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A Dublino, sui luoghi di Bono e degli U2

È l’irlandese per eccellenza. Lui, Paul David Hawson, in arte Bono, frontman degli U2. E chi meglio di lui può raccontare l’Irlanda e i luoghi che più vale la pena visitare? Ora che uscito il suo libro, “Surrender”, gli amanti dell’Irlanda e i fan della band hanno un motivo in più per programmare un viaggio a Dublino attraverso i luoghi di uno dei suoi cittadini più famosi di sempre.

Questa città ha sempre avuto un ruolo importante per la band, che le ha elargito numerosi tributi, tra cui l’album “Song of Innocence”. Lo stesso Bono, nel commentare l’uscita del libro, ha sottolineato l’importanza di luoghi e persone: “Quando ho iniziato a scrivere questo libro, speravo di definire in dettaglio ciò che in precedenza avevo solo abbozzato nelle canzoni. Le persone, i luoghi e le opportunità della mia vita. “Resa” è una parola carica di significato per uno come me: cresciuto con i pugni alzati (musicalmente parlando), nell’Irlanda degli Anni Settanta), non era un concetto naturale. È una parola che non sono riuscito a mettere a fuoco fino a quando non ho raccolto i miei pensieri per il libro e sono ancora alle prese con l’imperativo che più in assoluto richiede di essere umili. Nella band, nel mio matrimonio, nella mia fede, nella mia vita da attivista. “Surrender” è la storia della mancanza di progresso di un pellegrino… con una buona dose di divertimento lungo il percorso”.

Naturalmente, seguire le sue tracce e quelle degli U2 per scoprire la capitale irlandese può essere un approccio insolito, specie se porta a scoprire qualche piacevole sorpresa fuori dalle rotte più battute.

I luoghi di Bono a Dublino

La casa natale di Bono

Per iniziare il tour sui luoghi di Bono e degli U2, la via dell’infanzia del leader della band irlandese può essere un ottimo punto di partenza. Il quartiere è quello di Glasnevin, nella zona più a Nord della città, e la via è Cedarwood Road, a cui è stata dedicata anche una canzone nell’album “Song of Innocence”. Dopo aver fatto una passeggiata tra le case in cerca del civico 10 (oggi è una residenza privata), vale la pena raggiungere i National Botanic Gardens, con arboreto e serre d’epoca come la Great Palm House, costruita al 1883.

La scuola di Bono

Un altro luogo chiave per la formazione del cantante e del gruppo, non lontano dalla casa, naturalmente, è la scuola Mount Temple Comprehensive, nel quartiere Nord di Clontarf, dove un Larry Mullen quattordicenne affisse un annuncio per cercare musicisti e formare una band. La ricerca andò a buon fine e la prima jam session prese vita nella cucina del futuro batterista, al numero 60 di Rosemount Avenue. Già che ci siete, un altro indirizzo nel quartiere è il numero 15 di Marino Crescent, casa natale di un altro dublinese molto conosciuto: Bram Stoker, autore del celeberrimo “Dracula”, romanzo che nel 2022 ha festeggiato il 125° compleanno.

St. Stephen’s Green e dintorni

Dopo un’esplorazione della zona Nord di Dublino, con i luoghi dell’infanzia e adolescenza d Bono, il tour può proseguire verso il centro, dove si trovano il parco St. Stephen’s Green e South Anne’s. Qui, nel 1978, gli U2 si esibivano al McGonagle’s, al numero 22 di South Anne Street, un locale che fu un vero e proprio tempio della musica underground. Tappa obbligata in questa zona è anche Merrion Square Park dove si trova la statua di Oscar Wilde, sulla cui base Bono scrisse una citazione del celebre autore: “Ogni uomo mente, ma dategli una maschera e sarà sincero”.

Clarence Hotel, Project Arts Centre e Ha’Penny Bridge

Vale la pena proseguire a piedi verso la zona di Temple Bar per bere o mangiare, magari, qualcosa al Clarence Hotel, un boutique hotel in un edificio storico sulla riva del fiume Liffey e acquistato in passato da Bono e da The Edge. Deve la sua fama anche ai video live di “Beautiful Day” ed “Elevation”, girati sul tetto il 27 settembre del 2000.

Poco lontano, c’è il centro artistico multidisciplinare Project Arts Centre, che ospita arti visive, teatro, danza, musica e performance, dove nel 1978 Paul McGuinness andò a vedere una band chiamata U2, di cui divenne poi lo storico manager, fino al 2013. Per raggiungere da Temple Bar un altro piccolo luogo di culto, vale la pena attraversare il Liffey su uno dei suoi punti più famosi, nonché simboli della città, l’Ha’Penny Bridge, dove nei primi anni ’80 gli U2 posarono per le loro primissime e iconiche immagini.

L’Hard Rock Cafè e Bonavox

Prima dell’attraversamento, se si è in vena di memorabilia, non lontano dal ponte, si trova l’Hard Rock Cafè di Dublino, che raccoglie non pochi cimeli, come un’auto Trabant dell’epoca dello Zoo TV Tour degli U2, gli occhiali da sole indossati da Bono nel video di “Beautiful Day” e il testo scritto a mano della loro canzone “Please”. Altro indirizzo da mettere in agenda il Little Museum of Dublin che raccoglie una piccola, ma ben fornita, collezione di oggetti dedicata agli U2. Attraversato l’Ha’Penny Bridge, non molto lontano, al 9 di North Earl Street, si trova il negozio di audioprotesi Bonavox da cui il frontman degli U2 prese il nome. Prima di proseguire, vale la pena buttare l’occhio a The Spire, a pochi passi, in O’Connel Street, la gigantesca torre d’acciaio di 120 metri dedicata alla luce.

3Arena, Tom Clark Bridge e Windmill Lane Recording Studios

Un altro luogo storico per la band, che dà la possibilità di raggiungere la zona dei docks, è lo spazio per concerti 3Arena, ex Point Depot, dove gli U2 tennero una serie di leggendari concerti nel 1989. Situato sulla riva Nord del fiume, dallo stesso lato di Bonavox, può essere raggiunto a piedi seguendo la riva e ammirando da questa prospettiva il lungofiume Sud. Lo spazio sorge proprio in prossimità dell’ultimo ponte sul Liffey, che si apre sulla baia, il Tom Clark Bridge, ponte basculante che, con tutta la zona di Grand Canal, fu la location di “October”, secondo album in studio della band, per lo scatto della cover e i video, in particolare “Gloria”.

La zona del porto merita un’esplorazione, anche per la sua nuova vita e luoghi come, per esempio, il bellissimo EPIC Museum, un museo interattivo dedicato alla diaspora irlandese. E il punto di arrivo del tour dublinese dedicato agli U2, proprio in questa bellissima zona, non potrebbero che essere i celeberrimi Windmill Lane Recording Studios, dove la band registrò diversi album.

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La città che sarà Capitale verde d’Europa nel 2024

Il riconoscimento a Capitale Verde Europea 2024, con cui la Commissione Europea premia le città con più di centomila abitanti che hanno realizzato progetti per ridurre il loro impatto ambientale e migliorare la qualità della vita dei residenti e visitatori, è andato a Valencia che, in questo modo, si conferma ancora una volta attenta al tema della sostenibilità.

L’annuncio è avvenuto a Grenoble, l’attuale Capitale Verde Europea, dove i rappresentanti di Valencia hanno difeso la loro candidatura strettamente legata ai valori ambientali: la città, infatti, è impegnata a diventare climaticamente neutra e intelligente entro il 2030, ha creato e tutelato spazi verdi come il Parco Naturale dell’Albufera, la huerta periurbana e i Giardini del Turia, e rivolge l’attenzione a iniziative di mobilità sostenibile, di buona gestione dei rifiuti urbani e di recupero di spazi pubblici come la Plaza del Ajuntamiento e la Plaza de la Reina, soltanto per citarne alcuni.

Il premio a Valencia come Capitale Verde Europea 2024

La nomina di Valencia a Capitale Verde Europea 2024, premio dal valore di 600.000 euro, dimostra che la città ha superato un esame sulla sostenibilità molto approfondito, incentrato sulla valutazione di 12 indicatori quali: aria, rumore, rifiuti, acqua, natura e biodiversità, usi del suolo, eco-innovazione, mitigazione dei cambiamenti climatici, adattamento ai cambiamenti climatici, mobilità, efficienza energetica e governance.

È la prima volta che Valencia si candida a Capitale Verde Europea, titolo che, finora, era andato a una sola città spagnola, Vitoria nel 2012, ma vanta già importanti riconoscimenti sulla sostenibilità come il titolo di “Capitale europea del turismo intelligente 2022” e di “Capitale dell’alimentazione sostenibile nel 2017”.

Inoltre, è stata pioniera nel misurare e compensare l’impronta di carbonio e acqua del turismo ed è una delle cento città selezionate dall’Unione Europea per il progetto Cities Mission, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2030.

Una città pionieristica tra aree verdi, spazi pedonali e mobilità sostenibile

Negli ultimi anni, Valencia si è impegnata al massimo per diventare una città sostenibile.

Suo vanto sono, ad esempio, le ampie aree verdi, autentici tesori come il Giardino del Turia, l’antico alveo del fiume che, dal momento dell’inaugurazione nel 1986, si è trasformato e adattato alla città e agli abitanti e al loro modo di vivere: con oltre 120 ettari di superficie e 12 chilometri di lunghezza, è il parco urbano più lungo d’Europa.

Altre aree come il Parco Naturale dell’Albufera, il Parco Naturale del Turia, il frutteto periurbano e il Mar Mediterraneo, sono il principale gruppo di aree verdi e naturali della città di Valencia e dei suoi dintorni.

Nell’ambito della Strategia Urbana 2030, che mira a fare di Valencia una delle prime città a emissioni zero in Europa, rientra poi la pedonalizzazione del centro e delle zone più importanti: La Plaza de la Reina, inaugurata di recente, così come le strade che circondano il Mercato Centrale, o prossimamente la Piazza del Municipio, libereranno il centro dal traffico per trasformare Valencia in una città a misura dei pedoni.

Ricordiamo poi che le strade della città spagnola dispongono di una rete di oltre 160 chilometri di piste ciclabili che contribuiscono a ridurre le emissioni.

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Viaggiare da soli a Praga

Praga è una delle capitali d’Europa meglio collegata con le principali città italiane ed in molti casi è servita da compagnie low cost, questo vi permette di poter organizzare anche una fuga all’ultimo momento per staccare la spina, divertivi e fare nuove amicizie.

Praga per una donna in solitaria

È una città facilmente visitabile per una viaggiatrice solitaria, il centro storico si gira tutto comodamente a piedi, è un ambiente sicuro, sempre piuttosto popolato anche di sera. Se vi doveste spostare in alte aree della città i taxi costano davvero pochissimo, così come gli alloggi. Come ho detto più volte nei miei articoli, per me una soluzione ottimale quando viaggio da sola e ho voglia di fare nuove amicizie è scegliere di dormire in un ostelli, magari in camera privata con bagno, ma prediligo una struttura che abbia dei bei ambienti in comune in modo da mettere in contatto gli ospiti e a Praga ci sono alcuni dei boutique hostel più belli d’Europa. Si incontrano sempre persone interessanti con le quali confrontarsi e magari trascorrere una serata. Un’altra opzione che in città ricche di storia può essere molto utile è unirmi ad un free walking tour, generalmente durano circa 2 ore quindi ti danno la possibilità di avere una visione globale del centro per poi scegliere cosa approfondire, in città molto turistiche come Praga esistono anche in Italiano, ma io vi consiglio di farlo in inglese così incontrerete persone da tutto il mondo. A Praga vale il consiglio universale quando si viaggia in solitaria, qualora vi trovaste in un luogo che vi mette a disagio, che vi sembra angusto, che vi trasmette paura, prendete un taxi e andate via, non proseguite a piedi, ascoltate sempre il vostro sesto senso. Se siete pronte ad una scorpacciata di arte e cultura io vi suggerisco di munirvi della Praga Card, vi farà risparmiare parecchio e anche saltare diverse file. Una chicca per un viaggio in solitaria al femminile a Praga, è regalarvi una beer spa, ossia un trattamento di bellezza in cui verrete immerse in una tinozza di birra, dalla quale si può anche bere. I lieviti e i principi attivi della birra, vi lasceranno una pelle morbidissima, e a seguire vi potrete riposare in un caldo letto di fieno. Un’esperienza da fare se vi piace la birra!

Cosa vedere a Praga in un Weekend

  • Il Quartiere ebraico:

È sicuramente un luogo che non dimenticherete facilmente, sia perché ci sono delle sinagoghe meravigliose e riccamente adorante come la Sinagoga Spagnola, che ha uno stile moresco, sia perché questi luoghi raccontano storie e come potete immaginare, sono storie molto tristi, a dire il vero più tristi di come ce le immaginiamo. Basti pensare che durante la shoa ne siano stati ammazzati 76.883 nella sola regione Ceca e Morava, immaginavate un numero così grande? Io no, a dire il vero non riesco ad immaginare neanche al livello visivo quanto siano tutte queste persone. Vi suggerisco una visita alla Sinagoga Pinkas, sui cui muri sono scritti i nomi di tutte le persone uccise nei campi di sterminio, ricoprono l’intera sinagoga, davvero da brividi. Ricordatevi che a seconda di quanti monumenti volete vedere nel quartiere ebraico potete comprare diversi tipi di biglietti, che hanno una settimana, quindi i vari monumenti si possono vedere anche in più giorni.

  • Kostantinum

Un luogo davvero magico, si accede solo tramite visita guidata è un ex monastero diventato una scuola gesuita, ha una delle più belle biblioteche del mondo, conserva manoscritti antichissimi e orologi astronomici di enorme valore. Vi suggerisco anche di salire sulla torre c’è una vista indimenticabile sui tetti di Praga.

  • L’Orologio astronomico

È sicuramente uno dei più belli del mondo ogni ora delle figure animate che rappresentano i 12 apostoli escono da una porticina e tutto si anima. Meraviglioso ma per i miei gusti c’è troppa gente che aspetta il cambio di ora, se avete modo venite la mattina presto o di notte.

 

  • Il Castello di Praga

Il complesso è piuttosto grande, ci sono diversi tipi di biglietti, io vi consiglio quello del circuito B che comprende Cattedrale di San Vito, l’Antico Palazzo Reale, la Basilica di San Giorgio e il Vicolo d’Oro con la Torre di Daliborka, diciamo che vi occorrerà tutta una mattina per vederlo bene. Ho trovato molto carino il vicolo d’oro che è una strada cristallizzata nel tempo, con casa e botteghe come centinaia di anni fa.

  • Il Ponte Carlo

Per me il simbolo di Praga, le sue bellissime statue mi sono rimaste dal mio primo viaggio a Praga quando avevo 12 anni. Oggi è un luogo super turistico, consiglio di percorrerlo la mattina molto presto se non si vuole incontrare gente.

  • Mala Strana

È il famoso quartiere dall’altro lato del ponte, ossia dalla stessa parte del castello. Infatti quello che vi suggerisco è di andare la mattina al castello e poi passeggiare per Mala Strana, magari mangiare in zona e godervi gli angoli di questo quartiere. Non perdetevi il Lennon Wall, un simbolo di lotta e ribellione molto forte a Praga. Dopo la morte di Lennon questo muro venne usato come luogo dove raccontare, gridare, urlare il dissenzo verso il regime comunista, verso le limitazioni di libertà. Ha subito diverse “imbiancate” e quindi cambiamenti, ma ancora oggi è dove chiunque voglia lasciare un messaggio di rottura scrive.

  • Nove Mesto

Letteralmente si traduce “la città nuova” anche se ha più di 600 anni, fu fatta costruire da Carlo IV per contapporsi alla città vecchia che era piena di vicoli e strade anguste, infatti quello che caratterizza questa zona è la vastità degli spazi, dalle piazze ai boulevard. L’architettura predominante che troviamo adesso è sicuramente quella dell’Art Noveau, anche se spiccano edifici più moderni come la famosissima Casa Danzante. Buona parte del quartiere costeggia la Moldava, ci sono tanti caffè anche con deor all’aperto, negozi, centri commerciali. Attraverserete di sicuro Piazza San Vinceslao, la piazza più grande, 750 metri, ma soprattutto più iconica della città. In questa piazza sono iniziati tutti i momenti storici più importanti del paese, dall’indipendenza della Cecoslovacchia, alla Primavera di Praga alla Rivoluzione di Velluto.

Vi suggerisco di non perdere il Museo del Comunismo, a me è piaciuto molto, vale la pena vederlo per capire meglio come era vivere qui quando c’era l’URSS ovviamente nn solo come assetto polico ma soprattutto come privazione di libertà, di espressione, come continua repressione dell’individuo. L’ultima parte molto bella è dedicata alla Rivoluzione di Velluto. Come sempre conoscere la storia serve a non ripetere gli stessi errori, o almeno ci speriamo.

  • Il Quartiere di Zizkov

Siamo in una delle realtà più hipster e alternative della città. Nacque come quartiere operaio, ma negli anni si è evoluto molto fino a diventare il posto più trandy per giovani e per gli artisti che orbitano a Praga. È vicino al centro ma fuori dalla super calca, è local, a buon mercato, autentico e ci sono decine e decine di birrerie. Si dice che nella birreria di U Sadu, dove sono andata e che consiglio moltissimo, si contiuasse a spillare birra durante il coprifuoco imposto dal regime comunista. Io lo consiglio sicuramente per uscire la sera ed immergersi nella vera vita dei praghesi.

  • Passeggiare per Vinohrady

Anche questo è un quartiere residenziale poco fuori dal centro, ma a differenza di Zizkov questo è il quartiere più chic della città, anche più caro degli altri, dove ci sono bellssime case e palazzetti liberty. Quando fu creata la zona era una zona vinicola, gli edifici che si trovavano in questa parte della città erano cantine dimore di vinicoltori, nei secoli si è urbanizzato sempre di più, fino alla fine dell’800, inizi del ‘900 dove si è scelto di edificare diversi palazzi e boulevard. Da queste parti è molto piacevole passeggiare, magari entare in qualche giardino comunale e prendere un caffè al sole.

Un weekend a Praga è un ottimo modo per staccare, collegarsi con una nuova cultura, imparare tasselli di storia che fose ci mancano e fare tante nuove amicizie, come in ogni vero viaggio in solitaria.

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È partito il treno passeggeri più lungo del mondo

Ha lasciato tutti a bocca aperta il treno passeggeri che è passato in Svizzera e che ha stabilito un record mondiale. Il convoglio lungo 1,9 chilometri della Rhaetian Railway è il più lungo del mondo.

Cento carrozze rosse di 25 unità multiple Capricorn hanno superato le Alpi Retiche attraversando ponti, montagne e verdi prati.

L’occasione era il festeggiamento del 175° anniversario delle ferrovie svizzere, che cade proprio nel 2022, ma sul profilo Instagram hanno spiegato così l’originale iniziativa: “A seguito del duro colpo subìto dovuto alla pandemia, la Rhaetian Railway spera che questo evento ricordi a tutti la bellezza dei viaggi in treno”. Ora che è entrata nel Guinness dei primati i turisti non mancheranno di certo.

Il viaggio del super treno

Il treno ha percorso 25 km sulle Alpi svizzere nella tratta tra Preda (1.789 metri), ai piedi dell’Albulapass e all’ingresso della galleria ferroviaria dell’Albula che porta in Engadina, e Alvaneu, nei Grigioni, su un itinerario di montagna inserito nel patrimonio dell’umanità dell’Unesco.

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Fonte: @Getty Images

Un treno di cento carrozze ha stabilito il record mondiale

Il viaggio del treno da Guinness è stato molto impegnativo. Ha dovuto attraversare due tunnel elicoidali e il famosissimo Viadotto Landwasser, uno spettacolare ponte a sei archi fatto di pietra che passa sopra una profonda gola dove scorre il torrente Landwasser, da cui prende il nome.

Gli aspetti tecnici

Il cento vagoni e la locomotiva che li ha trainato pesavano la bellezza di 3.000 tonnellate. Alla guida del super treno sono stati necessari addirittura sette macchinisti, ma a bordo si trovavano anche 21 tecnici, oltre a 150 fortunatissimi ospiti che si sono potuti godere il meraviglioso viaggio in mezzo alla natura svizzera e ai colori del foliage autunnale.

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Quasi due km di serpentone rosso sono passati silenziosamente sotto gli ogghi di migliaia di persone, tra cui anche moltissimi turisti, accorsi dalle zone limitrofe e dall’estero per ammirare e fotografare la lunga scia del super treno.

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Fonte: @Getty Images

Il serpentone rosso passa sotto gli occhi dei turisti
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In Norvegia esiste una galleria d’arte sospesa su un fiume: è bellissima

Sono le bellezze che appartengono al mondo e all’umanità intera a spingerci a organizzare i viaggi più belli di sempre, quelli che ci portano alla scoperta dei capolavori firmati da Madre Natura e delle creazioni dell’uomo. Ed è proprio quando le prime incontrano le seconde si creano paesaggi mozzafiato destinati a incantare.

È proprio in uno di questi paesaggi che oggi, insieme a voi, vogliamo perderci e immergerci per raggiungere un’opera straordinaria situata nel cuore della natura norvegese. Si tratta di una galleria d’arte immersa in un parco naturale, e sospesa su un fiume, che vi lascerà a bocca aperta, sia per i suoi esterni che per i suoi interni.

Il museo-scultura che sembra una visione

Il viaggio di oggi ci porta nella meravigliosa Norvegia, il Paese scandinavo che sempre ci affascina con il suo straordinario patrimonio naturalistico. Montagne, ghiacciai e fiordi, e poi ancora aree verdeggianti sconfinate e musei che si alternano a città deliziose, con case variopinte ed edifici caratteristici. La capitale Oslo, poi, è un vero incanto.

Ed è proprio partendo dalla città che possiamo raggiungere in circa un’ora di auto il comune norvegese di Jevnaker, situato all’interno della contea di Viken. È qui che esiste una galleria d’arte che si palesa davanti agli occhi di chi guarda come una visione, surreale e bellissima.

Il suo nome è The Twist e a prima vista non è inusuale immaginare la struttura come un ponte creato per attraversare il fiume che sovrasta. La realtà, però, è che non si tratta né solo di un ponte, né tanto meno di un semplice galleria d’arte, perché The Twist è molto di più, è un capolavoro d’arte visivo che incanta per i suoi esterni e per gli interni.

Creata dagli architetti dello studio BIG Bjarke Ingels Group, e incastonata in una cornice naturale affascinante e suggestiva, questa struttura è un ponte attraversabile e abitabile che dall’esterno sembra un’opera d’arte. E in effetti, considerando che si trova all’interno del Parco delle Sculture Kistefos sembra proprio completare quel percorso espositivo che sin dalla sua inaugurazione ha attirato viaggiatori e cittadini provenienti da ogni parte del mondo.

The Twist fa parte del Parco delle Sculture inaugurato nel 1999 dal collezionista d’arte Christen Sveaas. In un ambiente dove la natura regna assoluta protagonista, ecco esplodere in tutta la sua bellezza anche l’arte, che si adagia armonicamente all’incredibile paesaggio norvegese.

The Twist, la Galleria d'arte sospesa sul fiume in Norvegia

Fonte: Kistefos Museum- Laurian Ghinitoiu

The Twist, il museo-scultura sospeso sul fiume in Norvegia

Dentro la galleria sospesa

Non è possibile provare a descrivere The Twist con una sola parola, perché quest’opera è tante cose. È una galleria d’arte, è un ponte sospeso sul fiume, ma è anche una scultura abitabile.

Il suo ruolo di ponte, non è solo visibile per la posizione, ma è anche confermato dal fatto che la struttura collega una parte e l’altra del parco. È una scultura, perché le forme e i lineamenti creano una rappresentazione plastica e avveniristica. Ed è un museo, uno spazio espositivo dove le arti si incontrano e continuano quel dialogo già cominciato all’esterno.

Gli interni di The Twist ospitano mostre contemporanee che si snodano su uno spazio espositivo di 1000 metri quadrati. Non manca, ovviamente, un’area panoramica dotata di grandi finestre che offrono una vista mozzafiato sui boschi e la natura che caratterizzano l’intero Parco delle Sculture.

The Twist, che rappresenta la naturale estensione del progetto avviato da Christen Sveaas nel 1999, è raggiungibile dal bosco, attraverso un sentiero delle meraviglie dove arte, natura e essere umano s’incontrano e si fondono.

The Twist – Kistefos Museum

Fonte: Kistefos Museum – Laurian Ghinitoiu

The Twist – Kistefos Museum
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A spasso per Bruges: gli itinerari più belli da fare a piedi

È una delle città più romantiche d’Europa. I suoi scorci sono pura magia. Motivo per cui ogni anno sono tantissimi coloro che visitano Bruges, che amano passeggiare tra i vicoli acciottolati, nei parchi che sembrano dipinti, navigare lungo i canali e scattare tantissime foto davanti agli angolini più pittoreschi della città.

Esplorare Bruges a piedi è il modo migliore per scoprirne tuti i segreti, in modo rilassante. A Bruges, musei, chiese e parchi distano tra loro solamente una manciata di passi.

Accanto al piacere di una passeggiata senza meta, c’è anche quello di lasciarsi ispirare da chi quei luoghi li conosce bene, per questo l’ente del turismo di Bruges ha pubblicato una guida con quattro facili itinerari da fare a piedi. Si cammina non più di 4 o 5 chilometri e, a seconda dei gusti, collegano le attrazioni più iconiche della città ma anche i luoghi meno noti.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Groenerei, uno degli scorci più pittoreschi a Bruges

I luoghi iconici di Bruges

Si spazia dal più classico ‘I luoghi da non perdere: straordinario patrimonio dell’umanità’ al ‘Lusso e splendore: l’opulenza borgognona’. Per chi è in cerca di un ritmo più slow e di atmosfere romantiche, l’itinerario migliore si chiama ‘Un po’ di relax: silenziosa nostalgia’, mentre per i più curiosi c’è il tour ‘Sorprendente modernità: highlight contemporanei’.

Il fil rouge che i quattro itinerari hanno in comune è lo stupore che comunque suscitano nel visitatore, qualunque tour decida di percorrere (si possono fare anche tutti, volendo) ecco perché il titolo della guida, anche in versione italiana, è “Oooh! Bruges!”.

Uno degli scorci più suggestivi e noti di Bruges è il Quay del Rosario (Rozenhoedkaai). Qui bisogna fare la fila per posizionarsi nel punto giusto e scattarsi un selfie perché è sempre pieno zeppo di turisti. Bellissimo di giorno, specie nelle giornate di sole, ma anche di sera, quando le calde luci dei lampioni illuminano tutto il centro storico di Bruges e trasportando il visitatore nel Medioevo.

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Fonte: isit Bruges © Jan D’Hondt

Il Beghinaggio a Bruges

Tra i luoghi più romantici di Bruges c’è anche il Ponte dell’amore, un ponticello di pietra nascosto tra le case, dietro il Castello di Gruuthuse, l’edificio più imponente della città. Dal ponte si può ammirare quella che gli abitanti considerano la finestra più piccola di tutta Bruges, una bifora sul retro del Gruuthuse che da qualche anno ospita il museo cittadino.

Molto pittoreschi sono anche il Markt, la piazza del mercato, la più popolare di Bruges, il Belfort (o Beffroi), la torre alta 83 metri sulla quale si può anche salire, se si ha la forza di scalare i 366 gradini, per ammirare il panorama della città dall’alto, e il Beghinaggio, Patrimonio dell’Unesco come tutto il reso del centro di Bruges. Del resto, a vederla, sembra proprio uscita da un libro di fiabe.

Fonte: 123rf

Il Quay del Rosario a Bruges

Tra le attrazioni menzionate non poteva mancare il Sint-Janshospitaal, l’antico Ospedale di San Giovanni, oggi museo dedicato a Hans Memling. Il museo in questa stagione rientra più che mai tra ‘I luoghi da non perdere’; qui dal 28 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023 va in scena la mostra Face to face with death, dedicata a Hugo van der Goes (1430-40 – 1482), che insieme a Jan van Eyck e Hans Memling fu uno dei più grandi Primitivi Fiamminghi.

Natale a Bruges

Chi decide di visitare Bruges durante le festività natalizie, poi, resterà letteralmente ammaliato dalla magia che questa città è in grado di regalare.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Inverno a Bruges

A partire dal 25 novembre si inaugura la nuova edizione di Winterglow, il percorso di installazioni luminose distribuite in vari angoli della città medievale.

Le otto attrazioni, insieme alla pista di pattinaggio sul Minnewater (il Lago dell’amore) e il winter bar, sono decisamente tra le tappe imprescindibili.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

La piazza Jan van Eyck a Bruges
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A spasso per Bruges: gli tinerari più belli da fare a piedi

È una delle città più romantiche d’Europa. I suoi scorci sono pura magia. Motivo per cui ogni anno sono tantissimi coloro che visitano Bruges, che amano passeggiare tra i vicoli acciottolati, nei parchi che sembrano dipinti, navigare lungo i canali e scattare tantissime foto davanti agli angolini più pittoreschi della città.

Esplorare Bruges a piedi è il modo migliore per scoprirne tuti i segreti, in modo rilassante. A Bruges, musei, chiese e parchi distano tra loro solamente una manciata di passi.

Accanto al piacere di una passeggiata senza meta, c’è anche quello di lasciarsi ispirare da chi quei luoghi li conosce bene, per questo l’ente del turismo di Bruges ha pubblicato una guida con quattro facili itinerari da fare a piedi. Si cammina non più di 4 o 5 chilometri e, a seconda dei gusti, collegano le attrazioni più iconiche della città ma anche i luoghi meno noti.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Groenerei, uno degli scorci più pittoreschi a Bruges

I luoghi iconici di Bruges

Si spazia dal più classico ‘I luoghi da non perdere: straordinario patrimonio dell’umanità’ al ‘Lusso e splendore: l’opulenza borgognona’. Per chi è in cerca di un ritmo più slow e di atmosfere romantiche, l’itinerario migliore si chiama ‘Un po’ di relax: silenziosa nostalgia’, mentre per i più curiosi c’è il tour ‘Sorprendente modernità: highlight contemporanei’.

Il fil rouge che i quattro itinerari hanno in comune è lo stupore che comunque suscitano nel visitatore, qualunque tour decida di percorrere (si possono fare anche tutti, volendo) ecco perché il titolo della guida, anche in versione italiana, è “Oooh! Bruges!”.

Uno degli scorci più suggestivi e noti di Bruges è il Quay del Rosario (Rozenhoedkaai). Qui bisogna fare la fila per posizionarsi nel punto giusto e scattarsi un selfie perché è sempre pieno zeppo di turisti. Bellissimo di giorno, specie nelle giornate di sole, ma anche di sera, quando le calde luci dei lampioni illuminano tutto il centro storico di Bruges e trasportando il visitatore nel Medioevo.

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Fonte: isit Bruges © Jan D’Hondt

Il Beghinaggio a Bruges

Tra i luoghi più romantici di Bruges c’è anche il Ponte dell’amore, un ponticello di pietra nascosto tra le case, dietro il Castello di Gruuthuse, l’edificio più imponente della città. Dal ponte si può ammirare quella che gli abitanti considerano la finestra più piccola di tutta Bruges, una bifora sul retro del Gruuthuse che da qualche anno ospita il museo cittadino.

Molto pittoreschi sono anche il Markt, la piazza del mercato, la più popolare di Bruges, il Belfort (o Beffroi), la torre alta 83 metri sulla quale si può anche salire, se si ha la forza di scalare i 366 gradini, per ammirare il panorama della città dall’alto, e il Beghinaggio, Patrimonio dell’Unesco come tutto il reso del centro di Bruges. Del resto, a vederla, sembra proprio uscita da un libro di fiabe.

Fonte: 123rf

Il Quay del Rosario a Bruges

Tra le attrazioni menzionate non poteva mancare il Sint-Janshospitaal, l’antico Ospedale di San Giovanni, oggi museo dedicato a Hans Memling. Il museo in questa stagione rientra più che mai tra ‘I luoghi da non perdere’; qui dal 28 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023 va in scena la mostra Face to face with death, dedicata a Hugo van der Goes (1430-40 – 1482), che insieme a Jan van Eyck e Hans Memling fu uno dei più grandi Primitivi Fiamminghi.

Natale a Bruges

Chi decide di visitare Bruges durante le festività natalizie, poi, resterà letteralmente ammaliato dalla magia che questa città è in grado di regalare.

bruges-inverno

Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

Inverno a Bruges

A partire dal 25 novembre si inaugura la nuova edizione di Winterglow, il percorso di installazioni luminose distribuite in vari angoli della città medievale.

Le otto attrazioni, insieme alla pista di pattinaggio sul Minnewater (il Lago dell’amore) e il winter bar, sono decisamente tra le tappe imprescindibili.

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Fonte: Visit Bruges © Jan D’Hondt

La piazza Jan van Eyck a Bruges
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Il caffè si beve a Dublino, nel primo bar firmato LEGO

Organizzare un viaggio a Dublino è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Irlanda, situata sulla costa orientale del Paese, è una città che non smette mai di sorprendere. Non è un caso che, proprio qui, migliaia di turisti provenienti da ogni parte del mondo scelgono di organizzare viaggi e vacanze in ogni periodo dell’anno.

Lo fanno per raggiungere il castello cittadino, che conserva i resti di una storia che risale al XII secolo, ma anche per esplorare l’imponente e maestosa Cattedrale di San Patrizio. Lo fanno per passeggiare nel centro urbano, tra gli edifici storici e caratteristici, ma anche per raggiungere i parchi e per esplorare lo straordinario patrimonio naturalistico e paesaggistico che si snoda fuori ai dintorni di Dublino.

E come se tutto questo non fosse già abbastanza, per prendere un’aereo e raggiungere la capitale dell’Isola di Smeraldo, c’è un altro motivo per andare a Dublino adesso. Si tratta dell’apertura di un nuovo bar, non uno qualsiasi, ma la il primo Brick Café firmato LEGO.

Si beve caffè e si gioca con i mattoncini: succede a Dublino

Uomini e donne, adulti e bambini, nessuno resta immune dal fascino dei mattoncini più celebri del mondo, quelli firmati LEGO. Lo dimostra il fatto che qualsiasi attrazione a tema, si rivela sempre un successo.

E dopo il parco a tema LEGO in Italia, il Legoland Resort in Germania e il Brick Burger nelle Filippine, giusto per citarne alcuni, tocca alla città di Dublino che, proprio in questi giorni, ha inaugurato il primo LEGO Brick Café.

Ci troviamo nel cuore della capitale irlandese, e più precisamente nel quartiere Blackpitts, uno dei più cool di tutta la città. A circa un chilometro dal centro, in questa zona possiamo trovare l’Hen’s Teeth, un concept store che ospita un ristorante, un negozio, una caffetteria e anche una galleria. Ed è proprio al suo interno che è stato inaugurato il Brick Café firmato LEGO.

Si tratta di un progetto sperimentale dedicato esclusivamente agli adulti. Tutti qui sono invitati a entrare, a mettersi alla prova e a costruire, mattone dopo mattone, creazioni incredibili tra un caffè, una cioccolata calda o una birra.

LEGO Brick Cafe
LEGO Brick Cafe

LEGO Brick Café

È un progetto sperimentale, unico e sensazionale che sta entusiasmando tutti i fan del celebre mattoncino. Il LEGO Brick Café, infatti, è il primo del suo genere e ha una missione: quella di assistere e stimolare le persone nello sviluppo della creatività e nel gioco. Lo spazio creato all’interno dell’Hen’s Teeth di Dublino, infatti, è dedicato esclusivamente agli adulti.

Inaugurato in occasione del mese dedicato alla salute mentale, questo spazio è nato grazie alla collaborazione tra Lego Lead User Lab e l’agenzia creativa Boys+Girls. Come abbiamo anticipato, però, si tratta di un progetto sperimentale che permetterà a cittadini e viaggiatori, in visita a Dublino, di immergersi all’interno del fantastico mondo dei LEGO il 26 e il 27 ottobre.

All’interno del bar le persone possono scegliere tra un’ampia selezione di set e mattoncini LEGO, per giocare, sperimentare e creare case, castelli, città e qualsiasi altro progetto. Durante i due giorni saranno organizzati anche dei workshop sulle infinite possibilità creative che i mattoncini in questione offrono.

LEGO Brick Cafe

Fonte: IPA

LEGO Brick Cafe
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Sul tetto di un ex bunker è nata un’oasi verde

C’era una volta, neanche molto tempo fa, l’Hochbunker Feldstrasse, un bunker costruito negli anni ’40 nel quartiere St. Pauli di Amburgo in soli 300 giorni. Utilizzato dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, e dalle persone della città rimaste senza casa dopo la fine del conflitto mondiale, questo grande e imponente edificio di cemento ha rappresentato a lungo una ferita aperta da uno dei capitoli più dolorosi della storia del Paese e del mondo intero.

Oggi c’è ancora quell’edificio che, con la sua struttura imponente, campeggia maestoso nella zona di Heiligengeistfeld, proprio nel cuore di St. Pauli. Ma non è più solo il simbolo di un passato che non si può dimenticare, ora  è il protagonista di una delle più grandi operazioni di ristrutturazione edilizia e restauro architettonico mai realizzati in Germania, destinata a cambiare per sempre il volto del quartiere.

Quello che era un bunker antiaereo, infatti, è stato trasformato in un’oasi verdeggiante e lussureggiante che svetta verso il cielo. Una sorta di bosco verticale che culmina nei giardini pensili e che diventerà uno spazio multifunzionale. Il suo nome è Bunker Verde di St. Pauli.

Dentro il quartiere più caratteristico di Amburgo

Il nostro viaggio di oggi ci porta nel cuore di una delle città portuali più importanti della Germania. Stiamo parlando di Amburgo, un territorio straordinario caratterizzato da canali, parchi, laghi e quartieri deliziosi e pittoreschi. Uno dei più celebri e frequentati dai cittadini e dai viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo è proprio St. Pauli, il quartiere più caratteristico della città.

Qui si snodano teatri e locali, boutique trendy e negozi di moda, non mancano neanche le caffetterie e i ristoranti con vista sulle strade più animate di Amburgo. Ed è sempre qui che, da anni, campeggia un colosso di cemento nella zona di Heiligengeistfeld, nel cuore del quartiere. Si tratta del vecchio bunker costruito negli anni della Seconda Guerra Mondiale.

Per capire le sue dimensioni stratosferiche, basta dare un’occhiata ai suoi numeri. La struttura di cemento si innalza per 50 metri e durante gli anni del conflitto mondiale poteva ospitare fino a 18.000 persone. Ma quello che sembrava un edificio in eterno contrasto con il paesaggio urbano di Amburgo, e del suo quartiere più trendy, ora è stato trasformato in un un’oasi verdeggiante e straordinaria. Un grattacielo green destinato a consolidare il legame tra presente e futuro, i cui spazi interni saranno accessibili a tutti, cittadini e viaggiatori.

Un’oasi sui tetti nel cuore di Amburgo

Come abbiamo anticipato, il vecchio bunker costruito durante Terzo Reich è diventato l’oggetto di una delle più grandi ristrutturazioni urbane della città e del Paese intero. L’obiettivo non è quello di cancellare il passato, ma anzi di celebrare la memoria in maniera assolutamente inedita e straordinaria.

Il rifugio, che già ai tempi della sua costruzione si era guadagnato il primato di essere uno degli edifici più alti di tutta la Germania, ora è stato trasformato in una struttura di cinque piani che assume una forma piramidale e che raggiunge un’altezza di 58 metri.

Da circa metà dell’edificio il cemento è totalmente ricoperto da un bosco verticale composto da quasi 5000 piante che si inerpicano sulla facciata e che culminano sul tetto, proprio il luogo che ospiterà un giardino pensile di incredibile meraviglia che sarà accessibile a tutti, e consentirà una vista straordinaria sui tetti della città. Saranno 7.600 i metri quadrati di verde all’interno dei quali cittadini e viaggiatori potranno perdersi e immergersi. Ma non è tutto perché, per attraversarli, verrà creato un percorso di 300 metri caratterizzato da tutte le suggestioni di un sentiero di montagna.

Al suo intero, il Bunker Verde di St. Pauli, si prepara a ospitare eventi sportivi e culturali in spazi appositamente adibiti. Ma ci sarà anche un hotel, che porterà la firma della celebre catena Nhow. L’edificio ospiterà, inoltre, anche un monumento commemorativo.

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Le location spagnole di “House of the Dragon”

Se i Paesi nordici come Irlanda e Islanda erano stati i set prediletti dove ambientare “Il trono di spade”, per il prequel “House of the Dragon” si è puntato su luoghi soleggiati.

La Spagna è stato il Paese individuato dalla produzione dove girare la maggior parte delle scene. Cieli blu, giardini lussureggianti, villaggi mediterranei sono una costante nella serie che introduce le vicende dalla famiglia Targaryen che siede sul Trono di Spade.

I giardini di Lloret de Mar

La principessa Rhaenyra, figlia del re Viserys ed erede al trono, nel primo episodio, passeggia in uno splendido parco affacciato sul mare. Si tratta dei Giardini di Santa Clotilde che si trovano nella nota località di villeggiatura di Lloret de Mar, sulla Costa Brava, e di cui pochi conoscono l’esistenza. Eppure, furono realizzati nel 1927 da Raúl Roviralta, in collaborazione con Nicolás María Rubió i Tudurí, che seppe valorizzare la posizione privilegiata di questi terreni, sfruttando al meglio la forte pendenza della scogliera.

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Fonte: 123rf

I Giardini di Santa Clotilde a Lloret de Mar

Dalla spianata della casa parte una grande scalinata verde con sculture di sirene. Tutti i sentieri, i viali, le piazzole e le scale sono definiti da siepi tagliate che formano una splendida architettura verde.

Cáceres, nell’Estremadura

Già vista più volte in “Game of Thrones”, la località di Cáceres, nell’Estremadura, patrimonio mondiale dell’Unesco, è stata il set anche di “House of the Dragon”. La Plaza de Santa María e la Cuesta de Aldana sono facilmente riconoscibili nel primo episodio della serie. A ricordo di ciò, nella Plaza de San Jorge è stata eretta una grande statua dei draghi.

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Fonte: 123rf

Il centro di Cáceres, nell’Estremadura, in Spagna

Il castello di Granada

Non è facile da riconoscere, ma vi hanno girato alcune scene notturne con i draghi. Stiamo parlando del Castello di La Calahorra a Granada, risalente al XVI secolo e di proprietà privata.

Molto più frequente è, invece, la location dove è stata ambientata Roccia del Drago, il luogo di nascita di Casa Targaryen, Signori dei Draghi.

La penisola di Gaztelugatxe

Roccia del Drago si trova nei Paesi Baschi, in Spagna, ed è nella realtà la penisola di Gaztelugatxe, un piccolo lembo di terra collegato con la terraferma da un ponte di pietra nei pressi di Bermeo. Il nome è difficilissimo da pronunciare e deriva dal basco “gaztelu”, “castello”, e da “gaitz”,”terribile” ovvero “castello pericoloso”.

Anche nella realtà, sembra un luogo uscito direttamente da un romanzo d’avventura. Circondato dal Mar Cantabrico e dal monte Burgoa, si trova sulla costa di Biscaglia all’interno della Riserva della Biosfera di Urdaibai, lontano da qualunque centro urbano. la città più vicina è Bilbao, che dista circa 35 chilometri. Se vi capita di visitare la Capitale dei Paesi Baschi, una gita a Gaztelugatxe è d’obbligo.

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Fonte: 123rf

La vera isola di Roccia del Drago, nei Paesi Baschi, Spagna