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Giardino La Mortella, capolavoro del Sud Italia

La straordinaria bellezza di Ischia, una delle isole più pittoresche del Golfo di Napoli, è impreziosita da uno dei giardini più splendidi d’Europa, La Mortella, un sogno a occhi aperti tra il verde di piante ancora sconosciute e il profumo di fiori davvero originali.

La storia dei Giardini La Mortella, una romantica storia d’amore

Nella magnifica cornice del promontorio di Zaro nel comune di Forio d’Ischia, sorgono i Giardini che rappresentano una delle attrazioni più apprezzate dell’isola, realizzati a partire dal 1958 da Susana Walton, moglie argentina del compositore inglese William Walton.

La coppia, sposatasi nel dicembre 1948 dopo tre mesi di conoscenza a Buenos Aires, arrivò a Ischia nel 1949, in un primo momento in una casa in affitto ma poi decise di acquistare un terreno in località “La Mortelle“, il cui nome si deve ai cespugli di mirto che nascevano tra le rocce.

E mentre il marito componeva, Lady Walton, con amore, determinazione e spiccato senso artistico, iniziò a creare un autentico capolavoro davvero unico, plasmato da fiori e piante: dapprima con i consigli e l’aiuto del paesaggista Russell Page e, poi, seguendo soltanto il proprio sentire e ispirazione.

Su un terreno impervio e difficile, si dedicò instancabilmente a dare forma e struttura a un sogno, piantando, irrigando e lavorando per 50 anni: Susana trovò alla Mortella la sua ragione di vita, l’obiettivo di realizzare un monumento alle opere del marito e un ricordo tangibile del grande amore che vissero insieme.

Così, quello che nei primi anni Cinquanta si presentava come un terreno brullo, poco promettente, punteggiato da pietre vulcaniche, è oggi un favoloso giardino su più livelli che ospita specie vegetali tra le più originali al mondo e spazia dall’ambiente sub-tropicale della valle, con microclima ombroso e umido, a quello sulla cima della collina con numerose zone soleggiate.

Lady Walton, rimasta vedova nel 1983, decise di aprire le porte del giardino al pubblico nel 1991 e, nel 2003, affidò la gestione e la proprietà della Mortella alla Fondazione William Walton in Italia, da lei istituita.

Oggi, la “Fondazione William Walton e la Mortella” cura, amministra e apre al pubblico i Giardini seguendo le indicazioni lasciate da Susana, portandone avanti la visione artistica e lo spirito illuminato.

Gli imperdibili luoghi dei Giardini più belli d’Ischia

La Mortella Ischia

Fonte: iStock

Panorama panoramico che si affaccia su Forio al Giardino La Mortella

I Giardini della Mortella sono suddivisi in due zone: il giardino a valle, dalla forma di L, fu progettato nel 1956 da Russel Page: il lato più lungo è delimitato da un piccolo torrente mentre quello più corto è di fronte a Casa Walton.
Gli snodi principali sono disegnati da quattro fontane e qui svetta lo straordinario Ginko Biloba che suscitò anche l’interesse di Goethe.

Il giardino in collina, invece, si deve a Susana Walton e risale al 1983: ricoperto da vegetazione mediterranea, gode di una vista spettacolare sull’azzurro del mare.
Sulla cima, in posizione dominante, si trova la “Roccia di William“, custode delle ceneri del musicista.

Poco lontano, ecco il “Tempio del Sole“, che ospitava in precedenza una cisterna per l’acqua piovana, con decorazioni raffiguranti Apollo, dio della musica e della poesia, a opera di Simon Verity.

Sempre in zona, lo sguardo si posa sul Ninfeo, memoriale di Susana, con al centro la fontana in acciaio, definita “Specchio dell’anima”, e la piccola Grotta di Afrodite.

Inoltre, sfruttando il pendio della collina, è stato realizzato anche un teatro greco che, durante la stagione estiva, fa da palcoscenico per concerti di musica all’aperto.

Tra fontane, piscine e laghetti, un tripudio di piante esotiche e di rara bellezza.

Il Giardino è aperto da aprile a ottobre dalle ore 9.00 alle 19.00 nei giorni di martedì, giovedì, sabato e domenica con aperture straordinarie in occasione di festività e possibilità di visite guidate (per informazioni sempre aggiornate, consultate il sito ufficiale).

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Perché dovresti visitare adesso i giardini delle meraviglie di Londra

Esistono luoghi così belli che non si possono descrivere, ma solo vivere. Posti che per forme, lineamenti e colori ricordano tutte quelle visioni che, fino a questo momento, sono appartenute solo all’immaginario fiabesco o quello onirico. E invece sono reali e per questo ancora più straordinari.

A volte questi luoghi portano la firma di Madre Natura che, come una sapiente artigiana plasma il mondo regalandoci paesaggi meravigliosi, altre volte invece è proprio l’uomo a creare opere e monumenti che diventano il simbolo di città e Paesi interi, trasformandosi in vere e proprie attrazioni turistiche.

Ed è proprio quando l’uomo imita la natura, la esalta o la celebra, che nascono luoghi meravigliosi che sorprendono e incantano. E questo è il caso dei Kew Gardens, i giardini delle meraviglie a pochi chilometri da Londra, che proprio in questo momento stanno celebrando le orchidee.

Bentornati ai Kew Gardens

È un tripudio di colori e profumi quello che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che giungono ai Kew Gardens, un esteso complesso di serre e giardini tra Richmond upon Thames e Kew, situato ad appena 10 chilometri da Londra. Si tratta, a nostro avviso, di uno dei giardini botanici più belli del mondo intero, non è un caso infatti che questo complesso abbia stregato anche la celebre Virginia Woolf che scelse di ambientare proprio qui uno dei suoi più iconici racconti brevi.

La storia dei Kew Gardens è tanto antica quanto affascinante. Le origini della loro nascita sono riconducibili al giardino esotico della Kew House creato da Lord Capel di Tewkesbury e successivamente ampliato dalla principessa Augusta. Dal 1840 i giardini di Kew hanno ottenuto il riconoscimento di Orto Botanico, e da allora nuove sezioni e serre sono state create per ospitare numerosi esemplari di flora provenienti da ogni parte del mondo.

Grande attrazione popolare per i cittadini e per i viaggiatori, questo grande parco è tra i centri di ricerca botanica più importanti del nostro pianeta.

Le cose da vedere qui sono tantissime. Su una superficie di oltre 120 ettari, infatti, si alternano serre, musei e gallerie, statue, una Pagoda e un Herbarium per un totale di oltre 40000 specie di piante e fiori. Ed è proprio in questa magica cornice, che incanta la vista e inebria i sensi, che una nuova ed entusiasmante esplosione di colori ha preso vita. Si tratta del festival dedicato alle orchidee ed è bellissimo.

Festival delle orchidee nei giardini di Kew

Fonte: Getty Images

Festival delle orchidee nei giardini di Kew

Il Festival delle orchidee nei giardini di Londra

È un appuntamento colorato, inebriante e affascinante, quello del Festival delle orchidee che si tiene ogni anno all’interno dei Kew Gardens e che attira cittadini e viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. L’appuntamento è dal 4 febbraio al 5 marzo 2023 all’interno del Princess of Wales Conservatory, una delle serre più complesse e suggestive dell’intera area che ospita tutta una serie di affascinanti ecosistemi.

Proprio qui, adesso, centinaia di orchidee provenienti dal Camerun stanno dando spettacolo attraverso installazioni e sculture viventi sapientemente plasmate da flower designer. Giraffe, gorilla, leoni ruggenti e ippopotami che sguazzano, e che celebrano la biodiversità faunistica dell’Africa occidentale, sono incorniciate da centinaia di orchidee colorate e profumate.

Con il festival del 2023, che ogni anno prevede un tematica differente, è stato scelto di valorizzare gli ecosistemi autoctoni del Camerun proprio attraverso le orchidee del Paese, le più rare, pregiate e delicate del mondo intero, che saranno visibili tra febbraio e marzo all’interno della serra Princess of Wales Conservatory. Quale occasione migliore, se non questa, per raggiungere questi giardini delle meraviglie?

Kew orchid Festival

Fonte: Getty Images

Kew Orchid Festival, dal 4 febbraio al 5 marzo
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Thailandia: il giardino delle meraviglie popolato da Buddha giganti

Esistono luoghi nel mondo che sono così belli da non sembrare reali. Posti che per forme, colori e lineamenti sembrano rimandare a tutti quegli scenari che sono appartenuti, fino a questo momento, all’immaginario favolistico o a quello onirico. Eppure esistono, e per questo sono ancora più belli.

Tra questi, troviamo anche un vero e proprio giardino delle meraviglie situato in uno dei Paesi più affascinanti del mondo. Un parco verdeggiante e straordinario che è popolato da sculture gigantesche, un mix di bellezza e spiritualità che invita le persone a fare un percorso ideale e quasi mistico destinato a cambiarci la vita.

Per affrontare questo viaggio dobbiamo recarci in Thailandia, e più precisamente a Nong Khai. È qui che esiste un parco di sculture, popolato da Buddha giganti e da altre figure collegabili al buddismo e all’induismo. Pronti a partire?

Sala Keoku: il parco di Buddha

Il nostro viaggio di oggi ci conduce lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa, dalle spiagge tropicali, dagli opulenti palazzi e dai templi sontuosi della Thailandia che da sempre attirano viaggiatori provenienti da tutto il mondo, e ci porta direttamente a Nong Khai, un territorio che si sviluppa lungo il fiume Mekong e che dista da Bangkok oltre 600 chilometri.

È proprio qui che esiste un luogo incantato, mistico e surreale, che pochi turisti conoscono. Una volta arrivati a Nong Khai, e più precisamente al confine con Laos, vi basterà chiedere alle persone del posto di questo luogo, saranno loro ad aiutarvi a raggiungere il parco dei Buddha giganti.

Sala Keoku

Fonte: iStock

Sala Keoku

Il parco delle sculture giganti in Thailandia

Una volta arrivati fin qui, sarete travolti e sconvolti da uno spettacolo surreale e maestoso, quello di una popolazione di sculture giganti legate al buddismo e all’induismo.

Il parco di Sala Keoku, costruito alla fine degli anni ’70 del secolo scorso, è nato dalla visione di Luang Pu Bunleua ​​Sulilat, un uomo mistico e spirituale che ha scelto di acquistare un terreno in città, un luogo all’interno del quale concretizzare tutti gli insegnamenti ricevuti nel corso della vita. Così lo ha fatto, popolando questo giardino lussureggiante con oltre cento sculture in cemento che raffigurano personaggi ed elementi che sono collegati al buddismo e dell’induismo.

Le sculture sono alte e maestose, alcune di loro svettano verso il cielo raggiungendo i 25 metri d’altezza. Una volta arrivati occorre affidarsi al cuore, alla mente e allo spirito. Non ci sono dei veri e propri punti di riferimento, piuttosto ci si lascia guidare dalle suggestione e dalle sensazioni che provoca quel percorso ideale nato dalla visione straordinaria del creatore di questo giardino.

Molte sculture sono riconoscibili, come quella del grande Buddha, o quelle che fanno riferimento alle divinità induiste, come Shiva, Brahma e Vishnu. Queste sono accompagnate poi da raffigurazioni animali come elefanti e serpenti, ma ci sono anche altri personaggi che pregano o che si uniscono alle divinità.

Non tutte le figure che popolano il parco di Sala Keoku sono di riconoscibili o interpretabili. Esiste comunque un collegamento tra loro, questo è evidente, che permette di fare un viaggio ideale che non è solo corporeo, ma che passa anche e soprattutto per lo spirito.

Sala Keoku

Fonte: iStock

Sala Keoku
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In questo giardino delle meraviglie puoi ammirare una piccola New York

Esistono luoghi che sono così belli da non sembrare veri. Posti che per forme, lineamenti e colori rimandano a tutti quei paesaggi che fino a questo momento sono appartenuti solo all’immaginario favolistico. Alcuni sono creati da Madre Natura, altri portano la firma dell’uomo, altri ancora, invece, celebrano la meraviglia che nasce dall’incontro tra i due, e per questo sono ancora più belli.

Parliamo di parchi, di giardini e più in generale di tutti quei luoghi dove l’uomo, mettendosi a lavoro, ha dato modo alla natura di splendere, più di quanto abbia mai fatto, regalandoci così visioni di immensa bellezza.

Ed è proprio in un giardino delle meraviglie che vogliamo portarvi oggi. Un parco che si snoda all’ombra dei grandi grattacieli, delle strade trafficate e degli edifici che sfiorano il cielo, e che caratterizzano in maniera univoca lo skyline della Grande Mela. Un’ombra che però non offusca la luce di quello che è, con tutta probabilità, il più bell’orto botanico della città, proprio lì dove è possibile ammirare tutta New York, ma in versione mini. Benvenuti nel Giardino Botanico nel Bronx.

Un giardino delle meraviglie nel cuore di New York

Organizzare un viaggio a New York è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. La città dove prendono vita i sogni, infatti, non smette mai di sorprendere. Lo fa con i suoi grattacieli e le viste mozzafiato, con le sue luci che brillano dopo il tramonto, con quei rumori che non si silenziano neanche quando la notte arriva. Lo fa anche con tutti quei luoghi che hanno fatto da sfondo alle pellicole cinematografiche iconiche, con i parchi e i giardini.

Ed è proprio un giardino delle meraviglie che vogliamo raggiungere con voi, oggi. Per ammirare quel capolavoro straordinario nato dall’incontro tra uomo e natura, un orto botanico che trasporta cittadini e viaggiatori in un piccolo paradiso naturale situato proprio nel cuore della frenetica New York.

Si tratta del New York Botanical Garden, un microcosmo di meraviglie che permette agli ospiti di perdersi e immergersi in una natura rigogliosa e straordinaria. Fondato nel 1891, questo grandissimo giardino, uno dei più grandi della città, si estende per oltre 100 ettari e ospita più di 50 aree dove vivono e splendono migliaia di esemplari di flora provenienti da ogni parte del mondo.

Ed è proprio qui, nel cuore di questo paradiso urbano, che durante la stagione invernale, da più di 30 anni, viene installato l’Holiday Train Show. Molto più un’attrazione, ma una vera e propria esperienza che permette ai viaggiatori e ai cittadini di ammirare la città da una prospettiva diversa.

Proprio all’interno dell’Enid A. Haupt Conservatory, una delle serre del giardino, ogni anno viene ricreata una New York in miniatura caratterizzata dai suoi monumenti iconici e attraversata da un trenino che permette di fare un viaggio ideale tra le meraviglie della città.

Ricostruzione del Grand Central Terminal

Fonte: IPA

Ricostruzione del Grand Central Terminal

Una New York in miniatura che incanta

Il New York Botanical Garden è una tappa imprescindibile per tutti i viaggiatori che giungono in città in ogni momento dell’anno. Patrimonio nazionale degli Usa, dal 1967, questo giardino regala visioni incantate in ogni stagione grazie alle fioriture e alle trasformazioni dei numerosi esemplari floristici che abitano qui.

A partire da novembre, e fino al mese di gennaio, è inoltre possibile ammirare uno spettacolo piccolo ma grandioso, quello messo in scena dall’Holiday Train Show. Si tratta di un’installazione che riproduce fedelmente la città di New York in miniatura grazie all’utilizzo di elementi naturali come foglie, semi, cortecce e ghiande.

Tutto è pensato nei minimi dettagli: c’è la Statua della Libertà, l’Empire State Building, il Chrysler Building, l’Oculus e molti altri monumenti iconici della città, tutti attraversati da un piccolo treno che consente di fare un viaggio ideale, magico e incantato tra le bellezze di New York.

New York in miniatura, New York Botanical Garden

Fonte: IPA

New York in miniatura, New York Botanical Garden
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La meta insolita d’Italia dove andare quest’inverno

Soprannominata il “Giardino sul Lago” questa perla del Piemonte è una meta vivace e ricca di attrazioni durante tutto il corso dell’anno, circondata da natura incontaminata ma con le comodità di un centro urbano ben sviluppato, amata da scrittori e artisti illustri per il paesaggio fiabesco che la incornicia e l’eleganza che la contraddistingue. Il luogo ideale dove vivere magiche atmosfere invernali.

Benvenuti a Verbania, l’incantevole “Giardino sul Lago”

Nella stagione più fredda Verbania sembra una cartolina. Terrazzo naturale sul Golfo Borromeo, è la città più popolosa della provincia del Verbano Cusio Ossola e ospita un tripudio di ville, giardini fioriti anche d’inverno – con le straordinarie fioriture delle Camelie Invernali – e parchi affacciati sul Lago Maggiore che la rendono una destinazione turistica molto apprezzata dai viaggiatori italiani e stranieri. L’intera zona del Verbano fu una delle mete di villeggiatura più amate a partire dal 1700, che conquistò anche personalità del calibro di Flaubert, Dickens e Stendhal.

Verbania conserva un passato ricco di storia, basti pensare che il primo insediamento urbano risale alle popolazioni dei Leponzi che nel I secolo a.C. vennero annesse all’Impero Romano. Le origini medievali della città, invece, sono ben visibili nel borgo di Intra, lungo via San Vittore, via San Fabiano, Vicolo del Freschetto fino all’affascinante Piazza San Rocco.

Il suo centro storico, zona nevralgica dello shopping e del passeggio con caffè, ristoranti, boutique e botteghe artigianali, fa sfoggio di palazzi barocchi e neoclassici come il sontuoso Palazzo Peretti o l’ottocentesco Palazzo delle Beccherie in Piazza Ranzoni.

Cosa fare e vedere a Verbania

Nelle frazioni di Pallanza e Suna ci si imbatte nel suggestivo lungolago che si affaccia sul Golfo Borromeo (tra le mete del Piemonte amate anche in estate) e dal quale si può godere in lontananza dello spettacolare panorama delle catena alpina innevata. Lungo la passeggiata di Pallanza si incontra, inoltre, la splendida Villa Giulia, un edificio di fine ‘800 in stile neoclassico con uno incantevole parco aperto al pubblico. Gli interni, oggi sede di mostre e spettacoli, si presentano in stile Liberty e fanno viaggiare la mente fino alla Belle Époque.

Di grande interesse è anche la Chiesa della Madonna di Campagna, al confine tra le due antiche comunità di Pallanza e Suna, costruita a inizio ‘500, a sostituzione della precedente cappella, in cui è custodito l’affresco della Madonna del Latte, risalente alla chiesa preesistente, oltre ad affreschi e tele del XVI sec.. Il campanile romanico, invece, risale all’anno Mille.

Gli appassionati non potranno farsi mancare una visita al Museo del Paesaggio, istituito a Pallanza a inizio ‘900, ospitato all’interno del Palazzo Viani Dugnani, un’antica dimora barocca del ‘700. Gli amanti degli spettacoli dal vivo hanno, invece, a disposizione il fitto calendario proposto dal Centro Eventi Il Maggiore, che accoglie sul proprio palco il meglio della prosa, della musica, della danza e molto altro.

Percorsi in bicicletta e passeggiate sulle sponde del lago

Chi desidera alternare al proprio soggiorno a Verbania attività più dinamiche, può esplorare la città e i suoi dintorni anche attraverso percorsi in bicicletta. I tragitti spaziano dai circuiti con vista lago a pedalate tra piccoli borghi e immersi nella natura alle falde del Monte Rosso, dolce e rigogliosa collina con vista mozzafiato sul Golfo Borromeo. Particolarmente suggestiva la lunga pista ciclabile che unisce la Riserva Naturale del Fondo Toce al centro cittadino.

Da non perdere nella stagione invernale anche l’infinita gamma di colori offerta dal Lago Maggiore, con le sfumature delle colline e delle montagne che si rispecchiano nelle sue acque. Una passeggiata sulle sue sponde offre impagabili scorci su edifici storici, opere d’arte e bellezze naturali, oltre a vedute del Golfo Borromeo che lasciano senza fiato.

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Qui è stato identificato il giardino dell’Eden, uno spettacolo

Probabilmente non tutti sanno che a poche ore di volo dall’Italia sorge un luogo ancora poco conosciuto dal turismo di massa e che, tra le sue tante meraviglie, ne nasconde una che è davvero unica nel suo genere: quello che per molto è tempo è stato considerato il giardino dell’Eden.

Bahrain, l’arcipelago delle meraviglie

Il posto in questione si chiama Bahrain ed è un piccolo arcipelago di 33 isole che si specchiano sul Golfo d’Arabia. Un luogo che vanta una storia millenaria, numerosi e preziosi siti archeologici, ma anche paesaggi che arrivano dritti al cuore di qualsiasi viaggiatore. Lo sviluppo che ha avuto nel corso del tempo è molto legato alla posizione in cui sorge: si trova in una delle zone petrolifere più importanti del mondo.

Non a caso, sin dai tempi più remoti, il Bahrain è stato una delle principali rotte commerciali fra Mesopotamia e India. Ma non solo. Da qualche tempo a questa parte, il Paese ospita un pro­prio Gran Premio di Formula 1, una scena artistica che diventa sempre più intrigante e ristoranti molto interessanti e soprattutto frequentati da una numerosa comunità di espatriati.

Cosa vedere in Bahrain

Pur essendo un minuscolo Stato insulare, il Bahrain è in grado di offrire tantissimi siti di interesse ai visitatori che scelgono di scoprirlo. La prima tappa da fare è senza ombra di dubbio la sua Capitale, Manama, una città moderna ma che custodisce gelosamente anche un cuore tradizionale: il souk.

Manama cosa vedere

Fonte: iStock

La splendida città di Manama

Onestamente parlando, non ha lo stesso fascino dei mercatini che si possono visitare in Marocco, Egitto o Tunisia, ma nonostante questo rimane pur sempre un dedalo di labirintiche viuzze dove è possibile trovare di tutto.

Tra le attrazioni da non perdere in questa metropoli c’è la Moschea Al Fateh, una struttura davvero gigantesca che sfoggia una maestosa cupola in fibra di vetro e due minareti interni a dir poco divini. Si distingue per essere il più grande luogo di culto del Bahrain, ma anche una delle più estese moschee del mondo: è in grado di contenere fino a 7.000 persone.

Sempre nella Capitale, vale la pena fare un salto al Museo Nazionale per comprendere più a fondo la storia e le tradizioni locali. Un modo perfetto per maturare una visione d’insieme della millenaria cultura della zona.

A pochi minuti di auto dal centro della maggiore città del Bahrain, da visitare è anche il Qal’at al-Bahrain, meglio conosciuta come Fortezza del Bahrain. Eretta nel XVI secolo dai nostri vicini portoghesi, è una delle aree archeologiche più importanti del Golfo ed anche il più antico patrimonio mondiale dell’UNESCO della nazione.

forte Bahrain

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Il maestoso Qal’at al-Bahrain

Ad impressionare ancora di più il visitatore è l’area sottostante: qui sono stati riportati alla luce reperti risalenti a 4.500 anni fa, molti dei quali sono esposti nell’attiguo museo.

Assolutamente rilevante anche la Necropoli villaggio di A’ali che è composta da circa 170.000 tombe che testimoniano la misteriosa civiltà Dilmun che fu attiva a partire dal terzo millennio a.C.. Poi ancora la Royal Camel Farm, ossia l’allevamento di cammelli della famiglia reale del Bahrain, che si trova ad Al Janabiyah. Qui agricoltori e personale vegliano su questi dolci animali e fanno da guida nel caso in cui si abbia bisogno di assistenza.

Vale la pena fare un salto anche sull’Isola di Muharraq dove prende vita il distretto di produzione di perle, preziose e di ottima qualità. Riffa, invece, è una città dove sentirsi in bilico tra tra storia e futuro. Molto interessante anche la stessa città di Muharraq poiché da queste parti storia, arte e architettura si alternano e integrano perfettamente. Nelle vicinanze ci sono le isole artificiali di Amwaj, piccoli paradisi noti per le spiagge, i grandi edifici e i sontuosi hotel.

Chi è in cerca di splendidi oggetti di artigianato deve dirigersi verso villaggio di Al Jasra, nella costa occidentale del Paese. Questa zona è uno dei fulcri storici della regione ed è possibile perdersi tra tessuti, ceramiche e altri oggetti di artigianato tradizionale. Mentre l’attrazione più bella è la casa di Al Jasra, ex residenza estiva dello sceicco Salman bin Hamad Al Khalifa.

Il Bahrain è anche relax e spiagge da sogno. Vi basti pensare che è noto per essere il “Piccolo regno dei due mari” dove rilassarsi o abbandonarsi in mezzo alla natura. Al Jazair, per esempio, è perfetta per le famiglie, mentre una chicca da non perdere è la spiaggia del Forte di Arad.

Infine, il circuito Sakhir, dove dal 2004 i piloti del mondo si sfidano nel Gran Premio di Formula 1, una pista in pieno deserto spettacolare e tecnologica.

Circuito del Bahrein

Fonte: iStock – Ph: typhoonski

Il Circuito del Bahrein

Cosa c’entra il Bahrain con il giardino dell’Eden

Come tutti sappiamo, il giardino dell’Eden è un luogo citato nel libro biblico Genesi, quel posto paradisiaco in cui vivevano Adamo ed Eva. La regione di Eden è detta trovarsi a Oriente e da qui sembrava uscire un corso d’acqua che si divideva in quattro rami fluviali: il Tigri, l’Eufrate, il Pison e il Gihon.

Tuttavia i Sumeri, ai quali è possibile far risalire il mito dell’Eden, lo collocavano nel paese di Dilmun, sull’omonima isola di Bahrain, una zona dove sgorgava una gran quantità di acqua sorgiva. Una terra antichissima, quindi, come la storia stessa descritta nella Epopea di Gilgamesh come un “paradiso”.

Ma non è finita qui perché da queste parti, e più precisamente nel bel mezzo del deserto del Bahrain, sorge quello che in molti riconoscono come l’albero menzionato dalle sacre scritture: Shajarat-al-Hayat, ossia l’Albero della Vita.

Stando alle credenze popolari, questa pianta sarebbe stata posta qui nel lontano 1583 con lo scopo di indicare il luogo in cui in origine prendeva vita il Paradiso Terrestre.

Nei fatti, però, la spiegazione della sua esistenza e della sua sopravvivenza sarebbe legata al fatto che il terreno in cui cresce si trova a solo a 10 metri sopra il livello del mare. E qui, tra l’aria umida della zona e i diversi laghetti nelle sue vicinanze, ci sarebbero le condizioni per poter continuare a sopravvivere. Tuttavia, per molti pare non essere così poiché questo esemplare di prosopis cineraria sembrerebbe resistere nel deserto da oltre 400 anni senza alcuna fonte d’acqua.

Che lo sia o no, il Bahrain rimane una terra leggendaria, la prima dimora dell’umanità, il luogo di culto di antiche divinità e anche fonte rigenerante di vita. Per questo motivo, ancora oggi, queste sue radici storiche e mitologiche sono in grado di sorprendere e far innamorare qualsiasi viaggiatore.

Albero della vita, Bahrain

Fonte: iStock

L’Albero della Vita in Bahrain
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La capitale si accende di magia: l’incanto di luci prende vita

C’è qualcosa di magico che sta succedendo a Roma proprio in questo momento. Mentre tutti sono già proiettati verso i viaggi da organizzare tra fine novembre e dicembre, per andare alla scoperta delle straordinarie e vivaci atmosfere natalizie che prendono vita nel mondo, nel cuore della città eterna sta per essere inaugurato l’evento più magico di sempre.

L’appuntamento è nell’Orto Botanico della capitale, uno dei giardini più incredibili di tutto il Paese. Meta prediletta degli amanti della natura, il parco alle pendici del Gianicolo si snoda su 12 ettari di superficie ospitando centinaia di collezioni botaniche e altrettanti esemplari floristici provenienti da tutto il mondo.

Questo tripudio di colori e profumi, dove la natura è assoluta protagonista, sta per trasformarsi nella cornice di un evento imperdibile, si tratta di Incanto di luci. Segnate le date in agenda e preparatevi a raggiungere Roma: la magia ha inizio.

Incanto di luci arriva in Italia

Un mondo incantato, incorniciato dal fascino e della grande bellezza della Città Eterna, verrà inaugurato il 19 novembre in contemporanea con altre 18 località estere, come Parigi, Barcellona, Berlino, Francoforte, Dresda e Windsor.

Incanto di luci è una manifestazione internazionale che non è nuova a tutti coloro che, durante il periodo dell’Avvento, vanno alla ricerca delle più straordinarie atmosfere natalizie. Negli scorsi anni, infatti, l’evento ha illuminato di meraviglia e magia diversi giardini Europa, consentendo a chiunque di vivere un Natale da fiaba.

Ora per la prima volta, questo evento arriva in Italia ed è stata scelta proprio la capitale, e nello specifico l’Orto Botanico di Roma, per inaugurare l’esperienza immersiva e mozzafiato che renderà la natura la cornice perfetta di maestose e scintillanti opere di light art.

Incanto di luci, l'evento a Roma

Fonte: Ufficio Stampa

Incanto di luci, l’evento a Roma

Un percorso scintillante ed emozionante nel cuore di Roma

Incanto di luci prenderà vita il 19 novembre, e sarà visitabile fino all’8 gennaio. Per quasi due mesi l’Orto Botanico della capitale s’illuminerà di bellezza e di incanto grazie a opere scintillanti e straordinarie. A firmarle è il light designer Andreas Boehlke, artista di fama internazionale, che ha collaborato per l’occasione con il sound designer Burkhard Fincke, per dare vita a un’esperienza visiva, musicale e sensoriale unica.

L’allestimento dell’evento ha visto anche la collaborazione di diversi paesaggisti che, insieme ai due artisti, hanno creato un percorso magico che si snoda per quasi due chilometri attraversando la splendida natura del parco capitolino.

Le installazioni luminose, che hanno come obiettivo quello di trasportare i visitatori in un microcosmo di meraviglie, sono state progettate con la massima cura. Non solo dal punto di vista estetico ed emozionale, ma anche sostenibile. Per tutelare l’ambiente e la fauna selvatica dell’orto le opere sono state dotate interamente di lampadine a Led.

Durante la manifestazione, gli ospiti saranno invitati a entrare in una giardino natalizio incantato per scoprire un mondo inedito e fuori dall’ordinario attraverso una passeggiata mozzafiato. A partire dalla Porta delle Meraviglie si raggiungerà il Viale dei Rami Scintillanti attraversando la Cattedrale di Luce. Non mancheranno le Fate degli Alberi e una suggestiva Scala fino alla Luna.

Come in un sogno a occhi aperti, il percorso illuminato dagli alberi sapientemente decorati, porterà i visitatori a scoprire tutte le installazioni dell’Orto Botanico, anche quelle a tema natalizio, come la slitta di Babbo Natale e i maestosi pacchi luminosi.

Passeggiando tra cielo e terra, musica e natura e fiaba e realtà, sarà possibile vivere un’esperienza favolosa destinata a incantare persone di ogni età.

Incanto di Luci, Roma

Fonte: Ufficio Stampa

Incanto di luci, Roma
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L’ultimo grande spettacolo d’autunno nei Giardini di Sissi

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio durante la stagione autunnale, anzi, ce ne sono tantissimi. Perché è questo il momento dell’anno in cui Madre Natura ci regala i suoi spettacoli più belli

Ci sono luoghi che, più degli altri, si trasformano nel palcoscenico ideale di uno show naturale e straordinario, quello che incanta gli occhi e riscalda il cuore, lo stesso che ci ricorda quanto è bello il mondo che abitiamo.

E non dobbiamo per forza volare dall’altra parte del globo per assistere a questi spettacoli, perché anche il BelPaese ospita paesaggi di infinita bellezza che aspettano solo di essere scoperti. Come quello che si palesa davanti agli occhi di cittadini e viaggiatori che raggiungono i Giardini di Castel Trauttmansdorff che, con l’ultimo grande spettacolo del foliage, si trasformano in una fiaba tutta da vivere.

Bentornati dei giardini delle meraviglie

Non hanno bisogno di presentazioni i Giardini di Castel Trauttmansdorff, quelli che ospitano uno scenario da fiaba che da sempre incanta avventurieri provenienti da ogni parte del mondo. Situati a Merano, e suddivisi in quattro aree tematiche, questi giardini che si snodano per oltre 12 ettari, ospitano uno dei paesaggi botanici più variegati e affascinanti del nostro pianeta.

Gli esemplari floristici che qui risiedono, e che provengono da ogni parte del mondo, consentono di fare un viaggio nel viaggio in una cornice straordinaria: un anfiteatro naturale che si estende su un dislivello di 100 metri e che offre visioni panoramiche e incantate sulle montagne circostanti e sulla città di Merano.

L’area che circonda il Castel Trauttmansdorff, proprio lì dove un tempo l’Imperatrice Sissi trascorreva le stagioni invernali, non è solo un orto botanico, ma una vera e propria esperienza sensoriale che permette di perdersi e immergersi in un piccolo eden terrestre dove la natura è assoluta protagonista.

I Giardini di Castel Trauttmansdorff sono straordinari, in ogni stagione dell’anno, perché in base a questa si plasmano, si trasformano e cambiano volto. Ed è proprio nel bel mezzo dell’autunno che, mettendo in scena l’ultimo grande spettacolo del foliage, si trasformano in un giardino delle meraviglie, lì dove nasce la magia.

Lo spettacolo del foliage nei Giardini di Castel Trauttmansdorf

Prima della chiusura della stagione 2022, i Giardini di Castel Trauttmansdorf si preparano ad allietare i sensi e a incantare lo sguardo di cittadini e viaggiatori con l’ultimo grande spettacolo dell’anno: quello del foliage.

L’orto botanico meranese cambia colore. Le foglie si tingono di rosso, di giallo e di marrone prima di staccarsi dagli arbusti per poi lasciarsi andare a una danza soave, accompagnata dal vento. A fare da contrasto a questa palette cromatica c’è il verde, che resta sempre presente in alcuni esemplari. Nel resto del giardino, invece, fanno capolino i frutti che maturano sotto il sole tiepido d’autunno, come le mele e le pere locali.

Non mancano neanche i frutti mediterranei come melograni, fichi e uva che, all’interno dei Giardini del Sole, ricreano un’atmosfera magica e suggestiva che rimanda ai paesaggi del Sud. Ma sono tanti, anzi tantissimi, gli esemplari da scoprire e i paesaggi da ammirare che cambiano passo dopo passo e che sono incorniciati dai caldi e dorati colori della stagione.

Chi vuole toccare con mano la grande bellezza dei Giardini di Castel Trauttmansdorf in pieno foliage, e ammirare l’ultimo grande spettacolo dell’autunno, potrà farlo fino al 15 novembre, ultimo giorno di apertura dei giardini.

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È italiano “il più bel giardino vitato d’Europa”

L’Italia è davvero un Paese dalle mille scoperte e che, anche negli angoli più remoti e sconosciuti, sa regalare piccole perle di bellezza da vivere in ogni minima sfaccettatura e particolarità. Come nel caso di un’eccellenza tutta italiana e un luogo da cui lasciarsi conquistare all’istante. Parliamo di Mezzocorona, un piccolo comune di circa 5.500 abitanti, situato a nord di Trento e più precisamente nella Piana Rotaliana, esattamente ai piedi del Monte di Mezzocorona.

Un borgo che sorge in un triangolo verde di infinita bellezza, delimitato dal fiume Adige e dal torrente Noce e che, proprio per la sua ubicazione e per la qualità e fertilità delle sue terre, vanta una storia e una tradizione vitivinicola riconosciuta nel Mondo, tanto da essere stato nominato come “il più bel giardino vitato d’Europa”.

La storia e le tradizioni

Una vocazione agricola nata tantissimi anni fa e che si concretizza al massimo del suo splendore e in un tripudio di qualità, appunto nella produzione vitivinicola. Qui, infatti, viene coltivata l’uva che da origine al famoso Teroldego Rotaliano DOC, una vera e propria eccellenza enologica tutta trentina, cresciuta e coltivata seguendo la tradizione del luogo, con metodi a “spalliera” o a “pergola trentina”. E che è possibile scoprire visitando i tanti vigneti del luogo e le cantine caratteristiche e pronte ad accogliere chiunque vorrà assaporare il nettare pregiato del posto e le sue infinite sfumature di profumi e gusto, vivendo un viaggio attraverso i sensi. Ma non solo.

Addentrandosi tra le terre di Mezzocorona si possono respirare tracce di un passato fiorente e lontano ma che ancora vive tra le vie del paese e nella memoria dei suo abitanti. Questo borgo, infatti, nasconde origini antichissime, che arrivano direttamente dal 6000 a.C. e che si possono riscoprire grazie alla presenza di reperti storici dal grande valore archeologico e culturale, tra cui alcuni insediamenti e necropoli che da epoche remote arrivano fino al Medioevo, accompagnandoci in un tour che dal passato arriva ai giorni nostri.

Tra vino e natura

Un luogo che unisce la storia all’amore per la tradizione enogastronomica italiana ma che regala anche piacevolissimi momenti in cui potersi rilassare e immergere nella natura, passeggiando nella valle o sul Monte di Mezzocorona e godendo della possibilità di avventurarsi in bellissime escursioni in bicicletta o a piedi.

Da qui, infatti, lasciandosi cullare dal dondolio lieve della funivia o percorrendo i tanti sentieri del posto, si può raggiungere la cima del monte e i suoi tanti angoli nascosti come la “caverna”, in cui si trova la particolarissima costruzione medievale di Castel San Gottardo, o Castel Firmian, risalente al ‘400 e che porta il nome della dinastia che lo abitò nel corso del tempo.

Insomma, una vera e propria oasi verde di rara bellezza e valore perfetta per vivere dei bellissimi momenti alla scoperta delle eccellenze italiane che rendono il nostro Paese famoso nel Mondo, ma anche per chi voglia trascorrere qualche giorno di pace, avventurandosi nella natura, tra trekking, incantevoli scoperte storiche e la bellezza di un luogo lontano dal tempo e ricco di tradizioni tutte da scoprire.

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Il giardino di zucche più grande d’Europa

Siamo nel pieno dell’autunno e della stagione delle zucche, quella che va da settembre a novembre e che vede spuntare nei campi quelle grosse palle arancioni che fanno tanta allegria.

Ed è in un luogo inaspettato che si staglia davanti agli occhi del visitatore il campo di zucche più grande d’Europa e che si trova proprio in Italia.

Il Giardino delle zucche

Alle porte di Caserta, a Pignataro Maggiore, c’è il Pumpkin Patch, il giardino delle zucche. Chiunque può andarci, scegliere la zucca preferita, raccoglierla e portarsela a casa. Sul modello dei campi di tulipani “you pick” che a primavera spopolano ormai anche in Italia, il campo di zucche è la versione autunnale, un po’ più impegnativa perché la zucca, a differenza del tulipano, ha un certo ‘peso’, ma che dà esattamente la stessa sensazione.

Il Pumpkin Patch non consente solamente di raccogliere le zucche, ma è un vero e proprio parco a tema per tutta la famiglia. Si organizzano lezioni per imparare a intagliare la zucca – che, in vista di Halloween, è un’attività molto utile -, o a dipingerla.

Non solo zucche

All’interno del giardino non ci sono solo zucche. C’è anche un fantastico labirinto di mais di 7.000 metri quadrati nel quale perdersi. C’è anche la Family ’s farm, una fattoria didattica dove far conoscere ai bimbi gli animali.

Non mancano un Pumpkin Cafè, dove provare piatti e dolci a base di zucca, dal pumpkin bread ai pumpkin donuts, e le bibite americane come il Pumpkin Spice Latte, e poi c’è il Pumpkin Shop, dove acquistare gli ingredienti per cucinare queste specialità anche a casa propria e gadget vari a tema zucca.

Dagli USA all’Italia

L’idea di aprire il grande campo di zucche è venuta cinque anni fa a un’italoamericana, Emily, che, visto il crescente successo della festa di Halloween anche nel nostro Paese e l’altrettanta passione per le zucche intagliate, ha deciso di importare la tradizione statunitense anche da noi. Il successo è stato immediato.

Innanzitutto, il Pumpkin Patch, vicino ma non troppo alla città, è uno spazio dove stare a contatto con la natura e dove rilassarsi. Inoltre, offre un’occasione di svago per tutta la famiglia e terrà impegnati i bambini per diverse ore.

Ma è un luogo perfetto anche per gruppi di amici e le coppie. Alcuni scorci, curatissimi e molto fotogenici, come i gazebi pieni di zucche o la piramide di zucche o la vera stalla degli animali di legno rosso in stile country, sono perfetti per gli influencer, sempre alla ricerca dello scatto più suggestivo da postare.

Info utili

Il Giardino delle zucche è aperto dal 24 settembre all’1 novembre. Il costo della zucca è di 18,99 euro e comprende l’accesso al giardino, alla Family’s farm, al labirinto di mais, a un laboratorio creativo con tanto di kit (da prenotare al momento dell’acquisto) e al parcheggio. I bambini al di sotto di un metro di altezza non pagano.