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Le luci di Natale hanno acceso la città: Atene non è mai stata così bella

Le caselline dei calendari dell’avvento che si aprono in tutto il mondo, giorno dopo giorno, ci ricordano che siamo già dentro al periodo più magico dell’anno, ma ce lo ricordano anche tutte quelle atmosfere scintillanti e sfavillanti che hanno trasformato le strade, le piazze e i quartieri delle città di tutto il mondo, le stesse che stiamo raggiungendo adesso per toccare con mano l’incantata atmosfera natalizia.

In cima alle nostre travel wish list ci sono loro, i luoghi più iconici del periodo dell’Avvento, quelli che durante la stagione natalizia si abbigliano a festa illuminando lo sguardo e riscaldando il cuore. Destinazioni che, grazie a mercatini di Natale grandissimi, alberi maestosi e antichi, luminarie sfavillanti e presepi che sembrano regni incantati, si sono conquistati la nomina di città più belle del mondo a Natale.

Ma in realtà, all’ombra delle destinazioni più raggiunte durante il periodo dell’Avvento, ci sono tante altre città che si sono appropriate dello spirito natalizio e si sono trasformate in cartoline di immensa bellezza come ha fatto Atene. La capitale della Grecia, infatti, non è mai stata così luminosa.

Natale ad Atene: è magia

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio ad Atene, in tutti i periodi dell’anno e in ogni stagione. La capitale della Grecia, infatti, è un concentrato di meraviglie che parlano di un passato glorioso e mai dimenticato, sospeso tra storia e leggenda, che vive e sopravvive nelle numerose testimonianze lasciate su tutto il territorio.

La città si contraddistingue per gli incredibili monumenti che risalgono al V secolo a.C., per la splendida e suggestiva Acropoli che conserva i tempi delle divinità, e per i musei e i parchi archeologici che mettono in mostra oggetti e reperti dell’Antica Gregia.

Un viaggio qui, dicevamo, è sempre una splendida idea, perché Atene, lo sappiamo, è destinata a incantare. Quello che non tutti sanno, però, è che la città proprio in questo periodo si è trasformata in una cartolina di immensa bellezza, appropriandosi dello spirito del Natale, e diventando una capitale natalizia tutta da scoprire.

Ora che le luci si sono accese, infatti, Atene ha mostrato il suo volto più bello, quello fatto di alberi maestosi, decorazioni sontuose e percorsi urbani che trasportano i viaggiatori in una favola natalizia senza uguali.

Piazza Syntagma

Fonte: Getty Images

Piazza Syntagma

Inseguendo il profumo dei Melomakarona

Anche se Atene non è conosciuta per essere una delle destinazioni da raggiungere in inverno, sono diverse le cose che si possono fare per scoprire le meravigliose tradizioni di questo territorio perpetuate dagli abitanti della città che, proprio in questo periodo, sono tra le strade, le piazze e i quartieri per godersi le scintillanti luci natalizie.

Le vacanze di Natale ad Atene cominciano così, inseguendo il profumo dei Melomakarona che si diffonde nell’aria inebriando i sensi. Questi biscotti al miele, infatti, sono gli assoluti protagonisti delle feste, ed è il loro inconfondibile aroma a portarci nella meravigliosa Piazza Syntagma, la più celebre e frequentata della città, proprio lì dove tutto è stato illuminato di magia.

Le luci sono state accese il 6 dicembre, e continueranno a illuminare i percorsi urbani fino all’Epifania. Durante questo mese, le cose da fare e da vedere sono tantissime. Provare le prelibatezze locali e tradizioni, per esempio, ma anche andare alla ricerca dei tanti bazar e mercatini che spuntano in giro per la città durante il periodo dell’Avvento. E poi, ancora, andare alla ricerca di Agios Vasilis, il Babbo Natale greco che porta i regali ai bambini del Paese. Dimenticatevi, però, la pancia e la barba bianca, perché questo Santa Claus è alto, snello e ha un barba molto scura.

Piazza Piazza Omonoia, Atene

Fonte: Getty Images

Piazza Omonoia, Atene
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Benvenuti ad Assos, il villaggio più fiabesco della Grecia

A circa 36 km a nord di Argostoli, capoluogo di Cefalonia, poco distante dalla spiaggia di Myrtos, si trova il minuscolo ma incantevole villaggio di Assos, un luogo nascosto di grande bellezza che vale senz’altro la pena visitare. Un piccolo gioiello simbolo del Mediterraneo, da non perdere per la sua armoniosa miscela di elementi pittoreschi, che regala esperienze di totale relax nella natura.

L’incantevole villaggio di Assos in Grecia

Assos si sviluppa su una penisola a forma di ferro di cavallo, nella parte nord-occidentale di Cefalonia, tra le migliori destinazioni europee, e ospita un centinaio di abitanti. È un villaggio affascinante e colorato, arroccato sulle acque turchesi di questa splendida isola greca, ricca di città e borghi pittoreschi, ma senza dubbio questo è uno dei più graziosi.

Per raggiungerlo, bisogna immergersi in un paesaggio naturale che emoziona a ogni scorcio. Dalla strada costiera, i ripidi tornanti che conducono giù al paese si circondano di boschi cipressi che poco alla volta rivelano tetti rossi e facciate dalle tonalità pastello. Sulla piazzetta si affaccia qualche casa e qualche ristorante, e il molo dove attraccano i pescherecci o i pochi yacht che vi approdano. Si cammina tra vicoli stretti fiancheggiati da bouganville e antiche chiese. Ma l’attrazione più ammaliante è il Castello di Assos.

Il Castello di Assos, attrazione veneziana sull’isola di Cefalonia

Splendido esempio dell’architettura militare di una delle più belle e famose isole della Grecia (qui, invece, vi abbiamo parlato delle meno note), il Castello venne realizzata dai veneziani nel XVI secolo, su richiesta degli abitanti del posto che desideravano la fondazione di una seconda fortezza dopo quella di Aghios Gheorgios, per proteggere più efficacemente Cefalonia dalle incursioni dei pirati. L’edificio venne costruito sulla sommità della collina rocciosa, alta 170 metri, che occupa l’intera penisola penetrando nelle acque blu del Mar Ionio, e ha come unico accesso una strettissima lingua di terra che lo collega alla costa.

Oggi si possono ammirare le rovine delle possenti mura, dei bastioni, delle due porte, della casa dell’Alto Commissario veneziano e della chiesetta di San Marco. L’accesso al castello avviene tramite un sentiero in pietra ristrutturato, e nelle vicinanze si trova la chiesetta abbandonata del profeta Elia, costruita nel 1888 sulle rovine di un’altra chiesetta risalente al 1500.

Le spiagge, piccoli paradisi

Di Assos si amano soprattutto le due spiagge, entrambe con una splendida vista sulla baia e con fondali ideali per gli amanti dello snorkeling. Lo scenario in cui sono immerse, con il verde intenso dei boschi circostanti che fa da cornice ad acque cristalline, è una vera festa per gli occhi. Una è proprio in paese, in alta stagione vi si possono affittare sdraio e lettini con ombrelloni, mentre una parte resta sempre libera. Alle spalle ha due ristoranti, e nelle vicinanze vi si trovano localini, bar e negozi.

La seconda spiaggia, più piccolina, è sulla stradina che porta al Castello di Assos. È completamente libera ma meno affollata rispetto all’altra, il che la rende perfetta per vivere un’esperienza privata idilliaca e anche molto romantica, se rimanete fino al tramonto. A 11,5 km da Assos, inoltre, si trova la splendida spiaggia di Myrtos, vanto di Cefalonia, considerata la più bella della Grecia.

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Nel Regno Unito cambia tutto: i liquidi in volo si possono portare

In un futuro non troppo lontano, il nostro modo di viaggiare in aereo potrebbe subire notevoli cambiamenti. E il Regno Unito rappresenterà il punto di partenza verso una nuova era dei voli: è infatti in sperimentazione un nuovo sistema di sicurezza che dovrebbe far venire meno uno dei capisaldi di qualsiasi viaggio, ovvero la presenza di un limite (100 ml) per poter trasportare liquidi a bordo. Vediamo cosa potrebbe cambiare.

Addio al limite dei 100 ml in volo

Organizzare un viaggio in aereo richiede un po’ di attenzione alle norme riguardanti ciò che si può inserire nella valigia che andrà in stiva e, soprattutto, nel bagaglio a mano che verrà a bordo con noi. Una delle regole più importanti è quella del trasporto di liquidi: se in stiva i margini sono abbastanza ampi, la situazione è decisamente diversa per il bagaglio a mano. Tutte le compagnie aeree hanno un limite ben preciso da rispettare – il rischio è quello di non superare i controlli ed essere costretti a gettare il prodotto in eccesso per poter salire in aereo.

In particolare, la normativa prevede che i passeggeri possano portare con sé (nel bagaglio a mano) solamente contenitori dalla capienza massima di 100 ml, per un totale che non deve superare 1 litro. I contenitori devono essere riposti in una bustina richiudibile trasparente dalle dimensioni massime di 18×20 cm, e ciascun passeggero può avere con sé solo una bustina nel suo bagaglio. Non è certo raro che qualche viaggiatore distratto o meno esperto si sia ritrovato, al momento dei controlli, a dover buttare via bottiglie d’acqua, bibite di ogni tipo o costosissimi profumi per non aver rispettato questa normativa.

Ma ora la regola potrebbe subire una vera e propria rivoluzione. E il cambiamento potrebbe partire dal Regno Unito, dove – tra l’altro – tutto ha avuto inizio: nel 2006, a seguito di un piano terroristico che avrebbe dovuto coinvolgere l’aeroporto di Heathrow con una serie di attentati provocati da esplosivi liquidi, è stato introdotto il limite che ancora oggi è presente in tutto il mondo. Dal 2024, tuttavia, potremmo finalmente essere in grado di salire a bordo di un aereo senza preoccuparci della quantità di liquidi nel nostro bagaglio a mano.

La nuova regola per i liquidi a bordo

Come rivela il Times, presto gli aeroporti inglesi potrebbero introdurre una nuova disciplina in merito alla presenza di liquidi in cabina. A partire dal 2024, se la proposta venisse adottata, non ci saranno più limiti per quanto riguarda il bagaglio a mano. Il merito è dell’adozione di speciali scanner che permettono di avere un’immagine 3D del contenuto delle borse: per i viaggiatori, ciò significa non dover più gettare liquidi nel caso in cui superino il limite dei 100 ml, ma anche non dover più rimuovere laptop e altri dispositivi elettronici dal proprio bagaglio prima dei controlli.

Al momento, questo nuovo sistema di sicurezza all’avanguardia è in sperimentazione presso gli scali di Heathrow, Gatwick e Birmingham, ma dovrebbe diventare operativo nella maggior parte degli aeroporti inglesi entro la metà del 2024. La novità è senza dubbio molto interessante: per i passeggeri significa avere una preoccupazione in meno (e molta più libertà nel preparare il proprio bagaglio), mentre per gli operatori è un modo per velocizzare i controlli di sicurezza. E ora più che mai se ne sente il bisogno, visto anche i notevoli problemi che proprio gli aeroporti inglesi – come in molte altre parti del mondo – hanno sperimentato la scorsa estate.

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Si trova in Romania uno dei castelli più belli d’Europa

Sinaia è una splendida cittadina della Romania situata a circa 120 chilometri a Nord dalla Capitale Bucarest. Una località davvero sorprendente tanto da essere considerata “la perla dei Carpazi”. Si trova, tra le altre cose, a 800 metri di altitudine sul livello del mare e in quello che possiamo definire il confine tra la Valacchia, una regione storica della Romania, e la ben più famosa Transilvania.

Fare un viaggio da queste parti per molti vuol dire andare alla ricerca di edifici angusti e storie leggendarie fatte di lupi mannari e vampiri, ma la realtà, spesso, è ben diversa. Su quella che è considerata la vera e propria porta d’ingresso della Transilvania, come un miraggio appare un maniero dai profili fiabeschi e che ancora oggi è considerato uno dei più belli d’Europa: il Castello di Peleș.

Castello di Peleș, un po’ di storia

Il Castello di Peleș è una delle attrazioni turistiche più visitate della Romania. Ma del resto è comprensibile: è un eccezionale esempio di architettura neo-rinascimentale tedesca. È stato costruito tra il 1875 e il 1883 per volere di re Carlo I e, oltre a essere definito “uno dei più incantevoli di tutto il continente”, è stato il primo tra gli europei ad essere interamente illuminato dalla corrente elettrica.

Carlo I di Romania decise di edificarlo a Sinaia perché, in seguito a una visita della città, restò particolarmente colpito dalla bellezza del paesaggio. Fu così che scelse di acquistare un terreno e far costruire un castello come residenza estiva per la Famiglia Reale.

Castello di Peleș romania

Fonte: iStock – Ph: SCStock

Il meraviglioso Castello di Peleș

Esso fu usato usato dai monarchi fino al 1948 quando, con l’avvento del Comunismo, fu trasformato in un museo che aprì le sue porte al pubblico solo nel 1990.

In sostanza, è una costruzione dalla storia abbastanza recente, ma nonostante questo riesce a conquistare ogni suo visitatore con la bellezza dei suoi decori, sia esterni, sia interni. La sua struttura, infatti, fu appositamente studiata per fornire un edificio con servizi mai visti prima nei castelli europei. Non solo impianto elettrico, quindi, ma anche riscaldamento centralizzato e persino un’aspirapolvere.

Visitare il Castello di Peleș

Il Castello di Peleș vanta una superficie di ben 3.200 metri quadri e 160 stanze riccamente decorate e ammobiliate a cui fanno seguito 30 bagni.

Ma è già ammirandolo dall’esterno che ci si rende conto di essere di fronte a un capolavoro di architettura. Infatti, vi ritroverete dinnanzi a uno splendido edificio bianco come la neve dove a far da contrasto ci sono alcune pregevoli finiture in legno scuro, torrette a punta, tanti motivi alle finestre, sui tetti e sulle balaustre. Un’architettura, quindi, che riesce perfettamente a inserirsi nell’armonia del paesaggio circostante.

Esso, infatti, è completamente abbracciato dalla natura in cui ogni tanto spuntano sculture, fontane e vasi in marmo di Carrara che contribuiscono a renderlo ancor più fiabesco. Tra le statue più importanti vi segnaliamo quella di Carlo I realizzata dallo scultore italiano R. Romanelli, il monumento alla regina Elisabetta, leoni che fanno da guardia e molto altro ancora.

Non da meno sono le meraviglie che custodisce gelosamente tra le sue mura. A tal proposito però c’è da fare una premessa: delle 160 stanza presenti solo 10 visitabili. Nonostante questo, rimarrete certamente impressionati dai maestosi lampadari fatti in vetro di Murano, affreschi, ricami in seta e molti altri lussi. Ma non solo. A lasciarvi un segno indelebile, infatti, saranno anche le sculture in noce e bassorilievi situati all’ingresso, così com il soffitto in vetro che si apre sul cielo.

Peleș castello dettagli

Fonte: iStock

Alcuni dettagli del Castello di Peleș

Ogni stanza, poi, ha qualcosa di spettacolare e unico e il fatto più curioso è che, nonostante gli stili diversi con cui sono state progettate, cìò che emerge è un insieme armonico.

Le decorazioni delle camere hanno temi esclusivi provenienti da tutte le culture del pianeta: italiano, inglese, francese, spagnolo-moresco, turco, barocco, rococò e molte altre ancora. Un castello veramente eccezionale e che riesce a catapultare chiunque lo scopra in una dimensione dai profili fiabeschi. Ma Peleș è anche il Castello dei primati, a tal punto da essere uno dei più innovativi dell’epoca.

Oltre alla corrente elettrica, il riscaldamento e l’aspirapolvere, nel Castello di Peleș vennero persino installati degli ascensori. Inoltre, nella sala del teatro è stata presentata per la prima volta in Romania una pellicola cinematografica.

Cos’altro vedere a Sinaia

Il Castello di Peleș vale certamente il viaggio. Ma la verità è che la città in cui si trova, Sinaia, ha molte altre meraviglie che vale la pensa scoprire. Per esempio, qui si erge un altro splendido Castello: il Pelișor, le cui stanze più importanti sono la Holul de onoare (sala d’onore) che sfoggia un bel lucernario in vetro e acciaio, l’ufficio di Re Ferdinando I che invece è impreziosito da mobili in stile neo-rinascimentale tedesco, e la camera d’oro.

Molto interessante anche il Monastero di Sinaia, dedicato a Santa Caterina, dove si sviluppano due cortili nel cui centro sorge una piccola chiesa costruita in stile bizantino: la Biserica Veche (chiesa vecchia) e la Biserica Mare (chiesa grande). Degno di nota anche l’interno in cui poter ammirare affreschi e mosaici in stile neo-bizantino e anche un museo che ospita una collezione di icone e croci risalenti al XVII secolo, la prima bibbia scritta in romeno e una miriade di oggetti preziosi.

Poi Villa Luminiș che era la casa del compositore e musicista romeno George Enescu. Costruita negli anni ’20 del secolo scorso in stile Brâncoveanu, fu abitata dall’artista dal 1926 al 1946. Da quel momento in poi, purtroppo, fu costretto a lasciare la Romania e trasferirsi a Parigi. Per questo motivo, decise di donare la villa allo Stato romeno con lo scopo che venisse utilizzata come luogo di creazione e ricreazione degli artisti. Nel 1995 vi fu inaugurato un museo.

Infine, Sinaia è anche una delle più famose località sciistiche di tutta la Romania, ma anche la meta ideale per chi ama stare a contatto con la natura grazie ai suoi tanti – e bellissimi – percorsi escursionistici ben segnalati e decisamente ben tenuti.

Insomma, vale davvero la pena fare un viaggio a Sinaia sia perché qui svetta uno dei castelli più belli di tutta Europa, sia perché è una destinazione che ha davvero molto da offrire ai suoi visitatori.

Sinaia romania

Fonte: iStock

Sinaia in inverno
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L’incredibile ritrovamento avvenuto in Germania

Nessuno avrebbe mai immaginato cosa si nascondeva in quelle scatole polverose, rimaste per tanto tempo dimenticate in un angolo. L’incredibile ritrovamento è avvenuto in Germania, presso la biblioteca diocesana dell’Arcivescovado di Monaco di Baviera e Frisinga: per gli esperti, si tratta della “scoperta filosofica del secolo”.

Germania, trovati manoscritti con appunti di Hegel

Questa volta non si tratta di un misterioso relitto affondato in acque oceaniche o di un’incredibile scoperta archeologica come le tante avvenute negli ultimi mesi. Bensì di oltre 4mila pagine di appunti delle lezioni e delle conferenze tenute da Georg Wilhelm Friedrich Hegel, importante filosofo tedesco conosciuto come il padre dell’idealismo. Quello che è riemerso è qualcosa di eccezionale: “Da quasi due secoli i ricercatori non esaminavano queste carte da vicino” – ha spiegato Klaus Vieweg, professore di storia della filosofia presso l’Università di Jena, nonché biografo e ricercatore di Hegel, che ha ritrovato i manoscritti.

“È una scoperta così sorprendente e fortunata che capita probabilmente una sola volta nella vita, è paragonabile alla scoperta di una nuova partitura di Mozart o di Beethoven” – ha concluso Vieweg. Gli appunti erano contenuti in cinque scatole d’archivio assieme a numerose cartelle e ad altri documenti scritti a mano, il tutto ben celato nella biblioteca diocesana dell’Arcivescovado di Monaco di Baviera e Frisinga. Queste carte possono finalmente fare luce su alcuni degli aspetti più complicati della dottrina hegeliana, in considerazione delle numerose riflessioni sul tema della libertà, sulla religione e sull’arte che vi sono contenute.

I manoscritti inediti sulle lezioni di Hegel

Secondo quando emerso ad una prima analisi, gli appunti sono stati trascritti dal filosofo e politico cattolico Friedrich Wilhelm Carove, che è stato uno dei primi studenti di Hegel presso l’Università di Heidelberg. Le trascrizioni sarebbero state donate al professore di filosofia e medico Karl Joseph Hieronymus Windischmann, quindi ereditate da suo figlio Friederich, teologo e vicario generale dell’arcidiocesi di Monaco e Frisinga attorno alla metà dell’800.  Quest’ultimo ha lasciato un’ampia collezione di documenti e manoscritti, tra i quali ora sono emersi gli appunti delle lezioni di Hegel.

Vi è anche la trascrizione di una conferenza di estetica che il filosofo ha tenuto a Heidelberg, tanto a lungo cercata: sarebbe l’unica testimonianza esistente di tale evento. Le opere di Hegel sono da sempre considerate tra le più difficili da comprendere, in ambito filosofico. I manoscritti ora potrebbero aiutare gli esperti a fare chiarezza sulle sue idee: gli appunti sarebbero una specie di “work in progress”, ovvero un’architettura complessa di riflessioni attraverso le quali il filosofo avrebbe pian piano sviluppato le sue opinioni sull’estetica e sulla definizione di arte.

Ora, questi preziosi manoscritti verranno raccolti in un’edizione che conterrà anche il commento di un team di esperti internazionali: tra di loro, lo stesso Vieweg, autore della scoperta, e Christian Illies, professore di filosofia presso l’Università di Bamberga. “Nel corso degli anni, la scoperta di nuovo materiale è diventata sempre meno probabile” – ha spiegato quest’ultimo. Per questo, il ritrovamento degli appunti delle lezioni di Hegel è così importante ed emozionante per gli studiosi che adesso potranno farsi una nuova idea sulle riflessioni del grande filosofo.

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Alberi di Natale più belli del mondo: uno è in Spagna

Immaginate di essere il sindaco di una città spagnola, già suggestiva di suo, e di porvi un obiettivo ambizioso: fare il Natale più meraviglioso che esista. Da dove iniziereste? Esatto: dal realizzare uno degli alberi di Natale più belli del mondo. Una missione non da poco, ma che da qualche anno a questa parte i sindaci di Vigo riescono a portare a compimento grazie a una delle installazioni più luminose e magiche che esistano sulla faccia della Terra.

Sì, perché il luminoso albero di Natale di Vigo non è “solo” un turbinare di lucine che si accendono e si spengono. È una creazione impregnata di spirito natalizio, che vuole simboleggiare la capacità di toccare il cielo con le emozioni e i sentimenti più belli che tanto distinguono questo periodo. Incantevole, non è vero?

Un'immagine dell'albero di Natale di Vigo

L’idea dell’albero di Natale di Vigo

Ma andiamo per ordine: dunque, perché questo albero di Natale è così speciale? Perché nasce, come abbiamo già accennato all’inizio, dall’idea di realizzare qualcosa di magnifico per questo periodo così magico. Pare che Abel Ramón Caballero Álvarez, sindaco di Vigo dal 2007, abbia a lungo ponderato su come rendere famosa la cittadina galiziana durante le festività. Vigo è famosa per lo stabilimento Peugeot Citroën, ma il sindaco desiderava davvero che la sua fama fosse associata al Natale.

Vigo, uno degli alberi di Natale più suggestivi di Spagna

Secondo Caballero Álvarez, infatti, la città ha tutte le carte in regola per giocare contro i “luoghi sacri” delle decorazioni natalizia (il New York e il Rockefeller Center in primis). Così, ecco l’idea: realizzare un turbinare di decorazioni che culminassero in un enorme albero di Natale che si distinguesse. Perché in fondo, di alberi fatti di lucine ne esistono centinaia, migliaia, milioni, ma il sindaco voleva di più: un’installazione di oltre 11 milioni di luci led di ultimissima generazione, dunque a basso impatto energetico.

I giochi di luci dell’albero di Natale di Vigo

Le lucine, che accendono l’albero di Plaza da Constitucion, non si surriscaldano e rispettano l’ambiente anche nel pieno delle loro funzioni. Anche le luci della suggestiva stella-puntale sono led. Ogni anno la stella assume una forma leggermente diversa, ma resta l’unico punto perennemente acceso e non cangiante, che brilla attirando l’attenzione verso il cielo. Ma, ovviamente, non è tutto qui. L’albero, che diventa ogni anno più grande, si distingue anche per i suoi giochi di luci.

Vigo, uno degli alberi di Natale più belli di Spagna

Per spiegarli, possiamo dire che questi giochi di luci contribuiscono a dare all’albero di Natale un tocco originale: cambiano continuamente sia la durata e le intermittenze del luccichio che la loro intensità, oltre che il colore. Alternandosi, inoltre, creano vortici, spirali, immagini geometriche e illusioni ottiche che lasciano tutti a bocca aperta. Per chi vuole vivere un’esperienza davvero magica, inoltre, è possibile entrare al suo interno, godendosi la bellezza di una “gabbia” di luci.

Le decorazioni, l’albero e la sfida di Vigo

Se già l’albero di Natale vi affascina, sappiate che non è l’unica cosa che brilla a Vigo durante le feste natalizie. Di anno in anno, la città si arricchisce di nuove decorazioni e nuove installazioni e il sindaco cerca di decorare tutti gli alberi lungo i viali. Nel 2020, il consiglio comunale ha dato il via durante la primavera alla piantumazione di nuovi arbusti e alberelli, sia per rendere la città più green che per illuminarli durante le feste.

In generale, i lavori per rendere magico il Natale a Vigo iniziano a fine luglio/inizio agosto, con idee per tingere di luce quasi 400 strade ogni anno. Il risultato è un contraltare di luminarie e insegne, di addobbi e di fiocchi, ma non solo: negozi e viali si riempiono del profumo di agrumi e cannella che vengono essiccati, durante i mesi precedenti, proprio per diventare parte integrante delle decorazioni natalizie. Che dire, a dicembre è proprio il caso di programmare una tappa in Galizia. Non trovate?

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Bambouseraie de Prafrance, la foresta di bambù nel cuore della Francia

In Occitania esiste un luogo molto speciale, un angolo d’Asia nel cuore della Francia e dell’Europa: si tratta della Bambouseraie de Prafrance, eccezionale giardino botanico con oltre 1000 bambù che ogni anno, da metà febbraio a metà novembre, conduce i visitatori in un viaggio ricco di sorprese e scoperte a pieno contatto con la natura.

Tra i giardini più incantevoli del Paese, nasce nel 1856 dal sogno e dalla determinazione di Eugène Mazel, appassionato di orticoltura e scienze naturali, che importa a e trapianta qui specie esotiche provenienti dal Giappone, dalla Cina, dall’Himalaya e dal Nord America.

Alla sua morte, la tenuta viene acquistata dalla famiglia Négre che la espande fino agli attuali 34 ettari, di cui 15 occupati dal magnifico Parco, che oggi fa parte del prestigioso circuito Les Plus Beaux Jardins de France.

Una passeggiata nella foresta di bambù: cosa non perdere

palme Bambouseraie

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Palme della Bambouseraie

Passeggiare in un’oasi di verde e di pace, lontano dalla frenesia e dal traffico della città, è già di per sé un’esperienza entusiasmante ma trovarsi proprio qui, al cospetto di un maestoso ginko biloba, curati giardini giapponesi, sequoie, palme cinesi e vasche di fiori di loto e ninfee è un rigenerante sogno a occhi aperti.

Il percorso può iniziare dalla “Strada dei bambù“, maestoso viale ombreggiato da bambù giganti che possono toccare i 25 metri di altezza: accanto a essi, anche le sequoie che svettano a oltre 40 metri.
La sensazione è quella di “sentirsi piccoli” di fronte a tanta meraviglia e davvero estasiati.

Proseguendo, ci si immerge ancora di più nell’atmosfera esotica incontrando il Villaggio Laotiano, fedele ricostruzione delle abitazioni tipiche del Laos realizzate in bambù e arredate con dovizia di particolari per rispecchiare, nel modo più fedele possibile, lo stile di vita del piccolo Paese del Sudest asiatico attraversato dal fiume Mekong.
Per ricreare ancora meglio l’ambientazione esotica, tutt’intorno si ammirano piante di pepe e caffè, banani, canne da zucchero, papaye e il taro, pianta erbacea della famiglia delle Aracee originaria dell’Asia centro-meridionale.

Bambouseraie banano

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Le piante di banano

E siamo appena all’inizio.

Di sicuro fascino è poi la fattoria, risalente al XVI secolo, vegliata da un enorme castagno e tuttora segnata dalle tracce della grande esondazione del fiume Gardon nel 1958: da qui parte la strada delle palme cinesi e si raggiunge la zona più suggestiva della foresta, la Valle del Drago, ampio giardino in stile giapponese a opera del paesaggista Erik Borja.

Fiori di loto, piante dai mille colori, il ginko biloba di 30 metri, il serpeggiante torrente sulle cui sponde trova posto una pagoda di legno: tutto concorre a emozionare e a dare vita a un angolo ideale per la meditazione.

Ancora, alla destra del vialone principale, ecco il Jardin des Bassins d’Eugene, giardino acquatico con le vasche in pietra che custodiscono delicate ninfee, e le Serre di Mazel, con specie provenienti dalle Canarie, piante grasse e una ricca collezione di bonsai.

Infine, meritano una sosta il Labirinto (ovviamente realizzato in bambù), il Garden Center dove sono in vendita le favolose piante ammirate nel parco, e il negozio di articoli vari tra cui tisane, arredo, cancelleria, prodotti di bellezza e a base dell’immancabile bambù.

Informazioni pratiche

Come accennato, la Bambouseraie de Prafrance è aperta ogni giorno dalla metà di febbraio alla metà di novembre con orari che variano in base alla stagione e che è possibile consultare sul sito ufficiale.
L’ingresso è consentito fino a 45 minuti prima della chiusura ma per poter davvero apprezzare la foresta di bambù sono necessarie almeno due ore.

Il mezzo più comodo con cui raggiungere la Bambouseraie è l’auto: con partenza da Nimes, la città più grande meno distante, va seguita la N106 fino a Alès per poi immettersi lungo la D910 in direzione Anduze: raggiunto il ponte sul Gardon d’Anduze, occorre svoltare a destra sulla D129 e proseguire per 3 chilometri fino all’ingresso del parco dove si trova un parcheggio gratuito.

Per evitare la folla, i giorni migliori sono quelli infrasettimanali e l’orario a ridosso dell’apertura.

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Tallinn: una favola baltica da vivere adesso

È iniziato ufficialmente il periodo più magico dell’anno, quello in cui viaggiatori provenienti da ogni dove si muovono in massa per andare alla scoperta delle incantate atmosfere natalizie che trasformano le strade, i quartieri e le piazze delle città di tutto il mondo.

I luoghi da raggiungere sono tantissimi, e la lista si aggiorna di anno in anno con nuove e inedite esperienze emozionali e sensoriali. A partire dai mercatini di Natale, che raccontano il fascino di una tradizione secolare, passando per i maestosi e scintillanti alberi di Natale e per tutte quelle decorazioni che illuminano d’immenso le città.

Ma se avete in programma di organizzare un viaggio che vi permetta di vivere una favola di Natale, allora, c’è solo una destinazione da raggiungere questo dicembre, ed è Tallin. Preparate le valigie: si parte!

Bentornati a Tallin, la capitale green che sembra una favola

Organizzare un viaggio a Tallin, in qualsiasi periodo dell’anno e in ogni stagione, è sempre un’ottima idea. Lo è perché la capitale dell’Estonia che si affaccia sul Mar Baltico non smette mai di stupire e incantare i viaggiatori. Lo fa con il suo centro storico fortificato, quello in cui negozi e caffetterie si affacciano sulle strade acciottolate, lo stesso che è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell’Unesco, ma anche con la bellissima storica piazza nella quale campeggia il municipio gotico.

Lo fa anche con tutte le sue architetture che caratterizzano la scena urbana e con quell’atmosfera sospesa che ricorda le più belle favole della buonanotte che abbiamo letto. Ma Tallin è anche quella città con un’anima green e sostenibile, la stessa che gli ha permesso di aggiudicarsi il titolo di Capitale Verde del 2023.

Grazie alla sua visione a medio e lungo termine, infatti, la città si prepara a diventare un esempio per tutta Europa nell’ambito della sostenibilità, con tutta una serie di attività volte ad accelerare innovazioni ecologiche e crescita verde per uno sviluppo consapevole del territorio.

Se tutto questo non dovesse ancora bastarvi per fare subito le valigie e raggiungere Tallin, allora, sappiate che c’è un altro motivo per organizzare una vacanza in città. Ed è che durante il periodo dell’Avvento, la capitale dell’Estonia, si trasforma in una favola baltica destinata a incantare.

Tallinn a Natale

Fonte: iStock

Tallinn a Natale

Natale a Tallin: un’esperienza incantata

Visitare Tallin, dicevamo, è sempre un’ottima idea, in ogni periodo dell’anno. Ma se è un’esperienza magica che volete vivere, il consiglio è quello di raggiungere la capitale durante il periodo dell’Avvento.

Proprio nel cuore della città, infatti, viene allestito un meraviglioso percorso incantato, fatto di mercatini di Natale che espongono i prodotti tipici e caratteristici della tradizione estone. Quelli di Tallin, inoltre, sono stati proclamati come i mercatini di Natale più belli d’Europa nel 2019.

Ma non è tutto perché secondo le storie locali, il primo albero di Natale di tutto il continente è stato allestito in città nel 1441. Un evento, questo, che si è trasformato in una vera e propria tradizione che tutte le città del mondo hanno fatto propria, e che ancora oggi è possibile toccare con mano anche a Tallin.

L’albero è posizionato proprio nel cuore della capitale nei pressi del mercatino, creando così uno scenario incantato che permette di vivere un’esperienza straordinaria che allieta tutti i sensi. Non mancano, ovviamente, neanche i personaggi della tradizione come Babbo Natale, gli elfi e gli gnomi.

Le luci dell’albero sono state già accese e i mercatini hanno già invaso il centro storico della città: la favola baltica è iniziata.

Tallinn a Natale

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Tallinn a Natale
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Sta per partire il Treno delle quattro stagioni

Da cent’anni, questa ferrovia alpina collega ogni giorno l’Italia con la Svizzera. Un viaggio, quello della Ferrovia Vigezzina-Centovalli, iniziato il 23 novembre del 1923.

Per celebrare questo anniversario, per i prossimi due anni partirà un treno speciale, il Treno delle quattro stagioni.

Da sempre, la stagionalità di questa speciale tratta ferroviaria è il suo forte. Sempre più apprezzata è sicuramente la stagione autunnale, grazie al celebre Treno del foliage, ma altrettanto affascinante è d’inverno quando il treno, con i suoi convogli bianchi e blu, attraversano i paesaggi silenziosi di un territorio candido ricoperto di neve.

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Fonte: Ufficio stampa

Il Treno del foliage che parte in autunno

 

Il Treno delle quattro stagioni

La Valle Vigezzo è nota per essere la Valle dei pittori, per via dei suoi bellissima paesaggi degni di un dipinto. Sulla scia di questa tematica, è nata l’iniziativa “Vigezzina Art Project“, che ha coinvolto alcuni artisti che hanno proposto di dipingere un convoglio. È nato così un treno panoramico Vigezzo Vision, totalmente personalizzato graficamente e rivestito di una speciale pellicola con le illustrazioni dell’artista Carlo Gloria, scelto tra i dieci che avevano sviluppato le loro idee creative.

La superficie esterna del treno si è trasformata in una tela bianca, come nella migliore tradizione artistica della Valle dei pittori. L’obiettivo è stato quello di produrre un’opera d’arte viaggiante dedicata al viaggio, al territorio e alla valorizzazione del paesaggio.

Il primo è partito il 25 novembre e l’ultimo lo stesso giorno del 2024. Nel corso di questi due anni saranno organizzati anche molti eventi, mostre, convegni, concerti, incontri enogastronomici e letterari tra Italia e Svizzera.

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Fonte: Ufficio stampa

La Ferrovia Vigezzina-Centovalli nella bella stagione

La ferrovia Vigezzina-Centovalli

È considerata la tratta ferroviaria più panoramica d’Italia. Il percorso di questo particolare treno si snoda tra la Val Vigezzo conosciuta come la Valle dei pittori per la storica presenza di paesaggisti e ritrattisti, e le Centovalli, per concludersi nel Canton Ticino.

Si tratta di un territorio di un’assoluta bellezza e di un altissimo valore ambientale e paesaggistico. Fare questo viaggio con il proprio o la propria partner è incredibilmente romantico.

La costruzione di questa linea, complementare a quella del Sempione, è stata il simbolo del progresso portato dal nuovo secolo. La Vigezzina (così è conosciuta la parte italiana della Centovalli) parte da Domodossola e si snoda attraverso paesaggi suggestivi dominati da fitti boschi, montagne che si alternano a verdi vallate, profonde forre scavate dai torrenti, corsi d’acqua e cascate di rara bellezza. Tutto ciò viene visionato dal viaggiatore che resta letteralmente a bocca aperta e incantato dal susseguirsi di scenari incantevoli.

Il percorso è lungo poco più di 50 chilometri e prevede 83 ponti e 31 gallerie e s’immerge totalmente nella natura. Il caratteristico trenino blu, non appena supera la Val Vigezzo, si insinua in territorio svizzero, attraversando il Canton Ticino. Si possono ammirare le Cento Valli, caratterizzate da una fitta vegetazione composta da boschi di faggio, corsi d’acqua e montagne dai fianchi frastagliati che donano al viaggiatore la bellezza di paesaggi unici.

 

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Sfavillante e spettacolare: il mercatino più antico d’Europa

È iniziato ufficialmente il periodo più magico dell’anno, quello durante il quale le persone si muovono in massa per andare alla scoperta delle atmosfere natalizie che pervadono il pianeta. È questo, infatti, il momento perfetto per organizzare nuovi e inediti viaggi, quelli che ci permettono di toccare con mano il miracolo di Natale.

Le strade, i quartieri e le piazze delle città di tutto il mondo si trasformano nel palcoscenico di uno spettacolo senza eguali che inebria e stordisce i sensi, fatto di luci scintillanti, di maestosi alberi di Natale, di prodotti tradizionali e di prelibatezze.

A capeggiare le nostre travel wish list sono i mercatini di Natale, protagonisti assoluti del periodo dell’Avvento, che invadono le città di tutto il mondo. Ci sono quelli grandissimi, e quelli raccolti, quelli tradizionali e quelli nati di recente. E poi c’è lo Striezelmarkt di Dresda, che oltre ad essere considerato uno dei mercatini più belli e grandi della Germania è anche il più antico d’Europa. Ed è bellissimo.

Dresda, una favola di Natale

Il nostro viaggio di oggi ci porta in una delle città più affascinanti di tutta Europa. Ci troviamo a Dresda, la capitale della Sassonia che affascina e sorprende per la sua architettura classica, la chiesa barocca di Frauenkirche e il maestoso Palazzo di Zwinger, ma anche per i numerosi e celebri musei che ospitano alcuni dei capolavori artistici più celebri di tutto il mondo.

Un viaggio a Dresda, questo è certo, non delude mai. Ma se è l’anima più romantica e suggestiva della città che volete conoscere ed esplorare, allora, il consiglio è quello di raggiungere la capitale della Sassonia durante il periodo dell’Avvento.

È in questa occasione, tra novembre e dicembre, che la città si trasforma in una cartolina di Natale fatta di suoni e colori, di luci scintillanti e di magia. Tutto merito dello Striezelmark, uno dei mercatini di Natale più belli e grandi della Germania e d’Europa, nonché il più antico.

Il mercatino di Natale più antico d’Europa

La storia dello Striezelmarkt di Dresda affonda le sue radici in tanti secoli fa. Uno dei primi documenti, che attesta l’esistenza di un mercatino natalizio allestito in città, risale proprio al 1434. In questo si parlava della presenza di un mercato che esponeva i dolci tipici della tradizione tedesca: gli Striezel (da qui il nome Striezelmarkt).

Grazie a questo documento è stato appurato che quello di Dresda è il mercatino di Natale più antico d’Europa, e forse di tutto il mondo.

La tradizione di allestire il mercato durante il periodo di Natale è stata perpetuata nei secoli, fino a questo momento, trasformando lo Striezelmarkt in una vera e propria attrazione turistica. Non è solo la sua storia antica ad affascinare, ma anche le sue proporzioni.

Allestito nell’Altmarkt, piazza principale e più antica della città, il mercato di Natale di Dresda è uno dei più grandi di tutto il Paese e dell’Europa. Qui, infatti, si snodano oltre duecento casette di legno che espongono prodotti locali, artigianali e tradizionali, creando un percorso delle meraviglie che si snoda per oltre un chilometro.

Passeggiare nel mercato vuol dire vivere un’esperienza emozionante e d’altri tempi. Raggiungerlo è facilissimo, basta seguire il profumo di mandorle tostate, frutta candida e vin brulè che conducono proprio lì, su quel sentiero illuminato da luci sfavillanti che addobbano le case in legno e che accendono tutto di magia.