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Non solo Dracula: in Transilvania ci sono anche le fate

Esistono luoghi al mondo che sanno essere affascinanti e seducenti come pochi altri. Che richiamano e attraggono i viaggiatori quasi come se fossero una calamita. Sono quelle destinazioni che incantano non solo per la bellezza che gli appartiene, ma anche e soprattutto per le storie che conservano e preservano, per quei miti e quelle leggende mai dimenticate.

Ed è questo il caso della Transilvania, la regione situata nel cuore della Romania, famosa per le sue cittadine medievali, per quello straordinario e sconfinato paesaggio naturale e per le testimonianze dei vari popoli che sono rimaste intatte in tutto il territorio.

Ma la regione è celebre anche per i suoi castelli, quelli che svettano verso il cielo facendosi spazio tra i boschi e le montagne, come quello di Dracula che, siamo certi, non ha bisogno di presentazioni. Ma c’è anche un altro castello da raggiungere ed esplorare qui, e non ha nulla a che fare con la favola spaventosa del Conte Vlad. Si tratta di una dimora incantata che sorge proprio lì, dove un tempo vivevano le fate.

Le fate della Transilvania

È un territorio magico, quello che appartiene alla Transilvania, che incanta e seduce con le sue storie e con le sue leggende che sembrano quasi rivivere in quei paesaggi naturali e onirici. La Valle delle Fate è uno di questi.

Boschi e prati lussureggianti danno il benvenuto ai viaggiatori mentre sullo sfondo si staglia un castello fiabesco che sembra uscito da un racconto dei Fratelli Grimm. Ci troviamo nel cuore della Transilvania, a Porumbacu de Sus e a circa 30 chilometri da Sibiu.

È qui che possiamo scoprire ed esplorare un territorio magico dominato dalla presenza di un castello che è così bello da non sembrare reale. Una dimora che non solo incanta per le sue forme sinuose e per il paesaggio che si snoda tutto intorno, ma anche per la leggenda che riguarda la sua nascita.

Si narra, infatti, che tanto tempo fa uomini e fate convivevano pacificamente in questa incontaminata valle ai piedi della montagna. Tutto cambiò improvvisamente con l’arrivo di un drago che, vista la bellezza di questo luogo, decise di creare qui la sua dimora.

Per proteggere questo territorio uomini e fate si unirono in battaglia, e dopo giorni di lotta riuscirono a sconfigger il drago. Purtroppo, però, l’intera valle fu totalmente distrutta da quella battaglia. Fu allora che le fate scelsero di andare via per trovare una nuova casa, con la promessa che un giorno, quando la natura sarebbe rinata, sarebbero tornate.

Con il tempo i boschi sono tornati rigogliosi, i fiumi si sono colmati di acque limpide e trasparenti e i fiori dei campi sono sbocciati più colorati che mai. Nessuno sa se le fate sono tornate in questo luogo, quello che invece sappiamo è questo angolo incantato della regione fu scoperto da una coppia nel 2014 che qui scelse di creare la propria dimora, omaggiando le fate.

Così, solo con l’ausilio di materiali naturali, come sabbia, argilla, paglia e legno, venne costruito il Castello di Argilla della Valle delle Fate.

Il Castello della Valle delle Fate

Sin dalla sua costruzione, il Castello di Argilla della Valle delle Fate non ha mai smesso di incantare. Tutto merito di quelle forme incredibili che ricordano le dimore che abbiamo visto sui libri delle fiabe. Ma anche di quella natura straordinaria e incontaminata che circonda la struttura e che rende l’intero paesaggio un sogno a occhi aperti.

Il castello, come anticipato, è stato realizzato esclusivamente con materiali naturali e questo lo rende ancora più suggestivo. Le pareti sono state create con argilla e paglia mentre le porte e le finestre sono state realizzate in legno da artigiani locali. Il tetto, che svetta verso il cielo, sembra imitare il movimento delle montagne che si stagliano sullo sfondo creando uno scenario unico.

Il castello nella Valle delle Fate è oggi aperto ai visitatori. Salendo sulle due torrette principali potrete ammirare l’intera valle che si perde verso i meravigliosi Carpazi. Tutto intorno, invece, si snoda un romantico giardino fatto di erba soffice e fiori colorati dove è possibile trascorrere le giornate.

Per quanto riguarda le fate, invece, nessuno le ha più viste. Ma tutti sono pronti a giurare che si trovino proprio qui per proteggere quel luogo che un tempo era la loro dimora.

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In Francia esiste un castello delle fiabe che deve essere “salvato”

Esistono luoghi che non smettono mai di incantarci perché per forme, colori e dettagli, rimandano proprio a quell’immaginario favolistico che ha caratterizzato inevitabilmente la nostra infanzia. Lo stesso che ci ha fatto sognare da bambini e che non smette ancora di farlo.

Non stupisce, quindi, quella meravigliosa sensazione che proviamo dentro ogni qualvolta ci troviamo davanti ai castelli del mondo, luoghi ricchi di storia e di bellezza che, inevitabilmente, ci rimandano a storie affascinanti e seducenti, vere o leggendarie, che riguardano principi e principesse, cavalieri e regnanti.

Ed è una di queste storie che vogliamo raccontarvi oggi, diversa da quelle che conosciamo ma reale e suggestiva. È quella dello Château de Vigny, il castello delle fiabe in Francia che ha bisogno del nostro aiuto.

Le Château de Vigny

Ci troviamo nella Val d’Oise, nella regione dell’Île-de-France, è qui che esiste uno splendido castello che appare come una visione magica agli occhi di chi lo guarda. Progettato dall’architetto Charles Cazot, lo Château de Vigny è una delle massime espressioni di stile neogotico visibile in ogni suo straordinario dettaglio.

Imponente e maestoso, questo edificio si sviluppa su una superficie di quasi 4000 metri quadrati, e come tutti i castelli che si rispettano, anche questo è circondato da un fossato e protetto da ben sei torri merlate. La struttura ospita 176 camere, mentre tutto intorno si estende un parco naturale di 20 ettari.

Le sue origini risalgono al 1504 quando, il cardinale Georges d’Amboise, scelse di costruire quella che sarebbe stata la sua futura dimora in un sito già occupato da una vecchia struttura medievale. Altre modifiche, visibili nell’aspetto attuale del castello, furono apportate nel 1880 per volontà dell’allora proprietario Philippe Vitali, principe di Sant’Eusebio.

Di secolo in secolo, questo castello situato ad appena 40 chilometri da Parigi, ha fatto da scenografia alle storie e alla vita delle grandi famiglie di Francia che si sono susseguite come proprietarie negli anni.

Lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, però, ha causato ingenti danni alla struttura del castello che, passato per mano di diversi proprietari, è stato abbandonato. Nel 2001 Château de Vigny è stato acquistato da un’azienda giapponese che ha sfruttato i grandi spazi della struttura per inaugurare una scuola di cucina, ma il progetto è poi fallito e il castello è tornato in stato d’abbandono.

Rimesso in vendita nel 2015, l’edificio è stato acquistato dall’imprenditore Fabrice Levesque che aveva come obiettivo quello di trasformare il castello in un hotel di lusso. Purtroppo, però, le condizioni interne erano così disastrose da necessitare di un importante restauro. Così è nata l’Associazione per il salvataggio del castello di Vigny, capeggiata dallo stesso Levesque.

Un castello da salvare

La bellezza architettonica e l’importanza storica di questo castello per tutta la Val d’Oise gli hanno fatto guadagnare il titolo di monumento storico già nel 1984. Nonostante gli sforzi che si sono susseguiti negli anni per la salvaguardia di questo edificio, oggi lo Château de Vigny è in pericolo, motivo per il quale è stata lanciata una raccolta fondi aperta a tutti.

Nonostante dall’esterno il castello non sembra aver subìto i danni del tempo, in realtà, i suoi interni vertono in condizioni disastrose, motivo per il quale attualmente la struttura è chiusa al pubblico. Ma se vi trovate nella Val d’Oise, il consiglio è quello di raggiungerlo per ammirare tutto il suo incanto anche da fuori.

E se a guardarlo avete la sensazione di averlo già visto da qualche parte, lasciatevi dire che non vi state sbagliando. Château de Vigny, infatti, ha fatto da sfondo al videoclip Te Amo di Rihanna, nonché a pellicole come Les Barbouzes, Les Tontons flingueurs e Versailles.

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I paesi bianchi che sembrano usciti da un sogno

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio in Spagna, soprattutto quando la destinazione di arrivo ci permette di immergerci nella tradizione, nel calore e nel fascino autentico che appartiene per natura all’Andalusia. Una terra magica e incantata, situata nel sud del Paese, che seduce i viaggiatori con il sole e il mare, con l’architettura e l’arte, con il flamenco, la corrida, il cibo e i piccoli villaggi tradizionali.

Ed è proprio in questi che vogliamo portarvi oggi, in quei paesini che sono anima e cuore del territorio. Luoghi che sono così belli da sembrare appartenere a un libro di fiabe, più che alla realtà, ma che sono veri e straordinari.

Per conoscerli ed esplorarli tutti, dobbiamo recarci tra le province di Cadice e Malaga. È qui che sorgono i villaggi bianchi dell’Andalusia che sembrano usciti da un sogno.

La ruta de pueblos blancos

Sono immersi nella natura più selvaggia e offrono scorci che lasciano senza fiato. Sono i paesi bianchi dell’Andalusia che si arrampicano sulle montagne e si affacciano su valli infinite, e che si mostrano agli occhi dei viaggiatori in tutta la loro candida e scintillante bellezza.

Se è l’anima più autentica dell’Andalusia che volete conoscere, allora la ruta de pueblos blancos è il percorso adatto a voi. Questo itinerario, infatti, conduce direttamente all’interno di quei villaggi, di piccole o medie dimensioni, che sono caratterizzati e contraddistinti dal colore bianco. Una tradizione quella di apporre la calce sulle abitazioni, nata per esigenza e preservata poi nel tempo, che ha reso i paesi dell’Andalusia luoghi fiabeschi.

Le piccole casette che si affacciano su vicoli stretti, creano un paesaggio idilliaco, reso ancora più magico dalla presenza di fiori e decorazioni che adornano finestre e balconi. Le abitazioni, tutte uguali ma tutte uniche e diverse tra loro, fanno da cornice alle tradizioni, alla storia e alla cultura di questi luoghi straordinari tutti da scoprire.

Non c’è un vero e proprio itinerario tracciato da seguire per percorrere la ruta de pueblos blancos, ma ci sono i villaggi che si snodano per oltre duecento chilometri e che si susseguono l’uno dopo l’altro pronti a suscitare incanto e ammirazione nei viaggiatori. Il modo migliore per scoprirli subito è quello di salire in auto e organizzare un viaggio on the road tra le province di Cadice e Malaga, tra le montagne, le vallate e la natura incontaminata.

Un percorso a ritmo lento che sa affascinare e sedurre e che permetterà ai viaggiatori di scattare le istantanee più belle di un viaggio indimenticabile. Si parte!

Frigiliana

Fonte: iStock

Frigiliana

Itinerario lento alla scoperta del bianco dell’Andalusia

Come abbiamo anticipato, questo itinerario tra i villaggi rurali dell’Andalusia non conosce tragitti o soste obbligatorie. Ognuno può scegliere di personalizzare la propria ruta de pueblos blanco in base alle personali esigenze e preferenze.

Tuttavia ci sono alcuni villaggi straordinari che meritano davvero di essere raggiunti ed esplorati. Tra questi, sicuramente, c’è Ronda, il più grande di tutti i paesi bianchi dell’Andalusia. Antica e bellissima, questa città situata in provincia di Malaga, è situata in una posizione scenografica e sorprendente, proprio sulla vertiginosa gola di El Tajo. Il panorama, nella sua totalità, lascia senza fiato.

Ci sono poi tutti gli altri paesi bianchi, quelli che incantano lo sguardo e lo arricchiscono di meraviglia. Tra questi c’è anche Frigiliana, il paese moresco in provincia di Malaga, caratterizzato da strade strette e casette bianche che conservano le testimonianze dei popoli che si sono susseguiti.

Tra i pueblos blancos più belli, segnaliamo anche Setenil de las Bodegas, la città costruita nel ventre di una roccia. E poi, ancora, Alcalá del Valle, Olvera, Zahara de la Sierra, Arcos de la Frontera e Grazalema.

Alla visita di questi, se il tempo lo consente, consigliamo anche di aggiungere nell’itinerario i paesi di Torre Alháquime, El Gastor, Algodonales, Puerto Serrano, Villamartin, Bornos,  Espera, Arcos de la Frontera, Algar, Prado del Rey,  El Bosque,  Ubrique, Benáocaz e Villalluenga del Rosario, così da poter percorrere la ruta completa.

Grazalema

Fonte: iStock

Grazalema
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In Francia c’è un piccolo porto che sembra dipinto da un artista

Esistono dei luoghi che sono così belli da non sembrare veri, che assumono forme e colori che assomigliano in tutto e per tutto a cartoline dipinte da un artista. E invece sono reali, come solo loro sanno essere. Ed è solo raggiungendoli, contemplandoli e vivendoli che possiamo scoprire quanto è meraviglioso il mondo che abitiamo e quanto questo è capace di sorprenderci ogni volta, sempre un po’ di più.

Ed è l’incanto che prende il sopravvento, dentro e fuori, quando raggiungiamo quel pittoresco porto di pescatori che si trasforma nella cartolina di viaggio più bella che abbiamo mai visto. Un luogo che si apre soltanto davanti allo sguardo dei più attenti osservatori perché, come un tesoro prezioso, è protetto e nascosto dalle case, dai palazzi e dalle attrazioni di una grande città.

Per scovarlo dobbiamo tornare nella splendida Marsiglia. È qui, infatti, che nascosto sotto il viale della corniche Kennedy, c’è un piccolo e tradizionale porto che sembra dipinto da un artista. Benvenuti a Vallon des Auffes.

Vallon des Auffes

Ogni luogo, nel mondo, ha la sua cartolina di viaggio. Quella che immortala il paesaggio più iconico, suggestivo e affascinante dell’interno territorio. E come tutti anche Marsiglia ne ha una.

A campeggiare sull’immagine troviamo lui, il porto di Vallon des Auffes. Un porticciolo accogliente e pittoresco che sembra trasportare i viaggiatori in un luogo che non è assoggettato alle leggi del tempo e dello spazio. L’atmosfera, infatti, sembra sospesa, mentre tutto intorno scorre velocemente.

Raggiungere il porto marsigliese non è poi così difficile. Vallon des Auffes è situato nel settimo arrondissement di Marsiglia, a una manciata di chilometri dal Vieux-Port, tra la Plage des Catalans e la baia di Malmousque. Per arrivare a questa piccola valle potete percorrere la corniche Kennedy, una delle strade panoramiche vista mare più belle d’Europa che costeggia la città di Marsiglia. Arrivati nei pressi del Monumento all’Esercito d’Oriente, scoverete una scala che conduce direttamente al piccolo porto. Lì, dove inizia la magia.

Marsiglia: dentro una cartolina

Scavalcato l’ultimo gradino, vi ritroverete all’interno di quello che sembra uno dei quadri più belli dipinti da un’artista. Con la sua atmosfera tradizionale, che sembra essere ferma a tanti anni fa, Vallon des Auffes incanta e stupisce per la sua bellezza.

Una volta arrivati qui, i sensi saranno avvolti da contrasti di colori, profumi tradizionali e brusii della natura che si confondo tra le chiacchiere delle persone. Prendetevi tutto il tempo per contemplare il panorama e i suoi straordinari dettagli. Tutto, qui, merita la vostra attenzione.

Vallon des Auffes non è molto grande, eppure la sua bellezza è maestosa. Ad accogliervi nel porticciolo ci saranno le pointu, le tradizionali barche da pesca che sono simbolo e icona del Mediterraneo, che galleggiano suggestivamente sulle acque turchesi che bagnano Marsiglia.

Tutto intorno, invece, le piccole case dei pescatori, caratterizzate da una palette cromatica cangiante e vivace, costeggiano vicoli stretti e stradine tortuose che vi accompagneranno nel cuore pulsante di questo piccolo porto.

A fare da cornice, a questo scenario da cartolina, ci sono gli archi di pietra e mattoni che creano la giusta distanza tra questo piccolo paradiso e il mondo esterno. Vallon des Auffes, infatti, è il luogo migliore da raggiungere per chi cerca un po’ di tranquillità dal caos cittadino e costiero e per chi vuole provare i piatti della tradizione marsigliese nei ristoranti caratteristici immersi in un’atmosfera unica.

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Cambiano le regole per cancellazioni e rimborsi

Quella in corso è un’estate davvero calda sotto ogni punto di vista, compreso quello che riguarda la tutt’altro che rosea situazione dei voli cancellati. La pandemia di coronavirus, infatti, ha messo a dura prova il settore dei trasporti aerei, e nonostante la ripartenza attuale, i disagi esistono ancora soprattutto per mancanza di personale. Solo nel mese di agosto, infatti, sono circa 15700 i voli eliminati dalle tratte dei cieli europei. Mese che, tra le altre cose, non è ancora terminato e che visto l’andamento attuale sta spingendo molti turisti e viaggiatori a ritardare le partenze e/o optare per altri mezzi.

Una situazione che, di fatto, potrebbe mettere a serio rischio il settore oltre ad essere una questione che apre a discussioni piuttosto accese. Portando a dibattiti sempre più aspri e combattuti che interessano la spinosa questione dei rimborsi nel trasporto aereo e che, vista la situazione e il caos delle ultime settimane, potrebbero cambiare.

Otre ad un gioco serrato di rimbalzi di responsabilità tra gli operatori del settore per le mancanze e i disagi creati ai viaggiatori e per chi debba corrispondere gli indennizzi a chi rimare a terra, lo scenario che riguarda le richieste di risarcimento da parte di coloro che hanno subito questo disservizio stanno aumentando sempre di più, obbligando l’Unione Europea a prendere provvedimenti e a rivedere le norme comunitarie in materia di ritardi e cancellazioni. Tanto che la presidenza semestrale ceca starebbe per riaprire le trattative per la revisione della direttiva del 2004.

La direttiva e i possibili scenari

Attualmente la normativa in vigore prevede la riprotezione su un altro volo o il rimborso totale in caso di cancellazione e che si abbia un risarcimento che va da 250 a 600 euro a seconda della lunghezza della tratta e per i ritardi che superano le 3 ore.

Cifre che da anni vengono contestate dalle compagnie aeree che si trovano costrette a risarcire ampie cifre anche per ritardi poco impattanti sul viaggio o per biglietti di un valore minore rispetto al risarcimento stesso. E che, soprattutto con il crescente numero di richieste causate dalle cancellazioni avvenute nelle ultime settimane stanno mettendo a dura prova un equilibrio già precario.

Già nel 2013 a tal proposito era stato fatto un tentativo di modifica dalla Commissione Ue, proponendo l’attuazione di una finestra pari a 5 ore prima di dover attuare il risarcimento. E che vista la riapertura delle trattative sta vedendo aprirsi uno scenario estremamente complesso, scatenando le reazioni delle associazioni del trasporto aereo, che chiedono di ammorbidire le regole in materia di compensazione.

Oltre a questo, altro motivo di discussione riguarda le modalità di riprotezione e rimborso dei voli in caso cancellazione per “circostanza straordinaria”. Una clausola che, soprattutto con l’emergenza Covid, ha potuto salvaguardare almeno in parte la liquidità delle compagnie, superando lo stallo dei voli.

Una situazione che sta evolvendo e che vede da una parte gli operatori del settore e le loro richieste e dall’altra la sempre costante tutela ai viaggiatori. Il consiglio in ogni caso rimane quello di rinviare i viaggi che è possibile spostare più avanti o come suggerito dal presidente dell’ENAC, volare solo al mattino, senza bagaglio in stiva e munirsi di tanta pazienza. In attesa che la situazione, anche in vista della revisione della direttiva, si stabilizzi.

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C’è una strada giurassica, in Europa, che ti lascerà senza fiato

C’era una volta, tanto tempo fa, un luogo incontaminato e straordinariamente variegato, contraddistinto da un panorama unico fatto di colline e terreni, archi naturali e baie, atmosfere calme e sospese e altre tempestose e selvagge.

C’è ancora oggi questo stesso luogo, una costa spettacolare che si snoda in un complesso di colline che caratterizza in maniera unica il sud dell’Inghilterra. Un sito che oggi è patrimonio dell’umanità intera e che conserva le testimonianze di una storia antica e mai dimenticata.

Ci troviamo al cospetto della Jurassic Coast, la Costa Giurassica che si estende sul litorale del Canale della Manica e che va da Exmouth fino a Studland Bay, per un totale di oltre 150 chilometri di meraviglie naturali che lasciano senza fiato. Ed è qui che oggi vogliamo portarvi, in un viaggio che attraversa i secoli e che sfiora i confini delle origini della Terra.

Benvenuti sulla Jurassic Coast

Ci troviamo sulla costa della Manica del Sud, è qui che esiste una strada che per storia, natura e bellezza è stata riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco nel 2001.

Il nome della Jurassic Coast è tanto evocativo quanto calzante. In questo complesso territoriale, infatti, sono ben visibili le testimonianze delle sue origini che risalgono al triassico, al giurassico e al cretacico. In questi 150 chilometri di costa, quindi, sono racchiusi circa 180 milioni di anni e di storia che rendono questo luogo un unicum in tutto il mondo.

Sono tantissime le caratteristiche che rendono questo intero complesso incredibile. La costa, infatti, è una testimonianza geologica variegata di inestimabile valore che comprende archi naturali, baie e spiagge che con i secoli hanno portato alla luce milioni di fossili appartenenti al periodo giurassico e non solo.

Il sito, negli anni, ha assunto un’importanza fondamentale sia dal punto di vista storico che naturalistico e paesaggistico. Nel 2005, un sondaggio condotto da Radio Times, ha portato la Jurassic Coast a essere nominata la quinta meraviglia naturale di tutta la Gran Bretagna.

Lyme Regis, fossili sulla Jurassic Coast

Fonte: iStock

Lyme Regis, fossili sulla Jurassic Coast

Un viaggio tra le meraviglie del tempo

E in effetti meravigliosa, la Jurassic Coast, lo è davvero. Lo è perché attraversandola si aprono scenari selvaggi e variegati che lasciano senza fiato. Perché permette agli avventurieri di tutto il mondo di scoprire un paesaggio unico in tutta l’Inghilterra che è cambiato nel corso di migliaia di anni, che ha attraversato diverse epoche e con queste si è evoluto.

Raggiungere questa costa vuol dire fare un viaggio nel viaggio che attraversa il tempo e le ere, che permette di toccare con mano un patrimonio dal valore immenso.

Chilometro dopo chilometro, la Costa Giurassica si apre davanti agli occhi dei visitatori come una continua scoperta. Un libro da sfogliare all’interno del quale in ogni pagina c’è un pezzo della storia del Paese e di tutta l’umanità intera. Aguzzate bene la vista per non perdere quegli scorci meravigliosi caratterizzati da alcuni dei panorami più belli del mondo.

Imperdibili sono le località di Lyme Regis e Weymouth, così come straordinaria e suggestiva è l’Isola di Portland. Tra le tappe imperdibili di questo viaggio c’è anche la Riserva Naturale di Durlston, un parco di campagna che si estende per oltre 300 acri e che ospita più di 300 specie di fauna selvatica.

Ma quello sulla Jurassic Coast è un viaggio pieno di sorprese inaspettate che consentono ai viaggiatori di osservare da vicino formazioni geologiche e fossili, mentre tutto intorno splendide e selvagge spiagge fanno da sfondo naturale a questa avventura indimenticabile.

Burton Bradstock, Jurassic Coast

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Burton Bradstock, Jurassic Coast
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Anche l’Italia ha la sua Versailles. Piccola, ma straordinaria

Ogni viaggio si trasforma in una scoperta, sempre nuova, inedita e straordinaria. E non importa se le distanze chilometriche sembrano infinite o se queste sono estremamente ridotte perché la verità è che il mondo che abitiamo è traboccante di meraviglie, vicine e lontane, tutte da scoprire.

Ed è proprio in Italia che oggi vogliamo restare, per portarvi in un luogo a pochi passi dal capoluogo lombardo. Un edificio suggestivo, romantico e straordinario, un gioiello architettonico nostrano che per forme e fattezze incanta e stupisce, dandoci la sensazione di essere altrove.

Il suo nome è Villa Arconati, ribattezzata anche la piccola Reggia di Versailles. In questo luogo, incantato e raffinato, cittadini e viaggiatori provenienti da tutto il mondo, possono trascorrere qualche ora di svago all’insegna della bellezza, dell’arte e della cultura. Scopriamo insieme la sua storia.

La petite Versailles italienne

Ci troviamo a Bollate, in provincia di Milano. È qui che possiamo scoprire e riscoprire un tesoro architettonico italiano, una villa storica del Parco delle Groane. Villa Arconati, conosciuta dai cittadini come Castellazzo, è un monumento nazionale e questo non stupisce visto lo stile grandioso che la caratterizza.

L’edificio, nato per volontà di Galeazzo Arconati con l’obiettivo di creare una residenza di campagna che ospitasse anche la sua collezione d’arte, è uno dei più importanti esempi di barocchetto lombardo del 1700. La sua grandiosità, ancora oggi visibile proprio come allora, le ha fatto guadagnare l’appellativo di petite Versailles italienne e in effetti la Reggia di Versailles, seppur in dimensioni più ridotte, la ricorda per davvero.

Ma non lasciatevi ingannare dall’aggettivo “petite” perché in realtà, Villa Arconati è grandiosa. Il palazzo, infatti, si snoda su una superficie di oltre 10mila metri quadrati suddivisi in 70 ambienti. Secondo la cultura popolare l’edificio sarebbe dotato di 365 finestre, come i giorni dell’anno. Riuscirete a contarle tutte?

Villa Arconati

Fonte: Ufficio Stampa – Fondazione Augusto Rancilio

Villa Arconati

Villa Arconati: cosa vedere e cosa fare

Villa Arconati è situata all’interno dell’area protetta Parco delle Groane, a circa 20 chilometri da Milano. L’intero complesso è circondato da terreni coltivati e boschi che rendono l’atmosfera ancora più suggestiva.

Con gli anni, questa piccola Versailles è diventata un luogo di svago e meraviglia dove i cittadini, ma anche i viaggiatori, trascorrono il tempo in occasione di gite fuori porta e giornate all’insegna della spensieratezza a pochi passi da Milano.

Passeggiando negli spazi esterni della villa è possibile ammirare il giardino monumentale all’italiana e alla francese dove sono conservate le fontane che incantano con i loro giochi d’acqua, le statue classiche e antiche e i teatri. Qui natura e arte convivono da secoli creando un’atmosfera quasi incantata.

All’interno del complesso è possibile scoprire i duemila volumi antichi conservati nella Biblioteca Arconati, ma anche tutte le meraviglie che caratterizzano le stanze dell’edificio, come i dettagli sontuosi che appartengono alla Sala da Ballo. Da non perdere la Sala di Fetonte che ospita uno straordinario affresco settecentesco firmato dai Fratelli Galliari.

Villa Arconati è anche sede della Fondazione Augusto Rancilio, un’organizzazione senza scopo di lucro che, durante l’anno, organizza numerose attività artistiche, culturali e didattiche per far conoscere l’immenso patrimonio dell’intero complesso al mondo intero.

L’edificio è aperto tutte le domeniche fino all’11 dicembre, dalle ore 11.00 alle 19.00. Non mancano aperture straordinarie in occasioni di eventi e manifestazioni.

Villa Arconati

Fonte: Ufficio Stampa – Fondazione Augusto Rancilio

Villa Arconati
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Le splendide location del film “Sposa in rosso”

È una commedia all’italiana, quella dei sentimenti, tra realtà e finzione, che sfocia con la promessa di una grande storia d’amore quella narrata nel film “Sposa in rosso”, nella sale cinematografiche dal 4 agosto, che vede protagonisti Sarah Felberbaum – volto noto di tante serie Tv tra cui “I Medici“, “Non mi lasciare” e di tanti altri film, ed Eduardo Noriega, famoso per aver recitato in” Apri gli occhi” con Penélope Cruz.

Lei, Roberta, incinta, sviene tra le braccia di Leòn e quando la famiglia fa visita alla ragazza in ospedale dopo la nascita del bimbo, lei spaccia l’uomo per il padre. E da qui è tutto un qui pro quo.

Le location del film

Il bello di questo film sono le location dove è ambientato. I due, infatti, s’incontrano a Malta, dove Roberta fa la guida turistica e lui, giornalista spagnolo precario sfrattato di casa, è andato in cerca di fortuna. Se l’isola di Malta non è al centro della storia, lo è invece un altro luogo. Meraviglioso.

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La location pugliese del film “Sposa in rosso”

Di origine pugliese, Roberta decide di organizzare un finto matrimonio con Leòn nella sua terra d’origine, se non altro per intascare i soldi delle “buste” che in Puglia gli invitati regalano sempre agli sposi. Ecco allora che la scena si sposta in un’altra splendida location tutta nostra.

Tra i luoghi riconoscibili dove è stato girato il film c’è Martina Franca, dove la Porta di San Nicola, anche chiamato Arco di San Francesco, è stata decorata con una catena e una madonnina con le rose. Lo spettacolare borgo della Valle d’Itria è famoso per i trulli, le tipiche abitazioni di pietra quali è possibile alloggiare.

La città è nota per la sua architettura barocca e per il festival musicale della Valle d’Itria. Il centro storico parte da piazza XX Settembre, sulla quale s’affaccia la Villa Comunale, un tempo giardino del convento delle Grazie. Al lato della villa sorge la Chiesa di S. Antonio del ‘400: con la facciata neoclassica realizzata nel 1835, conserva al suo interno due sculture di Stefano da Putignano.

Attraversando l’arco, si giunge nel centro storico vero e proprio di Martina Franca, nel quale svetta il Palazzo Ducale, che oggi ospita il Municipio, costruito nel XVII secolo dove prima c’era un castello, le cui sale sono ricche di splendidi affreschi. Prendendo corso Vittorio Emanuele, si staglia davanti agli occhi un’altra bella facciata barocca: si tratta della Basilica di S. Martino, costruita a metà del ‘700, davanti alla bella piazza Plebiscito. Ma la strada più caratteristica di Martina Franca è sicuramente via Cavour, con i suoi numerosi palazzi barocchi.

Altra location pugliese dove è stato girato “Sposa in rosso” è Fasano con la sua selva e la costa, dove il mare è tra i più belli d’Italia. Proprio qui, infatti, tra il Salento e le terre di Bari, al centro di un triangolo equidistante tra le città di Bari, Brindisi e Taranto, ci sono lidi attrezzati e servizi per i turisti. È anche la zona più chic della Puglia, molto amata dai vip. Ogni estate da queste parti bazzicano volti noti come Madonna, i Beckham, ultimamente Angelina Jolie (che pare stia girando anche lei un film).

E infine set del film con la Felberbaum e Noriega è Acquaviva delle Fonti. Proprio nell’ospedale Miulli sono state girate le scene del parto. Qui ci troviamo sull’altopiano delle Murge, una zona bellissima del nostro Paese caratterizzata da un maestoso altopiano collinare dove svettano formazioni di roccia calcarea.

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Fonte: 123rf

Panorama di Fasano, tra ulivi e macchia mediterranea
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La spiaggia più bizzarra d’Europa si trova su un’isola a forma di puzzle

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio nei Paesi Bassi, in ogni momento dell’anno e in ogni stagione. Per raggiungere la meravigliosa capitale, così ricca di musei, arte e cultura, o per visitare le altre città e le periferie dove il panorama è dominato da canali che regalano scorci suggestivi, da campi di tulipani che si perdono all’orizzonte e da mulini a vento che definiscono in maniera unica il paesaggio urbano.

La verità è che l’intero territorio del Paese non smette mai di stupire. Non lo fa grazie alla bellezza, alle tradizioni e a tutte quelle peculiarità che appartengono per natura ai Paesi Bassi, ma anche per quei luoghi inediti e inaspettati che possiamo incontrare, visitare ed esplorare durante i nostri i viaggi.

Come quella spiaggia olandese, bizzarra e molto particolare, riconoscibile fra mille. Una piccola isola a forma di puzzle collegata alla terra ferma e situata nel comune Maarssen, in provincia di Utrecht, che è un parco giochi, ma anche un centro ricreativo, nonché uno dei luoghi più amati dai cittadini locali. Scopriamola insieme.

Utrecht: la spiaggia inaspettata

Lontano dai sentieri più battuti dal turismo di massa che attraversano i Paesi Bassi, ma anche dalle spiagge più celebri e frequentate in estate, troviamo un luogo particolarmente apprezzato dai cittadini di Utrecht e non solo. Uno stabilimento balneare che è anche parco giochi e centro ricreativo dove grandi e bambini possono trovare refrigerio durante le giornate più calde dell’estate. Una destinazione che può essere frequentata dai viaggiatori anche in altri momenti dell’anno per osservare i meravigliosi panorami naturali  che circondano l’intera area.

Per scoprire questa inedita spiaggia dobbiamo recarci nei pressi del lago di Maarsseveense, una meravigliosa riserva naturale tanto amata quanto frequentata dai cittadini del luogo e del Paese intero. Questa è situata nella provincia di Utrecht, una delle città più suggestive dei Paesi Bassi conosciuta per il suo centro medievale e per la sua importanza religiosa, che si configura come il punto di partenza per raggiungere una spiaggia inedita sulla quale rilassarsi durante i viaggi nel Paese durante i mesi più caldi.

Impossibile non riconoscere la spiaggia di Maarsseveense Plassen: questa è collegata con una sottile pontile a un’isola galleggiante a forma di puzzle. Si tratta di un’area ricreativa, che è anche parco giochi e stabilimento balneare, dove grandi e bambini possono rilassarsi, prendere il sole, giocare o tuffarsi nelle acque turchesi del lago.

Maarsseveense Plassen

Fonte: IPA

Maarsseveense Plassen

L’isola olandese a forma di puzzle

È un puzzle galleggiante, caratterizzato da un prato verdeggiante, quell’area che ospita la spiaggia più bizzarra d’Europa nonché un parco giochi destinato a intrattenere le famiglie locali e i viaggiatori in vacanza nei Paesi Bassi. Vista dall’alto, con la sua caratteristica forma, Maarsseveense Plassen emerge tra le acque del lago con i suoi colori cangianti: si tratta di scivoli, barche dei pirati e altre strutture ricreative per bambini. Non mancano ovviamente aree prendisole e accessi diretti nel lago per chi vuole nuotare tra le acque limpide del bacino.

Si tratta di un vero e proprio stabilimento balneare, chiamato anche Strandbad, all’interno del quale famiglie, cittadini, coppie e viaggiatori possono rifugiarsi durante le calde giornate d’estate e trascorrere vacanze indimenticabili.

Maarsseveense Plassen

Fonte: IPA

Maarsseveense Plassen

 

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L’Arco di roccia naturale più grande d’Europa è un incanto

No, non è un caso che proprio qui siano state girate alcune scene de Le Cronache di Narnia: la Porta di Pravčická è un vero spettacolo, una di quelle formazioni naturali che lasciano davvero a bocca aperta. Si tratta dell’arco naturale più grande d’Europa frutto di milioni di anni di alterazioni, corrosioni ed erosioni delle sue parti meno resistenti.

La sua fama è dovuta anche al paesaggio circostante, che riesce a essere spettacolare in ogni momento dell’anno: dal verde acceso della primavera alle tonalità calde dell’autunno, tutto intorno a questo arco sembra essere magico.

La storia della Porta di Pravčická

Come abbiamo già accennato, la Porta di Pravčická ha milioni di anni. Si trova nella Svizzera Boema, in Repubblica Ceca, precisamente vicino al suggestivo villaggio di Hřensko noto per essere tanto bello da sembrare uscito da una fiaba. Ufficialmente, questo arco naturale ha iniziato ad avere un vero e proprio rilievo turistico all’inizio del 1800, quando venne considerato un’attrazione da parte degli abitanti della zona.

Pravcicka Gate: l'arco di roccia naturale più grande d'Europa

Proprio nel 1826, per la sua forte attrattiva, ai piedi dell’arco fu costruita una locanda: i proprietari avevano intuito che avrebbero fatto una fortuna e così è stato, perché venendo a conoscenza della straordinaria formazione rocciosa e della possibilità di pernottarvi accanto, i turisti iniziarono ad arrivare da ogni parte d’Europa. Tra questi c’erano anche diversi artisti e letterati. Noto è il soggiorno di uno degli scrittori più famosi al mondo, Hans Christian Andersen.

L’hotel ai piedi della Porta di Pravčická

Nel 1880 la locanda venne acquistata dal duca Edmund Clary-Aldringen, che decise di realizzare al suo posto il suo castello per le vacanze in Repubblica Ceca. Il duca chiamò il castello Sokolí hnízdo, ovvero Nido del Falco, e lo realizzò in meno di un anno. Tuttavia, anche l’aristocratico dovette cedere alle potenzialità turistiche della Porta di Pravčická, che continuava a richiamare migliaia di visitatori. La prima cosa che fece fu realizzare un ristorante all’interno del castello. Poi, decise di convertirlo in un hotel con 50 letti.

Pravcicka Gate, l'arco di roccia naturale più grande d'Europa

Ancora oggi si può soggiornare in questo hotel per avere una visione privilegiata dell’arco naturale e, in più, si organizzano anche dei piccoli tour per andare alla scoperta di un’altra preziosa area naturale, le Edmund Gorge (proprio dal nome del duca) tre gole che si aprono all’interno del canyon a ridosso del fiume Kamenice, con suggestive cascate e ampie aree gorgolianti d’acqua cristallina.

Cosa fare e cosa non fare alla Porta di Pravčická

Anche se questo splendido arco di roccia può apparire molto solido e duraturo, in realtà è estremamente fragile. Anzi, è tanto fragile che sono molti gli scienziati e i geologi che si chiedono come sia possibile che questo ponte di roccia, alto 16 metri, largo otto e spesso 26 metri, non sia crollato per via della costante erosione. Sul punto più vicino all’acqua del fiume, infatti, si sono creati dei buchi e degli sbriciolamenti di non poco conto. Per questa ragione, non è possibile accedervi.

Una foto del Pravcicka Gate, l'arco di roccia naturale più grande d'Europa

Ciononostante, sono accessibili diversi punti panoramici dotati di ringhiera: uno si trova proprio sotto l’arco, mentre un’altro si trova leggermente più in alto, alle spalle dell’hotel, e vi si arriva grazie all’apposita scala di ferro. Infine, è praticabile un sentiero escursionistico che permette di fare il giro completo attorno all’arco e di inoltrarsi tra le aree boschive, respirando aria pulita e fresca.