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In Francia esiste un albero straordinario: si donano vestiti per guarire

Viaggiare non vuol dire solo staccare la spina e organizzare una fuga dalla quotidianità, anche se non possiamo negare che farlo fa bene al corpo e alla mente, ma è molto altro. Vuol dire concedersi una possibilità per esplorare il mondo, per arricchire il bagaglio personale e per scoprire i popoli, le culture e i territori che ci circondano.

Ma vuol dire anche crescita, opportunità e coraggio, vuol dire riconoscere i propri limiti, affrontarli e superarli. Vuol dire aprirsi in maniera totale e assoluta a un’esperienza, a volte ignota, che ci permette di condurre un duplice viaggio, quello verso il mondo e quello dentro noi stessi. Ecco perché ogni partenza può trasformarsi in una terapia per l’anima.

E se è vero che ogni avventura, vicina o lontana che sia, ci insegna sempre qualcosa, è altrettanto vero che esistono luoghi incredibili che ci costringono a metterci a nudo. Che ci invitano ad andare oltre il visibile e a connetterci con lo spirito, prima che con il corpo. Hasnon è uno di questi, perché è qui che esiste un albero, situato ai margini della foresta, dove i pellegrini giungono per donare i loro abiti in cambio della guarigione.

Hasnon, l’albero della guarigione

Il nostro viaggio di oggi ci porta lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa, in un comune francese di appena 3000 abitanti situato nel dipartimento del Nord della regione dell’Alta Francia.

Hasnon è una piccola cittadina incorniciata da paludi, boschi e salici, dove la vita scorre a ritmo lento tra passeggiate tra i negozi, circa una ventina, sport e attività outdoor. Non ci sono molti turisti qui, se non quelli che giungono durante la stagione invernale, e nel periodo natalizio, per ammirare le luci e i presepi, per vivere la magica atmosfera dell’Avvento.

Non ci sono molti turisti, dicevamo, ma ci sono i pellegrini che arrivano ad Hasnon per raggiungere la foresta di Raismes Saint Amand Wallers. Non lo fanno solo per un’immersione totale nella natura, o per avvistare gli animali che popolano l’area, ma per raggiungere l’albero della guarigione.

Immerso nella natura, e avvolto in un mistico silenzio, questo albero situato nei pressi di una piccola cappella viene raggiunto ogni giorno da persone di ogni età, e provenienti da ogni parte del Paese. Si tratta di pellegrini che donano capi d’abbigliamento con la speranza di guarire una malattia o una ferita.

Albero della guarigione, Hasnon

Fonte: IPA

Albero della guarigione, Hasnon

Un viaggio dell’anima

Quello di Hasnon non è l’unico esempio di albero della guarigione. L’usanza di appendere capi d’abbigliamento e parti di questi sui rami affonda le sue origini in una tradizione celtica, tanto antica quanto affascinante che è ancora vivida in molte parti del mondo, come in Francia, in Irlanda, in Scozia e in Inghilterra.

Le persone che arrivano nei pressi dell’arbusto, che si trova quasi sempre vicino a una fonte o a un pozzo sacro, appendono abiti o parti di essi con l’intendo di donarli all’albero, invocando con una preghiera lo spirito del bene. Lo fanno con la speranza di ottenere una cura, di guarire da una malattia o una ferita, ma anche come buon auspicio per il futuro.

Così l’albero, immerso in un silenzio mistico e spirituale, si riempie di lembi di stoffa che svolazzano al vento e che conservano e preservano la speranza di viaggiatori e dei pellegrini provenienti da ogni parte del mondo.

Albero della guarigione, Hasnon

Fonte: IPA

Albero della guarigione, Hasnon
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Lungo la nuova Ciclovia del Duca, un itinerario unico

A cavallo tra Italia e Francia c’è un nuovo itinerario da fare in bicicletta (ma, volendo, anche a piedi o a cavallo) che attraversa paesaggi alpini incontaminati. Ripercorre la vecchia Strada Militare 194 e si collega con la più celebre Alta Via del Sale.

È la Ciclovia del Duca, che attraversa gli splendidi scenari naturali del Parco del Marguareis, sul tracciato di un’antica rotabile militare recentemente recuperata e che tocca i territori dei Comuni di La Brigue, in territorio francese, e quelli di Briga Alta e Chiusa di Pesio, in quello piemontese.

Il percorso della Ciclovia del Duca

Il percorso si sviluppa per 15 chilometri, con un dislivello di 1.360 metri. Parte dalla radura del Piano delle Gorre (a 1.030 metri di altitudine), raggiungibile in 13,5 km da Chiusa di Pesio su una strada asfaltata. Si inizia a pedalare sulla stradina sterrata a monte del rifugio fino alle Cascate del Saut a 1.190 metri tra gli alberi.

Dopo un piccolo guado, la ciclovia percorre una suggestiva abetaia con maestose conifere. Dal Gias degli Arpi già a 1.435 metri, si comincia a serpeggiare nell’alpestre e ruvido vallone, con lunghi e regolari tornanti in un paesaggio via via più aperto. Dai praticelli del Colle del Prel a 1.881 metri si rimonta lo stretto intaglio del Passo del Duca a quasi duemila metri in un ambiente rupestre molto pittoresco. Da qui, il tracciato si snoda tra lievi saliscendi tra rocce calcaree e pini mughi, quindi, perdendo un pochino di quota, giunge al Gias delle Ortiche a 1.860 metri.

Si risale, quindi, gradualmente la spettacolare Conca delle Carsene, un’area protetta delle Alpi marittime, ricca di fenomeni geologici, con pietraie, doline e rocce, per raggiungere infine la Capanna speleologica Morgantini a 2.220 metri alla Colla Piana di Malabera.

Da questo punto, si scende sul lato francese uscendo sulla strada bianca dell’Alta Via del Sale, tra Limone Piemonte e Monesi, che permette di proseguire al Rifugio Don Barbera, dal quale è possibile dirigersi a La Brigue e a Tenda oppure continuare verso il più lontano Rifugio Allavena e puntare alle località costiere della Liguria, con notevole varietà di percorsi, rientrando eventualmente con la ferrovia Cuneo-Ventimiglia.

Sull’altro lato, la Via del Sale conduce verso il Colle di Tenda geografico, collegato con Quota 1400 e Limone Piemonte.

Per chi invece inizia la Ciclovia del Duca a monte, in senso opposto, dall’Alta Via del Sale a 2.131 metri, si risale per la Capanna speleologica Morgantini alla Colla Piana di Malabera. Da questo punto, la ciclovia ridiscende verso la Conca delle Carsene e raggiunge la depressione del Gias delle Ortiche, il Passo del Duca e il ripido Vallone degli Arpi con lunghi tornanti, fino a uscire alle Cascate del Saut e al Piano delle Gorre.

Ogni anno dal 2019, per promuovere il tracciato, i primi di settembre viene organizzata la “Route del Marguareis”, un’impegnativa manifestazione cicloturistica non competitiva in traversata da Tenda (Francia) a Chiusa di Pesio per le strade bianche delle Ciclovie delle Alpi del Mediterraneo, tra i 50 tornanti di Tenda e l’Alta via del Sale.

La strada storica

La Ciclovia del Duca non è un percorso totalmente nuovo, ma riprende fedelmente un’antica via di comunicazione, la Strada Militare 194 Certosa di Pesio – Colle della Boaria, sorella minore delle grandi “Strade dei cannoni” delle Alpi Sud-occidentali, frettolosamente terminata nel 1941 dall’impresa Savasta Fiore come mulattiera e che oggi appare ripulita e risistemata nei tratti danneggiati grazie a un sistematico intervento di manutenzione ordinaria.

L’odierno Passo del Duca – che dà il nome alla nuova ciclovia – fu realizzato artificialmente, senza peraltro completare i lavori. Il 9 aprile del 1944, il valico fu minato dai partigiani e saltò in aria durante la Battaglia di Pasqua, sotto i piedi di una colonna tedesca.

La Ciclovia del Duca apre così uno sbocco alla Valle Pesio che finora era praticamente priva di sbocco agevole. Questo percorso interamente ciclabile attraversa le Alpi del Mediterraneo tra il Colle di Tenda e la Colla di Casotto e apre nuovi e meravigliosi itinerari transfrontalieri.

Chi è il Duca che ha dato il nome alla ciclovia

Il “Duca” a cui fu intitolato l’omonimo valico nella Valle Pesio e ora anche alla ciclovia non si sa esattamente chi fosse, ma molto probabilmente c’è una risposta. Il riferimento potrebbe essere ai Duchi di Savoia che, per ragioni non del tutto chiare, interruppero quella che era un’importante via di comunicazione alpina medievale, ma molto probabilmente di origine romana, che da Santa Maria della Rocca e da Chiusa di Pesio, attraverso la Valle Pesio e la Certosa, valicava le Alpi al Passo di Baban e proseguiva verso le Carsene e le terre brigasche.

Tuttavia, lo scrittore Marziano di Maio in “Vaìi, Gias e Vastére” riferisce che, secondo la tradizione locale, su questo passo morì un duca. Al Rifugio Don Barbera si apre il “Colle dei Signori”, pertanto “Duca” potrebbe essere un’accezione generica in senso di personalità di rilievo o condottiero (dal latino “dux”), ma lo stesso autore ricorda anche che, nel dialetto brigasco che si parla nelle Alpi liguri, con il termine “duc” si indica il gufo.

 

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In Francia esiste un castello delle fiabe che deve essere “salvato”

Esistono luoghi che non smettono mai di incantarci perché per forme, colori e dettagli, rimandano proprio a quell’immaginario favolistico che ha caratterizzato inevitabilmente la nostra infanzia. Lo stesso che ci ha fatto sognare da bambini e che non smette ancora di farlo.

Non stupisce, quindi, quella meravigliosa sensazione che proviamo dentro ogni qualvolta ci troviamo davanti ai castelli del mondo, luoghi ricchi di storia e di bellezza che, inevitabilmente, ci rimandano a storie affascinanti e seducenti, vere o leggendarie, che riguardano principi e principesse, cavalieri e regnanti.

Ed è una di queste storie che vogliamo raccontarvi oggi, diversa da quelle che conosciamo ma reale e suggestiva. È quella dello Château de Vigny, il castello delle fiabe in Francia che ha bisogno del nostro aiuto.

Le Château de Vigny

Ci troviamo nella Val d’Oise, nella regione dell’Île-de-France, è qui che esiste uno splendido castello che appare come una visione magica agli occhi di chi lo guarda. Progettato dall’architetto Charles Cazot, lo Château de Vigny è una delle massime espressioni di stile neogotico visibile in ogni suo straordinario dettaglio.

Imponente e maestoso, questo edificio si sviluppa su una superficie di quasi 4000 metri quadrati, e come tutti i castelli che si rispettano, anche questo è circondato da un fossato e protetto da ben sei torri merlate. La struttura ospita 176 camere, mentre tutto intorno si estende un parco naturale di 20 ettari.

Le sue origini risalgono al 1504 quando, il cardinale Georges d’Amboise, scelse di costruire quella che sarebbe stata la sua futura dimora in un sito già occupato da una vecchia struttura medievale. Altre modifiche, visibili nell’aspetto attuale del castello, furono apportate nel 1880 per volontà dell’allora proprietario Philippe Vitali, principe di Sant’Eusebio.

Di secolo in secolo, questo castello situato ad appena 40 chilometri da Parigi, ha fatto da scenografia alle storie e alla vita delle grandi famiglie di Francia che si sono susseguite come proprietarie negli anni.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, però, ha causato ingenti danni alla struttura del castello che, passato per mano di diversi proprietari, è stato abbandonato. Nel 2001 Château de Vigny è stato acquistato da un’azienda giapponese che ha sfruttato i grandi spazi della struttura per inaugurare una scuola di cucina, ma il progetto è poi fallito e il castello è tornato in stato d’abbandono.

Rimesso in vendita nel 2015, l’edificio è stato acquistato dall’imprenditore Fabrice Levesque che aveva come obiettivo quello di trasformare il castello in un hotel di lusso. Purtroppo, però, le condizioni interne erano così disastrose da necessitare di un importante restauro. Così è nata l’Associazione per il salvataggio del castello di Vigny, capeggiata dallo stesso Levesque.

Un castello da salvare

La bellezza architettonica e l’importanza storica di questo castello per tutta la Val d’Oise gli hanno fatto guadagnare il titolo di monumento storico già nel 1984. Nonostante gli sforzi che si sono susseguiti negli anni per la salvaguardia di questo edificio, oggi lo Château de Vigny è in pericolo, motivo per il quale è stata lanciata una raccolta fondi aperta a tutti.

Nonostante dall’esterno il castello non sembra aver subìto i danni del tempo, in realtà, i suoi interni vertono in condizioni disastrose, motivo per il quale attualmente la struttura è chiusa al pubblico. Ma se vi trovate nella Val d’Oise, il consiglio è quello di raggiungerlo per ammirare tutto il suo incanto anche da fuori.

E se a guardarlo avete la sensazione di averlo già visto da qualche parte, lasciatevi dire che non vi state sbagliando. Château de Vigny, infatti, ha fatto da sfondo al videoclip Te Amo di Rihanna, nonché a pellicole come Les Barbouzes, Les Tontons flingueurs e Versailles.

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In Francia c’è un piccolo porto che sembra dipinto da un artista

Esistono dei luoghi che sono così belli da non sembrare veri, che assumono forme e colori che assomigliano in tutto e per tutto a cartoline dipinte da un artista. E invece sono reali, come solo loro sanno essere. Ed è solo raggiungendoli, contemplandoli e vivendoli che possiamo scoprire quanto è meraviglioso il mondo che abitiamo e quanto questo è capace di sorprenderci ogni volta, sempre un po’ di più.

Ed è l’incanto che prende il sopravvento, dentro e fuori, quando raggiungiamo quel pittoresco porto di pescatori che si trasforma nella cartolina di viaggio più bella che abbiamo mai visto. Un luogo che si apre soltanto davanti allo sguardo dei più attenti osservatori perché, come un tesoro prezioso, è protetto e nascosto dalle case, dai palazzi e dalle attrazioni di una grande città.

Per scovarlo dobbiamo tornare nella splendida Marsiglia. È qui, infatti, che nascosto sotto il viale della corniche Kennedy, c’è un piccolo e tradizionale porto che sembra dipinto da un artista. Benvenuti a Vallon des Auffes.

Vallon des Auffes

Ogni luogo, nel mondo, ha la sua cartolina di viaggio. Quella che immortala il paesaggio più iconico, suggestivo e affascinante dell’interno territorio. E come tutti anche Marsiglia ne ha una.

A campeggiare sull’immagine troviamo lui, il porto di Vallon des Auffes. Un porticciolo accogliente e pittoresco che sembra trasportare i viaggiatori in un luogo che non è assoggettato alle leggi del tempo e dello spazio. L’atmosfera, infatti, sembra sospesa, mentre tutto intorno scorre velocemente.

Raggiungere il porto marsigliese non è poi così difficile. Vallon des Auffes è situato nel settimo arrondissement di Marsiglia, a una manciata di chilometri dal Vieux-Port, tra la Plage des Catalans e la baia di Malmousque. Per arrivare a questa piccola valle potete percorrere la corniche Kennedy, una delle strade panoramiche vista mare più belle d’Europa che costeggia la città di Marsiglia. Arrivati nei pressi del Monumento all’Esercito d’Oriente, scoverete una scala che conduce direttamente al piccolo porto. Lì, dove inizia la magia.

Marsiglia: dentro una cartolina

Scavalcato l’ultimo gradino, vi ritroverete all’interno di quello che sembra uno dei quadri più belli dipinti da un’artista. Con la sua atmosfera tradizionale, che sembra essere ferma a tanti anni fa, Vallon des Auffes incanta e stupisce per la sua bellezza.

Una volta arrivati qui, i sensi saranno avvolti da contrasti di colori, profumi tradizionali e brusii della natura che si confondo tra le chiacchiere delle persone. Prendetevi tutto il tempo per contemplare il panorama e i suoi straordinari dettagli. Tutto, qui, merita la vostra attenzione.

Vallon des Auffes non è molto grande, eppure la sua bellezza è maestosa. Ad accogliervi nel porticciolo ci saranno le pointu, le tradizionali barche da pesca che sono simbolo e icona del Mediterraneo, che galleggiano suggestivamente sulle acque turchesi che bagnano Marsiglia.

Tutto intorno, invece, le piccole case dei pescatori, caratterizzate da una palette cromatica cangiante e vivace, costeggiano vicoli stretti e stradine tortuose che vi accompagneranno nel cuore pulsante di questo piccolo porto.

A fare da cornice, a questo scenario da cartolina, ci sono gli archi di pietra e mattoni che creano la giusta distanza tra questo piccolo paradiso e il mondo esterno. Vallon des Auffes, infatti, è il luogo migliore da raggiungere per chi cerca un po’ di tranquillità dal caos cittadino e costiero e per chi vuole provare i piatti della tradizione marsigliese nei ristoranti caratteristici immersi in un’atmosfera unica.

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Il fascino del Sud della Francia conquista i vip

Star di Hollywood, influencer e persino teste coronate. Il Sud della Francia da secoli attira il bel mondo e quest’estate non è da meno. Sono stati avvistati sulla Promenade des Anglais a Nizza, sulle splendide spiagge di Pampelonne, tra i vicoli dei piccoli borghi arroccati sulle alture della Costa Azzurra e nelle boutique del lusso.

Sì, perché, prima di partire per le lunghe vacanze estive, una tappa sulla Côte non può mancare e ci si dà tutti appuntamento qui. Complice anche il Gran Premio di Formula Uno di Francia, che è tornato a svolgersi da qualche anno nel rinnovato circuito Paul Ricard di Le Castellet, nell’entroterra del Var, che da giorni si prepara ad accogliere sportivi ma, come al solito, anche tante celebrity.

Le vip nostrane a St Tropez

La prima a sbarcare da queste parti qualche giorno fa è stata Chiara Ferragni, ospite a St Tropez di un mega evento organizzato dal brand di moda Miu Miu. Con lei anche altre influencer che hanno animato la spiaggia di Ramatuelle.

Poi è arrivata anche Melissa Satta. A bordo di un elicottero, è atterrata a St Trop e si è rilassata all’ombra dei freschi canneti che portano direttamente in spiaggia e nei lussuosi locali pieds dans l’eau.

Gli ospiti fissi della Riviera francese

Ma il Sud della Francia è anche la meta delle vacanze di personaggi famosi e di reali, tra chi possiede una villa sulla costa e chi fa tappa regolarmente.

Tra gli ospiti fissi ci sono Elton John, che possiede una splendida proprietà sulle alture di Nizza, talmente grande da vedersi chiaramente anche solo passeggiando sulla Prom e per questo dai locali è stato soprannominato “King of the Hill”, “Re della collina”. La villa d’epoca color canarino si trova su Mont Boron, la zona più lussuosa della città.

Chi frequenta la Costa Azzurra durante tutto l’anno si è sicuramente imbattuto in Bono Vox, frontman degli U2, che ha una sontuosa villa sul lungomare di Eze. Lo s’incontra un po’ ovunque, in una pizzeria al porto di Beaulieu-sur-Mer o in un locale di Antibes o sulla spiaggia di St Tropez o ancora in bicicletta lungo la Corniche.

Gli habitué della Costa Azzurra

Ma c’è chi ama frequentare il Sud della Francia quando arriva la bella stagione e la lista delle celeb sarebbe infinita. Basti sapere che tra gli habitué ci sono il principe Harry e la moglie Meghan (Markle), avvistati ogni estate in quel di Nizza. Poi c’è la regina del pop, Madonna, che ama scorrazzare in barca lungo la costa e, quando viene in Europa, fa la spola tra la Costa Azzurra e il nostro Salento.

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È la prima meta per il turismo sostenibile in Francia

La più grande Regione della Francia vuole diventare la prima per il turismo sostenibile. Certo, con i suoi cinque parchi naturali, la riserva mondiale della biosfera dell’Unesco, i 750 chilometri di costa, le dune di sabbia, le grotte da esplorare nell’entroterra e le isole che ne fanno parte non stupisce il fatto che punti a questo primato.

Stiamo parlando della regione della Nuova Aquitania o Nouvelle-Aquitaine, nell’estremo Ovest della Francia, affacciata sull’Oceano Atlantico, la cui città più famosa nonché suo Capoluogo è Bordeaux, giusto per capire.

Città del vino a parte, nella Nuova Aquitania la natura è diventata una priorità assoluta ed è la meta perfetta per un tipo di turismo “slow”, che offre diversi itinerari da percorrere in bicicletta o sull’acqua con tante crociere fluviali oppure lungo la splendida costa.

I panorami più belli di Francia

Questa Regione ha un paesaggio estremamente vario e per questo è, forse, uno dei più belli del Paese d’oltralpe. Dai picchi dei Pirenei, al confine con la Spagna, alle dune lungo la costa fino alle falesie c’è davvero di tutto per chi cerca una vacanza all’insegna della sostenibilità.

Il massiccio della Rhune, dove corre la frontiera franco-spagnola, un tempo era meta di pastori, con anfratti talmente nascosti che solo loro e le greggi conoscevano, tra cui degli antichissimi dolmen. Oggi questi blocchi di pietra diretti verso il Sole si possono visitare, ma attorno aleggiano ancora delle misteriose leggende oltre a essere frequentati dai Pottok pony, dei cavallini selvaggi autoctoni. Vi si accede grazie a un bellissimo trenino a cremagliera, il Train de la Rhune, che viaggia solo d’estate.

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Fonte: 123rf

Il Train de la Rhune sui Pirenei francesi

La Dune du Pilat, la duna di sabbia più alta d’Europa, si trova proprio nella Nuova Aquitania. Alta 117 metri per 2,7 km di lunghezza, è uno dei luoghi più incredibili che si possano vedere: interamente fatta di quarzo, nella sua costante trasformazione regala un panorama affascinante in quanto il minerale sbriciolato la colora di sfumature bianche e rosa. Anche dalla sua cima si gode di una vista eccezionale.

Si trova a una settantina di chilometri da Bordeaux e in prossimità del bacino di Arcachon, un bacino d’acqua salata che comunica con l’Oceano Atlantico e che, durante la bassa marea, si trasforma in un reticolo di canali navigabili e di straordinari banchi di sabbia.

E poi ci sono le falesie, quelle di Meschers-sur-Gironde, alte 30 metri, che costeggiano la cosiddetta “Côte de beauté”, la costa della bellezza, di un bianco abbagliante sul più grande estuario d’Europa. Un tratto costiero unico, fatto di grotte e di caverne troglodite come le grotte di Régulus e di Matata che sono aperte al pubblico. Il punto più belle da cui ammirare le falesie è dal villaggio di Talmont-sur-Gironde.

Itinerari in bicicletta

Nella regione si trova la pista ciclabile più lunga della Francia, la Vélodyssée. Tra la Pointe de Grave ed Arcachon, si attraversano 160 chilometri di paesaggi meravigliosi immersi nella natura, tra laghi – come il Lac d’Hourtin  – e pinete e lungo la costa selvaggia molto amata dai surfisti (specie a Carcans), fino alle dune e alle spiagge bianche di Bombannes.

Lungo i canali in barca

Visitare la Nuova Aquitania a bordo di un’imbarcazione consente di scoprire scorci unici e inaccessibili altrimenti.  Si possono fare escursioni in giornata ma anche soggiornare su una barca. Il Canale della Garonne è uno dei luoghi più amati durante le vacanze d’estate, ma le navigazioni si possono fare anche lungo la Charente e il Lot (dove si può noleggiare una barca alimentata a pannelli solari).

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Fonte: 123rf

Navigazione lungo il Canale della Garonna

Il Canale della Garonna attraversa paesaggi incredibilmente suggestivi e costeggia boschi di platani centenari, ma anche diverse cittadine pittoresche. Come Agen famosa per il suo ponte sul canale, Sérignac-sur-Garonne con il tetto elicoidale della chiesa, Buzet-sur-Baïse, dove Garonna e Baïse s’intersecano, l’abitato di Meilhan-sur-Garonne e Castets-et-Castillon dominata dal Château du Hamel.

Inoltre, questo canale è costeggiato dalla ciclabile Véloroute – Le Canal des 2 Mers lunga oltre 700 km, che collega la costa mediterranea con quella atlantica.

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La piccola Normandia d’Italia ti lascerà senza fiato

Esiste un luogo di indescrivibile bellezza dove l’azzurro dell’acqua si perde e si confonde con quello del cielo. Un posto che profuma di finocchietto selvaggio, campi fioriti e di mare. Un paradiso terrestre dove la montagna incontra il mare e con questo si fonde, fino a creare uno spettacolo incantato che lascia senza fiato.

La natura, tutto intorno, fa da cornice a questo panorama con i suoi campi fioriti che sembrano quasi volersi tuffare da quella scogliera. È qui che si può ammirare la grande bellezza del mondo che abitiamo.

Ma non c’è bisogno di prendere voli aerei o di affrontare giorni interi di viaggio, perché questo luogo straordinario si trova nel nostro Paese. È la piccola Normandia d’Italia, è la riserva Riserva Naturale di Punta Aderci.

Punta Aderci, il gioiello della costa abruzzese

Ci troviamo in Abruzzo, in uno dei tratti di costa più belli di tutta la regione. È qui, nel comune di Vasto, che nel 1998 è stata istituita una riserva naturale e regionale con l’obiettivo di valorizzare e preservare un territorio tanto variegato quanto straordinario. Un paesaggio fatto di promontori, spiagge, baie e calette, ma anche di trabocchi e di un mare incantato.

La riserva, accessibile gratuitamente tutto l’anno, è caratterizzata da una zona pianeggiante che ospita vigneti, oliveti e appezzamenti di terra che si perdono a vista d’occhio. Da una parte la natura verdeggiante e rigogliosa, dall’altra il mare che si spinge verso l’infinito.

Le cose da fare qui sono tantissime perché infinite sono le meraviglie che si snodano nella costa abruzzese. C’è il trabocco di Punta Aderci, situato nel cuore della riserva, che incanta con tutto il suo valore storico e paesaggistico. Ci sono poi le spiagge, ampie e sabbiose, che si alternano a quelle scogliere che si tuffano delle acque turchesi.

L’area di maggiore interesse naturalistico della Riserva Naturale di Punta Aderci è la straordinaria spiaggia di Punta Penna, un anfiteatro naturale, libero e selvaggio, dove le dune si alternano a specie vegetali per poi lasciare spazio a una sabbia fine e dorata bagnata dal mare.

La spiaggia, che si estende per chilometri, si trova proprio sotto al promontorio di Punta Aderci. La sporgenza rocciosa a picco su mare definisce l’intero paesaggio trasportando i viaggiatori in un universo onirico, in quella che è stata definita la piccola Normandia d’Italia.

Riserva Naturale Regionale Punta Aderci

Fonte: iStock

Riserva Naturale Regionale Punta Aderci

La piccola Normandia d’Italia

La Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci è un luogo che affascina e conquista per quel panorama variegato e mozzafiato che si ammira chilometro dopo chilometro, ma anche per quel promontorio suggestivo che caratterizza l’intera costa.

Soprannominato piccola Normandia, il promontorio ricorda proprio gli straordinari paesaggi della regione del nord delle Francia, quelli dove le scogliere a strapiombo sul mare e sulle lingue di sabbia lasciano senza fiato. E così succede anche in questo tratto di costa abruzzese dove si passa dalla sabbia dorata ai ciottoli, da una macchia mediterranea rigogliosa ai campi agricoli, per arrivare alle acque turchesi sotto a quel promontorio che si innalza dolcemente sui 26 metri sul livello del mare e domina l’intera riserva.

Salire in cima è una tappa obbligata, da qui è possibile ammirare la Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci nella sua totalità. Aguzzate la vista perché se il tempo lo permette è possibile anche avvistare la la Majella, il Gran Sasso e i Monti Sibillini.

Riserva Naturale Regionale Punta Aderci

Fonte: iStock

Riserva Naturale Regionale Punta Aderci
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Ode a Marsiglia: la città più antica e meno francese della Francia

Esistono luoghi che sanno incantare al primo sguardo, che sanno meravigliare e conquistare, che sanno farci innamorare senza neanche bisogno di spiegare. Ce ne sono altri, invece, che necessitano essere compresi, esplorati, ascoltati mentre loro si raccontano generosamente. Che hanno bisogno che le persone si spoglino degli abiti da turisti per indossare quelli da esploratori, perché è solo così che potranno immergersi nelle tradizioni e nelle contraddizioni, nelle culture e nelle storie che appartengono a determinate destinazioni.

Ed è questo quello che chiede Marsiglia, di essere guardata, osservata e vissuta. La città del sole e del mare, quella degli 11 quartieri e dei quasi 900000 abitanti, che non sono solo francesi, ma che provengono da ogni parte del mondo. Che scelgono di vivere in questo luogo affascinante e seducente che con i secoli è diventato crocevia di storie, culture e popolazioni.

Marsiglia è la capitale della Provenza, è la città più antica della Francia. Eppure Marseille, c’est pas la France, dice chi la conosce bene, chi qui ci vive da sempre e tutti quelli che l’hanno scelta per ricominciare. Già perché Marsiglia è la città meno francese di tutto il Paese, eppure è quella che, più di tutte, sa entrare nel cuore.

Marsiglia

Marsiglia

Benvenuti a Marsiglia

I grandi palazzi periferici e gli agglomerati in cemento che si trovano prima di entrare nel cuore della città fanno subito comprendere che Marsiglia non ha nulla a che fare con l’eleganza perfetta che caratterizza le altre città di Francia. Non c’è quell’atmosfera romantica e suggestiva che ha reso celebre nel mondo la Ville Lumière, non ci sono i villaggi attraversati dai canali, né quelli che sembrano usciti da i libri di fiabe. Ma c’è molto altro.

Ci sono le persone che ti accolgono e ti presentano la loro vita, quella scandita da ritmi semplici e altrettanto movimentati, ci sono le storie che affondano le loro radici in secoli lontani e che si palesano tra le strade, le vie, il porto e le barche dei pescatori. Ci sono le strade costiere che si snodano al di là del centro storico e che si aprono su paesaggi magici e suggestivi, sulle corniches che durante i mesi di bella stagione traboccano di sole.

Marsiglia è così ricca e variegata che non può essere spiegata, ma solo vissuta. Il suo stesso patrimonio culturale è un unicum che fonde antico e moderno, passato e presente, storia e religione, architettura imperiale e romana.

No, Marsiglia non è la Francia perché è anche l’Italia, la Spagna e il Portogallo. Perché con gli anni è diventata il punto di incontro di popolazioni, culture e tradizioni. Perché la sua storia secolare di città portuale ha ospitato e incontrato molte altre storie provenienti da tutte le parti del mondo.

Ed è facile qui, mentre si chiacchiera con le persone del posto o ci si siede al tavolo di uno dei tanti ristoranti in città, dimenticarsi di essere nel Paese delle colline della Champagne, dei castelli della Loira, della Tour Eiffel e del Moulin Rouge. Perché tutti qui diventano cittadini di Marsiglia, e diventando cittadini di Marsiglia diventano cittadini del mondo.

Marsiglia

Marsiglia

Nel cuore di Marsiglia

Non aspettatevi grandi attrazioni turistiche a Marsiglia perché la città non vuole affatto diventare una trappola per viaggiatori. Lei è così, nuda e cruda, bella e complicata. È la città delle distese di cemento e del porto, dei ristoranti internazionali e di quelli caratteristici.

È la città della maestosa Cattedrale la Major che si affaccia sul mare e di Notre-Dame-de-la-Garde che veglia dall’alto su tutto il territorio, è la città del vecchio e suggestivo quartiere di Le Panier e del magico Vallon des Auffes, il piccolo paradiso di pesca del 7° arrondissement.

Il suo cuore, neanche a dirlo, è il vecchio porto, quello in cui i Fenici sbarcarono per dare inizio alla sua storia. È qui che inizia Marsiglia, è da qui che partono le strade che portano al centro storico, al grande museo delle Civiltà Europee e del Mediterraneo, al mercato del pesce, ai ristoranti caratteristici e internazionali, alla ruota panoramica e alle stradine che salgono e scendono e che permettono di ammirare il suo volto più autentico.

Vallon des Auffes, Marsiglia

Vallon des Auffes, Marsiglia

 

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Caen, la città francese tra luci e scorci magici

Cittadina vivace, tappa quasi obbligata nell’itinerario per la visita delle spiagge dello sbarco, Caen, conosciuta anche con il soprannome di la città delle 100 guglie, è un luogo pieno di sorprese e frizzante vita notturna. I monumenti si illuminano di luci colorate, i mercati serali animano le vie del centro storico sino alla marina. Tra monumenti e scorgi suggestivi, il capoluogo della bassa Normandia merita di essere scoperto. Un passato turbolento per via delle conseguenze del secondo conflitto mondiale, non ha impedito a Caen di rinascere e valorizzare il centro e i quartieri con un’interessante proposta culturale.

I monumenti simbolo di Caen

Tra i simboli di Caen, da segnare sulla mappa della città, c’è sicuramente il suo imponente castello che domina ancora il centro cittadino. Raggiungere i camminamenti delle mura medievali, dall’alto dei suoi bastioni, il panorama a 360 gradi su Caen è davvero incantevole. Da visitare, al suo interno, ci sono senza dubbio: la Sala dello Scacchiere, il Museo della Normandia, il Museo delle Belle Arti, la Loggia del Governatore e la Chiesa di Saint-Georges. All’esterno, ideale luogo di svago molto frequentato soprattutto in primavera-estate, si trova un grande parco giochi, l’orto botanico e un parco che ospita diverse sculture.

Il tour alla scoperta di Caen può proseguire visitando due noti edifici della città, voluti da Guglielmo il Conquistatore, che la città, la più potente della Normandia: l’Abbazia degli Uomini e l’Abbazia delle Dame, che oggi ospitano il municipio e il consiglio regionale. L’Abbazia degli Uomini, gioiello di architettura romanica e gotica, prima ospitò i monaci, in seguito diventò liceo, e ancora un ospedale durante la seconda guerra mondiale. Al suo interno, nel coro gotico, si trova l’imponente tomba di Guglielmo il Conquistatore (in realtà, per sicurezza e timore che venisse trafugata, oggi custodisce solo un frammento osseo del sovrano).

Anche l’Abbazia delle donne, altro luogo imperdibile di Caen, venne utilizzata per diversi scopi nella storia: prima monastero di suore benedettine, poi ospedale e ospizio. Ospita la magnifica cripta e la tomba di Mathilde di Fiandre, regina d’Inghilterra, duchessa di Normandia e moglie di Guglielmo il Conquistatore. Il momento ideale per visitare questo luogo, e il suo parco, è il tramonto: la vista sulla città al calar del sole è unica.

Quartieri e scorci pittoreschi

Monumenti imponenti e maestosi e piccole viuzze graziose e ricche di scorci pittoreschi. Passeggiare per gli antichi quartieri di Caen, sintesi dell’architettura normandise, è indimenticabile. Rue du Vaugueux, ad esempio, si trova proprio sotto il castello, ed è rimasto intatto, fermo nel tempo. Qui si trovano le caratteristiche case a graticcio, colorate e adorante di fiori. Questo è il quartiere medievale di Caen, riqualificato negli ultimi decenni, e divenuto un vero cuore pulsante della città: vivace, pieno di locali e ristoranti tra i più rinomati della zona. Da non perdere, per scatti fotografici da cartolina, sono poi le case a graticcio più antiche. Si trovano in rue Saint Pierre e in rue de Geôle: la più famosa è Maison des Quatrans, costruita nel 1460.

Se volete visitare la strada più antica di Caen, invece, dovete dirigervi in Rue Froide, una via acciottolata e costellata da botteghine, atelier, caffè e molte librerie (anche per bambini). Questa antica strada ha mantenuto immutato tutto il suo fascino medievale. Tra le cose da fare necessariamente c’è quella di spiare nei cortili della case: residenze borghesi che nascondono giardini rigogliosi, angoli romantici ed opere d’arte. Ad esempio, al civico 16 di rue Froide, che si affaccia sull‘ex Maison des Sens, famosi vetrai del XVI secolo, si trova uno splendido portico da fotografare.

La marina e le spiagge di Caen

Dal cuore della città di Caen si arriva al mare, al porto turistico, dove è bello concedersi una passeggiata in ogni momento della giornata, di giorno e di notte. Caen, come detto, può essere il punto di partenza per visitare le spiagge dello sbarco in Normandia come Omaha Beach, Gold Beach, Juno Beach. Al porto di Caen si trovano ormeggiate meravigliose barche a vela, terrazze, bar e ristoranti sulla promenade Quai Vendeuvre. Da non perdere qui, nella giornata di domenica, il tradizionale mercato di Saint-Pierre. In estate questo luogo si anima ancora di più con spettacoli di luci, musica e il mercato notturno.

Il quartiere più modaiolo e di tendenza di Caen, si trova proprio a pochi passi dal porto turistico. E’ la Penisola di Caen, che ospita la note biblioteca Alexis de Tocqueville, dall’architettura futuristica, con le luminose facciate in vetro e l’affaccio meraviglioso sulle rive dell’Orne. Questo è il paradiso per gli amanti dell’arte, soprattutto di street art: intorno all’edificio, infatti, è possibile ammirare moltissime opere di street artist francesi (e non solo), e notevoli murales. Qui si tengono diversi concerti e spettacoli. Un quartiere luminoso che si riflette nelle acque del fiume.

 

Caen, Normandia

Un angolo di Caen

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Le luci si sono accese su Lille: è iniziata la magia

Il Festival dedicato al Video Mapping, l’arte immersiva e suggestiva che fonde l’ambito visuale e quello digitale, è arrivato a Lille, ma questo è solo l’inizio di una magia spettacolare che si diffonderà nei prossimi mesi nella regione dell’Hauts-de-France.

Ci troviamo nell’Alta Francia, nella deliziosa capitale della regione, nonché cuore pulsante di tutto il territorio. Un centro universitario, culturale e dinamico indissolubilmente legato alle Fiandre francesi. Sul territorio, infatti, è possibile ammirare ovunque le influenze fiamminghe.

Il centro storico di Lille è una vera meraviglia: casette a schiera affiancante le une con le altre sono le testimonianze dell’architettura del XVII secolo, gli edifici che si affacciano sulle strade accompagnano i cittadini e i viaggiatori nella grande e suggestiva piazza centrale, che prende il nome di Grand Place, e in altri luoghi iconici della città come la storica Opéra de Lille in Place du Théâtre che, ora, è più splendida che mai.

Lille's opera, Video Mapping Festival

Lille’s opera, Video Mapping Festival

Dal teatro dell’Opera alla stazione: tutti i monumenti illuminati da luci e colori

L’Opéra de Lille, monumento storico di Francia dal 1999, è diventato ancora più straordinario da quando i fasci di luce lo hanno illuminato in occasione dell’inaugurazione della quinta edizione del Video Mapping Festival. Insieme al teatro, anche altri monumenti iconici della città di Lille si sono accesi per magia.

La proiezione di due bambine, che salgono le scale, cambia il volto alla stazione ferroviaria di Lille che, non è mai stata così bella. Anche la facciata del Théâtre du Nord in Place du Général de Gaulle incanta e stupisce mentre delle proiezioni astratte, luminose e colorate si susseguono una dopo l’altra.

Lille è avvolta e immersa in una luce nuova grazie al Video Mapping Festival nella regione Hauts-de-France che è giunto alla sua quinta edizione. Attraverso la raffinata combinazione fra arte e tecnologia, questo spettacolo immersivo e suggestivo è destinato a rendere le città, e i suoi punti di riferimento, delle opere incantate.

Venerdì 11 marzo è stato il turno di Lille: una serie di proiezioni si sono accese sui monumenti iconici della città consentendo un tour delle meraviglie. Ma come vi abbiamo anticipato, questo non è che l’inizio. Il festival, infatti, toccherà altre venti città della regione Hauts-de-France con spettacoli di grande bellezza che seguiranno fino al mese di ottobre 2022. Scopriamo quando e dove.

Video Mapping Festival, Stazione di Lille

Video Mapping Festival, Stazione di Lille

Il Festival di Video Mapping a Hauts-de-France: gli appuntamenti imperdibili

Sembra che questo sia davvero il periodo migliore per organizzare un viaggio nella regione dell’Alta Francia, per scoprire e riscoprire quei luoghi che da sempre ci incantano da un’altra prospettiva data dalle luci e i colori che illuminano i celebri monumenti, le piazze e gli edifici iconici.

Il prossimo appuntamento sarà a Le Touquet-Paris-Plage il 26 marzo; seguirà Beauvais l’8 aprile e Lannoy il 6 maggio. Il festival toccherà anche le città di Lens, Marcq-en-Barœul, Noyon, Péronne, Saint-Omer, Saint-Quentin, Senlis. Il calendario dettagliato degli eventi è disponibile sul sito ufficiale del Festival di Video Mapping.

L’ultimo appuntamento di questo tour delle meraviglie, invece, sarà sabato 22 ottobre 2022 ad Amiens. Per l’occasione sarà organizzato un video mapping tour che permetterà di riscoprire la pittoresca città francese sotto un’altra luce.

Theatre du Nord, Lille

Theatre du Nord, Lille