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DanteDì 2025, tanti eventi per omaggiare l’intramontabile autore della Divina Commedia

Il DanteDì rappresenta una delle celebrazioni più importanti per rendere omaggio a Dante Alighieri, il sommo poeta italiano. Questa giornata, istituita nel 2020, è dedicata alla memoria di Dante e al suo magnifico impatto culturale, che ancora oggi continua a influenzare letteratura, lingua e cultura globale. Il DanteDì si celebra ogni anno il 25 marzo. Questa data, secondo gli studiosi, segna l’inizio del viaggio ultraterreno di Dante attraverso l’Inferno, il Purgatorio e il Paradiso, come narrato nella sua opera più famosa, la Divina Commedia. Per il DanteDì 2025 sono stati organizzati eventi, conferenze, letture pubbliche e iniziative in tutta Italia. Speciali ovviamente gli appuntamenti nelle due città italiane che hanno avuto un ruolo fondamentale nella vita del poeta: Firenze e Ravenna.

DanteDì 2025 a Firenze

Firenze, città natale di Dante, è pronta per celebrarlo in compagnia di turisti e interessati alla letteratura e alla poesia.

Durante il DanteDì l’ingresso al Museo Casa di Dante di Firenze sarà per tutti ridotto a €5.

  • Ingresso dalle ore 10 alle ore 17;
  • Prenotazione non obbligatoria per il 25 marzo 2025;
  • Ultimo ingresso alle ore 16:30;
  • Il Museo Casa di Dante si trova in Via Santa Margherita 1.

Anche l’Accademia della Crusca celebra il DanteDì 2025 alla Villa Medicea di Castello.

Festeggiamenti per il DanteDì a Ravenna

Ravenna, altra città che ha avuto un ruolo importante nella vita di Dante, è pronta per ricordarlo e omaggiarlo con una serie di eventi dedicati agli studenti e a tutti gli appassionati di Dante. La città, dove dal 1321 sono custodite le spoglie del poeta, valorizza il patrimonio culturale legato a Dante Alighieri con esperienze e iniziative uniche.

  • L’inizio ufficiale del DanteDì 2025 avverrà con la performance musicale di Haolong Chen, studente del liceo artistico musicale Nervi-Severini. A seguire: la lettura del VI canto del Paradiso. Il sindaco Fabio Sbaraglia sarà presente all’evento;
  • Nella Casa e al Museo di Dante di Ravenna si potrà entrare gratuitamente nella giornata del 25 marzo 2025;
  • Visite guidate, incontri e letture. Da segnalare quella del XV canto del Purgatorio alle ore 17 di fronte alla Tomba di Dante;
  • Le scuole potranno accedere liberamente fino al 30 marzo alla Casa e al Museo di Dante;
  • Per gli istituti sono organizzate visite guidate nella zona dantesca (Tomba di Dante, Chiostri Francescani, Quadrarco di Braccioforte, Museo e Casa Dante) per approfondire la conoscenza dei luoghi del poeta. La visita didattica si può prenotare presso la sezione didattica di Fondazione RavennAntica.
tomba dante ravenna

Fonte: iStock

Ravenna: l’antica tomba di Dante Alighieri in città
  • Laboratori didattici per studenti e appassionati;
  • Incontri di letteratura e poesia.

Conferenza a Bolzano per il DanteDì

Ovviamente eventi e iniziative culturali legate al DanteDì 2025 non solo a Firenze e Ravenna. “Libertà va cercando. Dante profeta di speranza“. Questo è il titolo della conferenza, organizzata dal Comitato della Società Dante Alighieri di Bolzano presieduto dalla Dott.ssa Raffaella De Rosa, che si svolgerà il 25 marzo 2025 a Bolzano in occasione del DanteDì 2025. Durante l’incontro, a cura del professore Gregorio Vivaldelli, verrà affrontato il seguente tema: come il desiderio di libertà alimenti il coraggio della responsabilità.

  • Teatro Cristallo, via Dalmazia 30, Bolzano;
  • Inizio ore 20;
  • Prenotazione obbligatoria.

Vasto celebra il DanteDì 2025

Anche Vasto è pronta per ricordare il sommo poeta.
Il 25 marzo 2025 si svolgerà un evento al Teatro Rossetti di Vasto: “Il Dante delle Stelle“.  Spettacolo dedicato al Paradiso.

  • Lo spettacolo sarà alle ore 17,30;
  • Sarà uno spettacolo-conferenza organizzata dal Centro europeo di studi rossettiani;
  • La parte musicale è a cura degli Ensemble Stella Nova;
  • Le letture dantesche sono di Domenico Galasso e il profossor Gianni Oliva, che tratterà il tema: Dante poeta della luce.

Iniziativa per il DanteDì a Pisa e nel casentino

A Pisa, presso il Palazzo dei Congressi, ci sarà un evento dedicato ai giovani delle scuole durante il quale si approfondirà il Paradiso Terrestre e la figura della donna.

Inoltre, presso l’Aula Magna di Palazzo Boileau, si terrà l’incontro annuale del DanteDì “Un altro Dante“. Questo è promosso dal neonato Laboratorio Ipermediale Dantesco dell’Università di Pisa (LIDUP), in collaborazione con il Sistema Bibliotecario di Ateneo e con il patrocinio del gruppo Dante dell’Associazione degli Italianisti. L’incontro si terrà alle ore 17 in presenza a Pisa ma gli studenti e gli appassionati che non si trovano in città il 25 marzo 2025 potranno seguire l’iniziativa anche via Teams.

Nel casentino invece, in programma per tutta la settimana, tante attività didattiche per le scuole.

A Foligno tra incontri e mostre per il DanteDì

Ogni anno la città di Foligno celebra la prima stampa dell’editio princeps della Divina Commedia. Il 25 marzo 2025 si terrà un incontro con lo scrittore Paolo di Paolo e sarà inoltre inaugurata la mostra di illustrazioni dantesche Comicon, Drawing Dante presso le Sale di Costanza, a Palazzo Trinci (visitabile fino al 6 luglio 2025).

Spostandosi a sud, il DanteDì a Siracusa

Anche la Sicilia è pronta per celebrare Dante Alighieri. A Siracusa il Comitato Dante Alighieri organizzerà la proiezione del docufilm “Mirabile Visione: Inferno” presso il Multisala Planet Cinema Vasquez. Dopo la visione del film ci sarà un intervento in collegamento con il regista Matteo Gagliardi.

DanteDì 2025 a Sepino, anche il Molise in festa

A Sepino, in provincia di Campobasso, verrà messo in scena uno spettacolo teatrale interpretato dai ragazzi appositamente per il DanteDì 2025. Ispirato ai canti della Divina Commedia questo fa parte del progetto “B.A.SE.: BiblioAzione Sepino” che continua a promuovere la cultura tra i giovani. Grazie al laboratorio teatrale, i giovani che partecipano al progetto avranno l’occasione di interpretare e sceneggiare alcuni dei passaggi iconici e i protagonisti fondamentali della Divina Commedia. L’obiettivo è quello di coinvolgere il pubblico in un divertente viaggio tra Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Oltre allo spettacolo teatrale i giovani presenteranno al pubblico anche una serie di cartelloni a tema ed originali “kahoot” – giochi interattivi e didattici. Apprendere la Divina Commedia sarà così molto più coinvolgente e interessante.

Le donne della Divina Commedia a Napoli

Alla Biblioteca Universitaria di Napoli nella giornata del 25 marzo 2025, per omaggiare Dante, si svolgerà un evento intitolato “Le donne della Divina Commedia“. Iniziativa in collaborazione con Museodivino e e l’Associazione Progetto Sophia.
Il percorso, che inizia nel Loggiato Monumentale, verrà ripetuto tre volte durante il DanteDì 2025. Si interagirà con i personaggi della famosa opera, come Francesca, Taide e Pia. Poi ci si sposterà nella Sala Rari, il Paradiso Terrestre, dove si incontreranno Beatrice e Matelda. Questo evento terminerà poi con una performance teatrale interattiva “Dante ad alta voce” e da un “concertino mateldico” curato da Flavia d’Ambrosio e Joe Nocerino.

  • Ingresso gratuito;
  • Turni aperti al pubblico;
  • Ore 16 e ore 17;
  • Mattina riservata alle scuole.
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Firenze festeggia i 550 anni di Michelangelo, il Rinascimento rivive in città

Il 2025 è l’anno in cui si celebra il 550mo anniversario di Michelangelo Buonarroti. Scultore, pittore e architetto, fu uno degli uomini più importanti del Rinascimento e, prima della sua morte nel 1564, realizzò alcune delle opere più importanti dell’arte occidentale, dalla Pietà, conservata nella basilica di San Pietro in Vaticano a Roma, al David, simbolo di Firenze e custodito all’interno della Galleria dell’Accademia.

Ed è proprio qui che la città omaggia l’artista con tutta una serie di iniziative che cominceranno il 6 marzo e si svilupperanno nel corso dell’anno grazie a un programma ricco e variegato. La Galleria, infatti, è un’istituzione fiorentina profondamente connessa all’artista rinascimentale, un legame che iniziò nel 1873 con l’acquisizione del David e successivamente dei Prigioni, del San Matteo e della Pietà Palestrina.

La rassegna, chiamata “L’eterno contemporaneo”, vedrà anche la partecipazione di personaggi del mondo dell’arte e della cultura come Cristina Acidini, Francesco Caglioti, Marco Pierini, Tomaso Montanari, Francesco Gori e Vinicio Capossela.

Conferenza con Cristina Acidini

Dopo l’inaugurazione avvenuta il 6 marzo, il prossimo appuntamento sarà lunedì 10 marzo alle 17:30, quando la storica dell’arte Cristina Acidini approfondirà la personalità di Michelangelo e il rapporto d’amicizia con la marchesa Vittoria Colonna. Si tratta di uno dei rapporti più particolari del Rinascimento italiano, indagato sotto diversi aspetti, da quello spirituale al religioso e politico. A Vittoria, Michelangelo offre disegni sul sacrificio di Cristo in croce e sulle donne presenti nella vita di Gesù come la Madonna, la Maddalena e la Samaritana.

Protostoria del David con Francesco Caglioti

L’appuntamento successivo sarà lunedì 7 aprile alle 17:30, quando lo storico dell’arte Francesco Caglioti proporrà “Il David di Michelangelo: preistoria e protostoria”, aiutando gli ascoltatori ad approfondire la genesi dell’opera.

Michelangelo e la cultura visiva con Marco Pierini

Lunedì 12 maggio alle 17:30 ci sarà l’intervento di Marco Pierini, che ci farà scoprire la “Presenza di Michelangelo nell’arte e nella cultura contemporanea”. Qui verrà approfondito il ruolo ricoperto dalle opere dell’artista nella cultura visiva del Novecento tra omaggi, citazioni e reinterpretazioni in diversi campi, dall’architettura al cinema, dalla cultura popolare alla musica pop.

Reading con Tomaso Montanari e Francesco Gori

Lunedì 9 giugno alle 18:00, invece, sempre alla Galleria dell’Accademia di Firenze, ci sarà il Reading “Non ha la par cosa tutto il mondo”. I Prigioni e la travagliata impresa della tomba di Giulio II, in cui Tomaso Montanari e l’attore Francesco Gori accompagneranno il pubblico nella comprensione del contesto storico, artistico, culturale e politico della Roma della prima metà del Cinquecento. Attraverso la lettura e la recitazione di alcuni brani delle lettere di Michelangelo Buonarroti e di passi scelti, tratti dalle vite dell’artista scritte da Giorgio Vasari (1550 e 1568) e Ascanio Condivi (1553), è possibile rivivere la complessa vicenda della realizzazione della tomba di papa Giulio II della Rovere, durata quarant’anni.

Dialoghi in musica con Vinicio Capossela

Sempre in autunno, con data da definirsi, ci sarà la serata con il musicista Vinicio Capossela che dialogherà in musica con Michelangelo, sotto l’ombra del David e dei Prigioni. Vinicio Capossela, con il suo lavoro sulle Rime e il corpus letterario del Buonarroti, si esibirà in Fuggite, Amanti, Amor – Rime e Lamentazioni per Michelangelo, accompagnato da un gruppo di musicisti, tra cui il violoncellista Mario Brunello.

Serata con il Conservatorio Cherubini

L’ultimo evento della rassegna sarà lunedì 15 dicembre alle 18:00 con il Conservatorio Luigi Cherubini e Il Trio Thesan – formato da Antonella Ciccozzi, arpa, Giuseppina Ledda, flauto, Francesca Piccioni, viola – che si esibiranno interpretando musiche di Claude Debussy, di Sofia Gubaidulina e del brano di Antonio Vivaldi, Follia, intermezzato a parti recitate.

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Via degli Dei, l’unico cammino sostenibile certificato al mondo

È il primo cammino al mondo ad avere ottenuto il riconoscimento dal Global Sustainable Tourism Council (GSTC), l’organizzazione che stabilisce gli standard per lo sviluppo sostenibile del settore turistico a livello globale. È la Via degli Dei, un cammino che collega Bologna a Firenze attraverso l’Appennino Tosco-Emiliano. Un itinerario lungo 123 chilometri, tra la Toscana e l’Emilia-Romagna.

La certificazione internazionale sulla sostenibilità e responsabilità sociale in ambito turistico è nata per valorizzare le tradizioni di due territori (Emilia e Toscana) ricchi di peculiarità e di elementi identitari. La Via degli Dei, infatti, porta il turista/viandante/trekker alla scoperta della gastronomia, della storia e della cultura di due regioni italiane, con uno spiccato senso di accoglienza di residenti e strutture ricettive.

Storia della Via degli Dei

Tracciata originariamente intorno al VII-IV secolo a.C., deve la sua sistemazione definitiva all’opera dell’ingegneria Romana. Con la caduta dell’Impero Romano, la strada perse parte della pavimentazione originaria riducendosi a un semplice sentiero. Con l’avvento delle moderne vie carrabili perse definitivamente la sua funzione e la sua riscoperta fu opera di un gruppo di appassionati escursionisti che, negli Anni ’80, recuperò l’antico tracciato che deve il suo nome ai suggestivi toponimi montani attraversati: Monte Adone, Monte Venere, Monte Giunone, gli Dei.

Oggi, la Via degli Dei è uno straordinario percorso attrezzato che si snoda tra i paesaggi più suggestivi dell’Appennino Tosco-Emiliano. Un’esperienza accessibile anche ai non esperti e con una ripartizione a tappe di media difficoltà.

L’itinerario della Via degli Dei

La Via degli Dei può variare a seconda del tempo e delle capacità dei camminatori che intendono percorrerla. Non esiste un numero obbligato di tappe e quindi di giorni di percorrenza, ma il consiglio è di impiegare dai cinque ai sette giorni, in modo da avere il tempo di conoscere le peculiariatà che contraddistinguono la Via degli Dei e i luogji che attraversa, dai borghi storici ai paesaggi montani, e rilassarsi nelle strutture ricettive immerse nello splendido scenario dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Le tappe

1. Bologna, Casalecchio di Reno, Sasso Marconi e Badolo
Dalla stazione FS di Bologna si imbocca Via Indipendenza e si arriva in Piazza Maggiore, vero punto d’inizio (o di arrivo) della Via degli Dei. Da piazza Maggiore imbocchiamo via d’Azeglio, superate la casa di Lucio Dalla e girate poi a destra in via Farini e poi a sinistra in via Collegio di Spagna, da cui proseguiremo sulla sinistra per arrivare a via Saragozza dove incontreremo gli ultimi negozi e bar per acquistare il pranzo al sacco della prima tappa. Arrivati all’arco del Meloncello iniziamo a percorrere il portico più lungo del mondo: quello che porta al Santuario della beata Vergine di San Luca.

Lunghezza: 21.30 km – Tempo: 6,50 ore.

2. Badolo, Brento, Monzuno, Madonna dei Fornelli
Percorrendo via delle Valli, il sentiero prosegue in mezzo a boschi per girare intorno a Monte del Frate. Poco dopo si arriva a un bivio e bisogna girare a destra. Proseguite sulla stradella e superato di alcune centinaia di metri l’Agriturismo Piccola Raieda si gira a sinistra per iniziare la salita di Monte Adone. La salita è corta, ma abbastanza impegnativa. La fatica verrà ripagata dal bellissimo panorama e dalla bellezza del luogo. Monte Adone è sicuramente il luogo più fotografato della Via degli Dei. Scendendo da Monte Adone si arriva in via Vallazza e di lì a pochissimo a Brento dove troverete servizi, bar e una trattoria dove vi potete riposare prima del lungo tratto che collega Brento a Monterumici e poi Monzuno. Arrivati a Monzuno, da piazza XXIV Maggio proseguite su strada asfaltata in direzione Madonna dei Fornelli, superate il bivio per Loiano e andate verso i campi sportivi dove, svoltando a destra, imboccherete una larga carrareccia in salita. Dopo circa 20 minuti si raggiunge la località “Campagne” dove è segnalato il percorso CAI 019 – VD. Si attraversa (sentiero CAI n.° 19) un cancelletto in un bosco di castagni fino ad arrivare al ripetitore Telecom già individuato il giorno precedente da Monte Adone. Da qui si segue la strada sterrata fino alle case di Le Croci. Breve salita fino al Monte Galletto e poi su sterrata si giunge a Madonna dei Fornelli (3 ore circa da Monzuno).

Lunghezza: 28 km – Tempo: 9,50 ore.

3. Madonna dei Fornelli – Passo della Futa

Da Madonna di Fornelli proseguite verso Pian di Balestra lungo il sentiero n. 019. Superato il quadrivio di Pian di Balestra, seguite la segnaletica Via degli Dei – Futa e Strada Romana, superate un piccolo cancello di legno sulla sinistra e addentratevi nel bosco. Dopo pochi metri potrete già ammirare dei tratti di Flaminia Militare, l’antico percorso Romano datato 187 a.C. che vi accompagnerà in diversi punti di questa tappa. Proseguendo sul sentiero si arriva a un cancello facilmente identificabile da un disegno e una scritta in rosso che recita “Chiudere il cancello grazie”, oltrepassato il quale si apre un ampio spazio: un grande campo con una casa in sasso sulla destra (Località “I Capannoni”). Proseguite percorrendo il viale sterrato e dopo la curva vedrete un albero con indicazioni del percorso. Continuando a camminare incontrerete un bivio a cui bisogna girare a destra.

Questo punto del tragitto non è ben segnalato, seguite però la strada come consigliato e dopo qualche metro vedrete il cartello CAI n°019 sulla destra. Il sentiero prosegue fino ad arrivare alla Piana degli Ossi, dove si possono ammirare i resti di sei antiche fornaci datati presumibilmente II secolo a.C.. Superato questo punto proseguite verso il Passeggere dove incontrerete un incrocio con indicazioni su cartelli in legno a cui bisogna girare a sinistra. Continuate il percorso e al bivio successivo girate a destra; dopo pochi metri si incontra un laghetto artificiale che dovrete costeggiare fino a che non termina la recinzione. Il sentiero prosegue verso sinistra e in salita fino a che non si esce dal bosco e non si incontrano due piane: una più piccola sulla destra e sempre dritto una più ampia denominata “radura delle Banditacce”. Andate avanti verso Sud seguendo il sentiero in leggera salita fino ad arrivare alla cima delle “Banditacce” punto di massima quota di tutto il percorso (circa 1200 m).

Dopo alcuni metri raggiungerete anche il “Poggiaccio” che determina la metà del tragitto, ovvero l’approssimativa equidistanza tra Bologna e Firenze. Il sentiero poi scende leggermente sulla sinistra e lì potrete ammirare numerosi reperti dell’antica strada romana, ben conservata e facilmente identificabile grazie alla presenza di numerose insegne. Continuate a camminare e arriverete alle falde di Poggio Castelluccio: per chi vuole c’è la possibilità di fare una piccola deviazione a destra in salita e raggiungere la cima dove sono state rinvenute testimonianze di un antichissimo Castelliere Ligure (si presume V-III sec a.C.). Proseguendo invece per il sentiero si incontrano nuovamente tratti di Flaminia Militare, di cui uno ben conservato e protetto da una sorta di recinto di legno. Continuate il percorso seguendo la segnaletica e scendete a destra fino a raggiungere l’inizio di un bosco di conifere. Andate avanti in linea retta seguendo sempre le indicazioni per la Futa fino ad arrivare dopo poco alla strada asfaltata che da Pian del Voglio porta al Passo della Futa, SS 65. Seguite la strada asfaltata fino a raggiunge l’ampio parcheggio e l’ingresso del Cimitero Germanico tra i più grandi in Italia.

Lunghezza: 17.25 km – Tempo: 5,50 ore.

4. Passo della Futa – Sant’Agata – San Piero a Sieve

Se avete alloggiato al Passo della Futa proseguite sulla SS65 fino al bivio per Cornacchiaia/Firenzuola. Svoltate a sinistra e poi subito a destra, prendendo la strada sterrata lasciandovi la cabina dell’Enel sulla sinistra. Se invece avete pernottato a Monte di Fo/Santa Lucia bisogna risalire sulla strada che avete presumibilmente fatto il giorno precedente, fino a un incrocio dove si trovano indicazione che mandano in direzione ‘Apparita’. Una volta giunti a questo piccolo gruppo di case, si attraversa la statale SS65 della Futa e proseguendo si raggiunge un incrocio che nelle giornate limpide offre un bello scorcio sul cimitero germanico: seguendo le indicazioni si prende a destra entrando nel bosco.

I due percorsi tornano a incontrarsi lungo il crinale che porta a Monte Gazzaro. Si prosegue sul sentiero CAI 00, che in questo tratto coincide con il Sentiero Italia, fino a un bivio situato poco prima della vetta. Il sentiero che prosegue dritto porta alla cima ed è consigliato solo a Escursionisti Esperti, in quanto la discesa è abbastanza impegnativa. Si continua a salire lungo il crinale della collina fino a raggiungere sulla vetta la Croce di Monte Gazzaro (1125 metri). Nell’area sono stati messi tavoli in pietra e una installazione in pietra serena che rappresenta un portale proprio al confine tra il comune di Barberino di Mugello e Scarperia San Piero. Si giunge, infine, a un nuovo bivio, dove il sentiero numero 46 si divide: a sinistra si va in direzione di Sant’Agata (CAI 46b), percorso ufficiale della Via degli Dei.

Dopo l’abitato di Montepoli si arriva all’affascinante paese di Sant’Agata, caratteristico borgo fuori dal tempo che merita una sosta, sia per rifocillarsi, sia per una visita alla Pieve, chiesa affascinante e molto antica, e ai suoi musei. Passata Sant’Agata, poi, si percorre un breve tratto di strada asfaltata fino a raggiungere il bivio per Gabbiano. Lì si prende una stradella, sterrata prima e asfaltata poi, che vi porta a San Piero a Sieve.

Lunghezza: 21.08 km – Tempo: 6,30 ore

​5. San Piero a Sieve – Bivigliano – Vetta Le Croci

Ripartendo dal centro storico di San Piero a Sieve, si segue la strada asfaltata con indicazioni per la Fortezza Medicea. Una volta saliti, prendete la strada bianca a destra e continuate a camminare seguendo la segnaletica CAI Bo-Fi. Dopo poco avrete la possibilità di fare una piccola deviazione a andare a vedere la Fortezza Medicea di San Martino (chiusa però al pubblico). La fortificazione occupa un intero colle: domina l’abitato di San Piero a Sieve e gran parte del Mugello. La sua costruzione fu fortemente voluta da Cosimo I de’ Medici per porre un baluardo a difesa dei possedimenti della famiglia e dello Stato Fiorentino oltre che per soddisfare le pressanti richieste delle popolazioni locali, stanche dei continui saccheggi perpetuate ai loro danni da eserciti e bande provenienti dal nord.

È considerata una delle più estese fortificazioni italiane di tutti i tempi. Continuando a camminare arriverete ad una strada asfaltata. Prendetela, girate a destra, proseguite pochi metri, attraversate la strada e prendete lo sterrato sulla sinistra che indica “Trebbio, Cadenzano”. Proseguite sul sentiero fino ad arrivare a un grande bivio: qui prendete la strada sulla sinistra in salita. Continuate a camminare sulla Via degli Dei e incontrerete sulla vostra destra un tabernacolo del 1664. Proseguite sulla strada che sale leggermente e godetevi la veduta del bellissimo panorama attorno a voi dove si vedono anche distese di alberi di ulivo. Andate avanti fino ad arrivare alla località Trebbio. Fate una piccola deviazione e andate a vedere da vicino il Castello del Trebbio (Top Ten 5.1). Andate avanti e seguite le indicazioni CAI 17 Bo-Fi Bivigliano.

La strada continua e si snoda nel bellissimo panorama del Mugello dove potrete sempre vedere ulivi, borghi e tabernacoli. Proseguite dritti fino ad arrivare alla strada statale per Firenze. Girate a sinistra per Tagliaferro, scendete fino ad incontrare nuovamente i segnali CAI per Bivigliano sul muretto che circonda una grande casa rossa. Proseguite e superate un cancello che vi porta sulla strada bianca. Dopo poco le indicazioni dicono di girare a sinistra lasciando così alle spalle la strada sterrata e proseguendo nel bosco. Il sentiero sale e arriva a un bivio: CAI 00 e CAI 00-60: seguite il primo girando a destra e proseguite sulla strada bianca. Arrivati ad un piccolo spiazzo con il nome di “Camporomano” il sentiero riprende a destra nel bosco. Continuate sul tracciato fino a che non arriverete ad una strada asfaltata e in lontananza, sulla vostra destra, potrete ammirare la Badia del Buonsollazzo.

Proseguite sulla strada asfaltata fino a che non incontrerete il cartello per Monte Senario sulla vostra sinistra. Il sentiero prosegue in salita fino ad incrociare un cancello che dà su una strada asfaltata: è la strada che arriva al Convento di Monte Senario. Dopo una sosta nel punto di ristoro dei frati, prendete la strada sterrata che costeggia il Convento sulla destra, scendete lungo il viale alberato e prendete il sentiero che scende nel bosco alla vostra sinistra e che alla fine arriva in una strada asfaltata. Proseguite sulla strada fino a che il sentiero riprende a Vetta le Croci dopo circa mezz’ora nel verde e alla vostra sinistra. Quest’ultimo tratto che porta ad Olmo è completamente aperto in una distesa di campi con panorami mozzafiato. Se guardate bene in lontananza infatti potrete già ammirare da lontano sia Fiesole che Firenze.

Lunghezza: 18 km – Tempo: 6 ore.

6. Vetta Le Croci – Fiesole – Firenze

Se avete pernottato a Olmo, risalite a Vetta le croci e imboccate il sentiero seguendo le indicazioni per l’Alberaccio. Attraversata la strada asfaltata continuate sul sentiero CAI n.° 2 che prosegue in salita verso Poggio Pratone da dove è possibile godere di un bellissimo panorama verso Firenze. Dal Pratone si scende su strada sterrata fino a Monte Fanna. La strada diventa poi asfaltata, una volta attraversata la frazione di Borgunto, e si giunge in breve in piazza Mino a Fiesole. Per arrivare in piazza della Signoria avete a questo punto tre possibilità:

1) prendere i mezzi pubblici in piazza Mino da Fiesole.

2) prendere la panoramica fino alle scuole medie e percorrere il sentiero CAI n.° 7 che sale a Monte Ceceri e da qui scendere alle cave di Maiano, salire verso Settignano e scendere direttamente a piedi passando per Coverciano.

3) scendere verso Firenze lungo l’asfaltata ma panoramica via Vecchia Fiesolana.

Lunghezza: 18 km – Tempo: 4 ore.

Nell’anno del Giubileo, l’ente Appennino Slow propone un ricco calendario di attività sulla Via degli Dei. Partendo da Bologna, città medievale di incredibile bellezza, a Firenze, culla del Rinascimento, si va alla scoperta del Cammino in mezzo all’Appennino Tosco-Emiliano, 130 km di storia e natura, scegliendo tra diverse proposte che vanno da tre giorni in e-bike a sette giorni a piedi.

Il passaporto del Cammino degli Dei

Come già per altri cammini – primo fra tutti il Cammino di Santiago di Compostela – anche per il Cammino degli Dei esiste un passaporto per raccogliere le credenziali. Lungo il percorso le strutture convenzionate timbrano il libretto personalizzandolo, a prova e ricordo del cammino compiuto. Una volta terminato il cammino e ottenuti almeno cinque timbri si può inviare una copia della credenziale compilata e l’Ufficio Turistico di Sasso Marconi provvederà alla spedizione omaggio del gadget ufficiale della Via degli Dei.

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Italia senza folla: i luoghi da visitare secondo la CNN

L’Italia è una delle mete più amate al mondo, ma spesso le sue città più celebri, come Roma, Firenze o Venezia, sono invase da turisti, e non è semplice apprezzarne a fondo la bellezza e le peculiarità. Anche destinazioni iconiche come Capri o la Toscana, seppur straordinarie, possono risultare proibitive per costi e affollamento.

Eppure, esiste un’Italia meno conosciuta, altrettanto affascinante e decisamente più tranquilla. La CNN, la più importante emittente televisiva statunitense, ha dedicato un’attenzione speciale proprio a tali luoghi ne ha selezionati otto in cui è possibile vivere tutto il fascino del Belpaese lontano dalla folla.

Si tratta di angoli autentici, spesso fuori dai percorsi più battuti, dove la cultura locale si esprime senza filtri e i paesaggi restano intatti nella loro meraviglia. Alcuni richiedono un piccolo sforzo per essere raggiunti, ma la ricompensa è un’esperienza genuina, senza lo spettro dell’overtourism.

Lago di Posta Fibreno, Lazio

Immerso nella selvaggia e poco esplorata Ciociaria, al confine tra Lazio e Campania, il Lago di Posta Fibreno è una gemma nascosta che sembra appartenere a una fiaba. Qui, il tempo scorre più lento tra casali di campagna, un piccolo borgo di poche case e un’atmosfera quasi surreale.

Il vero protagonista è il lago, un incantevole specchio d’acqua punteggiato di ninfee, con riflessi smeraldini che cambiano colore in base alla luce del giorno. Gli alberi di liana si piegano con dolcezza sulle rive, mentre oche e cigni scivolano sull’acqua placida.

Dimenticato dal turismo di massa, invita a un’esperienza rilassante: pedalò e gommoni a noleggio permettono di godere di una visuale inedita, mentre le sponde erbose sono perfette per un picnic. Camminare senza fretta lungo la riva significa entrare in contatto con la natura e con la gente del posto, che ama godersi la tranquillità di questo eden segreto del Lazio.

San Candido, Trentino-Alto Adige

Appena varcati i confini di San Candido, ad accogliervi sarà un irresistibile profumo di strudel caldo e punch all’arancia. Borgo alpino a cavallo tra Italia e Austria, è un piccolo gioiello che conserva un’anima mitteleuropea, con un forte legame con il passato austro-ungarico.

Passeggiando tra le strade acciottolate, lo sguardo viene rapito dalle casette dai colori pastello, decorate con affreschi raffiguranti giganti, guerrieri e regine delle nevi. Le Dolomiti che fanno da sfondo assomigliano a cristalli rosa, secondo un’antica leggenda locale.

Ma San Candido non è soltanto bellezza e tradizione: un tempo qui sorgeva un oceano tropicale, e le attuali piste da sci erano antiche barriere coralline: il museo espone, infatti, incredibili fossili di dinosauri rinvenuti tra i ghiacciai.

Calcata, Lazio

Il borgo di Calcata, Lazio

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Calcata, Lazio

Arroccato su una rupe di tufo, Calcata è un borgo sospeso nel tempo, un rifugio inaspettato conosciuto dai romani che cercano una fuga dalla frenesia della Capitale. A prima vista, appare quasi in bilico sullo strapiombo, un raccolto presepe medievale avvolto dal verde della Valle del Treja.

Qui, tra vicoli acciottolati e case scavate nella roccia, il silenzio è rotto solo dal soffio del vento e dal chiacchiericcio degli artisti e artigiani che hanno scelto di vivere in una realtà magica a dir poco. Negli anni Sessanta, Calcata è diventata il rifugio di una comunità hippie che ha dato nuova vita alle antiche abitazioni abbandonate, trasformandole in atelier, botteghe e caffè dall’atmosfera bohémien.

Sotto il borgo scorre un fiume un tempo sacro alle tribù pagane, mentre nei boschi tutt’intorno echeggiano storie di rituali ancestrali.

Monte Circeo, Lazio

A metà strada tra Roma e Napoli, il Monte Circeo domina il Tirreno con la sua sagoma imponente, che secondo la leggenda richiama il profilo di una donna addormentata. Il promontorio, avvolto da un’aura di mistero, è legato al mito di Ulisse: qui, la maga Circe avrebbe trasformato i suoi uomini in maiali, e ancora oggi la foresta ospita una nutrita popolazione di cinghiali.

Ma oltre ai racconti omerici, il Circeo è un paradiso naturale perfetto per chi ama il trekking, il kayak e lo snorkeling. Tra spiagge incontaminate, laghi salmastri e antiche grotte marine, il paesaggio regala vedute difficile da descrivere a parole e una sensazione di pace assoluta.

In epoca romana, la zona era la prediletta dell’aristocrazia, che costruiva sontuose ville per godere della bellezza del mare e della natura selvaggia. Ancora oggi, il Circeo conserva quel fascino intatto, che non ha nulla a che vedere con i circuiti turistici più affollati.

Pentedattilo, Calabria

Nel cuore della Calabria, Pentedattilo emerge come un borgo fantasma da vedere una volta nella vita. Il suo nome, che in greco significa “cinque dita”, deriva dalla singolare conformazione rocciosa che lo sovrasta, simile a una gigantesca mano pietrificata.

Un tempo fiorente, il paese fu abbandonato negli Anni Settanta a causa dei terremoti, ma negli ultimi anni è stato riscoperto grazie a un’ondata di giovani artisti e artigiani che hanno ridato vita alle sue stradine in pietra. Oggi, tra case diroccate e botteghe nascoste, si respira un’atmosfera sospesa tra passato e futuro.

Durante l’estate, Pentedattilo si anima con festival d’arte e musica, mentre i pochi residenti, insieme a una nutrita colonia di gatti, accolgono i visitatori con storie e tradizioni secolari.

Sirolo, Marche

Il borgo costiero di Sirolo, Marche

Fonte: iStock

Veduta panoramica di Sirolo, Marche

Affacciato sulle acque turchesi dell’Adriatico, Sirolo è la risposta perfetta a chi cerca un’alternativa più intima rispetto alle mete blasonate come Capri. Borgo medievale incastonato nel Parco del Conero, vanta spiagge deliziose e una quiete che non si trova da nessun’altra parte.

Tra le sue perle spicca la Spiaggia delle Due Sorelle, una baia da sogno raggiungibile solo via mare, incorniciata da faraglioni bianchi che emergono dalle acque trasparenti.

La piazza centrale, con affaccio panoramico, è considerata una delle più romantiche della Riviera del Conero: al tramonto, il cielo si tinge di sfumature dorate, per uno spettacolo indimenticabile.

Gravina, Puglia

Mentre Matera è ormai una star del turismo internazionale, la vicina Gravina rimane un segreto ben custodito, un borgo scavato nella roccia che si affaccia su un canyon mozzafiato.

Le case-grotta, le chiese rupestri e il suggestivo ponte-acquedotto Madonna della Stella, divenuto celebre grazie all’ultima avventura di James Bond, la rendono una destinazione che sa emozionare.

Tra cunicoli sotterranei, antichi frantoi e vicoli che si aprono su panorami spettacolari, è una scoperta che vale il viaggio.

Tenno, Trentino-Alto Adige

Nascosto tra le montagne sopra il Lago di Garda, Tenno è un’oasi di tranquillità dove risuona l’eco del Medioevo e la vita scorre a ritmo differente tra case in pietra, vicoli lastricati e un castello da fiaba.

A pochi passi, il Lago di Tenno incanta con le sue acque turchesi, perfette per una nuotata rinfrescante o una passeggiata rilassante.

D’estate, il borgo prende vita con il festival Rustico Medioevo, mentre d’inverno il mercatino natalizio trasforma le stradine in un villaggio d’altri tempi.

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Firenze: 5 viste panoramiche imperdibili sulla città

A Firenze d’estate fa un gran caldo. In primavera le comitive scolastiche affollano le piazze aggiungendosi ai turisti. D’autunno è una meta privilegiata per godere dell’ultimo tepore con un classico weekend di visita a una delle più belle città d’arte in Italia.

La verità è che se si vuole avere il tempo di ammirare Firenze con un ritmo più slow, rifuggendo l’offerta del turismo mordi e fuggi e i momenti di maggiore affollamento del centro, l’inverno è il momento ideale.

Il meglio di sé Firenze lo dà negli scorci e nelle tante vedute panoramiche che si godono attorno al centro storico, con il cielo terso del mattino nel periodo freddo dell’anno. Da qui si gode la magniloquenza e la grande bellezza dei monumenti simbolo della Culla del Rinascimento: la Cupola del Duomo, la Torre di Arnolfo di Palazzo Vecchio, i campanili di Santa Croce e Santa Maria Novella, la facciata disadorna di Santo Spirito e la sagoma schiacciata verso terra di Palazzo Pitti.

Piazzale Michelangelo è ovviamente la terrazza panoramica più gettonata di Firenze. Fu costruito nel 1869 nell’ambito delle numerose opere urbanistiche che cambiarono l’aspetto della città, divenuta provvisoria capitale d’Italia. Qui una copia in bronzo del David di Michelangelo troneggia in mezzo a una grande piazza dai cui margini si gode di una visuale privilegiata su tutto il centro storico fiorentino, con l’Arno che divide in due la città.

Piazzale Michelangelo a Firenze

Fonte: iStock

La vista sulla città da Piazzale Michelangelo

Il Piazzale Michelangelo si può raggiungere in auto o a piedi, salendo le rampe che si snodano sui fianchi della collina a partire dal quartiere di San Niccolò. Essendo celebre, è anche uno dei luoghi più frequentati in città, ma Firenze e i suoi dintorni offrono un lungo elenco di luoghi panoramici da dove godere di vedute uniche e meno affollate.

La vista dalla Chiesa di San Miniato al Monte

Ha compiuto da poco mille anni la Basilica di San Miniato al Monte, la cui costruzione venne avviata nel 1018 sul luogo dove, si dice, era solito affrontare la propria vita da eremita il martire della chiesa cattolica, San Miniato.

La chiesa si trova nelle immediate vicinanze di Piazzale Michelangelo, sopraelevata rispetto alla terrazza panoramica. Vi si accede da alcune rampe di scale che portano al livello del cimitero monumentale che circonda l’edificio religioso. Ci si trovano sepolti tra gli altri lo scrittore fiorentino Vasco Pratolini, l’inventore di Pinocchio Carlo Lorenzini detto Collodi, il regista Francesco Nuti, l’uomo politico Giovanni Spadolini.

Firenze San Miniato al Monte

Fonte: iStock

Vista su Firenze da San Miniato al Monte

La Basilica ha una splendida facciata romanica decorata da un mosaico duecentesco. All’interno vi si trovano alcune opere d’arte di grande valore, tra cui spiccano gli affreschi della Cappella del Cardinale opera di Antonio e Piero del Pollaiolo.

Una volta salite le scale fino alla facciata della Basilica, voltando le spalle alla porta, si ammira una potente vista panoramica sulla Cupola del Brunelleschi e sul centro cittadino, che si ergono al di sopra dei tetti rossi della città, sullo sfondo il massiccio di Monte Morello. Nelle giornate più limpide e terse appaiono in lontananza anche le cime dell’Appennino pistoiese, talvolta candidamente imbiancate.

Il panorama da Via Bolognese

Uscendo dalla città in direzione di Trespiano, frazione collinare dove si trova il più esteso cimitero della città, si percorre via Bolognese, che si trasforma poi nella Strada statale 65.

Dopo aver superato la località La Lastra, la strada imbocca un tratto piuttosto panoramico: sulla collina a fianco si scorgono le ville che contornano la cittadina di Fiesole, mentre nella stretta valle diversi metri più sotto scorre il Mugnone, uno degli affluenti dell’Arno.

In corrispondenza di una strada che sale ad un albergo sulla sinistra, si apre sulla destra della carreggiata uno spiazzo dove è possibile parcheggiare l’auto. Un muretto funge da parapetto e da questo luogo insospettabile si gode di una delle viste più belle sulla città di Firenze.

Vista sulla Cupola del Duomo di Firenze

Fonte: Lorenzo Calamai

La Cupola del Brunelleschi si staglia al centro di ogni panorama fiorentino

La verde collina di Fiesole digrada morbida verso la conca dove sorge la città, dominata dall’immensa figura della Cupola del Duomo. Solo uscendo fuori dalle strette vie del centro ci si rende davvero conto di quanto sia titanica la figura della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Poco più a sinistra ecco spuntare la sagoma di Palazzo Vecchio, mentre tante piccole case dai tetti rossi si affollano a stringersi in un abbraccio imperituro.

Per arrivarci non è vincolante utilizzare l’auto. La linea di autobus numero 25 ha una fermata nelle immediate vicinanze del punto panoramico.

Un colpo d’occhio mozzafiato: Bellosguardo

Da Bellosguardo sono passati Giuseppe Garibaldi e Henry James, Ugo Foscolo e Florence Nightingale. Tutti a bearsi del panorama mozzafiato che si gode da questa zona aristocratica di Firenze, caratterizzata da prestigiose ville che popolano una collina sopraelevata rispetto alla conca dove sorge il reticolato urbano.

Eppure Bellosguardo è un luogo praticamente di esclusiva frequentazione dei fiorentini, per giunta quelli che vivono nella zona, fuori dai circuiti turistici. Qui, nelle giornate assolate, non è difficile trovare coppie e famiglie che si godono una passeggiata fuori dal traffico e dal caos della città e rimangono ferme per decine di minuti ad ammirare il panorama.

Bellosguardo si trova a sudovest di Firenze, tra l’area di Porta Romana e quella residenziale di Soffiano. Si può arrivare ai piedi della collina facilmente utilizzando i mezzi pubblici, ma poi bisogna affrontare una passeggiata in salita per raggiungere il belvedere.

La vista è mozzafiato, sembra di poter fare un salto direttamente sulla Cupola del Brunelleschi. Nelle giornate più luminose lo sguardo spazia dalla collina di Fiesole sullo sfondo, scende fino a incrociare la torre dello Stadio Franchi e, in primo piano, ha tutti i principali monumenti in bella vista: Palazzo Vecchio, il Duomo, le chiese di Santa Maria Novella, Santa Croce e Santo Spirito, Palazzo Pitti.

Firenze, il panorama da Bellosguardo

Fonte: Lorenzo Calamai

Da sinistra a destra il Duomo, la forma cubica di Orsanmichele, Palazzo Vecchio, la facciata spoglia di Santo Spirito in primo piano e la chiesa di Santa Croce poco più indietro. All’estrema destra Palazzo Pitti

La Terrazza di Villa Bardini

Villa Bardini, sulla collina che domina il quartiere di San Niccolò, in Oltrarno, è una villa seicentesca di oltre sessanta stanze e saloni che oggi ospita mostre temporanee e un museo. È circondata da un grande parco, il Giardino Bardini, visitabile a pagamento, peraltro con lo stesso biglietto con il quale si può frequentare il più noto Giardino di Boboli.

Il panorama dalla terrazza immediatamente prospiciente alla villa è sensazionale. Da lì, lo skyline di Firenze sembra potersi raccogliere tutto all’interno della conca della mani, come un condensato estremo di bellezza architettonica senza tempo.

Il Giardino Bardini, inoltre, è noto per le fioriture dei glicini all’inizio della primavera, una caratteristica imperdibile per chi visita Firenze a marzo e ad aprile.

Villa Bardini a Firenze

Fonte: iStock

Tra i fiori lilla del glicine emergono i contorni di Firenze

La vista dalla panchina della regina a Fiesole

Anno 1888: la Regina Vittoria d’Inghilterra visita Firenze per la prima volta, un’esperienza che avrebbe rivissuto più volte nei dieci anni seguenti. Una città che aveva colpito la sovrana, grande amante dell’arte, della pittura e anche delle viste panoramiche.

Non di Piazzale Michelangelo, però, con la sua copia in bronzo del David di Michelangelo: di cattivo gusto entrambi, la piazza e la statua, ebbe a dire. La sua visuale preferita sulla città, si dice, era in cima a quella che oggi si chiama via Vecchia Fiesolana, su una panchina dalla quale si gode tutt’ora di una splendida vista su Firenze.

La chiamano, non a caso, la panchina della regina: una piccola panca di pietra sotto l’ombra di due alti cipressi, esposta a sud-ovest e baciata dal sole al tramonto, dalla quale si gode di un panorama molto largo su tutta la distesa cittadina.

La vista dalla panchina della regina a Fiesole

Fonte: iStock

Dalla panchina della regina si vede tutta la città
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Boboli: apre al pubblico il Giardino Segreto delle Camelie

Dal 17 gennaio al 13 aprile, i visitatori del Giardino di Boboli di Firenze avranno l’opportunità di ammirare il Giardino delle Camelie, un’area normalmente chiusa al pubblico ma ricca di fascino storico e botanico. Il magnifico spazio, riservato in epoca medicea alla famiglia granducale, è stato restaurato di recente e sarà accessibile con visite guidate nelle giornate di venerdì, sabato e domenica.

Un’occasione irripetibile per immergersi in un angolo segreto del parco, dove storia, natura e bellezza si intrecciano.

Il Giardino delle Camelie: un passato granducale

Collocato tra l’ala sud di Palazzo Pitti e il bastione della Meridiana, il Giardino Segreto delle Camelie era in origine un passaggio privato che collegava gli appartamenti del principe Mattias de’ Medici, fratello minore del granduca Ferdinando II, con il parco di Boboli. Dapprima ideato come un’area esclusiva per i membri della famiglia, alla fine del Settecento fu trasformato in un giardino dedicato alla coltivazione delle camelie, in linea con la moda botanica dell’epoca.

La specie predominante è la Camellia japonica, con 49 esemplari appartenenti a 37 varietà differenti. Tra queste spicca la “Candidissima”, introdotta nel 1830, celebre per la sua bellezza e le dimensioni imponenti. I partecipanti potranno, così, apprezzare questa e altre camelie che rendono il giardino un vero e proprio gioiello botanico.

Un restauro che guarda al futuro

Negli ultimi decenni, il Giardino delle Camelie versava in condizioni precarie. Nel 2021, grazie a un finanziamento congiunto delle Gallerie degli Uffizi e del progetto regionale “Il Rinascimento in Toscana: ville e giardini medicei”, è stato avviato un complesso intervento di restauro.

Con un investimento complessivo di circa 875 mila euro, il giardino è stato sottoposto a lavori architettonici, strutturali, botanici e impiantistici, e riportato al suo antico splendore.

Visite guidate: orari e dettagli

Le visite al Giardino delle Camelie vengono organizzate per gruppi di massimo 25 persone e saranno accompagnate dal personale di vigilanza del Giardino di Boboli. Ecco gli orari suddivisi per stagione:

  • Gennaio e Febbraio: 9:30, 10:30, 11:30, 12:30, 13:30
  • Marzo e Aprile: 10:00, 12:00, 13:00, 14:00, 15:00, 16:00

Boboli: un capolavoro di arte e paesaggio

Il Giardino di Boboli, parte integrante del complesso di Palazzo Pitti, rappresenta uno dei più celebri esempi di giardino all’italiana.

Realizzato a partire dal XVI secolo per volontà della famiglia Medici, è un autentico museo a cielo aperto che si estende per circa 45.000 metri quadrati.

Gli eleganti viali, le sculture classiche, le fontane monumentali e gli angoli nascosti, ne fanno non soltanto un luogo di straordinaria bellezza naturalistica, ma anche un importante simbolo del potere e della cultura della dinastia medicea. Ogni scorcio racconta una storia, ogni dettaglio riflette il genio artistico e architettonico del Rinascimento, e lo rendono una tappa imprescindibile per chiunque trascorra una vacanza nel capoluogo toscano.

Un viaggio tra arte, natura e storia

La riapertura del Giardino delle Camelie rappresenta il momento ideale per scoprire una parte poco conosciuta di Boboli, laddove natura e storia si fondono in un contesto esclusivo e suggestivo. Per tutti gli appassionati di botanica, arte e cultura, le visite guidate saranno capaci di regalare emozioni e una nuova prospettiva sul magnifico parco mediceo.

Non vi resta che prenotare la vostra visita e lasciarvi affascinare dal paradiso segreto.

Giardino delle Camelie, Boboli, Firenze

Fonte: Ufficio Stampa Gallerie degli Uffizi

Giardino delle Camelie, Boboli
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Cosa fare a Firenze per l’Epifania, tutti gli eventi

Anche quest’anno la città di Firenze si prepara a celebrare l’Epifania con numerosi eventi che richiamano la tradizione della Befana, un’occasione speciale per vivere l’ultimo atto delle festività natalizie. Il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, rappresenta un momento di festa per grandi e piccini, con tante iniziative che rendono la città ancora più affascinante. La magia del Natale si fonde con l’atmosfera festosa della Befana, una figura che incarna l’attesa e l’incanto dell’inverno.

Tra spettacoli, eventi per bambini, concerti e mostre d’arte, la città fiorentina dunque si trasforma in un palcoscenico ricco di opportunità per festeggiare in modo unico e coinvolgente: che si tratti di partecipare a un evento all’aperto o di immergersi in una delle storiche chiese per un concerto, Firenze offre una vasta gamma di esperienze per ogni tipo di visitatore.

Ecco alcune delle iniziative imperdibili che Firenze offre ai suoi visitatori e residenti, per chi desidera continuare a vivere la magia delle feste, ma non solo: anche a poche ore e km di distanza dalla città fiorentina si possono esplorare paesi e angoli di Toscana incredibili, per una gita fuori porta della Befana che non vi dimenticherete.

“La Befana vien di notte” al Quartiere 4

Il 5 gennaio, piazza dell’Isolotto a Firenze ospiterà un evento speciale per festeggiare l’arrivo della Befana. A partire dalle 16:30, l’attesa figura della Befana arriverà in piazza per distribuire dolci, caramelle e qualche pezzo di carbone per i più birichini! L’evento si concluderà con il tradizionale rogo del fantoccio della Befana, un momento simbolico che chiude le festività natalizie al Quartiere 4. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il Gruppo Storico dei Vigili del Fuoco di Firenze, creando un’atmosfera di festa per tutta la famiglia.

“Befana al Q4” alla Limonaia di Villa Strozzi

Il 6 gennaio, alla Limonaia di Villa Strozzi in via Pisana, si terrà un altro evento imperdibile, “Befana al Q4”, con un programma ricco di attività per i bambini. Dalle 15:30, inizierà il laboratorio di lettura interattiva “Fiabe del focolare, un viaggio magico tra Natale e Befana”, a cura dell’associazione Tri-boo, pensato per i bambini dai 4 anni in su. Alle 17:00, il Piccolo Coro Melograno incanterà il pubblico con un repertorio di canti natalizi. Alle 17:30, l’attesissima Befana distribuirà dolci e sorprese ai più piccoli, regalando un ultimo momento di magia per concludere il periodo natalizio in grande stile.

Concerto d’Opera alla Chiesa di Santa Monaca

Per chi desidera vivere un’Epifania all’insegna della musica, la Chiesa di Santa Monaca offre un ciclo di concerti d’opera il 4, 5 e 6 gennaio. Saranno eseguiti brani tratti da alcune delle opere più celebri come “Le nozze di Figaro”, “Tosca”, e “La Bohème”, accompagnati da una cena a tema. Un’esperienza culturale e gastronomica per rendere ancora più indimenticabile e speciale la giornata dell’Epifania di quest’anno.

“Peter Pan – Il Musical” al Teatro Verdi

Se siete in cerca di un’idea per un’uscita teatrale, il Teatro Verdi ospita “Peter Pan – Il Musical” dal 4 al 6 gennaio. Un grande spettacolo che porta sul palco la magica storia di Peter Pan, un modo ideale per festeggiare la Befana con tutta la famiglia. Il musical promette di incantare grandi e piccini con le sue coreografie spettacolari e musiche emozionanti.

Giornata dedicata all’arte: musei e mostre

Se l’arte è ciò che cercate per l’Epifania, Firenze offre una vasta opzione di visite a mostre e musei aperti il 6 gennaio. Oltre a quelli storici come la Galleria degli Uffizi e la Galleria dell’Accademia, la città ospita esibizioni temporanee che spaziano dall’arte contemporanea al Rinascimento. Il Palazzo Strozzi, ad esempio, ospita mostre di artisti di fama internazionale, che fanno della visita un’esperienza culturale unica.

Gallerie degli Uffizi Firenze

Fonte: 123RF

Le Galleria degli Uffizi a Firenze

Cosa fare nei dintorni di Firenze per la Befana

Se desiderate trascorrere l’Epifania lontano dal caos della città, Firenze offre numerosi spunti per una gita fuori porta in Toscana.

Volterra e i suoi misteri

A circa un’ora da Firenze, la città di Volterra è perfetta per un’escursione fuori porta. Conosciuta per le sue torri medievali e la sua storia etrusca, Volterra offre una combinazione unica di cultura, arte e natura. Durante l’Epifania, il borgo si anima con eventi tematici che ripercorrono le tradizioni locali, come la processione dei Re Magi, facendo di questa meta un’ottima scelta per chi cerca un’esperienza tradizionale in un contesto suggestivo.

Pisa oltre la Torre

Chi desidera scoprire Pisa spesso si concentra sulla sua celeberrima Torre Pendente, ma la città toscana ha molto di più da offrire, soprattutto se visitata durante il periodo dell’Epifania. La Piazza dei Miracoli, con la sua imponente bellezza, è senza dubbio un luogo imperdibile, dove il Duomo, il Battistero e il Camposanto Monumentale si trovano fianco a fianco, creando uno scenario unico che affascina ogni visitatore. Questi capolavori architettonici, simboli della storia e della cultura della città, sono tanto straordinari quanto emblematici della sua grandezza.

Tuttavia, oltre alla celebre Piazza dei Miracoli, anche il centro storico di Pisa merita assolutamente una visita. Passeggiando tra le sue viuzze strette e le piazze affascinanti come Piazza dei Cavalieri o Piazza del Duomo, è possibile immergersi nell’atmosfera medievale che permea la città, con i suoi palazzi storici, le torri e le chiese che raccontano secoli di storia. La città, infatti, conserva ancora intatto il suo antico fascino, che si riflette nelle tradizioni e nella cultura locale.

Durante il periodo natalizio e dell’Epifania, Pisa si arricchisce di una serie di eventi e mercatini che celebrano le festività. Il Mercato di Natale in particolare, con le sue bancarelle che offrono prodotti tipici, artigianato locale e dolci tradizionali, crea un’atmosfera calda e accogliente che rende la città ancora più suggestiva.

Terme di Saturnia

Se cerchi un’opzione per trascorrere la giornata in totale relax, le Terme di Saturnia, nella Maremma Toscana, sono una scelta ideale per il 6 gennaio. Le famose acque termali di Saturnia sono rinomate per le loro proprietà benefiche, perfette per recuperare energia e rilassarsi dopo le festività. Un’esperienza di benessere che, unita al paesaggio toscano circostante, renderà la vostra Epifania davvero speciale.

 

Piscine termali all'aperto delle Terme di Saturnia in Toscana, al tramonto

Fonte: iStock

Cascate del Molino delle Terme di Saturnia
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Firenze, la città che secondo il Times vive un secondo Rinascimento

Dopo decenni di sguardi al passato, assistiamo a un “nuovo Rinascimento fiorentino” che non solo premia il patrimonio del magnifico capoluogo toscano, ma lo mantiene vivo.

I ristoranti aggiornano ricette secolari e tornano ai prodotti del territorio, i musei ridisegnano le collezioni per mostrarle al meglio e per far dialogare l’arte moderna con i capolavori rinascimentali, gli abitanti hanno salvato dall’estinzione l’arte di navigare sull’Arno con la tecnica del “punting”: insomma, la culla del Rinascimento non è più “cristallizzata nel tempo” e oggi si respira un dinamismo che non si vedeva dai tempi dei grandi duchi di Toscana.

Naturalmente, l’altra grande novità di Firenze è il turismo di massa, compresi i visitatori dei weekend. Ma come trascorrere 48 ore in una città dove non basterebbero 48 vite? La risposta sta nell’unire le esperienze. Dai grandi classici alle realtà meno conosciute, vi è sempre qualcosa di nuovo da scoprire, in qualsiasi stagione, da oltre 500 anni.

Ed è proprio così che il noto quotidiano britannico Times elogia Firenze e ne racconta il “secondo Rinascimento” proponendo due intense giornate tra arte, bellezza e buon cibo.

Cosa fare a Firenze secondo il Times

La visita non può non partire dai celeberrimi Uffizi che, negli ultimi dieci anni, hanno visto una trasformazione straordinaria. I capolavori più celebri sono ora esposti in teche anti-riflesso, così da permettere di cogliere dettagli mai visti prima, come nella celebre Primavera di Botticelli. Inoltre, è stata inaugurata una nuova ala dedicata agli autoritratti, e le mostre temporanee mettono in contatto opere contemporanee con le austere sale cinquecentesche.

Non può mancare una tappa al museo Orsanmichele, riaperto quest’anno, uno dei più affascinanti e meno affollati di Firenze. In passato granaio e chiesa, oggi disegna un viaggio impareggiabile tra affreschi e sculture al piano terra. Passaggi segreti, botole e scale nascoste raccontano la sua antica funzione di mercato del grano della Repubblica Fiorentina. Al piano superiore, dove si conservavano i cereali, sono esposte 13 delle 14 statue che ornavano l’esterno, opere di maestri come Donatello, Verrocchio e Ghiberti.

Villa Bardini, con gli splendidi giardini traboccanti di fiori e i panorami incredibili sullo skyline fiorentino, si adagia sulle colline dell’Oltrarno. Il percorso è ripido, ma strategico: si può iniziare dalla sommità, raggiungendola in taxi e scendendo a piedi, oppure partire dal basso e conquistare la salita per guadagnarsi una cena presso La Leggenda dei Frati.

Ma siamo appena all’inizio.

Per secoli, i renaioli navigavano l’Arno con i barchetti da rena per raccogliere sabbia dal fondale. Una tradizione quasi scomparsa, finché, nel 1994, tre intraprendenti fiorentini hanno restaurato tre barche centenarie per proporre romantiche escursioni private lungo l’Arno: 45 minuti indimenticabili che consentono di ammirare Firenze da una prospettiva inedita, scivolando accanto agli Uffizi, sotto il Ponte Vecchio e fino all’Oltrarno.

Vale poi la pena di visitare il Museo di San Marco, l’antico monastero frequentato dal monaco Savonarola e dall’artista Beato Angelico, che affrescò ogni cella del piano superiore, e le Cappelle Medicee, dove Michelangelo ebbe piena libertà creativa nel progettare e scolpire i monumenti funerari dei Medici.

Cosa mangiare e dove

Il Times non si limita a stilare un elenco di proposte su cosa vedere a Firenze in due giorni ma dà uno sguardo anche ai locali da provare per impreziosire la permanenza grazie a esperienze gastronomiche sopraffine.

  • Ino
    Se avete poco tempo per il pranzo, Ino è la scelta ideale: i suoi panini sono stati premiati come i migliori d’Italia. Ingredienti di alta qualità provenienti da piccoli produttori toscani si combinano con creatività tra due fette di pane tipo schiacciata, arricchiti da formaggi, marmellate e verdure originali e saporite.
  • Picteau
    Alle pareti troverete disegni di maestri come Picasso e Cocteau, mentre dalle finestre a tutta altezza potrete ammirare l’Arno. Il bar è all’interno del raffinato Hotel Lungarno ed è uno dei pochi locali ad affacciarsi direttamente sul fiume, grazie a una terrazza esterna sospesa sull’acqua.
  • La Leggenda dei Frati
    Tra i giardini incantevoli (e scoscesi) di Villa Bardini, lo chef Filippo Saporito reinventa con maestria i classici toscani e siciliani utilizzando prodotti locali. Dai ravioli ripieni di pollo alla cacciatora ai dolci ispirati al Duomo di Firenze, ogni piatto è una sorpresa. In estate, la cena viene servita su una terrazza con vista mozzafiato sulla città.
  • Tecum
    Nel 2021, i fratelli Claudia e Francesco hanno aperto questo delizioso bistrò nel quartiere San Jacopino, a cinque minuti di tram dalla stazione. Il focus è sul cibo locale e sostenibile: frattaglie e tagli meno noti (tipici della tradizione toscana), una vasta scelta di verdure (molte coltivate nel loro orto) e vini di piccoli produttori locali.
  • Giacosa 1815
    Luogo iconico del XIX secolo, è qui che, nel 1919, sarebbe nato il negroni. Riaperto lo scorso anno con un’eleganza art déco, vanta banconi imbottiti di velluto e un menu che celebra il famoso cocktail in tutte le sue varianti, tra cui una versione spritz assolutamente da provare.
  • Trattoria 4 Leoni
    Oltre il Ponte Vecchio, la trattoria alla moda propone interpretazioni moderne dei piatti tradizionali toscani. Dai crostini alla pappa al pomodoro, ogni portata è di stagione, locale e davvero gustosa.
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Le migliori province italiane per qualità della vita: la classifica

È dal 1990 che il Sole 24 Ore pubblica ogni anno la classifica dedicata alle province italiane dove si vive meglio tenendo in considerazione diversi parametri. Analizzando fattori quali ricchezza, consumi, ambiente, servizi, salute o cultura, la provincia che ha primeggiato è stata Bergamo, seguita da Trento e da Bolzano. Rispetto all’anno passato, invece, perdono posizioni Bologna, Milano, Firenze e Roma, mente il Sud rimane fanalino di coda con il punteggio peggiore raggiunto da Reggio Calabria, seppur siano stati evidenziati dei segnali positivi per il futuro.

La top 10 delle migliori province italiane

È Bergamo che per la prima volta ottiene il riconoscimento come città più vivibile d’Italia, dimostrando un’incredibile capacità di ripresa soprattutto dopo il periodo buio attraversato durante il Covid. Il secondo e terzo posto è occupato dalle province di Trento e Bolzano, storicamente presenti nelle classifiche dedicate alla qualità della vita. Trento, infatti, è stata prima per ben tre volte e nelle prime tre posizioni per 14 volte, mentre Bolzano ha primeggiato per 5 volte, occupando il podio per 18 volte in tutto.

Nella top 10 compare al quarto posto Monza e Brianza, seguita da Cremona e da Udine, vincitrice dell’edizione 2023 e che, secondo il report del Sole 24 Ore, ha registrato performance positive anche quest’anno. Al settimo e all’ottavo posto troviamo Verona e Vicenza, al nono Bologna, l’unica grande area metropolitana presente nella top 10 e, infine, Ascoli Piceno.

Qui la classifica completa:

  • Bergamo
  • Trento
  • Bolzano
  • Monza e Brianza
  • Cremona
  • Udine
  • Verona
  • Vicenza
  • Bologna
  • Ascoli Piceno

Il metodo usato per l’indagine

Per realizzare questa classifica relativa alle migliori province italiane per qualità della vita, il Sole 24 Ore ha utilizzato 90 indicatori, divisi a loro volta in 6 grandi categorie tematiche: “ricchezza e consumi”, “affari e lavoro”, “ambiente e servizi”, “demografia, salute e società”, “giustizia e sicurezza” e “cultura e tempo libero”.

Per ogni indicatore viene dato un punteggio da 0 a 1000: più la provincia è vivibile, più punti ottiene. Per ottenere la classifica generale, il punteggio per le altre province si distribuisce in funzione della distanza rispetto agli estremi (1000 e 0). Successivamente, per ciascuna delle sei categorie, si individua una graduatoria determinata dal punteggio medio riportato nei 15 indicatori, ciascuno pesato in modo uguale all’altro (1/90). Infine, la classifica finale è costruita in base alla media aritmetica semplice delle sei graduatorie di settore.

La città migliore e quella peggiore per qualità della vita

Quali sono gli indicatori che hanno permesso a Bergamo di ottenere il primo posto? Dopo il Covid, la città si è rimboccata le maniche per migliorare in tanti settori, in particolare quello relativo alla salute. Nell’indicatore riguardante l’emigrazione ospedaliera si è dimostrata autosufficiente: da una parte non esiste emigrazione sanitaria, dall’altra il sistema sanitario è considerato altamente attrattivo anche dai pazienti provenienti dalle altre regioni italiane.

Inoltre ha raggiunto ottimi punteggi nelle categorie “ambiente e servizi” e “demografia e società”, primeggiando nell’indice di “sportività”, calcolato in base al numero di atleti tesserati e società sportive. I punteggi peggiori, invece, li ha ottenuti nella categoria “ricchezza e consumi”, posizionandosi 98esima per crescita del PIL procapite.

In fondo alla classifica, invece, troviamo Reggio Calabria, dove hanno inciso fattori come la bassa aspettativa di vita, il divario nella parità salariale tra uomini e donne, il numero delle imprese in fallimento, i livelli di criminalità e la disoccupazione. In generale, però, il Sole 24 Ore ha evidenziato una maggiore crescita economica al Sud dove si stanno registrando tassi di crescita del Pil più elevati.

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Il Palazzo Vecchio di Firenze apre delle stanze mai viste

Il Palazzo Vecchio è uno dei principali punti di interesse quando si visita Firenze. Si trova in Piazza della Signoria ed è anche la sede del Comune, oltre a rappresentare la migliore sintesi dell’architettura civile del ‘300. A partire da dicembre 2024 fino a giugno 2025 i visitatori avranno modo di esplorare nuove stanze di questo antico palazzo, grazie all’associazione Amici dei Musei e dei Monumenti fiorentini. Sono previsti sette appuntamenti con ingresso gratuito su prenotazione per approfittare di questa occasione e ammirare l’appartamento del barone Bettino Ricasoli, la Sala Rossa e altre sale di Firenze Capitale che non sono mai state aperte al pubblico fino a oggi.

Firenze è una città che non ha bisogno di scuse per essere scelta come meta di un viaggio o di una visita breve anche solo per un weekend, poiché ha molto da offrire. Le meraviglie architettoniche, i musei, i punti di interesse culturale, l’arte e le bontà gastronomiche invitano molti turisti da tutto il mondo tutto l’anno. Questa apertura straordinaria del Palazzo Vecchio è un ulteriore invito a visitarla per ammirare la sua eleganza e la personalità antica e moderna allo stesso tempo.

Un Palazzo Vecchio inedito

Poter visitare luoghi del palazzo comunale che non fanno parte del percorso museale ma che sono ricchi di fascino e storia è un’opportunità straordinaria per entrare nel cuore del Palazzo e conoscerne gli angoli meno noti“, ha  affermato l’assessore alla Cultura Giovanni Bettarini, che ha aggiunto: “Per questo, abbiamo voluto riproporre un calendario di appuntamenti offrendo l’opportunità di esplorare la storia politica di Firenze attraverso queste sale spesso poco conosciute. Gli Amici dei musei monumenti ci sostengono nell’impegno a rendere accessibile la storia ai cittadini, in modo da creare un legame prezioso tra passato e presente di Firenze, specie nelle giovani generazioni”.

Palazzo Vecchio Firenze

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Interno di Palazzo Vecchio a Firenze

Saranno quindi aperti al pubblico alcuni spazi che nel 1860 furono utilizzati per ricavarne l’appartamento del barone Bettino Ricasoli, Governatore della Toscana. Oggi in quelle stanze ci sono gli uffici della vicesindaci di Firenze Paola Galgani e le sale chiamate Firenze Capitale oggi sono sede degli uffici del Consiglio Comunale.

Politico, statista e rivoluzionario cattolico liberale, Ricasoli ha ricoperto anche la carica di sindaco di Firenze, nonché presidente del Consiglio del Regno d’Italia e fondatore del famoso quotidiano La Nazione. Una figura importante per la città toscana e per l’Italia che ha lasciato il segno ed è interessante da studiare e approfondire.

Come prenotare e altre info utili

Le visite alle stanze mai viste di Palazzo Vecchio, come anticipato prima, saranno gratuite ma organizzate secondo prenotazione, grazie al supporto dei volontari dell’associazione Amici dei musei e dei monumenti fiorentini. Sarà possibile partecipare dalle 15 alle 17 nelle giornate del 4 dicembre 2024, 8 gennaio, 5 febbraio, 5 marzo, 2 aprile, 7 maggio e 4 giugno 2025 prenotando al numero 055286465 o mandando un’email a: segreteria@amicideimusei.it

Pertanto, è bene pianificare in anticipo la visita per assicurarsi un posto, da soli o in gruppi più o meno numerosi. Queste aperture temporanee sono inviti a esplorare il patrimonio artistico e culturale dell’Italia nel presente, cogliendo l’attimo, pensando che non sia possibile poi ripetere l’esperienza molto presto.