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In questa città scoprirai l’anima più autentica della Turchia

Siete alla ricerca di un’esperienza di viaggio unica e coinvolgente? Senza dubbio Safranbolu è il posto che fa per voi. Una splendida città situata nell’angolo nord-occidentale della Turchia, ricca di meraviglie architettoniche, scenari naturali mozzafiato e affascinanti esperienze culturali.

Safranbolu offre un’esperienza autentica, fuori dagli schemi convenzionali. Con le sue strade strette e acciottolate, la città è un luogo straordinario da visitare, le tradizionali case ottomane in legno sono testimoni di un passato storico e culturale complesso, tanto da essere state iscritte dall’Unesco tra i Patrimoni dell’Umanità.

Safranbolu è stata recentemente al centro dell’attenzione per i suoi eco-progetti innovativi. Questa cittadina secolare, infatti, ha abbracciato attivamente le tecniche di eco-design per preservare la sua splendida architettura ottomana, modernizzando al contempo le sue infrastrutture e combinando lo sviluppo sostenibile con la conservazione del patrimonio culturale.

Safranbolu, un museo a cielo aperto

Safranbolu, Turchia

Fonte: iStock

Area della città vecchia di Safranbolu, Turchia

Le case di Safranbolu (gli antichi Konak) sono un simbolo della cultura turca e rappresentano la storia della città. Grazie all’impegno costante delle autorità locali nel preservare e restaurare il patrimonio architettonico della città, i visitatori possono ammirare oggi una vasta gamma di edifici storici, tra cui case tradizionali in legno, un caravanserraglio, bagni turchi e moschee.

Le case in legno di stile ottomano, le moschee, i caravanserragli e gli hammam sono stati mantenuti in perfette condizioni nel corso dei secoli, creando un’atmosfera scenografica senza pari che testimonia la creatività e la maestria dell’architettura ottomana. Sia che si tratti di design, di materiali utilizzati per la costruzione o di decorazioni interne dettagliate, le sue dimore sono senza dubbio pezzi d’arte conservati impeccabilmente a distanza di secoli.

Viuzze, ponticelli ad arco e dimore antiche. Non manca nulla, neanche l’odore del mais appena raccolto e dei carretti che lo trasportano. La vita di un tempo si respira ancora nelle botteghe artigiane, dove gesti semplici si ripetono giorno dopo giorno. E c’è ancora spazio per gli animali, con basti per asini e cavalli pronti a essere cavalcate. Sembra che qui il tempo si sia fermato.

Esplorando i suoi vicoli e ammirando gli intricati dettagli dell’architettura in legno, Safranbolu ha dimostrato di essere un vero gioiello culturale turco e i suoi progetti ecosostenibili sono un esempio perfetto di come sia possibile preservare la bellezza naturale di un luogo, riducendo l’impatto ambientale dell’umanità.

Safranbolu: la perla ottomana della Turchia

Safranbolu è una piccola cittadina caratteristica dalla Turchia che vale davvero la pena visitare. Dalla bellezza del suo patrimonio architettonico al suo paesaggio naturale mozzafiato, è una località intrisa di leggende e sicuramente uno dei luoghi più fotogenici del pianeta.

Nonostante le sue dimensioni relativamente ridotte, Safranbolu è una città affascinante e ricca di storia, perfetta per immergersi nella cultura turca e apprezzare le sue tradizioni. È il luogo ideale in Turchia per rilassarsi e godersi l’atmosfera: un must-see per i vostri viaggi.

Lungo le stradine acciottolate potrete ammirare dimore dalle caratteristiche finestre a croce, edifici religiosi, ponti e antiche strutture che portano indietro nel tempo. Nel cuore di questa città ci sono negozi tradizionali dove potrete scoprire le tecniche artigianali locali, insieme a tante delizie della zona tutte da provare.

Molte antiche dimore di commercianti e mercanti ora sono boutique hotel e ristoranti impeccabilmente restaurati. Inoltre, vi consigliamo di visitare il Kaymaklamlar Evi, una casa tipica trasformata in museo etnografico, dove ogni stanza è dedicata a diorami che raffigurano scene tipiche della vita quotidiana di quell’epoca. Un luogo che vi farà viaggiare nel tempo e scoprire l’affascinante cultura turca.

Visitare Safranbolu significa entrare in contatto con il mondo di una volta, sicuramente una destinazione imperdibile che vi consigliamo di raggiungere al più presto.

Safranbolu in Turchia

Fonte: iStock

Safranbolu, Turchia
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cascate Idee di Viaggio vacanza natura Viaggi

In Italia c’è una cascata con un’aria limpida quanto quella dell’Artide

La forza incredibile dell’acqua, che spumeggiante si tuffa a valle infrangendosi tra le rocce, è uno degli spettacoli più suggestivi che la natura ci offre. Il patrimonio paesaggistico italiano vanta numerose cascate, delle vere oasi di pace e tranquillità. Una delle più belle si trova in Alto Adige, ed è un gioiello dove l’aria è così limpida da somigliare a quella dell’Artide, uno degli ultimi luoghi davvero incontaminati al mondo. Andiamo alla sua scoperta.

La cascata di Parcines, perla della natura

Tra le tante splendide cascate italiane da ammirare, ce n’è una davvero speciale: stiamo parlando della cascata di Parcines, una delle più belle dell’intero arco alpino. Situata in Alto Adige, si trova a due passi da un piccolo centro abitato da cui prende il nome, e a pochi chilometri di distanza da una meta turistica molto rinomata, la cittadina di Merano. Qui, nel cuore selvaggio della Val Venosta, uno spumeggiante tuffo d’acqua alto quasi 100 metri regala un’emozione incredibile ai tanti turisti che vi giungono davanti, dopo una meravigliosa passeggiata tra i boschi.

Incastonata tra le montagne, la cascata è davvero imponente: in primavera, quando la natura si risveglia e le nevi si sciolgono, viene alimentata da ben 6.000 litri d’acqua al secondo, i quali si riversano a valle con uno scroscio che rompe il silenzio incantevole. Non potrebbe esserci spettacolo più affascinante, e la magia non finisce qui. Nei dintorni, ci sono tante altre cascatelle da scoprire, tutte immerse nella vegetazione più rigogliosa, e collegate da sentieri che offrono agli amanti del trekking un’opportunità imperdibile per fare un po’ di attività all’aria aperta.

Cosa fare e cosa vedere nei dintorni

La cascata di Parcines vanta una caratteristica davvero particolare: lontana da qualsivoglia fonte di smog, ha delle acque cristalline di altissima qualità e un’aria così limpida che sembra di stare nell’Artide. Le analisi condotte dall’Università Ludwig Maximilian di Monaco di Baviera dimostrano che il microclima sviluppatosi attorno alla cascata è un vero toccasana per disintossicarsi dall’inquinamento di città. Insomma, questo è il luogo migliore dove fare un bagno nella natura e tornare a respirare a pieni polmoni.

Dopo un’escursione alla scoperta di questa incantevole cascata, ci si può concedere qualche altra esperienza interessante in Val Venosta. Da non perdere è una visita al borgo di Parcines, che giace all’ombra delle cime del Gruppo di Tessa. È qui che si trovano alcune architetture davvero affascinanti, come la bella Chiesa di San Giacomo, capolavoro tardogotico eretto nel ‘500: al suo interno sono custodite pregiate opere d’arte. Molto suggestivi sono poi i castelli medievali che punteggiano il territorio. Uno è il Castello Spauregg, costruito nel XII secolo e cinto da un parco lussureggiante. Mentre il Castello Stachelburg, che risale al XIV secolo, è oggi stato trasformato in un’azienda vinicola.

Allontanandosi solo di qualche chilometro, si può infine fare una passeggiata presso il centro storico della splendida Merano. La città, incastonata anch’essa tra le Alpi, è da sempre considerata un luogo di cura per il suo clima mite e l’aria pulita. Tra i monumenti assolutamente da visitare ci sono il Duomo di San Nicolò e il Kurhaus, l’antica casa di cura realizzata in stile liberty nella seconda metà dell’800 e poi ristrutturata nel corso di tutto il ‘900, sino ad avere ben 13 sale in grado di ospitare circa 1000 persone.

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Corsica Idee di Viaggio Viaggi

Sartène, “la più corsa delle città corse”

È la meta ideale per immergersi nell’atmosfera più autentica della Corsica e conoscere il vero spirito dell’isola, custode assoluta delle tradizioni: Sartène, con il suo tipico aspetto di villaggio corso, austero e pittoresco, venne infatti definita dall’archeologo e scrittore francese Prosper Mérimée “la più corsa delle città corse“.

Arroccata sulle montagne a metà strada tra Bonifacio e Ajaccio, vanta un’immagine molto diversa da quella delle gettonate località costiere: la vita scorre seguendo il ritmo lento di un tempo che fu, le case in scuro granito svettano sui pendii collegate da stretti vicoletti e passerelle, il dedalo di stradine lastricate invita a scoprire uno scorcio della Corsica rurale.

Soprattutto in bassa stagione quando il turismo è lontano, Sartène emana un fascino unico, fondata dai Genovesi nel XVI secolo in un territorio abitato fin dalla Preistoria, come indicano i menhir e i dolmen presenti in zona.

Cosa vedere a Sartène, città corsa per eccellenza

Il centro storico di Sartène, la “città vecchia“, è una perla da non lasciarsi sfuggire, plasmato da ripide scalinate, maestose case in pietra, archi, vicoletti (alcuni talmente stretti da consentire il passaggio di una sola persona alla volta) e vedute impagabili sull’azzurro del mare in lontananza.

Una passeggiata di mezz’ora conduce alla scoperta del borgo, con le caratteristiche case di granito che svettano lungo due vie parallele e i punti di interesse da non perdere, a partire dall’antico forno del pane, dall’oratorio di una delle Confraternite, e dalla Rue del Votes, tra gli angoli più suggestivi, punteggiata da passaggi coperti.

A Scaledda” è l’antico ponte porta d’ingresso alla città: da qui, soffermatevi ad ammirare i bastioni, le fortificazioni, la torre d’angolo e l’Echauguette, torre genovese risalente al XVI secolo, edificata sulle fondamenta di una preesistente torre medievale.

Ancora, scoprite la Chiesa Sainte Marie, il cui campanile a tre piani si affaccia su Place de la Libération, punto di ritrovo e convivialità: all’interno dell’edificio religioso, sulla sinistra, ecco la croce e la pesante catena utilizzate durante la processione pasquale del Catenacciu, una delle più significative e spettacolari della Corsica.
Vicino alla Chiesa, cattura lo sguardo il Palais des Gouverneurs, il Municipio dichiarato “monumento nazionale”, che per secoli ebbe il ruolo di casa fortificata poiché custodiva il passaggio a volta da cui si accede al centro storico.

Ma non finisce qui: il Museo della Preistoria racchiude numerose testimonianze del passato di queste zone ed è il secondo museo archeologico più importante dell’isola.

Tutto il fascino dei dintorni

Se Sartène è un borgo unico che incanta, in particolare con l’antico quartiere di Petraghju dove le case sembrano sovrapporsi, unite da archi e separate da vicoli strettissimi, i dintorni non sono da meno.

Oltre alla possibilità di prenotare escursioni a cavallo presso i manieri e le fattorie della campagna tutt’intorno, da non perdere sono i due siti archeologici sull’altopiano di Cauria, che custodiscono i menhir e i dolmen più noti della Corsica, molti intarsiati e raffiguranti volti umani.
Il più celebre è il dolmen di Fontanaccia insieme al Cimitero dei Turchi, l’allineamento più grande del Mediterraneo.

Infine, chi ama le località balneari, dovrebbe fare tappa al borgo di Pianattoli-Cardarello nelle cui vicinanze si svelano alcune spiagge favolose quali Plage de Capineru, Plage de Chevanu e Plage de la Tour (con una torre genovese).

Il tratto di costa selvaggio offre anche la possibilità di una piacevole escursioni lungo il Sentiero dei Bruzzi, percorso circolare di un’ora e mezza circa adatto a tutti, dai panorami difficili da descrivere a parole.

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La fiaba prende vita: dentro la torre dei fratelli Grimm

Quante volte dopo la visione di film e serie televisive abbiamo sentito l’impellente bisogno di raggiungere quei luoghi che hanno fatto da sfondo alle storie che ci hanno appassionati? Tante, troppe. Città, quartieri, piazze e monumenti, infatti, si sono trasformati in vere e proprie attrazioni turistiche, le stesse che ci permettono di diventare i protagonisti delle nostre pellicole preferite.

Il cineturismo, infatti, non è solo una semplice tendenza, ma un vero e proprio invito a mettersi in viaggio per scoprire tutte le bellezze del mondo che sono state trasformate in set cinematografici scelti da registi e sceneggiatori. Certo è che mai avremmo pensato che anche i luoghi che hanno fatto da sfondo alle favole della buonanotte fossero reali. E invece lo sono.

Posti che non solo per forme, lineamenti e colori, evocano tutti gli scenari incantati che hanno popolato la nostra infanzia, ma anche luoghi esistenti che hanno ispirato le favole più iconiche di sempre. Ed è proprio in uno di questi che vogliamo portarvi oggi, dentro la torre dei fratelli Grimm dove ha preso vita la fiaba di Rapunzel.

Dentro la torre di Rapunzel

Castelli, tavole rotonde, boschi fatati e laghi incantati: questi sono solo alcuni degli scenari che abbiamo sognato e immaginato mentre ascoltavamo a guardavamo le nostre favole preferite. Crescendo, e viaggiando, abbiamo scoperto che molti di questi luoghi sono reali ed è proprio a questi che gli scrittori si sono ispirati.

Il viaggio che vogliamo fare oggi ci conduce in una destinazione fatata, che non solo ci farà tornare bambini, ma ci permetterà di diventare i protagonisti di una delle favole più iconiche di sempre.

Ci troviamo a Trendelburg, la cittadina tedesca situata nel Land dell’Assia. Popolato da poco più di 5.000 abitanti, questo paesino è sicuramente fuori dai radar più turistici, eppure si tratta di una destinazione che ha molto da offrire. Il centro urbano, caratterizzato da pittoresche case a graticcio, è perfetto per chi vuole allontanarsi dal caos e dal disordine cittadino. Tutto intorno, poi, il paesaggio naturale invita i viaggiatori a intraprendere passeggiate e trekking all’insegna della bellezza.

Ma c’è un altro motivo per raggiungere Trendelburg, e a che fare direttamente con la magia. La cittadina tedesca, infatti, è una delle tappe imprescindibili dell’itinerario delle fiabe in Germania. Il motivo? Proprio qui si erge la torre di Rapunzel, l’edificio che divenne la prigione della protagonista della favola dei fratelli Grimm.

Vivere una fiaba

La torre di Rapunzel, il cui nome ufficiale è Rapunzelturm, domina maestosa il paesino di Trendelburg, impossibile non notarla. L’edificio svetta verso il cielo per 40 metri di altitudine mentre le pareti spesse e larghe ricordano la sua funzione di fortezza.

La struttura ospita al piano sotterraneo le antiche prigioni, mentre salendo è possibile arrivare alla terrazza panoramica. Una parte dell’edificio, invece, è stata ristrutturata e trasformata in un hotel incantato che permette ai viaggiatori di vivere un’esperienza fiabesca e indimenticabile.

Una volta dentro la torre, vi basterà percorrere 130 gradini per arrivare sulla cima, proprio quella dove la dolce Rapunzel scioglieva i suoi lunghissimi e scintillanti capelli biondi. Nonostante la tentazione, sconsigliamo a tutti di calarsi a terra utilizzando i capelli come fune. Piuttosto godetevi il panorama: la vista da qui è davvero straordinaria.

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Il “triangolo storico”, la culla degli Stati Uniti d’America

Questo è un viaggio nel cuore degli Stati Uniti, là dove tutto è cominciato. Quello che abbiamo percorso e che vi proponiamo nello Stato della Virginia, sulla East Coast, è un itinerario alla scoperta di luoghi ancora poco noti ai turisti italiani, che spesso preferiscono frequentare le mete classiche statunitensi e che, invece, siamo certi ne resteranno incredibilmente sorpresi.

La culla degli Usa è conosciuta come “triangolo storico” (“Historic Triangle”), e comprende alcune cittadine dove i primi coloni britannici si stabilirono quando vennero nel Nuovo Mondo, 400 anni or sono.

Si trova all’interno di uno dei parchi nazionali americani, il Colonial National Historical Park. Il “triangolo” comprende tre cittadine che meritano una visita, consentendo di ripercorrere le vicende che hanno reso gli Stati Uniti d’America il Paese che è oggi: Jamestown, Williamsburg e Yorktown. Il “triangolo storico” si trova a poco più di un paio d’ore di auto dalla Capitale, Washington D.C. e sono collegate tra loro dalla strada panoramica chiamata Colonial Parkway. Un insolito road trip da fare in America.

Jamestown, la prima Capitale d’America

È a Jamestown che nacque la prima colonia americana nel XVII secolo. La città, così chiamata in omaggio al re d’Inghilterra James I e affacciata sull’omonimo fiume James, fu anche la prima Capitale della Virginia (oggi è Richmond). La prima spedizione britannica della Compagnia di Londra raggiunse la costa degli Stati Uniti all’altezza di Chesapeake Bay, ma essendo la posizione molto esposta le i marini risalirono il fiume e si fermarono in un punto più protetto, quello che poi divenne Jamestown, appunto.

Tra gli eroi cittadini c’è un “certo” John Smith, un mercenario che ebbe il merito di instaurare ottimi rapporti con i nativi americani, in particolare con un’indiana di nome Pocahontas, la cui storia ha ispirato il celebre cartoon della Disney.

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Fonte: 123rf

Dentro il forte di Jamestown, Virginia

Oggi, la città è stata ricostruita come una sorta di parco a tema e prende il nome di Jamestown Settlement. All’interno, oltre a un grande museo che ospita più di 500 manufatti originali, è stato ricostruito il villaggio indiano della popolazione dei Paspahegh, un forte inglese – James Fort – e il porto con le repliche dei tre velieri che portarono i primi coloni in Virginia nel 1607. Alcuni figuranti fanno rivivere ai visitatori l’esperienza dell’epoca e, come un museo vivente, si può interagire con i personaggi come fossero veri abitanti del luogo, dagli indiani nativi (i primi abitanti di questa zona), ai coloni britannici che li cacciarono agli schiavi portati dall’Africa.

Ogni anno, il 13 maggio si celebra l’anniversario della fondazione di Jamestown, con spari di cannoni, spettacoli in acqua e tantissimi altri eventi.

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Fonte: 123rf

Le repliche di alcuni velieri a Jamestown

Colonial Williamsburg, un museo open air

Williamsburg è considerato, invece, il più grande museo storico vivente. Fu qui che vissero personaggi come Thomas Jefferson, James Monroe e altri iniziarono a costituire gli Stati Uniti d’America. Fu lei la Capitale a partire dal 1699.

Fonte: @courtesy of Virginia Tourism Corporation

Il palazzo del Governatore nella Colonial Williamsburg, nello Stato della Virginia

Ancora oggi, nel quartiere più antico, Colonial Williamsburg, è come fare un salto indietro nel tempo. Le antiche case di legno o di mattoni rossi costruite tra il ’600 e il ‘700 erano quelle abitate dai primi coloni e ancora oggi figurati in costumi dell’epoca, ma anche gente normale che ama indossare gli abiti tradizionali, si aggirano per le strade come fossero ancora nel 1600.

Sono circa 300 gli edifici storici dalla città coloniale, una novantina dei quali ancora originali, mentre altri sono stati restaurati se non addirittura ricostruiti tali e quali grazie ai finanziamenti negli Anni ’60 da parte di John D. Rockefeller Jr. , affacciati su strade ancora sterrate, i cui nomi evocano i personaggi storici come Queen Street, Duke of Gloucester Street (considerata la via più storica d’America), North England Street e via dicendo, attraversate da calessi trainati da cavalli.

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Fonte: 123rf

Gli antichi edifici dell’Historical Williamsburg, Virginia

Alcuni di questi vecchi edifici ospitano bed and breakfast con arredi dell’epoca, per un romantico tuffo nell’età coloniale americana, mentre altri sono taverne e ristoranti. La più famosa è la Christiana Campbell’s Tavern frequentata regolarmente anche da George Washington.

Uno dei momenti più suggestivi per visitare Williamsburg è il periodo natalizio, quando tutto il quartiere storico viene illuminato a festa alla maniera settecentesca e i numerosi negozi che vendono gli oggetti dell’epoca abbondano di ogni curiosità.

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Yorktown e la Guerra d’indipendenza

La cittadina di Yorktown, infine, è quella dove si conclusero le prime lotte per l’Indipendenza e che videro la nascita della nuova Nazione. Del primo abitato storico sono rimaste poche case, alcune appartenenti a privati. È qui che il generale britannico Charles Cornwallis si arrese al generale Washington nel 1781 tanto che questa sconfitta pose termine alla Guerra d’indipendenza americana.

Tra i tour consigliati c’è la visita del campo di battaglia. Ma Yorktown ebbe un ruolo importante anche nella Guerra civile americana in quanto maggior porto per lo scarico dei rifornimenti.

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Fonte: @courtesy of Virginia Tourism Corporation

Il campo di battaglia Yorktown, nella Virginia

A Yorktown si può visitare anche l’American Revolution Museum che racconta proprio la storia della fondazione del Paese. Anche in questo caso, una parte è al chiuso con mostre permanenti, mentre un’altra è all’aperto e mostra la ricostruzione di un accampamento militare e ripercorre le tappe della rivoluzione.

Ogni anno, il 4 luglio, Giorno dell’indipendenza americana, a Yorktown ricorre la Liberty Celebration per ricordare l’anniversario della firma della Dichiarazione d’indipendenza.

La strada panoramica

Le tre città del “triangolo” sono collegate tra loro da una splendida strada panoramica, la Colonial Parkway, un tratto di una delle National Scenic Byway, quelle strade che, per bellezza di panorami naturali o per rilevanza storica, archeologica e culturale, meritano di essere percorse negli Stati Uniti. Ne esistono 184, tra le quali c’è anche la mitica Route 66 (che nel 2026 celebra il suo centesimo anniversario), e questa è una di loro.

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Fonte: courtesy of Virginia Tourism Corporation

Lungo la Colonial Parkway in Virginia

La strada, lunga 37 chilometri e quasi del tutto alberata, e quindi bellissima in ogni stagione – immaginatela con il foliage autunnale – costeggia il James River e lo York River e attraversa ponti di mattoni e tunnel, come quello che passa sotto tutta la Colonial Williamsburg. Dà l’impressione di percorrere una vera strada di epoca coloniale, di quelle attraversate dalle carrozze e dai soldati a cavallo (è vietata ai camion). Alcuni tratti sono addirittura sterrati. Di tanto in tanto s’incontrano info point e punti panoramici dove fare una sosta.

La Colonial Parkway inizia a Jamestown, dove nacque la colonia della Virginia, sulle sponde del fiume James, e passa da Williamsburg per terminare a Yorktown.

Info utili

Per visitare l”Historic Triangle” è possibile acquistare un biglietto unico che consente di accedere a tutti i luoghi. Il biglietto vale sette giorni e permette l’accesso illimitato ai tre siti storici, Colonial Williamsburg compresi i negozi e le case-museo, Jamestown Settlement, l’American Revolution Museum e il campo di battaglia di Yorktown. Per gli appassionati di Stati Uniti, di storia, per una vacanza tra storia e natura, questo è il viaggio perfetto.

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Capri Idee di Viaggio Viaggi

Visitare Capri: i luoghi da non perdere

Il nome del poeta cileno Pablo Neruda è indissolubilmente legato all’isola di Procida per merito di un magistrale Massimo Troisi, nel celebre film “Il Postino”. Forse, però, non tutti sanno che dietro alla storia romanzata del grande schermo si cela un vero evento storico; il grande maestro – autore di liriche quali “Non t’amo se non perché t’amo” – infatti, trovò davvero rifugio in una delle isole partenopee. Costretto a fuggire dal Cile, Neruda, visse per un periodo nell’azzurra isola di Capri, che appellò in uno dei suoi componimenti Regina della roccia.

Scopriamo insieme cosa vedere a Capri, piccola perla nell’azzurro del Mar Mediterraneo, dall’indiscusso charme.

Come raggiungere Capri

Prima ancora di pianificare le cose da fare a Capri è lecito domandarsi come arrivare sull’isola. I collegamenti più facili, anche con visita in giornata, sono con Napoli e Sorrento. Numerosi sono le linee di traghetti e aliscafi che permettono di raggiungere l’isola e soprattutto durante i mesi estivi, quelli più trafficati, vengono aggiunte anche altre località come Salerno.

I tempi di viaggio variano da circa quaranta minuti partendo in aliscafo dal Molo Beverello di Napoli, a poco meno di mezz’ora dalla Marina Piccola di Sorrento; si dilungano, però usando il traghetto. Anche i prezzi cambiano ma per fare una stima il viaggio potrebbe costare tra i 20 e i 45 € a persona.
Assolutamente diversa per costi, invece, l’opzione di raggiungere l’isola a mezzo di un tour in barca privata: sicuramente un’esperienza più confortevole e che vi permetterà di entrare nel mood vacanza glamour di Capri.

Visitare Capri in un giorno: piccolo itinerario

Una volta sbarcati al porticciolo della Marina Grande di Capri per raggiungere il cuore pulsante dell’isola si può scegliere se incamminarsi in una bella passeggiata o ricorrere alla funicolare; in alternativa anche i pittoreschi taxi scappottati dell’isola sono un’opzione piacevole!

Il cuore di Capri: la piazzetta

Visitare Capri significa fermarsi a fare un aperitivo nella celebre Piazzetta: il vero cuore dell’isola. Il suo nome è Piazza Umberto I ed è il luogo perfetto per incontrare personaggi famosi, bere un caffè, prendere un gelato o una granita. È dalla piazzetta che partono tutte le viuzze della cittadina, che nascondono boutique alla moda, come nella celebre Via Camerelle.

Anacapri

Ad appena 15 minuti dalla vitale Piazzetta si trova Anacapri, che è il comune più esteso dell’isola. Caratterizzato da viali fioriti di bouganville, è il punto tattico per raggiungere altre attrazioni come Monte Solaro, la Grotta Azzurra e il faro di Punta Carena.

Monte Solaro

Visitare capri in un giorno a piedi è possibile, ma certo impegnativo, e alcuni punti panoramici sono difficilmente raggiungibili: ecco perché per raggiungere il Monte Solaro vi suggeriamo di ricorrere alla funivia se non siete allenati!

La montagna di Capri raggiunge quasi i 600 metri di altezza: il periodo migliore per salirvi è senz’altro la primavera, quando l’aria è tiepida e il profumo di fiori riempie le narici con i glicini e le fresie che ne popolano i sentieri. Arrivati sulla cima, lasciate che i vostri occhi si perdano nel blu del mare sconfinato, scorgendo in lontananza il golfo di Napoli e quello di Salerno.

La grotta azzurra

Forse il luogo più celebre dell’intera isola è proprio lei: la grotta azzurra, ed entrarvi è tra le cose da fare per visitare capri in un giorno! Benché sia raggiungibile via terra da Anacapri, il modo più suggestivo per arrivarvi resta però via mare.

Numerosi sono i tour in barca che vi permetteranno di entrare nel cuore azzurro di questa cavità, nota già ai tempi degli antichi Romani. L’imperatore Tiberio – che sull’isola aveva una grande villa – fece infatti costruire un passaggio diretto dalla villa alla grotta per potervisi recare in tutta tranquillità a fare il bagno!

L’equilibrio della grotta è delicato e l’ingresso è alto appena un metro e per questo vi si può accedere solo con piccole barche: il barcaiolo afferra la catena ancorata alle pareti della caverna e lascia scivolare il piccolo mezzo all’interno, mentre i passeggeri devono mantenersi curvi per non urtare le rocce.
Entrare, però, è davvero un’esperienza indimenticabile: il blu del mare – illuminato dal riflesso della luce – si riflette su tutte le pareti di roccia e sembra esso stesso far propagare la luce argentata dalle sue profondità!

Altre cose da fare a Capri

Non lasciate Capri prima aver fatto una romantica passeggiata ai giardini di Augusto per godere di una vista mozzafiato sui faraglioni: i celebri tre grandi massi rocciosi che fanno capolino dalle azzurre acque del mediterraneo, nonché protagonisti di un’iconica campagna pubblicitaria al suon di “Parlami d’amore Mariù”. Merita una sosta anche l’eccentrica Villa San Michele, dimora personale del medico della regina Victoria di Svezia, colma di tesori dell’antichità rinvenuti tra le rovine di un’antica villa romana: una statua di Apollo, una testa di Ulisse e una di Bacco, una statua di Dioniso e una di Ulisse.

Capri incanta e ammalia, non stupisce che Neruda le abbia dedicato dei versi: e voi, siete pronti ad innamorarvi dell’isola?

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Peñíscola, la città dove le acque del Mediterraneo “sbuffano”

Di splendidi borghi affacciati sul mare ce ne sono tantissimi in tutto il mondo, ma uno è davvero particolare: Peñíscola, cittadina spagnola della Comunità Valenciana, ha mantenuto intatto il suo fascino medievale. Tra le strette viuzze del centro storico, incastonata tra gli edifici, c’è un’apertura che si insinua nelle profondità sotterranee del villaggio, raggiungendo il mare. In particolari condizioni, da qui emerge uno “sbuffo” che inquieta e affascina chi lo ascolta per la prima volta. Scopriamo qualcosa in più su questa magia della natura.

Il Bufador di Peñíscola, capolavoro della natura

Siamo a Peñíscola, uno dei più bei villaggi della Spagna: affacciato sul mar Mediterraneo, offre spiagge meravigliose e attira ogni anno tantissimi turisti – soprattutto in estate. È qui che si trova un’attrazione naturale che ha qualcosa di soprannaturale, e che ha inevitabilmente dato vita a tante leggende misteriose. Si tratta del Bufador di Peñíscola, un varco tra le rocce collegato ad una serie di cunicoli sotterranei che giungono sino al mare. Forse ciò che più rende speciale quella che altrimenti sarebbe una comunissima grotta è il fatto che si trovi nel cuore del centro storico del borgo.

Il Bufador di Peñíscola

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Il Bufador di Peñíscola

L’apertura è incastonata tra alcuni antichi edifici, e ci si può imbattere tranquillamente in essa passeggiando tra le viuzze del paese, arroccato su un promontorio roccioso. C’è poi ancora qualcosa di sensazionale nel Bufador: come lascia intendere il nome, è uno sfiatatoio da cui il Mediterraneo “sbuffa”. Quando le condizioni climatiche lo permettono – ovvero quando il mare si agita ed è in tempesta -, dal varco tra le rocce fuoriesce un suono inquietante che si diffonde nell’aria, per tutto il borgo. Se le acque sono particolarmente agitate, al rumore si aggiunge anche un getto di spruzzi che si innalza dall’apertura, ad intervalli regolari che seguono il moto delle onde.

È un fenomeno naturale davvero suggestivo, attorno al quale si raccontano storie misteriose. Lo sfiatatoio viene anche chiamato il Bufador del Papa Luna, che è il vero nome di Papa Benedetto XIII, l’ultimo dei Pontefici di Avignone: questi scelse Peñíscola come luogo in cui stabilirsi dopo la sua nomina a Papa, trasferendosi presso il castello del paese nel 1415. Il Pontefice riteneva che fosse lo “sbuffo” che fuoriesce ancora oggi dal varco roccioso a scoraggiare i nemici dall’assaltare la città. Si tratta ovviamente solo di una leggenda, ma in effetti mai nessun aggressore si avvicinò a Peñíscola.

Cosa vedere a Peñíscola

Dopo aver dato una sbirciata al Bufador – e con un po’ di fortuna anche ascoltato il suo suono inquietante -, possiamo andare alla scoperta delle altre bellezze di Peñíscola. La prima è senza dubbio il Castello dei Templari, chiamato anche Castello di Papa Luna, situato nel punto più alto della città. Costruito a cavallo tra il ‘200 e il ‘300 dai templari, su ciò che restava di un’antica cittadella araba, è oggi uno dei meglio conservati d’Europa. Papa Benedetto XIII vi si stabilì un secolo dopo, come abbiamo visto, e la sua impronta è evidente nei dettagli.

Forse vi sembrerà di averlo già visto: il castello è stato usato come location de Il Trono di Spade, e in particolare per i paesaggi del regno di Dorne. Molto affascinante è poi anche l’eremo della Vergine della Ermitana, che custodisce l’immagine sacra della patrona della città. Mentre a poca distanza dalla città, per chi ama la natura, c’è il Parco della Sierra de Irta, una riserva meravigliosa che ospita alcune belle architetture come l’eremo di Sant’Antonio e la Torre Badum. Qui si trovano le ultime coste vergini del Mediterrano.

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Houtman Abrolhos Islands: le isole paradisiache in Australia

Le Houtman Abrolhos Islands sono una catena di 122 isole e barriere coralline, che impreziosiscono l’Oceano Indiano come tante perle che si estendono da nord a sud per miglia e miglia. Costituiscono un’area marina unica dell’Australia Occidentale, meta prediletta degli amanti della pesca, del birdwatching, dello snorkeling e delle immersioni, ma anche di chi desidera vivere un’esperienza irripetibile tra acque trasparenti e natura incontaminata. Oggi vi portiamo alla scoperta di un luogo straordinario, che vale la pena esplorare almeno una volta nella vita.

Un sogno senza fine chiamato Houtman Abrolhos

Le Houtman Abrolhos Islands, più comunemente chiamate Isole Abrolhos, e le barriere coralline che le circondano, si trovano a circa 60 chilometri a ovest di Geraldton, una delle città in cui si è potuta ammirare la grande eclissi, sulla costa dell’Australia Occidentale. Queste meraviglie hanno una ricca storia da scoprire, con una fiorente industria della pesca delle perle, decenni di pesca del gambero e, purtroppo, anche numerosi naufragi, il più importante dei quali è quello della Batavia, naufragata sul Morning Reef il 4 giugno 1629 a seguito di un ammutinamento a bordo. I sopravvissuti al naufragio sbarcarono sulle isole vicine e un piccolo gruppo costruì il Wiebbe Hayes Fort sull’isola di West Wallabi, i cui resti sono visibili ancora oggi. Le isole si presentano raggruppate in tre gruppi principali:

  • Wallabi Group,  il gruppo più settentrionale dell’Houtman Abrolhos, raggruppa una serie di isole in un’area di circa 17 chilometri per 10, tra le quali è inclusa anche North Island. Il gruppo Wallabi è tristemente noto per il suddetto naufragio della Batavia.
  • Easter Group, il gruppo centrale della catena di isole, scoperto e nominato nell’aprile 1840 dall’equipaggio di HMS Beagle. Il diario dell’esploratore John Lort Stokes ne riporta la scoperta l’11 aprile e la decisione di chiamare le isole Easter (Pasqua, in italiano) per la concomitanza della festa cristiana.
  • Pelsaert Group, il gruppo più meridionale dell’Houtman Abrolhos, che costituisce anche la barriera corallina più meridionale dell’Oceano Indiano. È situato a sud-est dell’Easter Group, da cui è separato dal canale di Zeewijk, ed è anch’esso noto per incidenti e naufragi avvenuti molti secoli fa.

L’ arcipelago ha davvero pochi rivali in Australia riguardo a biodiversità. L’Houtman Abrolhos Islands National Park è il parco di più recente istituzione nel Paese, la cui creazione coincide con il 400esimo anniversario dell’avvistamento della catena di isole da parte del navigatore olandese Frederick de Houtman. Queste sono state riconosciute, inoltre, come Ocean Hope Spot, aree oceaniche ecologicamente uniche designate per la protezione nell’ambito di una campagna di conservazione globale supervisionata dalla organizzazione Mission Blue.

Le isole offrono un’ampia gamma di attività che incontrano gli interessi più disparati, dalla pesca al nuoto in acque straordinarie, dallo snorkeling e immersioni al birdwatching, all’avvistamento di animali marini e selvatici, dall’esplorazione delle isole a semplici passeggiate relax nei dintorni incontaminati o tra i negozi di perle.

Come esplorare le Houtman Abrolhos

Se avete voglia di adrenalina pura, scoprite la magia delle Isole Abrolhos dall’alto, con voli panoramici effettuati dagli operatori locali, che offrono anche opzioni con tour a terra. Un altro modo esclusivo per visitare la catena di 122 isole e barriere coralline dell’Australia Occidentale è una crociera di 5 giorni, che offre l’opportunità di esplorare più a lungo la bellezza, la storia e la natura dell’arcipelago.

Le isole sono, inoltre, chiamate le Galapagos dell’Oceano Indiano. Questo perché, oltre a una ricca vita nei fondali che le circondano, sono il sito di riproduzione di oltre 2 milioni di uccelli marini di 35 specie. Sono anche l’habitat più settentrionale del leone marino australiano, a rischio di estinzione, inoltre la calda corrente di Leeuwin crea un ambiente per la vita marina temperata e tropicale, tra cui gamberi, pesci, coralli, delfini e razze. Tra luglio e settembre, nelle acque che lambiscono le Isole Abrolhos, si possono anche avvistare le megattere in migrazione.

Sulla terraferma, le isole ospitano oltre 140 specie di flora autoctona e fauna rara, tra cui il wallaby Tammar, il primo “canguro” visto dagli europei quando i sopravvissuti al naufragio del Batavia si arenarono vicino alle isole Wallabi nel 1629.

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Dentro una fiaba: il castello nel bosco della Bella Addormentata

Esistono luoghi nel mondo che sono così belli da non sembrare veri. Posti che sembrano somigliare, in tutto e per tutto, a quei paesaggi incantati che hanno da sfondo ai nostri sogni d’infanzia. Alcuni di questi, però, non sono destinati a restare relegati nella nostra immaginazione perché sono reali, e per questo ancora più straordinari.

Tra questi c’è anche Hofgeismar, una cittadina tedesca di circa 15.000 abitanti situata nel Land dell’Assia. Forse il nome non vi sarà particolarmente familiare, ma vi basterà guardare qualche fotografia di questo posto per risvegliare alcuni dei ricordi più belli di quando eravate bambini.

Sì perché Hofgeismar, in realtà, è una delle tappe più suggestive della strada delle fiabe in Germania. Proprio qui, infatti, da un bosco lussureggiante si erge un castello bellissimo. Non uno qualsiasi, ma quello che ha ispirato la favola della Bella Addormentata nel bosco dei fratelli Grimm. Pronti a partire?

Dentro la fiaba: benvenuti a Hofgeismar

Lontano dalle grandi città e dalla fervente scena urbana che caratterizza i luoghi più popolari della Germania, troviamo lei: la città di Hofgeismar, la cui fama magica precede il suo nome.

Situata a poco più di mezz’ora di auto da Kassel, la località conosciuta come “città delle fiabe”, Hofgeismar è una tappa imprescindibile per tutti i viaggiatori che vogliono tornare bambini. Il centro storico accoglie chi si spinge fin qui con edifici a graticcio suggestivi e pittoreschi che sembrano trasportare subito in un’altra dimensione.

Ma è appena fuori dalla città che è possibile vivere un sogno a occhi aperti, quello che permette ai viaggiatori di diventare i protagonisti di una delle fiabe più celebri di sempre.

Oltre il centro storico, infatti, si estende un bosco secolare che ospita grovigli di felci e querce che si snodano in un percorso delle meraviglie che conduce proprio lì, davanti a un imponente edificio. Si tratta del Castello di Sababurg, proprio quello che ha fatto da sfondo alla fiaba della Bella Addormentata.

Hofgeismar

Fonte: 123rf

Hofgeismar , centro storico

Il Castello della Bella Addormentata

La storia, quella che conosciamo, racconta le vicende di Aurora, l’unica figlia di Re Stefano e della Regina Lea, cresciuta tra le stanze di un castello circondato da boschi incantati. Nella realtà, quell’edificio esiste davvero, ma a commissionarlo non è stato un Re, ma l’arcivescovo di Magonza nel 1334.

Con gli anni la struttura è stata protagonista di diverse peripezie, fino a trasformarsi in un romantico hotel che, negli anni, è stato raggiunto da migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo e desiderosi di vivere avventure magiche e incantante.

Oggi la struttura alberghiera è chiusa. È comunque possibile visitare gli esterni del castello e lasciarsi suggestionare da tutti quei dettagli che rimandano proprio alla celebre fiaba che tutti conosciamo. Inoltre, dal castello, è possibile raggiungere la radura verdeggiante che si snoda tutto intorno.

Non vi assicuriamo che passeggiando al suo interno incontrerete le tre fatine della Bella Addormentata, ma potrete comunque ammirare gli scorci mozzafiato della Foresta di Reinhard, che ospita querce secolari e felci antichissime, e raggiungere il parco degli animali di Sababurg per fare incontri ravvicinati con esemplari faunistici di immensa bellezza.

Foresta di Reinhard

Fonte: 123rf

Foresta di Reinhard
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Questo parco reale è uno zoo a cielo aperto: è bellissimo

Il Saint James’s Park è un magnifico parco reale situato nel cuore di Londra. Si tratta di uno degli otto parchi reali della capitale gestiti dalla Royal Parks Agency e, con i suoi 23 ettari che offrono uno scorcio di paradiso terrestre, concede ai visitatori una tregua dal trambusto della vita londinese. Situato tra tre palazzi reali, Westminster, Buckingham Palace e St. James’s Palace, questo parco delizia i turisti da secoli con la sua atmosfera tranquilla e l’abbondanza di verde nel cuore di una delle più grandi metropoli europee.

Non tutti sanno che, oltre ad essere il parco reale più antico di Londra, è un vero e proprio zoo a cielo aperto, un paradiso per gli uccelli migratori e gli uccelli selvatici e ospita circa 140 specie di volatili acquatici come cigni, oche e anatre. Offre anche una varietà di habitat per diverse specie, tra cui arbusti e alberi come querce inglesi, salici, pioppi e ippocastani. I variegati paesaggi del parco regalano bellezze naturali, come ad esempio il suo grande lago e le sue quattro isole.
Inoltre, è possibile svolgere una serie di attività come escursioni a piedi, birdwatching, pesca, gite in barca e altro ancora.

Non sorprende che questa splendida oasi abbia un fascino incomparabile e una bellezza pittoresca che affascina ogni anno migliaia di visitatori da tutto il mondo. Dai laghi tranquilli ai fiori vivaci, St. James’s Park offre un’esperienza indimenticabile a tutti i suoi visitatori.

Gli animali del Saint James’s Park di Londra

Parrocchetto nel St. James Park, Londra

Fonte: iStock

Parrocchetto nel St. James Park, Londra

Nel St. James’s Park avrete l’opportunità di osservare uccelli selvatici in tutta la loro magnifica bellezza. Grazie alla vasta area verde protetta, questi animali trovano un habitat ideale per vivere e prosperare. La possibilità di avvistare i vari uccelli dipende dalle stagioni, ma il parco offre una grande varietà di specie che visitano il luogo durante tutto l’anno. Gli appassionati di birdwatching troveranno in questo parco un’oasi di serenità e armonia, dove poter ammirare il volo di aquile, poiane e sparvieri. Tra i suoi abitanti più famosi ci sono gli uccelli acquatici, tra cui cigni e oche e molte specie diverse di uccelli, come svassi maggiori, anatre domestiche, pappagalli e folaghe.

Il parco ospita anche una vasta gamma di mammiferi, tra cui scoiattoli, tassi e volpi. Questi animali possono essere visti spesso nelle aree erbose, soprattutto al mattino presto e in tarda serata. Il parco è anche un luogo ideale per osservare farfalle, libellule, damigelle e altri insetti. Gli ampi prati aperti, invece, ospitano una grande varietà di fiori selvatici e ogni stagione porta con sé un’abbondanza di piante diverse da ammirare all’insegna del totale relax. La possibilità di osservare gli uccelli in libertà sarà un’esperienza indimenticabile per gli amanti dell’ambiente selvaggio e della natura incontaminata.

Va ricordato che il sito è anche un’area protetta, quindi è importante agire responsabilmente e prestare attenzione a non danneggiare o disturbare la fauna selvatica o gli habitat al suo interno.

Inoltre, questo bellissimo parco londinese è un punto di riferimento per i buongustai, con numerosi ristoranti e chioschi nei quali assaporare deliziose prelibatezze in grado di soddisfare anche i palati più esigenti.

Che siate alla ricerca di un luogo tranquillo per allontanarvi dal caos della vita moderna o di un posto dove praticare attività divertenti, il St. James Park è una meta assolutamente da non perdere. Vale la pena prendersi un po’ di tempo per esplorare questa meravigliosa oasi naturale in una delle città più belle del mondo.

Pellicani, St. James Park

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Pellicani nel Saint James Park, Londra