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Lago di Cavazzo, dalle acque particolarmente turchesi

È una delle mete perfette per godersi una giornata all’aria aperta in uno scenario idilliaco, nel cuore delle Alpi Carniche: si tratta del Lago di Cavazzo, conosciuto anche come Lago dei 3 comuni poiché con i suoi 174 ettari bagna Cavazzo Carnico, Bordano e Trasaghis, il bacino naturale più grande del Friuli Venezia Giulia, in provincia di Udine.

Di origine glaciale, alimentato da sorgenti sotterranee e da una condotta artificiale, incanta a 195 metri s.l.m, vegliato dal Monte San Simeone, dal Monte Festa e dal Naruvint, un dipinto a cielo aperto che dà vita a un ambiente ricco di fauna e flora: le sue rive, adornate da canneti, offrono rifugio a svariate specie di uccelli (quali folaghe, martin pescatori, tarabusi, germani reali e oche granaiole) mentre le acque incredibilmente turchesi sono la casa di 14 specie ittiche tra cui carpe, anguille, trote, lucci, persici e alborelle.

Cosa fare al Lago di Cavazzo

Una gita fuori porta a 40 minuti da Udine (soprattutto in primavera e in estate quando il clima è più mite) conduce alla scoperta di un territorio da favola dove il Lago di Cavazzo è protagonista indiscusso, ideale per momenti di puro relax sulle verdi sponde (magari allestendo un picnic), per piacevoli e facili escursioni e percorsi da trekking, per il birdwatching e per gli amanti degli sport acquatici.

Infatti, lungo i comodi sentieri, offre numerosi itinerari da percorrere a piedi oppure in sella alla mountain bike, ammirando panorami che scaldano il cuore e la fauna locale nel suo habitat prediletto mentre il lago stesso è punto di riferimento per le attività di canoa, windsurf, kayak, SUP (stand-up paddle) e per la pratica della vela: a disposizione, il circolo nautico “Nautilago”, noleggio giornaliero di SUP e kayak presso il camping “Lago 3 Comuni”, rent bike per noleggiare sia MTB che e-bike, nonché aree attrezzate per picnic e parchi giochi per i più piccoli.

Ma non è tutto.

Da non perdere è la passeggiata di 8,20 chilometri che costeggia il lago, un percorso ad anello adatto a tutti che dona scorci invidiabili sulle acque trasparenti e sulle montagne che vi si specchiano, sul fitto canneto e sullo stagno della zona sud dove nidificano o sono di passaggio anatre e altri volatili. Non manca l’Ecomuseo che, grazie ai dettagliati pannelli illustrativi, consente di approfondire la conoscenza con il Lago di Cavazzo, la sua storia e i suoi abitanti.

In più, dall’Ecomuseo, un sentiero in salita (che ripaga di tutta la fatica) conduce a una straordinaria terrazza panoramica da cui la vista sul lago dall’alto è qualcosa da vedere assolutamente con i propri occhi! Qui si trova anche il Monumento al Terremoto, con area informativa sull’isolatore sismico, installata nel 33esimo anniversario del sisma del 1976 con epicentro il Monte San Simeone.

Un angolo di natura tropicale a soli dieci minuti dal lago

Per godersi appieno la meraviglia del Lago di Cavazzo, vale la pena visitare, a soli dieci minuti di auto, la Casa delle Farfalle di Bordano, la più ampia esposizione in Italia di farfalle e insetti viventi, un paradiso tropicale che riproduce fedelmente gli habitat originari delle oltre 400 specie di farfalle provenienti da tutto il mondo.

Un’attrazione turistica che sa emozionare, con 1000 metri quadri di serre riscaldate e altrettanti dedicati a laboratori, aule video, esposizioni e attività educative dedicate ai bambini e ai ragazzi.

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I segreti di Palmanova, uno dei borghi più belli d’Italia

Città-fortezza, Palmanova è uno di quei luoghi che hanno contribuito a rendere la fama dell’Italia quella che è oggi: al top. Dal 1960, con decreto del Presidente della Repubblica, è stata proclamata Monumento Nazionale. Nel 2017 è entrata nella lista dei Patrimoni mondiali dell’Unesco e nel 2018 è entrata a far parte del circuito dei Borghi più belli d’Italia.

Il merito di tutto ciò è dovuto alla sua particolarissima forma di stella a nove punte, visibile solo dall’alto dei suoi bastioni (o dal cielo). Si tratta, infatti, di uno dei più importanti esempi di architettura militare dell’età moderna.

I bastioni di Palmanova

Passeggiare sulle antiche mura di Palmanova permette di osservare la geometria perfetta delle strutture difensive realizzate, scoprire le gallerie che permettevano alle milizie di spostarsi o di difendere la fortezza e di conoscere i segreti di un luogo unico in Italia.

Palmanova

Fonte: @Ulderica Da Pozzo

La città di Palmanova vista dall’alto

La struttura fortificata è organizzata su tre cerchie difensive e un tessuto urbano disposto su assi radiali. L’accesso alla città è consentito da tre porte: Porta Aquileia (un tempo chiamata Marittima), Porta Udine e Porta Cividale.

La città fu fondata dalla Serenissima Repubblica di Venezia con l’intento di contrastare le mire espansionistiche degli Asburgo d’Austria e le scorrerie dei Turchi. Il 7 ottobre 1593 si pose la prima pietra della fortezza.

Una data non casuale, scelta dai rappresentanti della Repubblica di Venezia per ricordare due eventi importanti: la ricorrenza di Santa Giustina, patrona della nuova città, e l’anniversario della vittoria di Lepanto sui Turchi il 7 ottobre 1571. Questo anche perché Venezia voleva sottolinearne la fama di fortezza inespugnabile, contro le scorrerie dei Turchi e per arginare le mire espansionistiche degli Arciducali, fino a quando il generale Bonaparte la conquistò.

Furono costruite due linee difensive con bastioni e rivellini e al loro interno si realizzò l’impianto urbanistico della città. La terza cinta fortificata fu aggiunta in epoca napoleonica.

I segreti di Palmanova

Uno dei segreti meglio custoditi si trova proprio nel sottosuolo. Tutta la cinta bastionata di Palmanova è percorsa da un sistema di gallerie, alcune delle quali sono anche visitabili. Negli ultimi anni è stata riaperta e reinserita nelle visite guidate anche la Loggia di baluardo Donato con la sortita che permette il passaggio dall’interno della città stellata al fossato esterno.

percorso-sui-bastioni_Palmanova

Fonte: @Gianluca Baronchelli

Il percorso sui bastioni di Palmanova

Questa veniva utilizzata per i movimenti delle truppe e per le milizie a cavallo. All’uscita del camminamento sotterraneo, si trova il terrapieno parallelo alla cortina chiamato “falsabraga”, realizzata per occultare gli spostamenti delle truppe all’interno delle fortificazioni.

Il mistero dei numeri

La “città stellata”, come è anche chiamata Palmanova, è circondata da mura e fossati per una lunghezza di circa 7 chilometri. Sei strade convergono verso il centro, una piazza esagonale talmente perfetta che è facile rimanere impressionati dinanzi a tale ordine.

E sono proprio i numeri a lasciare meravigliati, tutti basati sul numero tre e suoi multipli: la stella è a nove punte, come sono nove anche i bastioni di fortezza e le cerchie della cinta muraria. Ci sono tre porte di accesso, 18 strade radiali e sei strade principali.

Il progetto di questa città fu inizialmente affidato a Leonardo da Vinci, ma il grande Genio rifiutò di realizzarlo per via di altri impegni. Tuttavia, da alcuni documenti storici sembrerebbe che fece comunque un sopralluogo e dispensò alcuni preziosi consigli.

Un luogo ultraterreno

Quando venne ideata, Palmanova non avrebbe dovuto ospitare soltanto i militari impegnati in guerra, ma era stata progettata per dare alloggio anche a 20mila abitanti. Il progetto tuttavia naufragò: un po’ forse perché spaventava l’idea di far crescere dei figli in ambiente bellico, ma la credenza più diffusa era che si riteneva che la città avesse qualcosa di ultraterreno nella sua particolarissima struttura.

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Questa è la porta d’accesso di una città sotterranea. È in Italia

Organizzare un viaggio a Trieste, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Il capoluogo della regione Friuli Venezia Giulia che corre lungo l’altipiano del Carso, e si affaccia sulla Slovenia, è un concentrato di meraviglie che meritano di essere scoperte passo dopo passo.

Meraviglioso è il centro storico medievale, quello che conserva le preziose testimonianze delle diverse influenze che hanno dato il volto alla città, così come lo è il quartiere neoclassico che affonda le origini in epoca austriaca. Le cose da fare e da vedere qui, lo abbiamo già detto, sono tantissime. Ma non accontentatevi solo di ciò che è visibile in superficie, perché Trieste nasconde un incredibile segreto sotto le viscere della città.

Una passeggiata lungo il muraglione di Via Romagna svela in parte ciò che lo sguardo non ha ancora visto. Qui, infatti, esiste la porta d’accesso a quella che sembra una città sotterranea: un dedalo di intricate gallerie costruito nella Seconda Guerra Mondiale e adesso trasformato in un museo. Benvenuti a Kleine Berlin.

C’era una volta un rifugio antiaereo

Non è un semplice museo, Kleine Berlin è molto di più. È la testimonianza di un passato che non si può dimenticare, nonché il più grande complesso di gallerie antiaeree sotterranee ancora esistenti. Un vero e proprio tesoro celato che si nasconde all’ombra dei luoghi iconici della città, e che si snoda proprio sotto il suo centro nevralgico.

La struttura, costruita negli anni precedenti al conflitto bellico, è stata realizzata in due settori divisi tra loro ma comunicanti. La parte italiana ha funzionato come rifugio antiaereo per la popolazione civile, mentre l’area costruita dai militari tedeschi veniva utilizzata come deposito, magazzino e ricovero. Ancora oggi le due parti sono ben visibili e sono visitabili attraverso visite guidate.

Kleine Berlin, il museo sotterraneo

All’interno del complesso sotterraneo tutto è rimasto immutato, sospeso nel tempo. Le pareti, per esempio, conservano il colore originario di oltre 60 anni fa così come le disposizioni degli ambienti sono le stesse. Ecco perché visitare le gallerie del Kleine Berlin è un’esperienza estremamente suggestiva e affascinante, un viaggio nel tempo e nella storia di Trieste che merita di essere compiuto dai cittadini e dai viaggiatori.

Il complesso, la sua manutenzione e la valorizzazione, è gestito da un gruppo di volontari ed è aperto l’ultimo venerdì del mese dalle 17.30 alle 20.00. Tutte le visite guidate possono essere effettuate solo previa prenotazione. È possibile, inoltre, prenotare visite di gruppo (per almeno 12 persone) dal lunedì al venerdì.

Il costo d’ingresso è di 5 euro a persona, 3 euro per ragazzi e studenti. L‘accesso al complesso sotterraneo consente di visitare la galleria antiaerea pubblica costruita come rifugio per i triestini e il ricovero antiaereo dei militari tedeschi.

All’interno della Klein Berlin, inoltre, sono state allestite due mostre permanenti che consentono di comprendere al meglio il periodo storico della costruzione delle gallerie. I due percorsi espositivi raccontano, rispettivamente, la storia dei bombardamenti che la città ha subito durante la Seconda Guerra Mondiale e tutte le cavità naturali e artificiali che sono state realizzate, invece, dagli eserciti durante il primo conflitto bellico.

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Friuli Venezia-giulia Notizie sport invernali vacanze avventura Viaggi

In questa regione italiana sciare quest’anno costa meno

Con l’approssimarsi della stagione invernale, ci sono buone notizie per gli amanti dello sci e delle giornate da trascorrere sulla neve: per la stagione 2023/2024, infatti, sciare in Friuli Venezia Giulia costerà meno grazie a una serie di iniziative per incentivare i giovani e avvicinarli sempre più alla pratica degli sport sulle piste.

La giunta regionale ha introdotto significativi cambiamenti nel tariffario così da rendere l’esperienza dello sci più accessibile e incrementare il numero di fruitori dei comprensori locali.

Vediamo di quali novità si tratta, dagli skipass, alle agevolazioni per famiglie e molto altro.

Gli Skypass Junior

La principale novità per la stagione sciistica 2023/2024 riguarda la nuova categoria di skypass denominata Junior, aperta ai ragazzi dagli 8 ai 19 anni di età, includendo i nati dal 2005 al 2016.

I giovani sciatori avranno, così, uno speciale sconto del 75% su tutte le tipologie di skypass. Si tratta di una mossa per interessarli alla pratica dello sci e far crescere le prossime generazioni di sciatori.

I più piccoli sciano gratis

Oltre allo Skypass Junior, viene confermata la totale gratuità per i bambini al di sotto degli 8 anni, sugli impianti di trasporto a fune, così come restano invariate le tariffe scolastiche a stagione unica.

Un’ottima opportunità per le famiglie che desiderano introdurre i piccoli allo sci senza dover sostenere spese come quelle per lo skypass.

Le agevolazioni per le famiglie

Sempre a proposito di bambini e famiglie, il Friuli Venezia Giulia per la stagione sciistica in arrivo ha previsto numerose agevolazioni.

Oltre a quelle già citate, infatti, ha mantenuto le scontistiche del 30% su CARTAneve e del 25% su Sci@sempre.

Ma non soltanto: sia per le famiglie che per i singoli sciatori, rimane la riduzione del 10% sugli skypass stagionali CARTAneve durante il periodo di prevendita.

Sono tutte operazioni che hanno l’obiettivo di rendere l’entusiasmante esperienza sulle piste ancora più conveniente.

Più comuni con tariffe agevolate

Altra novità di sicuro interesse, è l’ampliamento dei comuni i cui residenti hanno la possibilità di richiedere skypass locali a tariffe agevolate, validi sul polo di emissione.

Si tratta di un’iniziativa che punta a coinvolgere ancora più abitanti nelle attività sciistiche del loro territorio, promuovendo il turismo in loco e sostenendo le comunità.

I prezzi rimangono tra i più competitivi

Dando uno sguardo al prezzo intero degli skypass invernali, va detto che per coprire i costi sempre più elevati della gestione e della manutenzione degli impianti, si è visto un aumento del 10% rispetto alla stagione precedente.

Tuttavia, nell’ultimo decennio i prezzi in Friuli Venezia Giulia sono rimasti pressoché invariati e rimangono tra i più competitivi dell’intero arco alpino. Inoltre, il proposito è quello di tenere il prezzo invariato anche per i prossimi 5 anni.

Date di inizio e fine stagione

Ma quando ha inizio la stagione sciistica con l’apertura degli impianti e quanto durerà?

La stagione invernale 2023/2024 in Friuli Venezia Giulia, che promette di essere un’esperienza straordinaria per tutte le età e di affascinare sempre più i giovani sciatori, vedrà l’apertura degli impianti venerdì 8 dicembre 2023 (compatibilmente con gli accumuli di neve).

La chiusura, invece, è fissata per lunedì 1 aprile 2024, il giorno di Pasquetta, mentre Sella Nevea prolungherà fino a domenica 14 aprile.

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Friuli Venezia-giulia Notizie treni Viaggi viaggiare

Alla scoperta del Friuli-Venezia Giulia in treno (gratis)

Ottime notizie per chi ama viaggiare e, in particolare, preferisce spostarsi in treno, mezzo di trasporto privilegiato per scoprire il territorio in maniera sostenibile e all’insegna di un “turismo lento”.

In Friuli Venezia Giulia, infatti, si rinnova fino al 31 maggio 2024 la promozione “Scopri il Friuli Venezia Giulia con Trenitalia“, la convenzione avviata lo scorso anno tra la Regione, tramite PromoTurismoFVG, e Trenitalia (società capofila del Polo Passeggeri del Gruppo FS Italiane).

Biglietto Gratis per chi acquista un pacchetto turistico

La convenzione tra Trenitalia e PromoTurismoFVG che premia la mobilità sostenibile prevede la gratuità dei biglietti di Frecce, Intercity e del Regionale a chi acquista, tramite l’operatore incoming convenzionato, un pacchetto per un soggiorno dalle due alle quattro notti, a seconda della località e del periodo: ai destinatari dell’offerta sarà inoltre consegnata la “FVGcard” della
durata di 48 ore, con la possibilità di usufruire di gratuità e riduzioni per ingressi a musei o visite guidate.

Con il rinnovo della promozione, accanto alle già presenti Trieste, Udine, Lignano Sabbiadoro e Grado, si aggiungono Gorizia e Pordenone: prenotando un soggiorno nelle strutture convenzionate e raggiungendo la località in treno, il Friuli Venezia Giulia regalerà il biglietto.

La Promozione per le Città d’Arte

Sono molte le possibilità per regalarsi una vacanza nel cuore delle affascinanti città d’arte del Friuli: “FVG. Offerta Cultura” propone, in base alla località e al periodo, svariate soluzioni a Gorizia, Pordenone e Udine, con soggiorni di minimo due notti fino al 31/05/2024 (tenendo conto della disponibilità delle strutture durante ponti, festività e grandi eventi) mentre per chi raggiungerà Trieste il pacchetto prevede una sosta di minimo tre notti fino al 30/04/2024 (escluse festività e ponti e salvo disponibilità in concomitanza di grandi eventi).

Ma non è tutto.

Accanto alla proposta dedicata alle città, “FVG. Offerta Mare” offrirà l’opportunità di godersi le rinomate località della costa in primavera (dal 28/03/2024 al 31/05/2024 salvo limitazioni dovute a ponti e festività) con soggiorni a Grado e Lignano Sabbiadoro di minimo due notti.

Sono ben 650 i pacchetti disponibili (fino a esaurimento) acquistabili da famiglie e viaggiatori singoli.

Entrando nel dettaglio, la collaborazione commerciale tra PromoTurismoFVG e Trenitalia riconosce la gratuità dei biglietti ferroviari (in seconda classe o nel livello di servizio standard) ai clienti che acquistano il pacchetto dedicato tramite l’operatore incoming convenzionato.
I titoli di viaggio, prenotati sempre dall’agenzia incaricata e validi soltanto per gli spostamenti sul territorio italiano, dovranno riportare una data coincidente con quella di inizio e fine soggiorno (o al massimo, del giorno precedente per l’andata e successivo per il ritorno) e le stazioni coinvolte sono quelle di Cervignano-Aquileia-Grado, Gorizia Centrale, Latisana-Lignano-Bibione, Trieste Airport, Trieste Centrale, Pordenone e Udine.

Come usufruire della promozione?

Per usufruire della promozione rinnovata fino alla fine di maggio del prossimo anno, i viaggiatori dovranno contattare l’agenzia incaricata da PromoTurismoFVG e acquistare il pacchetto
turistico che include il biglietto del treno di andata e ritorno Trenitalia e il pernottamento in una delle strutture convenzionate a Gorizia, Grado, Lignano Sabbiadoro, Pordenone, Trieste e Udine.

Le prenotazioni saranno a carico dell’agenzia, a cui è affidata la predisposizione dei pacchetti turistici.

Per tutti i dettagli è possibile consultare i siti Turismofvg.it/trenitalia e Travelone.it nell’apposita sezione dedicata.

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Tutte le piste ciclabili portano a Grado

Se c’è una città bike friendly in Italia, questa è Grado. La cittadina del Friuli-Venezia Giulia, affacciata sull’omonima laguna e collegata alla terraferma da una sottile striscia di sabbia, si estende su 90 chilometri di costa e regala spazi naturali molto vasti da godere in bicicletta.

L’Anello di Grado

Grado è crocevia di diversi itinerari da percorrere pedalando per scoprire la città e i suoi magnifici dintorni. Il più famoso – e anche facile – è l’Anello di Grado un percorso pianeggiante lungo undici chilometri, che si snoda tra le piste ciclabili cittadine, perfetto per scoprire Grado e i suoi angoli più nascosti.

La Grado – Punta Sdobba

Dalla città parte un itinerario ciclabile che porta fuori, il Grado – Punta Sdobba. Lungo 17,8 km, è totalmente pianeggiante e, dalla cittadina balneare, porta al villaggio di pescatori di Punta Sdobba, proprio sulla foce del fiume Isonzo. Lungo il percorso è possibile fermarsi al centro visite di Valle Cavanata, che si trova circa a metà strada, e al centro visite del Caneo, vicinissimo a Punta Sdobba ottimi luoghi per l’osservazione degli uccelli acquatici e delle piante palustri.

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Fonte: @Nicola Brollo

Il porto di Grado

Itinerari naturalistici in bicicletta

La Laguna di Grado, con il suo scenario naturale, incontaminato e ricco di biodiversità, è l’habitat ideale da scoprire in bicicletta. Diversi itinerari ciclabili collegano la città alle due riserve naturali di Valle Cavanata e Foce dell’Isonzo – Isola della Cona. Sono le oasi preferite dagli amanti del birdwatching e da chi viene qui per fare escursioni in sella ai cavalli bianchi Camargue che, per le loro caratteristiche fisiche, si sono particolarmente adattati all’ecosistema della riserva.

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Fonte: @Francesco Morongiu

L’Isola della Cona nella Laguna di Grado

In Valle Cavanata si possono avvistare caprioli, germani, canapiglie, folaghe e gallinelle d’acqua), mentre lungo la pista ciclabile che costeggia il tratto meridionale del Canale Averto, percorribile fino al Cancello a Mare, si giunge a un punto panoramico della riserva dal quale ammirare un tratto di spiaggia incontaminato frequentato spesso da aironi, folaghe ed altri uccelli marini.

Bike & boat

Nella Laguna di Grado ci sono alcune isole che meritano di essere visitate. Si possono raggiungere con il traghetto, anche con la bicicletta al seguito e anche nel periodo autunnale. Da non perdere è sicuramente l’escursione all’Isola di Barbana, un’isoletta intrisa di spiritualità, meta di pellegrinaggio, visto che ospita il Santuario della Beata Vergine Maria, e di gite all’insegna della pace, della meditazione e del relax.

Merita una gita anche l’isola Mota Safon, che incantò Pierpaolo Pasolini al punto da spingerlo a girarvi alcune scene del film “Medea” con Maria Callas. E, infine, la piccola isola di pescatori di Anfora e Porto Buso, e di Francamela, che d’estate sono frequentate dai turisti per via delle spiaggette isolate e del mare è trasparente, dove si possono anche assaporare le specialità di mare circondati dall’ambiente suggestivo della laguna.

La Ciclovia Alpe Adria

Ma Grado è anche luogo di passaggio di numerose ciclovie che la attraversano. Qui arriva la Ciclovia Alpe Adria che, da Salisburgo, in Austria, giunge nell’”isola del Sole” dopo ben 400 km e aver attraversato paesaggi montani, collinari e lagunari. Frutto del progetto di cooperazione transfrontaliera italo-austriaco, da Grado si può quindi percorrere l’ultimo tratto raggiungendo le città di Aquileia, tra le più ricche dell’Impero Romano tanto da essere soprannominata “Seconda Roma”, di Palmanova, la celebre “città stellata” riconosciuta dall’Unesco per la sua affascinante pianta poligonale a stella con nove punte, e infine di Udine, custode delle opere del Tiepolo.

La Ciclovia del Mar Adriatico

Un’altra famosa pista ciclabile che passa per Grado è la Ciclovia del Mar Adriatico (o Ciclovia FVG-2), un itinerario ciclabile che rientra nel progetto “AdriaBike“, la ciclovia dell’Alto Adriatico, lunga oltre mille km e che collega Tarvisio a Ravenna e che è parte integrante dell’itinerario europeo Eurovelo n. 8 che va da Cadice, in Spagna, ad Atene, in Grecia, attraversando mezza Europa. Un tratto tocca Grado e può essere percorsa in direzione di Trieste o di Lignano Sabbiadoro.

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Friuli Venezia-giulia itinerari culturali mete storiche Notizie treni storici Viaggi

Il Friuli-Venezia Giulia a bordo dei treni storici

Andare alla scoperta di una delle Regioni più belle e ricche di storia d’Italia, come si faceva una volta, è una delle esperienze più suggestive che si possano fare quest’anno.

Nel Friuli-Venezia Giulia stanno per partire i treni storici che portano alla scoperta di territori inediti attraversati da ferrovie che toccano siti Unesco, bellissimi borghi antichi – alcuni nell’associazione dei Borghi più belli di Italia – e luoghi di confine ricchi di storia.

Sono tante le occasioni tra il mese di agosto e di dicembre per visitare luoghi e bellezze naturali, ma anche per assistere a eventi, rievocazioni storiche, sagre, manifestazioni enogastronomiche e grandi eventi sportivi – come la Barcolana, che si svolge a ottobre -, in modo originale e sostenibile, nel segno del “turismo lento”, proprio come si faceva un tempo.

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Fonte: @Ezio Dalcin

Un treno storico attraversa il Friuli-Venezia Giulia

A bordo dei treni storici

Si viaggia a bordo di treni d’epoca restaurati dalla Fondazione FS, con carrozze degli Anni ’30, le cosiddette “Centoporte”, con i salottini di legno lucido e le tendine ai finestrini, munite di bagagliaio e cappelliere e traniate da locomotive a vapore, elettriche o diesel.

Le partenze dei treni storici

I treni storici che attraversano il Friuli-Venezia Giulia partono il 5 agosto e viaggiano fino al 17 dicembre con un ricco calendario che comprende ben 21 appuntamenti.

I treni storici di agosto

Il primo treno a partire è il Tempus Express, un treno storico che il 5 agosto parte da Trieste e raggiunge la stazione di Gemona del Friuli per la rievocazione medievale Tempus est Jocundum. Ogni anno, ad agosto, la città friulana fa un tuffo nel passato e
si ripopola di figure e ambienti medievali come quella dei cavalieri e delle dame, ma anche mangiafuoco, artigiani nei loro mercati e taverne e di numerosi spettacoli di danza e di teatro in tutte le piazze. Una volta arrivati alla stazione di Gemona, alcune navette condurranno i passeggeri nel centro storico nel cuore della manifestazione.

Domenica 6 agosto,  da Sacile parte il Treno Natura che arriva alla stazione di Cornino, una località sulle sponde dell’omonimo lago con acque di colore verde-azzurro, da cui, con un servizio di bus, è possibile raggiungere gli 800 metri d’altezza e l’altopiano di Monte Prât. Ad attendere i partecipanti ci saranno guide specializzate che
accompagneranno il gruppo lungo un percorso a piedi ricco di bellezze naturalistiche e caratterizzato da diversi sentieri con suggestivi scorci sul fiume Tagliamento e il torrente Arzino, mentre nel pomeriggio è in programma la visita guidata alla Riserva Naturale del lago di Cornino, uno degli ambienti più interessanti dell’intero arco alpino per il birdwatching e per l’osservazione dei rapaci, in particolare dei grifoni, un luogo da cartolina.

Il 20 agosto parte il Treno del confine, trainato da una locomotiva elettrica, che collega Trieste a Palmanova, la splendida città-fortezza realizzata dalla Repubblica di Venezia e conosciuta per la sua pianta a forma di stella a nove punte, poi a Gradisca d’Isonzo fino ad arrivare a Redipuglia, lungo un itinerario sul filo della storia legato alle città simbolo che hanno segnato il confine. A Palmanova, conservata in condizioni straordinarie, modello di città ideale rinascimentale e di architettura militare e oggi sito Unesco, i passeggeri potranno partecipare gratuitamente a una visita guidata dedicata al tema della resistenza di confine; il viaggio prosegue per Sagrado e da lì, con le navette, fino a Gradisca d’Isonzo, annoverata tra i Borghi più belli d’Italia, per una visita del Museo documentario e del suo castello, ripercorrendo i camminamenti di ronda lungo le mura quattro-cinquecentesche; infine, si giunge a Redipuglia, nel cuore del Carso e dei
territori dove si sono scritte le pagine più intense del primo conflitto mondiale, e in cui sarà organizzata una visita guidata al museo della Grande Guerra e al Sacrario.

Il 27 agosto parte, invece, un treno tematico, il Treno delle lame, in occasione della manifestazione “Coltello in festa” che si svolge a Treviso e che porta i passeggeri a Maniago, città famosa in tutto il mondo per i suoi fabbri e per la produzione di coltelli e arnesi, in occasione del grande evento annuale dedicato alla miglior arte fabbrile e della coltelleria, con la possibilità di visitare le botteghe artigiane e le bancarelle, degustando le specialità tipiche e godendo di tanti momenti di intrattenimento e spettacolo.

I treni storici di settembre

A settembre sono cinque le date per viaggiare su un treno storico in Friuli-Venezia Giulia. Si comincia domenica 3 con il suggestivo Treno dei borghi più belli d’Italia. Si parte da Gemona a bordo di un treno con la locomotiva a vapore verso le stazioni di Sacile-Budoia e di Meduno, alla scoperta di due tra i Borghi più belli d’Italia: Polcenigo, con il sito Unesco palafitticolo di Palù di Livenza e la sua storica “Sagra dei cesti”, e Toppo, nel Comune di Travesio, un borgo rurale che conserva i resti del suo castello medievale.

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Fonte: @Archivio Fondazione FS

L’interno di una carrozza “Centoporte”

A vapore sono anche la locomotiva del treno storico per Friuli Doc, che il 10 settembre collegherà Trieste a Udine per immergersi nel grande festival annuale dedicato all’enogastronomia e scoprire gli aspetti più autentici e i sapori della cultura del Friuli- Venezia Giulia, così come quella del Treno tra abbazie, vigneti e colline, che domenica 17 settembre porterà i passeggeri da Trieste alla Festa dell’Uva di Cormons e a Rosazzo per una visita all’Abbazia.

Il 24 settembre sarà la volta del Treno Gusti di Frontiera, un “Centoporte” diesel che collegherà il capoluogo regionale alla città di Gorizia, dove si svolge ogni anno la manifestazione enogastronomica più grande del triveneto, “Gusti di Frontiera”, con più di cento stand culinari provenienti da tutto il mondo e un ricco palinsesto di iniziative culturali e di intrattenimento.

Il 30 settembre, invece, entrerà in funzione il Treno dei fumetti, da Gorizia a Pordenone e da Treviso a Pordenone, un’occasione per visitare il “Paff! Museo internazionale del fumetto” di Pordenone, dove saranno organizzati tour guidati gratuiti per i passeggeri del treno storico.

I treni storici di ottobre

Il mese di ottobre si apre con un doppio appuntamento legato a eventi agroalimentari: il 1° ottobre parte il Treno tra valli alpine e abbazie che da Trieste arriva a Carnia, da dove i passeggeri raggiungeranno in navetta Moggio Udinese per una visita guidata all’abbazia per poi proseguire verso Resiutta e immergersi nella Festa dell’agricoltura. Sempre il 1° ottobre parte il Treno sapori d’autunno tra Treviso e Cavasso Nuovo per la Festa della Cipolla Rossa di Cavasso Nuovo.

Domenica 8 ottobre sarà attivo il treno storico Treno Barcolana express con il collegamento Udine- Trieste in occasione della regata, mentre sabato 14 ottobre il Treno “Art and Food” partirà da Nova Gorica e Gorizia, che nel 2025 saranno insieme Capitali della cultura, così come da Treviso per raggiungere l’evento “Art and Food” di Pordenone.

Domenica 15 ottobre il Treno delle Mele Antiche darà il benvenuto a bordo ai passeggeri in partenza da Treviso alla volta di Frisanco, con fermata a Maniago, per la Festa delle Mele Antiche, mentre il 22 ottobre sarà possibile raggiungere la Festa della Zucca di Venzone partendo da Trieste a bordo di un “Centoporte” a locomotiva elettrica. Chiude il mese il Treno autunno in “Pedemontana del Friuli” che domenica 29 ottobre ripercorrerà da Sacile a Meduno i binari della ferrovia Pedemontana, trainato da una storica locomotiva a vapore attraverso paesaggi incredibilmente suggestivi.

I treni storici di novembre

A novembre saranno ben due gli appuntamenti dedicati alle Grande Guerra, il primo sabato 4 con il collegamento da Trieste a Redipuglia, per celebrare la Giornata dell’unità nazionale e delle forze armate, mentre domenica 5 novembre il Treno Grande Guerra, trainato da una locomotiva a vapore, partirà da Udine in direzione Forgaria nel Friuli con fermata alla stazione di Cornino e Pinzano al Tagliamento, toccando i luoghi interessati dal primo conflitto mondiale.

Domenica 12 novembre chiude il mese un treno goloso, il Treno del Formaggio che va da Sacile a Gemona, dove avrà luogo la storica kermesse enogastronomica dedicata ai prodotti lattiero-caseari e alle tradizioni agricole.

I treni storici di dicembre

Gli ultimi treni, ma forse anche i più suggestivi, sono quelli che partiranno nel mese di dicembre e saranno dedicati alle tradizioni prenatalizie. Il 5 dicembre parte, infatti, da Triesteil Treno dei Krampus con direzione Tarvisio, in occasione della festa di San Nicola e della tradizionale uscita in maschera dei Krampus per le vie della città, mentre il 17 dicembre parte il suggestivo Treno dei presepi e dei Mercatini di Natale che collegherà Gemona del Friuli a Poffabro detto, appunto, “borgo dei presepi” per una visita dei presepi. Il treno proseguirà fino a Polcenigo – con fermata a Maniago – e poi a Sacile – stazione di Budoia – per un itinerario focalizzato sulla scoperta dei borghi con visita ai presepi tipici e ai Mercatini di Natale.

Poffabro Ph.Gaudenzio TurismoFVG

Fonte: @Gaudenzio – TurismoFVG

Poffabro, il paese dei presepi

 

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Bloomsday, da Dublino a Trieste sulle orme di Joyce

Il 16 giugno è una data speciale in Irlanda, perché si celebra il Bloomsday, la festa nazionale in onore dello scrittore James Joyce. Chi non avrà la possibilità di vivere a Dublino la festività che rievoca gli eventi dell’”Ulisse” il romanzo più celebre dello scrittore, potrà godersi la speciale atmosfera di questa giornata e un pizzico di Irlanda in occasione del Bloomsday a Trieste. Ecco gli appuntamenti imperdibili del fitto calendario di iniziative nella città in cui l’autore irlandese visse quasi ininterrottamente dal 1904 fino al 1920, con Nora Barnacle, che sarebbe diventata sua moglie, e dove nacquero i loro figli Giorgio e Lucia Anna.

Bloomsday nell’anno di Zeno a Trieste

Le celebrazioni del Bloomsday in terra giuliana avranno inizio venerdì 16 giugno, giorno in cui, nel 1904, si svolgono tutte le vicende narrate nel romanzo, e andranno avanti fino a domenica 18 giugno. Nell’edizione del 2023, ci sarà un po’ d’Irlanda in più, grazie a Turismo Irlandese che quest’anno ha voluto unirsi ufficialmente alla festa, ospitando due eventi interessanti e originali, in occasione del centesimo compleanno de “La coscienza di Zeno” dell’autore triestino Italo Svevo, grande amico e sostenitore di Joyce, che segue a un anno di distanza quello dell’”Ulysses”.

L’incontro tra Joyce e Svevo risale al 1907, quando il primo divenne insegnante d’inglese suo e di sua moglie. Svevo è considerato uno dei modelli di Leopold Bloom, protagonista dell’”Ulisse”, soprattutto negli aspetti più propriamente ebraici.

Bloomsday a Trieste: gli appuntamenti imperdibili

Bloomsday Trieste approfondirà anche in questa edizione un singolo episodio del capolavoro di Joyce, indagando le modalità, il significato, il senso attuale e le diverse suggestioni di “Circe”, quartultimo capitolo del romanzo, ultimo della sezione centrale denominata “Odissea”, l’episodio più lungo di tutto il libro, ricchissimo e visionario.

Ecco alcuni degli appuntamenti da non perdere in occasione del Bloomsday nel capoluogo del Friuli-Venezia Giulia.

Calipso. La colazione “immersiva”

Alle ore 9.00 dei giorni 16, 17 e 18 giugno, all’Adriaco Yacht Club (Molo Sartorio 1) – il più antico e prestigioso yacht club triestino – avrà luogo Calipso. La colazione “immersiva”, formula lanciata nel 2022 con grande successo in occasione dei 100 anni del romanzo di Joyce. Il menu sarà una combinazione tra lo stile continentale e quello tipicamente irlandese, con l’immancabile rognone descritto nel capitolo “Calipso”, e la messa in scena delle pagine della celebre colazione con frattaglia, da parte della compagnia teatrale “L’Armonia”.

Trieste chiama Dublino

Il 16 giugno, alle ore 17.00, si svolgerà il secondo evento che vede il coinvolgimento di Turismo Irlandese in collaborazione con Boscolo Viaggi: Trieste chiama Dublino. Itinerario a piedi, curato dall’ente del turismo dell’isola di Smeraldo.

Nel corso di una passeggiata di joyciana memoria, in compagnia di una guida, i partecipanti vivranno un intrigante parallelismo tra luoghi chiave triestini e dublinesi, facendo un viaggio nel capoluogo giuliano che rievoca una simile esperienza in quello irlandese e che unisce le due città fonte di ispirazione per lo scrittore: il porto di partenza irlandese, luogo dell’anima in cui sono ambientate quasi tutte le sue opere, e il porto adriatico, luogo di sosta, di maturazione e di creatività, dove parte delle opere sono state concepite e scritte. Il punto di ritrovo è Piazza Ponterosso, vicino alla statua di James Joyce, e la partecipazione è gratuita, con prenotazione fino a esaurimento posti.

Itinerario a piedi sulle orme di Svevo

Per celebrare il centenario de “La Coscienza di Zeno”, Riccardo Cepach, curatore dei musei Svevo e Joyce guiderà i visitatori lungo una piacevole passeggiata nel centro di Trieste, alla scoperta dei luoghi specialmente legati alla vita e all’opera di Italo Svevo. L’appuntamento è in piazza Hortis alle ore 11 di sabato 17 giugno, davanti alla statua dello scrittore e drammaturgo triestino (In caso di maltempo, il tour verrà ripreso domenica 18, con partenza dal medesimo luogo e orario).

Tour a piedi nella città di Joyce

Domenica 18 giugno, è invece la volta del tour guidato da Laura Pelaschiar con la partecipazione di Paolo Quazzolo (Università degli Studi di Trieste – Dipartimento di Studi Umanistici). Un’occasione per scoprire la “bella Trieste” di Joyce, la città delle sue lezioni di inglese, delle amate chiese e delle non meno amate osterie, la Trieste dei bordelli, dei teatri, della Berlitz School, patria dei cripto-triestini Leopold e Molly Bloom.

Bloomsday Festival a Dublino

A Dublino le celebrazioni del Bloomsday non sono di certo da meno. Anche quest’anno, fino al 18 giugno, le occasioni per divertirsi o approfondire alcuni aspetti della scrittura joyciana sono davvero numerose. Tra spettacoli di strada, conferenze, teatro, musica, letture, laboratori, tour a piedi ed eventi gastronomici, il festival farà rivivere ancora una volta i personaggi e i luoghi resi famosi dal celebre romanzo.

La festività prende il nome da Leopold Bloom, uno dei protagonisti del romanzo (l’altro è Stephen Dedalus, alter ego letterario di Joyce). L’opera segue la vita e i pensieri di Bloom – così come quelli di Stephen e di una serie di altri personaggi, reali e immaginari – dalle 8 del mattino fino alle prime ore del mattino successivo. La data del 16 giugno 1904 venne scelta dallo scrittore irlandese perché fu il giorno del primo appuntamento tra James Joyce e Nora Barnacle, sua futura sposa.

Anche nel capoluogo irlandese si comincia con la colazione molto ricca in ricordo di quella che Leopold prepara nel romanzo per la moglie Molly. Luogo scelto per l’appuntamento è Sandycove, a sud di Dublino, dove si trova il Joyce Museum. Dopo la colazione hanno inizio le peregrinazioni letterarie.

Dublino fa da sfondo a quasi tutte le opere di Joyce. Le tappe del tour guidato includono l’alma mater di Joyce, il Belvedere College; North Hardwicke Street, l’ambientazione del racconto “The Boarding House”; il Gresham Hotel, l’ambientazione della scena finale e più memorabile del racconto “The Dead”; la statua di James Joyce in North Earl Street. L’itinerario include anche una visita al numero 7 di Eccles Street e ripercorre i passi del celebre viaggio di Leopold Bloom per acquistare un rognone nel quarto episodio dell’”Ulysses”.

Una delle peculiarità delle celebrazioni del Bloomsday è imbattersi nelle persone vestite come i personaggi in stile edoardiano. Tra i capi di abbigliamento caratteristici che si vedono per le strade del capoluogo irlandese quel giorno c’è la paglietta, un cappello estivo alla moda e iconico indossato da molti all’epoca, tra cui lo stesso Joyce.

Tanti gli eventi organizzati per il Bloomsday Festival al James Joyce Centre, che ospita la manifestazione dal 1994, collaborando con diversi teatri, musei, biblioteche, mostre d’arte, collettivi e altre istituzioni di Dublino per far rivivere l’eterna opera di Joyce.

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La leggenda spaventosa del ponte più suggestivo d’Italia

È il simbolo della città, ma anche un luogo in cui riecheggia una leggenda spaventosa che lo ammanta di mistero: stiamo parlando del ponte più suggestivo d’Italia. Si trova a Cividale del Friuli e si racconta che sia stato il diavolo in persona a costruirlo. Alto e imponente, poggia su tre piloni, e sovrasta il fiume Natisone, restituendo ai visitatori una vista dall’alto del corso dell’acqua e una storia antica e suggestiva.

Come tutti i luoghi più affascinanti non è solo l’interesse architettonico e paesaggistico a richiamare i visitatori, ma anche e soprattutto il mito che avvolge questo luogo, un posto dove la magia e la superstizione si incontrano.

Ponte del Diavolo, dove si trova e come è stato realizzato

Per ammirare il Ponte del Diavolo ci si deve recare a Cividale del Friuli, una cittadina antica e suggestiva. Basti pensare che la sua fondazione risale all’epoca romana e si deve a Giulio Cesare. Una storia secolare che si intreccia – a un certo punto – con la leggenda, quella che ammanta la realizzazione dell’attraversamento sul fiume Natisone la cui esistenza è individuata a partire del 1442.

La struttura è alta 22 metri e mezzo, lunga 48 e poggia su tre piloni. Da qui è possibile godere di una vista suggestiva sul fiume e sul panorama che lo incornicia. La particolarità della costruzione è la sua asimmetria, dovuta al fatto che il pilone centrale si posa su una roccia.

Distrutto nel corso della Prima Guerra Mondiale, il ponte è stato poi ricostruito nel 1918. La leggenda è legata proprio alla prima costruzione, quella di lacopo Dugaro da Bissone. La realizzazione dell’opera è stata lenta e, a quanto pare, segnata anche da difficoltà. Se la posa della prima pietra avvenne nel 1442 la conclusione dei lavori è datata molti anni dopo.

La leggenda del Ponte del Diavolo

La leggenda popolare vuole che all’epoca la costruzione della struttura sia stata possibile grazie all’intercessione del diavolo. Un aiuto nella realizzazione del ponte, questo sarebbe stato chiesto dagli abitanti della cittadina in Friuli Venezia Giulia, in cambio il maligno avrebbe preteso l’anima della prima persona a passarci sopra. Secondo questa storia anche la madre del diavolo avrebbe aiutato trasportando nell’alveo del fiume il masso su cui poggia il pilone centrale.

Come è andata a finire la storia? Pare che gli abitanti di Cividale del Friuli si siano presi gioco del demonio scegliendo come primo essere vivente, a transitare sul ponte, un animale.

Una veduta delle arcate del Ponte del Diavolo

Fonte: iStockPhoto

Ponte del Diavolo, una veduta delle sue arcate

Ponti del Diavolo, quelli che si possono vedere in Italia

Quello di Cividale del Friuli non è l’unico Ponte del Diavolo presente in Italia: spesso, infatti, viene dato questo appellativo ai ponti, quando vi sono leggende che li rendono in qualche modo protagonisti. Un altro esempio? Quello della Maddalena di Borgo a Mozzano in provincia di Lucca, noto anche con l’appellativo di Ponte del Diavolo. Anche in questo caso le arcate, che sono tre, sono asimmetriche. A Bobbio invece, in provincia di Piacenza, se ne trova un altro: la leggenda narra che lo abbia costruito il maligno.

Queste sono solamente due delle tante strutture presenti in Italia, in maniera capillare e in tantissime regioni, e la cui realizzazione è avvolta nel mistero.

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Paradiso dei tuffi, un eden selvaggio alla portata di tutti

Amanti dei tuffi? 

Ho il posto per voi, si trova in Friuli, provincia di Udine, Torrente Arzino.

Ci arriviamo in 5 minuti, con un itinerario abbastanza semplice (vedi Info Pratiche), che fin da subito ci rivela, attraverso improvvise finestre panoramiche, di che pasta è fatto questo sito: il fiume esce letteralmente dalla montagna, barcamenandosi in un fondale roccioso che sembra scolpito ad arte.

Paradiso dei tuffi: il torrente esce letteralmente dalla montagna
Paradiso dei tuffi: il torrente esce letteralmente dalla montagna

L’acqua, infatti, arriva qui dopo aver percorso un lungo canyon ombreggiato, spezzato da una prima, profondissima piscina naturale in ombra, per poi confluire in una splendida pozza verde acqua, super cristallina e sempre al sole. Qui un affluente di destra si riversa nell’Arzino. 

Due spiagge di ghiaia e sabbia circondano la piscina naturale principale, dalla quale il torrente prosegue la sua corsa scavando un altro canyon, ben più basso del precedente, e costellato di pittoresche rocce lisciate – anzi “bucherellate” – dal millenario scalpellio dell’acqua. Potrete notare qui una sorta di faraglione che fuoriesce dall’acqua.

Questo gioiello della natura è certamente ambito in estate, ma il tanto spazio e l’incredibile energia che qui si crea ne fanno piuttosto un sito di magnetica aggregazione tra le persone.

Potete concedervi lunghe nuotate nella zona delle piscine naturali, e addentrarvi così nel canyon ombreggiato, una vera meraviglia della natura. 

Ma questa zona è ideale anche per gli amanti dei tuffi: gente di tutte le età, approfittando del suo turno e delle momentanee luci della ribalta, si butta dalle pareti del canyon nella pozza, per poi nuotare nel verde più cristallino. 

I più arditi si arrampicano in destra orografica, dove ci si può tuffare nella piscina ombreggiata da 20 metri circa. Se è troppo per voi, salti di ca 4-5 metri si possono fare, dalla sinistra orografica, nella piscina soleggiata.

Il sito va in ombra verso le 17. Certo la temperatura dell’Arzino è sfidante, ma i suoi colori vi faranno scordare l’acqua fredda. 

Il verde cristallino del torrente Arzino
Il verde cristallino del torrente Arzino

Ritemprati dalle acque dell’Arzino non perdetevi una gita nella quiete di Pradis, e alle sue profondissime grotte verdi dove il sole non arriva mai. Caratterizzate da strettissimi canyon che piccoli torrenti continuano a scavare da millenni, qui, anche in piena estate, dovrete munirvi di maglioncino e giacca a vento.

Situate nel cuore delle Prealpi Carniche, sono formate dall’insieme di una profonda forra scavata nel calcare dal torrente Cosa, da tre caverne principali ad essa collegate, l’Andris di Gercie, l’Andri scur e l’Andri blanc e da centinaia di cavità di origine carsica. Per mezzo di sentieri in discesa e di numerosi gradini si riesce a scendere sino al livello del torrente, in uno scenario certamente suggestivo. 

È provato che le grotte di questa zona offrirono riparo agli ultimi cacciatori neandertaliani di orsi delle caverne, di cui un esemplare è ricostruito, in base ai resti ossei rinvenuti, nel vicino Museo della Grotta.

Le Grotte di Pradis
Le Grotte di Pradis

Info Pratiche

Ci sono due accessi al Paradiso dei tuffi (46.27172, 12.94544) – entrambi sulla Strada Provinciale 1 della provincia di Udine, che collega la pianura Friulana con Tolmezzo – il primo poco più lungo, ma meno pendente del secondo:

  • km 67,8 della SP1, prendete la strada campestre (46.270839, 12.947821) che si fa gradualmente sentiero e arriva sul greto del torrente in circa 7 minuti; 
  • km 68 della SP1, di fronte ad una svolta a sinistra (Via Battaias, dove potete lasciare la macchina), un’apertura nel guard rail (46.271162, 12.945593) dà accesso ad alcuni scalini che proseguono verso il sito attraverso un sentiero un po’ pendente (circa 5 minuti).

Le Grotte Verdi si trovano in Via Pradis di Sotto, in comune di Clauzetto (PN; 46.245572, 12.888144), mentre il Museo della Grotta nel vicino abitato di Pradis di Sotto.