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È già boom di prenotazioni di viaggi in questo 2022

Una buona notizia arriva dal mondo dei viaggi. Stando a quanto annunciato dal World Travel & Tourism Council (WTTC), basandosi sui dati di ForwardKeys, gli europei hanno una forte voglia di tornare a viaggiare.

Boom di prenotazioni: per quando

È un vero e proprio boom di prenotazioni di viaggi in Europa e con un aumento del 250% nel periodo di Pasqua. Non sono da meno le prime proiezioni sui viaggi estivi. Anch’esse, infatti, dimostrano una crescita con prenotazioni in aumento dell’80% rispetto al 2021.

Gli ultimi dati sulle prenotazioni mostrano che gli europei vogliono viaggiare di nuovo – ha dichiarato Julia Simpson, presidente e Ceo del WTTC -. Le prenotazioni per Pasqua e l’estate sembrano forti. Omicron ha influenzato l’inizio dell’anno, ma poiché le infezioni raggiungono il picco e i sintomi rimangono lievi, le persone stanno nuovamente prenotando“.

Secondo i dati, i viaggi in Europa durante la Pasqua e l’estate del 2022 dovrebbero essere ancora inferiori ai livelli pre-pandemia, e rispettivamente del 38% e del 45%. A far ben sperare, però, è l’approccio a minori limitazioni di viaggio dei diversi Paesi del Vecchio Continente (Italia compresa) che spinge la ripresa e che potrebbe permettere di avvicinarsi ancora di più ai livelli del 2019.

I problemi si verificano quando i governi reagiscono con le restrizioni di viaggio” ha concluso Simpson, motivo per cui è intervenuta pochi giorni fa anche la Commissione europea, e proprio in riferimento alle regole di viaggio.

Nel 2022 cresce la propensione a viaggiare

Secondo l’analisi dell’Osservatorio Compass sulle aspettative per il 2022, condotta dalla società del credito al consumo del Gruppo Mediobanca, gli italiani hanno voglia di fare progetti: quasi 9 concittadini su 10 ne hanno in cantiere alcuni e su tutti svetta quello di riprendere a viaggiare.

Nel dettaglio: per circa metà degli italiani intervistati (45%) il nuovo anno segnerà un miglioramento per l’economia del Paese. Ciò vuol dire che la fiducia cresce e riguarda anche la sfera personale, con circa un terzo del campione (30%) convinto che la situazione economica della propria famiglia migliorerà.

Il 68% dei soggetti analizzati desidera solo che finisca la pandemia. Soprattutto perché quello che sembra mancare è un forte senso di libertà di movimento. Non è un caso che il 51% delle persone intervistate ha in programma di fare un viaggio/vacanza, mentre il 23% di acquistare un’auto/moto, che comunque sono simbolo di spostamento.

Negli ultimi anni si sta progressivamente affermando il servizio di dilazione di pagamento “buy now pay later“, sia nei punti vendita, sia sui siti di e-commerce. Un prestito di denaro con piano rateale che generalmente prevede quattro rate uguali distribuite su un periodo di sei settimane. Agli intervistati piace soprattutto la velocità (23%) e la semplicità (11%) della dilazione di pagamento rispetto al finanziamento tradizionale, oltre alla possibilità di incontrare in modo innovativo le esigenze della propria clientela (18%).

Insomma, il 2022 sembrerebbe l’anno della ripresa dei viaggi all’estero, il periodo perfetto “riappropriarsi” di tutti quei pezzettini di mondo che abbiamo dovuto lasciare in pausa a causa del Covid, o di quei luoghi sparsi per il pianeta che abbiamo sempre sognato di raggiungere. Speriamo davvero che questo anno ci dia maggiori possibilità anche per quanto riguarda i viaggi al di fuori dei confini italiani.

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Questo lago in Irlanda sembra una pinta di Guinness

Il Lago Tay – Lough Tay – è uno dei luoghi più fotografati in Irlanda. Si trova nella contea di Wicklow e, in uno scenario a dir poco fiabesco, circondato dalle verdi montagne, è un’icona irlandese di cui pochi hanno sentito parlare.

Il lago è alimentato dal fiume Cloghoge che crea un bacino di acqua blu profondo dove è stata creata anche una deliziosa spiaggia di sabbia bianchissima. Creata artificialmente, ebbene sì, perché la sabbia è stata importata qui da altrove.

La storia del Guinness Lake

E a farlo è stata la famiglia Guinness, quella della famosa birra irlandese, che possiede una proprietà su buona parte del lago. E la forma del lago quasi perfettamente circolare con la striscia bianca di sabbia fa sì che, a ben guardarlo, il lago assuma la forma di una pinta di Guinness. Motivo per cui è soprannominato Guinness Lake.

Ma la ragione non è soltanto questa. Per produrre la birra, infatti, viene usata proprio l’acqua di questo lago.

Per ammirare il Lough Tay nella sua forma così originale e godersi la vista delle montagne Wicklow, le cui cime più elevate sono quelle del monte Djouce, 725 metri, e del Luggala, 595 metri, con le sue bianche scogliere, bisogna salire in cima alla Military Road.

La Guinness Estate

L’accesso al lago è limitato in quanto gran parte di esso si trova all’interno della Luggala Estate, meglio conosciuta come “Guinness Estate“, un terreno di 2mila ettari in un’area protetta. Un tempo questa terra apparteneva alla famiglia La Touche, fondatori della Bank of Ireland. Furono loro alla fine del 1700 a costruire il Luggala Castle, una riserva di caccia sul modello della Strawberry Hill House di Londra. Nel 1937, Ernest Guinness acquistò l’intera proprietà e la donò come regalo di nozze alla figlia Oonagh.

Il castello ha ospitato molte celebrity, da Mick Jagger ai Beatles a Michael Jackson e vi sono stati girati diversi film storici famosi, come “Excalibur” nel 1981, “Braveheart” nel ’95) e “King Arthur” nel 2004. Pur essendo una proprietà privata, i visitatori che vengono a fare trekking nel Wicklow Mountains National Park sono autorizzati a passare, nel rispetto della privacy e del luogo.

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Lough Tay , il “Guinness Lake” nella Contea di Wicklow in Irlanda

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Offerta 2×1 per volare in tutta Europa. Scade oggi

Ryanair ha lanciato una nuova offerta: acquistando un biglietto entro la mezzanotte di oggi 26 gennaio si ha diritto a un altro biglietto aereo gratuito. La promozione 2×1 è decisamente allettante e fa venire voglia di pensare alle prossime mete dove fare un viaggio.

Le destinazioni in offerta sono in tutta Europa per volare per tutto il mese di febbraio e ci sono biglietti aerei a partire da meno di 9 euro a tratta.

Tante le mete allettanti per una vacanza lunga o breve che sia, purché si possa finalmente partire serenamente. Dal 1° febbraio non sarà più necessario sottoporsi a un tampone per tornare in Italia, quindi viaggiare diventerà molto più semplice e soprattutto meno stressante. Restano in vigore, tuttavia, le eventuali misure disposte dai singoli Paesi dove si sceglie di andare.

Si torna a Londra

Tra le mete che sicuramente ci sentiamo di consigliarvi c’è sicuramente Londra, Anche il Regno Unito ha allentato le misure d’ingresso, non sarà più necessario sottoporsi al Day-2 Test una volta arrivati nel Paese. E quanta voglia avevamo di tornarci? Quante cose sono cambiate negli ultimi due anni? Il posto migliore dove andare per respirare l’atmosfera londinese è sicuramente Camden Town, uno dei quartieri più vivaci. In quest’area situata a Nord della Capitale si respira un’atmosfera alternativa e i suoi bar hanno accolto alcuni dei più grandi nomi della musica mondiale. Le bancarelle del Camden Market, che si snoda lungo il Regent’s Canal, e che in realtà comprende una serie di mercati che si susseguono l’uno dopo l’altro, sono una gioia per gli occhi, tra abbigliamento punk e tatuatori di strada. tappa obbligata qui a Camden è lo Stables Market, dove si trova la statua commemorativa di Amy Winehouse originaria di questo quartiere.

Da non perdere è anche Primrose Hill, dove sembra di essere in un villaggio anziché nella City, con grandi terrazze vittoriane e villette a schiera in stile Regency color viola pastello. Il parco che si trova proprio in cima alla collina ha una vista panoramica su tutto Regent’s Park e sull’intera città. Da qui si scorgono anche la St Paul’s Cathedral e le Houses of Parliament e molte altre icone di Londra. Un tuffo al cuore.

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Il quartiere di Camden Town a Londra

Vienna d’inverno

Un’altra meta raggiungibile con i voli low cost di Ryanair è Vienna. È importante tenere presente che per viaggiare in Austria è necessario essere in possesso del Green Pass ottenuto con il doppio vaccino. Detto questo, questa città d’inverno è bellissima, anche se le luminarie natalizie sono ornai spente da un po’. Giardini invernali, piste di pattinaggio sul ghiaccio e gli storici caffè dove gustare la vera Sacher fanno dell’inverno qui un’esperienza da non perdere, anche per una vacanza in famiglia.

A Vienna si contano all’incirca 990 tra parchi e giardini. Secondo una ricerca condotta da Resonance Consultancy, è “la più verde metropoli al mondo”. Una visita al parco della Reggia di Schönbrunn, dei giardini dello Stadtpark o del roseto nei giardini del Volksgarten, è un’esperienza indimenticabile anche d’inverno. Specie se c’è la neve o se sta nevicando.

I caffè viennesi, poi, sono sempre stati un punto d’incontro per menti brillanti e creative. E Vienna vanta ben 2.240 caffè, aperti tutto l’anno. D’inverno sono un piacevolissimo rifugio per ripararsi dal freddo o anche un bel posto dove fare una pausa dopo aver visitato un museo. Nel 2011, la tradizionale cultura della caffè viennese è stata inclusa nella lista dei Patrimoni culturali dell’Unesco.

Acquistare la Wien Card conviene?

Panorama di Vienna

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Disneyland Paris compie 30 anni: tutte le novità

Era l’aprile del 1992 quando Euro Disney apriva per la prima volta i battenti. Oggi, a distanza di trent’anni, Disneyland Paris è ancora il parco a tema più visitato d’Europa. Il segreto del suo successo è molto semplice: il suo continuo stupire gli ospiti che lo visitano e ci tornano più e più volte.

Quest’anno, in occasione del 30° anniversario, poi, sarà più sorprendente che mai. Tantissime sono le novità che i visitatori troveranno nel parco alle porte di Parigi. Non si potrà fare a meno di strabuzzare gli occhi, di commuoversi e di assistere a show incredibili mai visti prima. Ecco cosa dobbiamo aspettarci se decidiamo di andare a Disneyland Paris.

Le novità per i 30 anni di Disneyland Paris

A partire dal prossimo 6 marzo, a Disneyland Paris inizia un fitto programma di nuovi eventi. Che si visiti il parco in giornata o si decida di soggiornare in uno dei sette hotel del parco, l’esperienza sarà memorabile. Tutte le zone più frequentate del parco, dai gazebo alla Main Street Station fin tutto il villaggio Disney cambieranno completamente look, con una nuova illuminazione iridescente e tantissime luci al neon. Sarà come entrare in un nuovo parco.

Gli incredibili show

Per quanto riguarda gli spettacoli, ci sarà uno show “Disney Illuminations” completamente rinnovato, con suoni e luci coinvolgenti e con un’inedita esibizione di 200 droni che disegneranno nel cielo i trent’anni di anniversario del parco. Ma l’evento sarà anticipato da un pre-show “Disney D-Light” al calar della sera, con getti d’acqua, fumi, effetti luminosi e le più famose musiche della Disney. Ci sarà anche uno spettacolo diurno, “Dream… and Shine Brighter!” con Topolino e tutti i suoi amici per un totale di 30 personaggi che sfileranno nei loro abiti nuovi di zecca. Naturalmente, merito del grande successo degli show di Disneyland è la location: il Castello della Bella addormentata, che ha subìto un completo restyling durato un anno e che s’illumina con meravigliosi videomapping.

Nel corso dell’anno ci saranno altri nuovi spettacoli: “Mickey and the Magician” che inizierà a partire dalla prossima primavera-estate 2022, “Disney Junior Dream Factory” e “Disney Stars on Parade” che è ripreso già a gennaio dopo due anni di stop a causa della pandemia.

Nuovi costumi per Topolino, Minnie & co.

Per festeggiare i 30 anni del parco, i personaggi indosseranno nuovi abiti tutti luccicanti e molto sfarzosi, fatti di glitter e di tessuti traslucenti. Sarà una festa per tutti, primi fra tutti Topolino e i suoi amici, che accoglieranno gli ospiti in una veste completamente rinnovata.

Per quest’occasione, la stilista Stella McCartney ha disegnato un outfit esclusivo per Minnie, che indosserà un tailleur pantalone stile smoking blu (la presentazione è stata fatta nella settimana della moda parigina).

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I nuovi costumi di Minnie e Topolino

Una nuova colonna sonora

Per l’anniversario è stata composta anche una nuova canzone, “Un monde qui s’illumine”, con una musica electro-dance che piacerà non soltanto ai bambini ma anche ai loro genitori. La musica è stata realizzata da un’orchestra sinfonica e registrata agli Abbey Road Studios di Londra. Una sorta di jingle, una colonna sonora di Disneyland Paris, che tutti quanti canteranno per giorni, anche una volta tornati a casa.

Apre l’Avengers Campus

L’apertura del nuovo ambiente targato Marvel è prevista per l’estate 2022. E sarà un’attrazione pazzesca. Il nuovo Avangers Campus fa parte del progetto di trasformazione del Walt Disney Studios Park, iniziata con l’inaugurazione dell’Hotel New York – The Art of Marvel avvenuta già nel 2021. Ci saranno divertimenti dedicati ad Iron Man, un rollercoaster da urlo che prenderà il posto del Rock’n’Roller Coaster, e a Spider-Man.

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Il nuovo Avangers Campus sarà una grande sorpresa per Disneyland Paris

Naturalmente a corredo non mancheranno ristoranti a tema e negozi di souvenir e un punto d’incontro dove gli ospiti potranno vedere dal vivo i personaggi, anche i più recenti come Doctor Strange, Ant-Man and the Wasp, Star Lord, Gamora, Groot, Black Widow, Black Panther e Thor: un vero e proprio campus di supereroi, insomma. Tutto il campus sarà immerso in un parco con tante piante.

I Giardini delle meraviglie

La svolta green di Disneyland Paris avrà il suo culmine nei nuovi Gardens of Wonder, i giardini delle meraviglie, dieci nuovi spazi verdi tematici, uno diverso dall’altro, ubicati di fronte al Castello della Bella Addormentata. Ospiteranno 30 opere d’arte e sculture animate dei personaggi Disney e Pixar, dalle principesse ai cattivi, che prenderanno vita. Per esempio, il Giardino dell’Asia comprenderà sculture di personaggi come Baymax (di “Big Hero 6”), Mushu (dal film “Mulan”) e Sisu (da “Raya e l’ultimo drago”). Saranno anche luoghi dove gli ospiti potranno passeggiare e le famiglie sostare per riposarsi dalle tante emozioni.

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Un rendering dei nuovi Giardini delle meraviglie

Creazioni speciali per il 30° anniversario

Solo quest’anno a Disneyland Paris si potranno trovare alcuni oggetti o specialità gastronomiche studiate appositamente per l’anniversario. Oltre ai nuovi menu nei ristoranti del parco, imperdibili saranno i macaron del 30° anniversario, la torta di cioccolato bianco e fragole servita sotto una cupola dal nome “Le Bouquet final” ideata dalla pasticceria di Disneyland, Les Délices de Minnie. E poi ci saranno da provare l’esclusivo Happy Birthday Cocktail, lo “Smoothie with a twist” fatto di crema di mirtilli, cocco e banana e l’“Enchanted Flute” di colore blu.

I 63 negozi all’interno di Disneyland Paris esporranno una serie limitata di 350 gadget e merchandising dedicati all’anniversario dei trent’anni. Dalle T-shirt (inclusa quella in edizione limitata disegnata da Stella McCartney a tema Minnie che sarà in vendita solo online il giorno della Festa della Donna, l’8 marzo) alle fasce per i capelli, dai peluche alle tazze (se siete già stati a Disneyland Paris sapete di cosa stiamo parlando), e molti ne arriveranno durante tutto il corso dell’anno. Come la linea dedicata al film “Fantasia” disegnata anch’essa da Stella McCartney che uscirà a primavera.

Per l’anno prossimo sono previste altre novità. Non vogliamo spoilerarvi né anticiparvi nulla per non rovinarvi la sorpresa. Iniziate a godervi tutto ciò che vi offirà Disneyland Paris quest’anno.

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Le creazioni gastronomiche per il 30° anniversario

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Viaggi più ‘liberi’ in Ue: cambiano le regole

Cambiano ancora le regole per viaggiare e la buona notizia è che ci si potrà spostare nei Paesi dell’Unione Europea con meno restrizioni. Il Consiglio Ue ha, infatti, deciso di abbandonare il sistema basato sulle mappe del contagio, sino a oggi considerato il criterio principale per definire le aree più colpite dalla pandemia, sottoposte a maggiori misure di contenimento, favorendo invece un approccio legato alla persona. Ecco cosa cambia dal 1° febbraio.

Green Pass e restrizioni: le novità

Come vi avevamo già preannunciato, nei giorni scorsi da Bruxelles si è lavorato per dar vita a una nuova normativa per gli spostamenti tra i Paesi membri che fosse univoca. Alla fine, si è arrivati a una decisione che punta a cambiare le regole di viaggio: si passerà da un regime di restrizioni basato sull’area di provenienza a uno fondato sulla persona e sul suo stato di protezione dal Covid-19, come proposto dalla Commissione europea prima che arrivasse la nuova ondata provocata dalle varianti Delta e Omicron (con le conseguenti misure imposte da alcuni Paesi). Fatta eccezione per le aree in cui il virus sta circolando a livelli molto elevati.

Ciò significa che, per gli spostamenti in Europa, i viaggiatori in possesso di Green Pass valido non dovranno essere soggetti a ulteriori restrizioni di circolazione, come l’obbligo di presentare il risultato di un tampone negativo o di sottoporsi a quarantena. Tali disposizioni non dipenderanno più dalla provenienza geografica dei viaggiatori, ma varrà lo stato di vaccinazione, il test anti-Covid o la guarigione dal coronavirus.

Cosa cambia dal primo febbraio

I Paesi Ue – tra cui anche l’Italia – che impongono il tampone al rientro, sono invitati a rivedere le misure di contenimento del virus. Come detto, la nuova raccomandazione del Consiglio entrerà in vigore il 1° febbraio 2022, ossia lo stesso giorno in cui si modificherà il regolamento sul certificato di vaccinazione a livello europeo, che sarà valido se sono passati almeno 14 giorni e non più di 270 giorni (9 mesi) dall’ultima dose del primo ciclo vaccinale (con un vaccino autorizzato in Ue) o se la persona ha ricevuto il booster.

Per considerare valido il certificato di test, invece, bisogna che il molecolare (Pcr) sia stato fatto non oltre 72 ore prima del viaggio e l’antigenico (rapido) non oltre 24 ore prima. Il certificato di guarigione, infine, è valido se non sono passati più di 180 giorni dalla data del test positivo. Alle persone che non sono in possesso del Green Pass, potrebbe essere richiesto di fare un test prima dell’arrivo o non oltre 24 ore dopo. Dovrebbero essere esentati i viaggiatori essenziali, i pendolari transfrontalieri e i bambini sotto i 12 anni.

Stando a quanto sottolineato dai commissari europei Stella Kyriakides e Didier Reynder: “Ciascuno Stato membro decide in base alle circostanze che si trova ad affrontare. La variante Omicron si è ormai diffusa in tutta Europa ed è giunto il momento di valutare l’interruzione delle misure di viaggio supplementari introdotte da alcuni Stati membri nelle ultime settimane, che hanno reso i viaggi nell’Ue più complicati e meno pianificabili. Invitiamo ora tutti gli Stati ad attuare rapidamente le norme comuni per garantire coordinamento e chiarezza per i nostri cittadini e per i viaggiatori”.

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Viaggi nel Regno Unito, il calendario della revoca delle restrizioni

Possiamo definirlo come “il Paese più aperto d’Europa“. Parliamo del Regno Unito, che di giorno in giorno va verso la totale eliminazione delle limitazioni Covid e la ripresa di una vita normale. Il tutto, grazie principalmente al record in Europa per dose booster: oltre il 60% degli over 12 e oltre il 90%” degli ultrasessantenni. Scopriamo insieme il calendario della revoca delle restrizioni in Regno Unito.

Le regole di viaggio in vigore attualmente nel Regno Unito

Il premier Boris Johnson aveva annunciato l’abolizione di diverse restrizioni a partire dal 26 gennaio, grazie ai dati incoraggianti sul calo dei contagi registrati nel territorio. Tuttavia, il Paese ha deciso di anticipare, e le norme, semplificate, sono già in vigore attualmente. Prevedono lo stop al Green Pass locale, la non necessità di indossare la mascherina in diversi luoghi pubblici, e l’abolizione dell’obbligo di mostrare l’esito negativo di un tampone pre-partenza per i viaggiatori vaccinati diretti nel Regno Unito.

Tuttavia, per quanto riguarda gli arrivi dall’estero è ancora obbligatorio prenotare un tampone molecolare, o un rapido o un LFT, da svolgere nel Regno Unito entro il 2° giorno dopo l’arrivo (il cosiddetto “day 2 test“) da una lista di centri medici autorizzati. Fondamentale, inoltre, compilare un passenger locator form (indicandovi gli estremi della prenotazione del tampone “day 2 test” e dichiarando di non aver transitato in un Paese ad alto rischio – qui la lista – nei 10 giorni precedenti l’arrivo nel Paese), e di aver completato un ciclo di vaccinazione contro il Coronavirus. È obbligatorio, inoltre, viaggiare con un’attestazione vaccinale (il nostro Super Green Pass, per intenderci) da esibire, su richiesta, alla frontiera.

Diverse le regole per i viaggiatori non vaccinati o che abbiano transitato in Paesi individuati come ad alto rischio nei 10 giorni precedenti l’arrivo nel Regno Unito. In entrambi i casi, il governo britannico richiede di presentare il risultato negativo di un tampone Covid-19 effettuato nei tre giorni precedenti il giorno della partenza; compilare il formulario online “travel locator form” nei due giorni antecedenti il viaggio; osservare un isolamento cautelare di durata ordinaria di 10 giorni (con modalità specifiche a seconda dei Paesi visitati prima dell’arrivo nel Regno Unito), e sottoporsi a tamponi di controllo in occasione del 2° e dell’8° giorno dopo l’arrivo nel Paese.

Le regole a partire dall’11 febbraio

Ma a partire dall’11 febbraio il Regno Unito “ammorbidirà” ancora di più le sue regole di viaggio. Da quel giorno, infatti, non ci sarà più alcun più obbligo di test anti-Covid per chi si dirige verso il Paese, ma a patto che tale turista sia pienamente vaccinato.

Ad annunciarlo in Parlamento è stato il ministro dei Trasporti britannico, Grant Shapps, dopo le anticipazioni date dal premier Boris Johnson. Una decisone importantissima e che accelera ancora di più il cammino verso la revoca delle misure restrittive da parte del governo Tory sullo sfondo di una curva di contagi e ricoveri in ospedale in calo da un paio di settimane, dopo l’ondata causata dalla temuta variante Omicron.

Un cambiamento particolarmente atteso dall’industria del turismo e dalle compagnie aeree, dopo molti mesi segnati dal vincolo del tampone negativo. Il Regno Unito, che aveva già alleggerito la prescrizione a inizio anno con l’abolizione del doppio test molecolare imposto ai viaggiatori e la sua sostituzione con un semplice test antigenico entro il secondo giorno dopo l’arrivo, dall’11 febbraio cancellerà anche quest’ultimo. Rimarrebbe solo in vigore la necessità di compilare il formulario digitale (che trovate sopra) introdotto fin dall’inizio della pandemia per verificare dati e status dei passeggeri rispetto all’infezione.

Invariate, invece, dovrebbero rimanere le regole di viaggio per i turisti non vaccinati, mentre da marzo potrebbe essere sospeso l’auto-isolamento per i positivi al Covid. “Tratteremo il Coronavirus come un’influenza“, ha dichiarato Johnson.

Tutti i documenti che servono per viaggiare nel Regno Unito

Non solo regole relative al contenimento del Covid-19. Dall’1 ottobre 2021, infatti, per entrare nel Regno Unito dall’Italia per turismo è necessario l’utilizzo di un valido passaporto. Una misura entrata in vigore con l’avvento della Brexit a gennaio 2021, giorno in cui il Paese è uscito formalmente dall’Unione europea.

Esistono ovviamente delle eccezioni, come per esempio per chi ha ottenuto la residenza nel Regno Unito, e in pochi altri casi particolari. Passaporto necessario anche per i bambini e i ragazzi che andranno sull’isola in vacanza studio. Per permanenze fino a un massimo di 6 mesi non è obbligatorio avere anche il visto, almeno probabilmente fino al 2025.

Infine, è bene anche sapere che nel Regno Unito non ha più validità la tessera sanitaria. Per questo il governo britannico, prima della partenza, consiglia di acquistare polizze d’assicurazione di viaggio che includano anche emergenze mediche. Si può invece continuare a usare la patente di guida, purché si dimostri di essere assicurati.

Cosa fare al rientro in Italia

Fermo restando che per rientrare in Italia dal Regno Unito è obbligatoria l’esibizione del passaporto, fino al 31 gennaio 2022 è necessario seguire anche le seguenti regole:

  • compilare il Passenger Locator Form – Modulo di localizzazione digitale – prima dell’ingresso nel territorio nazionale;
  • sottoporsi a tampone molecolare effettuato nelle 48 ore prima del viaggio di ritorno in Italia e il cui risultato sia negativo, oppure condurre un test antigenico nelle 24 ore precedenti l’ingresso nel territorio nazionale, da presentare contestualmente al vettore all’atto dell’imbarco e a chiunque sia deputato a effettuare i controlli;
  • presentare la Certificazione verde COVID-19, o certificato equivalente, che attesti il completamento del ciclo vaccinale.

Diverse, invece, le regole d’ingresso in Italia per quanto riguarda i non vaccinati. In questi casi, infatti, oltre al tampone pre-partenza è obbligatorio un isolamento fiduciario di 5 giorni, la compilazione del Passenger Locator Form, il raggiungimento della propria destinazione finale in Italia solo con mezzo privato, e sottoporsi al termine dell’isolamento fiduciario di 5 giorni a un ulteriore tampone molecolare o antigenico.

È bene sottolineare, infine, che la scadenza della normativa attualmente in vigore è prevista per il 31 gennaio di quest’anno. Questo vuol dire che, molto probabilmente, le regole di ingresso in Italia cambieranno molto presto e, in base alla indiscrezioni, verranno notevolmente alleggerite (per un approfondimento potete cliccare qui).

Per questo motivo, vi invitiamo a continuare a seguire i nostri aggiornamenti quotidiani in tema viaggi, ma anche a verificare eventuali cambiamenti nei siti istituzionali del Regno Unito e nella pagina dedicata al Paese nel sito del Ministero degli Affari Esteri ViaggiareSicuri.

regno unito regole viaggio

Una veduta del Lake District

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Perché per gli italiani è arrivato il momento di tornare in Irlanda

Gli italiani adorano l’Irlanda e, con l’apertura delle frontiere al turismo, finalmente quest’anno potranno tornarci. “L’innata ospitalità irlandese, che abbiamo in comune con gli italiani, è un fattore importante”, ci ha spiegato Marcella Ercolini, nuovo direttore per l’Italia di Turismo Irlandese. “Le persone si sentono accolte e rese partecipi di ciò che succede e di quello che rende l’Irlanda ciò che è”.

E l’Irlanda, un’isola grande circa un quinto dell’Italia, è un piccolo concentrato di bellezze storiche e naturali, di luoghi e cultura unici, di feste e di gastronomia autentiche. Ci siamo fatti raccontare cosa c’è di nuovo e inedito da fare e da vedere e perché il 2022 è l’anno giusto per tornarci.

L’Irlanda non è più solo l’isola delle pecore e dei prati verdi: com’è cambiato il turismo negli ultimi anni?

“Premesso che le pecore sono il nostro orgoglio nazionale: pascoli liberi, sostenibili, animali socievoli e simpatici, è interessante osservare come il panorama turistico si sia davvero diversificato valorizzando la combinazione unica che l’Irlanda permette di vivere tra le esperienze legate alla natura e quelle legate alla cultura, intensa in senso lato, come patrimonio storico, artistico, folklorico e umano.

Tutti gli attori del nostro turismo hanno lavorato moltissimo seguendo questi due filoni e oggi la varietà di attività, eventi, strutture ricettive e food & beverage è davvero straordinaria in tutta l’isola, con moltissime iniziative costantemente in crescita anche in Irlanda del Nord.

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Il paesaggio lungo la Beara Way, nella contea di Cork

Natura, sempre al centro, sì, quindi, ma vissuta in mille modi diversi e soprattutto con attività slow a impatto ambientale minimo. Chi ama pedalare e/o camminare ha a disposizione oltre 3.000 chilometri di percorsi segnalati tra Greenways e itinerari come, per esempio, la Beara Way, nella contea di Cork, spettacolare anello circolare di oltre 200 chilometri. Di grande suggestione anche le Blueways legate ai nostri laghi e fiumi. Si possono percorrere sull’acqua, ma anche seguire a piedi, in bici o, altra attività molto praticata, a cavallo. Il governo ha già stanziato 19 milioni di investimenti in infrastrutture per sport outdoor acquatici, tra cui accessi per disabili, spogliatoi, armadietti per mettere al sicuro abiti e oggetti, ecc. con pratiche sostenibili (“Nearly Zero Energy building Standards”), e la prima tranche di lavori dovrebbe completarsi per l’estate 2022. Di qualche settimana fa l’annuncio dello stanziamento di ulteriori 15 milioni di investimento per lo sviluppo del “soft adventure tourism”, con infrastrutture per hiking, mountaineering, kayaking, swimming e cycling a tutti i livelli.

Natura e cultura insieme si trovano per esempio nelle nostre eccellenze gastronomiche. La varietà dell’offerta sta vivendo un vero e proprio momento magico, soprattutto per il largo uso di prodotti locali, coltivati o ottenuti in armonia con l’ambiente. Il formaggio si sta mettendo in evidenza in tutto il mondo, così come i nostri whiskey, gin e vodka, che vincono competizioni internazionali. Per non parlare della birra: un grande marchio come Guinness usa orzo e acqua “Irish”, di qualità eccelsa, così come le piccole realtà. Sia distillerie che birrifici offrono percorsi di scoperta davvero interessanti, con un’accoglienza calorosa e percorsi di degustazione e di assaggio guidati.

I nostri chef con grande ricerca e creatività hanno conquistato e, in alcuni casi, riconfermato anche quest’anno le tanto ambite stelle Michelin: attualmente, ne abbiamo ben 21 (18 nella Repubblica d’Irlanda e 3 in Irlanda del Nord) in un territorio non particolarmente grande, e 3 sono green, in luoghi anche ad alto tasso paesaggistico, per esempio, come l’Inis Meáin Restaurant & Suites, in una delle isole Aran. La vista dalla sala è a dir poco poetica.

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Una spiaggia sull’isola di Inisheer, alle Aran

Tornando alla cultura in senso stretto, l’offerta museale è davvero varia e adatta a tutti. Tra gli ultimi nati abbiamo il MoLI di Dublino, il museo dedicato alla letteratura, che cito anche perché nel 2022 festeggeremo i 100 anni dalla pubblicazione dell’”Ulisse” di Joyce con moltissimi eventi. Veri e propri musei a cielo aperto sono, poi, i siti Unesco: luoghi forgiati dalla natura come le colonne basaltiche della Giant’s Causeway, in Irlanda del Nord, o dall’uomo, come l’imponente sito archeologico Brú na Bóinne, costruito prima delle piramidi di Giza. Insomma, ce n’è davvero per tutto i gusti.

Nel 2022 avremo anche il 125° anniversario di “Dracula” di Bram Stoker, il 110° dell’affondamento del Titanic, partito da Belfast nel 1912, e a febbraio aprirà i battenti un’attrazione incredibile come i Game of Thrones Studio Tour a Belfast, che mette insieme location originali, oggetti di scena e outfit, con esperienze immersive, negli studi dove è stata girata parte della serie.

Il museo del titanic a Belfast

Il museo del titanic a Belfast

Quando si va in Irlanda poi, bisogna tenere conto che ci sarà un festival da qualche parte, vero patrimonio culturale irlandese, a partire dal festival di San Patrizio o da quello dedicato alla musica tradizionale, il TradFest, a quelli per le celebrazioni di Bloomsday e Halloween. Senza dimenticare le manifestazioni incentrate sul cibo come a Taste of West Cork Food Festival.

Merita un cenno, inoltre, la nostra proposta “upscale” da vivere in location magnifiche come castelli e dimore storiche, associati spesso a campi da golf panoramici e di prestigio mondiale (nel 2027 torna in Irlanda la Ryder Cup, la manifestazione di golf più importante), o templi dell’hôtellerie a 5 stelle quali The Shelbourne a Dublino, da oltre 200 anni luogo di riferimento di tutto ciò che accade in città. E poi, i nuovi scenari architettonici che disegnano bellissimi panorami iper-contemporanei come la riqualificata zona dei vecchi Docks del porto di Dublino, da vivere e visitare assolutamente per vedere un’Irlanda con gli occhi splendidamente aperti sul futuro.

Quindi, possiamo davvero dire che, tra investimenti ed eventi, ci aspetta un 2022 super intenso e pieno di cose belle”.

Museo EPIC Dublino attrazione turistica Europa

Il Museo dell’emigrazione irlandese (Epic) nella zona dei Docks a Dublino

Cosa cambierà in Irlanda a causa della situazione pandemica?

“Come accennato, anche per venire incontro a nuovi stili di vita e comportamenti post pandemia, lavoreremo per valorizzare tutto quello che si può fare all’aria aperta, visto che abbiamo scenari incredibili di terra e di mare, piccoli centri urbani e villaggi che, se equipaggiati, si prestano benissimo ad amare ancora di più lo stare outdoor. Oltre agli investimenti citati per le attività da vivere all’aperto, altri 19 milioni, poi, andranno proprio a migliorare gli spazi outdoor di ristorazione, bar e hotel, che da noi erano prima della pandemia vissuti più al chiuso, anche per motivi climatici.

Abbiamo capito, quindi, come emerge sempre più da studi specifici, che la prevenzione passa anche da ciò che è strutturale e non solo dal comportamento delle persone e ci stiamo attrezzando al meglio. In questo senso andrà, inoltre, la valorizzazione di tutto il territorio, percorso legato anche alla sostenibilità sociale, avviato già prima del Covid-19. Il senso è quello di non concentrare i flussi solo in alcune aree e far sì che i benefici del turismo siano veramente diffusi in tutte le nostre contee: ci sono, non esagero, milioni di cose da scoprire, vivere e apprezzare.

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Il Lough Tay nella Contea di Wicklow in Irlanda

“Soft adventure”, ma anche cose divertenti come osservare i cani da pastore al lavoro in Irlanda del Nord o, sempre, in Irlanda del Nord, vedere da vicino un’azienda agricola di tipo familiare che produce sidro. Per non parlare di aree vicine a Dublino, come le Wicklow Mountains in cui ci sono luoghi incantevoli quali la storica tenuta di Powerscourt con giardini tra i top 10 del mondo o il nostro Far West con aree come la Dingle Peninsula, un lembo di terra fieramente lanciato verso l’Atlantico, ideale per vivere il mare, la gastronomia o la bici: c’è pure il Conor Pass, il più alto d’Irlanda, anche se è alto “solo” 500 metri. Per non parlare dei moltissimi punti senza inquinamento luminoso, strutturati per ammirare il firmamento e vedere l’aurora boreale, o la rete di fari in cui si può anche dormire.

La parola chiave è quindi outdoor, inteso non come lo stare “solo” all’aperto, bensì come una rete strutturata e organizzata di opportunità per vivere la natura, anche selvaggia, da protagonisti”.

Quali forze ha introdotto l’Irlanda per stimolare il ritorno dei turisti?

“Il nostro governo crede nel turismo e nella ripresa e una prova tangibile sono gli investimenti messi in campo per le infrastrutture, le misure a sostegno agli operatori e le strategie di comunicazione su scala internazionale.

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Il castello di Minard nella Penisola di Dingle

Nel 2021 abbiamo attivato diverse campagne e per il prossimo anno stiamo lavorando a nuove iniziative, tra cui un’edizione speciale del Global Greening, in cui per San Patrizio illuminiamo di verde siti e monumenti in tutto il mondo, evento che ha assunto una bellissima valenza di segno di vicinanza tra Paesi diversi e non solo legato all’amicizia nei confronti dell’Irlanda.

Il racconto di quello che siamo e di quello che possiamo condividere con chi ci sceglie per le vacanze è un veicolo di attrazione molto forte, anche perché coinvolge chi ama l’Irlanda e ha voglia di testimoniarlo. Una delle cose belle nel periodo problematico della pandemia è stata proprio la dimostrazione di grande affetto per la destinazione da parte di chi conosce l’Irlanda perché l’ha visitata per turismo. Anche grazie a questo calore, mentre lavoravamo da remoto, con l’impossibilità di accogliere i turisti, ci siamo sentiti meno soli.

Lavoreremo, quindi, su tre fronti: ulteriore diversificazione e valorizzazione delle esperienze in ambiti differenti, potenziamento infrastrutture, comunicazione e promozione attraverso canali diversi che includono anche l’organizzazione di eventi come quelli che abbiamo in programma, in Italia, per la settimana di San Patrizio e gli anniversari legati a Joyce, Dracula e Titanic. Per gli operatori di settore, poi, stiamo stiamo preparando webinar, programmi di formazione e workshop, oltre, naturalmente, alla ripresa di fam trip”.

Ci sono dei luoghi in Irlanda poco conosciuti che consiglia di visitare?

“Una zona che è sicuramente tra le meno note ai flussi turistico sono le “Hidden Heartlands”, il cuore verde e blu d’Irlanda, per la sua natura rigogliosa e i corsi d’acqua navigabili e i laghi, con addirittura passerelle sull’acqua come quella di Drumshanbo, nella contea di Leitrim (la meno popolosa d’Irlanda), dove passa l’omonima Blueway. L’area delle “Hidden Heartlands” si estende da, appunto, Leitrim fino a East Clare e abbraccia anche le contee di Longford, Roscommon, East Galway, nonché parti di Westmeath, Cavan, North Tipperary e Offaly.

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Cloughoughter Castle nell’Hidden Heartlands

Tra le esperienze da provare, ad esempio, ci sono le crociere sul fiume Shannon, che talvolta uniscono degustazioni, come quella che si può fare con il gin, e navigazione. Si possono noleggiare barche sulle quali dormire o fare anche sport attivi come il SUP, la canoa e il kayak (anche notturno).

Per trekker e biker, da percorrere assolutamente è la Beara Breifne Way, che si estende per ben 500 chilometri. Ma il cuore verde non è solo natura è anche cultura e magia con luoghi come l’antico monastero di Clonmacnoise, la cui fondazione risale al VI secolo, e gastronomia di eccellenza in luoghi raffinati come, per fare un esempio, il ristorante Thyme ad Athlone, cittadina davvero piacevole, nonché punto centrale geografico dell’isola, attraversata dal fiume Shannon e, pertanto, da sempre, fortemente strategica. Nasconde anche chicche come quello che sembra essere il bar più antico d’Irlanda, lo Sean’s, sulla riva sinistra del fiume.

Un’altra zona poco frequentata dai viaggiatori italiani, ma di una bellezza che definirei commovente sono le Mourne Mountains, in Irlanda del Nord, nella contea di Down: trekking, mountain bike, rock climbing o semplice contemplazione del paesaggio le attività per cui sono perfette. E, sempre in Irlanda del Nord, per chi desidera vedere una città in grandissimo fermento, da non mancare assolutamente, è Belfast da poco proclamata Music City Unesco e città tra le top 20 sostenibili del mondo. È vero, in assoluto, non è poco conosciuta, ma ci sono moltissime cose che può offrire non ancora scoperte e in continua evoluzione”.

Selciato del gigante

Giant’s Causeway, in Irlanda del Nord

Gli italiani scalpitano per poter tornare in Irlanda: come spiega questo successo?

“L’innata ospitalità irlandese, che abbiamo in comune con gli italiani, è un fattore importante. Davvero, non è un luogo comune. Le persone si sentono accolte e rese partecipi di ciò che succede e di quello che rende l’Irlanda ciò che è: una terra di frontiera, dove la frontiera più estrema è l’oceano, ma al tempo stesso caratterizzata da un ampio e prezioso patrimonio storico, culturale e umano, che crea un mix di grande fascino e un equilibrio unico tra antiche radici e dinamico orientamento verso il futuro.

Questo piace molto ai viaggiatori italiani che sono interessanti a scoprire attivamente ed empaticamente la cultura dei posti che visitano, immergendosi nei modi di vivere local. Gli irlandesi, popolo fiero e orgoglioso, per molte ragioni, storiche, identitarie e geografiche, sentono l’approccio degli italiani e lo amano immediatamente, rendendo ancora più rapido il potere dell’Irlanda di arrivare dritta al cuore”.

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Europa Notizie Viaggi

Le regole per viaggiare in Europa potrebbero cambiare

Da Bruxelles si sta lavorando al fine di dar vita a una nuova normativa per gli spostamenti tra i Paesi membri che sia univoca. L’obiettivo è quello di omologare in un solo modello i criteri sanitari di entrata nelle frontiere. Ciò vuol dire che le regole per viaggiare in Europa potrebbero presto cambiare. Cerchiamo di capire insieme in che modo.

Come cambiano le regole e da quando

Stando a quanto trapelato fino a questo momento, il consiglio dell’Unione Europea avrebbe intenzione – già da martedì – di rivedere il sistema delle mappe di contagio tracciate dal Centro europeo per il controllo e la prevenzione delle malattie (Ecdc). Uno strumento che rivela il quadro della situazione epidemiologia in ogni Paese membro e che ha determinato le possibilità di spostamento tra i confini europei.

In sostanza, il sistema dovrebbe rimanere solo a livello informativo, superando l’approccio utilizzato fino a ora che riguarda “l’area geografica di provenienza dei viaggiatori“. Probabilmente, quindi, basterà essere in possesso del Green Pass, eliminando conseguentemente l’obbligo di presentare il risultato di un tampone negativo o di sottoporsi a quarantena.

Come funziona la mappa dell’Ecdc

Questo strumento è sempre stato utilizzato con lo scopo di orientare le decisioni degli Stati membri dell’Unione Europea per quanto riguarda le limitazioni sui viaggi tra Paesi. Viene assegnato il colore “verde” alle aree e regioni a basso rischio di contagio, e poi il “giallo”, il “rosso” e infine il “rosso scuro” in base all’incidenza dei casi di positività su 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni.

Con le nuove norme decise a livello Ue, la mappa dell’Ecdc dovrebbe continuare comunque a essere aggiornata settimanalmente, ma avrà carattere meramente informativo.

Quali saranno le nuove norme da seguire

Le regole, contenute nella raccomandazione concordata dagli ambasciatori Ue in vista del Consiglio Affari Generali di martedì, hanno l’obiettivo di semplificare la mobilità europea per cercare di ritornare il più vicino possibile a una normalità.

Restrizioni, quindi, non più legate all’area di arrivo dei singoli viaggiatori, ma esclusivamente sulla presentazione del Super Green Pass, ovvero il documento che certifica l’avvenuta vaccinazione o guarigione, con durata confermata di 9 mesi a partire dall’1 febbraio.

Spostamenti permessi anche con Green Pass base, ossia quello ottenuto tramite tampone. In questa eventualità, la validità sarà di 72 ore nel caso di test molecolare con esito negativo, e di 24 per gli antigenici.

Cambierà, inoltre, anche il modo di redigere la mappa. Ciò vuol dire che i colori  (che vanno dal verde al rosso scuro) saranno il risultato della combinazione dell’insorgere di nuovi casi con la copertura vaccinale. L’obiettivo fondamentale di tutto questo è aumentare il numero dei vaccinati. Infatti, secondo il documento per chi non è in possesso di un certificato di vaccinazione o di guarigione e arriva da una zona rosso scuro, dovrebbe essere obbligato a sottoporsi a un test molecolare o antigenico prima della partenza e alla quarantena/autoisolamento per dieci giorni dopo l’arrivo.

In poche parole, non importerà più da quale Paese si proviene. Quello che conterà sarà il personale certificato Covid. E martedì, al Consiglio Affari Generali, dovrebbe essere il giorno della svolta poiché uno dei temi in agenda è proprio il “coordinamento a livello Ue nel contesto del Covid-19”, che dovrebbe approvare una revisione delle raccomandazioni sui viaggi e proprio come ve la abbiamo illustrata.

Del resto, cambiamenti sulle normative stanno già avvenendo nei singoli Paesi: la Francia ha tolto l’obbligo di mascherina all’aperto; le restrizioni sono state alleggerite fortemente in Irlanda e più cautamente in Belgio, dove il governo ha introdotto il cosiddetto “barometro”, vale a dire un sistema di classificazione del rischio che si basa sulle ospedalizzazioni e sulle terapie intensive. Fuori dall’Ue, nel Regno Unito, Boris Johnson ha abolito l’obbligo di mascherine al chiuso e il “passaporto vaccinale”.

La “plausibile” fine della pandemia e il cambio di regole

Da una parte c’è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) che parla di “plausibile” fine della pandemia in Europa grazie alla diffusione della variante Omicron, dall’altra ci sono gli Stati Ue che finalmente hanno trovato un accordo — non vincolante — per salvaguardare la libera circolazione in sicurezza all’interno dell’Unione, privilegiando un approccio basato sulla persona e non sull’area geografica di provenienza. Il tutto con lo scopo di recuperare un po’ di normalità.

È bene sapere, tuttavia, che l’Oms resta comunque cauta nelle sue valutazioni. In particolare, il direttore dell’Organizzazione Mondiale della sanità Europa, Hans Kluge, parlando all’Afp ha spiegato che la variante Omicron potrebbe arrivare a infettare il 60% degli europei entro marzo. Questo vuol dire che dovremmo essere in una nuova fase della pandemia che potrebbe portarla più vicino alla fine.

Una volta che l’onda Omicron si sarà placata, ci saranno alcune settimane e mesi di immunità globale, o grazie al vaccino o perché la gente sarà immune a causa dell’infezione e anche un calo a causa della stagionalità“, ha detto Kluge, precisando però che non siamo ancora in una fase endemica del virus: “Endemico significa (…) che possiamo prevedere cosa accadrà, questo virus ha sorpreso più di una volta. Quindi dobbiamo stare molto attenti“. In poche parole, è vero che la situazione sembrerebbe migliorare, ma nei fatti tutto questo non vuol dire che siamo verso un pieno ritorno alla normalità.

La raccomandazione sui viaggi visionata dal quotidiano El Pais conferma che ora ci si sente pronti per un cambiamento, anche grazie ai risultati raggiunti con la campagna vaccinale nell’Ue. Ad oggi ha ricevuto almeno una dose il 70% della popolazione di riferimento, mentre il 75% ha completato il ciclo.

Ma non solo. Nonostante l’aumento dei contagi, che ha fatto registrare nuovi record in vari Paesi tra cui l’Italia, la situazione sembra più sotto controllo e non c’è stato un incremento altrettanto esponenziale della pressione sugli ospedali. La commissaria europea alla Salute, Stella Kyriakides, consiglia comunque prudenza poiché “il virus è ancora pericoloso“.

Come si sta muovendo l’Italia

Nel frattempo, il governo italiano starebbe valutando delle soluzioni per chi sì è già sottoposto alla terza dose di vaccino contro il Covid- 19 (se volete sapere quali Paesi hanno aperto solo a chi ha fatto il richiamo cliccate qui). Il motivo è molto semplice: dal giorno 1 febbraio la scadenza del Green Pass in Italia passerà da 9 a 6 mesi.

Il taglio, quindi, della durata della Carta Verde rappresenterebbe un problema non da poco per coloro che per primi hanno fatto la terza dose, già da ottobre. Una spiacevole situazione nella quale sarebbero incappati già diversi turisti stranieri che si sono visti costretti a rinunciare alle vacanze in Italia perché nei loro Paesi hanno fatto la terza dose ad agosto o a settembre, ritrovandosi dunque nel limbo di un Green Pass considerato scaduto e senza la possibilità di essere rinnovato con una quarta dose. La previsione è quella di una proroga quasi inevitabile vista l’attuale assenza di un’ulteriore dose di richiamo.

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Europa Irlanda Notizie Viaggi

Finalmente si torna in Irlanda, perché gli italiani non vedevano l’ora

La prima buona notizia ve l’abbiamo data qualche giorno fa, quando abbiamo annunciato che l’Irlanda ha ammorbidito le regole d’ingresso nel Paese per i turisti, togliendo l’obbligo di tampone prima della partenza per chi possiede un Green Pass (e che quindi è vaccinato con due dosi – o una di J&J – o è guarito dal Covid).

La seconda notizia è che ripartono con un operativo massiccio anche i voli che collegano l’Italia all’Irlanda. Nelle ultime ore, la compagnia low cost irlandese Ryanair ha lanciato un piano operativo, il più vasto mai annunciato, di voli diretti a Dublino da tutta Europa (900 alla settimana), Italia compresa. Già ora, con le numerose offerte della compagnia, per chi volesse partire ci sono voli diretti a Dublino e anche a Knock, nella Contea di Mayo, nell’Irlanda occidentale, a meno di 10 euro.

Dove andare in Irlanda

Ed è proprio di questa Contea che vi vogliamo parlare, perché è uno degli angoli più belli dell’isola di Smeraldo. Vanta alcuni dei siti più belli dell’isola, dalle spiagge Bandiera Blu alle dimore storiche ed è vi si trovano alcuni dei villaggi più accoglienti d’Irlanda, come Westport, per esempio.

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La cittadina di Westport in Irlanda

Knock è famosa per un fatto eccezionale accaduto a fine ‘800: l’apparizione della Vergine, di San Giuseppe e di San Giovanni Evangelista. A ricordare quest’evento, oggi c’è un imponente santuario, uno dei più visitati d’Europa – circa un milione e mezzo di pellegrini all’anno – , secondo per importanza solo a Lourdes e a Fatima. Gli irlandesi chiamano la loro cittadina “Cnoc Mhuire”, che significa “collina di Maria Vergine”. Knock divenne così importante che fu visitata anche da Papa Giovanni Paolo II e nel 2018 da Papa Francesco.

La Wild Atlantic Way

Non tutti i turisti che ci vanno oggi però sono pellegrini. Knock è il punto di partenza per andare alla scoperta della celebre Wild Atlantic Way, la strada segnalata più lunga del mondo e sicuramente tra gli itinerari più affascinanti che ci siano in Europa, che si estende per 2.500 chilometri lungo la costa Ovest.

La Wild Atlantic Way costeggia altissime scogliere e spiagge nascoste, attraversa vivaci villaggi colorati e permette di venire a contatto con le antiche tradizioni gaeliche e con la popolazione, locale famosa per la sua incredibile accoglienza (e che gli italiani adorano).

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La Contea di Mayo

Questo tratto di percorso è detto Bay Coast, dove il paesaggio è aspro e incontaminato, dove si cammina in compagnia solo delle pecore, ma soprattutto dove il panorama è a dir poco spettacolare. Un’esperienza meravigliosa, che farà scoprire angoli remoti e sconosciuti della verde Irlanda, spesso noti soltanto dalla gente del posto.

“È sicuramente uno degli itinerari più affascinanti d’Europa se non addirittura il più affascinante, e anche il più interessante di tutto il mondo, perché unisce paesaggi che sono molto diversi”, ci aveva raccontato in un’intervista qualche tempo fa Cristina Gambaro, giornalista e autrice di guide di viaggi, che insieme al fotografo Andrea Pistolesi ha percorso interamente la Wild e ha pubblicato un bellissimo libro fotografico intitolato “Wild Atlantic Way & Causeway Coastal Route” (PadPlaces Books).


Wild Atlantic Way

Le suggestive immagini accompagnate da racconti e preziosi suggerimenti, scegli il formato della guida che preferisci

Quando nel 2013 il Turismo Irlandese ha lanciato questo brand per promuovere il turismo nelle regioni occidentali ho temuto che l’afflusso di massa rovinasse l’incanto”, ha spiegato Gambaro. “Fortunatamente, a parte alcuni punti, come le Cliffs of Moher ingabbiate nei parapetti delle normative di sicurezza e vittime della loro bellezza, sono ancora molti gli angoli remoti dell’Ovest che regalano incanto. La Wild Atlantic Way non delude mai”.

La natura irlandese

Gli italiani adoreranno questa parte d’Irlanda dove la natura la fa da padrona, dove il distanziamento naturale è assicurato e dove vivere appieno un’esperienza autentica. Prima della pandemia erano centinaia di migliaia i nostri connazionali che visitavano questo splendido Paese ogni anno. Poi il Covid ha costretto tutti a chiedere i confini per contenere il virus e l’Irlanda ha aperto al turismo solo per pochi mesi negli ultimi due anni.

Ma ora – forse – è giunto il momento di tornare. E non c’è bisogno di aspettare l’estate per andarci, perché l’Irlanda ha tanto da offrire anche fuori stagione, quando la natura è ancora più suggestiva e ci sono tanti festival, eventi e tradizioni da scoprire insieme agli irlandesi.

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Una spiaggia nei pressi di Westport

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Europa Islanda Notizie Viaggi

Perché è il momento di andare in Islanda (in tutta sicurezza)

L’Islanda è stata una delle mete più visitate dagli italiani negli ultimi mesi, pandemia o meno. Merito delle misure anti Covid prese dal Paese, chiare e facilmente applicabili, soprattutto se si è vaccinati. L’Islanda è già da parecchi anni una delle destinazioni che più affascinano.

Il boom di turisti che hanno scoperto questa meravigliosa isola aveva addirittura portato scompiglio tra la popolazione, non usa a essere invasa da folle di bagnanti nella strepitosa Blue Lagoon, a vedere file in auto lungo le strade altrimenti desolate che portano ai vulcani, a dover prenotare un tavolo persino nel bar meno frequentato di Reykjavík, tutto a causa di quel turismo fai-da-te poco controllato e poco gestibile. Prima della pandemia, gli islandesi consigliavano ai turisti di affidarsi a un tour operator per organizzare meglio la loro visita. Oggi, con le misure anti Covid, è ancor più necessario.

Detto questo, il 2022 è l’anno giusto per fare un viaggio in Islanda. Per chi non ci è mai stato, le bellezze naturalistiche che definiremmo primordiali sono la più importante attrazione dell’Islanda: geyser, vulcani – alcuni ancora attivi – , cascate, ghiacciai, piscine termali, grotte, lande desolate, spiagge laviche. Mancano solo i mammut per sentirsi trasportati indietro di milioni di anni. Per chi ci è già stato, ci sono diversi nuovi motivi per tornarci.

Perché andare in Islanda nel 2022

Quest’anno, poi, di nuove attrattive ce ne sono anche di più. Come la laguna di acqua calda nascosta in mezzo a una foresta. Quando nel 2014 gli operai stavano scavando il tunnel Vaðlaheiðargöng scoprirono, per puro caso, una fonte geotermica di acqua calda proprio all’interno della montagna. Quest’acqua è stata ora convogliata in quella che è la Forest Lagoon, una spa di lusso con piscine di acqua calda. Lo stesso studio di architettura che ha realizzato alla famosa Blue Lagoon, Basalt Architects, ha creato una struttura all’aperto adattandosi all’ambiente naturale, ricavando anche una sauna e un ristorante. Circondati dagli alberi e in tutta tranquillità, protetti dal freddo e dal vento, i visitatori potranno godersi anche una vista spettacolare dell’Eyja Fjord e della città di Akureyri, nell’Islanda settentrionale.

Un’altra attrazione meravigliosa che apriranno quest’anno è la passerella panoramica interamente fatta d’acciaio sul monte Bolafjall nel Vestfirðir (o Westfjords), la principale penisola dell’Islanda, la parte dell’isola di ghiaccio e fuoco scelta da molti viaggiatori che amano godere delle bellezze naturali di questo incredibile Paese. La passerella alta 638 metri s’affaccia sulla Hornstrandir Nature Reserve e sui fiordi di Ísafjarðardjúp, i più grandi di questa regione islandese. Sarà sicuramente uno dei luoghi più belli da vedere d’ora in avanti.

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I fiordi di Ísafjarðardjúp, i più grandi dei Westfjords

Proprio nei pressi di questa passerella si trova anche un delizioso villaggio chiamato Bolungarvík, la cui attività principale è basata sulla salatura del pesce. È un villaggio molto pittoresco, il più a Nord dei Westfjords, dove vivono poche centinaia di persone e dove l’attrazione principale è il museo della pesca Ósvör, la replica di un antico avamposto di pescatori. Qui, i visitatori sono invitati a indossare una tuta di pelle proprio come facevano i mariani islandesi fino al 1800. Questo villaggio è sicuramente un posto da vedere perché è assolutamente tipico e offre anche diversi tipi di alloggi e di piccoli ristori.

La zona dei Westfjords può essere visitata tutto l’anno, anche durante i più gelidi inverni. Proprio di recente, infatti, sono stati realizzati dei tunnel per un totale di 950 km che formano la Vestfjarðaleiðin o Westfjords Way. Una zona a zig-zag che può essere percorsa anche in bicicletta, lungo strade meno battute e con scorci pazzeschi. La Lonely Planet ha inserito i Westfjords dell’Islanda tra le regioni migliori da visitare nel 2022.

Per chi ama visitare anche le città, ci sono tante novità a Selfoss, una cittadina sulle rive del fiume Ölfusá nella regione di Suðurland, nel Sud dell’isola. Un grosso intervento di riqualificazione ecosostenibile iniziato già lo scorso anno ha trasformato completamente il centro storico che ora ha tantissimi edifici storici bellissimi che ospitano negozi, gallerie d’arte, ristoranti, hotel e attività culturali.

Le misure anti Covid in Islanda

Per viaggiare in Islanda è necessario avere ottenuto la doppia dose di vaccino (una per Janssen) da almeno 14 giorni (chi non è vaccinato deve mettersi in quarantena obbligatoria per cinque giorni ed effettuare un test al termine) e seguire alcune procedure 72 ore (3 giorni) prima della partenza:

  • prima di tutto serve sottoporsi a un test PCR o antigenico che dia esito negativo. Alla frontiera islandese non sono invece accettati i test rapidi tantomeno i self-test;
  • poi bisogna registrarsi sul sito visit.covid.is. Si riceverà un messaggio o una e-mail (si può scegliere la modalità) con un codice a barre per proseguire nella fase di registrazione e che servirà mostrare per il test a cui bisogna sottoporsi all’arrivo;
  • sottoporsi a un test PCR entro due giorni dall’arrivo in Islanda (il Two-Days Test che richiedono anche in Gran Bretagna). Questo test si può fare anche al momento dell’arrivo all’aeroporto di Reykjavik prenotandolo online prima di partire, mostrando il codice a barre ricevuto dopo la preregistrazione. Oppure sottoporsi a un test rapido antigenico presso le postazioni ufficialmente riconosciute entro 48 ore dall’arrivo. A questo link trovate la lista di indirizzi dove potersi sottoporre al test e che si possono prenotare online. Fate attenzione perché nella Capitale ce n’è uno solo;
  • tutti coloro che entrano in Islanda sono, infine, invitati a scaricare l’applicazione mobile di tracciamento islandese Rakning C-19 (un po’ come la nostra app Immuni) che trovate a questo link.

Esenzioni per i nati dopo il 2005

I bambini e ragazzi nati dopo il 2005 sono esentati dalle suddette procedure che riguardano gli adulti. Non devono quindi preregistrarsi né presentare un test Covid-19 negativo all’arrivo e neppure sottoporsi a un test in Islanda.

Cosa fare per rientrare in Italia

Fino al 31 gennaio 2022, in base all’Ordinanza dello scorso 14 dicembre 2021, è obbligatorio:

  • possedere il Green Pass che attesti di essersi sottoposto alla doppia dose vaccinale da almeno 14 giorni o un’altra certificazione equipollente, da cui risulti l’avvenuta guarigione da Covid-19, con contestuale cessazione dell’isolamento prescritto;
  • compilare il digital Passenger Locator Form (dPLF) online da mostrare al momento dell’imbarco che si trova a questo link;
  • sottoporsi a un test antigenico rapido effettuato nelle 24 ore precedenti l’arrivo in Italia o molecolare effettuato nelle 48 ore precedenti con esito negativo.

Si consiglia di avere tutti questi documenti anche in lingua inglese e in entrambe le versioni digitale e cartacea (a questo link trovate il nostro vademecum con una serie di utili consigli di viaggio).

Nuovi voli diretti dall’Italia

Dalla prossima estate partirà da Roma un volo diretto di Icelandair per Reykjavik. L’operativo collegherà l’Italia all’Islanda due volte alla settimana a partire dal 6 luglio e fino al 4 settembre. Tutta l’estate, quindi, la rotta sarà coperta, consentendo agli italiani di visitare, finalmente, l’isola più primitiva d’Europa. I biglietti aerei sono già disponibili online.

Da Milano Malpensa, invece, è già operativo un collegamento diretto con la compagnia aerea low cost Wizz Air, che vola due volte alla settimana sullo scalo internazionale Keflavik di Reykjavik. Da marzo partiranno altri voli Wizz Air da Fiumicino, Napoli e dall’aeroporto Marco Polo di Venezia.