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A Gangi, in Sicilia, un carcere verrà trasformato in un parco delle farfalle

L’Italia è ricca di patrimoni artistici, storici e culturali che giacciono abbandonati. Nel tempo si cercano fondi per potergli dare nuova vita e proprio questo pensiero ha condotto Gianci, località siciliana, a trovare budget e idee per dare una nuova partenza ad un carcere mai utilizzato e abbandonato dalla fine degli anni ’70. Gangi, conosciuta per essere un borghetto posizionato nella pittoresca regione montuosa della Sicilia settentrionale, ospita non più di 6000 abitanti. Il paesino ha però il desiderio di riscrivere il proprio futuro partendo proprio dalla riabilitazione del vecchio carcere mai usato trasformandolo in un bioparco dedicato alle farfalle. L’obiettivo è quello di recuperare l’edificio abbandonato investendo in un turismo sostenibile che valorizza il territorio. Il progetto ha finalmente trovato il sostegno economico necessario e rappresenterà, attraverso una riqualificazione, come il patrimonio edilizio inutilizzato possa diventare tessuto sociale e culturale della comunità.

Il carcere di Gangi abbandonato: la storia

Il carcere di Gangi, in provincia di Palermo in Sicilia, ad oggi è un edificio grigio e squadrato posto ai piedi della collina medievale del borgo. È stato costruito alla fine degli anni Settanta su richiesta del ministero della Giustizia con l’idea di ospitare i detenuti condannati per reati di mafia; la struttura pensata come regime di massima sicurezza non è in realtà mai stata utilizzata e non è mai entrata tra quelli operativi sul territorio. Dopo la fine dei lavori i piani del ministero sono cambiati: la pretura di Gangi è stata trasferita a Polizzi Generosa e questo ha comportato l’inutilità dell’edificio. Nonostante tutti i lavori ad esso collegato, quali l’asfaltatura della strada, il progetto venne abbandonato ancor prima di essere inaugurato.

Il passare del tempo ha condotto inevitabilmente all’abbandono, all’incuria e ad atti di vandalismo. Nel 1997 un primo progetto ha trasferito la struttura al comune di Gangi rendendolo una proprietà territoriale utile a varie associazioni locali per attività culturali e di volontariato. Per poter accumulare il budget necessario per la manutenzione è stato anche utilizzato come location per alcune riprese cinematografiche, ma non è bastato per dare una nuova vita allo stabile.

Nel 2008 il sindaco Giuseppe Ferrarello ha proposto l’idea vincente di trasformare il carcere in bioparco cogliendo l’ispirazione da un documentario su un parco delle farfalle in Cina. Il progetto iniziale prevedeva la creazione, all’interno delle cinta delle mura, di un parco dedicato alle farfalle con celle trasformate in camere di una struttura ricettiva con tanto di ristorante e foresteria per studenti e visitatori.

Il progetto ha riscosso numeroso sostegno ma sono stati necessari diversi anni per trovare finanziamenti statali ed europei. Nel 2024 la svolta: un programma regionale di sviluppo sostenibile ha fatto in modo che venissero raccolti i fondi necessari per rendere Gangi una meta del turismo siciliano sostenibile.

Carcere di Gangi trasformato: il progetto

Fonte: iStock

Ai piedi della collina di Gangi il carcere di massima sicurezza, mai utilizzato, sarà trasformato in un bioparco delle farfalle

Il piano di trasformazione per il carcere di Gangi

Il progetto di riqualificazione è stato affidato all’architetto Maria Alessandro che si è occupata di un piano dettagliato per rendere il bioparco delle farfalle un punto di riferimento per il turismo. L’elemento centrale è quello di una grande voliera che coprirà quasi l’intero perimetro interno del muro di cinta: qui saranno ospitate tantissime farfalle di diverse specie. L’obiettivo è dar vita ad uno spazio immersivo che rappresenti un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura, il tutto in pieno rispetto degli esemplari.

Il piano prevede un nuovo disegno per le celle del carcere: saranno infatti trasformate in camere accoglienti per turisti, così da rendere l’esperienza ancora più originale. Le sale comuni del carcere saranno invece tramutate in foresteria per studenti, così da sostenere attività educative legate alla biodiversità, e un ristorante dove gustare specialità tipiche della tradizione.

L’idea è anche di creare un’offerta turistica che coniughi svago, cultura e sensibilizzazione ambientale. Il bioparco però non sarà solamente una locazione turistica, verrà sviluppato soprattutto come centro educativo e di ricerca. Per questo ospiterà laboratori didattici per le scuole, workshop e visite guidate, con l’obiettivo di sensibilizzare i visitatori sull’importanza della conservazione degli ecosistemi e delle specie minacciate. Il progetto mira poi a destagionalizzare il turismo a Gangi, attirando visitatori non solo nei mesi estivi, ma durante tutto l’anno.

Il comune di Gangi mostra grande impegno nella promozione turistica, basti pensare che dal 2007 ad oggi il numero di posti letto è passato da circa 30 a oltre 600 con un grande riscontro soprattutto in alta stagione. A contribuire al boom è stata l’iniziativa “case a 1 euro” lanciata dal sindaco Ferrarello durante il suo mandato. In quel caso l’obiettivo era ristrutturare immobili abbandonati che venivano ceduti a prezzi simbolici pur di vederli riportare in uno stato ottimale, riportando vita nel borgo. La riconversione del carcere rappresenta un passo avanti ulteriore verso la seguente direzione.

Il comune punta a creare un forte equilibrio economico unendo sostenibilità e valorizzazione del patrimonio locale, spingendo il borgo di Gangi a diventare una meta non solo nel periodo che va da giugno a settembre ma anche negli altri mesi. La trasformazione del carcere mai utilizzato in un parco delle farfalle è un esempio concreto di come si possa dare una nuova vita a strutture abbandonate, trasformandole in risorse per la comunità.

Il carcere di Gangi diventerà un bioparco di farfalle

Fonte: iStock

Bioparco con farfalle e struttura ricettiva: il progetto per il carcere di Gangi

Potremmo definire la riconversione come un simbolo di rinascita, tanto per il borgo di Gangi quanto per la regione che mostra un interesse concreto nel combattere disoccupazione e spopolamento, riqualificando in modo concreto vecchi edifici abbandonati in modalità green e rispettosa dell’ambiente.

Il bioparco delle farfalle di Gangi, secondo le voci più esperte, potrebbe diventare una destinazione di richiamo internazionale, contribuendo a promuovere la bellezza e la ricchezza culturale delle Madonie. A sostenere l’operazione è il sindaco Giuseppe Ferrarello che dal 2008 sostiene questa opera per puntare ad un futuro di innovazione e sostenibilità. L’Italia si muove sempre di più verso un turismo sostenibile, provando a recuperare edifici dimenticati, dando una nuova vita ai borghi e combattendo l’overtourism proponendo progetti capaci di valorizzare il territorio e difenderne la biodiversità.