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Tre Paesi in un solo viaggio. Destinazione: Lago di Costanza

Non è il solito viaggio ma, proprio per questo, è unico. Quello che vi proponiamo comprende ben tre viaggi in uno, lungo un itinerario che attraversa tre Paesi, i quali hanno in comune uno dei luoghi più pittoreschi: il Lago di Costanza.

Si tratta di un’oasi verde nel cuore dell’Europa che unisce attorno a un unico specchio d’acqua Svizzera, Austria e Germania. Ogni luogo è a sé, con le sue caratteristiche peculiari e le sue bellezze tipiche, tutte da scoprire.

Il Lago di Costanza (o Bodensee) è il terzo bacino più grande del Vecchio Continente con quasi 300 chilometri di costa sulla quale s’affacciano cittadine dal fascino antico, tutte da scoprire. In un unico tour da fare in qualunque stagione dell’anno.

Il fascino di San Gallo, in Svizzera

La cittadina elvetica affacciata sul Lago di Costanza è un piccolo gioiello con un centro storico da scoprire a piedi e col naso all’insù che lascia senza parole. Impossibile non restare affascinati dai palazzi decorati e caratterizzati dai tipici “erker”, le finestre a sporto riccamente scolpite, simbolo di ricchezza delle famiglie a cui appartenevano. Molti oggi ospitano bistrot e ristoranti dove trascorrere piacevoli momenti di relax.

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Fonte: @Roland Gerth

Il fascino di San Gallo, in Svizzera, sul Lago di Costanza

Tanti sono i simboli per cui San Gallo è divenuta famosa in tutto il mondo. A partire dalla cattedrale Barocca con la sua celebre biblioteca, patrimonio mondiale dell’Unesco, dove sono conservati 170mila documenti, alcuni dei quali scritti a mano e risalenti addirittura a mille anni fa.

Nella biblioteca si trova la sala in stile Rococò più bella della Svizzera. Questa biblioteca, interamente rivestita di legno, piena di scomparti nascosti, ha ispirato Umberto Eco nella scrittura del suo celebre romanzo “Il nome della rosa“.

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Fonte: 123rf

Il centro storico di San Gallo

Ma San Gallo è anche la città dei merletti, grazie ai quali divenne famosa in tutto il mondo portando benessere a tutta la popolazione. Al pizzo San Gallo è dedicato un museo che merita una visita.

San Gallo, che si può raggiungere facilmente in treno dall’Italia, è il punto di partenza ideale per andare alla scoperta del Lago di Costanza. In treno, con il battello o, per i più sportivi, anche in bicicletta.

La storica Costanza, in Germania

Questa bellissima cittadina tedesca affacciata sul Lago di Costanza è una vera scoperta. Passeggiare sul lungolago sul quale s’affacciano bellissimi palazzi d’epoca è come fare un salto indietro nel tempo. Il suo porto turistico è un continuo via-vai di battelli pieni di turisti che vanno e che vengono.

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Fonte: 123rf

Vista sulla città di Costanza, in Germania

Uno dei simboli di Costanza è la grande statua di Imperia del controverso artista Peter Lenk all’entrata del porto. La scultura raffigura una famosa cortigiana italiana e rappresenta gli aspetti meno pii del Concilio di Costanza: i due uomini nudi che sorregge nelle mani rappresentano Papa Martino V e l’Imperatore Sigismondo, in carica durante il Concilio.


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Quando ci si addentra tra i vicoli e le piazze della Città Vecchia (Altstadt), con edifici antichi e fontane che ricordano il tempo del Concilio di Costanza del XV secolo, sembra di immergersi tra le pagine di un libro di fiabe.

Case a graticcio, campanili appuntiti, torri ed “erker” sulle facciate color pastello, talvolta dipinte a raccontare al turista moderno la storia delle famiglie e della città, giardini nascosti e cortili segreti.

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Fonte: SiViaggia – Ilaria Santi

La pittoresca Costanza

Il quartiere più pittoresco è quello tra la cattedrale Münster e il Reno, Niederburg (Basso castello). Qui gli edifici sono i più vecchi e le strade le più strette.

La zona attorno alla Marktstätte (la piazza del mercato) è invece la zona più viva e piena di locali all’aperto e anche il posto ideale dove fare un po’ di sano shopping.

Fonte: ©REGIO eV Achim Mende

Il bellissimo panorama del Lago di Costanza

Le isole di Reichenau e Mainau

Sul lungolago tedesco si trovano 27 città e cittadine (tra cui Bodman, che ha dato il nome al Lago di Costanza – Bodensee), ma anche alcune deliziose isole che meritano una visita.

Reichenau è l‘isola più grande, dichiarata Patrimonio Unesco, e regala un paesaggio idilliaco.

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Fonte: 123rf

I vigneti sull’isola di Reichenau, sul Lago di Costanza

È chiamata il giardino della Germania perché qui vengono coltivate piante da frutta, viti e verdure, tra le quali spiccano chiese romaniche, come quella dedicata a San Giorgio con i suoi preziosi affreschi, e splendide ville.

Per chi decide di visitare la zona del Lago di Costanza, imperdibile è l’isola di Mainau con le sue splendide fioriture nel parco e nei giardini: rose, dalie, tulipani, ogni mese ha la sua fioritura e ogni stagione ha il suo perché.

Il castello Barocco, la serra delle palme e la casa delle farfalle sono circondati da giardini all’italiana, viali di rose e di sequoie, terrazze fiorite e siepi dalle forme più insolite.

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Fonte: @Peter Allgaier

La splendida l’isola di Mainau sul Lago di Costanza

La splendida Bregenz, in Austria

Città di lago, a ridosso delle montagne, ma anche di grande arte e cultura, Bregenz ricorda ancora oggi le sue origini Romane. Basta guardare per terra per trovare la linea di demarcazione dell’antica Brigantium.

Ma la maggior parte delle tracce sono visibili nella “città alta”, la Oberstadt, sulle prime alture raggiungibile salendo una lunga scalinata. Passeggiare per le caratteristiche viuzze tranquille sulle quali s’affacciano le tipiche case a graticcio con vista sulle acque del lago costeggiate dalle antiche mura medievali è un piacere per gli occhi.

Per godere di una delle più belle viste del Lago di Costanza è sufficiente prendere la funivia che parte dalla città e che, in soli otto minuti, porta fin sul Monte Pfänder, a poco più di mille metri di quota. Imperdibile.

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Fonte: 123RF

Vista dal lago di Bregenz, in Austria

La parte bassa di Bregenz, il Kornmarktplatz, uno spazio urbano riprogettato con forme moderne, è famosa alcuni edifici iconici come l’avveniristica Kunsthaus, detta anche KUB, un cubo che ospita il museo di arte contemporanea o il Vorarlberg Museum, uno spazio espositivo dedicato alla storia della regione, la cui facciata è rivestita di bottiglie di platica riciclate, o ancora il porto – da dove partono i traghetti che fanno il giro del lago – completamente rimodernato di recente.

E, proprio sul lago, ogni estate viene allestito un imponente palcoscenico galleggiante – il più grande al mondo – che ospita il Festival di Bregenz, un rinomato appuntamento musicale tra i più spettacolari che si tiene sin dal 1946.

A calendario, opere di enorme richiamo come “Madama Butterfly” di Puccini, “La tempesta” di Shakespeare e tanti concerti.

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Fonte: 123rf

Il palco sull’acqua del Festival di Bregenz
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C’era una volta un’antica capitale

C’era una volta una città bella, ricca di storia e piena di bellezze da ammirare… Anzi, esiste ancora e il suo nome è Turku. L’antica capitale finlandese sorge alla foce del fiume Aurajoki. Si tratta di un luogo antico e magico, la sua nascita risale all’incirca al 1229. Nel corso dei secoli la bellezza della storia l’ha resa speciale, unica e assolutamente da visitare.

La città di Turku

Turku è la quinta città finlandese per popolazione e rappresenta la seconda maggiore area urbana del paese dopo l’area metropolitana di Helsinki. Insomma, non immaginatevi un piccolo borgo antico, stiamo parlando della vecchia capitale finlandese. Una città bilingue, in cui, insieme al finlandese, si parla anche lo svedese.

La storia di Turku

I primi insediamenti umani nella zona risalgono alla preistoria. Ma la tradizione fa risalire la fondazione al 1229 quando nei pressi dell’attuale centro città, venne fondato un insediamento cattolico. Nello stesso periodo iniziarono poi i lavori per la costruzione del castello e della chiesa che fu consacrata nel 1300. Per un lungo periodo Turku fu la capitale politica e il primario centro culturale del paese. Nel 1640 fu fondata l’università.

Un polo culturale, economico e centro religioso. L’antica città finlandese per secoli ha dominato l’intera regione. Infatti, fino al 1812 Turku fu la capitale della Finlandia, parte del regno di Svezia. Quando questo territorio fu conquistato dalla Russia, i russi spostarono la capitale a Helsinki dove è rimasta fino ad oggi.

Turku la vecchia capitale finlandese

Fonte: iStock

La bellissima Turku

Il declino della capitale

Nel 1827 la città venne devastata da un grande incendio che distrusse parte del centro. La ricostruzione iniziò l’anno successivo ad opera dell’architetto Carl Ludwig Engel che rinnovò il volto della città. Lo spostamento dell’università a Helsinki pose fine al periodo di splendore della città. Nel 1918 vi fu fondata l’università in lingua svedese, la Åbo Akademi e due anni dopo fu fondata l’università in lingua finlandese.

Oggi Turku è sede dell’Arcivescovado della Finlandia. La cattedrale, risalente al XIV secolo è uno dei tre edifici in muratura ancora esistenti. Il Castello di Turku, fondato nel XIII secolo, costruito su un’isola a guardia della foce del fiume, è stato, nel corso dei secoli, assimilato alla terraferma.

Il castello di Turku

Tappa immancabile di ogni viaggio a Turku è il castello, situato nei pressi del porto. Rappresenta uno degli edifici storici più importanti del Paese. Infatti, all’interno del castello si trova il museo storico che ripercorre le vicende dell’edificio e della città. Qui è possibile ricostruire l’importanza e dare un contesto a Turku, alle sue tradizioni e ai suoi costumi, con tutte le evoluzioni subite nei secoli.

Cosa visitare?

Oltre al castello, bisogna fare tappa alla chiesa ortodossa e alla Sinagoga Art Nouveau. Ma per vivere lo spirito della gente del posto, è essenziale esplorare il caratteristico Kauppahalli, il mercato coperto, diffuso in gran parte delle città finlandesi.

Anche i musei Aboa Vetus e Ars Nova sono delle vere chicche da visitare. Entrambi ospitati nello stesso edificio, l’Ars Nova è un museo di arte contemporanea mentre l’Aboa Vetus è il museo archeologico che ricomprende lo scavo di un insediamento risalente al XIV secolo.

Una città davvero incredibile, troppo spesso sottovalutata da turisti e viaggiatori, ma che merita assolutamente di essere esplorata.

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Perché questo Paese ha conquistato il cuore dei nomadi digitali

È diventata una delle mete d’elezione per i nomadi digitali, che accorrono da ogni parte d’Europa (e del mondo) per stabilirsi nelle sue città: stiamo parlando dell’Estonia, che in base a recenti classifiche à anche uno dei Paesi in cui le aziende investono di più proprio per lo smart working.

Connessioni veloci, paesaggi straordinari, agevolazioni fiscali, ma anche e soprattutto un’atmosfera rilassante che sembrerebbe aumentare la produttività: l’Estonia sta diventando un porto sicuro per chi lavora da remoto e vuole trovarsi in un luogo tanto all’avanguardia quanto dal retrogusto magico.

Estonia: le città d’elezione per i nomadi digitali

Una delle città estoni più amate dai nomadi digitali, secondo Forbes, è Tallinn. E, a dire la verità, non c’è granché da stupirsi: la capitale dell’Estonia coniuga spaccati iper-tecnologici e moderni a un fascino antico, grazie all’incontro dei distretti finanziari/professionali con le strade pittoresche dell’Old Town.

Si tratta di una città viva, cuore pulsante del Paese, che, peraltro, si distingue anche per i prezzi non troppo alti. Tallinn offre sistemazioni low cost e anche le spese legate ai servizi sono più che contenute: un quadro che fa sicuramente gola a chi lavora da remoto.

Estonia, le strade di Tallin: una delle città più amate dai nomadi digitali

Non da meno, però, sono le altre città del Paese: Tartu, per esempio, attira gli smartworker appassionati di cultura, dall’animo intellettuale e più chic, mentre Narva, essendo molto piccola rispetto ad altre città del globo (conta solo 65.886 abitanti) è la meta per gli eremiti digitali, che pur lavorando online vogliono mantenere uno stile di vita più ritirato e tranquillo.

Lo smart working in Estonia

Il punto in comune di tutte queste città rimane la profonda bellezza dei luoghi e il fatto che in tutto il Paese esistono delle vere e proprie norme che regolano il visto per i nomadi digitali, fornendo loro tutto ciò di cui hanno bisogno in fatto di servizi e assistenza.

Una panoramica di Tallin, città in Estonia gettonata dai nomadi digitali

Non è tutto qui, ovviamente: l’Estonia è amatissima dai nomadi digitali anche per gli ampi spazi di co-working che, specie nella Capitale, hanno costi ridotti (una postazione dotata di tutti i comfort ha dei prezzi molto contenuti rispetto alla media europea) e sono diffusi in tutti i distretti, dando così la possibilità sia di lavorare con panorami hi-tech che con vista sulle bellezze storiche di ogni città.

Lavorare da remoto in Estonia

Per di più, in tutta l’Estonia sono stati lanciati dei programmi che soddisfano sia i freelance che gli imprenditori: si va dal permesso di residenza elettronica (che dà accesso ai servizi del governo senza fornire i diritti di residenza) fino a veri e propri documenti temporanei di cittadinanza che offrono servizi pari ai cittadini estoni e completo supporto ai professionisti e alle imprese.

Tallin: una panoramica della città più amata dai nomadi digitali

Infine, un’altra delle ragioni per cui l’Estonia è gettonatissima dai nomadi digitali sono i continui miglioramenti atti a rendere più fluide le amministrazioni delle aziende da remoto, con grande efficienza. Il Paese si propone davvero come un terreno “digitalmente fertile”, dove ogni smartworker può pensare non solo di lavorare come libero professionista ma anche di aprire un proprio business. Un vero sogno per tutti coloro che hanno fatto del web la loro fonte di guadagno.

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Europa linee aeree Notizie treni Viaggi

Il nuovo obiettivo dell’Europa: treni veloci che sostituiscono aerei

Il futuro dell’Europa vedrà, molto probabilmente, un ampio numero di treni veloci che sostituiranno gli aerei. A prospettarlo sono i leader del settore ferroviario del vecchio continente che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per uno studio sui “Servizi ad alta velocità intelligenti e convenienti nell’Unione europea” a cui hanno preso parte la Community of European Railway and Infrastructure Companies (Cer), la Alliance of Passenger Rail New Entrants in Europe (Allrail), la European Rail Supply Industry (Unife) e la European Rail Joint Undertaking (Eu-Rail).

L’obiettivo nel dettaglio

L’obiettivo sarebbe quello di raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030, per poi triplicarlo entro il 2050. Un modo per avere una vera e propria alternativa all’aereo: una rete ferroviaria smart che colleghi in poche ore di viaggio le capitali e le principali città del nostro continente.

Questo studio, quindi, vuole raggiungere lo scopo di promuovere una trasformazione radicale del sistema ferroviario in linea con gli obiettivi del Green Deal europeo, compreso il raggiungimento di una rete di trasporto transeuropea (TEN-T) pienamente operativa, multimodale, sostenibile e intelligente entro il 2050.

La buona notizia è che non è una missione impossibile per il nostro continente. L’Europa, infatti, già dispone di migliaia di chilometri di ferrovia ad alta velocità. La vera sfida di questo progetto riguarderà il trovare un accordo su quali percorsi privilegiare, quali città collegare e quali invece escludere, così come fissare degli standard comuni e decidere come dividere i costi tra i diversi operatori nazionali ed enti che saranno coinvolti.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Come riportato dal Corriere della Sera Alberto Mazzola, direttore esecutivo di Cer ha sottolineato: “Sebbene molto sia stato ottenuto finora con storie di successo nazionali che collegano tra l’altro Parigi-Lione, Milano-Roma, Barcellona-Madrid e Berlino-Monaco di Baviera, molto di più è necessario se vogliamo rispettare gli obiettivi ambiziosi del Green Deal europeo e della mobilità intelligente e sostenibile: raddoppiare il traffico ferroviario ad alta velocità entro il 2030 e triplicarlo entro il 2050“.

Ma non solo. Philippe Citroën, direttore generale di Unife, ha aggiunto: “L’alta velocità ferroviaria ha un ruolo essenziale da svolgere nella decarbonizzazione e nella trasformazione digitale dell’intero sistema di trasporto europeo. Dimostrando i grandi vantaggi di una rete ferroviaria europea ad alta velocità, lo studio contribuirà al raggiungimento della Strategia per la Mobilità Sostenibile e Intelligente“.

Mentre Carlo Borghini, direttore esecutivo di European Rail Joint Undertaking, ha dichiarato:”Non vediamo l’ora di iniziare le prime attività di ricerca e di presentare i primi risultati entro la fine di quest’anno, che contribuiranno a realizzare questa rete integrata ad alta velocità“.

Torino-Lione e Rail Baltica: la partership

Nell’incantevole cornice di Lione è stata siglata anche una partnership tra i promotori delle ferrovie Torino-Lione e Rail Baltica, un progetto di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità che si divide tra Estonia, Lettonia e Lituania. L’obiettivo, in questo caso, è quello colmare l’anello mancante tra la Finlandia a nord e la Polonia a sud.

Nel dettaglio: l’accordo si occupa di temi ambientali, della sicurezza sul lavoro e delle buone pratiche nella realizzazione di progetti multimodali su larga scala e nell’operatività ferroviaria. Insomma, il futuro dell’Europa è sempre più indirizzato all’uso principale del treno, mezzo di trasporto che presenta diversi e interessanti vantaggi di cui vi avevamo già parlato.

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È la patria mondiale del golf, ma è anche una città sorprendente

Sì, è vero, molti la conoscono come patria mondiale del golf. E d’altronde, non si può parlare di St. Andrews in Scozia senza pensare a questo sport: proprio qui è stato, infatti, fondato il Royal and Ancient Golf Club uno dei più antichi e prestigiosi golf club del mondo, nato nel 1754 e poi ribattezzato “Casa del Golf” per il suo essere divenuto un punto di riferimento globale per gli appassionati.

Sempre a St. Andrews, ogni due anni, si tiene il famoso British Open in uno dei sette campi della città. Insomma, il connubio è davvero inscindibile. Ma se vi dicessimo che c’è molto più di questo e che la città è anche un luogo sorprendente, magico, oltre che una delle destinazioni turistiche più amate in Scozia?

St. Andrews, tra storia e cultura

Non tutti lo sanno, ma St. Andrews è una città davvero antichissima. Pare che i primi abitanti si insediarono nei pressi della città scozzese tra il 10.000 e i 5.000 a.C. Stando agli studi e alle ricerche degli archeologici, il primo nome che ebbe fu quello di Muckross, poi cambianto in Cennrigmonaid e poi, ancora, in St. Andrews.

Di fatto, la storia di St. Andrews si è distinta per un’evoluzione in senso religioso: nel 906 d.C. divenne sede del vescovo di Alba e presto si trasformò nella capitale ecclesiastica della Scozia. Questo le diede una spinta in senso culturale, con diversi studiosi che si raccoglievano in preghiera e portavano avanti la vita intellettuale della città.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Con il passare del tempo, purtroppo, St. Andrews ha conosciuto diversi momenti di declino. Ciononostante, però, non ha perso il suo fascino. Merito, anche, delle costruzioni peculiari che la rendono un piccolo capolavoro affacciato sull’Atlantico.

Le rovine, il ponte e il fascino mistico di St. Andrews

Da non perdere sono, per esempio, le rovine della Cattedrale. L’edificio fu costruito nel 1158 ed era una chiesa cattolica, ma è poi caduta in disuso. Come mai? Perché proprio la religione cattolica fu messa al bando. Non solo, perché in ben due occasioni subì dei danni ingenti.

Prima una tempesta e poi un incendio hanno lasciato dei grossi segni. L’incuria e l’incedere del tempo hanno poi fatto il resto, fino a quando il sito divenne un’area protetta: oggi è sotto la tutela della Historic Environment Scotland. Accanto alla cattedrale si trova anche un cimitero, che contribuisce a dare al tutto un fascino particolare. Un altro luogo da non perdere è lo Swilcan Bridge, che si trova nel centro della città (precisamente nell’Old Course).

Isola di St Andrews in Scozia: patria del golf, ma non solo

Si tratta di un ponte di pietra, molto suggestivo e anche molto piccolo: è lungo 9 metri, largo 2 metri e alto 1 metro e mezzo. Fu costruito per aiutare i pastori a condurre il bestiame oltre lo Swilcan Burn, ma oggi si dice che attraversarlo e fotografarlo porti fortuna.

C’è da dire che il panorama aiuta: dal ponte, infatti, si può vedere il Royal and Ancient Golf Club, l’Hamilton Grand e le colline che si affacciano sul Mare del Nord. Davvero una cornice mozzafiato!

Parchi, natura e giardini

Ma non è tutto qui, perché St. Andrews è anche una città universitaria e un luogo dove la natura è tenuta in grande considerazione. Un altro luogo da vedere, davvero incantevole, per esempio, è il Giardino Botanico dell’Università, situato a sud della città.

Il Giardino Botanico è una riserva che tutela numerose specie di piante: nello specifico, c’è una collezione di circa 8.000 diverse specie di piante esotiche e autoctone. Al suo interno, inoltre, si può trovare una deliziosa sala da tè e una casa delle farfalle.

L'isola di St Andrews in Scozia: un luogo sorprendente

Infine, da non perdere è il Castello. Come la Cattedrale è in rovina e la sua storia è lunghissima: nacque come palazzo vescovile, ma poi divenne una dimora nobiliare e subì moltissimi assedi. A un certo punto fu persino convertito in prigione, per via della sua imponenza e sicurezza.

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Benvenuti nella città greca dove non sembra di stare in Grecia

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Grecia in qualsiasi periodo dell’anno. Del resto le cose da fare e da vedere sono tantissime: le acque turchesi e cristalline che circondano tutto intorno le isole, i siti archeologici, storici e leggendari, e le tradizioni meravigliose che si tramando da secoli. La verità è che questo Paese non smette mai di stupire, affascinare e incantare i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Eppure c’è un luogo qui che non ha nulla a che fare con quegli scenari da cartolina che ben conosciamo. Qui non ci sono le casette bianche o le cupole blu che tanto ci piace fotografare, non ci sono neanche le stradine acciottolate dove si affacciano botteghe, ristorantini e piccole chiese. Qui non c’è neanche il mare.

Eppure Ioànnina, così insolita e diversa, è una città straordinaria che merita di essere scoperta. Un luogo lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa che conserva una storia incredibile che vive e sopravvive in quelle ricchissime testimonianze che caratterizzano le strade e i quartieri, tutto il territorio. Pronti a partire?

Benvenuti a Ioànnina

Un viaggio a Ioànnina si traduce in un’esperienza al di fuori dell’ordinario, un’avventura sicuramente insolita che non assomiglia a nessun’altra. Questa città, immersa nella Grecia Continentale, ha una storia affascinante, seducente e suggestiva legata indissolubilmente alla figura di un eccentrico sovrano e dell’Impero Ottomano.

Lontano dalle Isole Cicladi, che distano da Ioànnina migliaia di chilometri, e dalla capitale del Paese, questa città non offre un’esperienza standardizzata come quelle che troviamo negli altri luoghi turistici, ma offre un itinerario storico e culturale, affascinante e seducente che ci catapulta in un mondo lontano e diverso da quello che conosciamo.

La città, come abbiamo anticipato, non è bagnata dal mare, ma sorge sulle rive del lago Pamvotida che crea uno scenario quasi fiabesco. Capoluogo della regione dell’Epiro, Ioànnina è circondata tutto intorno dalla natura che regna sovrana. L’azzurro delle acque lascia il posto al verde lussureggiante e selvaggio che si alterna a canyon, ai fiumi e ai laghi.

E a proposito di fiumi, da qui è possibile andare alla scoperta dell’Acheronte, il corso d’acqua che nella mitologia greca veniva attraversato da Caronte per trasportare le anime dei morti dell’aldilà.

Rovine della biblioteca ottomana, Ioànnina

Fonte: iStock

Rovine della biblioteca ottomana, Ioànnina

Cosa fare e cosa vedere

Ioànnina è legata indissolubilmente alla figura di Alì Pascià Tepeleni, politico e militare albanese che creò, tra Grecia e Albania, un regno quasi indipendente dall’Impero Ottomano. La sua fama era così tanta che furono molti i personaggi illustri che giungevano a corte, tra cui anche Napoleone. La sua figura è descritta anche nel romanzo Il conte di Montecristo.

Sotto il suo controllo Ioànnina conobbe il massimo del suo splendore, ma tanto era il potere del sovrano che il sultano Mahmud II decise di stroncare la sua ascesa. Ali Pascià fu così ucciso e la sua testa consegnata al sultano. I resti del suo corpo, oggi, sono conservati in città. A lui è dedicato anche un Museo sul vicino isolotto di Nissi.

La storia, suggestiva e anche un po’ tragica, ci porta quindi nel cuore di Ioànnina che oggi pulsa ancora all’interno della cerchia muraria. È qui che sono ospitati tutta una serie di tesori del passato come le rovine della biblioteca ottomana, l’antica sinagoga e le case storiche che sono state trasformate in boutique hotel.

Tutto intorno, invece, è possibile ammirare visioni straordinarie che offrono prospettive sul passato e sul presente. E a proposito di scorci meravigliosi, imperdibile è il lago Pamvotida che caratterizza l’intero panorama della città.

Il lago, che affonda le sue origini in oltre 20000 anni fa, offre degli scorci fiabeschi e incredibili che si possono ammirare passeggiando tra le strade che lo circondano. Lo stesso lago, però, si può anche attraversare per raggiungere la piccola isola di Nissi che ospita alcune dei monasteri bizantini più belli del territorio.

Moschea Fethiye, tomba di Ali Pasha. Ioànnina

Fonte: iStock

Moschea Fethiye, tomba di Ali Pasha. Ioànnina
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Questo villaggio è l’Amalfi del Regno Unito. Ma per visitarlo devi pagare

Esistono luoghi del mondo così belli e suggestivi che sembrano quasi surreali. Spesso, però, ignoriamo la loro esistenza perché questi sono lontani dai radar turistici e dalle destinazioni più frequentate dai viaggiatori di tutto il mondo. E per questo motivo ancora più straordinari.

Ed è proprio in uno di questi luoghi che vi vogliamo portare oggi. Un villaggio pittoresco, straordinario e inaspettato situato a Devon, sulla penisola di Cornovaglia. Un luogo che ha stregato viaggiatori, avventurieri e scrittori come Wilkie Collins e Charles Dickens.

Il suo nome è Clovelly Village, e tanto è il fascino che gli appartiene che è stato ribattezzato l’Amalfi del Regno Unito. Un luogo dove non ci sono macchine, caos e traffico, dove i trasporti dei beni primari sono affidati agli asini. Un posto dove la vita scorre lenta seguendo solo il ritmo scandito dalle onde del mare. Ma prima di entrare, bisogna pagare.

Clovelly Village

Immerso in un paesaggio straordinario, che ha rubato alla natura i suoi colori più belli, troviamo Clovelly Village, un delizioso villaggio di appena 300 anime, situato nell’affascinante contea di Devon. È qui che, sulla costa settentrionale, si può ammirare questo luogo da cartolina, un piccolo paese con case antiche e strade acciottolate che sembra uscito da un libro di fiabe.

L’Amalfi dell’Inghilterra, lo chiamano, e in effetti il fascino e la suggestione che gli appartengono rimandano proprio alla città costiera italiana.

Perché Clovelly Village merita una visita ve lo spieghiamo subito. Il villaggio è posizionato a picco sul mare che, con le sue mille sfumature di blu, bagna la terra dove si adagiano le case dei pescatori. Tutto intorno, nel paese, ci sono vicoli e stradine sui quali si affacciano numerosi cottage bianchi risalenti al 1500 e che accompagnano la passeggiata dei visitatori fino all’antico porto dove galleggiano le barche colorate.

Qui non ci sono auto, né vie dello shopping. Non ci sono i brand di lusso, né il traffico cittadino. C’è la vita che scorre lenta e che viene condivisa dagli abitanti del luogo con la natura, con il profumo del mare e con gli scorci straordinari. Gli stessi che hanno stregato il cuore dei viaggiatori, quello di scrittori come Wilkie Collins e Charles Dickens e di artisti come William Turner. Gli stessi che incantano noi oggi.

Clovelly Village

Fonte: iStock/Aiselin82

Clovelly Village

Tutto quello che dovete sapere per visitare il villaggio

Se tutto quello che vi abbiamo detto su Clovelly Village, fino a questo momento, vi ha fatto venire voglia di organizzare un viaggio verso Devon, ci sono alcune cose che dovete sapere per organizzare al meglio l’avventura.

Nel pittoresco villaggio dei pescatori della Cornovaglia non ci sono auto. Le strade, infatti, sono così ripide da rendere difficoltosa la guida. Ma il paese è così piccolo e così suggestivo che sarà un piacere poterlo scoprire e attraversarlo a piedi.

Un’altra cosa che dovete sapere è che, per accedere a Clovelly Village, dovrete pagare. Il paesino, infatti, è di proprietà privata, l’unico di tutto il Paese. Sin dalla sua fondazione è appartenuto alla regina consorte d’Inghilterra Matilde di Fiandra, poi nel 1738 è stato acquistato dalla famiglia Hamlyn i cui membri vivono ancora in uno dei cottage. Il contributo richiesto per l’accesso serve alla manutenzione del villaggio stesso.

La visita, comunque, vale assolutamente la pena. Entrando qui avrete come l’impressione tornare indietro nel tempo potendo ammirare le antiche case che ancora dominano il paesaggio. Imperdibile è anche il monastero di Hartland Abbey, costruito nel 1200 e ristrutturato nei suoi interni nel 1800.

Clovelly Village ospita anche dei festival annuali durante la bella stagione, tutti dedicati al mare. Non perdete l’occasione di scoprire il paesino in festa, di conoscere la comunità e di vivere un’esperienza autentica e straordinaria.

Clovelly Village

Fonte: Getty Images

Clovelly Village
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I giardini delle meraviglie che hanno stregato Virginia Woolf

A pochi chilometri dalla città di Londra esiste un posto di incantevole meraviglia. Un luogo straordinario, magico e incantato dove la natura viene tutelata e valorizzata da secoli.

Un vero e proprio universo che spalanca le sue porte a chiunque scelga di raggiungere questi giardini botanici che fanno da cornice a uno dei luoghi più ricchi di biodiversità al mondo.

Sono gli stessi giardini che hanno ispirato e conquistato la grande e immortale Virginia Woolf che proprio qui ha scelto di ambientare uno dei suoi più celebri racconti brevi. Benvenuti nei Royal Botanic Gardens di Kew.

I giardini di Kew

Sono solo dieci i chilometri che separano questi giardini delle meraviglie dalla città di Londra e che conducono i viaggiatori all’interno di un mondo straordinario dove la natura regna sovrana da secoli.

I Royal Botanic Gardens di Kew, situati tra Richmond upon Thames e Kew, affondano le loro radici in un passato antico e mai dimenticato. La costruzione di questo complesso sistema di serre e giardini, risale alla volontà della principessa Augusta che, nel 1759, sognò di creare un’area botanica nel quartiere a sud-ovest di Londra.

Edifici, aiuole sono state ampliate con gli anni, trasformando il progetto originario di soli 4 ettari, in un immenso parco di oltre 100 ettari dove vivono e convivono specie provenienti da ogni parte del mondo. Oggi i Royal Botanic Gardens di Kew appaiono come un luogo straordinario dove è possibile immergersi e perdersi in un universo naturalistico straordinario riconosciuto dall’Unesco nel 2003 come Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Qui, ogni giorno, migliaia di cittadini e viaggiatori si incontrano per ammirare la grande bellezza delle specie floreali che vi risiedono. Le collezioni sono tantissime e comprendono specie rare provenienti da ogni parte del mondo. Tutte insieme, nello stesso luogo, creano uno spettacolo naturale ed emozionante che non si limita a una semplice osservazione, ma a una vera e propria esperienza naturalistica che coinvolge tutti i sensi.

La fama e la bellezza di questi giardini reali conquistano le persone da secoli. Nel 1900 Virginia Woolf rimase ammaliata da questo luogo al punto tale da trasformarlo nello scenario reale del suo racconto Kew Gardens descrivendo, minuziosamente, tutte le bellezze e i colori che gli appartengono.

Royal Botanic Gardens, Kew

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La passerella tra gli alberi dei Royal Botanic Gardens, Kew

Tutte le meraviglie della natura in un unico luogo

Le cose da fare all’interno dei Kew Gardens sono tantissime. Il consiglio è quello di trascorrere qui un’intera giornata per essere sicuri di poter esplorare tutte le forme di bellezza che caratterizzano questo luogo.

Imperdibile è la Palm house, la residenza ufficiale delle palme esotiche costruita nella seconda metà dell’Ottocento che è oggi simbolo del giardini. Un altro edificio iconico è quello della Temperate house che si snoda su una superficie di quasi cinquemila metri quadrati. Al suo interno è custodita la Jubaea chilensis, la palma più grande della Terra.

Ci sono poi tantissime altre terre che ospitano altrettante specie botaniche provenienti da tutto il mondo. Molto suggestiva è la Pagoda, risalente alla fine del 1700, e ispirata all’architettura cinese. In tutto il complesso dei Kew Garden sono presenti circa 50mila varietà di piante e più di 10mila esemplari di arbusti.

Tra le attrazioni imperdibili all’interno del complesso c’è anche la Treetop Walk, una passeggiata sospesa a 18 metri dal suolo che permette ai visitatori di camminare tra gli alberi e ammirare la bellezza del complesso dall’alto.

Sempre all’interno del complesso è possibile ammirare quella che è la ninfea più grande del mondo scoperta proprio dai ricercatori dei Royal Botanic Gardens. Questo ennesimo primato conferma  la grande importanza di questi giardini, non solo dal punto di vista turistico e paesaggistico, ma anche scientifico.

La ninfea più grande del mondo. Royal Botanic Gardens, Kew

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La ninfea più grande del mondo. Royal Botanic Gardens, Kew
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Ode al mare della Sardegna: il più bello d’Europa

Esistono luoghi che non smettono mai di incantarci, lo fanno per tutte quelle meraviglie che naturalmente gli appartengono. Le stesse che ci conquistano, che ci ammaliano e che ci spingono ogni volta a ritornare lì. Perché di osservare la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo non smetteremmo mai.

E non può essere un caso che, ogni anno, migliaia di persone provenienti da tutto il mondo scelgono di tornare proprio lì. In quella straordinaria isola fatta di storia, cultura e meraviglie naturalistiche, di un entroterra selvaggio e incontaminato, di un mare turchese e cristallino e di baie segrete da esplorare.

Ed è qui che vi portiamo anche noi, oggi. In questo paesaggio frastagliato e sorprendente, in questa terra meravigliosa dove ogni giorno persone vanno, vengono e ritornano. Perché è qui, in Sardegna, che esiste il mare più bello d’Europa.

Il mare della Sardegna

C’è un motivo che spinge i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo ad andare e tornare in Sardegna, ogni volta. E non sono solo tutte quelle meraviglie naturalistiche e quel patrimonio storico e culturale che appartengono a quest’isola nostrana, ma è anche e soprattutto il mare.

Sì, il mare di Sardegna è uno dei più belli d’Italia, uno dei più belli del mondo, da vedere e vivere almeno una volta nella vita. E potranno confermarvelo tutte quelle le persone che qui scelgono di tornare per una vacanza vista mare in quelli che sembrano dei veri e proprio paradisi terrestri che nulla hanno da invidiare alle isole tropicali.

Fare un tuffo in questo mare vuol dire immergersi e perdersi dentro a un tripudio di sfumature blu, che degradano e si intensificano, fino a sparire e a fondersi con l’azzurro del cielo. Un mare che bagna delicatamente e poi prepotentemente le lingue di sabbia bianca o dorata, le baie nascoste e quelle massicce scogliere che svettano verso il cielo e affondano nei preziosi fondali.

Ecco, questo è il mare della Sardegna: ed è una poesia visiva che incanta gli occhi e scalda il cuore.

Perché questo è il mare più bello d’Europa

Fotografie, racconti di viaggio e avventure vissute in prima persona dovrebbero essere sufficienti a raccontare e a descrivere tutta la meraviglia che appartiene per natura a questa terra circondata dal mare.

Ma se avete ancora dubbi sul fatto che qui si trovino le distese marine più suggestive e straordinarie del mondo, allora, vi diamo noi qualche motivo in più per ricredervi.

Il mare che bagna la Sardegna è una tavolozza di colori che vanno dall’azzurro al verde smeraldo. Le sue acque sono così trasparenti e cristalline che da qui è possibile ammirare il mondo sottomarino che viene custodito e preservato alla stregua di un tesoro prezioso. Lo stesso mondo sommerso che appartiene alle aree marine protette che si snodano intorno a tutta l’isola.

“Questa terra non assomiglia a nessun altro luogo”, aveva scritto David Herbert Lawrence, e aveva ragione. I contrasti visivi dati dai colori creano visioni suggestive e uniche. Da una parte c’è il mare, verde, azzurro e turchese, dall’altra le lunghe distese di sabbia bianca e dorata che brillano al sole e creano scenografie fiabesche.

E poi ci sono i fondali che ospitano le meraviglie del mondo sommerso. Un vero e proprio universo che rivela i suoi tesori preziosi solo a chi ha il coraggio di esplorare. Qui vive una quantità infinita di flora e fauna marina che raccontano la preziosa biodiversità che appartiene all’isola.

C’è la Posidonia oceanica, che crea i meravigliosi habitat che appartengono al mediterraneo, e ci sono i pesci, tra cui i dentici, le corvine e le spigole, e pure i delfini. E poi ci sono loro, gli straordinari coralli rossi, il tesoro del Mediterraneo. Uno dei tesori del mare della Sardegna che è uno dei più belli del mondo.

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L’isola più cool della Grecia (grazie alla Ferragni)

È considerata la “Capri della Grecia” ed è una vera perla, talmente bella da essere stata scelta dalla Queen delle influencer per trascorrevi una vacanza con gli amici. Stiamo parlando di Chiara Ferragni, ovviamente.

L’imprenditrice digitale, come ama definirsi lei stessa, ha appena lasciato l’isola dopo alcuni giorni di spensierata vacanza tra bagni di sole, gite in barca, balletti al tramonto e grosse e grasse mangiate di specialità greche.

L’isola che ha ospitato la Ferragni e il gruppo di amici più stretti è Hydra (o Idra), nel Golfo di Saronico, un luogo molto amato dagli ateniesi più chic, ricca di hotel di charme – come il Mandraki Beach Resort, un boutique hotel 5 stelle che ha ospitato il gruppetto – e con un mare da fare invidia.

Perché andare a Hydra

Non è certo la meta del divertimento, anche se di relax ne troverete a non finire. Parliamo piuttosto di piccoli cortili e di boutique di buon gusto, di un’architettura che fa sognare con le sue bouganville che ricordano, in parte, i paesaggi della splendida Santorini, ma con quel tocco di classe in più.

Qui si annoverano ospiti quali Henry Miller, Leonard Cohen e Jannis Kounellis che ne hanno scelto le bellezze per avere qui una seconda dimora.

A Hydra tutto è raggiungibile a piedi. L’isola misura solo 20 chilometri per 6 di larghezza. Un piccolo paradiso, quasi privato. Eppure, si dice che l’isola possieda una chiesa per ogni giorno dell’anno. Si contano ben 300 chiese in soli 50 chilometri quadrati.

Una delle caratteristiche dell’isola è che vi è una totale assenza di auto e, per spostarsi, si usano principalmente gli asini. Tutti questi particolari fanno di Hydra un’isola dove godere di un soggiorno all’insegna del relax.

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Gli asini di Hydra

Vi è un unico centro abitato, situato sulla costa Nord-occidentale costituito da diverse cittadine pittoresche. Una è Hydra, omonima dell’isola e suo capoluogo, caratterizzata da casette bianche disposte intorno a quello che è il porto che collega l’isola ad Atene. I due cannoni alle estremità furono usati un tempo per difendersi dai pirati.

La Hydra storica

Hydra però non è solo divertimento, ma anche storia. Le prime tracce di insediamenti risalgono all’era del neolitico, passando per altri importanti periodi, come quello della guerra d’Indipendenza. Alcuni reperti di rilevanza bellica possono essere ammirati nel museo Bizantino ed Ecclesiastico e quello Storico, entrambi nella cittadina di Hydra. Nel secondo, oltre che dipinti di personaggi ed eroi storici, si possono trovare antiche armi da fuoco e riproduzioni di navi in miniatura.

Da non perdere, anche la visita di alcuni monasteri, non lontani dal capoluogo. I più importanti sono quello del profeta Elias, dove all’epoca vennero imprigionati diversi eroi della guerra d’Indipendenza greca, e quelli di Sant’Eupraxia e Palion Kalograion. Nella parte meridionale, invece, vi sono il Monastero della Vergine Maria di Zoubras e quello di San Nicola, appartenenti rispettivamente al XIX e XVII secolo.

Le spiagge di Hydra

Ovviamente, Hydra è caratterizzata anche da splendide spiagge, estremamente affollate nel mese di agosto, ma piacevoli durante il resto del periodo estivo. Le più belle sono Spilla, una spiaggia rocciosa con acque scure e una splendida visuale sulla baia, e Hydronetta, una spiaggia di ciottoli dove è situato anche un famoso cocktail bar.

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Ville e mare da sogno a Hydra

Come raggiungere Hydra

Il modo più semplice per vivere il ritmo slow di Hydra è senza dubbio l’aliscafo (quello della Ferragni s’è rotto in mezzo al mare, ma di solito non accade). Con solo un’ora e mezzo dal Pireo si arriva in questa piccola perla, silenziosa quanto bella.