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In Friuli tra wild swimming, meraviglie naturali, borghi e cultura

Un enorme punto interrogativo: se si guarda da una foto satellitare il corso del Tagliamento, il fiume più importante, caratteristico e identitario del Friuli, lo si vede disegnare, con il suo ampio letto grigio solcati da azzurri canali che si staglia nelle immagini aeree, un’ampia curva iniziale per poi andare giù dritto, lungo la verticale nord-sud, fino a gettarsi nell’Adriatico.

In effetti il Tagliamento nasce nei pressi del Passo della Mauria, in Carnia, e scorre in direzione est fino al magico borgo di Venzone. Qui, scontrandosi con il massiccio montano delle Prealpi Giulie, è costretto a deviare repentinamente il suo corso verso sud con una grande curvatura che, molti chilometri più a valle, si stabilizza in un percorso più rettilineo verso sud.

Quella forma che ricorda un punto interrogativo ha un significato metaforico ma preciso: lungo il corso del Tagliamento si trovano molte risposte alle vostre domande sui luoghi da visitare nella vostra prossima vacanza in Italia.

Monte Cuar Friuli Tagliamento

Fonte: Getty Images

I canali intrecciati del corso del Tagliamento

Il Friuli è un paradiso per l’outdoor, una terra delle acque che invita a nozze gli amanti del wild swimming e della natura, un territorio bellissimo pieno di ricchezze culturali e culinarie che, malgrado una costante crescita turistica in anni recenti mantiene la sua originalità e offre zone ancora molto poco battute, ma assolutamente imperdibili.

Il Tagliamento e i suoi affluenti: le spiagge più belle del Friuli

Tagliamento, Arzino, Leale, ma anche Torre, Natisone, Isonzo e molti altri ancora. Sono i nomi di alcuni dei fiumi che condiscono il territorio del Friuli di una molteplicità di stupende spiagge d’acqua dolce, tra piscine naturali, canyon da esplorare e grandi cascate.

Le spiagge più belle del Friuli, infatti, non sono sul mare. Niente da togliere al litorale adriatico della regione, ma le vette di bellezza raggiunte dai fiumi e dai torrenti che costellano le mille valli delle province di Udine e Pordenone restano irraggiungibili: spiagge di minuscoli sassolini bianchi levigate dallo scorrere millenario dei corsi d’acqua, stupendi ambienti naturali da esplorare, torrenti dalle acque cristalline che regalano ogni possibile colorazione nello spettro del blu e dell’azzurro.

Friuli Val d'Arzino

Fonte: Lorenzo Calamai

Le sinuose curve dell’Arzino, uno dei torrenti più belli del Friuli

Uno spettacolo a cui è difficile resistere e che è molto vario: lungo il corso del Tagliamento sono innumerevoli le discese sull’ampio greto del fiume, dove in ogni giorno d’estate è possibile scorgere il cono degli ombrelloni piantati tra la ghiaia, mentre la gente si rinfresca dalla calura gettandosi nelle fredde acque del fiume; il torrente Arzino, suo affluente, è assai più selvaggio e montano, ma regala la possibilità di esplorarlo camminando direttamente nel letto del torrente, e i suoi colori sono unici; il torrente Palâr ha i puoi bei trampolini per tuffi adrenalinici tra le sue acque cristalline, e lo si può risalire esplorando un ambiente fluviale incontaminato; il fiume Natisone, più a est, è adatto a tutti i gusti, con spiagge comode da raggiungere e acque temperate dove sguazzare gioiosamente.

Spilimbergo e Venzone, borghi da non perdere

Il Friuli, la zona centro-occidentale della regione Friuli-Venezia Giulia, comprendente le province di Udine e Pordenone, è un territorio pieno non solo di attrazioni naturali, ma anche di splendide opere dell’uomo, che si possono ammirare nei borghi medievali e rinascimentali che popolano il suo territorio.

Il Duomo romano-gotico, il Palazzo del Daziaro, la Loggia della Macia e il Castello con il suo Palazzo dipinto sono le principali attrazioni del bel borgo di Spilimbergo, sulla sponda occidentale del Tagliamento. Una cittadina curata e viva, movimentata dai tanti eventi culturali che si susseguono nelle sue strade lastricate e pedonali del centro storico, animata dalle osterie che popolano i suoi vicoli e immersa in una atmosfera rinascimentale conferitale dalle opere d’arte di Giovanni Antonio de’ Sacchis, detto il Pordenone, e dalle architetture che riportano gli stilemi romanici, gotici, e del Rinascimento Veneto.

Spilimbergo-Friuli
Il centro di Spilimbergo, uno dei borghi più belli del Friuli

Spilimbergo è inoltre per la Scuola mosaicisti del Friuli, centro di formazione di fama mondiale nell’antica (e resa contemporanea) arte del mosaico.

Ben più a monte, seguendo il corso del Tagliamento, si incontra Venzone. Antica cittadina rasa al suolo dal terremoto del 1976, è stata ricostruita così com’era, pietra per pietra, riportandola ad essere l’unico esempio rimasto in Friuli di cittadina fortificata del Trecento.

Cinta dalle antiche mura, Venzone affascina con la sua atmosfera medievale, con il Duomo di Sant’Andrea a recitare il ruolo di grande protagonista della scena. Il Municipio è uno splendido esempio di palazzo di stile gotico veneziano.

Nella Cappella di San Michele, vicino al Duomo, sono conservate le mummie di Venzone, una serie di corpi risalenti al XIV secolo. Nel Seicento circa una quarantina di mummie venne estratta dalle tombe del Duomo: il processo di mummificazione non era dovuto ad opera umana, ma a particolari condizioni naturali del luogo. I motivi esatti per cui la mummificazione sia stata possibile non è ancora stato determinato con precisione, ma si ritiene sia dovuto a una temperatura e umidità particolarmente adatte, oltre alla consistente presenza di solfato di calcio nel terreno e, forse, di un particolare tipo di fungo idrovoro.

Duomo di Venzone
Mura e Duomo di Venzone

Le colline di San Daniele e i gusti del Friuli

Un viaggio in Friuli non può prescindere dalle gioie del palato, che in Friuli sono peraltro più economiche che in molte altre regioni d’Italia, che si parli di cibo o di buoni bicchieri.

San Daniele del Friuli, oltre a essere un borgo seduto sul cocuzzolo di una dolce collina e meritare una visita, è naturalmente la patria di uno dei prosciutti più rinomati del Paese. La cittadina offre osterie e ristoranti di tutti i livelli e per tutte le tasche per assaggiare un prodotto prodigioso e unico al mondo, mentre le persone del luogo sapranno edurvi su quale, secondo loro, sia il prosciuttificio che in quel momento offre il prodotto migliore.

Da non perdere l’abbinamento con i fantastici formaggi locali e con alcuni dei vini bianchi più pregiati d’Italia, anche se non sono da sottovalutare i vini rossi freschi e leggeri che accompagnano spesso i pasti dei friulani.

Re della cucina friulana, infine, è il frico, ricetta contadina simbolo della regione. Si tratta di una sorta di tortino con due soli ingredienti di base: patate e formaggio. Lo si può arricchire con cipolla, salsiccia, speck, ma la ricetta di base prevede solo l’unione di qualche patata, come legante, e di una ricca grattugiata di formaggio che viene fatto fondere, fino a formare una crosticina dorata all’esterno. È così pronto ad essere impiattato per far innamorare della cucina friulana qualunque ospite, come accade da innumerevoli generazioni.

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Cosa fare a Comacchio, la “piccola Venezia” sul Delta del Po

Comacchio, situata nella provincia di Ferrara, è spesso soprannominata la “piccola Venezia” per i suoi canali e ponti altrettando suggestivi e affascinanti. Questa cittadina nel cuore del Parco Regionale del Delta del Po offre una straordinaria combinazione di storia, cultura e natura ed è una piacevole meta per una gita di qualche giorno, praticamente tutto l’anno.

Comacchio, di sale e pesca

Con origini che risalgono all’epoca etrusca, Comacchio ha una storia piuttosto antica. Durante il Medioevo la città è stata un importante centro di commercio e produzione di sale, un’attività che contribuì notevolmente alla sua prosperità. La pesca, un’altra risorsa vitale, ha modellato la cultura e l’economia di Comacchio nel corso dei secoli. I monumenti e musei testimoniano la ricca eredità della città, come ad esempio, il Museo Delta Antico, situato nell’ex Ospedale degli Infermi, che espone reperti che raccontano la storia della vita sul Delta del Po dalla preistoria all’epoca romana. La produzione di sale, tra l’altro, è stata ripresa a fini culturali e didattici: dopo un lungo periodo di interruzione, le saline di Comacchio hanno ripreso a produrre sale in piccole quantità, soprattutto per mantenere viva la tradizione e per scopi educativi e turistici. Le visite guidate alle saline permettono ai visitatori di conoscere da vicino le tecniche tradizionali di produzione del sale, un’attività che ha avuto un’importanza storica fondamentale per l’economia della città.

Il centro storico

Il centro storico di Comacchio è un labirinto di canali, ponti e vicoli pittoreschi. Passeggiando tra le sue stradine, scoprirete angoli incantevoli e panorami suggestivi. Via Edgardo Fogli, una delle vie principali, è particolarmente vivace, con negozi e caffè che invitano a una pausa rilassante.

Trepponti

Simbolo indiscusso di Comacchio, il Trepponti è un ponte monumentale costruito nel XVII secolo, precisamente nel 1634, su progetto dell’architetto Luca Danese. Questo straordinario esempio di architettura idraulica è composto da cinque scalinate e tre archi principali che si uniscono in un unico punto centrale. Il nome “Trepponti” deriva proprio dalla fusione delle parole “tre” e “ponti”, riflettendo la particolare struttura del ponte con i suoi tre archi principali. È anche conosciuto come Ponte Pallotta, in onore del cardinale Giovanni Battista Maria Pallotta, che commissionò la costruzione. Il Trepponti è accessibile gratuitamente tutto l’anno e non è richiesto alcun biglietto per attraversarlo. Per una vista panoramica dei canali e del centro storico, il punto migliore per fermarsi è sulla cima delle scalinate centrali. Da qui, si possono ammirare le intersezioni dei canali e osservare il movimento della città. La luce migliore per scattare foto? Al mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando il sole crea suggestivi giochi di luce e ombra.

Duomo di San Cassiano

Nel cuore di Comacchio, il Duomo di San Cassiano rappresenta la principale chiesa cittadina. Questo imponente edificio religioso, con la sua facciata neoclassica, risale al XVII secolo ed è dedicato al patrono della città. All’interno, si possono ammirare pregevoli opere d’arte, tra cui il magnifico altare maggiore in marmo, opere pittoriche del XVIII secolo e una serie di statue lignee raffiguranti santi. Particolarmente degni di nota sono il dipinto della Madonna col Bambino e Santi e il coro ligneo intagliato, che testimoniano l’abilità degli artisti e artigiani locali.

Museo Delta Antico

Situato nell’ex Ospedale degli Infermi, il Museo Delta Antico è una tappa imperdibile per chi visita Comacchio. Il museo ospita reperti archeologici che raccontano la storia del Delta del Po, dalla preistoria all’epoca romana. Tra i pezzi più significativi ci sono le antiche imbarcazioni romane e una collezione di strumenti utilizzati nella pesca e nella produzione del sale.

MARB e Manifattura dei Marinati

Un’altra tappa fondamentale è il MARB (Museo Archeologico del Delta del Po) e la Manifattura dei Marinati. Questa fabbrica-museo illustra il tradizionale ciclo di lavorazione delle anguille, pescate da secoli nelle acque salmastre di Comacchio. L’anguilla è conservata attraverso un procedimento di marinatura che è rimasto invariato nel tempo. L’anguilla marinata delle Valli di Comacchio è riconosciuta come Presidio Slow Food, un simbolo della tradizione gastronomica locale.

Canali, ponti e batane

I canali e i ponti sono il tratto distintivo di Comacchio. Una passeggiata lungo i canali regala una vista unica sulla città, con angoli nascosti e scorci suggestivi. Tra i ponti famosi, oltre al Trepponti, ci sono il Ponte degli Sbirri e il Ponte del Carmine. Un’esperienza imperdibile è una gita in batana, l’antica barca tipica di Comacchio. Le batane, con la loro forma sottile e lunga, sono ideali per navigare i canali stretti della città e scoprire la storia della pesca locale.

Il lungomare

Anche se Comacchio non dispone di un vero e proprio lungomare, la vicina Lido degli Estensi si presenta come una lunga spiaggia sabbiosa ideale per il relax e la balneazione. Lungo la passeggiata si trovano numerosi ristoranti e bar dove gustare piatti di pesce fresco.

Parco Regionale del Delta del Po e valli di Comacchio

Il Parco Regionale del Delta del Po è una delle aree naturali più importanti d’Europa, con una straordinaria biodiversità. I visitatori possono percorrere sentieri escursionistici, fare gite in bicicletta e partecipare a tour naturalistici per scoprire la ricchezza di questo ecosistema unico. Il parco propone diverse attività come il birdwatching, la pesca e il canottaggio.

All’interno del Parco, le Valli di Comacchio rappresentano un vasto complesso di lagune salmastre, paludi e canali che si estendono per oltre 13.000 ettari. Questo straordinario ecosistema umido è un paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching, con numerose specie di uccelli che nidificano e sostano durante le migrazioni. Tra le specie più avvistate si trovano fenicotteri, aironi, spatole e avocette.

Le visite guidate in barca sono un ottimo modo per esplorare le Valli e ammirare la flora e la fauna locali. Queste escursioni offrono l’opportunità di navigare tra i canali e le lagune, permettendo di osservare da vicino gli uccelli e altre specie animali nel loro habitat naturale. Le guide esperte forniscono informazioni dettagliate sulla storia, la geologia e l’ecologia della zona, arricchendo l’esperienza con curiosità e aneddoti.

Oltre al birdwatching, le Valli di Comacchio propongono altre attività interessanti, come la pesca sportiva e le escursioni a piedi o in bicicletta lungo i sentieri che attraversano il parco.

Escursioni nei dintorni di Comacchio

Nei dintorni di Comacchio ci sono numerose escursioni e gite di un giorno che meritano attenzione. Tra le mete più popolari ci sono il Bosco della Mesola, una riserva naturale che ospita cervi e daini; o città storiche come Ravenna, famosa per i suoi mosaici bizantini, e Ferrara, ricca di storia e patrimonio culturale, raggiungibili abbastanza comodamente e velocemente da Comacchio, sia in auto che con i mezzi pubblici.

Info pratiche

Come arrivare a Comacchio

Comacchio è facilmente raggiungibile in auto, trovandosi a breve distanza dalle principali autostrade. Per chi arriva in treno, la stazione ferroviaria più vicina è quella di Ferrara, da cui è possibile proseguire con autobus o taxi. La città non ha un aeroporto proprio, ma gli aeroporti di Bologna e Venezia sono relativamente vicini e ben collegati tramite trasporti pubblici.

Muoversi a Comacchio

Muoversi a Comacchio è semplice e piacevole. Il centro storico è da esplorare a piedi, grazie alle dimensioni contenute e alla presenza di numerosi ponti e passerelle. Per raggiungere le valli e altre attrazioni nei dintorni, è possibile noleggiare biciclette o partecipare a tour guidati in barca. Gli autobus locali offrono un servizio affidabile per spostamenti verso le località vicine.

Cucina e gastronomia

La cucina di Comacchio è profondamente legata alle tradizioni del Delta del Po. Il piatto tipico per eccellenza è l’anguilla, preparata in vari modi, dalla marinatura alla grigliatura. Tra gli altri piatti locali si trovano le vongole veraci e le cozze, spesso accompagnate da vini locali come il Trebbiano e il Lambrusco. Non mancano inoltre i dolci tradizionali, come i pinza, biscotti secchi tipici della zona.

Comacchio Museum Pass

Il Comacchio Museum Pass è un’opzione conveniente per scoprire tutte le bellezze della città con un unico biglietto. Il pass (sempre da verificare prima) include gli ingressi al Museo Delta Antico, alla Casa Museo Remo Brindisi, alla Manifattura dei Marinati, oltre al giro in barca nelle Valli di Comacchio. Per ulteriori dettagli su prezzi, validità e modalità di acquisto, è consigliabile visitare il sito ufficiale del turismo di Comacchio o contattare gli uffici turistici locali.

Quando andare

Il clima di Comacchio è tipicamente temperato, con estati calde e inverni miti. La primavera e l’autunno, magari approfittando di qualche ponte o di un week end lungo, sono i periodi migliori per visitare la città, quando le temperature sono piacevoli e le folle meno numerose. L’estate è ideale per chi abbina la visita al mare, ma può essere molto affollata, soprattutto nei fine settimana e durante le festività, e molto calda. L’inverno è più tranquillo, ma alcune attrazioni potrebbero avere orari ridotti o essere chiuse.

 

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A Roma c’è una spiaggia in città, si chiama Tiberis

Molte grandissime città del nostro pianeta non hanno la fortuna di essere bagnate dal mare, ma quando l’estate, il caldo e il sole arrivano scatta la voglia di andare in spiaggia. La cosa positiva è che alcune di queste località sono attraversate da lunghi fiumi, che nelle loro sponde permetto di creare delle spiagge artificiali. È il caso di Roma, la nostra eterna Capitale, dove è appena stata inaugurata Tiberis, una spiaggia sul fiume.

Dove si trova Tiberis e la differenza con le stagioni precedenti

Tiberis è una bellissima spiaggia romana situata più o meno al di sotto di Ponte Marconi, ovvero quello che costituisce la congiunzione dei due rami del viale omonimo che a nord del fiume si trova nel quartiere Portuense, nel XII Municipio, e a sud di esso nel quartiere Ostiense, nell’VIII Municipio.

Parliamo quindi di una banchina adesso attrezzata come spiaggia sul fiume, piena di aree relax, ombrelloni e lettini, tavoli da ping pong, biliardini e persino campi da beach volley. L’area di circa 2 ettari presenta anche giochi d’acqua ideali per i bambini e un chiosco che garantisce a tutti la possibilità di usufruire di un luogo comodo, accessibile, sicuro, pulito ed accogliente. Sono anche previste lezioni di yoga e di altre discipline, in modo da poter beneficiare della vicinanza alla natura che impreziosisce il letto del Tevere.

Non è la prima volta che a Roma d’estate si può approfittare di questa opportunità, ma le novità di quest’anno sono davvero tantissime: al calar del sole, e più precisamente dall’aperitivo in poi, Tiberis si arricchirà con eventi di musica dal vivo e serate di ballo, per finire la propria giornata nella migliore maniera possibile.

Tiberis diventerà una spiaggia permanente

Ma le novità non sono finite qui, perché a partire dal 15 ottobre, ovvero il giorno che il Comune di Roma ha fissato come termine della stagione estiva, l’area di Tiberis sarà interessata da dei lavorini che punteranno a realizzare il nuovo parco fluviale Tevere Sud, che sancirà la restituzione definitiva di questi spazi preziosi alla cittadinanza.

Tiberis diventerà perciò un vero e proprio parco permanente, con la presenza di giochi d’acqua luminosi, con pedana e passerella antiscivolo, con nuove attrezzature e con la costruzione di una piazza con gradonata. Aumenteranno anche la aeree arboree ripariali con lo scopo di contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici. L’obiettivo, nei fatti, è quello di far diventare il biondo Tevere il più grande parco lineare di Roma (e non solo).

Come si può leggere sul sito del Comune di Roma, il primo cittadino, Roberto Gualtieri, ha commentato: “Essere riusciti a stabilizzare un luogo così bello e di qualità per noi è motivo di gioia. Questa spiaggia fluviale è solo una tappa del progetto più ampio dei parchi d’affaccio. Tiberis, con la programmazione anche invernale, diventa a pieno titolo il nono parco lungo il corso del fiume. Andremo avanti, per creare un unico parco fluviale lineare, il più grande d’Europa. Riportiamo il Tevere al centro della vita della città e Tiberis è il gioiello di questo progetto avendo anche questa dimensione di spiaggia, con tutti i servizi necessari per godere di questo spazio”.

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Alla scoperta di Smederevo, l’antica capitale serba

Esistono città che sono diventate capitali grazie al loro sviluppo storico, e altre che sono state costruite per esserlo. Smederevo fa parte di questa seconda categoria. Ultima capitale medievale serba, nel corso del tempo le sono stati dati diversi epiteti: è chiamata città dell’acqua, la più grande fortezza di pianura d’Europa e la porta tra l’Oriente e l’Occidente.

Smederevo si trova nella Serbia centrale ed è il centro amministrativo del distretto di Podunavski. Si estende su una superficie di 481,5 km ed è delimitata dal Danubio a nord, dalla Velika Morava a est e dalle colline di Sumadija a sud e a ovest.

Gli antichi insediamenti romani di Mons Aureus e Vincea si trovavano nella zona dell’odierna Smederevo. La città viene menzionata per la prima volta nella Carta del 1019 d.C. dell’imperatore bizantino Basilio II, con il nome di “Sphenteromon”. Il suo clima è moderatamente continentale. Sul territorio di Smederevo vivono 117.134 abitanti, di cui 83.768 all’interno della città e della sua periferia.

La storia della città e della sua celebre fortezza

Uno dei motivi principali per visitare Smederevo è la famosa Fortezza di Djuradj, celebre per le sue finestre e la sua acustica particolare. Le magnifiche vetrare catturano ancora oggi le attenzioni dei visitatori come facevano in passato. Il loro infatti non è un vetro qualsiasi, ma proviene direttamente dall’isola veneziana di Murano. Mentre venivano costruite le torri di pietra a difesa della fortezza (ben 25), il corpo centrale era stato studiato per propagare al meglio la musica per il despota e il suo seguito reale, così come per i nobili di passaggio a Smederevo per affari o per pregare sulle reliquie di San Luca, oggi custodite a Padova. All’interno della fortezza ci sono ancora i resti della chiesa che per un periodo ospitò le memorie di uno dei quattro evangelisti.

La città si è estesa a partire dalla fortezza, a forma di triangolo, custodendo i segni della vita, delle battaglie e delle sofferenze, della sua crescita e del suo sviluppo nel corso della storia. Solo a Smederevo si può vedere un gelso di oltre 300 anni, sotto il quale Karadjordje prese le chiavi della città dal comandante turco nel 1805. Alla folla riunita disse: “Continuiamo dove ci siamo fermati, Smederevo è stata l’ultima capitale serba e sarà la prima capitale della Serbia liberata”. E in effetti, ancora oggi, si può vedere una targa commemorativa a Smederevo, sulla casa dove si trovava il primo governo serbo, dal 1805 al 1807.

Smederevo municipio

Fonte: iStock

Municipio di Smederevo

Dopo la fine della dominazione ottomana, fu la dinastia reale degli Obrenovic a segnare il volto della città. Vennero costruite chiese, uffici distrettuali, il tribunale, e la piazza della città fu resa più accogliente e moderna, in modo da essere al pari delle più belle capitali europee dell’epoca. La città doveva mostrarsi al meglio per accogliere quanti arrivavano a Smederevo, anche attraverso i collegamenti via nave, per il suo famoso vino. Gli operosi viticoltori e frutticoltori di Smederevo accolsero le navi al porto nel 1888 ed esposero i loro prodotti sul lungofiume del Danubio, senza sapere di aver dato vita a uno dei festival più antichi della Serbia, l’Autunno di Smederevo, quando la città si riempie di bancarelle di frutta, uva, vino e tanti altri prodotti gastronomici della zona. Il momento ideale per assaggiare la Smederevka, varietà autoctona di vino bianco, da cui l’antica capitale prende il suo nome.

Avendo sempre avuto un importante significato strategico, Smederevo fu attaccata due volte dagli eserciti austro-ungarici e tedeschi, sempre respinti, durante la Prima Guerra Mondiale. Fu la Seconda però a portare a Smederevo l’evento più distruttivo della sua storia. La Fortezza comincio ad accogliere gli armamenti delle forze militari del Regno di Jugoslavia. Tonnellate di scatole di munizioni, granate, polvere da sparo, esplosivi, barili di carburante, benzina, olio furono trasportati nella fortezza da ogni parte. Il 5 giugno 1941, alle 14:14, il deposito di esplosivi nella fortezza di Djuradj saltò in aria. In pochi secondi causò la morte di 2.500 persone e ne ferì il doppio, mentre un terzo delle case della città fu demolito. Il monumento commemorativo di quella tragedia si trova nell’area tra il Museo di Smederevo e la Fortezza.

Nel dopoguerra Smederevo si è sviluppata come città industriale, grazie alla ferriera, tuttora in funzione, che ha dato il via all’industria della città e dell’intera Serbia, ma è anche una città di giovani, di sport, di turismo e naturalmente di vino. Smederevo è nota per la sua atmosfera rilassata e per l’eccellente offerta enogastronomica.

Quello dell’acciaieria è un tema complesso perchè, se è vero che ha fornito lavoro e opportunità  di crescita e sviluppo per l’economia e per gli abitanti di Smederevo, non vanno dimenticati i problemi dovuti  all’inquinamento prodotto dall’industria. La qualità dell’aria, ma anche di acqua e suolo, specialmente nei vicini villaggi di Radinac, Vranovo e Ralja, è considerata inaccettabile. Il tema non è nuovo ma persiste fin dal 1960. L’inquinamento però sarebbe aumentato dal 2016 in poi, quando la nuova proprietà dell’acciaieria, l’azienda cinese HBIS, ha aumentato la produzione senza, denunciano gli attivisti locali, fare alcun investimento in tencologie che potessero limitare le emissioni.

Fortezza di Smederevo

Fonte: iStock

Vista dall’alto della Fortezza di Smederevo

Smederevo, cosa fare e cosa vedere

Smederevo offre molto ai visitatori, indipendentemente dal tempo e dal periodo dell’anno. La città dispone di un numero incredibile di attrazioni, paesaggi pittoreschi e luoghi incantevoli ed è una destinazione perfetta in ogni stagione, facilmente raggiungibile da Belgrado. Se vuoi conoscere meglio la Serbia, il suo patrimonio e la sua storia, Smederevo è destinazione ideale. Qui trovi la nostra Top 10 delle cose da fare a Smederevo: ce n’è per tutti i gusti!

  1. Fai un tour a piedi della città per orientarti al meglio. Puoi partire esplorando la chiesa di San Giorgio, una delle più grandi chiese serbe del XIX secolo, e scoprire la storia generale della città.
  2. Visita la Fortezza di Smederevo, la più grande fortificazione di pianura in Europa. È una fortezza triangolare con 25 torri.
  3. Da non perdere la Chiesa dell’Assunzione della Santa Madre di Dio, risalente al XV secolo. Gli scavi archeologici condotti nel 1982 hanno dimostrato che la chiesa è stata costruita sul sito di una necropoli più antica.
  4. Fai un tour delle regioni vinicole per conoscere l’origine del miglior vino di Smederevo. La Smederevka, che prende il nome dalla città di Smederevo, è il vitigno principale e il simbolo tradizionale della viticoltura della regione.
  5. Visita il Museo della Storia della città con manufatti risalenti all’epoca romana. Il tesoro museale esposto offre ai visitatori l’opportunità di rivivere la storia della regione e di farsi un’idea della sua ricchezza e imprevedibilità.
  6. Fai una crociera: niente di più rilassante di una crociera lungo il fiume Danubio. È un’attività perfetta per le giornate estive, adatta a tutte le età e un ottimo modo per vedere Smederevo da una prospettiva diversa, lontano dalla folla.
  7. Visita la Biblioteca comunale, una delle più antiche istituzioni culturali di Smederevo, fondata nel 1846.
  8. Visita la Villa della Collina d’Oro, un tempo residenza estiva della dinastia reale degli Obrenovic, situata nella parte più bella della città, su una collina rivolta a nord, verso il Danubio e le pianure del Banato.
  9. La Città del Vino è da non perdere. Questo luogo particolare, con le sue botti a forma di casa, ha persino strade che portano i nomi dei vini per cui questa regione era famosa fin dall’antichità.
  10. Goditi il tuo viaggio al massimo visitando Piazza della Repubblica, un luogo di incontro, riposo e divertimento tra i giovani e gli anziani della città. Con la sua continuità storica, la forma urbana triangolare e il patrimonio rappresentativo, mostra l’identità della città stessa e, insieme alla Fortezza, ne esprime il profilo riconoscibile.

Come arrivare a Smederevo

Il comune di Smederevo si trova in una posizione geografica estremamente comoda da raggiungere. Si trova a circa un’ora di distanza da Belgrado, la rinata capitale serba:

  • sull’autostrada internazionale E-75, il Corridoio 10 che collega Budapest, Belgrado, Nis, Salonicco e Atene
  • si trova sulla linea ferroviaria internazionale che collega Budapest e Belgrado con Atene e Sofia
  • sulla parte più attraente della sponda del Danubio in Serbia, con una riva adatta alla costruzione di porti e marine, con aree vicine sviluppate industrialmente, sul Corridoio internazionale 7
  • a 45 km da Belgrado, centro amministrativo, economico e turistico della Serbia
  • l’aeroporto internazionale Nikola Tesla si trova a 60 km da Smederevo

Per raggiungere Smederevo da Belgrado ci sono almeno una decina di autobus al giorno (ogni 30 minuti) dalla stazione degli autobus di Lasta. Alcuni di questi passano dall’autostrada e sono un po’ più costosi, anche se non necessariamente più veloci. La maggior parte prende la strada più panoramica via Grocka, lungo un alto crinale sopra il fiume Danubio. La stazione degli autobus di Smederevo è vicina alla Fortezza, così come la stazione ferroviaria. Esiste anche un servizio di autobus frequente per Vrsac, attraverso le città di Kovin e Bela Crkva a nord del Danubio.

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Come muoversi a Belgrado: mezzi, costi e consigli

Belgrado, oggi capitale della Serbia e un tempo della Jugoslavia, è una città ricca di fascino, ma ancora troppo poco conosciuta rispetto alle altre capitali europee. Essendo situata sul Danubio è perfetta anche come meta strategica per esplorare tutto ciò che ha nelle vicinanze. Come ogni luogo per molto segnato dalla guerra, anche Belgrado ha quel fascino decadente che in ogni caso la rende davvero suggestiva. Sono molti, infatti, i suoi punti d’interesse da visitare assolutamente. Prima di stilare una lista delle cose da vedere è necessario capire come muoversi a Belgrado, magari con una esaustiva guida turistica alla mano. Ecco consigli, info e costi.

Come arrivare dall’aeroporto al centro

Se si arriva a Belgrado in aereo si atterra all’aeroporto Nikola Tesla che dista circa 20 chilometri dal centro storico, quindi circa 20 minuti. Per raggiungere la città basterà utilizzare i mezzi pubblici. Quali? Sicuramente bus e tram in prima linea. Anche i taxi sono molto utilizzati dai turisti grazie ai loro costi contenuti e alla loro comodità.

Vediamo nel dettaglio linee e costi per raggiungere il centro storico:

  • taxi: costo medio €20,00; tempo di percorrenza: 20-30 minuti. Il servizio taxi info si trova proprio vicino all’uscita dell’aeroporto.
  • bus: linee 72 e 607; costo medio: 89,00 RSD, cioè € 0,80; tempo di percorrenza: circa 30 minuti.
  • minibus: linea A1; costo: 400,00 RSD, cioè € 3,40; tempo di percorrenza: circa 40 minuti. Solitamente le corse sono ogni 20 minuti.
spostarsi a Belgrado

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Visitare il centro di Belgrado: come. spostarsi

Come muoversi in città

Se la meta del nostro viaggio è Belgrado è importante sapere che per muoversi in città ci sono numerose soluzioni, la scelta dipende soltanto dai gusti e dalle esigenze personali. Le alternative possibili sono: muoversi a piedi, con i mezzi pubblici o in auto. Ognuno, chiaramente, ha i suoi vantaggi.

A piedi

Sicuramente per scoprire le bellezze cittadine, camminare a piedi è la formula ideale perché così è più semplice entrare in sintonia con la città respirando la sua atmosfera senza tempo. Lungo un percorso di circa 2,5 chilometri è possibile partire dal tempio di San Sava per poi continuare su via Skerlićeva e Bore Stankovica, fino a Piazza della Repubblica e il quartiere Bohemien di Skadarlija, uno dei luoghi di riferimento per la movida di Belgrado. La città serba è una perfetta meta da scoprire a piedi anche perché sono molte le aree pedonali e quelle verdi dove poter camminare in totale relax e, magari, riposarsi su qualche panchina.

In bus

Sono  numerosi i turisti che decidono di utilizzare il bus anche perché le sue 112 linee coprono in modo organizzato la città. Sia con il bus che con il tram è possibile raggiungere ogni parte di Belgrado. Uno dei suoi punti di forza è il servizio 24 ore su 24 che garantisce mezzi per tutto il giorno. I costi? Un biglietto per una corsa singola dura 90 minuti e ha un costo di 89,00 RSD, quindi € 0,75. Se, invece, si acquista direttamente sul bus e ha un costo di 150,00 RSD, cioè € 1,30.

In tram

Sicuramente il tram è il mezzo di trasporto più panoramico e affascinante per visitare Belgrado. Con le sue 12 linee (dal n° 2 al 14) è perfetto per muoversi nel centro città e nei quartieri vicini che vengono coperti capillarmente. Il servizio in questo caso non è 24 ore su 24, ma va dalle 4 di mattina a mezzanotte. Un biglietto del tram ha durata di 90 minuti e un costo di 89 RSD che equivale a 0,75 euro.

In filobus

Tra i numerosi mezzi pubblici di Belgrado c’è anche il filobus, attivo dal 1947 e ancora oggi molto utilizzato. Anche questo è utilissimo e comodo per spostarsi nel centro storico grazie alle sue 5 linee. Il costo di un biglietto è esattamente come quello di bus e tram, cioè 89 RSD (€ 0,75).

In metro

Attenzione alle fake news che si trovano in rete: la metro a Belgrado non è ancora attiva. Nonostante i numerosi progetti che hanno portato all’ideazione di un piano d’azione per muoversi in questa direzione, la capitale della Serbia non ha ancora ottenuto una prima linea di metropolitana. Nonostante ciò, si continua a sperare che quel progetto possa essere messo in atto non solo per i turisti ma per chi vive la città nella quotidianità e potrebbe trarne un incredibile vantaggio.

spostarsi a Belgrado

Fonte: iStock

Visitare il centro di Belgrado: come. spostarsi

In auto

Non è impossibile muoversi a Belgrado in auto, ma se si è turisti è sconsigliato. I motivi sono vari, quelli più rilevanti sono:

  • difficoltà di trovare parcheggio: le aree del centro storico sono 3 e ognuna ha tempi limitati e tariffe diverse (nella zona rossa si può sostare al massimo 1 h, nella zona gialla massimo 2 h, nella zona verde massimo 3 h). I parcheggi sono tutti a pagamento. Se si arriva a Belgrado con la propria auto è consigliato scegliere un hotel o un appartamento dotato di parcheggio in modo da poter lasciare lì il proprio mezzo per la durata della vacanza.
  • limiti di velocità: diversi da quelli italiani.
  • cartelli stradali: scritti in serbo, quindi non facilmente comprensibili per chi non conosce la lingua.

Consigli sui quartieri di Belgrado

Come ogni altra città anche a Belgrado ci sono quartieri più tranquilli in cui si può passeggiare a ogni ora del giorno e altri che, invece, sono da evitare.

Il centro storico non è soltanto interessante e suggestivo da scoprire, ma è anche uno di quelli più consigliati anche per alloggiare. Si può considerare il cuore della città dove è possibile visitare numerose attrazioni come musei, teatri e gallerie d‘arte, ma anche frequentare bar, locali e boutique.

Anche ​​Skardalija che si trova proprio accanto al centro storico, è uno dei quartieri consigliati. Perché? Per i suoi vicoli affascinanti, i negozi e i numerosi ristoranti. Ideale anche per una vacanza con bambini.

Dorćol che è considerata la zona più antica di Belgrado, si divide nella parte alta (Gornji Dorćol) e nella parte bassa (Donji Dorćol), entrambe luoghi da visitare assolutamente. Qui, tra le altre cose, è consigliata la visita alla cittadella di Kalemegdan dove è possibile ammirare le antiche rovine romane.

Il quartiere di Vračar è il più piccolo della città e offre bar e locali in quanto è principalmente residenziale. Da visitare qui c’è la cattedrale ortodossa più grande del mondo, il Saint Sava Temple. Facile raggiungerlo dalle altre zone cittadine perché si raggiunge a piedi ed è collegato molto bene anche con i mezzi pubblici.

 

 

 

 

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La regione del Kvarner: il gioiello nascosto della Croazia

Regione del Kvarner: tra mare cristallino e montagne

Ci troviamo nel territorio del Quarnero (o Quarnaro), dal nome croato Kvarner. Un luogo affascinante disteso tra l’Istria e le tranquille isole Quarnerine di Cherso e Lussino. La regione comprende anche Fiume, con il suo vivace panorama cittadino e un patrimonio storico e culturale tutto da esplorare, collegandosi anche con la splendida Riviera di Abbazia (Opatija riviera). Proprio qui si possono ancora ammirare le splendide ville antiche spesso trasformate in hotel di lusso, i parchi ben curati e il romantico lungomare in cui passeggiare al chiaro di luna.

Ce n’è per tutti i gusti: puoi rinfrescarti nelle tranquille foreste del Montanaro oppure rilassarti sotto il sole, lungo le dorate spiagge della Riviera di Cirquenizza: il Kvarner è uno scrigno di esperienze che aspetta solo di essere esplorato.

Fonte: Luca Tabako -TB Kvarner

Kvarner

Le spiagge incontaminate del Kvarner: un paradiso marino

Per coloro che cercano il massimo relax il Quarnero custodisce i luoghi perfetti in cui godersi la natura e immergersi delle sue acque cristalline: le isole di Lošinj (Lussino), Cres (Cherso) e Krk (Veglia) incantano con le loro spiagge incontaminate e i paesaggi verdi lussureggianti che le abbracciano.

Tra le spiagge più suggestive troviamo: San Biagio (Sv. Blaž), Piccolo bok (Mali bok), Grotte azzurre (Plave Grote) e Lubenizze, nell’isola di Cherso, oppure le spiagge di Cikat, Kadin e Veli Zal nell’isola di Lussino. A Veglia (Krk), che rientra anche nel territorio di Quarnerolo (più a est), si possono ammirare le spiagge di Vela Luka e Vela plaža o la Spiaggia dorata (Punat/Stara Baška).

Queste isole croate offrono lo sfondo perfetto per una vacanza rigenerante. Che tu voglia rilassarti in un lussuoso resort con vista sull’Adriatico o che tu sia intenzionato a esplorare calette nascoste e baie isolate, le isole del territorio del Quarnero promettono serenità e tranquillità ad ogni angolo.

Fonte: Luka Tabako

Località balneare di Baska

Immergiti nei sapori del Kvarner: un viaggio gastronomico speciale

Il viaggio tra le bellezze del Kvarner non può non comprendere anche la scoperta del suo ricco patrimonio culinario.

La città di Fiume e i suoi dintorni sono vivaci località anche dal punto di vista culinario. Qui puoi assaggiare prelibatezze a base di pesce fresco e gustosi piatti tradizionali che portano con sé le influenze dei sapori mediterranei e centro-europei dei secoli passati.

Nella riviera che ospita la città di Abbazia (Opatija), eleganti resort mostrano le offerte gastronomiche della regione, con ristoranti lussuosi che promettono di vivere esperienze legate all’alta cucina.

Assicurati di provare le squisite specialità del Kvarner, come la pasta šurlice con salsa di agnello o l’iconico gambero del Kvarner, un ottimo esempio della maestria culinaria della regione.

Fonte: TB Opatija

Gambero del Kvarner – Opatija

Mentre il sole estivo tramonta sulle paradisiache spiagge del Kvarner, non potrai che raccogliere i ricordi indelebili di una vacanza immersa in paesaggi mozzafiato e alla scoperta della vibrante cultura croata..

Che tu abbia trascorso le tue giornate sdraiato su spiagge dorate baciate dal sole, esplorando città storiche o gustando la deliziosa cucina locale, una cosa è certa: il Quarnero lascia un’impressione memorabile su tutti coloro che visitano questo territorio unico. Allora, perché aspettare? Inizia a pianificare la tua vacanza da sogno al Kvarner e scopri la bellezza e il fascino del  gioiello nascosto della Croazia.

 

 

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Sulle acque incantate della Senna: le crociere del 2024

Con l’arrivo della primavera, le navi Avalon Waterways tornano a solcare i fiumi d’Europa, tra cui la romantica Senna sulle orme di Monet e dell’Impressionismo, la corrente pittorica che ebbe un effetto dirompente sull’arte che va dall’Ottocento ai giorni nostri.

Lasciata Parigi, le crociere fluviali raggiungono la Normandia, lungo un percorso ricco di significati e suggestioni che raccontano alcune delle pagine più importanti della storia, dell’arte e della cultura francese: dalla guerra dei Cent’Anni e Giovanna d’Arco, passando da Napoleone e giungendo, appunto, fino alle impressioni pittoriche di Monet e alle grandi battaglie del Novecento.

Navigare lungo la Senna: un punto di vista privilegiato sull’Impressionismo

Sono passati 150 anni da quando Monet, Pissarro, Degas, Morisot, Renoir e colleghi rivoluzionarono il modo di concepire l’opera d’arte e il ruolo stesso dell’artista all’interno della società e Avalon
Waterways rende omaggio a questa straordinaria stagione con tre crociere lungo il corso della Senna, che dal cuore di Parigi taglia il nord-ovest della Francia fino a sfociare in Normandia.

La partenza è da Parigi, la favolosa Ville Lumière che pullula di luoghi legati a Monet e all’Impressionismo, dall’Orangerie, che conserva alcune delle tele più famose dell’artista, fino alla mostra tematica ospitata dal Musée d’Orsay, da Montmartre alla Senna, passando per il Moulin de la Galette e per il Folies Bergère.

Ma i luoghi più significativi dell’esperienza di vita e di arte di Claude Monet sono senza dubbio quelli che si incontrano a bordo delle navi sulle due rive della Senna, da Vernon e Giverny, dove il pittore visse per 40 anni e coltivò la sua grande passione per il giardinaggio, fino alla Cattedrale di Rouen.

La crociera si conclude nel luogo in cui l’Impressionismo è cominciato: proprio a Le Havre, dove la Senna incontra l’Oceano.

Non soltanto Impressionismo: altri cinque motivi per partire

L’Impressionismo è uno spunto che affascina ma non è l’unico motivo per partecipare a una crociera lungo la Senna.

Infatti, tra le attività del terzo giorno di crociera, in cui la nave Avalon Wateways sarà ancorata a Conflans, c’è anche una visita alla località dove la deliziosa crema Chantilly è nata e al suo Castello dove apprendere i segreti della golosa ricetta.

In alternativa alla visita a Chantilly, è possibile scoprire un altro luogo simbolo dell’arte ovvero Auvers, che si specchia nell’Oise, affluente della Senna. Qui terminò la tormentata esistenza
di Vincent Van Gogh.

Ancora, tra le attività facoltative del terzo giorno, è prevista una tappa al Castello di Malmaison, opulenta residenza alle porte di Parigi dove tutto parla dell’Imperatrice Giuseppina, prima moglie di Napoleone Bonaparte.

Il quinto giorno, invece, durante la sosta della nave a Rouen è possibile ripercorre i passi di Giovanna d’Arco tra la Cattedrale, la  Tour Jean d’Arc dove fu processata e tenuta prigioniera e la place du Vieux-Marché, mentre il sesto giorno Avalon Waterways propone un tour di un’intera giornata nei luoghi più significativi dello sbarco alleato in Normandia tra cui Omaha Beach, il monumento di Pointe du Hoc e il cimitero americano o, in alternativa, una visita guidata dei siti commemorativi britannici e canadesi, tra cui il cimitero britannico, il Pegasus Memorial, la città balneare di Arromanches, il centro di Juno Beach e il cimitero di guerra canadese di Bény-sur-Mer.

Le partenze: date e tariffe

Le crociere Avalon Waterways lungo la Senna nel 2024 saranno tre, in partenza a bordo della nave Avalon Tapestry: il 14 maggio (a partire da 3.031€ a persona in cabina doppia), il 25 giugno (a partire da 3.031€ a persona in cabina doppia) e il 20 agosto (a partire da 2.712€ a persona in cabina doppia).

Tutti i prezzi sono per persona in cabina doppia, e includono tasse portuali e mance.

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SentierElsa: tra tuffi e natura un parco fluviale per tutta la famiglia

Il SentierElsa è un percorso attrezzato che attraversa il Parco fluviale dell’Elsa, una zona verde e curata sulle sponde del fiume nella zona in cui attraversa la cittadina di Colle val’Elsa, all’incirca a metà strada tra Firenze e Siena.

In questo tratto il corso d’acqua prende il nome di Elsa Viva, per via del brillante colore turchese che assumono le sue acque nel momento in cui ricevono il tributo di alcune vicine sorgenti di acqua termale, le Vene.

Un comodo sentiero lungo circa quattro chilometri, alla portata di tutti, fiancheggia le fresche acque del fiume, meta ideale per un bagno rinfrescante nella tarda primavera e in estate. Dolci anse, spettacolari cascate, aree attrezzate per il picnic, ponticelli con corde e massi e la generale cura con cui è mantenuto il sentiero lo rendono una destinazione ideale per chi è alla ricerca di una giornata di relax in mezzo al verde, con il piacevole scorrere dell’acqua nelle orecchie, ed è particolarmente indicato per le famiglie, che possono combinare la scoperta della natura fluviale con un contesto sicuro e controllato.

Fonte: Lorenzo Calamai

Vista dell’Elsa dal Ponte di San Marziale, dove inizia il SentierElsa

Come arrivare al SentierElsa

Colle Val d’Elsa, cittadina facilmente raggiungibile percorrendo la superstrada Firenze-Siena, si trova a circa 40 minuti di auto dal capoluogo e 30 minuti da Siena.

Il Parco Fluviale dell’Elsa (o, appunto, SentierElsa), con le sue piscine di un celeste intenso, si trova nel bel mezzo della cittadina.

Il percorso in riva al fiume che dà il nome alla città è posto fra il Ponte di San Marziale e il Ponte di Spugna, lungo la strada che va verso il centro di Colle. È possibile quindi accedere da uno qualsiasi dei due capi del sentiero, ognuno dei quali ha ampie zone di parcheggio nelle vicinanze.

Le acque dell’Elsa, in questo tratto che attraversa Colle, diventano di un color celeste intenso, quasi turchese. Nei 22 chilometri di corso prima di arrivare in città, il fiume viene definito dai locali Elsa Morta, per la sua scarsa portata. A Colle, invece, riceve i tributi di due sorgenti perenni come le Vene di Onci, dalle quali sgorgano più di mille litri d’acqua al secondo, e le Caldane: entrambe di acqua calda termale, regalano al fiume sia il suo caratteristico colore che la notevole portata, facendogli meritare il nome di Elsa Viva.

Il percorso del parco fluviale è lungo quattro chilometri e contornato di radure nel bosco, rocce, spiaggette e piscine naturali scavate dal fiume. Esplorate in lungo e in largo il sentiero, soffermandovi nei luoghi che più vi incuriosiscono: scegliere il vostro posto preferito sarà una piccola, divertente avventura.

La grande cascata

Prendendo il SentierElsa dal Ponte di San Marziale si incontrano subito la Steccaia e il Callone Reale. Si tratta di due opere di ingegneria idraulica presenti fin dal Medioevo che consentivano ai colligiani di regolare la portata del fiume, deviandone le acque in modo da irrigare i campi e da muovere le macine dei mulini ed essere utilizzate da cartiere e ferriere.

Poco più avanti si incontra una delle principali attrazione del percorso. La grande Cascata del Diborrato è la punta di diamante del parco fluviale: un salto di circa 10 metri con un fronte molto ampio genera un grande lago profondo tutto da nuotare.

Leggenda vuole che in fondo alla pozza ci sia ancora un carro armato della Seconda Guerra Mondiale, finito giù dalla cascata e inghiottito dai flutti.

Fonte: Lorenzo Calamai

Tuffo dalla Cascata del Diborrato, lungo il SentierElsa

Un’area picnic si trova adiacente alla cascata, dalla sommità della quale, in estate, i più ardimentosi si cimentano in un tuffo spregiudicato nella grande polla sottostante.

Per trovare un posto dove sistemarsi e accedere facilmente alla piscina a valle della cascata, seguite il sentiero e, scendendo dal promontorio della cascata, girate a destra verso la cosiddetta Grotta dell’Orso, una rientranza profonda nella roccia ai piedi del salto.

Il lago celeste ai piedi del Diborrato è un luogo davvero misterioso dove fare il bagno, sembra uscito da panorami centroamericani, con la parete rocciosa sul lato opposto rispetto alla cascata che offre una valida alternativa alla cima della cascata per un tuffo, arrampicandosi e poi utilizzando una corda che vi è stata affissa per lanciarsi verso la piscina.

Altri angoli del SentierElsa

Non c’è solo la Cascata del Diborrato fra gli angoli meritevoli di una sosta lungo il percorso del Parco fluviale dell’Elsa.

Di fronte alla succitata Grotta dell’Orso si trova una grande piscina ovale attraversata da un cordolo di roccia calcarea, sulla quale ci si può comodamente sedere, tenendo i piedi a bagno. A valle e a monte del cordolo potete nuotare nelle celesti piscine dell’Elsa. In sinistra orografica la grotta e le sue prospicienze regalano un po’ di terreno all’asciutto per accomodarsi: si tratta di una zona ombrosa, un ottimo rifugio dalla calura, con una superficie pianeggiante in terra battuta.

Fonte: Lorenzo Calamai

La Grotta dell’Orso con le sue piscine naturali

Poco più a valle ci si imbatte in una serie di cascatelle che creano alcune piscinette non troppo profonde, in un tratto spettacolare del fiume. Dall’acqua emergono composizioni rocciose biancastre, conformazioni calcaree dovute alla particolare composizione chimica che l’Elsa Viva assume dopo aver ricevuto le acque delle Vene e delle Caldane.

Qui potete sistemarvi nella zona in terra battuta adiacente al sentiero in destra orografica, sempre riparati dal solleone grazie al tanto verde circostante e immergervi piacevolmente nelle piscine naturali. Una zona dedicata al relax e meno battuta delle precedenti, dove rilassarsi in pace e a contatto con la natura circostante.

Infine, subito prima che il sentiero attraversi un ampio prato leggermente discostato dal letto del fiume, si trova una radura fra gli alberi dove poter stendere l’asciugamano o una coperta sulla terra battuta per rilassarvi, mentre scendendo un poco a valle, dopo alcune rapide e una cascatella, una bella piscina riservata permette la possibilità di qualche bracciata.

Fonte: Lorenzo Calamai

Risalendo a nuoto l’Elsa, tra una piscina e l’altra

Il percorso si chiude con un simpatico guado su una fila di grandi sassi, con delle corde alle quali assicurarsi, prima di risalire il Ponte di Spugna e riemergere dal SentierElsa.

Scoprire Colle Val d’Elsa

Oltre a godervi la verdeggiante frescura del Parco Fluviale di Colle, non trascurate la visita alla cittadina di Colle Val d’Elsa.

Arroccato su un colle non molto alto, centro rilevante in epoca medioevale e rinascimentale, cittadina che ha dato i natali al genio architettonico di Arnolfo di Cambio, Colle Val d’Elsa conserva il proprio fascino ancora oggi grazie alle opere dell’ingegno che popolano il centro cittadino, posto in posizione sopraelevate rispetto all’abitato odierno.

Le bellezze architettoniche, le vedute sul territorio circostante e l’atmosfera senza tempo che contraddistinguono Colle Val d’Elsa meritano la visita in un luogo peraltro non particolarmente battuto dal turismo mainstream.

Fonte: Sorin Popovich, con licenza CC BY-SA 2.0

Vista dell’abitato di Colle Val d’Elsa

Al centro storico si accede superando l’affascinante Porta Volterrana, residuo maestoso delle mura che circondavano Colle, la cui costruzione è attribuita a Giuliano da Sangallo. Superata piazza Santa Caterina, con il suo affaccio panoramico, si trova Palazzo Renieri-Cortigiani, oggi municipio, e il ponte del Campana, dal quale si ammira la facciata rinascimentale dell’omonimo palazzo.

Lungo la centrale via del Castello si trova il Palazzo Pretorio e, in fondo, il bastione difensivo che è il Baluardo, fortificazione che cinge il castello e che si affaccia come una balcone sull’abitato ai suoi piedi.

Da qui un stretta via pedonale lastricata accompagna la discesa verso la vicina piazza Arnolfo di Cambio, elegante centro della vita cittadina contemporanea.

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Pista ciclabile del Tevere: percorso e informazioni

Roma, la città eterna costruita su sette colli, come tutte le più grandi metropoli è spesso inondata di caos. Ma lei, la nostra Capitale, ha diverse anime, molte delle quali la rendono unica nel contesto mondiale. No, non stiamo necessariamente parlando dei suoi sontuosi monumenti che sì, sono tra i più eccezionali del pianeta intero, ma della sua anima rurale, silenziosa, fatta di una natura sorprendente e scorci che lasciano senza fiato.

Per percepire più a fondo tutte queste sue speciali sfaccettature, basta salire in sella ad una bici e percorrere la preziosa pista ciclabile che costeggia il Tevere.

La pista ciclabile del Tevere

Il vero nome della pista ciclabile che costeggia il fiume Tevere è Pista ciclabile della Tiberina. Tuttavia, viene spesso chiamata con il nome del fiume perché lo attraversa, su entrambi i lati, in un interessante tratto. Parliamo perciò di un percorso di circa 35 chilometri, che può vantare il titolo di essere la pista ciclabile più lunga di Roma (o almeno lo è per il momento).

Un itinerario bellissimo e che collega la Capitale dal versante Nord a quello Sud, costeggiando gli argini di questo fiume che ha fatto la storia della città. È un percorso adatto a tutti, grazie alla presenza di ampie zone dalle tratte regolari e con un dislivello minimo. Tuttavia, è bene tenere a mente che si può fare solo in alcuni periodi dell’anno: il tragitto lungo la banchina del fiume viene completamente sommerso dall’acqua durante i periodi di piena.

Tevere, pista ciclabile

Fonte: iStock – Ph: Photo Beto

Godersi Roma dalla pista ciclabile del Tevere

Il percorso della pista del Tevere

La pista ciclabile del Tevere parte nella zona di Labaro, area situata nell’estremo nord di Roma, e si conclude nel quartiere di Tor di Valle, a Sud-Ovest di questa splendida Capitale.

Iniziando il viaggio in sella a una bici dal centro abitato di Labaro, si segue l’argine del fiume, fino ad attraversare il depuratore di Roma Nord, il parco di Tor di Quinto e il ponte della via Olimpica.

Pedalando per circa circa 10 chilometri si raggiunge Ponte Milvio, da dove si devono seguire le indicazioni in direzione Piazza del Fante, Ponte Matteotti fino a raggiungere Castel Sant’Angelo e la graziosa Isola Tiberina (d’estate, poi, è più bella che mai grazie a una serie di eventi davvero imperdibili).

Superata l’Isola Tiberina, questa affascinante pista ciclabile continua andando verso il vecchio e sontuoso Gazometro, per poi procedere in direzione della Magliana, fino a concludersi nella località di Tor di Valle.

È bene sapere che tale tragitto può essere effettuato in entrambe le direzioni, e che è chiaramente accessibile da più punti di questa magica città

Castel Sant'Angelo, Roma

Fonte: iStock – Ph: Andrea Izzotti

Castel Sant’Angelo visto dalla riva sinistra del Fiume Tevere

Punti di interesse della ciclabile del Tevere

Tra i vari punti di interesse che si possono scoprire pedalando su questa pista, c’è senza ombra di dubbio il Parco di Tor di Quinto. Si tratta di un’oasi verde nel bel mezzo della città, che si estende per circa 9 ettari e in cui sono impiantati 250 alberi tipici delle zone umide, come pioppi, frassini, carpini e querce comuni.

È presente anche un grazioso laghetto attorno al quale di snodano diversi percorsi, che permettono di raggiunge i canneti che si sviluppano lungo l’ansa del fiume Tevere.

Il ponte della via Olimpica, il cui vero nome è Ponte Tor di Quinto, ha una storia del tutto olimpionica: fu realizzato nel 1960 in occasione delle Olimpiadi di Roma, proprio per facilitare il collegamento tra la via Olimpica e gli impianti sportivi dell’Acqua Acetosa. Dotato di 7 arcate in cemento armato, è lungo 72 metri e largo 27.

Ponte Milvio è ormai uno dei ponti più famosi della città: è qui che vengono appesi i lucchetti dell’amore. Ma nei fatti questo è uno dei ponti più antichi di tutta Roma, che oggi rappresenta anche un luogo di ritrovo di giovani romani e turisti.

Ponte Milvio, Roma

Fonte: iStock

L’antico Ponte Milvio visto dal Tevere

Costruito nel 109 a.C., fu la sede della famosa battaglia tra l’imperatore Costantino e Massenzio ed è sormontato da una famosa torre in stile neoclassico, oggi conosciuta con il nome di Torretta Valadier.

Decisamente affascinante è anche il Ponte Giacomo Matteotti, con le sue tre imponenti arcate in muratura che si estendono per una lunghezza di circa 138 metri. Poi ancora Castel Sant’Angelo, che nel corso dei secoli ha ricoperto diverse funzioni: da sontuoso sepolcro dell’imperatore Adriano e della sua famiglia ad avamposto fortificato, poi ancora da carcere spaventoso a splendida dimora rinascimentale, fino a diventare prigione risorgimentale e infine museo.

L’Isola Tiberina è l’incredibile (e unica) isola urbana del Tevere, che vanta la caratteristica di essere collegata alle sponde del fiume da due ponti. Stando alla leggenda, nacque nel 509 a.C., quando i romani, insegno di odio verso Lucio Tarquinio Superbo, l’ultimo re di Roma, gettarono nel Tevere un enorme deposito di grano che apparteneva al re, il quale andò a formare questa isoletta. Ovviamente non è andata esattamente così, ma questo angolo delle Capitale sembra quasi un borgo a parte nel cuore della Città Eterna.

Infine il vecchio e imponente Gazometro, un vero e proprio gigante di ferro che, per la sua monumentalità, è affettuosamente chiamato il “Colosseo industriale” o “Colosseo moderno”. Oggi è uno degli emblemi più suggestivi dell’archeologia industriale della Capitale, tanto da essere un elemento vero e proprio dello skyline romano.

Insomma, la pista ciclabile che costeggia il Tevere è una angolo di pace nel cuore di Roma, che permette di scoprire la Città Eterna da un punto un punto di vista privilegiato e rispettando anche l’ambiente.

Gazometro, Roma
Vista dell’imponente Gazometro e del fiume Tevere ai suoi piedi
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Quest’isola della Scozia offre esperienze memorabili

Meno frequentata rispetto all’isola di Skye, all’arcipelago delle Ebridi Esterne o delle Orcadi, l’isola di Arran, la più grande del Firth of Clyde, il fiordo del fiume Clyde, è tutto ciò che si può desiderare da un’isola scozzese, tanto da fregiarsi dell’appellativo di “Scozia in miniatura“.

Infatti, il suo paesaggio è ricco di contrasti, attraversato dalla faglia di confine delle Highlands, la Highland Boundary Fault: a nord, valli profonde, montagne scoscese e brughiere nonché il monte più alto, il Goat Fell con i suoi 874 metri; a sud, invece, dolci rilievi e morbidi panorami, con alcune “isolette satellite” tra cui Pladda e Holy Isle.

Una vacanza da queste parti è l’ideale per staccare davvero dalla frenetica vita di città e immergersi in una realtà sublime che ha innumerevoli attività da offrire.

Cosa vedere e fare sull’isola di Arran

432 chilometri quadrati, brevi distanze che si coprono con una trentina di minuti d’auto ma una vasta gamma di opportunità e tappe salienti da non perdere: questa è Arran,  che racchiude in sé il meglio della Scozia.

Iniziamo il viaggio alla sua scoperta dai principali punti di interesse. In cima alla lista non può non esserci il Castello di Brodick, il centro più importante, in passato dimora dei conti di Hamilton e oggi gestito dal National Trust for Scotland: con lo sfondo della Goat Fell Mountain, dona viste che lasciano senza fiato sulla Brodick Bay fino al Firth of Clyde.
Oltre agli interni dove sorprende una “sala giochi vittoriana” per cimentarsi in tradizionali giochi scozzesi tra interpreti in costume, luci e suoni, suoi fiori all’occhiello sono il parco giochi avventura Isle Be Wild e il Silver Garden, l’unico parco nazionale su un’isola in Gran Bretagna: circa 16 chilometri di sentieri segnalati, la fauna selvatica, i giardini formali, le cascate, i boschi e i rododendri lo rendono un sogno a occhi aperti.

Sempre a Brodick, merita una visita l’Heritage Museum, che racconta l’affascinante storia dell’isola grazie a numerosi reperti di epoche differenti: si va da una tomba dell’Età del Bronzo (oltre 3000 anni fa), alla testa di 5000 anni dell’Uomo di Clachaig, ricreata grazie alla tecnologia a partire dal teschio rinvenuto in un tumulo e scolpita dall’artista Marvin Elliot, fino alla stalla e alla rimessa per le carrozze e alle tradizioni marinare con navi vichinghe, battelli e buffer a vapore, navi da guerra e traghetto per auto.

Ma non è certo tutto.

Arran fu abitata già nel Neolitico e molti siti archeologici sono visitabili. Tra questi, si distingue Machrie Moor, nella parte occidentale, tra montagne e brughiere: cerchi di pietre, pietre erette, tumuli funerari e ciste, nonché circoli di capanne e un vasto sistema di campi, tutti risalenti al periodo compreso tra il 3500 e il 1500 a.C.

Altrettanto spettacolare è la King’s Cave, la “Grotta del Re”, che leggenda vuole abbia ospitato il re scozzese Robert The Bruce durante gli anni di latitanza prima della battaglia di Bannockburn nella prima guerra d’indipendenza: le iscrizioni sulle pareti e la splendida posizione su una spiaggia di ciottoli rialzata la rendono imperdibile.
Inoltre, il sentiero circolare inizia e termina al cospetto di una piacevole foresta con viste panoramiche sulla brughiera di Machrie, sulle scogliere di Drumadoon e, a ovest, verso l’Irlanda.

Ancora, l’isola sa far innamorare gli appassionati delle vacanze attive all’aria aperta, offrendo percorsi in mountain bike, alpinismo, occasioni di arrampicate sulle gole, tiro con l’arco, kayak, vela, parapendio e giri in motoscafo per vedere da vicino delfini, balene, squali e foche.
In particolare, gli escursionisti si cimentano con l’impegnativa salita che conduce alla cima del Goat Fell, il punto più elevato: ogni fatica è subito ripagata grazie all’invidiabile skyline, un paesaggio aperto, montuoso e aspro che non è possibile descrivere a parole.

Infine, una menzione a parte per la distilleria Lochranza, la prima di Arran da più di 150 anni, aperta tutto l’anno per visite guidate con esperti e degustazioni di whisky: il centro visitatori propone anche il negozio di articoli regalo “Arran Malt” e il CASK Cafe che serve un gustoso menu a base dei migliori prodotti locali.

Tour, sentieri e itinerari

Come accennato, con le spettacolari creste montuose che sovrastano la brughiera della zona settentrionale e un paesaggio più lussureggiante e morbido a sud, lo scenario superbo della costa e panorami meravigliosi, Arran è il paradiso delle escursioni e della vita a contatto con la natura.

A questo proposito, l’Arran Coastal Way offre agli escursionisti un percorso circolare di 105 chilometri, impegnativo ma gratificante, attorno alla bellissima isola: ricco di fauna selvatica e paesaggi favolosi, è perfetto per una vacanza a piedi di una settimana e può essere suddiviso anche in sezioni più piccole. A giugno 2017 è stato riconosciuto come uno dei “grandi sentieri scozzesi” ed è la 29esma strada a lunga distanza (LDR) a raggiungere tale status.

I paesaggi e i colori di Arran sono fonte di ispirazione per molti artisti che lavorano e vendono le opere presso le loro abitazioni: l’Arran Art Trail è il modo migliore per visitare gli studi e i laboratori sparsi in tutta l’isola, saperne di più sulle espressioni individuali e comprendere cosa rende Arran così speciale per gli artigiani e la creatività.

E non finisce qui.

Arran è stata fonte di ispirazione per molti artisti del calibro di Joan Eardley, Hugh Purdie, Mary Armount, William McTaggart e George Edwards Hering: sono stati identificati venti luoghi chiave per istituire un’Arran Arts Heritage Trail che mira a celebrare e documentare il ricco patrimonio artistico e culturale per le generazioni attuali e future.

Venti pietre scolpite a mano, realizzate in arenaria rossa, segnano il percorso e sono dislocate in tutta l’isola. Ogni pietra è contraddistinta da un numero relativo a uno o più artisti: per ogni informazione è possibile cliccare sui percorsi della mappa dei sentieri sul sito dedicato, che illustra biografie ed esempi delle opere.

Il percorso può essere completato in un giorno oppure si può scegliere di visitare ciascuna pietra a un ritmo più tranquillo in qualsiasi ordine.

Come arrivare

Settima isola più grande della Scozia, Arran è comodamente raggiungibile.

A Newcastle, dal porto traghetti conviene seguire la A69 fino a Carlisle, poi la M6 in direzione nord e continuare sulla A74(M).

All’uscita J12, imboccare la A70 e proseguire lungo la A76, A71 e infine la A78 fino ad arrivare al porto di Ardrossan, da cui partono i traghetti, gestiti da Caledonian MacBrayne, per Arran.