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L’incredibile itinerario che ti porta alla scoperta di una nuova Santa

L’Irlanda celebra, il 6 febbraio, una nuova festa nazionale rendendo omaggio all’affascinante e potente figura di Santa Brigida e a Imbolc, festa stagionale celtica.

Per tradizione, il giorno dedicato alla Santa e a Imbolc vengono ricordati insieme il 1 febbraio ma il nuovo giorno festivo cadrà il primo lunedì di febbraio di ogni anno.

La ricorrenza da appuntare sul calendario è significativa sotto vari aspetti: riconosce alla figura femminile di Santa Brigida una posizione paragonabile a quella di San Patrizio, e ne sottolinea il legame con Imbolc, in origine festa pagana dedicata alla dea Brigida e connessa con l’attesa della primavera.

Santa Brigida, tra le potenti donne d’Irlanda

Santa Brigida, conosciuta anche come Mary of the Gael e Brigid of Kildare, è una delle molte donne che hanno segnato la storia d’Irlanda e una festa in suo onore è anche un modo per ricordare tutte loro, fondamentali per il patrimonio culturale, identitario e sociale del Paese.

La figura di Brigida, potente sia dal punto di vista del ruolo di evangelizzatrice e creatrice di un importante monastero sia in chiave mitica, patrona (tra le altre cose) della guarigione, della poesia, dell’apprendimento, della protezione, del bestiame e della produzione casearia, può essere oggi immaginata come paladina della pace, della giustizia sociale, della spiritualità, dell’istruzione e dell’ospitalità.

Nel periodo antecedente la festa di Santa Brigida, gli irlandesi sono soliti intrecciare croci a quattro punte realizzate con giunchi ed esporle nelle proprie case per propiziare il bene.

L’itinerario alla scoperta dei luoghi della Santa e della tradizione celtica

Tra i luoghi più significativi legati alla Santa (forse nata in Irlanda, a Faughart) spicca la cittadina di Kildare, in lingua celtica Cill Dara, ovvero “la chiesa della quercia”, dove fondò, nel 480, un’abbazia di monaci e suore che, ben presto, divenne una delle più prestigiose d’Irlanda, conosciuta in tutta l’Europa cristiana.
La leggenda racconta che il monastero coincida con il sito pagano dedicato alla dea celtica Brigida, dove un gruppo di giovani donne ne custodiva la fiamma eterna.

Proprio qui, dal 31 gennaio al 7 febbraio, si svolge la manifestazione Féile Bríde (Festival di Brigida), ricca di musica, danza, elementi leggendari e poesia, che evidenzia le connessioni che intercorrono tra la figura della Santa e l’omonima divinità pagana, considerata dea del fuoco e profondamente legata all’arte, al canto e alla poesia.

Tra le innumerevoli attività del Festival non mancheranno laboratori di artigianato (anche quello per imparare la tecnica d’intreccio delle croci con i giunchi), una conferenza sulla pace, incontri per approfondire ulteriori usi e costumi legati alla Santa, una camminata emotiva con luci e fuoco nonché un concerto con la cantante, compositrice e vincitrice dell’Eurovision Song Contest Eimear Quinn.

Da vedere a Kildare (circa 50 chilometri a sud-ovest da Dublino) anche la maestosa St. Brigid’s Cathedral, risalente al XIII secolo, al cui interno sono raffigurati i tre santi più amati dell’isola, Patrizio, Brigida e Colmcille.

Ancora, di sicuro impatto sono la Torre Rotonda (Round Tower) che, grazie ai suoi 33 metri di altezza, è la seconda più alta in Irlanda, il Kildare Town Heritage Centre, centro multimediale dove conoscere meglio le figure di Santa Brigida, della dea precristiana Brigid e di personaggi chiave della mitologia e del periodo medievale, e il piccolo Irish Horse Museum, incentrato sull’importanza dei cavalli nella vita irlandese.

Infine, tra le tappe da non perdere ecco i Japanese Gardens, il St Fiachra’s Garden, le rovine della Black Abbey, nota abbazia del XII secolo, e il St Bridg’s Well (Pozzo di Santa Brigida) con cinque pietre che illustrano vari aspetti della sua vita.

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Viaggio alla Canarie, le piscine naturali più belle

Le Canarie sono dei paradisi in terra, un arcipelago spagnolo situato al largo della costa Nord-Occidentale dell’Africa che anche d’inverno riesce a regalare giornate in cui sembra di stare in piena estate. Di origine vulcanica, sono lambite dalle fresche e potenti acque dell’Atlantico che, grazie alla sua potenza, riesce a creare dei piccoli angoli di pura bellezza e tranquillità: le piscine naturali.

Le piscine naturali delle Canarie

Partiamo col dire che le Canarie si compongono di 7 isole maggiori, diverse ed affascinanti, e numerosi isolotti minori. Andando più nel dettaglio, Tenerife, Gran Canaria, Fuerteventura, Lanzarote, La Palma, El Hierro e La Gomera sono delle perle naturali ricchi di fascino, vegetazione lussureggiante e splendidi paesaggi.

Famose per le spiagge di sabbia nera, i litorali di sabbia bianca e le scogliere frastagliate, il loro clima eccezionale permette di praticare sport acquatici, windsurf, immersioni subacquee e molto altro ancora, come concedersi momenti di relax in favolose piscine naturali. Vere e proprie pozze d’acqua che spesso si sono formate a causa di eruzioni vulcaniche e che si rivelano anche ideali per il benessere: l’acqua dell’Atlantico è ricca di elementi benefici per il corpo umano come sali minerali, magnesio, iodio, litio, zinco e altro.

Le piscine naturali di Tenerife

Iniziamo questo viaggio alle Canarie da Tenerife, l’isola più visitata dell’arcipelago ricca di parchi naturali e spiagge da sogno. Da queste parti le piscine naturali si trovano soprattutto nella zona Nord. Raccontarvele tutte diventerebbe particolarmente complesso, per questo ne abbiamo selezionate due che sono più che affascinanti.

La prima di cui vi vogliamo parlare è El Caletón de Garachico che è situata vicino al bellissimo castello di San Miguel. Emblema dell’eruzione che rase al suolo Garachico nel 1706, si distingue per essere un’area di pura lava che combina armoniosamente le insenature del mare aperto con le tranquille pozze naturali. Qui si potrà godere della rigenerazione donata dall’oceano e contemporaneamente ammirare uno dei centri storici più belli delle Canarie.

El Caletón de Garachico tenerifle

Fonte: iStock

El Caletón de Garachico, Tenerife

Molto interessante è anche Charco del Viento, un’area piuttosto frequentata in quanto è composta da ben 4 piscine naturali. Una delle più belle è La Guancha.

Le piscine naturali di Fuerteventura

Voliamo poi a Fuerteventura, un vero paradiso per gli amanti del mare in quanto vanta oltre 150 spiagge strepitose di sabbia bianca o di sabbia nera. Non sono da meno le sue piscine naturali come Puertito de Lobos che un tempo era il parco giochi dei leoni marini. Oggi, invece, è una meraviglia della natura situata su un isolotto con vista su Fuerteventura. Una vera e propria perla dell’Atlantico in cui prendono vita diverse preziose piscine naturali dall’azzurro cristallino.

Non da meno è Aguas Verdes a Betancuria con ben sei chilometri di pozze e insenature aperte al mare. Insieme al sole e all’acqua, potrete ammirare persino gli scoiattoli del posto, attrattiva che si aggiunge ai grandi granchi che popolano gli scogli.

Le piscine naturali di Gran Canaria

Voliamo poi a Gran Canaria che vanta oltre 500 spiagge e bellissimi villaggi tradizionali. Tra le sue piscine naturali più affascinanti vi citiamo Los Charcones, una pozza doppia e di grandi dimensioni ubicata nel nord dell’isola.

Non meno affascinanti sono le piscine naturali di Roque Prieto, vicino a Santa María de Guía, dove poter comprendere il vero significato della parola “sconnettersi”. A sorprendere particolarmente è che sono due pozze naturali dove immergersi in bagni tranquilli su una costa di mare impetuoso.

Roque Prieto gran canaria

Fonte: iStock

Roque Prieto, Gran Canaria

L’acqua cristallina, tra le altre cose, mostra un favoloso fondale roccioso, oltre al fatto che questa zona si trova accanto alle estese coltivazioni delle celebri banane delle Canarie.

Le piscine naturali di Lanzarote

Lanzarote sfoggia incredibili paesaggi vulcanici che stregano chiunque. Famosa per le sue spiagge di sabbia nera e i paesaggi lunari, è probabilmente l’isola più desiderata dagli amanti del mare. Tra le sue piscine naturali migliori meritano una menzione Punta Mujeres e Los Charcones de Lanzarote.

La prima si distingue per essere un tratto di ben due chilometri in cui prendono vita diverse piscine naturali, due delle quali ben protette dal mare aperto. Si trovano nel Nord-Est dell’isola e la mano dell’uomo si avverte riflessa solo in alcune scalinate e nelle zone per prendere il sole.

Le seconda, invece, si trovano al Sud di questa perla dell’Atlantico e più o meno nei pressi della meravigliosa Playa Blanca. Sono spettacolari, ma è necessario essere a conoscenza che l’accesso è un po’ complicato in quanto dipende delle condizioni del mare.

Le piscine naturali di La Palma

È il momento di scoprire La Palma, un’isola ultimamente nota a causa dell’eruzione vulcanica iniziata il 19 settembre e durata tre mesi. Ma nei fatti La Palma è molto di più: un micromondo dai paesaggi naturali incontaminati, i sentieri e i panorami infiniti.

Charco Azul offre una possibilità diversa e singolare per godersi il mare: una pozza naturale di grandi dimensioni e riparata dalle onde, ma anche con una piscina infantile con fondo levigato, una piccola cascata e molto altro ancora, tanto da vincere persino la bandiera Ecoplayas 2013.

Charco Azul la palma

Fonte: iStock

Charco Azul, La Palma

Molto bella anche la zona denominata la Fajana di Barlovento con le sue tre bellissime piscine naturali. Un paradiso in cui passare da una piscina all’altra e ricco di sentieri.

Le piscine naturali del La Gomera

La Gomera è un’isola che lascia senza fiato e, soprattutto, poco esplorata. Chi è in cerca di piscine naturali da sogno deve dirigersi verso Charco del Conde nella Valle Gran Rey, uno degli angoli più belli e più ricchi di contrasti di tutte le Canarie.

Una meravigliosa piscina naturale in grado di rendere felici sia adulti che bambini.

Le piscine naturali di El Hierro

Terminiamo questo viaggio alle Canarie presso El Hierro, un vero paradiso per gli amanti delle immersioni, e anche l’isola più piccola e selvaggia dell’arcipelago.

Qui le piscine naturali sono davvero numerose, ma tra le imperdibili senza ombra di dubbio c’è Charco Azul, uno dei posti per fare il bagno più spettacolari e accattivanti dell’isola. A proteggere i bagnanti c’è una fascinosa e imponente roccia.

Infine, sempre a El Hierro vi consigliamo di fare un salto presso la pozza naturale di Las Calcosas a El Mocanal, un villaggio puntellato di antichi tetti di paglia dove svetta fiera una piscina naturale dalle acque tranquille. Una zona in cui è anche possibile fare il bagno in mare aperto, sempre che le onde lo permettano.

Las Calcosas el hierro
Las Calcosas, El Hierro
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In Europa c’è un Eden terrestre e puoi visitarlo. Lo riconosci?

Esistono luoghi che sono così belli da sembrare surreali. Posti che per forme, colori e lineamenti, rimandano a tutta una serie di immagini che, fino a questo momento, sono appartenute solo al mondo dei sogni, o al massimo a quello delle fiabe.

Eppure i viaggi intorno al mondo ci hanno insegnato che sono tante le meraviglie che appartengono al nostro pianeta e che sono state plasmate sapientemente da Madre Natura. E tutte, questo è chiaro, sono destinate a lasciarci senza fiato.

Ma non c’è bisogno di volare dall’altra parte del mondo per immergersi nella grande bellezza della natura. Perché proprio in Europa, a poco più di un’ora di volo dal nostro Paese, è possibile raggiungere un paradiso terrestre. Un vero e proprio Eden naturale che riempie gli occhi di meraviglia e che riscalda il cuore. Stiamo parlando del Parco Nazionale dei laghi di Plitvice e, siamo certi, che non ha bisogno di presentazioni.

Parco Nazionale dei laghi di Plitvice: il luogo più bello del mondo

Quando parliamo del Parco Nazionale dei laghi di Plitvice come uno dei luoghi più belli al mondo non stiamo esagerando. Basta chiedere conferma a tutti quei viaggiatori che in questo posto si sono persi e immersi, per toccare il meraviglioso spettacolo messo in scena da Madre Natura.

Un vero e proprio paradiso terrestre dove l’acqua incontra la vegetazione, dando vita a un paesaggio lussureggiante che lascia senza fiato. Per scoprire questo microcosmo delle meraviglie dobbiamo recarci in Croazia e più precisamente nel cuore del Paese.

A metà strada tra Zagabria e Zara, questo grande parco comprende ben sedici laghi, alimentati tutti dai fiumi Bijela Rijeka e Crna Rijeka e dalle sorgenti sotterranee. Questi specchi d’acqua, che brillano al sole rivelando sfumature color smeraldo, sono collegati tra loro da tutta una serie di cascate e cascatelle, mentre tutto intorno cresce una vegetazione lussureggiante e rigogliosa che si snoda lungo il complesso montuoso di Lička Plješivica.

Il paesaggio che si apre davanti agli occhi dei viaggiatori che giungono fin qui è straordinario e non si può descrivere, ma solo vivere. Non è un caso che migliaia di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo si mettono in moto ogni giorno proprio per toccare con mano la bellezza che appartiene al Parco Nazionale dei laghi di Plitvice.

Come visitare questo Eden terrestre

Il parco Nazionale dei laghi di Plitvice è un’area protetta, dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO dal 1979. L’area, che ricopre una superficie di oltre 30000 ettari, è visitabile attraverso una serie di sentieri che conducono a passerelle di legno dalle quali è possibile ammirare il panorama grandioso.

L’area è caratterizzata da fitti boschi all’interno dei quali vivono numerosi esemplari di flora e di fauna. Ci sono più di 150 uccelli, almeno 50 mammiferi e oltre 300 farfalle e falene. Ci sono anche grandi animali come l’orso bruno e il lupo. All’interno del parco, inoltre, si snodano anche numerose grotte, ma solo alcune di queste sono accessibili al pubblico.

Come abbiamo anticipato, per visitare questo paradiso terrestre, non c’è bisogno di volare dall’altra parte del mondo. Basta infatti raggiungere la Croazia centrale per accedere a quello che è uno dei paesaggi naturali più belli del pianeta.

Il parco nazionale dei laghi di Plitvice può essere raggiungo in auto da Trieste, dalla quale dista poco più di 200 chilometri. L’alternativa è quella di raggiungere in aereo le città di Zara, Zagabria o Spalato dalle quali partono degli autobus, in ogni periodo dell’anno, che permettono di raggiungere l’area dei laghi.

Il parco è bello in ogni periodo dell’anno e in ogni stagione, tuttavia è in primavera inoltrata che è possibile ammirare uno spettacolo ancora più grandioso grazie al tripudio di colori e profumi portato in scena dalle grandi fioriture.

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Scoperta “Roma”, la donna simbolo della città

Che Roma nella sue viscere nasconda ancora tantissimi tesori antichi lo sanno anche i muri, ma che con gli ultimi scavi ritornasse alla luce qualcosa di così importante non era di certo prevedibile. È stata scoperta “Roma”, la donna simbolo della città. Vediamo insieme di cosa si tratta.

Durante gli scavi della metro C emerge “Roma”

Durante gli scavi per la metro C di Roma, e più precisamente quelli che si stanno effettuando presso la stazione di Porta Metronia, è tornato alla luce dopo centinaia di anni un raffinatissimo reperto dell’antica Roma, una personificazione della stessa Città Eterna.

Nei fatti tutto questo non è una novità: il tema iconografico è già noto. Le prima immagini di “Roma” sulle monete romane risalgono al 269 a.C., anche se in realtà è presente su altre monete romane coniate a Locri nel 204 a.C. La vera cosa che sorprende in relazione a questo ritrovamento è che il primo e unico caso finora al mondo in cui ci la personificazione di “Roma” è eseguita su un vetro dorato.

Come nelle monete già rinvenute in passato, “Roma” è rappresentata come una donna in veste amazzonica, armata di spada. Talvolta clipeata o coronata di alloro, con vicino una Vittoria alata o altri simboli.

Le dichiarazioni degli esperti

La funzionaria archeologa della Soprintendenza speciale di Roma, Simona Morretta, ha spiegato all’ANSA che: “Già un vetro dorato è un reperto molto raro, ma questo non ha confronto allo stato attuale degli studi. Non si era mai trovato un vetro dorato con la personificazione della città di Roma“.

L’esperta ha poi continuato specificando che è un reperto di “straordinaria finezza esecutiva”. Stando a quanto appreso fino a ora, originariamente era il fondo di una coppa, un oggetto all’epoca decisamente particolare e che spesso veniva utilizzato come dono.

Niente di poi così diverso rispetto ai nostri tempi in cui con alcuni peculiari ed eleganti bicchieri o boccali, il bevitore può guardare in trasparenza l’immagine sul fondo. Sì, sembrerebbe che ci avevano già pensato i romani. Anche se, come ben spiegato da Morretta e sempre all’ANSA: “Noi non sappiamo se venisse usato realmente per contenere qualcosa o come soprammobile, ma certamente mettere una immagine sul fondo rispecchia quell’idea”.

Il manufatto ha vissuto diverse ‘vite’ prima di arrivare a noi: “Era un oggetto prezioso e quando si è rotto o scheggiato non l’hanno voluto buttare. Ma dato che una coppa di vetro non si poteva riparare, ne è stato ‘ritagliato’ il fondo, e può darsi che sia stato esposto su un mobile o appeso a una parete”.

Inoltre, è emerso che il reperto non apparteneva alla caserma trovata negli scavi. La struttura militare fu abbandonata alla metà del III secolo, e in seguito ne vennero tagliati i muri, le macerie buttate all’interno e tutto venne ricoperto di terra. Il vetro dorato è emerso proprio da questi strati di interro ed è posteriore: “Da questo primo studio – ha aggiungo l’archeologa  parlando con l’ANSA– ci sembra un manufatto degli inizi del IV secolo“.

La buona notizia è che ora avrà un’altra vita in quanto diventerà di fruizione pubblica: avrà una teca dedicata nella stazione-museo della metro di Porta Metronia.

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Come in una fiaba: dormire in un castello nell’Ovest dell’Irlanda

Esistono esperienze che sono così belle, straordinarie e indimenticabili che non si possono descrivere, ma solo vivere. Si tratta di avventure che ci conducono in luoghi lontani o vicini e che ci permettono di perderci e immergerci in atmosfere che, per forme e suggestioni, ricordano tutti quegli scenari che fino a questo momento abbiamo potuto solo immaginare.

E questo succede un po’ dappertutto, o comunque tutte le volte che non ci limitiamo semplicemente a raggiungere una destinazione e a visitare le sue attrazioni iconiche, ma andiamo alla scoperta di tutte le incredibili esperienze che quel luogo ha da offrirci.

L’Irlanda, per esempio, è un concentrato di avventure straordinarie da vivere, e sono così tante che non si possono elencare. Ma se è un’esperienza magica che volete vivere, allora c’è solo una cosa da fare: dormire all’interno di un castello maestoso e suggestivo che vi permetterà di diventare i protagonisti di una fiaba bellissima.

Dentro il Castello Castello di Ashford

Il nostro viaggio di oggi parla di storie e leggende, di cavalieri e principesse, di fiabe e regnanti, e ci conduce direttamente negli splendidi territori che caratterizzano l’Irlanda. L’Isola di Smeraldo, infatti, è contraddistinta da paesaggi mozzafiato dominati dal colore verde all’interno dei quali spiccano meravigliosi castelli medievali.

Ed è proprio uno di questi che vogliamo raggiungere insieme a voi oggi, per permettervi di vivere quella che è, con tutta probabilità, una delle esperienze più incantate di una vita intera.

Ci troviamo al cospetto del Castello di Ashfors, un maniero le cui origini affondano nel XII secolo. Situata tra Galway e Kylemore Abbey, questa antica dimora è completamente immersa in un paesaggio naturale e lussureggiante. Un luogo che non solo invita a staccare la spina, a rilassarsi e a rigenerare i sensi, ma che esorta anche a vivere un’avventura incantata, ricca di fascino, suggestione ed evocazione.

Il castello, infatti, è stato trasformato in un hotel di lusso a 5 stelle, diventando così il luogo perfetto dove vivere la propria favola personale. Pronti a partire?

Castello di Ashford

Fonte: 123rf

Dormire nel Castello di Ashford

Dormire in un castello in Irlanda: l’esperienza da sogno

Le origini del castello risalgono al 1228 quando la famiglia anglo-normanna De Burgos fece costruire l’edificio sulle antiche rovine di un vecchio monastero. Nel 1800, invece, la dimora passò nelle mani della famiglia Guinness che si occupò di un importante restauro che ha dato al castello le forme e le sembianze che oggi conosciamo.

Nel 2013 la dimora è stata acquistata dalla catena Red Carnation Hotels e trasformata quindi in un hotel di lusso, ricevendo numerosi premi e riconoscimenti. Oggi è considerato la migliore struttura ricettiva in Irlanda e la terza migliore d’Europa.

A rendere l’esperienza unica, non è solo l’architettura del castello, ma anche la sua storia che per secoli è stata collegata alla famiglia Guinness. Inoltre la dimora è situata all’interno di una tenuta di oltre 300 acri caratterizzata da giardini lussureggianti, antichi boschi e un lago affascinante dai colori dello smeraldo. Questo rende il Castello di Ashford il perfetto punto di partenza per una vacanza all’insegna del relax e del benessere.

Il castello ospita 83 camere, tra cui diverse suite eleganti e tradizionali che affacciano sul panorama circostante. Completano l’offerta, inoltre, sei ristoranti, tre bar, e una spa pluripremiata.

Castello di Ashford

Fonte: 123rf

Castello di Ashford, Irlanda
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Cinque parchi da scoprire tra Italia e Svizzera

Tra l’Italia e la Svizzera c’è una rete di parchi tutti collegati tra loro che si possono scoprire in qualunque stagione dell’anno. Sono uno scrigno di bellezza fatta di boschi, montagne (le cime delle Prealpi), di tanti laghi e di aree umide, oltre che di flora e fauna autoctone.

Il progetto, voluto dall’Unione europea, dal Fondo europeo di sviluppo regionale, dalla Confederazione elvetica e Cantoni che lo hanno finanziato, si chiama Insubriparks e comprende cinque parchi nel territorio tra Nord Italia e Svizzera. Tre dei parchi si trovano in Lombardia mentre gli altri due nel Mendrisiotto e sono rispettivamente il Parco regionale Spina Verde, il Parco regionale Campo dei Fiori, il Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile e Tradate, il Parco del Penz e il Parco delle Gole della Breggia.

I cinque parchi insubrici sono collegati tra loro da sei itinerari tematici. Si possono scoprire bellezze naturali e biodiversità, ma anche fortificazioni, confini e affascinanti informazioni sui modi di abitare nella storia. Ogni itinerario è contrassegnato da un simbolo diverso che accompagna tutte le tappe del percorso, rendendolo così più semplice.

Parco regionale Spina Verde

La forma che si insinua come una “spina”, da Est a Ovest nella fascia collinare di Como, dà il nome al Parco regionale Spina Verde, mille ettari di superficie verde attraversata da ben 80 chilometri di sentieri che costituiscono un museo all’aperto.

I sentieri si possono percorrere in autonomia facendosi guidare dalla cartellonistica didattica o prendere parte a visite guidate. Si scoprono così siti archeologici dell’era protostorica, monumentali resti medievali, la torre del Castello Baradello e le trincee della Prima Guerra Mondiale.

Il Parco Spina Verde è particolarmente amato dalle famiglie, dai ciclisti e da molti escursionisti per le sue bellezze, per il piacere della scoperta storica che si unisce alla passeggiata a contatto con la natura e per la vicinanza con Como. Il parco offre straordinari punti panoramici e di interesse naturalistico, siti di importanza archeologica, medievale, punti di ristoro, oltre a un ponte tibetano e ad aree attrezzate per percorsi ginnici e per il relax.

Parco regionale Campo dei Fiori

Tantissimi sono i sentieri che attraversano questo parco che si trova in provincia di Varese e che è chiamato proprio “la montagna dei varesini “. Si tratta di un’area naturale protetta che si estende sui territori occupati dal Massiccio del Campo dei Fiori e dal Massiccio del Monte Martica, sulle Prealpi varesine.

Si possono percorrere diversi tipi di sentieri, tematici o meno, con indicazioni e tappe in luoghi che raccontano la storia della zona, comprese alcune fortificazioni costruite lungo il confine italo-svizzero ai tempi della Prima guerra mondiale. Ma il parco è anche attraversato da due dei cammini più importanti d’Europa. Il primo è il Sentiero Europeo “E-1”, un percorso internazionale che parte da Capo Nord in Norvegia e che termina a Capo Passero in Sicilia. Il secondo, invece, è il “Sentiero del Giubileo” che parte al Passo dello Spluga, al confine con il Cantone Grigioni, e che scende lungo le rive del Lago di Como seguendo la vecchia via “Regina” per poi raggiunge la provincia di Varese.

Nel parco ci sono laghi, stagni, torbiere e sorgenti, ma anche alcuni luoghi piuttosto famosi per la loro bellezza naturale. Tra questi, il Masso erratico di Brinzio, un grosso masso in gneiss trasportato e depositato dai ghiacciai nella valle di Intrino, sul versante Nord del Campo dei Fiori, le Marmitte dei giganti del torrente Vellone, la Fontana del Ceppo, una sorgente attiva tutto l’anno, e ben 130 grotte, le Grotte del Campo dei Fiori, con gallerie che si estendono per 30 km sottoterra.

Parco regionale della Pineta di Appiano Gentile

Tanti i sentieri che si possono percorrere in questo grande parco di circa 50 km quadrati a cavallo tra la provincia di Varese e quella di Como. È talmente ampio da comprendere al proprio intero addirittura 15 Comuni, uno dei quali completamente dentro il Parco, Castelnuovo Bozzente. Ed è proprio al suo interno che si trova anche la famosa “Pinetina” dove si allena la squadra dell’Inter. A parte questi luoghi popolati, la maggior parte del parco è fatto di foreste di pini, querce e castagni.

Il parco è attraversato da tanti sentieri escursionistici, molti dei quali anelli nei quali è praticamente impossibile perdere la strada. Alcuni durano poco più di un’altra, altri una giornata intera, ciascuno può scegliere l’itinerario che più gli aggrada.

Parco del Penz

Ci troviamo in Svizzera. Il Parco del Penz, nei pressi di Chiasso, si estende su una superficie di 245 ettari tra pianura e collina attraversata da piccole valli dove scorrono i ruscelli che sfociano nel torrente Faloppia e puntellate da vigneti, attraverso i quali si può passeggiare seguendo alcuni sentieri ben indicati.

Tanti gli itinerari che si possono percorrere a piedi o in bicicletta nel parco svizzero per 25 km, con collegamenti alla rete dei sentieri del Mendrisiotto e del Parco Spina Verde, in Italia. Sicuramente i più belli sono quelli che conducono ad alcuni punti panoramici, come il Dosso Pallanza con la “Terrazza Belvedere” e l’area dell’Oratorio di S. Stefano e S. Lorenzo. Il punto di estremo Sud della Svizzera si trova nel parco segnalato con la pietra di confine 75B, in zona Moreggi.

Parco delle Gole della Breggia

Quest’area naturale protetta svizzera è ubicata all’estremo Sud del Ticino e, come dice il nome, comprende una serie di gole scavate dal torrente Breggia nel coso di 200 milioni di anni. Sono tanti gli itinerari che si possono percorrere in autonomia o in compagnia di guide esperte nel Parco della Breggia.

A partire dall’itinerario geologico per scoprire la diversità delle rocce del parco, quello storico, che tocca i luoghi legati alle attività dell’uomo come il Mulino del Ghitello, la Torre dei Forni della Saceba e alcuni edifici storici e opifici. Si visita anche un’imponente struttura, quella dell’ex cementificio, testimonianza di un passato industriale che oggi può essere approfondito partecipando al Percorso del cemento con la visita delle gallerie di estrazione.

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Il meraviglioso Monastero Reale di Nuestra Señora de Guadalupe

È uno dei capolavori architettonici medievali della Spagna, in Estremadura in provincia di Caceres: si tratta del magnifico Monastero Reale di Nuestra Señora de Guadalupe, Patrimonio UNESCO, dalle dimensioni imponenti che lo fanno assomigliare a una fortezza.

Sorge, in stile gotico-mudéjar affiancato da otto torri, nel luogo in cui la Madonna apparve a un pastore ed è composto da quattro parti: il tempio-basilica, il chiostro mudéjar, il chiostro gotico e l’edificio dell’auditorium.

Offre davvero moltissimo da ammirare con una visita guidata di circa 45 minuti-un’ora e lascia senza fiato grazie allo spettacolare chiostro e alle magnifiche opere dei più grandi artisti di sempre quali Goya, El Greco e Zurbarán.

Il chiostro, gioiello del Monastero di Guadalupe

Vero e proprio gioiello del Monastero è il chiostro di stile mudéjar, realizzato nel XIV secolo e chiamato anche “quello dei miracoli”: camminando all’ombra dei suoi archi, infatti, lo sguardo si posa su una serie di pregevoli dipinti che raccontano i vari passaggi dei miracoli della Madonna.

Sul pavimento al di sotto delle arcate, ecco invece le tombe dei priori del complesso monastico, come segno di umiltà.

Altro elemento di spicco del magnifico chiostro è il grande tempio collocato al centro del cortile.

La Sagrestia, “Cappella Sistina dell’Estremadura”

Altra perla del Monastero Reale di Nuestra Señora de Guadalupe è la Sagrestia definita, per la meraviglia dei suoi affreschi, come la “Cappella Sistina dell’Estremadura“: i pregevoli affreschi, a opera dei discepoli di Zurbarán, narrano la vita di San Girolamo, cui la sala è dedicata.

Gli altrettanto preziosi dipinti della sagrestia sono, invece, nati dalla maestria dello stesso Zurbarán, originario del piccolo paese dell’Estremadura “Fuente de Cantos”: rappresentano scene della vita quotidiana dei monaci e si fanno notare per il tipico “chiaroscuro” del loro autore.

Due opere di Zurbarán incentrate su San Girolamo trovano posto nella piccola cappella sul retro: “L’Apoteosi di San Girolamo“, tra le opere principali del pittore spagnolo, è anche una delle più importanti da ammirare visitando il Monastero di Guadalupe.

Il Reliquario e il Tesoro della Madonna di Guadalupe

Ancora, presso la Cappella di San Giuseppe risalente al XVI secolo, sono numerose le reliquie di santi importate principalmente da Roma e non mancano incantevoli gioielli, mantelli e corone di pietre preziose, un vero e proprio Tesoro: gli ornamenti più preziosi vengono riservati per l’8 e il 9 settembre, i giorni dedicati al Santo Patrono, e per il 12 ottobre, festa spagnola, uno dei momenti migliori dell’anno per scoprire Guadalupe e il suo meraviglioso Monastero.

Tutto il fascino degli incredibili Musei del Monastero

Il Monastero di Guadalupe affascina anche con i suoi impareggiabili musei, a partire dal Museo delle Belle Arti, dai soffitti intagliati in legno policromo: qui spiccano opere di sicuro impatto quali, ad esempio, tre opere di El Greco (San Pedro, Sant’Andrea, Incoronazione della Vergine), otto tele di Zurbarán, alcuni capolavori di Rubens e la “Confessione in prigione” di Goya.

Passiamo poi al Museo dei libri sacri, nell’antica sala capitolare, custode di 107 copie di libri di preghiera e dei canti dei monaci: i testi sono scritti in latino e accompagnati da colorate incisioni, i fogli in pelle di agnello e alcuni tomi pesano addirittura 50 chili!

Infine, spicca il Museo degli ornamenti e tuniche, con una vasta gamma di tuniche per tutte le occasioni, cucite dagli stessi monaci con fili d’oro.

La chicca finale

Il momento più atteso della visita al Monastero è trovarsi dinanzi all’altare della Madonna nera di Guadalupe: con la caratteristica pelle nera, è una delle incisioni più rappresentative di tutta la Spagna.

Vederla così da vicino e apprezzarne i singoli dettagli è un’emozione unica.

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Ceuta, la poco nota città europea lungo la costa d’Africa

Conosciuta sin dall’età classica per essere una delle Colonne d’Ercole, Ceuta è una destinazione affascinante, ricca di sfumature. Enclave spagnola situata nella costa nord del Marocco, con lo sguardo sempre rivolto a Gibilterra, concentra un affascinante mix di culture, tradizioni e popolazioni, con tanti luoghi interessanti da visitare e panorami sorprendenti. Scopriamola.

Viaggio nel cuore storico di Ceuta

Punto di vedetta sullo Stretto di Gibilterra fin dall’antichità, la città fortificata di Ceuta se ne sta affacciata su una baia con la sua particolare storia di cui si fanno testimoni gli splendidi monumenti che custodisce. La cinta muraria presidia il centro storico di questa cosmopolita perla mediterranea, dove si mescolano cultura spagnola e marocchina, il cui cuore nevralgico è rappresentato dalla Piazza di Nostra Signora d’Africa, dove svetta il Monumento ai Caduti della Guerra d’Africa del 1859-60, un monolito in stile neogotico alto 13 metri che comprende una cripta dove sono sepolti alcuni soldati spagnoli morti in guerra.

Affascinanti palazzi e chiese fiancheggiano palme ben curate, tra questi il Santuario di Nostra Signora d’Africa, contraddistinto da pareti color giallo vivo, il Palacio de Asamblea, sede del Comune, e la Cattedrale di Santa Maria dell’Assunzione, costruita sulle rovine della moschea maggiore, con una pregevole facciata neoclassica in marmo nero.

La struttura più rappresentativa di Ceuta è però il complesso delle Mura Reali, il cui nucleo originario risale al V secolo. Il complesso è costituito da diverse linee difensive costituite da bastioni, mura merlate, una piazza d’armi, ed è l’unico esempio di architettura militare rinascimentale con fossato navigabile esistente in Spagna. All’interno delle mura, dichiarate Bene di Interesse Culturale nel 1985, si aprono alcune sale che ospitano il Museo di Belle Arti e mostre temporanee. Una visita originale la offre il Museo della Legione, dedicato al corpo militare spagnolo istituito nel 1920. La collezione, distribuita in quattro sale, svela ai visitatori un interessante percorso nella storia, fra simboli, ricordi e imprese della Legione spagnola.

Le altre attrazioni imperdibili di Ceuta

Tra le attrazioni da non perdere a Ceuta, ci sono gli affascinanti Bagni Arabi, risalenti al XI o al XIII secolo. Oltre ad essere un luogo adibito all’igiene personale, in passato rappresentavano un luogo adatto alla purificazione religiosa, alle relazione sociali e allo svago, proprio come le antiche Terme Romane. Purtroppo l’originario rivestimento in marmo è andato perduto, ma si può ancora ammirare l’affascinante volta a botte. I bagni presentano un Patio, zona di accesso alle varie strutture, la Sala Fredda, la Sala Tiepida, la Sala Calda – la più complessa di tutte – e la Zona di Servizio, composta da forno, caldaia e legnaia.

Il Parco Marittimo del Mediterraneo è, invece, il fiore all’occhiello della città moderna. Incastonato nel cuore di Ceuta, è l’ultima opera del celebre artista e architetto César Manrique, realizzata negli anni Novanta. Rappresenta un’oasi rinfrescante molto amata da residenti e turisti, che comprende tre laghi artificiali, isolette, cascate e un giardino botanico con piante provenienti da tutto il mondo. Qui si può prendere il sole, nuotare e fare passeggiate nel verde.

Se dopo la giornata di visite a musei e monumenti desiderate un tuffo rinfrescante a mare, troverete Playa de la Ribera e Playa del Chorrillo, le due spiagge cittadine. Pur non essendo particolarmente affascinanti, si presentano ben curate e, inoltre, sono facili da raggiungere.

Infine, se desiderate vedere un’emozionante panorama della città e del mare che la bagna, dovete salire fino al belvedere del Monte Hacho, una collinetta che occupa l’estremità della penisola su cui sorge il centro di Ceuta. Si può raggiungere con una passeggiata impegnativa in salita di circa 3,5 km, oppure comodamente in taxi fino al Mirador di San Antonio, che si trova a circa due terzi del percorso, e da lì proseguire a piedi. La collina è dominata dalla Fortezza del Monte Hacho, di origine bizantina, che ancora oggi ospita una base militare, disseminata di baluardi e punti panoramici. L’ideale è spingersi fino al Castillo del Desnarigado, per poi riposarsi nella natura del Parque de San Amaro, sulla via del ritorno.

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Tutti i modi per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino

Fiumicino, o meglio l’aeroporto romano intitolato al genio di Leonardo da Vinci, si fa sempre più grande e bello in vista del Giubileo del 2025. In questa prospettiva, il principale scalo di Roma sarà ancora più accessibile e semplice da raggiungere, anche dal resto d’Italia. D’altronde è risultato al primo posto nella classifica dei migliori aeroporti d’Italia e quello con i maggiori numeri del Paese.

Stando agli ultimi dati, nel 2021 ha quasi recuperato i valori prepandemia, coinvolgendo circa il 14,4% del traffico totale. Ha messo a segno oltre undici milioni e mezzo di viaggiatori nel 2021, ovvero il 18,6% in più rispetto al 2020, e raggiunto punte giornaliere di circa 90mila presenze. Molto, molto di più del secondo scalo cittadino, situato a Ciampino a una ventina di chilometri sud-est dalla città. Ecco tutte le ultime indicazioni per sapere come raggiungere l’aeroporto di Fiumicino.

Tutti i modi per raggiungere l’aeroporto di Fiumicino

Nonostante le dimensioni imponenti – sono stati da poco inaugurati i lavori di ampliamento al Terminal 1 – lo scalo si trova vicino alla capitale – circa 30 chilometri a ovest di Roma –  e soprattutto è raggiungibile con diversi mezzi, per tutti i budget e le esigenze. Dall’auto al treno al bus fino ai transfer privati, le opzioni sono moltissime e tutte estremamente comode. Dal centro città, è possibile arrivare velocemente in aeroporto per imbarcarsi, senza timore di perdere l’aereo.

Transfer per Fiumicino in auto e in taxi

Se ci si reca in aeroporto con la propria auto, la strada più veloce per raggiungere l’aeroporto intercontinentale Leonardo da Vinci di Fiumicino è prendere il Grande Raccordo Anulare (GRA) per poi immettersi sull’autostrada A91 Roma – Fiumicino. Per chi viene da Civitavecchia, basta seguire le indicazioni per lo scalo subito dopo il casello di uscita. Sono a disposizione parcheggi differenziati a seconda del tempo di sosta, breve, media, lunga.

Se invece non si dispone di una macchina, ma si vuole il comfort di un passaggio in auto, esistono organizzazioni che offrono transfer dal centro di Roma fino al terminal delle partenze. A seconda delle necessità, si possono prenotare sia transfer privati con autista sia passaggi collettivi. Le tariffe sono particolarmente vantaggiose, specie se si viaggia in un piccolo gruppo. In ogni caso, si tratta di soluzioni pratiche e sicure, oltre che incredibilmente comode. Se il traffico non è eccessivo, servono circa 45 minuti di viaggio.

Naturalmente esiste anche il servizio di auto pubbliche. La tariffa del taxi per Fiumicino, partendo da Roma centro.è di circa 50 euro.

Come arrivare da Roma Termini a Fiumicino in treno

Viaggiare su rotaia è comodissimo, e soprattutto permette di arrivare a Fiumicino senza le incognite del traffico. Il treno Leonardo Express, ad alta velocità e senza fermate intermedie, collega la centralissima Stazione Termini direttamente con la stazione situata all’interno dell’area aeroportuale, in prossimità dei Terminal di arrivo e partenza. Il treno per Roma Fiumicino prevede collegamenti numerosi e veloci: le partenze sono effettuate ogni 15 minuti e il tempo di percorrenza è di 32 minuti.

Sono sempre di Trenitalia i treni regionali della linea FL1 che coprono la distanza fra le altre stazioni della capitale, come Roma Tiburtina, con lo scalo aeroportuale. Le partenze sono ogni 15 minuti nei giorni feriali e ogni 30 nei giorni festivi.

Per chi invece proviene da fuori Roma, quattro treni ad alta velocità – due in arrivo e due in partenza – collegano quotidianamente l’aeroporto Leonardo da Vinci con Napoli, Firenze, Bologna, Padova e Venezia, senza necessità di effettuare cambi.

Come arrivare in centro a Roma in bus

Con una formula economica, sono numerose le compagnie di bus che coprono la tratta Fiumicino-centro di Roma. Tra le principali sono da segnalare Sit Bus Shuttle e Terravision. Quasi tutte effettuano una fermata in corrispondenza di Roma Termini e delle altre stazioni cittadine. Per non perdere nemmeno un minuto di tempo, e saltare la fila, conviene acquistare in anticipo il biglietto del bus.

Come andare da Fiumicino a Ciampino

Al momento non esiste un collegamento diretto fra l’aeroporto Leonardo da Vinci di Fiumicino e l’aeroporto Giovan Battista Pastine di Ciampino. Pertanto, se si deve effettuare un transfer fra i due scali, si può prendere a Fiumicino l’autobus fino a Termini da lì il Ciampino Airlink per raggiungere l’altro aeroporto, o viceversa. Un’altra soluzione, più costosa, è effettuare il tragitto in taxi o prenotando un transfer privato.

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Sembra il selvaggio West, ma è in Europa. Le location della serie Tv “Django”

“Django”, l’attesa serie originale Sky e Canal+, è un omaggio a uno dei maestri degli “spaghetti western” com’era Sergio Corbucci, a cui si è ispirato anche il grande Quentin Tarantino con il celebre film “Django Unchained” del 2012.

La serie Tv in dieci episodi, quattro dei quali diretti da Francesca Comencini mentre gli altri da David Evans ed Enrico Maria Artale, vedono protagonisti Matthias Schoenaerts nel ruolo di Django, Noomi Rapace, la spietata Elizabeth Thurmann, e Nicholas Pinnock nei panni di John Ellis

È la storia di un uomo che, partito in cerca di vendetta, finirà per lottare per qualcosa di più grande. La serie è ambientata nel Texas di fine 1800, in particolare in una cittadina immaginaria chiamata New Babylon, ma in realtà è stata girata in tutt’altro luogo rispetto al Far West che tutti noi immaginiamo.

La location della serie Tv “Django”

Per trovare la giusta location la produzione non è dovuta andare così lontana. Paesaggi selvaggi, solitari, dove la natura la fa da padrona, dove i cavalli dei cowboy potessero scorrazzare sollevando polvere e dove le formazioni rocciose naturali potessero fornire il rifugio perfetto per uomini come il pistolero Julian Wright, detto Django, e dove sembra di stare proprio nel desolato Texas del XIX secolo ma l’hanno scovata in Romania.

A circa 250 chilometri a Nord della Capitale Bucarest c’è una zona di origine vulcanica meravigliosa, quella del parco di Racos, nel distretto di Brașov, in pratica in Transilvania. Qui, Madre natura ha scolpito un paesaggio che sembra essere stato creato da un architetto paesaggista.

Tra antichi vulcani estinti 10mila anni fa, laghi dalle acque color smeraldo e alte colonne di basalto formatesi un milione e mezzo di anni or sono si nascondeva il perfetto Old Wild West dei film. Questo territorio il cui scenario è a dir poco pittoresco è stato dichiarato riserva naturale, ma sono pochi i turisti che ne conoscono l’esistenza. Il vulcano Racos, il più “giovane” di tutti che dà il nome a tutta l’area.

Il cratere del vulcano assomiglia a un gigantesco “paniere” dai contorni rossastri, circondato da dune rosso sangue e nere come la pece per via della lava. A poca distanza, un grosso tumulo di terra rossa con una grande solco visibile da lontano ricorda di quando questo terreno veniva sfruttato per raccogliere la cenere. La vegetazione che cresce tutt’intorno a questa zona si è adattata nel corso dei secoli all’ambiente arido e riesce a sopravvivere a lungo anche senz’acqua.

Le meraviglie del vulcano Racos in Romania

Questa zona è famosa in tutta la Romania oltre che per il vulcano anche per un lago spettacolare, l’Emerald Lake. Il paesaggio lunare che si staglia davanti agli occhi è unico. Il colore dell’acqua è davvero smeraldo ed è circondato da pareti di basalto chiaro che vi si specchiano.

Il lago potrebbe essersi formato per via degli scavi che un tempo venivano fatti nelle cave della zona e che a un certo punto hanno raggiunto il livello dell’acqua che ha così riempito la voragine. Ma secondo alcuni la cavità esisteva già e si è riempita nel corso degli anni di acqua piovana. Se poi si aggiungono le incredibili colonne basaltiche che sembrano fusti di alberi pietrificati il luogo diventa una favola.

Il vulcano, con il lago color smeraldo e le formazioni rocciose rendono questo uno dei luoghi più affascinanti che si possano trovare in Romania e meritano assolutamente un viaggio, specie se siete appassionati di serie Tv e di location.