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Questa caverna è un palazzo sotterraneo di 7 piani

Gli Stati Uniti d’America, terra di meraviglie e sogni, incantano con la loro straordinaria bellezza, dove ogni angolo del territorio nasconde un tesoro unico ed emozionante. Nel cuore di questa immensa terra si trova l’iconica Route 66, simbolo di avventura, libertà e dello spirito pionieristico del popolo americano.

Ma ciò che rende questa strada davvero speciale è l’emozione che si prova nel percorrerla. Durante il tragitto, è possibile visitare alcune delle più affascinanti e celebri attrazioni del Missouri. In particolare, oggi andiamo alla scoperta delle incredibili Meramec Caverns, un vero e proprio tesoro sotterraneo che incanta i visitatori di ogni età.

Queste grotte offrono un viaggio nel sottosuolo, attraverso un universo di formazioni rocciose dal fascino senza eguali. Se cerchi un’esperienza adrenalinica, questa è senza dubbio una meta imperdibile per vivere avventure memorabili, che ti avvolgerà in una bellezza senza tempo.

Meramec Caverns: un viaggio nel cuore della Terra

Le Meramec Caverns sono un sistema intricato di grotte che si estendono per oltre 4,6 miglia nelle bellissime Ozarks, vicino a Stanton, nel Missouri. Queste hanno preso forma grazie all’erosione lenta di imponenti depositi di calcare nel corso di milioni di anni, creando uno spettacolo sotterraneo davvero incredibile.

Le formazioni rocciose di questa struttura si estendono verticalmente, raggiungendo un’altezza impressionante, pari a un imponente edificio di 7 piani.

La particolarità risiede nella scoperta di manufatti precolombiani dei nativi americani presenti all’interno delle caverne, reperti che testimoniano la presenza degli antichi popoli che hanno abitato queste terre molto tempo prima dell’arrivo degli europei.

Le Meramec Caverns sono indubbiamente una delle attrazioni turistiche più popolari del Missouri, che attirano i visitatori di tutto il mondo. Con oltre 150.000 turisti all’anno, sono ampiamente riconosciute come le grotte più visitate dello Stato.

Vantano un’antichissima storia che risale a ben 400 milioni di anni fa, quando venivano utilizzate come rifugio e luogo sicuro. Nel lontano 1722, un minatore francese ebbe l’onore di visitarle per la prima volta e da quel momento iniziò una lunga storia di scoperte affascinanti.

Durante il XVIII secolo, le Meramec Caverns erano utilizzate per estrarre il salnitro, un componente chiave nella produzione della polvere da sparo tanto che, durante la Guerra Civile, l’esercito sfruttò queste grotte per coltivarlo.

Tuttavia, la pianta fu presto scoperta e distrutta dai guerriglieri confederati, tra cui si pensa potesse esserci anche il famoso fuorilegge Jesse James. La leggenda narra che Jesse e suo fratello Frank si sarebbero rifugiati nelle grotte. Anche se le prove storiche sono scarse, questa storia ha alimentato l’attrattiva e il mistero che avvolgono la località.

I tesori sotterranei delle Meramec Caverns

Le visite guidate alle Meramec Caverns, condotte dai ranger esperti, offrono un’esperienza straordinaria per chi desidera esplorare questo tesoro del Missouri.

Le passerelle ben illuminate permettono di ammirare le meraviglie di queste grotte, attraverso gli intricati meandri, scoprendo tutte le informazioni sulla loro storia e geologia.

Imperdibile è la suggestiva “Stanza del Vino“, una delle formazioni rocciose più rare al mondo. Si è formata principalmente in un ambiente acquatico e prende il nome dalle affascinanti decorazioni a botrioidi, che ricordano un grappolo d’uva. Per accedere alla stanza, è necessario salire una scalinata di 58 gradini ma, nonostante la piccola fatica, vale assolutamente la pena visitare questa meravigliosa formazione sotterranea.

Uno dei must-see è l’imponente schermo naturale, chiamato “sipario“, che viene utilizzato per creare uno spettacolo mozzafiato durante il quale i visitatori possono ammirare le grotte illuminate da luci colorate, mentre una colonna sonora avvolge l’ambiente, creando un’atmosfera magica e suggestiva.

Inoltre, il complesso roccioso racchiude una delle stanze più affascinanti, conosciuta come “Hollywood”, spesso utilizzata come location per produzioni cinematografiche di successo, tra cui il film Tom Sawyer e un episodio della celebre serie televisiva Lassie.

Meramec Caverns

Fonte: iStock

Meramec Caverns, Missouri, Stati Uniti
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Cueva de los Verdes, la grotta con un misterioso tunnel sottomarino

Situata a nord di Lanzarote, e integrata nel vasto paesaggio vulcanico del Malpaís de la Corona, la Cueva de los Verdes è una delle meraviglie nascoste nelle viscere della più orientale delle Isole Canarie, ammantata di un misterioso e particolare fascino mitologico. La destinazione perfetta per chi desidera provare l’ebrezza di un vero e proprio viaggio al centro della Terra, impreziosita da un incredibile tunnel sottomarino, tra i più estesi di tutto il pianeta, e custode di un segreto che pare lasciare senza fiato chiunque visiti questa attrazione unica.

Cueva de los Verdes, attrazione imperdibile in un viaggio alle Canarie

La Cueva de los Verdes è una delle attrazioni più famose di Lanzarote, situata nel comune di Haría. È lunga circa 7 km – dei quali, solo 1,5 visitabili dal pubblico – ed è costituita da un complesso di gallerie, passaggi con volte suggestive e lagune sotterrane, che si estende dal vulcano Monte Corona alla costa, inabissandosi nel mare per 1500 metri nel cosiddetto Tunnel di Atlantide, uno dei più importanti tunnel di lava del mondo. Insieme ai Jameos del Agua, cui è collegata, la grotta è una parte del tubo vulcanico che si è formato in seguito all’eruzione del Corona, avvenuta all’incirca 4000 anni fa. Al suo interno sorprende un’inaspettata varietà di colori: rosso, dovuto all’ossido di ferro, giallo, per i fosfati, bianco, dato dal carbonato di calcio, nero, conferito dalla roccia basaltica.

Si narra che fosse anticamente utilizzata dalla popolazione locale per rifugiarsi dagli attacchi dei corsari barbareschi che periodicamente devastavano l’isola durante i secoli XVI e XVII, e che abbia preso il nome dalla famiglia Verdes, allevatori di bestiame nella zona circostante. A partire dal XIX secolo, la grotta è diventata una meta obbligata per i viaggiatori europei, gli studiosi e gli scienziati affascinati da questa singolare formazione vulcanica.

La grotta delle meraviglie a Lanzarote, custode di un segreto

Negli anni Sessanta, sotto la supervisione di Jesús Soto, sono stati eseguiti interventi architettonici all’interno della grotta per renderla una delle attrazioni più ambite dell’isola e di tutte le Canarie. Nel rispetto dell’ambiente naturale, la mano dell’artista si è limitata a valorizzare lo straordinario percorso che conduce alla scoperta di questa meraviglia, con l’aggiunta di luci artificiali e suoni ambientali che esaltano le forme capricciose che la lava ha lasciato nel suo devastante passaggio, creando un’atmosfera di poetica bellezza. Il tutto riuscendo nell’impresa di mantenere un perfetto equilibrio tra Madre Natura e ingegno umano, consentendo, a chiunque voglia provare l’incredibile esperienza di scendere nelle viscere della Terra, di godere appieno del sorprendente paesaggio sotterraneo.

Cueva de los Verdes è oggi uno dei sette centri culturali dell’isola di Lanzarote. Il complesso naturale è stato dichiarato ufficialmente completo nel 1977, con l’aggiunta del sorprendente Auditorium, uno spazio unico al mondo, dove assistere a concerti speciali e altre attività culturali in un ambiente intimo e incredibilmente suggestivo. La particolarità della grotta vulcanica, la sua atmosfera, le caratteristiche del suono, la speciale illuminazione e la vicinanza dello spettatore al palco, trasformano ogni spettacolo in un incontro stimolante tra arte e natura. Il tour all’interno della Cueva de los Verdes comprende anche tre affascinanti aree: la Sala de las Estetas, la Garganta de la Muerte e la Puerta Mora.

Si dice, infine, che la grotta sia custode di un sorprendente segreto. Tuttavia, pare che possa essere conosciuto solo da coloro che l’hanno visitata o che la visiteranno, e che si impegnano a non divulgarlo. Non resta, quindi, che andare a vederla di persona per conoscerlo.

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La facciata dell’Opéra di Parigi è diventata la porta di accesso a una caverna

Parigi, la città dell’amore e della bellezza, dell’arte e della moda, della gastronomia e della cultura. Degli ampi boulevard, fiancheggiati da alberi e da edifici in stile Belle Époque e Art Nouveau. È la città della Senna, della rive gauche e della rive droite, dei monumenti iconici, come la Torre Eiffel e Notre-Dame, che sono diventati il simbolo di un Paese intero, e delle caffetterie tradizionali, delle boutique e dei negozi di moda.

La capitale della Francia è un sogno a occhi aperti che si realizza a ogni viaggio e che si svela, ogni volta, con meraviglie sorprendenti e inedite. L’ultima ha a che fare con l’arte urbana che ha abbracciato, o meglio rivestito, uno dei palazzi più affascinanti e suggestivi della Ville Lumière.

A firmare questa nuova opera urbana, effimera e bellissima, è stato JR, uno degli artisti più celebri e apprezzati del nostro secolo. È stato proprio lui a rivestire la facciata dell’Opéra Garnier, attualmente in restauro, con un’installazione davvero sorprendente che ha trasformato l’edificio nella porta di accesso alla caverna platonica.

Parigi: la nuova opera di JR

Sono tanti e diversi i motivi che ci spingono a raggiungere Parigi ogni volta che ne abbiamo l’occasione. La Ville Lumière, infatti, ospita un patrimonio storico, artistico e culturale di immensa bellezza che incanta. A questo, poi, si aggiungono tutte le novità di una città cosmopolita che non smette mai di sorprendere.

Tra le tante ragioni che abbiamo trovato, per organizzare un viaggio adesso nella capitale francese, c’è quella che permette di ammirare l’ultimo capolavoro dell’artista JR. Conosciuto per le sue illusorie e monumentali installazioni, che hanno invaso anche le città di Roma e di Firenze, l’artista è tornato nella sua città natale per abbigliare in maniera minuziosa la facciata dell’Opéra Garnier durante il suo restauro.

Ci troviamo nel X arrondissement di Parigi, davanti al palazzo che ha fatto la storia della città. Primo teatro della capitale francese, nonché sede del Balletto dell’opera di Parigi, L’Opéra Garnier è uno dei simboli della città, nonché monumento storico di Francia dal 1923. L’edificio ha fatto da ambientazione al celebre romanzo di Gaston Leroux: Il fantasma dell’Opera.

Sottoposta a un intervento di restauro, la facciata del Palais Garnier si è trasformata in una tela che ospita il nuovo capolavoro di JR, Retour à la caverne, e che nasconde la grande impalcatura costruita per i lavori in corso. Il risultato? Un’enorme opera d’arte pubblica che raffigura l’accesso di una grotta ispirata al mito della caverna di Platone.

La facciata dell’Opéra di Parigi si trasforma ancora

Arrivando in Place de l’Opéra è impossibile non notare quella caverna piena di luce. L’installazione site-specific di JR è un invito a immergersi idealmente in questo scenario evocativo e antico, ispirato all’allegoria platonica, per toccare con mano la bellezza e la grandiosità del passato. Retour à la caverne resterà sulla facciata del teatro per tutto settembre, animata e illuminata da proiezioni suggestive ed emozionanti.

Ma questo è solo il primo atto di un capolavoro che è sempre in divenire. A novembre, infatti, l‘opera sarà sostituita da una nuova installazione: un sipario teatrale che verrà realizzato da JR, in collaborazione con l’Atelier Montex, e con tutti i cittadini che vorranno partecipare al grandioso progetto attraverso laboratori di ricamo aperti a tutti tra fine settembre e ottobre.

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Era un rifugio antiaereo: ora è un lago incastonato in una caverna multicolor

Immaginate di entrare all’interno di una grotta. Fatto? Beh, probabilmente la vostra mente vi sta suggerendo immagini sicuramente belle ma altrettanto sicuramente piuttosto scure, con rocce nude e grigie a circondarvi, in un trionfo di asettica semplicità. Bene, adesso accantonate questa fantasia e provate a figurarvi, invece, una caverna ricca di colori, con un lago fresco e brillante al centro a riflettere ogni sfumatura e a renderla ancora più intensa: avrete un’idea di quella che è la Reed Flute Cave.

La Reed Flute Cave e la sua formazione

Questa particolarissima caverna si trova in Cina, precisamente nella città di Guilin. Per chi non lo sapesse, questa città è molto famosa per il suo paesaggio punteggiato da una serie di colline calcaree carsiche, ossia quel tipo di formazioni che si plasmano nel tempo grazie al modellamento superficiale e sotterraneo delle acque. A Guilin ci sono ben due laghi naturali e molto ampi che hanno contribuito a modificare l’ambiente circostante e a creare una topografia carsica variegata e interessante.

L'interno della Reed Flute Cave

Uno degli esempi più affascinanti è proprio la Reed Flute Cave, la cui formazione sembra risalire a circa 180 milioni di anni fa, come risultato dell’erosione idrica che ha consumato lo strato di roccia calcarea sulla superficie terrestre. Erodendo questi strati, l’acqua ha creato delle crepe e con il passare del tempo il suo filtraggio e il suo passaggio ha creato varie stalattiti e stalagmiti intrecciate e imponenti.

Il nome, il ruolo e la fama della caverna

Ma come mai questa grotta è diventata così speciale? È presto detto: durante la seconda guerra mondiale si è trasformata in uno dei luoghi più sicuri dove nascondersi durante i bombardamenti. Circondata dalla pace e dal silenzio, ha preso il nome dalle canne di bambù che con il vento si trasformavano (e si trasformano) in “flauti”, in grado di suonare in modo dolce e rasserenante. L’ingresso alla caverna era per altro perfettamente mimetizzato, di conseguenza la caverna è stata in grado di accogliere centinaia di persone senza pericoli in quei tempi funesti e disastrosi.

Laghetto della Reed Flute Cave

Visitandola sia per necessità che, una volta finita la guerra, semplicemente per ammirarne bellezza e complessità, diverse persone hanno cominciato inoltre ad attribuire alle diverse formazioni della grotta dei nomi particolari, che sono diventati leggendari: un’alta formazione rilucente per via delle brillanti tracce calcaree è stata ribattezzata Palazzo di Cristallo, mentre un’area più raccolta con stalattiti acuminate è stata ribattezzata Pagoda del Drago.

A un certo punto, c’è chi ha iniziato a sostenere che una delle delle stalattiti giganti della Pagoda del Drago fosse la lancia magica di un Re citato nel classico buddista cinese, Viaggio in Occidente: inutile dire che grazie a tutte queste suggestioni, la fama della Reed Flute Cave ha fatto il giro del mondo.

L’installazione luminosa

Dagli anni Sessanta in poi, all’interno della grotta è stato installato un sistema di illuminazione artificiale che difficilmente resta sempre uguale: se prima venivano usate luci e lampadine statiche di ogni colore dell’arcobaleno, oggi la caverna conta su una serie di luci led RGBW (che cambiano dunque colore) in grado di cambiare drasticamente l’atmosfera.

Le stalattiti e le formazioni della Reed Flute Cave

Se state pensando di visitarla, tenete presente che la caverna è lunga ben 240 metri ed è divisa, come abbiamo già accennato, in una serie di sezioni: per visitarla dunque servono almeno due ore. La buona notizia è che è aperta tutti i giorni, tutto l’anno, dalle 8.00 alle 17.30 e difficilmente è affollata, a meno che non la si visiti durante le festività nazionali. È facilmente raggiungibile dal centro di Guilin ed è adatta a tutti, compresi bambini e anziani, ma è consigliato indossare una felpa o un maglione per via del fresco e dell’umidità.

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Puoi assistere a uno spettacolo sensoriale in questa grotta delle meraviglie

Gibilterra, conosciuta anche come “La Roca“, è una piccola enclave situata all’estremità meridionale della penisola iberica. Condividendo un confine con la Spagna, questa terra è famosa per il suo caratteristico promontorio calcareo, che ospita la maestosa Rocca di Gibilterra.

Questo territorio britannico d’oltremare, un luogo unico dove si incontrano l’Europa e l’Africa, è una combinazione affascinante di storia, cultura e paesaggi mozzafiato. Sebbene sia di piccole dimensioni, Gibilterra ha molto da offrire ai visitatori, dalle spiagge di sabbia dorata alle storiche stradine acciottolate.

Oggi vogliamo portarti in un angolo nascosto di questo Paese, all’interno della suggestiva Riserva Naturale di Gibilterra: le Grotte di San Michele.

Situate lungo la costa meridionale, queste cavità si snodano in una rete intricata di caverne e passaggi sotterranei, ricchi di stalattiti e stalagmiti spettacolari. Un vero paradiso per gli amanti dell’avventura, che possono godersi un viaggio indimenticabile in un profondo universo pieno di meraviglie.

Grotte di San Michele, le caverne più spettacolari d’Europa

Grotte di San Michele, Gibilterra

Fonte: iStock

Grotte di San Michele nella Riserva Naturale di Upper Rock, Gibilterra

Questo luogo suggestivo si trova nel cuore della roccaforte britannica di Gibiliterra, all’interno della Riserva Naturale di Upper Rock. Con quasi 1.000.000 di visitatori all’anno, le Grotte di San Michele sono una delle principali attrazioni turistiche del Paese.

Originariamente, le grotte si sono formate grazie all’azione dell’acqua piovana che, filtrando lentamente attraverso la roccia calcarea nel corso di migliaia di anni, si è trasformata in un debole acido carbonico.

Con il passare del tempo, questo ha gradualmente scalfito la pietra, creando passaggi lunghi e caverne spaziose all’interno della faglia geologica, dando vita a un sistema di stalattiti e le stalagmiti che arricchiscono ulteriormente la bellezza e l’atmosfera unica del posto.

Per lungo tempo, si è creduto che la leggendaria grotta si estendesse in profondità illimitate, alimentando così il mito di un passaggio segreto sotto lo Stretto di Gibilterra, che collegava la Rocca all’Africa. Questa storia affascinante ha suscitato curiosità e alimentato la fantasia degli abitanti locali durante i secoli.

Si pensava anche che la Rocca di Gibilterra fosse una delle leggendarie Colonne d’Ercole, i pilastri che segnavano i confini del mondo conosciuto nell’antichità. Questo ha portato all’idea che la Grotta di San Michele potesse essere anche la Porta dell’Ade, un ingresso agli inferi nella mitologia greca.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu preparata per essere impiegata come ospedale di emergenza, ma alla fine non fu mai utilizzata per questo scopo. Successivamente, divenne un luogo per eventi culturali e trasformata in un auditorium grazie alle sue eccezionali qualità acustiche naturali. Con una capacità di oltre 100 posti a sedere, offre una cornice magica per esperienze artistiche indimenticabili.

Al momento, le Grotte di San Michele rappresentano una delle mete turistiche di spicco di tutto il Paese. Sono fruibili da chiunque tutti i giorni, regalando un’esperienza senza pari ai visitatori. Le formazioni all’interno sono illuminate con maestria per creare un’atmosfera mozzafiato. Inoltre, ci sono dei pannelli informativi che raccontano la storia dei luoghi, con tutti i dettagli approfonditi sulla loro origine e utilizzo nel corso dei secoli.

Upper Rock, la Riserva Naturale di Gibilterra

La Riserva Naturale di Upper Rock è un luogo di grande interesse che regala l’opportunità di esplorare la straordinaria bellezza di questa regione.

Posta in cima alla famosa roccia di Gibilterra, quest’area protetta è rinomata per i suoi panorami emozionanti. Dalla sommità è possibile godere di una prospettiva unica che abbraccia due continenti. Infatti, rivolgendo lo sguardo a sud, si possono ammirare le coste africane che si estendono all’orizzonte, mentre verso nord si affaccia l’Europa.

La riserva è ricca di molteplici attrazioni ed è un ambiente in cui prospera una ricca varietà di flora e fauna, tra cui le famose scimmie di Gibilterra.

Esplorare i sentieri della splendida Riserva Naturale di Upper Rock è un’esperienza unica da non perdere. Che tu sia un amante della natura, un appassionato di storia o semplicemente alla ricerca di esperienze autentiche, questa riserva ti regalerà momenti indimenticabili durante la tua vacanza a Gibilterra.

Riserva Naturale di Upper Rock a Gibilterra

Fonte: iStock

Riserva Naturale di Upper Rock, Gibilterra
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Francia: rinvenute le più antiche tracce dei Neanderthal

È una scoperta davvero sensazionale quella avvenuta in una grotta nel centro della Valle della Loira, capace di fornire nuovi elementi per comprendere la complessità dell’Uomo di Neanderthal, a torto considerato, con un cliché, “più rozzo e meno umano”.

Soltanto uno scarno elenco di produzioni simboliche viene loro attribuito e il significato è oggetto di dibattito.

Invece, le incisioni appena rivenute, insieme alle numerose ricerche degli ultimi decenni, hanno rilevato come fosse dotato di capacità simbolica e decorativa e in grado di organizzare attività estetiche e artistiche.

La Roche-Cotard: le incisioni rupestri più antiche di sempre

Gli scienziati hanno scoperto le incisioni rupestri più antiche in Europa all’interno della grotta di La Roche-Cotard: si tratta di una serie di segni grafici, non figurativi, tracciati oltre 57.000 anni fa sulle pareti, interpretati come ‘finger-flutings’, segni lasciati da dita umane.

Realizzate su una parete di 12 metri, “sono costituite da un gran numero di linee di due tipi: più o meno circolari e semplici punti realizzati con la punta del dito, rivolti nella stessa direzione; e alcune linee più complesse, lasciate trascinando la punta del dito lungo la superficie del muro, formano una sorta di struttura con pannelli triangolari, rettangolari” come ha spiegato Jean-Claude Marquet, membro del team di ricercatori dell’Università di Tours che ha condotto lo studio pubblicato su PLOS ONE.

Per stabilire con certezza che le incisioni fossero state prodotte con intenzione dall’Uomo di Neanderthal disegnando impronte sulla superficie morbida, i ricercatori hanno esaminato i segni e si sono serviti della fotogrammetria per creare dei modelli 3D da confrontare con altre incisioni realizzate da esseri umani: sulla base della disposizione, della spaziatura e della forma, hanno concluso che si tratta di forme deliberate e organizzate, create da mani umane.

Inoltre il team, grazie alla datazione a luminescenza stimolata otticamente (OSL), ha potuto collocare nel tempo anche i sedimenti presenti nella grotta e stabilire, così, che il loro accumulo ha causato la chiusura totale della grotta all’incirca 57.000 anni fa, rendendola inaccessibile molto prima che l’Homo Sapiens arrivasse nella regione. Gli strati consentono anche di ipotizzare che i segni abbiano addirittura 75.000 anni.

Ma c’è di più: gli utensili in pietra presenti all’interno della grotta sono soltanto di tipo musteriano, classica tecnica attribuita ai Neanderthal, per cui non vi sono dubbi su chi abbia realizzato le incisioni.

Un nuovo tassello per la conoscenza dei Neanderthal

Neanderthal incisioni rupestri

Fonte: ANSA

Neanderthal incisioni rupestri

Le incisioni rupestri di La Roche-Cotard rivestono una notevole importanza nella conoscenza dei Neanderthal, di cui finora esistono pochi esempi di espressioni simboliche tra cui vanno citati un osso di corvo inciso in Siberia, a Zaskalnaya, tra i 38.000 e i 43.000 anni fa, con un motivo a scala o colonna dalle tacche equidistanti, e un intreccio di alcune linee realizzate nel terreno 38.000 anni fa in una grotta a Gibilterra.

Questo nuovo ritrovamento, insieme a quelli già riconosciuti, si rivela un’ennesima testimonianza del complesso comportamento dell’Uomo di Neanderthal che seppelliva i morti, produceva ornamenti, incideva oggetti e muri: una serie di pratiche che vanno al di là delle semplici necessità di sussistenza e indicano un universo simbolico e spirituale ancora tutto da approfondire, magari con il ritrovamento di ulteriori opere.

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La meravigliosa grotta che cattura i raggi del sole

Nel Parco Nazionale di Khao Sam Roi Yot, a poco meno di un’ora di auto da Hua Hin, si trova una grotta unica nel suo genere. A scoprirla, secondo la leggenda popolare, è stato un antico sovrano del posto circa 200 anni fa, il quale vi si rifugiò dopo essere stato costretto ad abbandonare la sua nave durante una forte tempesta. Si chiama Phraya Nakhon, ed è uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi che potete incontrare in Thailandia. Scopriamo cos’è che la rende così speciale e perché vale la pena arrivarci.

Phraya Nakhon Cave, una delle grotte più belle della Thailandia

La Thailandia è così ricca di attrazioni da scoprire da far girare la testa, ma la grotta di Phraya Nakhon merita senz’altro una visita. Si chiama così dal nome dall’esploratore che l’ha scoperta, Chao Praya Nakhon Sri Thammarat, all’epoca sovrano di Nakhon Si Thammarat. Questa meraviglia naturale è formata da due cavità, che non sono buie come ci si potrebbe aspettare, bensì inondate dalla luce del sole, a tal punto che riescono a crescervi persino gli alberi all’interno, rendendo l’ambiente ancora più magico.

La prima grotta contiene un fenomeno naturale che assomiglia a una cascata “asciutta” e diverse stalattiti e stalagmiti. Ma è la seconda la vera attrazione, famosa per il tempio che cela al suo interno, il Kuha Kuha Kharuehat. Costruito nel 1890 in occasione della visita del re Chulalongkorn il Grande (Rama V), gode di una particolare posizione che gli permette di catturare i raggi solari che filtrano nelle ore mattutine dal foro naturale sul soffitto della grotta. Il silenzio e la solennità che avvolgono la struttura fanno sì che l’atmosfera sia ancora più surreale. Sulle pareti della camera principale si possono anche vedere le firme dei re Rama V e Rama VII.

L’escursione per raggiungere la grotta di Phraya Nakhon

Si può arrivare alla grotta di Phraya Nakhon e al tempio partendo da Bang Pu, un piccolo villaggio di pescatori nel distretto di Sam Roi Yot, in due modi: noleggiando una barca per approdare alla spiaggia di Laem Sala (alla quale non si può accedere in auto) oppure raggiungendola  a piedi, considerando però che sono circa 30 minuti di cammino, per lo più in salita. Una volta arrivati alla spiaggia, si dovrà poi camminare per altri 30 minuti per giungere finalmente a destinazione. Si consiglia, pertanto, di prendere il battello, poiché la sola passeggiata dalla spiaggia è già alquanto impegnativa. Bisogna poi inerpicarsi per un sentiero in salita di 430 metri, per cui è bene indossare scarpe comode.

Prenotata la barca per Laem Sala Beach, si può anche optare per una gita a Monkey Island, per dare da mangiare alle scimmie che vivono lì. Se preferite andare a piedi, potete invece fare una pausa a circa metà strada, dove avrete la possibilità di ammirare un panorama straordinario delle montagne e del paesaggio marino. Infine, pagato l’ingresso al Parco Nazionale Sam Roi Yot, riceverete una guida che vi condurrà alla grotta. Se volete godervi lo spettacolo dei raggi del sole che inondano questa meraviglia naturale, l’orario ideale è intorno alle 10-10.30, a seconda della stagione, ma è vivamente consigliato arrivare nelle prime ore del mattino se preferite evitare la folla.

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Questa grotta a cielo aperto sembra un miraggio: è bellissima

Esistono alcune meraviglie naturali che meritano di essere visitate almeno una volta nella vita. Una di queste è l’Ik Kil, conosciuto anche come il “Sacro Cenote Blu”, una grotta calcarea nell’entroterra della penisola dello Yucatan in Messico.

Situato nei pressi del villaggio di Pisté, a soli 3 km dal sito archeologico di Chichen Itza, questo è senza dubbio uno dei cenoti più suggestivi del pianeta. Una meraviglia naturale che si è formata lentamente grazie all’azione dell’acqua piovana che ha sciolto il calcare nel terreno e ha creato un’affascinante apertura nella roccia.

Le sue acque cristalline, profonde circa 40 metri, sono le protagoniste di uno spettacolo unico da ammirare, mentre l’enorme cavità sotterranea offre uno scenario imponente e suggestivo. Piante rampicanti e liane pendono dalla sua sommità, mentre piccole cascate si tuffano nell’acqua rischiarata dalla luce naturale che illumina in modo straordinario questa grotta calcarea così suggestiva.

Se state pianificando un viaggio in Messico, il cenote di Ik Kil è una tappa imperdibile, un tesoro nascosto che renderà la vostra vacanza indimenticabile.

Un tuffo nel Pozzo Sacro: un’esperienza indimenticabile

Cenote di Ik-Kil

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Cenote Ik-Kil, Chichen Itza, Messico

Il cenote Ik Kil è conosciuto anche come “Pozzo Sacro” poiché l’antico popolo dei Maya lo utilizzava come luogo di preghiera dedicato a Chaac, la divinità della pioggia.

Attualmente è possibile ammirare le sue mura fortificate grazie alla cura e alla manutenzione dei residenti locali, mentre una gradinata in pietra facilita la discesa per potersi immergere nelle acque cristalline di questo luogo leggendario. Qui, infatti, troverete diverse scalette comode per salire e scendere, e punti di tuffo per i più coraggiosi.

Il pozzo è circondato da cascate artificiali e piattaforme panoramiche per tutti coloro che vogliono ammirare e immortalare la bellezza del posto da diverse prospettive.

Questa piscina naturale dalle sfumature turchesi offre uno spettacolo mozzafiato sia per chi vuole provare un’esperienza indimenticabile all’insegna del relax, sia per i subacquei esperti, che potranno osservare i pesci e la bellezza del mondo sottomarino che appartiene a Ik Kil.

Avrete a disposizione, inoltre, una vasta scelta di escursioni per esplorare questo luogo incantevole.

Viaggio nello Yucatan tra le meraviglie della natura

Per ammirare il Cenote Ik Kil, e vivere un’esperienza incredibile all’insegna della grande bellezza, dobbiamo recarci nella penisola dello Yucatan, una destinazione ricca di storia, cultura e attrazioni tutte da esplorare. Dalle spiagge di sabbia bianca, alle imponenti rovine Maya, alle rigogliose foreste che si estendono per chilometri e alle città colorate e vivaci, lo Yucatan offre un’esperienza mozzafiato che rimarrà nella vostra memoria e nel vostro cuore per sempre.

Le cose da fare e da vedere qui sono tantissime, a partire dalle lunghe distese di sabbia dorata come quella di Playa del Carmen, che vi darà la possibilità di esplorare grotte misteriose e godere di alcune delle migliori immersioni subacquee della zona. Oppure, se preferite un soggiorno più tranquillo, potrete scegliere spiagge come Playa Paraiso, con le sue acque cristalline e profonde.

Vi consigliamo di immergervi completamente nella cultura di questo popolo visitando i villaggi di artigiani che diffondono la loro cultura tramite l’arte manuale. Non perdete, inoltre, la possibilità di degustare i piatti tipici della cucina yucateca, un perfetto mix di influenze maya, spagnole e caraibiche. Assaggio dopo assaggio, la cucina messicana saprà conquistare i vostri sensi.

Ovviamente, non può mancare anche una visita al Cenote Ik Kil. L’area può essere visitata dalle 8:00 alle 17:00 e offre numerosi servizi dedicati ai visitatori, inclusi un ristorante, uno spogliatoio, un negozio di souvenir e persino un cottage in affitto per una notte indimenticabile.

Cenote Ik Kil in Messico

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Cenote Ik Kil in Messico
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Grotta di Benagil, suggestiva opera della natura in Portogallo

Circondato da scogliere e affacciato sull’Oceano Atlantico, il grazioso villaggio di Benagil custodisce la grotta più suggestiva e famosa del Portogallo, nota anche come Algar de Benagil. Un capolavoro scolpito dal vento e dall’acqua, con una finestra sul cielo che lo rende unico al mondo.

La grotta di Benagil, un gioiello dell’Algarve che regala magia

Ci troviamo nell’Algarve, la destinazione più economica d’Europa, a sud del Portogallo, che con il giusto mix di natura e patrimonio culturale è diventato una meta irresistibile per i vacanzieri di ogni nazionalità. Benagil è un piccolo villaggio del comune di Lagoa, che ha vissuto di pesca fino al 2010. In seguito, si è trasformato in una incantevole destinazione turistica, grazie alla sua attrazione principale, una grotta che catapulta chi la visita in una dimensione onirica.

Una volta raggiunta, preparatevi alla meraviglia. Algar de Benagil si presenta come un’opera naturale incastonata in un suggestivo paesaggio carsico, che toglie il respiro. Al suo interno custodisce una spiaggia di sabbia dorata, lambita da acque turchesi, che durante il giorno regalano giochi di luce pazzeschi grazie a un’apertura circolare in cima attraverso la quale entrano i raggi del sole. Il tocco magico di Madre Natura qui è palpabile in ogni particolare.

Come raggiungere la grotta di Benagil e quando visitarla

La grotta di Benagil è accessibile solo tramite imbarcazioni o a nuoto. Quest’ultima opzione, però, è consigliata soltanto ai nuotatori allenati ed esperti, a causa dell’alta marea e della forza delle correnti. Chi preferisce arrivarci in barca, può usufruire dei tour che utilizzano piccole imbarcazioni, con partenze da Benagil o da altri porti turistici, in particolare da Albufeira e Portimão, l’angolo di Algarve dai paesaggi pazzeschi. Le escursioni possono durare da 1 a 3 ore, ma l’accesso più rapido ed economico è dalla spiaggia di Benagil, splendida destinazione per fare un bagno in acque trasparenti o una passeggiata rilassante in riva all’oceano.

Se siete tra coloro che non amano far parte di gruppi organizzati e preferiscono trascorrere un po’ di tempo in più all’interno della grotta e della sua spiaggia, noleggiare un kayak potrebbe essere l’alternativa migliore. È importante, però, avere esperienza e verificare le condizioni meteorologiche prima di intraprendere questa escursione da soli. Inoltre, sebbene Algar de Benagil si trovi a circa 200 metri da Praia de Benagil, è fondamentale tenere conto delle condizioni meteorologiche, dell’altezza delle onde e del movimento delle correnti. Va inoltre ricordato che in alta stagione ci sono molte imbarcazioni che possono rendere difficile la balneazione, ed è essenziale mantenere una distanza di sicurezza dalle scogliere

Il periodo migliore per visitare la grotta di Benagil è in primavera o in autunno, approfittando delle giornata di sole e di mare calmo, mentre nei mesi di luglio e agosto, come facilmente intuibile, questa famosa attrazione viene presa d’assalto dai turisti ed è senz’altro più difficile godere appieno della sua bellezza.

Cosa fare nei dintorni dell’Algar de Benagil

Conosciuta per le sue scogliere e i paesaggi spettacolari, la costa dell’Algarve è ricca di sentieri per gli amanti delle escursioni e della natura. Attraverso il sentiero delle Sette Valli Sospese, i visitatori possono fare una splendida escursione tra la spiaggia di Benagil e la famosa Praia da Marinha, classificata fra le prime 5 spiagge più belle del Portogallo e tra le prime 10 in Europa. Un angolo di natura selvaggia, circondato da una varietà di architetture rocciose plasmate negli anni, le cui tonalità dorate creano un magico contrasto con il turchese delle acque che le accarezzano. Un’altra meraviglia di questo angolo di Portogallo assolutamente imperdibile.

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In questa grotta si nasconde la stalagmite più grande del mondo

L’Aven Armand è un capolavoro della natura che va oltre le parole e che colloca questa meraviglia sotterranea tra le grotte più belle del mondo. Imperdibile attrazione turistica dell’Occitania, è uno dei siti più visitati della Lozère, al cui interno si cela una una foresta di oltre 400 stalagmiti. Tra queste, in uno scenario da sogno, spicca la più grande stalagmite conosciuta al mondo.

L’eccezionale foresta di stalagmiti

Scoperta nel 1897 dallo  speleologo francese Louis Armand, la grotta dell’Aven Armand è incastonata nel cuore dell’altopiano calcareo Causse Méjean, nel sud della Francia, facente parte dei Causses e delle Cévennes, paesaggio culturale agropastorale mediterraneo, patrimonio mondiale dell’UNESCO.

La formazione delle stalagmiti è iniziata in questa grotta 700.000 anni fa. Qui, l’acqua è particolarmente ricca di calcare e forma gocce molto pesanti che non rimangono sul soffitto abbastanza a lungo da formare grandi stalattiti. L’altezza eccezionale di 45 m della grotta accelera la velocità della goccia. Quando colpisce il suolo, esplode in innumerevoli goccioline intorno al punto di impatto, che rilasciano il loro grande carico minerale per formare una stalagmite.

Nel tempo, l’elevato carico minerale, l’alta velocità d’impatto e la deviazione delle traiettorie delle gocce hanno creato una straordinaria foresta di centinaia di stalagmiti eccezionali. Una collezione di sculture naturali dalle forme fantastiche, che costituiscono un patrimonio unico al mondo, una vegetazione minerale dalle forme prodigiose, magiche e poetiche.

Foglie grandi e delicate, sottili come porcellana e cesellate come merletti, sculture naturali di alabastro che sfidano le regole dell’equilibrio e trasportano lontano l’immaginazione. Questi favolosi alberi pietrificati raggiungono spesso i 15-20 metri di altezza. La stalagmite più alta tocca i 30 metri il che, come detto, la rende la più grande fino a oggi conosciuta in tutto il mondo.

Le attrazioni uniche dell’Aven Armand

Soprannominata “la meraviglia delle Cevennes”, Aven Armand è spesso citata come una delle più belle grotte di Francia, di sicuro una tappa imperdibile durante un viaggio in Occitania. La sua immensa sala sotterranea, a 100 metri di profondità, potrebbe ospitare la cattedrale di Notre-Dame, per le sue eccezionali dimensioni. Le concrezioni hanno drappeggiato le pareti dell’immensa sala sotterranea con rivestimenti ocra e la sua volta è decorata con migliaia di stalattiti, aghi e delicati pendenti la cui varietà e ricchezza coronano questo scrigno di meraviglie.

Una funicolare permette di raggiungere la grande sala, da cui si snoda una scala dotata di corrimano che consente di muoversi attraverso la foresta pietrificata.

Aven è un nome di origine celtica, preso in prestito per designare un’apertura naturale che comunica con una cavità sotterranea. Un pozzo verticale di 75 metri di altezza e 3 metri di diametro si innalza dalla volta della sala per emergere sulla superficie della Causse Méjean sotto forma di imbuto. Un secondo pozzo cieco, di 87 metri di altezza e 5 metri di diametro, precipita dal fondo della sala verso profondità invisibili. Questa suggestiva grotta della Lozère permette ai visitatori più avventurosi di scoprirla come hanno fatto i primi esploratori, grazie a istruttori professionisti che guidano nella esplorazione di questa straordinaria voragine naturale.

A completare la magia, lo spettacolo di suoni e luci tratto dall’universo di Jules Verne, che valorizza di volta in volta i diversi elementi della grotta dell’Aven Armand, amplificandone la dimensione immaginaria. Il sentiero che penetra nella foresta delle stalagmiti offre un viaggio al centro della terra fuori dal tempo e dallo spazio. Stando a quanto dichiarato da Edouard-Alfred Martel, padre della speleologia moderna, “nessuna grotta conosciuta al mondo ha qualcosa di simile”.