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Bosco Gurin, il villaggio gioiello della Svizzera

Un Paese bellissimo e davvero a due passi dall’Italia è la Svizzera. Terra fiabesca ricca di patrimoni naturali e villaggi che sembrano usciti da una cartolina, sorprende il visitatore anche per la sua peculiare atmosfera, come quella che si respira a Bosco Gurin, una pittoresca e antica località che ancora oggi conserva il suo splendore.

Bosco Gurin, la storia

Bosco Gurin è un villaggio montano tra i più affascinanti della Svizzera. Fondato dai Walser provenienti dalla Val Formazza nel 1253, ancora oggi vi si parla, oltre all’italiano, un antico idioma: il Ggurijnartitsch.

Negli 800 anni successivi è cambiato poco della storia di Bosco Gurin. Il piccolo villaggio ha vissuto felicemente ignorato dal resto del mondo, fino a quando nel Novecento è stato riscoperto per la bellezza dei suoi paesaggi, mentre nel 2020, è stato persino dichiarato il 42° borgo più bello della Svizzera.

Cosa vedere a Bosco Gurin

Sebbene anche Bosco Gurin abbia subito un progressivo spopolamento dovuto all’emigrazione, negli ultimi anni ha saputo rinascere grazie al turismo e ai suoi progetti coraggiosi come la stazione sciistica, tra le più apprezzate in Ticino. Ma non solo. Visitarlo è come fare un tuffo nel passato fatto di architetture tipiche, natura che scalda il cuore e tradizioni antiche ancora ben radicate.

Una composizione originale caratterizzata da case autentiche costruite in pietra e legno, e particolari stalle sparse nei prati. E, in qualsiasi periodo dell’anno ci si trovi, Bosco Gurin regala comunque e sempre meraviglie.

bosco Gurin case

L’architettura tipica di Bosco Gurin

Il centro del villaggio ha un aspetto fuori dal tempo, grazie ai suoi edifici intonacati di bianco e i tetti grigi di ardesia. Infatti, passeggiare per le sue ripide stradine è un’esperienza indimenticabile. Assolutamente affascinante, poi, è il suggestivo Museo di storia etnografica “Guriner Walserhaus” che permette di conoscere la storia più datata delle valli del Canton Ticino e contemporaneamente scoprire la cultura Ggurijnartitsch, legata all’antico dialetto che ancora oggi viene parlato.

Sempre tra le viuzze lastricate del centro si può visitare la Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo, un elegante edificio dalle forme neoclassiche che possiamo definire il cuore di Bosco Gurin. Bellissimi anche i graffiti e gli affreschi che decorano gli immobili, e tra le case e le strutture pubbliche si possono notare i caratteristici Gadumdschi, piccole costruzioni di una sola stanza che vengono ancora usate dai pastori come stalle o rifugi durante le tempeste di neve.

Meraviglie anche appena fuori dal centro. Per esempio, lungo l’antica strada che porta più a valle si può incontrare la Chiesa della Madonna delle Nevi, costruita nel Settecento dopo la disastrosa valanga del 1696 che rase quasi completamente al suolo il villaggio. Mentre lungo il tragitto che porta a valle, e per tutti i dintorni di Bosco Gurin, si possono trovare le torbe, i tradizionali edifici con uno zoccolo di pietra e le pareti in legno che per secoli sono stati i rifugi dei boscaioli e pastori.

chiesa bosco gurin

La Chiesa dei Santi Giacomo e Cristoforo

Bosco Gurin in inverno

Come detto poco sopra, Bosco Gurin è rinato dalle sue ceneri durante il Novecento. Spettacolari, infatti, sono gli impianti sciistici del comprensorio della Grossalp, un sistema di oltre 30 chilometri di piste adatte a ogni tipo di sport sulla neve e di ogni difficoltà.

Tra le piste più famose della zona c’è certamente Sandiga Boda, orientata verso sud e per questo quasi sempre baciata dal sole alpino. E per chi non ama sciare c’è lo spettacolare Parco della Neve, un luogo in cui divertirsi anche con i più piccini. Senza dimenticare i suggestivi percorsi avventura tra le vette innevate, che permettono di ammirare lo spettacolare paesaggio delle Alpi del Canton Ticino.

Gli amanti della montagna sanno perfettamente che essa, in inverno, rivela il suo lato magico e cristallino. L’ascesa al Ritzberg o al Martschenspitz regala momenti di pura poesia a chi affronta, con fatica e costanza, la conquista delle vette nel silenzio ovattato dei pendii nevosi, rotti a tratti dal richiamo di qualche dolce animale.

bosco gurin inverno

La seggiovia Sonnenberg di Bosco Gurin

Bosco Gurin in estate

Il fiabesco Bosco Gurin ha una grande fortuna: la regione in cui si trova è caratterizzata da un clima insubrico alpino. Ciò vuol dire che i suoi inverni sono secchi, ben soleggiati e con periodi di vento da nord e un limitato numero di giorni di gelo. L’estate, dal canto suo, è un’esplosione di sole, anche se talvolta si fanno spazio violenti temporali. La catena alpina impedisce, infatti, l’arrivo delle perturbazioni da nord in inverno, mentre durante la bella stagione le perturbazioni provenienti dal mediterraneo generano forti acquazzoni che in poco tempo scaricano grandi quantità di acqua.

Ciò non impedisce a questo villaggio incantevole della Svizzera di regalare esperienze memorabili. In questa fase dell’anno, infatti, si trasforma in un paradiso naturalistico dove i verdissimi prati alpini cedono il posto a fantastici boschi di conifere.

Da queste parti gli amanti delle passeggiate e delle escursioni in montagna possono seriamente lasciarsi alle spalle il caos delle città ed entrare in contatto con la natura incontaminata. Del resto, l’intera area di Bosco Gurin è attraversata da una fitta rete di sentieri e percorsi che permettono di raggiungere le vette circostanti e i villaggi vicini. Il tutto senza la necessità di dover essere escursionisti provetti, anche se una buona dose di preparazione fisica è sempre consigliata e, alle volte, necessaria.

Uno dei tragitti più suggestivi è quello che segue i cosiddetti “Sentieri di Pietra“, una rete di percorsi che ricalca gli antichi tratturi utilizzati dai pastori per attraversare le Alpi, per raggiungere la spettacolare area dei laghi di Schwarzsee, Herli e Ussera See.

Dei piccoli bacini che sono un sogno (a occhi aperti) naturalistico dove poter ammirare le vette coperte di neve specchiarsi nell’acqua purissima che si raccoglie nelle profonde conche di origine glaciale.

Insomma, qualunque stagione sia, c’è da prendere in considerazione un viaggio a Bosco Gurin, un luogo che racchiude in sé il fascino di uno dei più incantevoli villaggi di montagna della Svizzera. Una meta per fare un vero e proprio tuffo nel passato e che, allo stesso tempo, rappresenta la destinazione ideale per un soggiorno indimenticabile all’insegna della tranquillità, dell’attività fisica a contatto con le meraviglie di Madre Natura e anche, e soprattutto, della riscoperta delle tradizioni.

bosco gurin cosa fare

Una splendida veduta di Bosco Gurin

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Viaggio a Dublino per il centenario dell’”Ulisse” di James Joyce

Era il 1922 quando James Joyce pubblicò uno dei romanzi più importanti della letteratura del XX secolo, “Ulisse”. Il 2/2/2022 ricorre dunque il centenario di quest’opera, ma nel 2022 si celebra anche il 140° anniversario della nascita di Joyce, lo scrittore, poeta e drammaturgo irlandese nato a Dublino nel 1882.

In occasione di questi due importanti anniversari, vogliamo condurvi in un viaggio insolito nell’Irlanda tanto amata dagli italiani. Se state pensando di organizzare un viaggio sull’isola di Smeraldo tenete presente un’altra data significativa: quella del 16 giugno, giorno in cui si celebra il Bloomsday, in omaggio al personaggio dell’”Ulisse”, Leopold Bloom, e all’impostazione del romanzo che si svolge nell’arco di una giornata, esattamente il 16 giugno 1904. In questa giornata, tutta l’Irlanda (e non solo) è in festa. Si è infatti soliti vestirsi in stile edoardiano o facendo qualche piccolo rito “Joyciano”, legato al cibo o a un acquisto. Il Bloomsday è celebrato in tutto il mondo dove ci sono degli irlandesi e, si sa, sono un popolo di “expat”, basti pensare alla festa di San Patrizio, patrono d’Irlanda, che però viene ricordata in tutto il mondo.

Visitare Dublino quest’anno, e in particolare a giugno, sarà quindi ancora più bello e divertente, in quanto è previsto un fitto calendario di eventi che avranno luogo in tutta la città. E non è solo un itinerario per gli appassionati di letteratura, in quanto alcuni luoghi legati a Joyce sono dei “must see”.

La Dublino di Joyce

A Dublino, quale migliore itinerario se non ripercorrendo i luoghi dove è ambientato “Ulisse”, raccontati in modo accurato e ancora oggi, a distanza di cent’anni, ancora ben riconoscibili?

Nonostante i tanti cambiamenti nella Capitale irlandese, molti luoghi storici sono rimasti gli stessi che ritroviamo tra le pagine del libro o che sono legati allo scrittore. Chi ha amato il testo o chi non ha avuto l’occasione di leggerlo, ripercorrendoli, farà tre viaggi in uno: il primo nel tempo, il secondo nella bellissima città di Dublino (e nei dintorni) e il terzo attraverso il potere straordinario della letteratura.

Prima tappa: il MoLI

È il punto ideale da cui partire per un itinerario sulle tracce di James Joyce. Il MoLi (Museum of Literature Ireland), aperto proprio di recente, è il museo dedicato alla letteratura irlandese. Qui è conservata la copia numero uno dell’”Ulysses” e, vederla dal vivo, con la raffinatissima e austera copertina dai toni cerulei, è davvero un’emozione. Vale comunque la pena visitare questo spazio contemporaneo e interattivo che ha allungato la vita a un edificio storico in pieno centro tra i più rilevanti di Dublino, nonché sede originaria della University College of Dublin che ha visto Joyce tra i suoi studenti e nel cui giardino segreto, sul retro, è ancora presente il frassino presso il quale l’autore si fece fotografare in occasione della laurea insieme ad altri studenti.

Seconda tappa: la National Library

Un altro indirizzo da dove andare è la National Library, con la sua bellissima sala a cupola dedicata alla lettura, rimasta intatta come narrata nel romanzo e dove Stephen Dedalus, l’alter-ego letterario di James Joyce, disquisisce di letteratura. Menzionata anche in “Ritratto dell’artista da giovane” (“A Portrait of the Artist as a Young Man”), un’altra opera di Joyce, era un luogo di ritrovo, di studio e confronto tra l’autore e i suoi amici. La Library ospita moltissimi manoscritti e appunti di Joyce e di molti altri autori irlandesi (tra cui William Butler Yeats), consultabili anche in formato digitale.

Terza tappa: Molesworth Street & Dawson Street

Sempre nel pieno centro di Dublino, tra case in stile georgiano, porte colorate e caratteristici pub, si trova l’incrocio tra Molesworth Street e Dawson Street. È qui che il protagonista di “Ulisse”, Leopold Bloom, incontra un cieco e lo aiuta ad attraversare la strada, descrivendone gesti e atteggiamenti in maniera poetica. L’incontro tra i due è ricordato da una placca commemorativa su cui sono incisi alcuni passaggi del libro.

Già che ci siete, nei pressi di questo incrocio si trova la St. Ann’s Church, una chiesa molto famosa per le sue vetrate ma anche perché qui si sposò Bram Stoker, l’autore di “Dracula” che, proprio nel 2022, celebra il 125° anniversario e perché, sempre in questa parrocchia, fu battezzato un altro famoso “dubliner”, Oscar Wilde.

Quarta tappa: il Pub Davy Byrnes

In una via parallela alla via dello shopping, Grafton Street (percorsa da Bloom pensando a un regalo e in cui si trova il Bewley’s Oriental Cafè, ancora attivo, seppur ristrutturato), si trova un altro luogo significativo: il pub Davy Byrnes, in cui Leopold pranza con il famoso panino al gorgonzola, accompagnato da un bicchiere di Borgogna. L’arredamento e lo stile del locale oggi sono cambiati, ma l’eco degli avvenimenti del romanzo è ben presente, con una sala interna dedicata a Molly Bloom, moglie di Leopold, dove servono proprio il sandwich al gorgonzola con un bicchiere di vino francese.

Quinta tappa: la Sweny’s Pharmacy

Tra i luoghi cult legati alla trama di “Ulisse” c’è senza dubbio la (ex) farmacia Sweny’s, dove Leopold compra per Molly una saponetta al limone. Anche se non è più formalmente una farmacia, entrarci è emozionante come varcare uno stargate: gli scaffali originali sono al loro posto, così come i flaconi dell’epoca. Una collezione deliziosamente disordinata di memorabilia, che aumentano il senso di “autenticità” del luogo, fa bella mostra di sé, così come moltissimi volumi con quasi tutte le traduzioni in varie lingue del romanzo, elemento che svela la nuova funzione del luogo. Sweny’s è diventata, infatti, un vivace circolo letterario, gestito dall’istrionico PJ Murphy che spesso saluta chi entra con una canzone in gaelico accompagnata dalla chitarra. Oltre ai libri si può acquistare la famosa saponetta al profumo di limone. Gli acquisti che vengono fatti contribuiscono a mantenere in vita questa piccola perla.

Sesta tappa: il Trinity College

È uno dei luoghi imperdibili quando si visita Dublino, la famosa “Long Room” del Trinity College, stracolma di libri antichi fino al soffitto, tra cui spicca il “Book of Kells”, un manoscritto miniato del IX secolo, e di busti di personaggi celebri sono un tuffo al cuore. Volendo, si può partire da qui e invertire le tappe del tour consigliato. Leopold, il 16 giugno 1904, attraversa il College e dice che non avrebbe voluto viverci.

Settima tappa: il James Joyce’s Centre

Attraversando il fiume Liffey, magari percorrendo un altro luogo joyciano come l’O’Connell’s Bridge, si raggiunge il James Joyce Centre, ubicato nell’edificio di fine ‘700 dove era presente la scuola di danza di Denis j. Maginni, un dandy citato nel libro e noto insegnante di danza dell’epoca. Contiene anche la porta del numero civico (7 di Eccles Street) dell’edificio dove inizia e finisce il romanzo, purtroppo abbattuto per una ristrutturazione degli Anni ’60.

Ottava tappa: il Winding Stair Bookshop & Cafè

Non lontano dal Centre, lungo la Bachelor’s Walk, percorsa anche da Bloom nel romanzo, c’è un piccolo luogo da non perdere. Si tratta del Winding Stair Bookshop & Cafè, sorto dove si trovava la casa d’aste Dillon, presente nel libro.

Altre tappe

I luoghi di Dublino legati all”Ulysses” di Joyce sono moltissimi. Vale la pena ricordare anche The National Museum (Bloom vi si nasconde per evitare l’incontro con l’amante della moglie), The National Art Gallery, l’imponente edificio della Bank of Ireland, e il centralissimo parco urbano St. Stephens’ Garden, vero luogo di culto per i dublinesi, a un passo dal MoLi, tra l’altro, tornando così al punto di partenza.

I luoghi di Joyce fuori Dublino

La baia di Dublino è bellissima e in pochi minuti di treno si raggiungono piccoli borghi marinari che sono un incanto. Legata a James Joyce è la cittadina di Sandycove, a meno di 10 chilometri da Dublino, dove sono ambientate le scene iniziali del libro e in cui è presente la Martello Tower: nel romanzo è dove vive Dedalus e Joyce vi trascorse davvero qualche notte nel 1904. La torre è anche un museo oltre che luogo di pellegrinaggio durante il Bloomsday.

Un altro borgo molto bello per una passeggiata e un pranzo in riva all’oceano è Dalkey, la cittadina dove insegna Dedalus e oggi scelta come rifugio a un passo dalla Capitale da molte celebrity, tra cui Bono degli U2, irlandese doc.

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la statua di James Joyce a North Earl Street, Dublino

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Meravigliosa è la notte a Parigi

Straordinaria di giorno, incantata con le luci infuocate del tramonto, surreale in autunno, sorprendente in primavera, Parigi è semplicemente meravigliosa, in ogni momento della giornata e in qualsiasi stagione. Perché lei è romantica e illuminata, intellettuale e misteriosa, bellissima come solo lei sa essere.

E lo è ancora di più la notte, quando i raggi del sole lasciano spazio al buio e la città si accende delle sue luci, quelle della ville lumière. Tutto splende, come una magia, come quel film di Woody Allen che ci ricorda, che quando l’orologio segna la mezzanotte, qui tutto è possibile.

La città delle luci

Ha ispirato artisti, scrittori e illuminati, filosofi e letterari, poeti e pittori. Eppure anche attingendo a tutta l’eredità che ci hanno lasciato gli altri, non riusciremmo a descrivere l’immensità di una città artistica e sofisticata, ricca di storia, di tesori architettonici, di fascino e di mistero. Anche un caffè o una semplice passeggiata a Parigi sanno trasformarsi in un’esperienza. E poi ci sono le cattedrali e i musei, le vie dello shopping e quelle dell’alta moda.

Notre Dame de Paris

Notre Dame de Paris

La ville lumière è sorprendente. Lei che è chiamata così perché è stata la patria dell’illuminismo, ma anche una delle prime città europee ad aver portato le luci tra le strade. Ed è proprio quando queste si accendono, di notte, che inizia la magia. Non è un caso che la capitale francese abbia ottenuto il primo posto nella classifica delle città più belle di notte. Basta fare un giro su Instagram per vedere che è suo il maggior numero di fotografie scattate sotto la luce della Luna.

Tra le strade illuminate della città

Ed è proprio in quel momento, quando il sole lascia spazio al crepuscolo, che è doveroso andare alla riscoperta della città. Lo spettacolo inizia proprio quando le strade e i quartieri di Parigi si illuminano gradualmente creando un’atmosfera magica. Il luogo migliore dove osservare la grande bellezza è la cima della Tour Eiffel o dalla Tour Montparnasse.

Prima però, sembra doveroso fermarsi ad ammirare le luci del tramonto che infuocano i monumenti iconici della capitale francese, come l’Arc de Triomphe o la basilica del Sacré Coeur a Montmartre.

Pont Neuf

Pont Neuf

E poi via a passeggiare per i quartieri della Ville Lumière, iniziando dagli Champs-Élysées, lungo la strada che non dorme mai e poi arrivando fino al Louvre per ammirare la piramide dorata che illumina il piazzale del museo. Dalla rive gauche è possibile osservare la bellezza di Notre Dame, silenziosa e magica, e poi via lungo la Senna per ammirare gli edifici, le attrazioni e i negozi che brillando si fondono e si confondono. Un itinerario, questo notturno, che passa inevitabilmente anche per i magici ponti della città, da quello più romantico, il Pont des Arts, a quello più antico, Pont Neuf.

E poi, come ultima tappa per il gran finale, ci si reca lì, dove domina incontrastata sulla place du Trocadérola e sul resto della città la Tour Eiffel. Fermatevi un momento e tenete d’occhio l’orologio perché il momento migliore per osservare l’affascinante torre illuminata corrisponde all’una di notte. È in questo momento che 20000 luci scintillanti si accendono per l’ultima volta per dare la buona notte a Parigi.

Parigi di notte

Parigi di notte

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Sui luoghi della Royal Family, un viaggio virtuale

Londra è una città ricca di fascino e cultura, un luogo dove storia e magia si intrecciano sino a dar vita ad un’atmosfera che non si può trovare in nessun’altra parte del mondo. Ma è anche il posto in cui affonda le radici la Royal Family: e chi non ha sognato almeno una volta di essere nei panni della Regina Elisabetta II, o del Principe William e di Kate Middleton? L’occasione perfetta arriva nientemeno che dal web. Ecco un viaggio virtuale alla scoperta dei luoghi più famosi (e quelli meno conosciuti) della Famiglia Reale.

Buckingham Palace e l’Abbazia di Westminster

In un tour che vuole mettere in risalto le bellezze di Londra legate alla Royal Family, non si può certo fare a meno di partire da Buckingham Palace. È nel cuore di Westminster che brilla un maestoso palazzo in stile neoclassico, circondato da ampi giardini floreali: si tratta della residenza ufficiale della Regina Elisabetta II, nonché la sede della gran parte degli eventi ufficiali che ha luogo nella capitale britannica. I suoi immensi saloni sprigionano un’atmosfera densa di storia, e poterli ammirare è uno spettacolo di cui non tutti sono fortunati spettatori.

Ma sul sito ufficiale del Palazzo è possibile concedersi un tour virtuale in alcune delle sue stanze più celebri, quelle che hanno accolto (e continuano tuttora ad accogliere) grandi personalità provenienti da ogni angolo del mondo. Questo viaggio tra gli angoli più belli di Buckingham Palace conduce dapprima presso lo scalone d’onore, per poi affacciarsi tra le mura riccamente decorate della Sala del Trono e della Sala Bianca. Grazie ad una vista a 360°, si possono ammirare persino i più piccoli dettagli dei preziosi arredi che campeggiano in queste stanze.

È a poca distanza da qui che sorge l’Abbazia di Westminster, il più importante luogo di culto anglicano a Londra. Si tratta di un edificio iconico, una vera e propria attrazione che attira ogni anno milioni di turisti per l’incredibile bellezza della sua facciata gotica, inserito anche tra i Patrimoni UNESCO. Qui sono avvenute le incoronazioni più importanti a partire nientemeno che dal 1066. Sul sito ufficiale, ci sono tantissime sorprese tutte da scoprire (anche se solo in maniera virtuale): dalla tomba di Edoardo il Confessore al trono dell’incoronazione, passando per l’Angolo dei Poeti dove sono omaggiati alcuni dei più grandi poeti inglesi.

Gli altri luoghi della Royal Family

Ma le bellezze della Londra vista con gli occhi della Famiglia Reale non si esauriscono certo qui. Ci sono ancora i Kensington Gardens, un tempo giardini privati di Kensington Palace e oggi uno dei parchi reali che si trova proprio a Westminster. Sorgono accanto ad Hyde Park, e racchiudono tutta la semplicità e l’incanto della natura: aiuole ornamentali e graziose fontane fanno bella mostra nel verde rigoglioso. E per i più curiosi non resta che ammirare la Serpentine Gallery. Il sito ufficiale offre un tour virtuale tra tutte queste meraviglie, per godersi un po’ della tranquillità che solo uno splendido parco può regalare.

Un’ultima tappa di questo viaggio alla scoperta della Londra reale non può che condurvi presso la Horse Guards Parade: è proprio qui che ogni anno si celebra il Trooping the Colour, il compleanno ufficiale della Regina. Tra i vari edifici che vi si affacciano, spicca il Museo della Cavalleria. Al suo interno sono custoditi preziosi reperti che raccontano la storia delle guardie del corpo a cavallo di Sua Maestà, e che si possono ammirare anche grazie al tour virtuale disponibile sul suo sito ufficiale.

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È uno degli itinerari più belli da percorrere in Irlanda (e nessuno lo conosce)

L’Irlanda, terra magica e misteriosa, in cui la natura trionfa e cattura il viaggiatore come una calamita. Esplorata e visitata, nasconde tuttavia aree e luoghi ancora da scoprire. Uno di questi è la penisola di Beara, il più brullo dei cinque maestosi promontori dell’Atlantico a sud-ovest dell’Irlanda.

Coste battute dal vento e dalle onde, e un’entroterra ricchissimo di paesaggi dominati dalle montagne Slieve Miskish e Caha, pittoreschi villaggi di pescatori, e sentieri da percorrere a piedi o in bicicletta. Una settimana, è il tempo necessario per esplorare i 196 km di Beara Way. Si può raggiungere Bere Island in traghetto da Castletownbere, completare tre meravigliosi percorsi ad anello e trekking più impegnativi.

Il sentiero Beara Way e Doonbeg

La Beara Way, in Irlanda,  è un percorso circolare che inizia e finisce a Glengarriff e gira intorno alla penisola di Beara. I panorami lasciano a bocca aperta. Può essere percorso sia in bicicletta che a piedi, sul tracciato che circumnaviga anche l’isola di Bere e fa parte della Beara Breifne Way. Per completare interamente questo cammino suggestivo, da organizzare a tappe ( ci sono anche i timbri del passaporto della Breifne Way), occorrono circa 8-9 giorni.

Un altro trekking che merita di essere percorso sulla penisola di Beara è l‘anello di Doonbeg, sul lato sud dell’isola di Bere, affacciato sulla baia di Bantry. Basterà indossare comodi scarponi da passeggio e camminare per circa 2 ore. Un sentiero con vedute splendide sulla baia di Bantry, su Sheep’s Head e sulla costa dell’isola di Bere.

Anello del Faro

Un’altra camminata sulla penisola di Beara è quella sull’anello del Faro. Si prende il traghetto da Castletownbere e si giunge nella parte occidentale. Il percorso di 10 km dal molo richiede dalle quattro alle cinque ore per essere completato e regala splendidi panorami costieri.

Lungo il tragitto sono presenti leggere salite verso la collina  (dislivello di 258 m) sulla cui sommità si verrà ricompensati da viste panoramiche a 360º sulla baia di Bantry e sulle penisole di Beara e Sheep’s Head. Ecco che si scorge la suggestiva torre bianca del faro di Ardnakinna, l’esatta metà del percorso, prima di intraprendere la discesa fino a raggiungere il punto di partenza al molo.

In bicicletta sulla Beara Brefine Way

La Beara Brefine Way, la più lunga d’Irlanda, corre per quasi tutto il Paese e porta l’escursionista e il ciclista in alcune delle sue zone più belle e inesplorate. Proprio qui, lungo la costa della penisola di Beara, si attraversano sei catene montuose , si costeggiano le rive del fiume Shannon e si scoprono le regioni lacustri del Roscommon e del Leitrim.

Il paesaggio è costituito dalla straordinaria varietà, e le tappe sono sempre un’occasione per rigenerarsi ma anche per ammirare bellezze naturali incredibili. L’intero percorso è lungo circa 220 km, attraversando aree costiere e montane, prima di svoltare nell’entroterra verso Kealkill.

Esperienze di gusto a Beara

Un viaggio in Irlanda, necessita anche di essere gustato. Frutti di mare, cozze, ortaggi biologici e prodotti eccellenti: questo offre il panorama gastronomico di Beara. Da non perdere un assaggio di Milleens, uno dei formaggi più antichi d’Irlanda. È stato prodotto per la prima volta nel 1976 da Veronica e Norman Steele nella loro fattoria a Milleens , nella penisola di Beara. E poi ancora i deliziosi cioccolatini Lorge, fatti a mano a Bonane, a soli 10 km da Kenmare sulla strada di Glengarriff, ed il Beara Gin.

Irlanda Beara

Le meraviglie d’Iralnda

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La Norvegia riapre ai turisti: i luoghi più belli da vedere

La Norvegia riapre finalmente ai visitatori di tutto il mondo, abolendo l’obbligo della quarantena all’ingresso, precedentemente riservato ai viaggiatori internazionali sprovvisti di Green Pass. Una grande notizia per il settore turistico del Paese, duramente colpito dalla pandemia. Da oggi, chi lo desidera può visitare questi luoghi magici senza dover più rispettare l’autoisolamento della durata di 10 giorni. Ecco tutto quello che bisogna sapere se si ha intenzione di mettersi in viaggio per la Norvegia: dalle regole per visitarla ai luoghi più imperdibili, tra fiordi incantati e le imperdibili aurore boreali.

Norvegia, le regole per visitarla

Prima della partenza per la Norvegia, tutti i viaggiatori vaccinati e non devono pre-registrarsi nelle 72 ore antecedenti all’arrivo, fatta eccezione per i minori sotto i 16 anni.

  • Chi non è in possesso di Green Pass comprovante completa vaccinazione o guarigione dal virus negli ultimi sei mesi, deve presentare la certificazione di un test negativo (PCR o antigenico rapido) effettuato entro 24 ore dall’arrivo, indipendentemente dal Paese di partenza.
  • Tutti i viaggiatori in arrivo, devono sottoporsi a un test gratuito (PCR o antigenico rapido) immediatamente all’arrivo. Qualora non fosse possibile effettuarlo alla stazione di frontiera, lo si deve fare entro le 24 ore successive all’arrivo. Qualora un test antigenico rapido o un auto-test avesse risultato positivo si deve effettuare un test PCR prima possibile e al più tardi entro 24 ore. L’isolamento si applica in caso di positività al Covid-19 o per stretti contatti con persone positive.
  • I minori sotto i 18 anni sono esenti dal test prima dell’arrivo, ma devono sottoporsi al test all’ingresso in Norvegia. I minori tra i 16 e i 18 anni devono inoltre registrarsi.

Perché è una delle migliori mete di viaggio del 2022

Terra ricca di fascino e suggestioni pazzesche, la Norvegia è una delle migliori mete da scoprire dell’anno per Lonely Planet, non solo per le sue incredibili bellezze naturali, ma anche per essere un Paese all’avanguardia per quanto riguarda la sostenibilità, le innovazioni in chiave green e le attrazioni culturali.

Basti pensare che Oslo si è guadagnata il titolo di Capitale Verde Europea nel 2019 per il suo impegno nella conservazione delle aree naturali e nella riduzione dell’inquinamento. Qui si può facilmente unire una frizzante vita cittadina ad indimenticabili esperienze nella natura, come ciclismo, sci e island hopping. Proprio quest’anno, inoltre, è previsto il completamento del nuovo Museo Nazionale norvegese, che ospiterà le collezioni che ora sono sparse in tre sedi separate nel centro di Oslo: La Galleria Nazionale, Museo d’Arte Contemporanea e Museo del Design Industriale. Se siete fortunati, riuscirete ad ammirare il più grande edificio dedito all’arte di tutta la regione nordica. In alternativa, a circa un’ora d’auto da Oslo si trova la nuova meta d’arte della Norvegia. Parliamo di Hadeland, soprannominata “la Toscana della Scandinavia”, per le sue dolci colline e il cibo delizioso. Qui si può visitare il Kistefos-Museet con il sensazionale spazio espositivo “The Twist” e un grande parco di sculture all’aperto.

Norvegia riapre turisti luoghi più belli vedere

Norvegia, una terra incantata e green

A Tromsø, tra aurora boreale e balene

Se nella vostra lista dei desideri ci sono aurora boreale, safari per avvistare le balene, sole di mezzanotte e avventure memorabili nella natura incontaminata, Tromsø è il posto che fa per voi. Situata all’estremo Nord della Norvegia, precisamente a 400 chilometri dal Circolo Polare Artico, questa incantevole città è ricca di paesaggi suggestivi, circondati da montagne innevate e puntellati di fiordi mozzafiato. Tra le sue principali attrazioni c’è la spettacolare Cattedrale dell’Artico, comunemente chiamata dai cittadini “Teatro dell’Opera della Norvegia”, per la somiglianza con le linee architettoniche della celebre Opera House di Sydney.

Nella regione di Lyngenfjord, troverete attività per tutti i gusti. In inverno le Alpi di Lyngen diventano un paradiso innevato, tra le migliori località al mondo per lo sci fuori pista, l’arrampicata su ghiaccio, escursioni in slitta trainata da cani o da renne, ciaspolate, e pesca sul ghiaccio. Anche in estate ci si può divertire in tantissimi modi, ad esempio facendo kayak nei fiordi, andando in mountain bike tra paesaggi unici, o vivendo emozioni irripetibili con incredibili safari in mare.

Tromsø

Aurora boreale a Tromsø

Lofoten, il cuore più selvaggio della Norvegia

Avamposto di rara bellezza, le isole Lofoten sono adagiate come un drappo sulle acque del Mare di Norvegia, molto oltre il Circolo Polare Artico. Qui ci si innamora perdutamente di paesaggi sensazionali, fatti di maestose montagne, fiordi profondi, lunghe spiagge battute dalle onde e piccoli e graziosi villaggi di pescatori. Un altro luogo perfetto dove andare a caccia dell’aurora boreale.

E non sono solo bellissime, ma anche green: le Lofoten, infatti, hanno ottenuto la certificazione di “Destinazione sostenibile”, un marchio di qualità dato alle località che lavorano in modo sistematico per ridurre l’impatto negativo del turismo e accrescere gli effetti positivi. Cosa fare qui? Di tutto: dall’escursionismo allo sci, dalla pesca alle gite in mare, alle immersioni subacquee. Le Lofoten sono anche uno dei posti più settentrionali al mondo dove fare surf. E non mancano attrazioni uniche come il Museo Vichingo Lofotr a Borg, dove si può vedere come vivevano i Vichinghi in una ricostruzione della casa più grande che sia mai stata ritrovata di quell’epoca, un edificio lungo ben 83 metri.

Lofoten

La magia delle Lofoten

Bergen, la capitale dei fiordi

Tra i luoghi più imperdibili della Norvegia c’è senza dubbio Bergen, nel cuore dei fiordi. Sebbene sia la seconda città più grande della Norvegia, conserva ancora un’atmosfera da pittoresca cittadina di provincia, piena di fascino e di carattere, pronta a sorprendere a ogni scorcio. A partire dallo splendido quartiere di Bryggen, eletto Patrimonio UNESCO, con le casette a schiera in legno alte e strette, allineate lungo il molo con i tetti a spioventi, riconoscibili come simbolo del luogo. Qui troverete botteghe di vasai, gioiellieri e artisti, negozi di artigianato di tessuti e di pellame, che vi riporteranno indietro nel tempo.

Bergen è anche la porta d’ingresso ad alcuni dei fiordi più famosi della Norvegia, tra cui il Sognefjord a nord, il più lungo e profondo, e l’Hardangerfjord a sud, dove si trova il famoso altopiano di Trolltunga. Da non perdere un viaggio a bordo dei treni della Flåm Railway, eletto uno dei viaggi in treno più belli d’Europa. Se cercate divertimento all’aria aperta godendo di panorami fantastici, non perdetevi, infine, le avventure memorabili nella natura selvaggia del Nordfjord.

Bergen

Il quartiere di Bryggen a Bergen, Patrimonio UNESCO

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Cosa fare in un Weekend a Lisbona

Siamo ancora in pieno inverno, ma c’è un posto in Europa dove si può già godere di un po’ di sole di primavera: si tratta di Lisbona! La capitale del Portogallo vanta, infatti, un clima mite tutto l’anno e, anche nei mesi più freddi, le temperature si aggirano intorno ai 10-15 gradi. Non sarà difficile trovare splendide giornate di sole e un cielo azzurro che vi farà apprezzare i magnifici contrasti di luce al tramonto. Lasciate quindi a casa le giacche più pesanti e portate con voi scarpe comode per camminare e tanta voglia di esplorare questa bellissima città. Rimarrete sorpresi dai continui saliscendi, dai tram che si inerpicano per gli stretti vicoli, dai maestosi monumenti e dalle sorprendenti opere di street art che si nascondono nei quartieri più in della città. Lisbona è tutto questo e molto di più!

5 esperienze imperdibili da fare durante un weekend a Lisbona.

  1. Fare un giro su un tram storico

La prima cosa che viene in mente quando si parla di Lisbona è il leggendario tram n.28. Risalente agli anni ‘30, è tutt’ora in uso perché i binari, che attraversano strade ripide e strette, non sono adatti ai tram moderni. Costituito da un’unica carrozza di colore giallo e con gli interni in legno lucido, ha un’atmosfera retrò che vi lascerà piacevolmente sorpresi. Un viaggio sul mitico tram n. 28 costa solo 3€ (ma è più conveniente l’abbonamento giornaliero ai mezzi pubblici) e collega Praça Martim Moniz a Campo Ourique, attraversando i quartieri più turistici della città. Essendo una linea normalmente utilizzata dai cittadini, può risultare parecchio affollata, specialmente nelle ore di punta e nei weekend. Se non trovate posto a sedere, reggetevi saldamente ai sostegni perché le frenate possono risultare un po’ brusche. Un’ottima alternativa al tram n. 28 è il tram n. 12. Meno affollato del primo, compie in soli 20 minuti un giro ad anello nei quartieri di Baixa ed Alfama e passa anche davanti alla Cattedrale di Lisbona. Non spaventatevi se vedete il conducente scendere dal tram: sta solo manovrando le leve per cambiare direzione ai binari!

2. Prendere un ascensore nel bel mezzo della città

Oltre ai tram storici, un altro mezzo di trasporto molto usato a Lisbona è l’ascensore. E non parlo di un normale ascensore da edificio, ma di una meravigliosa torre in ferro in stile neogotico, risalente ai primi del ‘900: l’Elevador di Santa Justa. Progettato da un allievo di Gustave Eiffel, l’ingegnere portoghese Raoul Mesnier de Ponsard, fu inaugurato nel 1902. Con i suoi 45 metri di altezza copre un dislivello di circa 7 piani, che all’epoca dell’inaugurazione la rendeva un’opera futurista e anche temeraria, ma risolveva il grande problema di collegamento tra la parte alta e la parte bassa della città. L’ascensore collega infatti Rua Augusta, nel quartiere di Baixa, con Largo do Carmo, che si trova nella zona di Chiado. Oggi l’ascensore è diventato una vera e propria attrazione turistica. Il costo del biglietto di andata e ritorno è di 5,30€, ma acquistando il pass giornaliero per i mezzi pubblici, l’uso dell’ascensore è incluso. Una volta arrivati troverete un meraviglioso belvedere con una vista mozzafiato sui quartieri bassi della città. Da qui la vista al tramonto è particolarmente suggestiva e vedere la città che lentamente si illumina delle luci della sera è uno spettacolo da non perdere nel vostro weekend a Lisbona.

3. Visitare una chiesa a cielo aperto

Una volta raggiunta la parte alta di Lisbona, grazie al magnifico ascensore di Santa Justa, vale sicuramente la pena spendere qualche ora per visitare il quartiere del Chiado. Se in passato era un punto di incontro di scrittori e intellettuali, oggi è una delle zone più turistiche della città con numerosi bar e negozi in cui fare shopping. Qui si trova anche la libreria più antica del mondo, la Bertrand, fondata nel lontano 1732. Ma ciò che attira di più l’attenzione è la chiesa a cielo aperto che domina Largo do Carmo: il Convento do Carmo. Costruita nel 1389 in un meraviglioso stile gotico, fu distrutta nel 1755 dal grande terremoto che colpì la città di Lisbona e la rase quasi al suolo. I lavori di ristrutturazione non furono mai portati a termine e oggi è possibile ammirare lo spettacolare contrasto tra le bianche arcate gotiche che si stagliano nell’azzurro del cielo. Il Convento di Carmo ospita anche il più antico Museo Archeologico del Portogallo, dove sono conservati i reperti della storia portoghese dall’antichità fino al Medioevo.

4. Mangiare gli originali pastéis de nata

Famosi in tutto il Portogallo, i pastéis de nata sono dei tipici dolcetti a base di una pasta sfoglia burrosa e croccante, ripieni di deliziosa crema a base di uova e leggermente caramellati in superficie (solo descriverli mi fa venire l’acquolina in bocca!). Vengono serviti ancora tiepidi e si possono cospargere di zucchero a velo o di cannella per renderli ancora più gustosi. Si possono trovare in qualsiasi pasticceria della città, ma solo nel quartiere di Belém potrete assaggiare quelli prodotti con la ricetta originale. Qui si trova infatti la pasticceria più antica della città, la Pastéis de Belém, inaugurata nel 1837. Si narra che la pasticceria ricevette la ricetta segreta direttamente dai suoi inventori, i monaci del Monastero dos Jerónimos, costretti ad abbandonare il convento a seguito della rivoluzione liberale del 1820. Ma assaggiare i pastéis de nata non è l’unico motivo per fare una tappa a Belém durante il vostro weekend a Lisbona. In questo quartiere della città, facilmente raggiungibile con il tram n. 15 o con il treno, sono presenti alcune delle attrazioni turistiche più famose e più belle di Lisbona. Il già citato Monastero dos Jerónimos, il Monumento alle Scoperte e ovviamente la Torre di Belém.

5. Il Cristo Rei come a Rio de Janeiro

Passeggiando lungo il fiume Tago, nel quartiere di Belém, rimarrete sicuramente affascinati da due opere dalla forma nota che vi faranno pensare di essere stati catapultati a Rio de Janeiro e a San Francisco. La statua del Cristo Rei, che troneggia sulla riva sud del fiume, e il Ponte 25 de Abril, che ne collega le due sponde, ricordano infatti il Cristo Redentore brasiliano e il Golden Gate Bridge californiano. Il Ponte 25 de Abril fu costruito negli anni ‘60 dall’American Bridge Company, la stessa impresa che costruì il ponte gemello statunitense. Lungo poco più di 2 km, collega Lisbona con Almada, la piccola cittadina che ospita il Cristo Rei. Dato che il ponte non è pedonale, il modo più facile ed economico per attraversare il fiume è prendere uno dei numerosi traghetti che fanno la spola da Cais do Sodré a Cacilhas. Una volta giunti qui, potete prendere l’autobus che vi porterà fino al Cristo Rei. L’enorme statua raffigurante Gesù Cristo, inaugurata nel 1959 dopo ben 10 anni dalla posa della prima pietra, è alta 23 metri ed è posizionata su un pilastro a forma di porta di ben 80 metri. A questa altezza si trova una piattaforma che è aperta ai visitatori e raggiungibile tramite ascensore. Il costo della salita è di 6€, ma la cifra vale l’esperienza. Dalla sommità infatti godrete di un meraviglioso panorama che abbraccia tutta Lisbona, dal Castello di São Jorge fino al quartiere di Belém. Insomma la degna conclusione di un fantastico weekend a Lisbona!

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Nuove regole per la Svizzera, ora è più facile andarci

Il mondo sembra, finalmente, ammorbidire e semplificare le regole di viaggio. Molti sono i Paesi europei, Italia compresa, che stanno allentando le misure di sicurezza per il contenimento della diffusione del Covid-19. Tra questi c’è anche la vicina e fiabesca Svizzera, che ha cambiato le sue regole d’ingresso sia per i viaggiatori vaccinati, sia per coloro che non lo sono.

Le nuove regole per viaggiare in Svizzera

A partire dal 22 gennaio, le persone che vogliono dirigersi in Svizzera, se completamente vaccinate o guarite dal virus, non devono più presentare il risultato negativo di un tampone. In sostanza, basta esibire il Green Pass che mostra di essere stati vaccinati – con ciclo completo – contro il Covid-19, o di essersi totalmente ripresi dall’infezione.

I non vaccinati e i non guariti, a partire dai 16 anni, devono obbligatoriamente esporre il referto di un test PCR negativo, quindi un tampone molecolare, effettuato non più di 72 ore prima dell’ingresso o, in alternativa, un test antigenico rapido negativo eseguito nelle 24 ore antecedenti il viaggio.

Necessaria per tutti coloro che fanno ingresso in Svizzera in aereo o con gli autobus a lunga percorrenza, la compilazione del modulo d’entrata online, il Passenger Locator Form. Al completamento di tale documento farà seguito un’e-mail contenente un codice QR di conferma che servirà per i controlli al varco d’ingresso nel Paese. Nel caso di mancata compilazione del modulo suddetto, l’Autorità di controllo potrebbe fare una multa di 100 franchi, pari a circa 96 euro. Stessa situazione per chi riempie il modulo fornendo indicazioni non veritiere.

Si consiglia vivamente, prima di mettersi in viaggio, di consultare il sito dell’Ufficio federale della sanità pubblica, e di verificare i provvedimenti in vigore attraverso il Travelcheck interattivo, che fornisce indicazioni specifiche e sempre aggiornate per ogni tipologia di viaggiatore.

Entrata in Svizzera con i minori

L’obbligo di compilare il modulo di ingresso vale anche per i bambini e gli adolescenti di tutte le età che vogliono viaggiare verso la Svizzera, in aereo o in autobus a lunga percorrenza. I minori possono, però, essere inseriti nel documento di un adulto che viaggia con loro.

Le persone al di sotto dei 16 anni sono esentate dall’obbligo del test, a meno che non provengano da un Paese con una variante preoccupante del virus. In tal caso, devono fare un tampone prima dell’imbarco su un velivolo o un autobus, e uno dopo l’entrata in Svizzera.

Regole per il contenimento del Covid sul territorio Svizzero

A seguito della diffusione della variante Omicron, la Svizzera ha parzialmente inasprito le regole di igiene e comportamento da osservare nel Paese.

Mascherine obbligatorie nei luoghi chiusi accessibili al pubblico, fondamentale anche all’aperto se non si può tenere costantemente una distanza di sicurezza di 1,5 metri da altre persone.

Per quanto riguarda ristoranti e bar, l’accesso – a partire dai 16 anni – è limitato a coloro che possono dimostrare di essere vaccinati o guariti dal Covid. Possibile togliere la mascherina solo al tavolo e consumare esclusivamente stando seduti (vincolo che decade se le persone vaccinate o guarite dispongono anche di un test negativo). Nelle aree esterne i gestori possono scegliere se limitare l’accesso o meno.

Anche in discoteche e sale da ballo possono accedere solo le persone vaccinate o guarite dal Covid, ma che abbiano anche il risultato negativo di un tampone. Strutture e attività culturali, sportive e per il tempo libero sono aperte e usufruibili solo da coloro che sono vaccinati o guariti.

Chi viola le regole di igiene e comportamento vigenti, rischia una multa che va dai 50 ai 200 franchi, a seconda della gravità dell’infrazione.

Tuttavia, è bene sapere che l’obbligo di presentare il Green Pass potrebbe presto essere soppresso in Svizzera, secondo quanto appreso da autorevoli fonti di governo.

Cosa fare al rientro in Italia dalla Svizzera

Fino al 31 gennaio, coloro che rientrano in Italia dalla Svizzera, oltre a presentare il Green Pass da guarigione o vaccinazione, devono mostrare il risultato negativo di un tampone molecolare effettuato entro 48 ore dal viaggio, o di un test antigenico rapido condotto nelle 24 ore antecedenti il rientro.

I non vaccinati, invece, in aggiunta al risultato del tampone, devono sottoporsi a un isolamento fiduciario di 5 giorni al termine del quale condurre un ulteriore test con esito negativo. Obbligatorio in tutti i casi compilare il modulo di localizzazione, PLF.

Cosa cambia con la nuova Ordinanza

A partire dal giorno 1 febbraio, e fino al 15 marzo, entra in vigore una nuova Ordinanza che alleggerisce le regole di ingresso in Italia, grazie all’abolizione del tampone per i vaccinati e guariti. Scopriamo nel dettaglio cosa fare per il rientro in Italia dalla Svizzera:

  • presentare il Passenger Locator Form debitamente compilato, in versione digitale o cartacea;
  • presentare il Certificato Digitale UE/Green Pass di completamento del ciclo vaccinale con vaccino autorizzato dall’EMA (o certificato equivalente). In alternativa, è possibile mostrare il Certificato Digitale UE /Green Pass rilasciato a seguito della completa guarigione dal virus e cessazione dell’obbligo di isolamento (o certificato equivalente), oppure il Certificato Digitale UE/Green Pass (o certificato equivalente) rilasciato a seguito di test molecolare o antigenico condotto con tampone e risultato negativo (il test molecolare da effettuare nelle 72 ore precedenti l’ingresso in Italia, il test antigenico da effettuare nelle 48 ore precedenti il viaggio).

In sostanza, i vaccinati e guariti possono entrare con il proprio Green Pass, mentre i non vaccinati debbono sottoporsi a tampone per fare ingresso in Italia. In caso di mancata presentazione dei documenti richiesti, l’entrata nel nostro Paese è consentita solo a condizione di sottoporsi a 5 giorni di isolamento fiduciario e sorveglianza sanitaria, seguiti da test molecolare o antigenico.

Si rammenta, inoltre, che il PLF è sempre necessario e che in caso di mancata compilazione può essere negato l’imbarco.

Ai soli fini dell’ingresso in Italia, rimane ferma la validità dei certificati digitali UE di vaccinazione prevista dai relativi Regolamenti UE di 9 mesi, mentre sul territorio nazionale, dal giorno 1 febbraio, la validità del Green Pass o certificato equivalente rilasciato a seguito di vaccinazione completa è ridotta a 6 mesi.

Per quanto riguarda i minori, da 0 a 5 anni (quindi fino a 6 anni non compiuti), sono sempre esentati dall’effettuazione del test molecolare o antigenico.

Infine, vi ricordiamo che le regole di viaggio sono in continuo mutamento. Per questo motivo, prima di intraprendere qualsiasi esperienza all’estero, vi invitiamo a visionare i siti istituzionali del Paese di destinazione, e la pagina web del Ministero degli Affari Esteri ViaggiareSicuri.

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Il Lago di Lungern, meraviglia della Svizzera

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Tutti i Paesi europei che allentano le restrizioni Covid

In tutta Europa i governatori stanno disponendo un generale allentamento delle misure restrittive per arginare la diffusione dei contagi. I primi Paesi ad aver eliminato divieti e limitazioni sono stati Francia e Regno Unito. Ora si aggiungono l’ Austria, che ha eliminato il lockdown per i non vaccinati, e la Danimarca, che ha di fatto tolto ogni restrizione. In Svezia, invece, le misure anti contagio rimarranno per altre due settimane.

In Francia: via la mascherina all’aperto e riprenderanno i concerti

In Francia dal 2 febbraio non ci sarà più l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto. Cesseranno anche i limiti alle capienze nei vari locali pubblici, e l’obbligo di lavoro a distanza per almeno tre giorni a settimana. Un ulteriore step verso le riaperture si avrà a partire dal 16 febbraio, quando riapriranno le discoteche, riprenderanno i concerti e sarà nuovamente possibile consumare cibo e bevande al cinema, allo stadio e sui mezzi di trasporto.

Il Passe Vaccinale– l’equivalente del nostro Super Green Pass – , per i maggiori di 16 anni, andrà a sostituire il passe sanitaire (ottenibile anche con un tampone negativo) ossia il nostro Green Pass base. Servirà per accedere a: ristoranti, teatri, stadi, aerei e treni ad alta velocità.

In Inghilterra: niente pass sanitario per accedere ai locali. Mascherine solo al chiuso

In Inghilterra è cessato l’obbligo di indossare le mascherine, suggerendo di indossarle comunque in luoghi chiusi o affollati, ma non nelle scuole, e sono state revocate alcune restrizioni. Ci si affida al buonsenso, insomma.  Il lavoro a distanza non verrà più raccomandato ufficialmente e il pass sanitario non sarà più necessario per accedere ai locali e partecipare agli eventi.

L’Austria elimina il lockdown per i non vaccinati

In Austria, dal 1 febbraio – in cui scatta l’obbligo vaccinale per gli over 18. -nonostante la variante Omicron non abbia ancora raggiunto l’apice, è stato eliminato il lockdown per i soggetti non vaccinati. Una scelta, a detta del governo di Vienna, orientata a limitare il più possibile provvedimenti drastici e restrittivi. Intanto il 4 febbraio scatterà l’obbligo di vaccinazione anti Covid: sarà il primo caso in Europa.

Va ricordato che per entrare in Austria, dall’estero, è richiesto il certificato vaccinale,  con validità di 270 giorni a partire dalla seconda dose o dal monodose o prova di guarigione dal Covid negli ultimi 6 mesi. E’ inoltre necessario in aggiunta, un test molecolare PCR con esito negativo effettuato nelle 72 ore precedenti. Chi è sprovvisto di certificato vaccinale o di guarigione validi, è obligatorio registrarsi on line, al sito https://entry.ptc.gv.at/, e osservare una quarantena di 10 giorni, che può essere interrotta effettuando un test molecolare, che deve avere esito negativo, non prima di 5 giorni dopo l’ingresso nel Paese.

Meno restrizioni in Danimarca

Anche in Danimarca la direzione è quella di eliminare completamente le restrizioni a partire dall’1 febbraio. La proposta del ministro della Salute Magnus Heunicke è ancora in attesa dell’approvazione del Parlamento.  Più cauti in Svezia dove si è invece deciso di prolungare le misure restrittive per altre due settimane.

La variante Omicron, secondo il governo svedese, è ancora in fase calda di diffusione nel Paese scandinavo, quindi bar e ristoranti continueranno ad abbassare le serrande alle 23, con un limite di 500 persone all’interno di locali al coperto.

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Biglietti aerei a meno di 10 euro, l’offerta scade tra pochi giorni

Ryanair ha lanciato la sua ultima offerta low cost, per volare in tutta Europa (e non solo) a meno 10 euro. Ci sono tantissime mete raggiungibili dall’Italia a partire da 9,99 euro a tratta. Si può prenotare entro il 30 gennaio per viaggiare tutto il mese di febbraio.

Ricordatevi che in mezzo c’è anche San Valentino. Inoltre, a partire dal 1° febbraio non sarà più necessario sottoporti a tampone per fare rientro in Italia. Due ottimi motivi per ricominciare a volare e per tornare a scoprire il mondo.

Budapest, meta low cost

Tra le mete raggiungibili a prezzi bassissimi c’è Budapest, perfetta per un weekend. Un giorno per visitare Buda, le sue colline, il castello e i luoghi simbolo della Capitale ungherese, e uno per Pest, la città “nuova”, se così si può definire, con il Parlamento la cui cupola è una delle icone cittadine e le vie dello shopping. Per godersi la vista migliore di Budapest basta passeggiare lungo il Danubio che divide in due la città. Il Ponte delle Catene, altro simbolo di Budapest, è in fase di ristrutturazione e resterà impacchettato per almeno altri due anni.

Se fa freddo…

Se trovare delle giornate fredde, niente paura, potete sempre rintanarvi in uno dei bagni termali per cui Budapest è famosa. Le acque termali di Budapest sono state scoperte dai Celti, che ne riconobbero le proprietà benefiche, per diventare parte della vita quotidiana ancora oggi. Oggi a Budapest esistono oltre cento fonti termali, quotidianamente frequentate dagli ungheresi di ogni età ed estrazione sociale. La struttura più famosa è quella dei Bagni Gellért, un vero capolavoro Art Nouveau, con ben dieci piscine armonicamente inserite in un meraviglioso ambiente decorato con mosaici e maioliche d’epoca. I più popolari però sono i Bagni Széchenyi, nel parco Vàrosliget, in pieno centro e poi ci sono i Bagni Rudas, ancora intrisi di un fascino antico ed esotico. Cuore di questo stabilimento termale è il suo originale bagno turco risalente al Cinquecento. Vi abbiamo convinti? Ci sono voli da Milano Bergamo, Roma Ciampino, Bari, Pisa, Venezia e Bologna.

Valencia, città più sana del mondo

Valencia è stata appena nominata città più sana del mondo da Money.co.uk, che l’ha ritenuta la città più attenta alla salute dei propri abitanti e anche dei visitatori. Insomma, qui si sta proprio bene. Del resto, il clima valenciano è tra i più invidiati al mondo. La città offre 2.696 ore di luce solare all’anno e una temperatura media di 19°C. Perfetta per una fuga a febbraio quando in Italia fa ancora piuttosto freddo. I parchi, le spiagge e le terrazze sono pronti ad accogliere i turisti che hanno voglia di stare all’aria aperta.

Tra l’altro, quest’anno ci sono tanti motivi per andare a Valencia. Per esempio, è stata designata dalla World Design Organization come Capitale Mondiale del Design. Oltre alla famosa Ciudad de las Artes y las Ciencias progettata da Calatrava, che è un po’ l’icona di Valencia, sino appena stati inaugurati il centro culturale CaixaForum Valencia, un edificio all’avanguardia dedicato all’arte e alla cultura, e l’hub gastronomico La Sastrería, vincitore ai CID Awards 2021 per il suo design unico.

In famiglia…

Oltre che per la Città delle scienze, dove si trova anche l’Oceanogràfic, il più grande acquario d’Europa – che offre anche la possibilità di trascorrere una notte fra squali e delfini -, Valencia è una città a misura di bambino, ma di un certo spessore, ed è perfetta per una vacanza in famiglia. Fra i primi luoghi dove andare c’è il Centre del Carme con un’area creativa permanente dedicata ai bimbi fino ai 3 anni di età. Invece, all’Espai dels Xiquets i bimbi dai 3 ai 6 anni imparano a costruire una casa usando gru giocattolo, esplorano il corpo umano e scoprono i segreti della Terra affiancati da esperti e scienziati. A Valencia non mancano poi parchi e giardini, tra cui il famoso Bioparc. Tra i tantissimi spazi verdi c’è anche il Parco Gulliver, dove i bambini si trasformano in lillipuziani per arrampicarsi su un gigantesco Gulliver e lanciarsi attraverso gli scivoli a tutta velocità. Ci sono voli diretti da Bergamo e Malpensa, Ciampino, Bologna, Cagliari, Torino e Palermo.

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La Ciudad de las Artes y las Ciencias di Valencia