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La Marktplatz di Stoccarda: anima della città, dal Medioevo ai nostri giorni

Sono davvero tanti i luoghi, piccoli o grandi, che hanno una “piazza del mercato” come loro centro o come punto principale di incontro tra le persone e dove trovare tante attività commerciali. Stoccarda, città più importante del Baden-Württemberg, in Germania, non fa eccezione.

La Marktplatz di Stoccarda fa parte, come è facile pensare, dell’area dello Stadtmitte, ovvero del centro. Vale la pena di passarci un po’ di tempo durante un viaggio in Germania? Certamente. Scopri perché.

La storia nella sua versione più contemporanea

C’è un’informazione da dare subito quando si parla di inserire un passaggio sulla Markplatz durante l’esplorazione di Stoccarda. La piazza è antica, dal punto di vista della sua origine, ma si mostra con un aspetto moderno, che trasuda la tipica ricostruzione avvenuta in tante città tedesche dopo la Seconda Guerra Mondiale.

La Marktplatz di Stoccarda ha assunto il suo ruolo di piazza centro di scambi economici e culturali nel Medioevo, periodo in cui la città faceva già la differenza tra tante altre in quest’area. La sua importanza crebbe con lo sviluppo di Stoccarda come centro politico del Land, sotto il dominio dei duchi e re del Württemberg.

Cosa aspettarsi oggi dalla Marktplatz di Stoccarda

Chi visita la Marktplatz può aspettarsi un’atmosfera vivace, molta gente intenta a fare acquisti e la possibilità di godere di alcuni dei luoghi storico-culturali più importanti di Stoccarda.

La piazza, infatti, è sempre animata da persone, eventi e attività commerciali: tutto questo offre un’esperienza di viaggio autentica per chi si trova in giro per la Germania e visita Stoccarda. La normalità impera in questo luogo ed è proprio il bello di una piazza come questa.

Durante il giorno, è un luogo perfetto per una pausa rilassante tra una visita turistica e l’altra, mentre di sera si illumina con luci suggestive, acquisendo un fascino del tutto particolare.

Cosa vedere sulla Maktplatz a Stoccarda: il Rathaus

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Il Rathaus di Stoccarda

Cosa fare sulla Marktplatz di Stoccarda

Cosa fare una volta qui? La Marktplatz potrebbe occupare qualche ora della tua giornata a Stoccarda. Il primo motivo sono le attività di ristorazione che si trovano nelle sue prossimità. Potresti fare un giro da quelle parti proprio per mangiare qualcosa o per fare merenda o una pausa ristoratrice.

In secondo luogo, la Markplatz è il luogo perfetto per un po’ di sano shopping made in Stoccarda. Nelle sue immediate vicinanze, se non affacciati direttamente alla piazza, troverai il meglio dei Department Store della città. Non mancano, inoltre, i negozi di cose un po’ ricercate.

Tra la fine di agosto e l’inizio di settembre di ogni anno, la Markplatz di Stoccarda è il luogo in cui si tiene uno degli eventi più importanti del calendario cittadino: lo Stuttgarter Weindorf. La manifestazione occupa sia la Marktplatz che la Schillerplatz ed è un momento perfetto per chiunque ami degustare dell’ottimo vino.

Il tuo viaggio si svolge nel periodo dell’Avvento? Bene: la Marktplatz è il luogo in cui troverai il mercatino di Natale di Stoccarda.

Ricorda, infine, che la Marktplatz è anche il luogo dove potrai trovare il Rathaus di Stoccarda, un edificio iconico, simbolo proprio della rinascita della città dopo la Seconda Guerra Mondiale.

Markthalle: le origini della Marktplatz

Può un luogo che si chiama piazza del mercato non celebrare degnamente la sua vocazione? Assolutamente no. Ecco perché la Marktplatz è il posto giusto dove entrare in contatto con la Stuttgarter Markhalle, ovvero il mercato coperto della città.

Apero dal lunedì al venerdì, dalle 7.30 alle 18.30 e il sabato dalle 7 fino alle 17, questo luogo è qualcosa di speciale e vi si accede abbandonando, di pochissimo, la Marktplatz. Ne vale la pena, soprattutto per mangiare.

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Plaza del Castillo a Pamplona: molto più che il centro della città

Molto più di una semplice piazza, per quanto semplice possa essere in una città poliedrica come Pamplona. Plaza del Castillo è luogo di incontro, è un posto che racconta storia ed è anche un punto importante delle celebrazioni per San Firmino, momento in cui la città si riempie di gente vestita di bianco, con i fazzoletti al collo. Molto amata da Ernest Hemingway, che era solito frequentare più di un posto su di essa affacciato, Plaza del Castillo è oggi uno di quei luoghi che non possono di certo mancare nella lista dei “to do” di ogni viaggiatore che vuole conoscere Pamplona a fondo.

La storia di Plaza del Castillo di Pamplona

Come ben ricorda il suo nome, Plaza del Castillo si chiama così perché, un tempo, lì si trovava la fortezza che difendeva Pamplona. Già nel tardo Medioevo, però, figura sulle mappe della città già come piazza, sintomo che il centro del potere politico e militare si era spostato da un’altra parte.

Quello fu il periodo in cui Plaza del Castillo divenne il luogo di giochi e tornei di ogni genere: divenne, infatti, il terreno ludico della città. Subì, nei secoli, molte trasformazioni e iniziò ad assumere la forma che vediamo ora all’inizio del 1700, arricchendosi di palazzi e monumenti. A inizio del XX Secolo vennero effettuati gli ultimi lavori di riqualificazione davvero impattanti e la piazza assunse l’immagine che possiamo ammirare anche ora. La Fontana dell’abbondanza, che ora è protagonista della piazza, venne aggiunta nel 1910.

Ernest Hemingway e Plaza del Castillo

È quasi automatico parlare di Pamplona e pensare a Ernest Hemingway, al suo periodo di vita in città e a un suo romanzo che vale la pena di portare con te nello zaino per quando andrai in giro a scoprire le bellezze di Pamplona. Di tratta di “Fiesta!”, romanzo del 1926 che racconta molto della Pamplona del tempo.

Hemingway era solito frequentare Plaza del Castillo per via di due locali storici che vi si affacciano ancora oggi: si tratta del Café Iruña e del Bar Txoko, luoghi perfetti ancora oggi per tapas e aperitivi.

Cosa vedere a Plaza del Castillo a Pamplona

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Il Café Iruña a Pamplona

Il punto di incontro di tutta Pamplona

Se ti trovassi a Pamplona e dovessi dare appuntamento a qualcuno, il luogo ideale sarebbe proprio Plaza del Castillo. Impossibile non trovarla e, soprattutto, impossibile non trovare qualcosa da fare in questa parte di città.

Uno dei simboli della piazza è il patio che non mancherai di riconoscere al primo sguardo: si tratta di un elemento architettonico molto caro e sempre presente in tutte le città spagnole con tanta storia da raccontare. Benché quello di Plaza del Castillo sia moderno, l’origine di questa struttura risale al XVI Secolo.

Oltre ai luoghi amati da Hemingway, qui avrai l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda caffè e ristoranti dove gustare le specialità della Navarra o dove, in tutta tranquilliità, bere un caffè. Nei periodi festivi, la piazza si trasforma spesso in un palcoscenico per eventi culturali.

In un luogo così, infine, non mancano mai mercatini legati al mondo dell’artigianato, dove comprare souvernir che sappiano farsi voler bene al primo sguardo. Così come tutta questa piazza, così accogliente e piena di fascino e pronta a diventare uno dei ricordi più belli del tuo viaggio in Spagna.

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Carcassonne, cosa vedere nella città da fiaba nel sud della Francia

Nel cuore dell’Occitania, nel sud della Francia, si erge la magnifica città di Carcassonne, un autentico gioiello medievale che sembra uscito da un libro di fiabe. Si tratta infatti di una delle città medievali meglio conservate e più affascinanti d’Europa. Adagiata sulla collina che domina la valle dell’Aude, la sua cittadella fortificata è un concentrato di storia, cultura e architettura straordinaria, che racconta oltre 2000 anni di conquiste politiche e militari, influenze catari e crociate. Il suo profilo inconfondibile, con torri e imponenti bastioni, è il frutto di numerose modifiche architettoniche avvenute nel corso dei secoli, culminate nella restaurazione ottocentesca dell’architetto Viollet-le-Duc. Iscritta nella lista dei Patrimoni dell’Umanità dell’UNESCO, Carcassonne è una destinazione imperdibile per gli amanti della storia e della cultura, ma anche per chi desidera semplicemente immergersi in un’atmosfera fuori dal tempo.

La Città Medievale Patrimonio Unesco

La Città Medievale di Carcassonne è un capolavoro dell’architettura difensiva, protetta da due possenti cinte murarie che si estendono per circa 3 chilometri, rafforzate da ben 52 torri che raccontano storie di guerre, assedi e conquiste. Un tempo teatro delle crociate albigesi contro i catari, la città ha saputo conservare intatta la sua atmosfera antica. Passeggiando in questo labirinto di stradine acciottolate, tra botteghe artigianali e affascinanti piazzette, ci si immerge in un’atmosfera fuori dal tempo, in cui riecheggiano leggende e tradizioni del passato. L’accesso avviene attraverso due ingressi maestosi: la Porta Narbonese, caratterizzata da due torri gemelle e il ponte levatoio, e la Porta dell’Aude, che si apre verso la valle dell’omonimo fiume.

Il Castello dei Conti

Nel cuore della cittadella si erge il Castello dei Conti, costruito nel XII secolo dai visconti di Carcassonne, i Trencavel. Questo imponente maniero, concepito come una cittadella dentro la cittadella, fu progettato per resistere agli assedi più feroci. Con le sue nove torri, tra cui spicca la Torre Pinte, era la prima linea di difesa in caso di attacco, mentre la doppia cinta muraria offriva un’ulteriore linea di difesa, circondata da un fossato e protetta da un barbacane. Le mura interne del castello rivelano tracce dell’originaria struttura gallo-romana, mentre gli affreschi ben conservati all’interno testimoniano il passaggio dei secoli.

Oltre alla sua imponente architettura, il castello ospita una vasta collezione di manufatti medievali, tra cui armi, armature e sculture gotiche e romaniche. Aggirandosi tra le sue mura, i visitatori possono immaginare la vita quotidiana dei cavalieri e delle famiglie nobili che qui trovarono rifugio durante i secoli turbolenti del Medioevo. Non bisogna poi perdere la vista mozzafiato dai bastioni, da cui si possono ammirare le possenti mura della città e la distesa della valle dell’Aude.

Carcassonne

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La città medievale di Carcassonne, Francia

La Basilica di Saint-Nazaire

Accanto alle fortificazioni, la Basilica di Saint-Nazaire è una delle più belle chiese della regione, testimone dell’evoluzione architettonica dal romanico al gotico. Costruita nell’XI secolo e consacrata da Papa Urbano II nel 1096, fu successivamente ampliata nel XIII secolo, quando la nuova architettura gotica venne adottata per il coro e le cappelle laterali.
Uno degli elementi più straordinari della basilica è la combinazione di questi due stili: la navata romanica si distingue per la sua sobrietà e solidità, mentre il transetto gotico svetta con le sue arcate a sesto acuto e le magnifiche vetrate colorate, considerate tra le più belle della Francia meridionale, con dettagli finissimi che raffigurano scene bibliche e santi. Durante la visita, si rimane incantati dalla luce soffusa che filtra attraverso i vetri, creando un’atmosfera di sacralità e mistero.

La Porta Narbonese e il cammino di ronda

Tra le quattro porte che danno accesso alla cittadella, la Porta Narbonese è senza dubbio la più imponente. Notevole esempio dell’ingegneria medievale, risale al 1280 ed è fiancheggiata da due torri gemelle e collegata a un piccolo ponte in pietra che sovrasta un antico fossato. Oltre alla sua funzione difensiva, la porta offre una visuale straordinaria sulla città bassa e, nelle giornate limpide, da qui si arriva a scorgere la città di Narbonne in lontananza.
Percorrere il cammino di ronda, che si snoda tra le maestose mura difensive, alte fino a 17 metri, è un’esperienza da non perdere. Un tempo questo stretto passaggio serviva ai soldati per sorvegliare il perimetro della cittadella, mentre oggi offre un punto di vista privilegiato su Carcassonne e i suoi dintorni. Ogni angolo racconta una storia e ogni scorcio regala una vista spettacolare, perfetta per gli amanti della fotografia.

I musei della Città Medievale

Oltre alle fortificazioni e agli edifici religiosi, Carcassonne ospita una serie di piccoli musei che raccontano la vita e la cultura della città nel corso dei secoli, consentendo di approfondire la sua storia e le sue tradizioni. Il Museo della Scuola offre un salto indietro nel tempo con ricostruzioni di antiche aule, complete di banchi di legno, calamai e quaderni d’epoca. Il Museo dell’Inquisizione, invece, documenta il periodo oscuro della caccia agli eretici e presenta una collezione di strumenti di tortura utilizzati tra il XII secolo e la Rivoluzione Francese. Un’esperienza tanto inquietante quanto istruttiva.

Il Ponte Vecchio

Il Ponte Vecchio (Pont Vieux) collega la cittadella fortificata alla Bastide Saint-Louis, la parte bassa della città, e rappresenta uno dei punti panoramici più iconici di Carcassonne. Costruito nel XIV secolo, è lungo 210 metri e fa parte del Cammino di Santiago di Compostela verso la Spagna. Luogo carico di storia e suggestioni, offre un panorama eccezionale sulla città, soprattutto al tramonto quando le luci dorate accendono le mura medievali, creando uno spettacolo indimenticabile. Durante la festa nazionale del 14 luglio, da qui si possono ammirare i suggestivi fuochi d’artificio che illuminano la città.

La Bastide Saint-Louis

Al di là delle mura, la Bastide Saint-Louis rappresenta la parte più moderna di Carcassonne. Costruita a partire dal XIII secolo per volere di re Luigi IX per ospitare la popolazione che cresceva oltre i confini della cittadella, oggi questo quartiere è un vivace centro di vita cittadina, con eleganti palazzi, ristoranti, boutique e chiese storiche, testimoni dello sviluppo economico della città nel corso dei secoli. Cuore della Bastide è Place Carnot, la piazza principale animata da mercati, caffè e dalla splendida fontana di Nettuno in marmo. Passeggiare tra le sue strade significa scoprire un’altra faccia di Carcassonne, fatta di tradizioni, commercio e un’atmosfera conviviale.

La cattedrale di Saint-Michel

Costruita nel XIII secolo in stile gotico languedociano, la cattedrale di Saint-Michel è un altro luogo di grande interesse. Dichiarata cattedrale nel 1803 e restaurata da Viollet-le-Duc dopo un incendio nel 1849, colpisce per la sua imponenza e per i magnifici rosoni che decorano la facciata.

La Maison de la Laine et du Drap

Per comprendere l’importanza dell’industria tessile a Carcassonne, una visita alla Maison de la Laine et du Drap (Casa della Lana e del Tessuto) è d’obbligo. Situato in rue Trivalle, questo centro racconta la storia della lavorazione della lana, dal filatoio ai telai, fino alla tintura con i celebri blu di Carcassonne. Un viaggio affascinante nella tradizione artigianale della città.

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Höhenpark Killesberg: il polmone verde dove rilassarsi a Stoccarda

Spesso, in viaggio, si ha proprio bisogno di luoghi che ci aiutino a tirare un po’ il fiato. Visitare una città nuova è sempre una sfida: si vogliono vedere mille cose e poco si pensa, per esempio, a godersi dei momenti in totale relax, magari in un bel parco. Aiuta a riposare e anche a entrare maggiormente in contatto con il luogo che stiamo conoscendo.

Se sei in viaggio a Stoccarda, regalati un momento da trascorrere a Höhenpark Killesberg, uno dei polmoni verdi di questa città tedesca e dove si svolgono anche molti eventi interessanti. Se, invece, vuoi vivere Stoccarda proprio come un local, raggiungi Höhenpark Killesberg per fare un po’ di sport.

Dove si trova Höhenpark Killesberg

L’area verde occupata da Höhenpark Killesberg è circa 50 ettari e le entrate di questo parco da vedere a Stoccarda sono varie. L’ingresso principale si trova ad Am Kochenhof 16. Questa parte di città è raggiungibile tranquillamente anche a piedi da varie aree del centro, ma occorre camminare un po’. La cosa migliore è considerare di usare diverse opzioni di trasporto pubblico, come le linee della metropolitana U5, U6, U7 e U15. La fermata è “Killesberg“. Il viaggio, dalla Markplatz, dura circa una ventina di minuti.

Il parco è aperto 24 ore su 24, tutti i giorni dell’anno. Salvo diversamente specificato per gli eventi, l’accesso è completamente gratuito.

Il parco fa parte della la Grüne U di Stoccarda: si tratta di un corridoio verde a forma di U lungo circa otto chilometri. Questo corridoio unisce sei parchi cittadini.

La storia particolare di Höhenpark Killesberg

Höhenpark Killesberg è uno dei parchi che potrai incontrare durante un viaggio in Germania, di quelli che raccontano una storia particolare e non sempre facile esternare.

Fu creato, da zero, nel 1939 per ospitare una mostra florale chiamata “Reichsgartenschau”, un evento che mirava a esaltare l’arte del giardinaggio e a promuovere le conoscenze botaniche. Dal nome si comprende benissimo chi ebbe la volontà di creare tale evento. Prima di diventare un parco, l’area ospitava una cava di pietra. Venne scelta proprio per la sua misura e la possibilità di plasmarla senza troppi intoppi.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, la zona subì gravi danni a causa dei bombardamenti e, nel secondo dopoguerra, fu utilizzata temporaneamente per scopi industriali. Tuttavia, grazie all’impegno delle autorità cittadine, venne ripristinata come spazio verde e riqualificata per ospitare eventi importanti come la Bundesgartenschau del 1950 e del 1961, evento che divenne una delle più prestigiose esposizioni floreali nazionali.

Successivamente, il parco ha continuato a evolversi, arricchendosi di nuove attrazioni e infrastrutture, diventando un perfetto esempio di rigenerazione urbana, capace di unire storia, natura e innovazione in un unico spazio.

Panorama di Höhenpark Killesberg

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Panorama di Höhenpark Killesberg

Killesbergturm: la superstar di Höhenpark Killesberg

C’è una vera superstar all’interno di questo parco di Stoccarda ed è il motivo per cui molti viaggiatori decidono di trascorrere del tempo qui. Si tratta della Killesbergturm, una torre formata da una struttura in acciaio e alta circa quaranta metri.

A livello di design, sembra una spirale che sale verso l’alto: l’effetto è dato proprio dalla particolare struttura delle scale. Dall’alto di questa torre, il panorama di Stoccarda e dei suoi dintorni è a dir poco spettacolare.

La torre di Höhenpark Killesberg è la versione contemporanea di altre torri che, nel passato, vennero costruite sullo stesso luogo. L’intento della costruzione attuale è proprio quello di dare un ottimo punto panoramico per ammirare sia il parco e la città.

Normalmente, la Killesbergturm è aperta dalle 7 del mattino fino a che non cala il buio. Non è previsto un biglietto ma viene chiesto, a chi vuole, di lasciare un’offerta libera come contributo per la manutenzione della torre stessa.

In treno nel parco: a bordo della Killesbergbahn

Un treno a vapore è sempre qualcosa che attira viaggiatori di tutte le età. All’interno di Höhenpark Killesberg c’è una vera e propria piccola ferrovia, grazie alla quale si percorre un circuito di circa due chilometri.

L’intento è quello di offrire un punto di vista diverso sul parco, sulle sue piante e sul panorama che, col tempo, si è creato a Höhenpark Killesberg. Questo treno funziona sia a motore che a diesel e, come è facile pensare, è molto amato soprattutto dai viaggiatori più piccoli.

A livello di orari, questo trenino opera principalmente da aprile a ottobre, con corse nei fine settimana e nei giorni festivi. Tra giugno e fine agosto è attivo tutti i giorni.

Per salire a bordo è necessario pagare un biglietto: il costo è di circa 5€, per gli adulti. Per i bambini, il costo è ridotto. Sono disponibili anche biglietti famiglia e abbonamenti stagionali.

la fioritura a Panorama di Höhenpark Killesberg

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La fioritura a Panorama di Höhenpark Killesberg

La natura a Höhenpark Killesberg

Questo parco di Stoccarda è, ovviamente, il luogo in cui la natura trionfa: piante e fiori sono i veri protagonisti indiscussi di quest’area. La collezione, sia di piante permanenti che quelle stagionali, è enorme. Le piante stagionali sono, solitamente, organizzate in base ai temi delle esposizioni floreali, organizzate di anno in anno secondo un fitto calendario.

Durante la primavera e l’estate, gli ingressi in questo parco aumentano anche in base ai giorni di maggiore fioritura. Quando avviene quella dei tulipani, per esempio c’è sempre un grande pienone ma anche i girasoli, nel loro periodo migliore, non disdegnano di farsi ammirare da tutti.

Oltre ai fiori ornamentali, il parco ospita anche numerose specie di piante esotiche e alberi di ogni tipo: ogni passeggiata diventa un’esperienza capace di far viaggiare, almeno con lo sguardo, verso mondi lontani.

Durante le mostre floreali e gli eventi tematici, gli appassionati di botanica possono approfondire la conoscenza delle diverse specie vegetali grazie a pannelli informativi aggiuntivi, che vengono installati proprio in occasione degli eventi stessi.

Sono spesso sono disponibili anche visite guidate che aiutano a comprendere meglio la complessità botanica di Höhenpark Killesberg.

Mangiare e bere a Höhenpark Killesberg

Un parco come Höhenpark Killesberg non può essere sprovvisto di luoghi in cui mangiare e bere. Stoccarda è una città in cui la gastronomia è un argomento forte e sa farsi apprezzare anche dai viaggiatori più esigenti.

Un luogo speciale dove mangiare all’interno del parco è Höhencafé Killesberg, un luogo molto adatto a una merenda con Kaffee und Torte nel pomeriggio ma anche dove gustare un’ottima birra locale, magari accompagnata da un piatto tipico del Baden-Württemberg.

Il ristorante è aperto tutti i giorni dalle 11.30 alle 18 ma, sappilo, i piatti “da cucina” sono disponibili solo dalle 12 alle 17.30.

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Weekend a Costanza, in Romania, nella dimora di Ovidio

Città molto popolosa, adagiata sulle coste del Mar Nero, famosa per il suo porto, dotata di bellissime spiagge e di piccoli grandi tesori da scoprire. Stiamo parlando di Costanza, la meta da raggiungere per conoscere la Romania e per farlo in una località che regala tante esperienze diverse: da quelle più culturali, a quelle legate alla natura e al relax.

Siamo in Romania, nella quinta città più popolosa dello Stato, ma anche quella che nel suo territorio ha il porto più importante del Mar Nero, una meta perfetta anche solo per un weekend, in cui immergersi al cento per cento nella cultura del luogo, nella sua storia e nelle sue attrazioni naturali.

Tutto quello che devi sapere per programmare un fine settimana a Costanza, splendida città della Romania.

Cosa vedere a Costanza splendida perla in Romania

Costanza ha tante anime: c’è la città legata al più grande porto del Mar Nero, c’è il luogo in cui la storia e le epoche del passato si sono intrecciate, ci sono edifici e musei da scoprire e ci sono le spiagge, il mare, la meraviglia che regala la natura.

È una città vivace e accogliente, perfetta per essere esplorata in un fine settimana. La sua storia è antica, infatti sembra proprio che vicino ci fosse Tomi, o Tomis, colonia greca che ha visto la luce nel 500 a.C. ed era utilizzata come importante punto commerciale. È nel 29 a.C., poi, che la regione è entrata a far parte del dominio romano ed è sempre qui che pare sia stato esiliato il poeta Ovidio nel 8 d.C. (è morto nove anni dopo nel medesimo luogo, senza mai poter tornare a casa).

Successivamente è finita sotto l’influenza dell’Impero bizantino. Sempre dopo fu nominata Costantiana. Nel corso dei secoli è passata sotto diversi domini: da quello dell’Impero bulgaro a quello degli Ottomani, per poi diventare una città della Romania.

Una storia ricca, quella di questo luogo, un passato articolato e interessante, ma anche tantissime meraviglie da vedere quando si visita la città. Uno dei suoi simboli, ad esempio, è il Casinò di Costanza: quello che vediamo oggi è il terzo edificio adibito al gioco realizzato nel medesimo sito, il completamento del progetto è datato 1910 e presenta uno stile Art Nouveau. Di recente è stato oggetto di lavori di ristrutturazione e potrà tornare a nuova vita diventando sede di eventi di diverso tipo.

Merita una visita anche la cattedrale ortodossa dedicata ai Santi Pietro e Paolo, questo edificio di culto è stato danneggiato dai bombardamenti avvenuti durante la Seconda guerra mondiale, ma è stato succesivamente restaurato ed una tappa da inserire in un weekend alla scoperta di Costanza per la sua torre campanaria di 35 metri, per la sua struttura e per le opere che custodisce.

A quanto pare, al momento sono chiusi l’acquario, il Edificiul Roman cu Mozaic e il Museo Nazionale di Storia e Archeologia, vi sono però alcuni musei che vale la pena visitare come il Muzeul de Arta Populara e il Romanian Navy Museum. E quando ci si dedica a una passeggiata in esplorazione della città, bisogna passare a vedere piazza Ovidio su cui si affacciano tanti edifici di pregio, la Grande Moschea e il porto turistico. Tra le tappe anche il Faro Genovese, che ha un’altezza di soli otto metri e sulla cui nascita circolano alcune leggende, una di queste vorebbe che i fabbricanti della struttura fossero originari di Genova.

Cosa vedere a Costanza: il vecchio casinò

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Cosa vedere a Costanza oltre al vecchio Casinò

Cosa fare a Costanza: mare, spiagge e vita notturna

Per chi sogna il mare questa è la meta giusta. Infatti in un fine settimana a Costanza si può programmare anche un bagno e una giornata di sole e relax, basta dirigersi a Mamaia che di fatto è la più antica e tra le più celebri località balneari del Paese.

Questa area è caratterizzata da sabbia fine e chiara, di trova a nord di Costanza a soli 11 chilometri di distanza che si percorrono in circa 17 minuti. Si snoda per otto chilometri e separa il mare dal Lago Siutghiol. E, oltre alla sua bellezza, è anche una location in cui poter apprezzare la movida e il divertimento, con tantissime cose da fare: la vita notturna è vivace e questa la rende la meta ideale per chi cerca location belle, interessanti dal punto cultura e in cui non manca anche la sfera più ludica. A quanto pare qui si alternano tratti di spiaggia libera, ad altri dove si trovano servizi e strutture.

Tra le altre location marine nei pressi della città si può citare Eforie Sud e Nord con la sua bellissima spiaggia, dista circa mezz’ora di macchina da Costanza.  Più distante, ci si arriva in 40 minuti circa, Neptum una bella stazione balneare con l’arenile lungo due chilometri e con due laghi.

Infine va citato il lago Techirghiol noto per il suo fango che pare avere proprietà curative.

Dove andare al mare a Costanza in Romania

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Le spiagge dove andare al mare a Costanza in Romania

Come arrivare dall’Italia

Programmare una vacanza a Costanza non è complicato: si può davvero pensare di trascorrere qui anche solo un fine settimana, per un assaggio delle cultura di questo Paese che fa parte dell’Europa.

Dall’Italia si può arrivare a Costanza con l’aereo, ma solo mettendo in conto che ci saranno degli scali, infatti vi è un aeroporto che dista dal suo centro solamente 26 chilometri. Inoltre, si può arrivare anche da Bucarest (collegata al nostro Paese da voli diretti) se, ad esempio, si sceglie di fare un viaggio a più tappe verso questa meravigliosa città europea: la distanza è di circa 223 chilometri che si possono percorrere in quasi due ore e mezza di automobile.

Una cosa è certa Costanza, o Constanta, è una meta affascinante della Romania: tra storia, location da conoscere, edifici da scovare e scorpire. Un luogo in cui le dominazioni si sono intrecciate, in cui i popoli hanno vissuto e che si affaccia sul Mar Nero

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Itinerario a Genova sulle tracce di Fabrizio De André

Seguire le tracce di Fabrizio De André a Genova è un viaggio nell’anima di una città che lo ha ispirato, cullato, amato. Un’esperienza che va ben oltre la semplice visita turistica ma che consente di immergersi nei luoghi dove è nato, cresciuto e ha composto alcune delle sue più celebri canzoni. Camminare per Genova con Faber nel cuore significa lasciarsi guidare tra i contrasti di una città verticale e profonda, plasmata da luce e ombra, da ricordi e vita vera.

Chi arriva con la voglia di conoscere la sua Genova deve dimenticare le rotte facili. Deve inoltrarsi nei vicoli, ascoltare il mormorio del porto, perdersi nel groviglio dei caruggi. Solo così si può avvicinare l’essenza di un artista che ha saputo dare voce a chi non ne aveva.

Villa Saluzzo Bombrini

La storia di Fabrizio De André comincia in un contesto borghese, tra i saloni eleganti di Villa Saluzzo Bombrini, nel quartiere di Albaro. Una dimora storica che, nei primi anni della sua vita, fu casa e rifugio. I genitori vi si trasferirono quando lui era ancora un bambino, e quella villa, soprannominata “il Paradiso”, diventò il suo primo universo, fatto di regole, agi e silenzi.

Ma De André non fu mai prigioniero di quel mondo. Nonostante le origini, sentiva forte il richiamo della libertà, l’urgenza di cercare un senso diverso alle cose. Come ricordava don Andrea Gallo, il suo spirito era già in rotta verso l’altrove, animato da un’urgenza profonda di ribellione, di esplorazione, di verità.

Villa Saluzzo non fu mai rinnegata, ma certo fu il punto da cui salpò per inseguire la poesia della vita, in direzione ostinata e contraria.

Via del Campo 29 rosso

Poi c’è Via del Campo. E non servirebbe nemmeno aggiungere altro, perché basta pronunciarla per evocare una delle canzoni più amate e struggenti di De André. Al civico 29 rosso, nel cuore pulsante della città vecchia, oggi si trova un museo che porta proprio quel nome. Un luogo che raccoglie memorie, immagini, strumenti, parole. Ma soprattutto, emozioni.

Qui sorgeva lo storico negozio di Gianni Tassio, appassionato e custode della musica della “Scuola genovese”. Oggi quello spazio è diventato un punto di riferimento per chi vuole conoscere l’uomo, oltre che l’artista: la voce di De André risuona ancora tra queste mura, e chi entra lo fa in punta di piedi, quasi a non disturbare.

I portici di Sottoripa

Scorcio di Sottoripa, Genova

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Particolare dei Portici Di Sottoripa

Per chi cerca il battito quotidiano della Genova di Faber, i portici di Sottoripa sono una tappa imprescindibile. Sotto queste arcate si mescolano odori, dialetti, volti. È qui che, negli anni Cinquanta, Fabrizio passava le serate in compagnia dell’amico Paolo Villaggio, al Ragno Verde, un locale popolare citato anche nel romanzo Un destino ridicolo. E poco distante, in via XX Settembre, si esibiva per la prima volta al locale La Borsa di Arlecchino.

Era un’epoca di fermento, di canzoni che nascevano tra le friggitorie, le pescherie, i bar rumorosi. Qui De André ascoltava, osservava, prendeva appunti con gli occhi e con l’anima. Ogni sguardo, ogni parola, diventava materia viva per le sue ballate. Qui la Genova reale diventava poesia.

Confetteria Romanengo

Passeggiando nei pressi della Maddalena, tra quelle vie che oggi sono multietniche e vibranti ma conservano ancora l’anima antica dei tempi duri, ci si imbatte in un gioiello raro: la Confetteria Romanengo. Fondata nel 1780, si trova in via Roma 51 e sembra appartenere davvero a un’altra epoca. Eppure, proprio qui, tra pasticcini e caramelle di violetta, si snoda una delle immagini più graffianti di De André, nella canzone dedicata al naufragio della London Valour.

Romanengo è simbolo e metafora: della città divisa, della dolcezza che coesiste con la crudeltà, della bellezza che non cancella la sofferenza. Qui si respira il contrasto tipico della “città vecchia”, quella che “non dà i suoi raggi”, ma accoglie tutti: santi e peccatori, marinai e mendicanti, donne innamorate e prostitute stanche. Una città che non giudica, ma racconta.

Il Teatro Carlo Felice

Teatro Carlo Felice

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Largo Sandro Pertini a Genova, dove si affaccia il Teatro Carlo Felice

Ma ci sono anche luoghi dove la musica si fa solenne, e uno di questi è il Teatro Carlo Felice. A pochi passi da Piazza De Ferrari, il grande teatro cittadino accolse nel 1997 uno dei concerti più memorabili di De André: quello della vigilia di Natale. Una data diventata leggenda, un momento in cui la sua voce si mescolava con la suggestione delle luci, con l’acustica perfetta, con il cuore del pubblico che lo ascoltava in religioso silenzio.

Oggi il teatro è sede della stagione lirica e sinfonica, ma chi conosce la storia di Faber non può non sentirne ancora l’eco, tra le file rosse delle poltrone e i velluti che trasudano emozioni.

Piazza Cavour

Scendendo verso il mare, si arriva in Piazza Cavour. È un altro scorcio della “crêuza” genovese, dove si intravede l’anima del vecchio mercato ittico, quello stesso che ha ispirato Crêuza de mä. Una piazza che vive al ritmo delle voci, dei richiami, delle cassette di pesce appena pescato.

Poco più in là, oggi, si cammina lungo una strada pedonale che affianca l’Acquario, e che porta il nome di Fabrizio De André. Sedersi su una panchina, qui, è come mettersi in ascolto: delle onde, della città, dei ricordi. Alle spalle, i vicoli e i palazzi. Davanti, il mare. È il punto perfetto per capire Genova, e forse anche un po’ sé stessi.

La Stazione di Sant’Ilario

Chi conosce Bocca di Rosa sa bene quanto sia importante questa tappa. A Sant’Ilario, sulle alture che dominano la città, c’è una vecchia stazione ferroviaria. È lì che arrivava, tra l’imbarazzo e la curiosità, la protagonista della celebre ballata. E oggi, proprio accanto ai binari dismessi, spicca una scultura a forma di libro, con un acrostico dedicato a lei, a quella donna che ha scardinato i moralismi di un intero paese.

La vista da qui è a dir poco spettacolare ed è impossibile non pensare a De André, alla sua voce che raccontava gli ultimi con dignità, che trasformava lo scandalo in umanità.

Nervi

Il viaggio si conclude a Nervi, uno dei luoghi del cuore di De André. Qui, dove la costa ligure si fa poesia, Faber veniva a passeggiare, a respirare il mare, a cercare ispirazione. La passeggiata Anita Garibaldi è uno dei percorsi più suggestivi della riviera, sospeso tra la scogliera e i profumi della macchia mediterranea.

È facile immaginare “Il pescatore” seduto all’ombra dell’ultimo sole, con la pipa tra le dita e lo sguardo perso nell’infinito. Nel quartiere di Nervi, il tempo sembra rallentare. E Genova, ancora una volta, si rivela: malinconica, intensa, irripetibile.

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Lombardia tra fiori e piante: i 5 migliori giardini botanici da non perdere

Per riconnetterci con la natura non è sempre necessario andare lontano, a volte basta semplicemente salire in macchina, sul bus o in sella alla propria bicicletta e raggiungere il giardino botanico più vicino. In Lombardia ne esistono diversi che, soprattutto con l’arrivo della primavera, sbocciano trasformandosi in vivaci tappeti multicolore.

Se state cercando un rifugio lontano dalla folla, un angolo di tranquillità dove godervi le bellezze dei fiori e delle piante, ecco la nostra lista dei migliori giardini botanici della Lombardia, da Milano a Brescia, fino a Bergamo e oltre.

Orto botanico di Brera, Milano

Uno dei giardini più belli della Lombardia si trova proprio nel cuore di Milano, nello storico quartiere di Brera. In origine centro di meditazione e coltivazione dei Gesuiti, diventa nel Settecento un orto botanico dedicato alla formazione scientifica, dove poter studiare le specie medicinali coltivate al suo interno.

Oggi è un museo universitario in cui si tutela la biodiversità, suddiviso in tre settori: le collezioni di specie medicinali, alimentari, tintorie e di altri usi si trovano nei primi due settori, mentre il terzo ospita l’arboreto, le cui star sono i due esemplari di Ginkgo Biloba con due secoli e mezzo di vita.

L’orto botanico si trova in Via Brera ed è consigliato raggiungerlo con i mezzi pubblici: MM3 (Montenapoleone), MM2 (Lanza), MM1 (Cairoli) tram e bus 1, 2, 4, 12, 14, 61, 94. Dall’1 aprile al 31 ottobre è aperto dalle 10:00 alle 18:00, mentre dal 1 novembre al 31 marzo è aperto dalle 9:30 alle 16:30. L’ingresso è libero e gratuito.

Orto botanico Brera Milano

Fonte: iStock

Scorcio dell’orto botanico di Brera

Orto botanico Lorenzo Rota, Bergamo

È un piccolo eden cittadino l’orto botanico Lorenzo Rota a Bergamo, nato nel 1972. Seppur di dimensioni ridotte (2400 metri quadri), custodisce al suo interno un’incredibile varietà di specie vegetali, offrendo allo stesso tempo un meraviglioso panorama sulla città e sulle Prealpi Orobie.

Al suo interno ci sono due sezioni: Città Alta, dov’è possibile osservare soprattutto la flora autoctona e alcune piante derivanti da altre parti del mondo, tra cui succulente e carnivore, e Astino dov’è possibile fare un viaggio nel mondo delle piante alimentari e comprendere come possiamo vivere in modo sostenibile.

L’ingresso all’orto è gratuito, ma la sezione Città Alta è aperta solo dal 1 marzo al 30 novembre; gli orari di apertura variano ogni mese e consigliamo di consultarli sul sito ufficiale. La sezione Astino, invece, è aperta dal 1 aprile al 31 ottobre.

Giardino Botanico Alpino Rezia, Campello

Nato nel 1979 in seguito a un intervento di riqualificazione, il Giardino Botanico Alpino Rezia si trova Campello, a nord di Bormio, a un’altitudine di 1500 metri sul livello del mare. Gestito dal Parco dello Stelvio, è organizzato su una superficie di quasi 15.000 metri quadrati e ospita più di 2500 specie vegetali, suddivise in quattro macro aree di appartenenza: la flora del Parco Naturale dello Stelvio, gli esemplari alpini delle zone europee ed extraeuropee, le specie artiche e antartiche.

L’obiettivo principale del giardino è quello di conservare e preservare le specie vegetali dei territori alpini, spesso minacciate a causa delle azioni distruttive dell’uomo. L’accesso è gratuito, ma lo spazio è aperto solo a maggio, dalle 9:00 alle 17:00 tutti i giorni, a giugno, luglio e agosto dalle 9:00 alle 18:00 tutti i giorni, settembre e ottobre dalle 9:00 alle 17:00 dal lunedì al venerdì e fino alle 18:00 nei weekend.

Giardino Botanico Fondazione Heller, Gardone Riviera

A Gardone Riviera, in provincia di Brescia, c’è un giardino botanico speciale che unisce natura e arte. Stiamo parlando del progetto della Fondazione André Heller, creato nel 1903 dal dentista naturalista A. Hruska (dentista dell’ultimo Zar e di illustri personaggi come Sigmund Freud o i Papi Pio XII e Giovanni XXIII), successivamente acquistato nel 1989 dall’artista viennese Andrè Heller.

L’obiettivo di questo giardino è quello di coniugare la natura con l’arte: all’interno dei suoi 10.000 metri quadrati, infatti, le specie botaniche provenienti da ogni parte del mondo convivono con opere d’arte firmate da Keith Haring, Auguste Rodin, Joan Mirò e dello stesso Heller. Le 3.000 specie botaniche provenienti dalle Alpi all’Himalaya al Mato Grosso alla Nuova Zelanda, dal Giappone all’Australia, dal Canada all’Africa

Il biglietto d’ingresso costa 12 euro e il giardino è aperto da marzo a ottobre, tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00.

Orto botanico di Pavia

Infine, vi consigliamo l’orto botanico più antico della Lombardia. Quello di Pavia, infatti, venne fondato nel 1773 per volere di Maria Teresa d’Austria e nacque come istituzione all’avanguardia dedicata allo studio dei molteplici aspetti del mondo vegetale.

Qui potrete ammirare diverse serre, da quelle che custodiscono le piante tropicali alle serre scopoloniane, le quali racchiudono una collezione di cactacee, piante succulente e cicadaceae. All’interno dell’orto botanico è presente anche una collezione di piante officinali e tossiche come lo stramonio (Datura stramonium) o l’edera velenosa (Toxicodendron radicans).

Grande protagonista dell’orto è il famoso platano che Scopoli piantò in onore della morte di Linneo nel 1778, oltre che il Roseto che, con le sue 300 fra rose botaniche, antiche e moderne, colora in primavera la facciata meridionale.

Orto botanico Pavia

Fonte: IPA Agency

L’orto botanico di Pavia
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Un rifugio da sogno sul lago: benessere esclusivo al Falkensteiner Schlosshotel Velden

C’è un luogo, in Austria, dove il lusso incontra il relax, dove la natura si fonde con l’eleganza e dove ogni momento è un invito al benessere. Il Falkensteiner Schlosshotel Velden, affacciato sulle acque scintillanti del Lago Wörthersee, è molto più di un hotel: è un’esperienza. Un castello fiabesco che fa parte The Leading Hotels of the World e che oggi accoglie viaggiatori in cerca di pace, comfort e raffinatezza, immersi in un’atmosfera da sogno.

Immagina di svegliarti in una suite affacciata sul lago, lasciando che la luce del mattino filtri attraverso le ampie finestre. Ti aspetta una colazione gourmet, mentre lo sguardo si perde tra le acque calme del Wörthersee e i dolci pendii della Carinzia. E poi, una giornata dedicata al puro relax, tra bagni rigeneranti, saune esclusive e trattamenti pensati per coccolarti in ogni momento.

Acquapura Lake SPA, l’oasi del benessere

La Acquapura Lake SPA è il cuore pulsante del Falkensteiner Schlosshotel Velden, un tempio del relax che si estende su 3.600 metri quadrati dove il tempo sembra rallentare. Qui puoi immergerti nelle tre piscine, sia interne che esterne, per goderti un bagno rigenerante in qualsiasi stagione, magari circondato dalla tranquillità del giardino panoramico. Se ami il calore delle saune, troverai spazi dedicati a ogni esigenza: dalla sauna bio alle erbe alla sauna finlandese, fino al bagno turco con cristalli.

Benessere in piscina al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Fonte: Falkensteiner Schlosshotel Velden

Benessere in piscina al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Per un momento di totale relax, puoi provare la sauna nel giardino del castello, un ambiente esclusivo con una finestra panoramica che si apre su una vista spettacolare sul lago. Il percorso benessere continua con una cabina a infrarossi e un’area idromassaggio, perfette per sciogliere ogni tensione. Se invece desideri mantenerti in forma, la sala cardio e fitness con vista sul lago offre attrezzature moderne e uno scenario che rende piacevole ogni allenamento.

E poi c’è il Beach Club, un angolo di paradiso sulle rive del Wörthersee, dove puoi rilassarti a bordo della piscina esterna riscaldata con acqua di mare o scendere direttamente al lago per un tuffo rinfrescante. Un’esperienza di puro benessere, immersa in una cornice da sogno.

Relax in riva al lago al Massaggi al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Fonte: Falkensteiner Schlosshotel Velden

Relax in riva al lago al Massaggi al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Se invece vuoi concederti una pausa di puro relax, il pacchetto Acquapura SPA Escape è quello che fa per te. Immagina di iniziare il tuo soggiorno con 60 minuti di trattamento rigenerante, già inclusi nel pacchetto, per sciogliere ogni tensione (a eccezione di manicure e pedicure). E se prenoti i tuoi trattamenti prima dell’arrivo, hai anche un 20% di sconto extra, così puoi personalizzare la tua esperienza di benessere in tutta tranquillità.

Un altro vantaggio? Puoi accedere alla SPA già dalle 11:00 il giorno del check-in, senza dover aspettare il pomeriggio. Il pacchetto è disponibile per soggiorni di almeno tre notti e include anche un regalo esclusivo a tema SPA, un piccolo dettaglio pensato per prolungare il relax anche dopo la partenza. E per i membri del Blue Spirit Club, c’è un 5% di sconto aggiuntivo.

Massaggi al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Fonte: Falkensteiner Schlosshotel Velden

Massaggi al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Camere e suite, un lusso che sa di casa

Hai mai sognato di dormire in un vero castello affacciato su un lago da cartolina? Al Falkensteiner Schlosshotel Velden, questo sogno diventa realtà. Le 105 camere e suite sono un perfetto equilibrio tra fascino storico e comfort moderno, con arredi eleganti e una vista spettacolare sul giardino del castello o sulle acque cristalline del Lago Wörthersee.

Qui ogni dettaglio è pensato per il tuo benessere: dal pannello touchscreen per controllare la stanza con un tocco, alla TV integrata nel letto, fino alla doccia a pioggia e ai raffinati bagni in marmo. Ogni spazio è un connubio perfetto tra l’atmosfera fiabesca del passato e le tecnologie più innovative, per un soggiorno che ti farà sentire davvero speciale.

Benessere al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Fonte: Falkensteiner Schlosshotel Velden

Piscina riscaldata al Falkensteiner Schlosshotel Velden

Un viaggio nei sapori, la cucina gourmet dell’hotel

La gastronomia è un altro dei punti di forza dello Schlosshotel Velden. I ristoranti presenti all’interno della struttura propongono una cucina raffinata che celebra i sapori della Carinzia e della regione Alpe-Adria, con un tocco di creatività giapponese.

Puoi iniziare la giornata con una ricca colazione con vista sul lago, per poi concederti un pranzo o una cena indimenticabile al Seespitz Restaurant & Living, direttamente sulla terrazza sul lago. Oppure, puoi optare per i piatti gourmet del Salons Restaurant & Atelier, dove il concetto di slow food viene reinterpretato in chiave artistica. Per un’esperienza più informale, il Beach Club & Spa Bistro, in collaborazione con Mochi Vienna, propone piatti leggeri e saporiti, perfetti per un pranzo rilassato dopo una giornata di benessere.

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Perché la primavera è la stagione ideale per scoprire le Isole Baleari

Le Isole Baleari sono spesso associate alle classiche estati mediterranee, tra spiagge dove prendere il sole, tramonti mozzafiato e feste con DJ in terrazza. Eppure, la bassa stagione ha il potere di rivelare l’anima più tranquilla di queste mete spagnole, in particolare la primavera: in questo periodo potrete godervi i percorsi di trekking e di cicloturismo, scoprire le zone umide, considerate un vero paradiso per gli amanti del birdwatching, e approfondire il loro patrimonio culturale.

Temperature ideali per fare trekking

D’estate, le temperature alle Isole Baleari possono diventare particolarmente elevate e non proprio adatte per fare trekking, a meno che non decidiate di cominciare alle prime ore del mattino! In primavera, invece, le temperature medie si aggirano intorno ai 18-25 gradi, perfetti per intraprendere i sentieri costieri o quelli che attraversano i paesaggi costellati di uliveti.

Tra questi, vi consigliamo la lunga Ruta de Pedra en Sec a Maiorca, che vi permetterà di immergervi nella selvaggia Serra de Tramuntana, protetta dall’UNESCO, combinando panorami mozzafiato, villaggi artistici e paesaggi montuosi.

Oppure, a Menorca potreste percorrere tutto o una parte del Camí de Cavalls, un sentiero storico che segue la costa dell’isola da cima a fondo per ben 185 chilometri suddivisi in 20 tappe segnalate. Il percorso, fattibile sia a piedi che in bicicletta o a cavallo, offre l’opportunità di scoprire le calette e le spiagge più idilliache, spazi naturali come s’Albufera des Grau o il Cap de Favaritx, torri difensive o zone umide.

Trekking Maiorca

Fonte: iStock

Sentiero panoramico a Maiorca

Visitare le città senza troppa folla

Bassa stagione significa anche meno turismo. Le temperature piacevoli e le strade non ancora troppo affollate, vi permetteranno di assaporare la bellezza delle vie di Palma, Alcúdia o Pollença a Maiorca e di gustare una meravigliosa paella in riva al mare o su una delle terrazze della città.

Anche Ibiza inizia a risvegliarsi in primavera: le giornate si allungano e si fanno più calde, rendendo possibile un tuffo nelle sue calette paradisiache. Questo è anche il periodo perfetto per visitare i monumenti, come le mura rinascimentali di Dalt Vila, l’insediamento fenicio di Sa Caleta o il Puig des Molins. Inoltre, una visita ai suoi mercatini hippy è d’obbligo.

Prezzi bassi suoi voli: l’offerta easyJet

La primavera è considerata bassa stagione, ciò significa che potrete organizzare il vostro viaggio alle Isole Baleari con un budget ridotto rispetto all’estate, soprattutto in destinazioni molto visitate come Maiorca e Ibiza. Inoltre, potete sfruttare anche le offerte sui voli, come quelle proposte dalla compagnia easyJet: con la promozione appena lanciata, potrete volare verso Maiorca, Minorca e Ibiza con voli a partire da 23,99 euro.

Alcuni dei voli più economici sono diretti a Palma di Maiorca e partono da Milano Linate (da 32,99 euro nel mese di giugno) e da Milano Malpensa (18,99 euro a maggio). Se invece volete volare a Ibiza, le offerte più convenienti partono ad aprile da Napoli, con biglietti da 27,99 euro, e a maggio da Milano Malpensa, con biglietti a partire da 18,99 euro.

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Le Isole Brioni: un vero paradiso terrestre in Istria

Stai valutando l’Istria come meta per un long-weekend o come tappa di un on the road per le tue vacanze? Se stai cercando un’esperienza fuori dal comune, le Isole Brioni possono essere proprio quella sorpresa che non ti aspetti. Un angolo di natura selvaggia, un paradiso terrestre che si affaccia sul mare Adriatico capace di portare quiete e relax anche nelle anime più stressate. Qui il tempo rallenta e tutto diventa un invito a godersi un momento per sé, in compagnia delle onde del mare e dei profumi della macchia mediterranea. Ma cosa c’è da vedere in questo posto così magico? Ecco una guida completa sui luoghi da non perdere in questa perla della Croazia.

Prima di tutto cosa sono le Isole Brioni?

Le Isole Brioni sono un’arcipelago composto da 14 isole sparse in un raggio di pochissimi chilometri a nord-ovest da Pola, in Croazia. Le isole furono abitate sin dai tempi antichi ma iniziarono a ottenere interesse e riconoscimento a partire dal 1893, anno in cui vennero acquistate da un benestante industriale austriaco che le volle trasformare in una zona lussuosa di villeggiatura e metterle a disposizione delle figure più illustri dell’epoca. Dopo una serie di passaggi di proprietà che videro coinvolte prima l’Italia e poi la Jugoslavia, nel 1945 divennero la dimora estiva di Tito diventando il palcoscenico di grandi eventi e cerimonie per attori e figure di spicco della società come ospiti del presidente Jugoslavo. A partire dal 1983, le isole vennero insignite del titolo di Parco Nazionale e aperte a tutto il pubblico e non solo alle élite. Tuttavia, l’impronta esclusiva e lussuosa che ne ha plasmato l’identità non è andata perduta, pertanto i costi degli alloggi qui sono abbastanza elevati. Se la tua idea di viaggio si sposa maggiormente con la filosofia del low-cost nessun problema, puoi goderti la magia delle Isole Brioni con una gita di un giorno partendo da Fazana, un piccolo villaggio di pescatori dal quale partono le escursioni per l’arcipelago. Le isole sono quattordici ma solo una è aperta ai visitatori: l’Isola Maggiore.

Tutte le meraviglie da vedere alle Isole Brioni

Se è vero che si può visitare un’isola soltanto, è anche vero che questa è così ricca di cose da vedere e di esperienze da provare che saprà riempire la tua giornata di incredibili scoperte. L’arcipelago, infatti, non solo è uno spettacolare rifugio naturale, ma è anche un vero e proprio scrigno di tesori da esplorare; dai paesaggi incontaminati alle testimonianze del passato, qui ce n’è davvero per tutti i gusti. Di seguito trovi alcune delle cose da non perdere assolutamente.

Il Parco Safari delle Isole Brioni in Istria

L’attrazione più inaspettata e stravagante dell’intero arcipelago: il Safari Park. Un parco naturale che si estende per un’area recintata di nove ettari dove specie autoctone delle Brioni convivono con esemplari provenienti dal Sudamerica, Africa e Asia. In passato questa zona veniva utilizzata da Tito come riserva di caccia privata e molti degli animali esotici del parco non sono altro che regali fatti al presidente e introdotti da lui stesso nell’habitat. Il Safari si può fare solo a bordo di un trenino dal quale potrai ammirare struzzi, pavoni, zebre, zebù e molti altri animali. Ma la vera celebrità del parco è Lanka: un’elefantessa indiana donata a Tito nel 1972 dalla prima ministra indiana Indira Gandhi. Se vuoi visitare il parco, il costo del biglietto è di 35 euro per gli adulti e 15 per i bambini sopra i 7 anni. I minori di 7 anni non pagano l’ingresso.

L’Ulivo più antico del mediterraneo

Un vero e proprio monumento naturale. Uno studio condotto negli anni ’60 sulla sua corteccia ha dimostrato come quest’albero abbia un’età stimata di più di 1600 anni e, per tale motivo, è considerato uno degli ulivi più antichi di tutto il mediterraneo. La sua veneranda età non gli impedisce di produrre ancora i suoi frutti tanto che, ogni anno, vengono raccolti e ne viene prodotto un olio molto pregiato. L’ulivo si trova immerso in un paesaggio incontaminato, placido e tranquillo che ne esalta la sua maestosità e che sottolinea il suo carattere forte e resiliente. Molto più di un simbolo di longevità, questo ulivo custodisce il legame millenario tra gli abitanti di questa regione e la natura.

Il sentiero dei dinosauri

Impronte di dinosauro alle Isole Brioni in Istria

Fonte: iStock

Una delle 200 impronte di dinosauro rinvenute alle Isole Brioni

Ogni volta che senti la colonna sonora di Jurassic Park ti viene un nodo nostalgico allo stomaco e torni immediatamente bambino? Allora non puoi perderti il sentiero dei dinosauri! In questa zona sono state rinvenute più di 200 impronte fossili di dinosauri risalenti a circa 130 milioni di anni fa. Le impronte si sono conservate perfettamente nella roccia calcarea e sono riconducibili a diverse specie di dinosauri tra cui:

  • Teropodi: esemplari carnivori bipedi simili al T-Rex.
  • Sauropodi: grandissimi erbivori dal collo lungo come, ad esempio, il Brachiosauro.
  • Ornitopodi: esemplari erbivori di dimensioni più ridotte come l’Iguanodonte.

Il pappagallo Koki

Il pappagallo Koki è un’altra delle tante attrazioni che attirano l’interesse dei visitatori: un esemplare di cacatoa bianco con la cresta gialla, donato come regalo di compleanno da parte di Tito alla nipote. Koki è un abilissimo imitatore, capace di riprodurre suoni e parole e, con i suoi 50 anni di vita, è uno degli animali più longevi delle Isole Brioni. Questo simpatico animaletto è così amato che è presente in moltissime foto con celebrità del mondo dello spettacolo e con figure politiche.

Il giardino mediterraneo

Il giardino mediterraneo venne costruito nel 2007 nell’area di un ex-vivaio che si estende per 17.000 metri quadri. Un angolo di pace e biodiversità che ospita più di 170 specie vegetali e che nasce con un duplice intento:

  • Preservare e valorizzare la flora mediterranea, concentrandosi principalmente sulla conservazione delle specie autoctone.
  • Educare i visitatori sulla ricchezza del patrimonio botanico dell’area delle Isole Brioni.

Alberi secolari, piante spontanee, autoctone o esotiche, qui si trovano moltissime specie anche utilizzate da secoli nella cultura e nella cucina tradizionale locale.

La casa delle barche

Dopo aver esplorato i luoghi d’interesse di stampo naturalistico, è arrivato il momento di spostarci verso le attrazioni di carattere storico e culturale. Tra queste c’è sicuramente la Casa delle Barche, un piccolo gioiellino storico che parla del legame degli abitanti delle Isole Brioni con il mare e la navigazione. L’edificio, in stile secessionista austro-ungarico, fu costruito nel 1902 come protezione delle barche.  Questa casa veniva chiamata anche “Casa del Dottore” poiché al piano superiore c’era una farmacia, l’ambulatorio di un medico e l’appartamento dove viveva con la sua famiglia. Oggi la casa ospita una mostra permanente sull’Isola.

Il museo di Tito

Per entrare nel vivo della storia di questo straordinario arcipelago, ti consigliamo di visitare il museo di Tito che racconta l’epoca d’oro delle Isole Brioni e che si concentra sull’ex-leader della Jugoslavia Josip Broz Tito. Questo spazio, situato all’interno del Centro Culturale di Brioni, raccoglie testimonianze fotografiche, oggetti e documenti legati a questa importante figura politica. Tra le cose che puoi ammirare in questo museo trovi:

  • Oggetti personali e regali ricevuti da figure di spicco e celebrità.
  • I modelli delle sue barche e vari manufatti che testimoniano il suo amore per il mare.
  • Animali imbalsamati regalati al leader e che, dopo essere morti per cause naturali, vennero imbalsamati come tributo al Parco Safari.

Questo tuffo tra le sale del museo ti darà la possibilità di scoprire il ruolo di queste isole nel loro periodo di massimo splendore e l’importanza che hanno avuto nella storia del ‘900 e, soprattutto, nella storia della Jugoslavia.

La Cadillac di Tito

Nessuno visita le Brioni senza vedere anche solo velocemente la Cadillac Eldorado Cabriolet verde scuro che venne donata a Tito nel 1953. La Cadillac, della lunghezza di 5,6 metri e con un motore V8 da 210 cavalli, è un vero simbolo di lusso e prestigio e venne utilizzata dal presidente in persona per muoversi nell’isola e accompagnare capi di stato, star del cinema e leader politici internazionali. Un fatto interessante di questa attrazione è che la vettura è ancora perfettamente funzionante e viene utilizzata in occasioni speciali. Per vederla ti basterà raggiungere il museo di Tito e goderti un capolavoro dell’ingegneria americana perfettamente conservato e che offre una fotografia precisa di un’epoca passata.

I reperti archeologici

Vista aerea del Castrum Romano alle Isole Brioni

Fonte: iStock

I resti del Castrum romano alle Isole Brioni, in Istria

Le Isole Brioni sono disseminate da reperti archeologici. Un primo assaggio lo abbiamo avuto con il sentiero dei dinosauri sul quale possiamo ritrovate oltre 200 impronte di questi antenati così affascinanti ma, in realtà, ci sono anche altri siti archeologici di grande interesse storico e che meritano assolutamente una visita.

  • Il castrum romano: una delle meraviglie dell’isola principale dell’arcipelago delle Brioni. Situato sulla costa occidentale, si tratta di un insediamento fortificato di epoca romana capace di raccontare una storia unica che inizia nell’antichità e si protrae fino al Medioevo, l’insediamento infatti venne abitato per oltre 1000 anni. Il Castrum sorse in una posizione strategica, vicino al mare, ed era costituito da ville patrizie, botteghe e impianti termali definendo le Isole Brioni un luogo di lusso sin dai tempi dell’Impero Romano. Nel Medioevo, l’area venne utilizzata per scopi abitativi per poi essere abbandonata forse per motivi di salute. L’abbandono dell’area ne ha permesso l’ottima conservazione dei resti, cosa che difficilmente accade per gli insediamenti che hanno visto una continuità abitativa nel tempo. Consigliamo una visita al castrum per immergerti completamente nella storia dell’Isola e immaginare come vivevano mercanti, nobili e artigiani dell’epoca. Se sei un amante dell’archeologia e della storia antica questa è decisamente una tappa da non perdere.
  • La Baia di Verige: un’altra delle gemme di questo meraviglioso arcipelago. Una baia di enorme bellezza dove il blu del mare si fonde con i fasti dell’antica Roma restituendo un sito d’interesse storico e paesaggistico da togliere il fiato. La baia si trova sulla costa ovest dell’Isola Maggiore e ospita i resti di una lussuosissima villa romana la cui costruzione ebbe inizio nel 1° secoldo a.C. e che raggiunse il suo massimo splendore nel 1° secolo d.C. Appartenuta con grande probabilità a una ricca famiglia patrizia, si estende per oltre un chilometro ed era impreziosita da terrazze panoramiche, templi dedicati alle divinità, aree termali e un porticciolo privato. Oggi puoi vedere i resti della villa, le colonne, alcuni pezzi di mosaico che decoravano gli edifici, le terme e un paesaggio mozzafiato immerso nella natura incontaminata.
  • La Chiesa di Santa Maria: la chiesa, realizzata per gli abitanti del castrum romano adiacente, era composta da tre navate a pianta rettangolare. La sua peculiarità risiede nella forma del santuario con abside rettangolare e, ancora oggi, si possono vedere la base dell’altare e un piccolo lapidario con numerosi reperti. Vicino alla basilica sorgeva anche un cimitero paleocristiano e un convento benedettino.

Le spiagge

Infine, per concludere al meglio il nostro viaggio alle Isole Brioni, ti portiamo sulle meravigliose spiagge di questo arcipelago. Un angolo di paradiso incredibile per chiunque ami il mare e per tutti quelli che prediligono le mete meno inflazionate. Spiagge sabbiose si alternano a insenature rocciose o scogliere capaci di regale scenari mozzafiato e con un acqua così turchese da invogliare chiunque a fare un tuffo. Tra le spiagge più famose citiamo Verige, tranquilla e ricca di vita marina da scoprire con maschera e boccaglio; Brioni, lontana dalla folla per una giornata all’insegna del relax più totale. Se invece cercate la solitudine per avere un contatto incontaminato con la natura circostante, allora ti consigliamo di fermarti nella baie più nascoste e meno frequentate. In generale, tutte le spiagge sono incastonate in una vegetazione lussureggiante che le rende un ottimo punto di partenza, o di arrivo, per escursioni e passeggiate nella natura.

Con questa guida ti abbiamo raccontato tutte le cose da vedere alle Isole Brioni, in Istria. Un angolo di mondo dove storia e natura s’intrecciano in un abbraccio indissolubile tessendo una trama di storie antiche e moderne che ti riempirà il cuore. Dai reperti archeologici romani, alle impronte dei dinosauri; dal Safari Park al museo di Tito, le Isole Brioni sono la meta perfetta per chi è alla ricerca di un luogo dove appagare la propria sete di scoperta e la voglia di rilassarsi in mezzo alla natura più autentica.