aperti rivestiti di fieno nell’ex stalla.

Un luogo privilegiato, dunque, per ammirare le stelle e per osservare la meraviglia del cielo stellato. Ma non solo perché la zona di Göhrde è ricca di cose da fare come suggestive escursioni nella natura, che qui è incontaminata e regala un senso di pace e tranquillità. Che siano a piedi, a cavallo o in bicicletta, questa è la meta ideale per chi vuole vivere una vacanza rigenerante nella natura.

Cosa sono gli heuhotel

Gli heuhotel sono strutture molto speciali e uniche nel loro genere: questa parola indica infatti gli hotel del fieno, alloggi che offrono ai propri ospiti la possibilità di dormire in letti realizzati con questo materiale e che in genere si trovano in stanze che si condividono con altri.

Si tratta di una tradizione antica, che ha ripreso piede da diversi anni. E che, senza dubbio, rende la vacanza memorabile.

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Prima era la carrozza di un treno, ora è un alloggio “disconnesso” dal mondo

Un intenso gioco di colori: le colline con le sue tante sfumature di verde, il cielo blu che cattura lo sguardo, la natura nella quale immergersi per staccare dalla vita quotidiana, dagli impegni, da tabelle di marcia ben delineate. Il luogo perfetto per disconnettersi dal mondo si trova in Galles ed è davvero peculiare: prima, infatti, era la carrozza di un treno, mentre oggi è un alloggio in cui godere della bellezza di ciò che ci circonda, prendendo le distanze dalle incombenze quotidiane, per staccare davvero da tutto il resto.

Llanthony Castaway si trova in mezzo alla natura, in un grande terreno agricolo nelle Black Moutains, vicino ai resti del Priorato di Llanthony, che può essere datato intorno al XII secolo. Siamo all’interno de Parco nazionale di Brecon Beacons, a stretto contatto con la bellezza della natura.

Dormire nella carrozza di un treno, immersi nella natura

A Llanthony Castaway gli ospiti possono vivere un’esperienza unica e indimenticabile: quella di dormire all’interno di quella che un tempo era la carrozza di un treno. Ma non solo: perché qui si stacca dal resto del mondo, si dimenticano cellulari e internet, per immergersi nella bellezza di ciò che ci circonda. Una tenuta agricola nel Galles, dove si possono vedere ben 500 pecore Welsh Cross e, nel periodo giusto, anche i loro agnelli.

Una vacanza per colmare gli occhi di bellezza, ma anche per dimenticarsi per qualche giorno degli impegni quotidiani grazie a un luogo che sembra essere senza tempo. Le carrozze sono dotate di ogni comfort: vi è una stufa a legna per tenere caldo, una cucina con lo spazio per mangiare, un grande e comodo letto e poi un bagno privato.

Agli ospiti viene offerto tutto il necessario per stare bene: dalla legna da ardere, a tutto il necessario per cucinare, ma anche prodotti come uova di gallina, pane, burro e latte.

E se durante il giorno si può ammirare la natura intorno a sé, ma non solo, la notte si può osservare il cielo stellato e lasciarsi conquistare dalla sua meraviglia, magari cenando con il barbecue e consumando prodotti dell’azienda agricola.

Parola d’ordine: disconnessione. Questo, infatti, è il luogo perfetto per metterla in pratica.

Galles: era la carrozza di un treno ora è un alloggio

Fonte: IPA – Jam Press/LLANTHONY CASTAWAY

Era la carrozza di un treno ora è un alloggio

Una vacanza nella campagna gallese

Le carrozze del treno riconvertite ad alloggio sono la soluzione perfetta per chi cerca un’avventura speciale e per coloro che vogliono programmare una vacanza nella campagna gallese. Sono tantissime le cose che si possono fare in questo luogo, per vivere un’esperienza davvero indimenticabile.

Per chi ama la storia e il passato, questo luogo regala la possibilità di visitare facilmente siti che portano subito indietro nel tempo, come il Priorato di Llanthony, le cui rovine sono datate XII secolo, oppure il suggestivo Castello di Raglan. Vi sono delle bellissime chiese da visitare nei dintorni e poi sentieri da percorrere sia a piedi sia in bicicletta. A breve distanza si trova anche la cittadina di Abergavenny, dove gustare piatti eccellenti e meta interessante anche dal punto di vista storico.

Due notti in questo sito meraviglioso (se si prova – ad esempio – a prenotare per il mese di agosto) hanno un costo che si aggira sulle 280 sterline, al momento quasi 329 euro. Gli alloggi sono per due persone.