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La Versailles di Parma new entry tra le Residenze reali europee: quali sono e come visitarle

Conosciuta anche con il nome di Versailles di Parma, la spettacolare Reggia di Colorno, dimora estiva dei duchi di Parma, Farnese, Borbone e di Maria Luigia d’Austria moglie di Napoleone, è entrata di diritto a part parte delle Residenze reali europee.

Arrivano così a un totale di 7 i palazzi italiani che hanno aderito alla Rete delle Residenze Reali Europee (Arre) che coordina e unisce siti ricchi di fascino e testimonianze storiche del passato, oggi importanti poli di attrazione turistica. Ma quali sono esattamente? E cosa occorre fare per visitarli?

La Reggia di Colorno

La new entry, ovvero la Reggia di Colorno, si trova nell’omonimo comune che è situato a soli 12 km di distanza da Parma. Aperta tutto l’anno, accoglie il visitatore con un poetico giardino alla francese e grandi sale da parata ornate da preziosi arredi, stucchi e affreschi

Vi sono anche un Osservatorio Astronomico e una maestosa cappella di corte che rendono la visita al complesso monumentale ancor più speciale.

Nella Reggia di Colorno visse Barbara Sanseverino, una donna affascinante, intelligente e di grande cultura che fu omaggiata dal poeta Torquato Tasso in un celebre sonetto.

Il Castello di Miramare

Fa parte della Rete delle Residenze Reali Europee anche il meraviglioso Castello di Miramare. Si tratta di un maniero eccezionale che domina il Golfo di Trieste e che si protende a picco sul mare, un immagine che incanta chiunque la veda.

Dallo stile eclettico ed edificato in bianca pietra d’Istria, si può tranquillamente visitare durante tutti i giorni della settimana. Negli anni è stato la residenza dell’arciduca Ferdinando Massimiliano d’Asburgo, poi imperatore del Messico, e di sua moglie Carlotta del Belgio.

Circondato da un parco di oltre 22 ettari ricco di piante rare, sculture e laghetti, conta oltre 20 stanze di cui alcune particolarmente pregiate.

La Reggia di Caserta

Altrettanto splendida è la Reggia di Caserta che con la sua un superficie di 47.ooo m2, cinque piani e quattro cortili interni è come un sogno che si avvera. Inoltre, è circondata da un meraviglioso parco dove sgorga anche una curiosa  cascata.

Nel 1997 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, è visitabile sempre in quanto è chiusa esclusivamente il martedì, il 1° gennaio e il 25 dicembre salvo aperture straordinarie.

Storicamente appartenuta ai Borbone delle Due Sicilie, è stata fortemente voluta da Carlo di Borbone che diede l’avvio ai lavori di su progetto di Luigi Vanvitelli, a cui seguirono il figlio Carlo e altri architetti.

Il Palazzo Reale di Napoli

Situato in Piazza del Plebiscito, il Palazzo Reale di Napoli è stato per oltre tre secoli il centro del potere del capoluogo campano e di tutta l’Italia meridionale.

Si tratta di un imponente e severo edificio dove si fanno spazio porticati, cortili e giardini che conducono a spazi un tempo occupati dalla corte e dalle tante funzioni di servizio di una reggia.

Aperto tutti i giorni tranne il mercoledì, è stato fondato come palazzo del re di Spagna Filippo III d’Asburgo nell’anno 1600, per iniziativa del viceré Fernando Ruiz de Castro conte di Lemos e della viceregina Catarina Zuñiga y Sandoval.

La Villa Reale di Monza

Decisamente molto bella è anche la Villa Reale di Monza che si caratterizza per essere un complesso di inestimabile valore paesaggistico, storico, monumentale e architettonico.

Dalle architetture splendide c circondata dal verde, è stata progettata da Giuseppe Piermarini come residenza privata degli Asburgo.

Aperta il mercoledì, giovedì, venerdì, sabato, domenica e festivi, attualmente ospita mostre, esposizioni e in un’ala anche il Liceo artistico di Monza.

Il Palazzo Reale di Torino

Parte della Rete delle Residenze Reali Europee è anche il Palazzo Reale di Torino che è la prima e più importante tra le residenze sabaude in Piemonte. Collocato nel cuore della città, vi hanno soggiornato nobili, politici e rappresentanti di stato stranieri.

Un vero e proprio capolavoro progettato dall’architetto Amedeo di Castellamonte che vanta uno stile architettonico che ricorda Versailles, con la stanza del trono, le sale da pranzo e da ballo, gli arazzi e molto altro ancora.

È possibile visitarlo tutti i giorno della settimana ad eccezione del lunedì.

Il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude

Il Consorzio delle Residenze Reali Sabaude gestisce direttamente il complesso La Venaria Reale Reggia, Giardini e Castello della Mandria.

La Venaria Reale Reggia è una delle residenze sabaude parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997. Progettata dall’architetto Amedeo di Castellamonte, nel 2019 il suo giardino è stato eletto parco pubblico più bello d’Italia.

Il Castello della Mandria, invece, è una residenza reale, storicamente appartenuta ai Savoia, che oggi costituisce oggi un polo museale delle residenze sabaude, parte del sito seriale UNESCO iscritto alla Lista del Patrimonio dell’umanità dal 1997.

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In questo cimitero monumentale puoi incontrare animali fantastici

Un luogo di pace, di silenzio, immerso nella natura: siamo a Vienna nel cimitero centrale un luogo in cui riposano personaggi di spicco, uno spazio di grandi dimensioni e in cui si possono fare incontri davvero speciali. Infatti, una delle particolarità di questo luogo è che al suo interno non è difficile incontrare animali fantastici: tante specie diverse che girano tra le tombe e che qui hanno trovato anche loro uno spazio libero e in cui girare indisturbati.

Un cimitero monumentale, che è stato realizzato nella zona sud est della capitale austriaca e, più precisamente, nel quartiere Simmering: un’area che, all’epoca della sua realizzazione, era ancora poco abitata ed era ritenuta perfetta per ospitare le salme.

Il cimitero centrale di Vienna, un luogo di pace e di bellezza

Si estende per circa due chilometri quadrati, ed è uno spazio immerso nella natura: stiamo parlando del cimitero centrale di Vienna che ha aperto i battenti nel 1874. Un luogo affascinante per tante ragioni. Senza dubbio una delle prime sono i tanti personaggi di spicco che lì riposano oppure che – sempre lì – vengono ricordati con vere e proprie opere d’arte. I nomi? Da Ludwig van Beethoven a Wolfgang Amadeus Mozart, a cui è dedicato un monumento sepolcrale, da Franz Schubert a Johann Baptist Strauss, senza dimenticare Karl Kraus e Falco, solo per fare alcuni nomi.

Vienna: gli animali fantastici del cimitero

Fonte: IPA: Elias Neil Benleulmi/SIPA

Gli animali fantastici del cimitero monumentale di Vienna

Il cimitero centrale è molto amato dai viennesi e non è difficile vedere persone che qui si dedicano a passeggiate, ma anche alla corsa e a giri in bicicletta. Inoltre, camminando per i suoi viali si possono ammirare tombe arricchite da monumenti, ma anche la suggestiva chiesa di San Carlo Borromeo, un’interessante costruzione che rappresenta alla perfezione lo stile liberty di questo territorio: è datata 1910 e l’architetto che ne ha seguito i lavori è stato Max Hegele.

Quello viennese è il secondo cimitero più grande d’Europa ed è diviso in sezioni. Al suo interno ospita anche il Museo delle Pompe Funebri che si estende per 300 metri quadrati. Una meta da segnare tra quelle imperdibili se si programma un viaggio nella capitale austriaca.

Animali fantastici del cimitero monumentale di Vienna

Una delle peculiarità di questo luogo è quella di essere abitato da animali fantastici. E, chiaramente non quelli della celebre serie di film ispirati all’universo magico di Harry Potter. Perché nel cimitero monumentale di Vienna è possibile incontrare caprioli, volpi, criceti ma non solo. Tantissimi animali che hanno scelto di vivere in questi spazi immersi nella natura. Per vederli ci si deve armare di un po’ di pazienza e aspettare, se si è fortunati si può essere ripagati da una vista che rimarrà impressa per lungo tempo.

Vienna, nel cimitero monumentale gli animali fantastici

Fonte: IPA: Elias Neil Benleulmi/SIPA

Vienna, nel cimitero centrale si incontrano animali fantastici

L’ingresso principale per accedere al cimitero è posto sul gate 2 e gli orari variano in base al periodo dell’anno, sono specificati su sito ufficiale. Ad esempio, da aprile a settembre l’apertura va dalle sette del mattino alle 19. Vengono organizzati tour guidati, a quanto pare anche notturni, ed è possibile affittare delle e-bike per facilitare i giri lungo gli oltre due chilometri quadrati di estensione del cimitero centrale di Vienna.

In tantissime città del mondo si trovano campisanti speciali, da visitare per la peculiarità di chi vi è sepolto o per i monumenti funerari che sono vere e proprie opere d’arte. Da Parigi a Genova, passando per Londra e Milano, ci sono tantissimi luoghi dedicati al riposo eterno che sono spazi che lasciano i visitatori senza fiato.

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Murcia, cosa vedere nella sontuosa città università spagnola

Meno conosciuta dai turisti rispetto ad altre mete imperdibili della Spagna, la regione di Murcia, la più soleggiata del Paese, e l’omonima città che le fa da capitale sono una delle tante perle nascoste da mettere in lista per rendere un viaggio ancora più appassionante.

Si tratta, infatti, di un vero tesoro della Spagna meridionale e ne rappresenta l’anima più autentica, tradizionale e affascinante, un “mondo a parte” rinomato in particolare per la sua università che richiama studenti da ogni parte del mondo tra cui anche moltissimi italiani per l’Erasmus.

Conosciamo meglio cosa vedere in questa città che può regalare una vacanza “insolita”, lontana dalle “solite destinazioni” e dalla ressa che inevitabilmente le contraddistingue.

Plaza de La Glorieta e il Puente Viejo

La visita può iniziare dal cuore della città, il centro storico, con prima tappa in Plaza de La Glorieta, raffinata piazza alberata dove svettano il Municipio, edificio in stile neoclassico con la facciata impreziosita da stucchi, e il Palazzo Vescovile, risalente al XVIII secolo e “Bene di Interesse Culturale” dal 1992.

A pochi passi, lo sguardo viene catturato dal Puente Viejo, il ponte più antico di Murcia, interamente in pietra, noto anche come “Puente de Los Peligros” poiché sul lato sud ospita una statua della Madonna dei Pericoli.

Il Real Casino de Murcia

Il Casino Reale di Murcia, dichiarato Edificio Storico Nazionale nel 1983,  è, senza dubbio, uno degli edifici più significativi della città spagnola, con la sua architettura straordinaria che unisce stili artistici modernisti ed eclettici della seconda metà del XIX secolo e dell’inizio del XX secolo.

Si trova in pieno centro, in Calle Trapería, vicino alla Cattedrale, ed è sede di svariate attività culturali, quali mostre d’arte, dibattiti, conferenze, tre club del libro, cerimonie istituzionali ed eventi aziendali.

Dall’atmosfera “scintillante”, ospita inoltre un’immensa biblioteca con più di ventimila volumi in lingua inglese, un’elegante sala da ballo con lampadari in cristallo, e sala da biliardo con soffitto in legno.

La Cattedrale

Tra i tanti edifici religiosi della città vale la pena citare la magnifica Cattedrale di Santa Maria, eretta nel 1394 laddove sorgeva una moschea.

La splendida facciata settecentesca si presenta con elementi barocchi e rinascimentali mentre l’interno è in stile gotico e conserva la magnifica Capilla de los Vélez con la volta a stella.

Colpisce poi la sua torre campanaria che svetta nel cielo di Murcia da 95 metri di altezza, la cui costruzione richiese oltre duecento anni.

Da vedere anche il Museo della Cattedrale di Murcia per ammirare resti archeologici dell’antica moschea araba e una mostra permanente di arte sacra.

Plaza de Flores

Tutta da vivere è poi la Plaza de Flores, punteggiata da numerosi locali e caffè, quasi tutti con terrazze esterne, dalla vibrante atmosfera festosa ogni fine settimana, in cui gustare i piatti tipici della zona tra cui le tapas murciane.

Al centro della fontana della piazza si può vedere “La niña de la flores“, scultura in bronzo dello scultore José Fuentes Aynar, realizzata nel 2011, mentre tutt’intorno si dipanano stradine pedonali su cui si affacciano negozi e bar.

Seguendo una di queste e passando per Piazza San Pietro, ecco il tradizionale Mercato Verónicas, dove acquistare prodotti a chilometro zero.

I Musei

Vivace città universitaria, Murcia è sede di molti musei che fanno la gioia degli appassionati di arte e di storia.

Da segnalare il Museo Arqueologico, con collezioni di reperti a partire dal Neolitico, il Museo Salzillo, dedicato allo scultore nativo della città Francisco Salzillo, vissuto nel Settecento, il Museo de Bellas Artes, ampia collezione di dipinti di autori spagnoli, e il Museo di Santa Clara, un viaggio alla scoperta  di Murcia dal Medioevo ai giorni nostri.

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Roma non smette di stupire: la nuova scoperta è eccezionale

Ciò che dopo tre lunghi anni di lavoro è emerso dalla viscere di Roma è davvero sorprendente perché i resti appena rinvenuti sono parte di un tesoro che si credeva fosse andato ormai perduto. Qualcosa che si pensava fosse impossibile ritrovare e invece, per nostra fortuna, così non è stato.

Riemerso il teatro di Nerone a Roma

Gli scavi condotti a Roma hanno riportato alla luce una struttura imperiale di notevole importanza: parte del Teatro di Nerone, il quinto imperatore romano, insieme a reperti di altre epoche. La scoperta è avvenuta sotto la direzione scientifica prima di Renato Sebastiani e poi di Alessio De Cristofaro, archeologi della Soprintendenza di Roma.

Condotto sul campo da Marzia Di Mento con il team Mdm archeologia, il ritrovamento è stato fatto presso la corte interna di Palazzo della Rovere in via della Conciliazione, a pochi passi dal confine con il Vaticano e dalla Basilica di San Pietro.

Oltre alla parte sinistra della cavea a emiciclo, le colonne lavorate con marmi pregiati, le decorazioni a stucco con foglia d’oro e alcuni ambienti utilizzati come depositi di costumi e scenografie che identificano gli edifici ritrovati come il Theatrum Neronis, sono emerse anche alcune tracce delle attività produttive e di pellegrinaggio d’età medievale alla tomba dell’apostolo Pietro.

Poi ancora reperti importantissimi che vanno dalla tarda età repubblicana al XV secolo, come rarissimi esemplari di calici vitrei a colonnetta, brocche e materiale ceramico, ossa di animali trasformate in strumenti musicali e cerniere per mobili, grani di rosari e insegne.

È stata rinvenuta persino una successione di tracciati stradali più volte rifatti e sistemati, collegati all’approdo sul Tevere a valle di Ponte Sant’Angelo, o Portus Maior, due insegne da pellegrino (Volto Santo di Lucca e Santa Vergine di Rocamadour) e una fiaschetta sagomata a forma del gallo di San Pietro.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

È abbastanza intuibile che la scoperta avvenuta a Roma è più che straordinaria. Come si può leggere sul Corriere della Sera, Daniela Porro l’ha definita di “eccezionale importanza”. Ma del resto parliamo di un ritrovamento che è stato fatto a una profondità media di cinque metri rispetto all’attuale piano strada e in una zona, quella nei pressi del Vaticano, che nel corso dei secoli ha subito trasformazioni enormi.

Nonostante la stratigrafia complessa e la necessità di ulteriori studi utili a confermare le ipotesi dei ricercatori, gli esperti concordano che i resti siano indentificabili proprio con quelli del Theatrum, fino ad ora legato solo alla sola memoria letteraria e circondato da misteri leggendari.

Due strutture in opera laterizia ritrovate sono infatti databili all’età giulio-claudia, mentre la tecnica con cui sono state costruite sarebbe la prova di un grande impegno economico e tecnico che non può essere altro che il frutto di una committenza di alto rango, come si può comprendere anche dalle raffinate decorazioni.

Per non parlare della pianta a emiciclo, con muri radiali e un sistema di accessi e di scale, che sono caratteristiche tipiche di una cavea teatrale, su cui sorgevano le gradinate per il pubblico.

I prossimi passi

Questo eccezionale ritrovamento è avvenuto presso i giardini di Palazzo della Rovere, sede dell‘Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme. Per questo motivo la Sovrintendenza e l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme lavoreranno insieme con lo scopo di realizzazione un progetto volto a valorizzare gli scavi e renderli almeno in parte fruibili.

Presto potremo perciò ammirare gli oggetti ritrovati durante gli scavi in uno spazio museale che verrà creato a Palazzo della Rovere. A ottobre, invece, potremo visionare le immagini dell’eccezionale scoperta del Teatro di Nerone e degli scavi archeologici sul programma televisivo ‘Sotto il suolo di Roma’, in onda su Rai Storia.

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Gjipe Beach, meta da non perdere in Albania

L’Albania è un Paese sorprendente e che, nonostante non sia estesissimo, nel suo territorio racchiude numerose meraviglie come siti archeologici, paesaggi naturali emozionanti, località di mare meravigliose e villaggi antichi in cui il tempo pare essersi fermato.

Negli ultimi anni sta tornando alla ribalta come destinazione per le vacanze, soprattutto quelle estive, tanto che alcuni suoi luoghi che prima erano un segreto sono oggi mete sempre più ricercate dai turisti, ma che per fortuna mantengono intatto il loro fascino. Ne è un’esempio la monumentale e straordinaria Gjipe Beach.

Dove si trova

Gjipe Beach è una gioia per gli occhi che prende vita nel Sud del Paese e, per la precisione, tra le città di Ilias e Vunò, a circa 50 chilometri dal confine con la Grecia. In sostanza, non sorge a troppa distanza dalla più famosa – ma comunque bellissima – spiaggia di Dhermi, ma a differenza di quest’ultima riesce ancora a tenersi stretta la sua più pura autenticità.

Complessa da raggiungere, è ancora adesso – seppur molto meno rispetto al passato – una spiaggia semi-deserta che sembra voler catapultare il suo visitatore su un’isola dispersa nel nulla. Una destinazione ancora non affollata, ma che data la sue indiscutibile bellezza è destinata a diventare uno dei luoghi più visitati della costa meridionale albanese.  Ciò vuol dire che per cogliere il massimo del suo splendore occorre visitarla il prima possibile.

Cosa aspettarsi

La Spiaggia di Gijpe è un luogo dalla bellezza millenaria. Non stiamo scherzando, perché è il frutto del lunghissimo lavoro della natura che nel corso dei secoli ha dato vita a un posto dalle proporzioni e dai colori perfetti.

Vi basti pensare che si trova alla fine di un maestoso canyon e che è circondata da imponenti rocce che a loro volta proteggono una ricca vegetazione. Accarezzata da acqua limpida e cristallina, sfoggia una sabbia bianca come il latte che alle volte è interrotta da alcuni massi pittoreschi.

Come arrivare

Nonostante sia sempre più gettonata tra i viaggiatori che scelgono l’Albania come loro meta di vacanza, Gijpe Beach non è ancora presa d’assalto dai turisti e, molto probabilmente, il merito di questa sua autenticità è da ricondurre alle difficoltà per attraccarvi.

Noleggiando un’automobile, e in particolare una jeep perché non esiste una strada asfaltata per raggiungerla, occorre arrivare e svoltare presso Manastiri i Shen Theodhorit e dopo 2,5 chilometri si arriva a un parcheggio da dove parte una via che conduce al mare.

In realtà in questo tratto una jeep può essere utilizzata, ma la verità è che è altamente sconsigliato: la discesa è lunga 1,5 chilometri e con un dislivello di 135 metri che non sono l’ideale per chi ha paura delle altezze. Meglio a piedi, anche per ammirare lungo la strada i vari bunker che purtroppo sono testimoni di un passato triste ma che in qualche modo, grazie al contrasto con i colori accesi della natura circostante, riescono a donare speranza.

Se non si possiede un mezzo proprio, è possibile salire su un autobus che passa da Dhermi o Saranda. Il consiglio in questi casi è farsi aiutare dall’autista perché occorre scendere alla curva per Gjipe. Da qui la distanza è di 4 chilometri.

Altri modi per raggiungere questo paradiso chiamato Gjipe sono la barca o il kayak.

Escursionismo sul Canyon di Gjipe

È possibile fare escursionismo sul Canyon di Gjipe, ma è necessario essere a conoscenza che è molto difficile e che quindi bisogna essere veri esperti. Il tragitto ha inizio vicino alla strada principale e, dal momento che la via di ritorno attraverso il canyon è praticamente impossibile – a meno che non si lascino corde appese alle rocce mentre si scende – è meglio combinare questa esperienza con un pernottamento su questa idilliaca spiaggia.

La “passeggiata” attraverso il canyon è di 2,5 chilometri da fare su un sentiero roccioso, spesso molto ripido e pericoloso, e con arrampicata necessaria in alcuni punti.

Insomma, la Spiaggia di Gjipe è uno splendido sogno che diventa realtà, ma per raggiungerla occorre faticare un pochino.

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Malia, tra le migliori mete per giovani in Grecia

Dal mare cristallino, dall’architettura tipica spesso pennellata d’azzurro, dalla gastronomia semplice ed eccellente e dai tanti villaggi in cui ci si sente a casa: questo e molto di più è la Grecia. Lo è perché da queste parti c’è tutto quello di cui si ha bisogno: lo spot per naturisti, il villaggio turistico in cui stare in compagnia, le spiagge isolate e autentiche, ma anche le destinazioni perfette per i più giovani, quelle in cui il divertimento è la parola d’ordine. Uno di questo esempi in Grecia è Malia, una meta che vale la pena scoprire.

Dove si trova Malia

Malia è una curiosa località situata sull‘isola di Creta. Il comune in cui si trova, ovvero quello di Chersonissos, si estende dalle falde dei monti Dikti e Selena a sud, fino alle coste del mare di Creta a nord.

Circondata da un territorio montuoso che regala scorci emozionanti, si affaccia su una breve striscia costiera dove i visitatori trovano tutto ciò di cui hanno bisogno e in cui tutto va avanti all’insegna dell’allegria. Grazie alla sua posizione, tra le altre cose, è anche un ottimo punto di partenza per visitare tante meraviglie che si trovano dei dintorni.

Cosa aspettarsi

Malia ha una “sorella maggiore” che prende vita a soli sette chilometri di distanza da lei: Hersonissos, città che può essere considerata la Capitale del divertimento notturno a Creta. Tuttavia, come ben sappiamo, “la mela non cade mai troppo lontana dall’albero”, e per questo anche Malia è una località balneare ricercatissima dai giovani di tutta Europa.

Il motivo è racchiuso nei suoi tantissimi locali aperti 24 ore al giorno a cui si aggiungono feste a tema e schiuma party. In particolare c’è un viale pedonale, lungo circa 1,5 km, dove si concentrano tantissimi locali notturni.

Malia, meta per giovani

Fonte: iStock

Giovani in giro per Malia

Ma Malia non è solo questo: dotata di una bellissima spiaggia cittadina in cui poter avere a portata di mano tutto quello che serve, vanta alloggi adatti a tutte le tasche, una buona vicinanza a meravigliosi siti di interesse, un centro storico che mette serenità e un mare cristallino che non ha nulla da invidiare a quello che bagna mete meno frequentate.

Cosa vedere

Fare una vacanza a Malia vuol dire poter scoprire un piccolo e raccolto centro storico. Situato circa 1,5 km dal lungomare, è un luogo piacevole in cui passeggiare e in cui si possono vivere le emozioni che un tipico villaggio greco sa offrire. Degne di nota sono la grande chiesa di Agios Nektarios, in cui si trovano grandi dipinti murali di Michael Vassilakis, e la chiesa di Panagia Galatiani, la più antica del borgo.

Dalla spiaggia cittadina, invece, è impossibile non notare in mezzo al placido mare un curioso isolotto dove sorge uno dei simboli della città: la chiesetta di Afendis Christos. Raggiungibile comodamente con un pedalò, incanta i visitatori con la sua porticina blu e la bandiera greca che sempre sventola fiera.

Senza ombra di dubbio, il punto forte di Malia è il sui Palazzo Minoico, uno dei quattro più importanti di Creta insieme a quello di Cnosso che è un vero capolavoro.

Costruito tra il 2000 a.C. e il 1900 a.C., vi si accede tramite una strada pavimentata da cui si diramano diversi sentieri chiamati vie processionali. Da queste parti gli scavi sono iniziati nel 1915 e fino ad oggi hanno riportato alla luce un vero e proprio tesoro di reperti, tra cui e un ciondolo in oro che raffigura due api su una goccia di miele.

Chiesetta di Afendis Christos, Malia

Fonte: iStock

Veduta della chiesetta di Afendis Christos

Il mare di Malia

Malia è anche sinonimo di mare e, come vi abbiamo accennato, oltre ad essere bellissimo è anche un piccolo tempio del divertimento. La spiaggia cittadina ha una lunghezza di circa tre chilometri e si caratterizza per essere composta di sabbia fine color oro e per essere lambita da acque azzurre pulite, calme e dai fondali che scendono dolcemente.

Possiamo definire questo litorale diviso in due: la parte est che è più tranquilla e poco attrezzata, quella ovest che è perfetta per fare festa e divertirsi con gli sporti acquatici.

In molti saranno felici di sapere che Malia offre anche angoli che sono ideali per coloro che si vogliono ritagliare momenti di tranquillità. Infatti, a soli tre chilometri di distanza da qui sorge la spiaggia di Potamos che offre un mare limpido, trasparente e un po’ più appartato.

Cosa fare nei dintorni

I dintorni di Malia mettono a disposizione degli ospiti tante piccole ma preziose perle. Un esempio di tutto questo è il Monastero di Agios Georgios che si trova nella vicina Selinari e precisamente nel luogo in cui Dio, secondo i racconti dell’epoca, aveva fatto trovare al costruttore un’icona di San Giorgio.

Qui è possibile visitare una chiesa centrale principale, la Cappella di San Giorgio e la misteriosa Grotta di Anvalohos, angolo in cui sarebbe sepolto Nikolaos, il monaco che lo costruì.

Bellissimo è anche l’Altopiano di Lassithi che, oltre a essere un’esplosione di natura, è puntellato da oltre 10.000 mulini a vento. Tra le attrazioni più suggestive della zona non possiamo non menzionare la Grotta di Psychro, una cavità particolarmente suggestiva e in cui, secondo la leggenda, nacque Zeus.

Partecipando a uno dei tanti tour in jeep offerti dai tour operator di Malia, si possono ammirare anche minuscoli villaggi, mandorleti e campi coltivati a perdita d’occhio. Tante soddisfazioni le avranno anche coloro che qui decideranno di percorrere un sentiero di sei ore fino alla cima del Monte Spath: da lassù la vista è di quelle che tolgono il fiato.

Poi ancora le Gola di Roza che sono visitabili grazie a un percorso di quasi 7 chilometri che collega i villaggi montani di Kera e Gonies. Così chiamata per via dalle sfumature rosa delle sue spettacolari pareti rocciose, è da esplorare tramite un sontuoso percorso in salita con un dislivello di 300 metri.

Infine i villaggi di Krasi e Mochos che sono arroccati sulle montagne a sud di Malia. Krasi offre stradine acciottolate in cui inebriarsi del profumo di sarikopita, un gustoso dolce a base di formaggio e pasta fillo, appena sfornata, la chiesa della Trasfigurazione di Cristo e un grazioso tempietto in legno intagliato.

Mochos, dal canto suo, si fa apprezzare per le sue casette in pietra che si affacciano su graziose piazzette.

Malia, la spiaggia cittadina

Fonte: iStock

La bella spiaggia cittadina di Malia
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Norvegia: un altro alloggio da sogno sulla riva del fiume

Raggiungere la Norvegia, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. Organizzare un viaggio nel Paese scandinavo, infatti, vuol dire concedersi un’esperienza autentica all’insegna della bellezza e della natura più selvaggia. Montagne, ghiacciai e profondi fiordi si alternano a pittoreschi villaggi, parchi lussureggianti e musei urbano creando così diversi itinerari delle meraviglie da scoprire, vivere e condividere.

Ma la Norvegia è anche il Paese del design, quello futuristico, visionario ma al contempo sostenibile e green. Quello che non invade i paesaggi lussureggianti, ma in questi si inserisce in maniera armoniosa e gentile. Proprio come ha fatto l’Elva Hotel, una struttura ricettiva situata a Vos che ha scelto di unire la suggestione dei grandi spazi aperti che caratterizzano il territorio con un’architettura spettacolare.

Ed è proprio qui, in questo hotel norvegese, che oggi ci fermiamo. Per scoprire un alloggio sulla riva del fiume che vi permetterà di vivere un sogno a occhi aperti. Pronti a partire?

Benvenuti a Vos

Montagne che sfiorano il cielo, vallate profondissime, cascate fragorose e fiumi serpeggianti: questa è Vos, conosciuta all’unanimità come la capitale adrenalinica della Norvegia. Il nostro viaggio comincia proprio qui, nella città della contea di Vestland dove esistono alcuni dei fiordi più spettacolari del Paese: Bergen, il Sognefjord e l’Hardangerfjord.

I motivi per raggiungere questo luogo sono tanti e diversi, e tutti passano per lo straordinario patrimonio naturalistico che ospita il territorio. Vos, infatti, ha ricevuto la certificazione di destinazione sostenibile e da anni è frequentata dagli amanti della natura e da tutti gli appassionati degli sport estremi. Qui, infatti, si possono attraversare i fiumi impetuosi, percorrere i sentieri selvaggi delle montagne in bicicletta o a piedi, e ci si può cimentare nel paracadutismo.

Ma c’è un altro motivo per cui vale la pena raggiungere Vos in ogni periodo dell’anno, ed è dato dalla presenza di una struttura ricettiva da sogno incastonata in un paesaggio mozzafiato. Stiamo parlando dell’Elva Hotel, un punto di partenza perfetto per andare alla scoperta del territorio circostante, ma anche un rifugio sicuro che promette un’esperienza davvero indimenticabile a stretto contatto con la natura.

Elva Hotel

Fonte: Mediesmio – Sverre Hjornevik

Elva Hotel, Norvegia

Dormire nell’hotel sulla riva del fiume: l’esperienza da sogno in Norvegia

Quando parliamo di alloggi speciali e straordinari, ormai lo sappiamo, la Norvegia non conosce rivali. Proprio qui, infatti, esistono alcune delle strutture ricettive più spettacoli d’Europa e del mondo intero. Tra queste c’è anche l’Elva hotel.

Si tratta di un hotel dall’architettura unica e ricercata, che combina alla perfezione gli elementi naturali con quelli di design. La struttura è caratterizzata da un complesso principale e da 5 piccoli appartamenti che offrono delle viste mozzafiato sui fiumi che serpeggiano lungo il territorio. È proprio a loro, e alle cascate impetuose, che sono dedicati i nomi degli alloggi.

L’hotel, inaugurato il 16 giugno del 2023, gode di una posizione unica che offre la vista su uno scenario mozzafiato. Ma è anche il luogo perfetto per raggiungere alcuni degli hotspot più incontaminati dell’area, proprio lì dove è possibile praticare sport estremi come il rafting o l’arrampicata.

L’esperienza comincia una volta entrati all’interno dell’hotel. Le camere della struttura, arredate con un design nordico e dotate di ogni comfort, sono caratterizzate da grandi vetrate che affacciano sulla natura. Vi basterà fermarvi lì, davanti a quelle grandi finestre, per avere la sensazione di fluttuare sull’acqua in movimento.

Elva Hotel, un altro alloggio da sogno in Norvegia

Fonte: Mediesmio – Sverre Hjornevik

Elva Hotel, un altro alloggio da sogno in Norvegia
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Danimarca in bicicletta: tre itinerari per scoprire il Paese più bike-friendly

In Danimarca quasi tutti vanno in bicicletta. Nel Paese, ci sono circa 0,8 biciclette per ciascun abitante. Muoversi in bici non è solo facile, ma fa anche parte della loro cultura. L’amore per le due ruote è nel DNA dei danesi e sortisce persone come il campione Jonas Vingegaard che ha vinto Tour de France 2023.

Merito della conformazione del territorio danese, “piatto come un pancake”, dicono, ma anche del fatto che le distanze tra un’attrazione e l’altra sono brevi, e soprattutto delle magnifiche piste ciclabili che sono state realizzate, separate dalla strada da cordoli. In Danimarca, le città sono progettate per la sicurezza sulle due ruote e il design urbano è un po’ un’ossessione per i danesi.

Ecco perché la Danimarca è il Paese ideale per fare una vacanza in bicicletta. In questo luogo così bike-friendly è facile noleggiare una bicicletta e pedalare su percorsi anche a lunga distanza. Ve ne suggeriamo tre per andare alla scoperta dei luoghi più belli della Danimarca.

Tour di Copenhagen in bicicletta

Dopo il successo del Grand Départ del Tour de France, la cui prima tappa era una corsa a cronometro a Copenhagen, ora gli appassionati di ciclismo possono provare in prima persona la pista della gara. È un tour perfetto per scoprire tutte le anime della Capitale danese in una volta sola.

L’itinerario di 13 chilometri si snoda nel quartiere di Nørrebro, lungo i laghi e fino agli spazi verdi di Østerbro. I laghi sono il luogo ideale per concedersi una pausa e godersi un po’ di relax al tavolo all’aperto di un bar.

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Fonte: ©Kim Wyon

La storica fortezza di Kastellet a Copenhagen

Si prosegue passando davanti alla storica fortezza di Kastellet, alla Statua della Sirenetta e, infine, al Palazzo di Amalienborg, residenza ufficiale della famiglia reale. Lungo il percorso si possono visitare alcune delle principali istituzioni culturali del Paese come il Centro di Architettura Danese, la Galleria Glyptotek e il Museo del Design della Danimarca per poi continuare attraverso il centro città e sul lungomare fino alla linea del traguardo.

Le biciclette a noleggio sono disponibili in molti hotel e negozi di Copenhagen o attraverso il servizio di bike sharing della città.

Lungo la ciclabile dei castelli

Quest’anno l’isola di Fionia, regione natale di Hans Christian Andersen, inaugura un nuovo percorso ciclabile: la Castle Route o pista dei castelli. La Fionia e le sue isole ospitano più castelli e manieri di qualsiasi altro luogo della Danimarca, 123 in totale, e questo percorso di 660 km è studiato per toccarne ben 50, pedalando tra magnifiche coste e terreni coltivati e passando da un’isola all’altra lungo una strada punteggiata di negozi di prodotti tipici e di bed & breakfast caratteristici e glamping dove soggiornare.

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Fonte: ©Daniel Villadsen

Il castello di Sønderborg in Danimarca

Tra i punti di maggiore interesse che s’incontrano lungo la Castle Route ci sono il Museo Vichingo di Ladby, il Museo della Guerra Fredda della fortezza di Langeland, il Museo delle Fiabe di Odense (dove è nato Andersen) e l’originale Museo della Patata. Poi ci sono le isole, come l’incantevole isola di Ærø, con le sue case sul mare, le spiagge e le magnifiche scogliere e l’isola di Langeland, con le sue spiagge e le vedute sull’arcipelago. Il tutto, attraversando splendidi paesaggi fatti di vigneti, un giardino botanico di piante medicinali, pianure abitate da cavalli selvatici, fauna marina e uccelli.

Una particolarità della Fionia sono le sue stazioni di servizio per biciclette. Lungo la strada ce ne sono addirittura 30, con pompe, acqua e attrezzi, tutte a uso gratuito per i ciclisti. Esiste anche una rete di Bike Friends ovvero dei volontari pronti ad aiutare i ciclisti in caso di problemi con la bici o anche solo per riempire la borraccia d’acqua.

Danimarca cost-to-coast

Questo itinerario è dedicato a chi è davvero appassionato di bicicletta, in quanto è più impegnativo degli altri due. È un nuovo percorso ad anello lungo 236 km attraverso lo Jutland meridionale (Sønderjylland in danese), che va dal Mare dei Wadden al Mar Baltico e ritorno. L’itinerario collega le cittadine di Haderslev e Aabenraa – sulla costa orientale – a Tønder e all’isola di Rømø, nel Mare dei Wadden, sulla costa occidentale.

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Fonte: ©Niclas Jessen

In bicicletta per le strade di Tønder, Jutland meridionale

Con i suoi suggestivi panorami scolpiti dall’ultima era glaciale da una parte e le sue distese pianeggianti, ideali per i ciclisti dall’altra, lo Jutland meridionale è già una destinazione nota agli amanti delle due ruote. Questo nuovo percorso, infatti, si aggiunge alle tradizionali piste ciclabili della penisola, tra cui la West Coast Route (sulla costa Ovest), la Baltic Sea Route (lungo il Mar Baltico) e la Flensburg Fjord Route (lungo il Fiordo di Flensburgo).

L’itinerario coast-to-coast si può suddividere in due circuiti più brevi, uno di 142 km a Est e uno di 154 km a Ovest, così da completare il viaggio in una settimana, con tappe lungo la strada.

Tra le principali attrazioni che ci sono lungo il percorso si trovano il Castello di Gram e il suo tradizionale tavolo delle torte, con 24 tipi diversi di dolci, la Marsk Tower, una torre d’acciaio che s’ispira alla forma di una molecola di DNA, con vista sul Parco Nazionale del Mare dei Wadden, il Castello di Brundlund ad Aabenraa e il Tørning Mølle, un antico mulino ad acqua vicino a Haderslev.

Si passa in bicicletta anche dalla strada più bella della Danimarca, la Møgeltønder, con le sue case dal tetto di paglia, i viali di tigli e il palazzo reale di Schackenborg. Lungo il tragitto si può vedere anche la Linea di difesa settentrionale, costruita dai tedeschi durante la Prima guerra mondiale. Molti degli 800 bunker e degli edifici costruiti al confine con la Danimarca sono ancora intatti.

E poi c’è la natura: il paesaggio che si attraversa comprende paludi, riserve di cervi, isole spettacolari e il Parco Nazionale del Mare dei Wadden, dichiarato patrimonio dell’Unesco.

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Un viaggio nel tempo nella magica Ungheria

L’Ungheria punta sulla cultura e porta avanti l’ambizioso progetto NÖF (National Heritage Protection and Development Program) per la rivalutazione dei siti storici che impreziosiscono il suo affascinante territorio.

Infatti, vanta una vasta ricchezza culturale e storica con oltre duemila edifici di spicco tra chiese, palazzi e dimore reali e, dal 2020, prosegue la ristrutturazione di 17 castelli e 12 fortezze che rappresentano a loro volta l’immenso patrimonio del Paese  e che attraggono, ogni anno, migliaia di turisti e appassionati d’arte.

Il programma di sviluppo e salvaguardia prevede il restauro di 30 edifici, rinnovati seguendo gli stili delle varie epoche per far rivivere la realtà storica a chi è alla ricerca di un’occasione di crescita culturale grazie a mostre esperienziali, programmi interattivi e visite guidate.

Ma non soltanto.

L’obiettivo è anche quello di raccontare, mediante le esposizioni e le visite guidate personalizzate, la storia delle famiglie che hanno costruito i castelli ungheresi, come i Grassalkovich, gli Esterházy o i Festetics.

Budapest, la tappa da non perdere

Tappa immancabile è senza dubbio la capitale, Budapest, perfetta per conoscere da vicino la storia della nazione, a partire dall’iconico Castello di Buda, Patrimonio UNESCO, ex residenza reale e oggi uno dei centri culturali più grandi della città.

Simbolo indiscusso, la domina dalla cima del colle Várhegy, e ospita la Galleria Nazionale Ungherese, il Museo di Storia di Budapest e la Biblioteca Nazionale.

In particolare, la Galleria permette di ammirare le opere di artisti ungheresi dal Medioevo ai nostri giorni con un focus sulle collezioni del Trecento e del Quattrocento e sulle pitture del Romanticismo nazionale; il Museo, invece, ripercorre la storia cittadina dalla Preistoria all’epoca moderna, e la Biblioteca custodisce la collezione privata di oltre 15000 libri e manoscritti regalata nell’Ottocento da Ferenc Széchényi.

Ancora, da non perdere è la Sala di Santo Stefano, il primo importante progetto di restauro avviato dal Programma Hauszmann.
Dopo essere stata distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, la Sala è stata rivisitata in stile contemporaneo grazie al lavoro degli artigiani del Paese che hanno saputo eseguire l’opera di restauro seguendo le planimetrie iniziali, i disegni e le fotografie sopravvissute, e ricreare,  così, gli interni decorati con l’utilizzo dei materiali originali.

I castelli reali delle nobili famiglie ungheresi

A soli 30 chilometri dalla Capitale, risplende di nuovo uno dei più bei castelli barocchi d’Ungheria: il Castello Reale di Grassalkovich a Gödöllő, famoso per essere stato donato alla Principessa Sissy e Francesco Giuseppe per la loro incoronazione.

Il progetto di ristrutturazione ha permesso di dare una nuova vita all’edificio che oggi fa da sfondo a una mostra permanente e invita i turisti a immergersi nelle opere e nelle sale del castello che testimoniano la sua storia, come le suite e il teatro classico.
I motivi per visitarlo sono tanti, tra cui il parco che abbraccia le mura in una distesa di prati verdi e disegni florali per un’immagine ancora più romantica.

Sulle rive del lago Öreg a Tata, anche il Castello di Esterházy, in stile tardo barocco, ha ritrovato la sua antica bellezza.
Ristrutturato nel 2020, l’interno originale del palazzo rivela l’architettura passata e rievoca i giorni in cui i membri della famiglia Esterházy ne percorrevano i corridoi.
In passato, ha visto importanti eventi diplomatici, tra cui il trattato di pace di Schönbrunn firmato da Napoleone, mentre oggi accoglie la mostra interattiva intitolata “L’isola della pace” che narra la vita quotidiana e l’importanza della nobile famiglia a livello internazionale.

Infine, il palazzo Dég Festetics, a un’ora d’auto da Budapest, è uno dei primi castelli neoclassici ungheresi edificato tra il 1810 e il 1815 su commissione di Antal Festetics, e  presenta il più grande giardino all’inglese del Paese con alberi secolari, piante rare e i corsi d’acqua a serpentina che lo hanno reso popolare per le riprese cinematografiche.

Da vedere, un’esposizione al piano terra che ripercorre la storia della famiglia Festetics, lo stile di vita, le vacanze, con particolare attenzione alla biografia.
Le sale al piano superiore, invece, sono incentrate sui collegamenti della famiglia con il movimento massonico ungherese sulla base di fonti e manufatti autentici.

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Anche Parigi ha il suo grattacielo: è l’unico della città

Parigi, la Ville Lumière, è un’affascinante sinfonia di cultura, storia e romanticismo. Ogni angolo della città è un tributo alla sua ricca eredità, con le sue strade acciottolate che raccontano storie di epoche passate e monumenti imponenti che sono la testimonianza del suo glorioso passato. Dal fascino senza tempo della Tour Eiffel al luccichio dorato della Senna al chiaro di luna, Parigi incanta i suoi visitatori con la sua bellezza eterea.

Con il suo inconfondibile aroma di croissant appena sfornati, il suono melodioso della lingua francese che riempie l’aria e l’arte che pervade ogni spazio, Parigi è più di una città; è un’esperienza che risveglia l’anima e fa battere il cuore più velocemente.

Ma c’è un’attrazione che più di tutte affascina per la sua architettura mozzafiato: è la Torre di Montparnasse, un grattacielo che si erge alto nello skyline di Parigi. Con i suoi 210 metri di altezza, domina l’orizzonte parigino, offrendo una vista panoramica imperdibile. Salendo sulla sua terrazza panoramica, è possibile respirare l’aria della capitale da una prospettiva completamente nuova. E mentre il sole tramonta e la città si illumina, è facile rendersi conto che la Torre di Montparnasse non è solo un edificio, ma un emblema della grandezza e dell’ambizione di questa città magica.

La Torre di Montparnasse: un capolavoro nel cuore di Parigi

La Torre di Montaparnasse a Parigi

Fonte: Getty Images

Scorcio della Torre di Montparnasse a Parigi, Francia

La Torre di Montparnasse regala una vista mozzafiato sulla città, offrendo panorami senza pari. Dalla sua terrazza di osservazione, è possibile ammirare i monumenti più famosi di Parigi, come la Tour Eiffel, il Louvre e Notre Dame. Ogni angolo della città è visibile in tutto il suo splendore, offrendo ai visitatori un’esperienza veramente unica e indimenticabile.

La visita alla Torre inizia con un viaggio su un ascensore che può raggiungere il 56° piano in soli 38 secondi. Una volta arrivati ​​in cima, troverete l’osservatorio che è strutturato su due livelli.

Il 56° piano è un luogo speciale, circondato da ampie vetrate che offrono una vista a 360 gradi su Parigi. Da lì, la Tour Eiffel si staglia in tutta la sua maestosità, incorniciata dal verde del Campo di Marte e dei Giardini del Trocadéro. Più lontano, il quartiere della Défense, con le sue strutture futuristiche, offre un contrasto affascinante con l’architettura storica del centro di Parigi. Questa visuale permette di apprezzare la varietà e la bellezza unica del panorama urbano cittadino.

Dopo aver goduto della vista dal 56° piano, potrete salire a piedi le scale per raggiungere la terrazza panoramica esterna al 59° e ultimo piano della Torre di Montparnasse, il luogo perfetto per scattare foto indimenticabili della città. Con la sua struttura ariosa e lo spazio parzialmente coperto, offre un’ampia gamma di angoli e prospettive.

Da lassù, si possono facilmente riconoscere alcuni dei luoghi più emblematici della città, tra cui la Place de la Concorde, l’Opéra Garnier, il quartiere di Montmartre, l’Università della Sorbona e molti altri.

Ma la Torre di Montparnasse è molto più di un semplice punto di osservazione. Oltre al ristorante dal design glamour “Ciel de Paris“, che offre una cucina raffinata con una vista mozzafiato sulla città, la torre dispone anche di spazi interattivi ed espositivi. Questi possono essere utilizzati per organizzare vari eventi, dalle feste alle cerimonie, e a volte vengono trasformati in discoteche per serate speciali.

Il grattacielo di Parigi: mezzo secolo di storia

La Torre di Montparnasse, con la sua imponente presenza nel panorama parigino, ha celebrato il suo 50° anniversario lo scorso 18 giugno. Fu costruita tra il 1969 e il 1972 e progettata da un trio di architetti francesi: Eugène Beaudouin, Urbain Cassan e Louis Hoym de Marien. Nonostante le controversie iniziali sulla sua costruzione, la Torre di Montparnasse è diventata un importante centro di attività e un’attrazione turistica popolare.

Inizialmente, la Torre non fu ben vista dai parigini poiché rovinava la bellezza della loro amata città. Tuttavia, le opinioni hanno cominciato a cambiare nel 2012, quando un nuovo sistema di illuminazione con 58 proiettori a LED è stato installato sulla torre. Questo ha trasformato l’edificio in un affascinante punto di riferimento notturno, offrendo un contrasto cromatico con la vicina Torre Eiffel. Da allora, la Torre di Montparnasse è diventata un elemento iconico e amato dai cittadini di Parigi.

La Torre di Montparnasse a Parigi

Fonte: Getty Images

Vista della Torre di Montparnasse a Parigi, Francia