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Koukounaries Beach, tra le più belle di Skiathos

Non solo è considerata una delle migliori spiagge della Grecia, ma è stata anche eletta la più incontaminata del Mediterraneo. Koukounaries è un gioiello di sabbia finissima e soffice circondata da una fresca e profumata pineta. È la più famosa di Skiathos per diversi motivi: ve li sveliamo.

La spiaggia di Koukounaries, perfetta per tutta la famiglia

La spiaggia è molto vicina al villaggio, nella parte sud-ovest dell’isola di Skiathos, a 16 km da Skiathos Town. Nessun viaggio qui può dirsi completo senza averla visitata. Il nome Koukounaries deriva dagli alberi di pino cembro che dominano l’area, andando a formare una barriera naturale alle spalle del lago Strofylia, che offre un riparo dalla calura estiva.

Questo angolo di paradiso è stato soprannominato Chryssi Ammos (Sabbia Dorata), per l’incantevole contrasto della sabbia con le acque di un blu intenso del Mar Egeo. Nella pineta che la costeggia si trova un biotopo dove vivono protette diverse specie di piante e uccelli.

Sebbene qui si facciano molti sforzi per salvaguardare il delicato ecosistema della zona, troverete tutto ciò che vi occorre per trascorrere una perfetta giornata al mare anche con la famiglia al seguito. La spiaggia è infatti molto bene organizzata, con stabilimenti balneari attrezzati con lettini e ombrelloni, bar e chioschi per soddisfare ogni necessità, ma anche ristoranti, taverne e qualche albergo nei dintorni. Non mancano scuole di sport acquatici, che permettono di esplorare le bellezze dei fondali cristallini, così come la possibilità di affittare pedalò, canoe e moto d’acqua per non farvi mancare proprio nulla.

Essendo molto rinomata a Skiathos, la spiaggia di Koukounaries è anche molto affollata. L’ideale per godervi un bagno rilassante e gustarvi una colazione in tutta tranquillità, è di arrivare prima delle 11 del mattino. Tuttavia, uno dei momenti più sublimi è senza dubbio l’ora del tramonto, una magia imperdibile, da accompagnare magari a un’aperitivo contemplando il mare e lo straordinario paesaggio che vi circonda.

Non solo spiagge: cos’altro vedere a Skiathos

La minuta isola di Skiathos è la più visitata delle Sporadi settentrionali, molto probabilmente proprio perché qui si trovano alcune tra le più belle spiagge dell’Egeo. Oltre alla splendida Koukounaries che abbiamo appena descritto, ce ne sono una sessantina tra cui scegliere durante il vostro soggiorno in questo piccolo scrigno di meraviglie.

Tuttavia, sarebbe un vero peccato non dedicare un po’ di tempo alle attrazioni culturali e storiche dell’isola greca, concedendosi anche un po’ di shopping nel vivace capoluogo. Oltre ai paradisi di acqua azzurra e sabbia dorata, tra i migliori della Grecia, vi imbatterete in musei, monasteri, fortezze e tanti tesori naturali.

Iniziate con un giro nella città di Skiathos, l’unico vero centro abitato se si escludono le località balneari nate con lo sviluppo del turismo, regalandovi una passeggiata lungo il viale pedonale Papadiamantis, costellato di negozi di vestiti, souvenir e oggetti in cuoio. La casa di Alexandros Papadiamantis, lo scrittore che meglio ha saputo descrivere l’anima della città nei suoi romanzi, è oggi un museo imperdibile per gli amanti della letteratura ma anche per tutti coloro che sono curiosi di vedere un’autentica casa tradizionale greca della seconda metà dell’Ottocento.

Anche a Skiathos troverete le tradizionali chiesette bianche tipiche delle isole greche. L’edificio religioso più famoso dell’isola è il Monastero di Evangelistria, a circa 30 minuti dal capoluogo, arroccato sulle pendici della montagna e circondato da una lussureggiante vegetazione, famoso per aver dato rifugio a un gruppo di patrioti greci che lottarono durante la guerra di indipendenza nell’Ottocento: proprio qui venne realizzata la bandiera dai colori bianco e azzurro che sarebbe poi diventata ufficiale. Al suo interno sono oggi ospitati il Museo del Folklore e il Museo di Arte Sacra. Da non perdere anche il Monastero di Panagia Iconistria, a circa 2 km dalla spiaggia di Aselinos, dove, nel 1650, fu trovata un’icona delle Vergine Maria che viene considerata “miracolosa”.

Sulla punta settentrionale dell’isola di Skiathos ci si imbatte in un’altra attrazione da vedere: il borgo fortificato di Kastro, a picco sul mare, risalente al XIV secolo. Si può raggiungere soltanto a piedi, percorrendo un ripido sentiero che richiede ben due ore di cammino. In alternativa, potete optare per un jeep safari o ammirarlo dal basso durante un’escursione in barca.

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Cameo Island, tra i luoghi da non perdere a Zante

Zante è uno di quei meravigliosi luoghi che non ha bisogno di troppe presentazioni: spiagge da sogno, villaggi graziosi, natura rigogliosa, buon cibo e luoghi iconici, come la sua ben nota Spiaggia del Relitto. Ed è proprio quest’ultima a comparire su ogni cartolina di quest’isola che svetta nel Mar Ionio, una distesa di sabbia bianca incorniciata da candide scogliere dove riposa lo scheletro di una vecchia nave.

Ma non è solo questo minuto angolo di paradiso a rendere riconoscibile all’istante questa affascinante isola dai viaggiatori di tutto il mondo. C’è anche un altro luogo che spesso compare associato a questo fazzoletto di terra che sorge al largo della costa occidentale della Grecia: Cameo Island.

Cameo Island: di cosa si tratta

Cameo Island è la seconda attrazione più fotografata di Zante e, come dice il nome stesso, è una sorta di isola nell’isola, seppur microscopica. Prima di essere un piccolo mondo a parte, Cameo era un promontorio che faceva parte della costa, ma a seguito del terremoto del 1633 si staccò, fino a formare la piccola isoletta che è oggi.

Si trova nella zona di Agios Sostis, una bellissima spiaggia che sorge a circa 10 chilometri da Zante Città che si distingue per essere uno dei luoghi più pittoreschi e suggestivi di tutta l’isola grazie alle sue curiose formazioni rocciose e alla stessa Cameo Island.

Ma non c’è da sorprendersi: Cameo Island, oltre a essere bellissima, è collegata alla terraferma tramite un pittoresco ponte in legno, uno di quelli che fa sognare gli spiriti più romantici e riempire di adreanalina coloro che prediligono l’avventura.

Ponte di legno di Cameo island

Fonte: iStock

Il bellissimo ponte in legno di Cameo Island

Cosa fare

La buona notizia è che Cameo Island non è solo un posto da ammirare e fotografare. Quel caratteristico ponte può essere attraversato fino ad arrivare a una porta che segna l’ingresso di questo meraviglioso ex promontorio che ora galleggia tra le acque limpide dello Ionio.

Si tratta di un’isola privata, quindi, ma che può essere visitata da tutti previo pagamento di un ticket di pochi euro. Fino a qualche anno fa, sul suo minuto territorio venivano organizzate diverse feste, alcune delle quali particolarmente famose tra i vacanzieri.

Oggi, anche a tutela di questo splendido territorio, i party non ci sono più, ma è presente un bar in cui sorseggiare un drink, una piccola spiaggia in cui rilassarsi, il modo per fare un bagno in acque cristalline – famose anche per essere spesso popolate da graziose tartarughe – e utilizzare ombrelloni e lettini per ammirare uno dei tramonti più suggestivi di Zante.

Poi ancora scorgere una rigogliosa vegetazione e trovare riparo dal sole sotto uno dei suoi verdissimi (e bellissimi) alberi, e scoprire una piccola chiesa che insieme al resto dà vita a uno scenario suggestivo. Recentemente, tra le altre cose, Cameo Island si è guadagnata un certo tipo di reputazione: viene scelto da molti come luogo ideale per proposte di matrimonio e per le cerimonie stesse, che vengono perfettamente organizzate sulla spiaggia.

Spiaggetta di Cameo Island

Fonte: iStock – Ph: Petr Svoboda

La bellissima spiaggetta di Cameo Island

Il Parco Marino di Zante

La pittoresca Cameo Island fa parte del bellissimo Parco Marino di Zante, la prima area istituzionale protetta della Grecia. Si tratta di un territorio abbastanza ampio in quanto ha un’estensione di 13.500 ettari in cui sono racchiuse diverse spiagge paradisiache e isole incantevoli.

Ma non solo, perché questo angolo greco offre persino il più importante sito mediterraneo per la riproduzione delle tartarughe: si contano dai 900 ai 2000 siti di nidificazione che si creano ogni anno. Oltre alle tartarughe Caretta-Caretta, a popolare questa meraviglia di Zante sono anche anche alcuni esemplari di foche monache e diversi uccelli migratori, fenicotteri, cigni selvatici e falchi pellegrini. Poi ancora rettili e anfibi tra cui rane, iguana e serpenti d’acqua dolce e mammiferi come il porcospino e i conigli selvatici. E poi sì, anche uno degli animali più apprezzati al mondo: alcuni esemplari di delfini dal “muso a bottiglia”.

Cosa si può visitare in questo parco

Come è possibile intuire, non tutte le aree del Parco Marino di Zante sono aperte al pubblico. Tra le zone in cui sono ammessi gli umani – perché il resto, come è anche giusto che sia, è solo ed esclusivamente degli animali -, c’è Dafni, una bellissima e importantissima spiaggia,

Con la sua lunghezza di 850 metri, è possibile farvi accesso alle 7.00 del mattino fino al tramonto, nuotare e osservare le tartarughe mantenendo però 15 metri di distanza. Poco attrezzata, è bagnata da un meraviglioso mare blu e regala emozionanti viste sul golfo di Laganas.

Un’altra spiaggia accessibile ai visitatori del Parco Marino di Zante è Gerakas. Di 600 metri si lunghezza, offre anche un piccolo chiosco all’ ingresso. Attenzione però: c’è un limite di visitatori giornaliero di massimo 350 persone perché, oltre a preservare questo importante sito di riproduzione per le tartarughe, qui occorre proteggere delle formazioni geologiche che impreziosiscono la spiaggia.

Gerakas, Zante

Fonte: iStock

La magnifica Spiaggia di Gerakas

Anche in questo caso, l’accesso al litorale è consentito dalle 7.00 del mattino fino al tramonto, orario in cui si può nuotare e osservare le tartarughe ma mantenendo sempre gli importantissimi 15 metri di distanza.

Poi ancora la splendida Isola di Marathonisi, o meglio, la sua bellissima spiaggia con una lunghezza di 150 metri. Oltre a essere incantevole e incastonata in uno scenario naturale che toglie il fiato, questa spiaggia presenta una caratteristica particolare rispetto alle altre del parco: la sabbia ha una temperatura più bassa, e ciò vuol dire che l’incubazione per le tartarughe è più lunga, e maggiore la probabilità di nascita di cuccioli maschi.

È possibile raggiungere questo incantevole territorio di Zante solo tramite escursioni organizzate o noleggiando una barca. Anche qui c’è un limite massimo di visitatori giornalieri che è di 200. Per il resto, è possibile accedervi dalle 7.00 del mattino fino al tramonto, nuotare ed osservare le tartarughe mantenendo sempre la dovuta distanza di almeno 15 metri.

Infine, Kalamaki che grazie ai suoi 3.500 metri è la spiaggia più lunga e frequentata del Parco Marino di Zante. Si caratterizza per la presenza di sabbia fine e per una parte finale dove la montagna precipita, nel vero senso della parola, in mare.

Bagnata da uno Ionio cristallino, ha accessi controllati che ne impediscono l’accesso dal tramonto alle 7.00 di mattina. Durante il resto della giornata, tuttavia, si può nuotare e ammirare le tantissime tartarughe mantenendo sempre i 15 metri di distanza.

Isola Marathonisi, Zante

Fonte: iStock

Veduta aerea dell’Isola Marathonisi
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In Portogallo esiste un forte sospeso nel mare: la visione è mozzafiato

Anche soltanto osservarlo è un’esperienza intensa e molto particolare: il forte di São João Baptista è una struttura che sembra essere tutt’una con l’ambiente circostante, al punto da dare l’impressioni, a un primo e veloce sguardo, di essere quasi sorta dall’acqua, come se un edificio un tempo collocato negli abissi avesse deciso di emergere con prepotenza e affermare il suo dominio.

Invece, questo particolarissimo forte sospeso nel mare, che si trova in Portogallo (nell’arcipelago delle Berlenga e più precisamente nel comune di Peniche nella regione di Oeste) è “solo” un esempio di come l’architettura umana possa a un certo punto diventare quasi un’estensione dell’opera naturale. Pronti a scoprirne le caratteristiche?

La storia del forte di São João Baptista

Iniziamo dalla storia: prima che diventasse un forte, la struttura su cui si basa São João Baptista era un monastero, precisamente il Monastero della Misericordia da Berlenga. In effetti, la sua posizione isolata permetteva ai religiosi di pregare e di vivere una vita austera, prestando per altro aiuto a tutti coloro che avevano bisogno di rifugiarsi presso di loro. Purtroppo, però, la stessa posizione che permetteva il silenzio non permetteva davvero la pace: il monastero era infatti spesso sotto attacco di pirati e corsari.

Così,  tra la fine del 1400 e i primi anni del 1500 i monaci fuggirono. A quel punto, Manuel I del Portogallo pensò di farne una fortezza marina e, in effetti, i lavori per trasformarlo erano fattibili. Per una serie di vicissitudini e ostacoli, però, la costruzione vera e propria iniziò sotto l’amministrazione di Juan IV, che inviò sul posto il conte e stratega João Rodrigues de Sá insieme a un ingegnere militare: furono loro a stabilire qual era il piano di costruzione che andava seguito.

Forte di São João Baptista

Fonte: iStock

L’ingresso al forte di São João Baptista

Nel 1650 il forte era stato costruito ed entrò ufficialmente a far parte di un folto gruppo di strutture militari difensive che erano state costruite per difendere le coste portoghesi. Nel 1666 il suo ruolo si rivelò decisivo: una flotta spagnola arrivò infatti di fronte all’edificio e attaccò, con l’obiettivo di approdare e rapire la regina Maria Francesca di Savoia (che di lì a breve avrebbe dovuto sposare Re Afonso VI). La lotta fu cruenta, ma gli spagnoli furono abbattuti.

Tra mare, ampliamenti e modifiche

Dopo l’attacco spagnolo, l’isola-fortezza fu danneggiata e Afonso VI ne ordinò sia la riparazione che l’incremento della sua potenza di fuoco, oltre ad alcuni ampliamenti. Ancora, il forte subì delle modifiche dopo un altro feroce attacco, stavolta da parte di diversi gruppi di pirati. In seguito, il forte di São João Baptista si modificò per ospitare le truppe britanniche durante l’invasione francese in Portogallo e, ancora in dopo, fu utilizzato durante le guerre liberali.

Forte di São João Baptista

Fonte: iStock

Archi del forte di São João Baptista

A ogni “uso” corrispondevano dei danni, cui, di conseguenza, seguivano modifiche. La cosa più interessante è che, per quanto fosse necessario rendere resistente questo luogo, ogni volta si è cercato di rispettarne l’essenza naturale e di non intaccare più di tanto quelle che erano le sue caratteristiche marine e geologiche. La struttura ottagonale ha il più possibile rispettato i confini naturali dell’isolotto cercando in qualche modo di sfruttare anche i suoi materiale.

Anche le mura, per quanto chiaramente mixate a materiali di origine diversa, così come gli archi e il sentiero che porta all’ingresso, sono stati creati cercando di non alterare l’ambiente, che si considerava (a ragione) essere già più che difensivo e resistente. La storia della fortezza, a un certo punto, però, inizia a sfumare. Nel 1835 i suoi armamenti vennero rimossi e l’area venne lasciata abbandonata, cosa che portò a un lento ma inarrestabile declino.

Il recupero e l’apertura al pubblico

Bisogna fare un ulteriore passo avanti, al 1953, per vedere un nuovo cambiamento. Per qualche ragione, il forte fu fu riparato e rimodellato con l’obiettivo di farne una pousada, una sorta di via di mezzo tra una locanda, un bed&breakfast e un hotel che doveva avere delle caratteristiche fortemente rustiche. Non fu un particolare successo: per quanto la posizione sia straordinaria, i lavori non si distinsero per cura e attenzione e il risultato lasciò molto a desiderare.

Forte di São João Baptista

Fonte: iStock

Veduta del mare intorno al forte di São João Baptista

Dal 1981, la struttura è invece passata sotto tutela della DGEMN – Direcção-Geral dos Edifícios e Monumentos Nacionais (Direzione generale degli edifici e dei monumenti nazionali). Tra il 1986 e il 1987 è stata ancora una volta ristrutturata e da allora è aperta al pubblico. Per raggiungerla occorre partire da Peniche e usufruire del servizio motoscafo-navetta che porta da questa cittadina di mare all’isolotto.

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In Portogallo c’è un bizzarro lago con un buco in mezzo

Di cose bizzarre nel mondo ce ne sono tantissime, ma la verità è che è impossibile non rimanere sorpresi di alcuni particolarissimi luoghi. È il caso del lago che presenta un buco in mezzo, una voragine emozionante che prende vita non troppo lontano dall’Italia: in Portogallo.

Covao Dos Conchos, il lago col buco

Si chiama Covao Dos Conchos ed è un lago artificiale di ben 123 mila metri cubi d’acqua situato nella Serra da Estrela, il maggior gruppo montuoso del Portogallo. Ad essere del tutto onesti si tratta di una diga nata nel 1912 con lo scopo di garantire la deviazione dell’acqua da Ribeira das Naves alla Lagoa Comprida.

E a lasciare tutti senza fiato, tanto che a vedere le foto viene il dubbio che siano finte, è che e al suo interno si trova un foro circolare perfetto. Lungo 1519 metri, è una vera e propria opera d’arte del XX secolo.

La voragine, così circolare da sembrare persino un’opera di Giotto, per molti sembra una specie di “stargate”, ovvero un portale che se attraversato permette di fare un viaggio verso una dimensione alternativa.

Nei fatti – e probabilmente purtroppo – non è niente di tutto ciò, ma “semplicemente” la parte iniziale di un tunnel sotterraneo che si sviluppa per oltre 1,5 chilometri. Una struttura costruita per deviare le acque del Ribeira das Naves verso il bacino della centrale idroelettrica di Sabugueiro. Eppure, a guardarlo, è impossibile non fare le più fantasiose ipotesi.

Come raggiungerlo

Pur essendo una diga creata dall’uomo, il Covao Dos Conchos regala un paesaggio da cartolina non solo per la sua curiosa voragine, ma anche perché è incastonato in un ambiente prettamente selvaggio.

Un posto che è ancora sconosciuto al turismo di massa e che si può raggiungere solo compiendo un paio d’ore, circa, di cammino. I chilometri da percorrere sono approssimativamente 10 e attraverso una zona montuosa che non si rivela adatta a tutti.

Il punto di partenza è la Lagoa Comprida, una laguna artificiale che si distingue per essere il più grande bacino idrico della Serra da Estrela. La buona notizia è che è presente un cartello che indica quale sentiero intraprendere per raggiungere questo luogo che sembra un’illusione ottica. Da quel momento in poi, però, il tragitto non è più ben segnalato.

Il Parque Natural da Serra da Estrela

Il Parque Natural da Serra da Estrela è stato uno dei primi istituiti in Portogallo, ed è anche la zona protetta più estesa di questo sorprendente Paese. Costellato di curiosi massi rocciosi e laghi di origine glaciale, regala paesaggi insoliti e magnifici.

Coloro che decidono di visitarlo possono divertirsi tra numerose possibilità per il trekking e di arrampicata su roccia. Anche se è bene sapere che, essendo il punto più elevato del Portogallo continentale, qui la pioggia cade abbondantemente e non è affatto da escludere la presenza di neve. Una condizione che permette persino di praticare numerosi sport invernali.

In sostanza, quindi, le cose da fare in questo angolo eccezionale del Portogallo sono davvero tantissime. Per esempio, si può seguire il corso dei grandi fiumi portoghesi sin dalle sorgenti, contemplare le valli gliaciali, oppure intraprendere la Rota das 25 lagoas, un itinerario che si snoda per luoghi ombrosi (perfetto per l’estate).

D’inverno, invece, si può sciare, andare in slitta, snowboard e in moto da neve. Inoltre sono presenti approssimativamente 375 chilometri d’itinerari segnalati, di vari gradi di difficoltà, così come la possibilità di fare parapendio a Linhares da Beira, un curioso e bellissimo villaggio storico.

Insomma, questo angolo di Portogallo è davvero emozionate e il suo Covao Dos Conchos è così speciale da sembrare persino finto.

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3 laghi, 2 Paesi e un unico biglietto: l’iniziativa

Dal giorno 1 agosto con un unico biglietto è possibile navigare 3 laghi che accarezzano due meravigliosi Paesi: l’Italia e la Svizzera. Un’iniziativa molto interessante e soprattutto che viene istituita per la prima volta.

Parliamo perciò di un’opportunità da cogliere al volo perché consente di viaggiare in battello sui laghi Maggiore, di Como e di Lugano, tre meravigliosi tesori che sono uno più bello dell’altro. Scopriamo insieme tutte le informazioni utili per acquistare questo titolo di viaggio.

L’iniziativa

Questa interessante opportunità è stata realizzata nell’ambito della collaborazione italo-svizzera del Consorzio dei Laghi – Swiss Italian Navigation Group, che vede coinvolte GGNL – Gestione Governativa Navigazione Laghi e SNL – Società Navigazione del Lago di Lugano.

Chiamata “Carta 3 laghi“, permette di navigare tra Italia e Svizzera alla scoperta della Regione dei Laghi, il tutto con un unico biglietto a prezzo speciale.

Concedersi un’esperienza come questo vuol dire regalarsi una giornata pregna di bellissimi panorami e di splendide località. Vi basti pensare che si possono raggiungere oltre 110 destinazioni differenti tra borghi pittoreschi, luoghi ricchi di storia e di arte.

Informazioni utili

Tale titolo di viaggio è stato pensato per far conoscere il territorio dei tre laghi sia ai turisti che ai cittadini. Con un solo biglietto è quindi possibile navigare per oltre 400 chilometri quadrati tra Italia e Svizzera. Il ticket è attualmente acquistabile solo ed esclusivamente presso tutte le biglietterie di terra di Navigazione Laghi Maggiore e di Como e presso le biglietterie di terra di SNL del Lago di Lugano e del bacino svizzero del Lago Maggiore.

Attiva dall’1 agosto, è una promozione che rimarrà valida per tutta l’estate e oltre: esattamente fino all’8 ottobre di quest’anno. Grazie ad essa, quindi, si potranno esplorare i tre i laghi serviti dal servizio di Navigazione Laghi e da Società Navigazione Lago di Lugano.

È importante sapere che il biglietto è utilizzabile una volta sola per ogni lago e che ha una validità di una giornata intera. Ma la buona notizia è che è anche possibile visitare i tre laghi in giornate diverse, purché lo si faccia dell’1 agosto all’8 ottobre 2023.

Infine, trattandosi di un biglietto di libera circolazione, sono comprese quasi tutte le tratte.

Prezzi e cos’altro sapere

La “Carta 3 laghi” è in promozione ed ha un costo di 84,00 euro per gli adulti e di 42,00 euro per ragazzi che hanno dai 6 agli 11 anni. Un’opportunità molto interessante, ma che non prevede nel bacino svizzero del Lago Maggiore le corse di SNL dalla nr. 101 alla nr. 126 e sul Lago di Lugano le corse dalla nr. 70 alla nr. 79.

Per quanto riguarda il Lago di Como, è consentito l’utilizzo delle corse rapide ma solo a seguito di una verifica della disponibilità dei posti e l’acquisto del supplemento presso la biglietteria di terra.

Grazie alla nuova “Carta 3 Laghi” si potrà quindi viaggiare a bordo dei battelli per oltre 400 chilometri quadrati tra Italia e Svizzera, raggiungendo oltre 110 destinazioni.

Non resta che approfittare di questa interessante collaborazione per vivere un’estate diversa e all’insegna dell’eleganza e della bellezza, qualità che senza ombra di dubbio caratterizzano questi tre eccezionali laghi.

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Europa Gibilterra grotte Idee di Viaggio itinerari culturali Viaggi

Puoi assistere a uno spettacolo sensoriale in questa grotta delle meraviglie

Gibilterra, conosciuta anche come “La Roca“, è una piccola enclave situata all’estremità meridionale della penisola iberica. Condividendo un confine con la Spagna, questa terra è famosa per il suo caratteristico promontorio calcareo, che ospita la maestosa Rocca di Gibilterra.

Questo territorio britannico d’oltremare, un luogo unico dove si incontrano l’Europa e l’Africa, è una combinazione affascinante di storia, cultura e paesaggi mozzafiato. Sebbene sia di piccole dimensioni, Gibilterra ha molto da offrire ai visitatori, dalle spiagge di sabbia dorata alle storiche stradine acciottolate.

Oggi vogliamo portarti in un angolo nascosto di questo Paese, all’interno della suggestiva Riserva Naturale di Gibilterra: le Grotte di San Michele.

Situate lungo la costa meridionale, queste cavità si snodano in una rete intricata di caverne e passaggi sotterranei, ricchi di stalattiti e stalagmiti spettacolari. Un vero paradiso per gli amanti dell’avventura, che possono godersi un viaggio indimenticabile in un profondo universo pieno di meraviglie.

Grotte di San Michele, le caverne più spettacolari d’Europa

Grotte di San Michele, Gibilterra

Fonte: iStock

Grotte di San Michele nella Riserva Naturale di Upper Rock, Gibilterra

Questo luogo suggestivo si trova nel cuore della roccaforte britannica di Gibiliterra, all’interno della Riserva Naturale di Upper Rock. Con quasi 1.000.000 di visitatori all’anno, le Grotte di San Michele sono una delle principali attrazioni turistiche del Paese.

Originariamente, le grotte si sono formate grazie all’azione dell’acqua piovana che, filtrando lentamente attraverso la roccia calcarea nel corso di migliaia di anni, si è trasformata in un debole acido carbonico.

Con il passare del tempo, questo ha gradualmente scalfito la pietra, creando passaggi lunghi e caverne spaziose all’interno della faglia geologica, dando vita a un sistema di stalattiti e le stalagmiti che arricchiscono ulteriormente la bellezza e l’atmosfera unica del posto.

Per lungo tempo, si è creduto che la leggendaria grotta si estendesse in profondità illimitate, alimentando così il mito di un passaggio segreto sotto lo Stretto di Gibilterra, che collegava la Rocca all’Africa. Questa storia affascinante ha suscitato curiosità e alimentato la fantasia degli abitanti locali durante i secoli.

Si pensava anche che la Rocca di Gibilterra fosse una delle leggendarie Colonne d’Ercole, i pilastri che segnavano i confini del mondo conosciuto nell’antichità. Questo ha portato all’idea che la Grotta di San Michele potesse essere anche la Porta dell’Ade, un ingresso agli inferi nella mitologia greca.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, fu preparata per essere impiegata come ospedale di emergenza, ma alla fine non fu mai utilizzata per questo scopo. Successivamente, divenne un luogo per eventi culturali e trasformata in un auditorium grazie alle sue eccezionali qualità acustiche naturali. Con una capacità di oltre 100 posti a sedere, offre una cornice magica per esperienze artistiche indimenticabili.

Al momento, le Grotte di San Michele rappresentano una delle mete turistiche di spicco di tutto il Paese. Sono fruibili da chiunque tutti i giorni, regalando un’esperienza senza pari ai visitatori. Le formazioni all’interno sono illuminate con maestria per creare un’atmosfera mozzafiato. Inoltre, ci sono dei pannelli informativi che raccontano la storia dei luoghi, con tutti i dettagli approfonditi sulla loro origine e utilizzo nel corso dei secoli.

Upper Rock, la Riserva Naturale di Gibilterra

La Riserva Naturale di Upper Rock è un luogo di grande interesse che regala l’opportunità di esplorare la straordinaria bellezza di questa regione.

Posta in cima alla famosa roccia di Gibilterra, quest’area protetta è rinomata per i suoi panorami emozionanti. Dalla sommità è possibile godere di una prospettiva unica che abbraccia due continenti. Infatti, rivolgendo lo sguardo a sud, si possono ammirare le coste africane che si estendono all’orizzonte, mentre verso nord si affaccia l’Europa.

La riserva è ricca di molteplici attrazioni ed è un ambiente in cui prospera una ricca varietà di flora e fauna, tra cui le famose scimmie di Gibilterra.

Esplorare i sentieri della splendida Riserva Naturale di Upper Rock è un’esperienza unica da non perdere. Che tu sia un amante della natura, un appassionato di storia o semplicemente alla ricerca di esperienze autentiche, questa riserva ti regalerà momenti indimenticabili durante la tua vacanza a Gibilterra.

Riserva Naturale di Upper Rock a Gibilterra

Fonte: iStock

Riserva Naturale di Upper Rock, Gibilterra
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Seyðisfjörður, villaggio super pittoresco d’Islanda

L’Islanda è una terra da fiaba, dove la natura è protagonista assoluta e si respira un’atmosfera unica, introvabile da qualsiasi altra parte.

Tra le innumerevoli meraviglie, incastonato come una gemma al cospetto delle maestose montagne e di uno dei fiordi più suggestivi, spicca il villaggio di Seyðisfjörður, considerato il più “pittoresco e delizioso” dell’Islanda orientale, con le case dai vivaci colori e vette innevate punteggiate da cascate straordinarie.

Seyðisfjörður, storia del villaggio dallo “stile islandese”

Anche se esistono prove che il territorio di Seyðisfjörður fosse abitato già all’epoca dei primi insediamenti in Islanda, la cittadina vera e propria venne fondata nel XIX secolo, quando i pescatori norvegesi realizzarono una serie di strutture per la pesca delle aringhe: nel giro di pochi anni, il piccolo centro divenne una città in piena espansione e ricevette lo statuto municipale nel 1895.

La sua economia si fondò a lungo proprio sulla pesca e la portò a diventare la località più prospera dell’est islandese: non a caso, alcuni degli edifici in legno più rappresentativi e affascinanti risalgono proprio a quel periodo e, anzi, alcuni furono “smontati” e portati qui direttamente dalla Norvegia!

In seguito, dopo essere stato base per gli eserciti americano e britannico, il villaggio visse una fase di difficoltà economica a causa della recessione dell’industria delle aringhe.

Oggi, invece, continua a vivere di pesca ma si è affermata anche come una delle tappe principali delle crociere in Islanda e ospita una vivace scena culturale con un centro artistico e una vibrante comunità bohémienne di musicisti, artisti e artigiani.

Cosa vedere nella “perla racchiusa in una conchiglia”

Seydisfjordur, che il poeta Matthias Johannessen definì una “perla racchiusa in una conchiglia”, è una realtà accogliente, ricca di creatività e di storia, abitata da circa 700 persone e appare come una grande e amichevole famiglia.

Il modo migliore per immergersi appieno nella sua tipicità è concedersi una piacevole passeggiata lungo le sue stradine e ammirare l’emozionante natura islandese, le montagne e l’omonimo fiordo tutt’intorno: un’oretta è più che sufficiente per conoscerla a fondo.

Uno dei principali luoghi di interesse è la Chiesa blu, la chiesetta in legno dall’indimenticabile colorazione blu pastello da cui si gode di una vista da cartolina sullo sfondo dei monti, e che ha accanto il Monumento alla valanga del 1996, una delle tante che hanno colpito Seydisfjordur nel corso dei secoli.

Ma non soltanto. I pescatori hanno costruito alcuni degli edifici in legno che compongono l’immagine più iconica del villaggio, ognuno con il suo colore: la casa gialla, la casa rossa, la casa azzurra, quella nera e quella grigia.

Dal centro del paese alla Chiesa Blu incanta poi la “walking street”, un sorprendente “sentiero” di piastrelle multicolori dipinto in omaggio alla bandiera arcobaleno e come simbolo di tolleranza e rispetto.

E poi la stessa strada che conduce a Seydisfjordur è uno spettacolo che non si dimentica, tra le più incredibili d’Islanda: sale dal fiordo, costeggiando il fiume Fjardara, fino al distretto di Herad, a 26 chilometri di distanza attraverso la brughiera di Fjardarheidi. Dopo aver raggiunto un passo in quota, scende lungo la campagna in un susseguirsi di stretti tornanti attorno a colline imbiancate e a una miriade di piccole cascate fino al paese.

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Questo è uno dei musei più importanti d’Europa e devi visitarlo adesso

È tra i musei più importanti di Europa, tra i luoghi di Berlino che vale la pena inserire nelle tappe imperdibili se si programma un viaggio nella capitale tedesca. Stiamo parlando del Pergamonmuseum da visitare adesso, perché presto verrà chiuso per permettere importanti lavori di ristrutturazione.

Uno stop agli accessi che, tra le altre cose non sarà breve, e per questa ragione è bene non rimandare una visita ai suoi spazi espositivi se già si aveva in programma un viaggio nella città. Al suo interno vengono custodite alcune opere importantissime e che richiamano turisti da tutto il mondo. Quanto tempo resterà chiuso? E perché?

Per quanto tempo resterà chiuso il Pergamonmuseum

Già da adesso alcune sale non sono visitabili, ma presto la struttura verrà chiusa al pubblico: il Pergamonmuseum, infatti, è oggetto di importanti lavori che rientrano nell’ambito del Museumsinsel Master Plan che prevede la realizzazione di opere che proietteranno quest’area, nota come l’isola dei musei, nel futuro.

La struttura museale resterà chiusa a partire dal 23 ottobre 2023, la riapertura è prevista quattro anni dopo, ovvero nella primavera del 2027. I lavori sono già in corso e si sono focalizzati sull’ala nord e sulla parte centrale del museo, dove si trovano la sala ellenistica e la sala Pergamon. Queste dovrebbero essere le prime aree del museo a riaprire i battenti. L’ala sud, invece, verrà ristrutturata e, in generale, è prevista per tutto il museo la realizzazione di nuove sezioni, ristrutturazione e ricostruzione.

Proprio per venire incontro a coloro che hanno deciso di visitare il museo prima della sua lunga chiusura è stato previsto un orario di apertura più lungo. Nello specifico a partire dal primo luglio (e fino a domenica 22 ottobre) si potrà accedere al Pergamonmuseum di Berlino nelle seguenti giornate: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 9 alle 19. Il giovedì, invece, dalle 9 alle 20.

Cosa si può ammirare al Pergamonmuseum

Dall’altare di Pergamo, imponente e bellissimo reperto di arte ellenistica, alla porta di Ishtar con il suo azzurro e che colpisce subito lo sguardo, fino alla porta del mercato di Mileto, senza dimenticare la possibilità di camminare per la via delle processioni di Babilonia: il Pergamonmuseum è un concentrato di reperti che ci fanno fare un salto indietro nel tempo, fino ad arrivare alla storia più lontana. Ora non è tutto visitabile, ma resta comunque una tappa imperdibile se si pianifica una vacanza a Berlino.

Le opere spaziano e al suo interno si possono ammirare la Collezione di Antichità Classiche, il Museo del Vicino Oriente Antico e il Museo di Arte Islamica.

Anche l’edificio ha un importante valore artistico e architettonico: si trova nell’isola dei musei, dove si trovano cinque istituzioni museali più la James-Simon-Galerie. Quest’area cittadina di Berlino nel 1999 è stata inserita dall’Unesco nei Patrimoni dell’Umanità. La struttura che ospita il Pergamonmuseum è stata progettata dall’architetto Alfred Messel e realizzata tra il 1910 e il 1930.

Durante la sua chiusura resterà visitabile dal pubblico l’Antikensammlung, ovvero la collezione di antichità classiche, mentre sculture e oggetti del Pergamonmuseum verranno via via esposti nello spazio temporaneo che è stato allestito di fronte all’isola dei musei, nota anche come Museumsinsel, che si trova lungo il fiume Sprea.

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Cittaslow Metropolis arriva a Roma, la prima in Italia

Avete presenti quei luoghi in cui il tempo scorre lento, dove le cose si fanno con il sorriso e in cui si vive rispettando il prossimo e l’ambiente? Sono i nostri piccoli e magnifici borghi, realtà che sono dedite al “buon vivere” e dove è in atto un modello urbano più umano e sicuro, un turismo più lento e sostenibile che valorizza persone e territorio, tradizioni e tipicità. E adesso c’è una grande novità: tutto ciò è stato trasferito anche in un bellissimo quartiere di una grande città, la prima in tutta Italia: Roma.

Roma Cittaslow: cosa significa

Cittaslow Metropolis si basa su un’idea di turismo che esce dalle dinamiche tradizionali e che in cambio valorizza le relazioni con la comunità locale, alla scoperta di un ventaglio di esperienze da “vivere e condividere”.

Lentezza positiva, economia circolare, resilienza, sostenibilità e cultura, giustizia sociale, sono alcuni dei principi guida di Cittaslow, un’associazione che raggruppa piccoli comuni e città.

Chiamata anche Città del Buon Vivere, si pone l’obiettivo di preservare lo spirito di ogni comunità, trasmettendo memoria e conoscenza alle nuove generazioni, per renderle consapevoli del loro patrimonio culturale. Al contempo, ha anche lo scopo di promuovere e applicare innovazione tecnologica, di sistema e gestione, a favore della sostenibilità.

Oggi Cittaslow è un marchio di qualità presente in 88 comuni italiani, connessi alla rete internazionale di 300 città, distribuite in 33 paesi. Un circuito di eccellenza che vede ogni anno la realizzazione di progetti che concretamente migliorano la vita dei cittadini e del pianeta.

In tutto il mondo, inoltre, sono sempre di più le metropoli che sono interessate ai progetti di Cittaslow: dopo le sperimentazioni a Barcellona in Spagna, Busan in Corea del Sud, Bruxelles in Belgio, Taipei a Taiwan e più recentemente a Izmir in Turchia, è la volta dell’Italia e in particolare del rione Esquilino di Roma.

Il rione Esquilino

Il rione Esquilino è un quartiere centralissimo della nostra Capitale. Oltre a essere il nome del rione, è anche uno dei sette famigerati colli di Roma insieme a Campidoglio, Viminale, Palatino, Aventino, Celio e Quirinale. Il colle è formato da ben tre sommità:

  • l’Oppius, più noto come Colle Oppio, ovvero il settore meridionale dove si trovano le Terme di Tito e di Traiano;
  • il Fagutal, la punta occidentale e dove sorge la magnifica chiesa di S.Pietro in Vincoli;
  • il Cispius, la zona settentrionale, dove si trova l’altrettanto eccezionale S.Maria Maggiore.

Edifici che, va specificato, non sono tutti appartenenti al rione, ma sicuramente molto vicini ad esso.

Oggi il rione Esquilino è il simbolo della Roma multietnica, probabilmente anche a causa della sua vicinanza con la Stazione Termini. Una zona davvero colorita, tanto che il romano ama definirla come il posto in cui “tutta Roma ce passa”. Un quartiere in cui, tra le altre cose, è molto facile incontrare volti noti del cinema e del panorama culturale italiano che lo hanno scelto come loro dimora.

Tra le cose da visitare in questo quartiere, non possiamo non menzionare l’Aquario Romano, un monumento che svetta in piazza Manfredo Fanti e circondato da un piccolo giardino. Ispirato a tipologie architettoniche classiche, dal 2002 è sede della Casa dell’Architettura.

Poi ancora la meravigliosa Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, una delle sette chiese di Roma facente parte del tradizionale itinerario di pellegrinaggio reso celebre da san Filippo Neri.

Imperdibile è la famigerata Piazza Vittorio Emanuele II, una piazza completamente porticata secondo la moda piemontese, unica nel suo genere a Roma. Al centro c’è un grande parco in cui sono custoditi alcuni importantissimi reperti antichi, così come una misteriosissima Porta Alchemica.

Infine, ma le bellezze dell’Esquilino non sono finite qui, la monumentale Porta Maggiore, una delle più solenni architetture dell’Impero Romano.

Cittaslow Metropolis all’Esquilino

Il concetto del buon vivere di Cittaslow ha conquista Roma, e in particolare il Rione Esquilino, Municipio Roma I Centro con DMO ES.CO. Esquilino Comunità – La Porta di Roma. Lo scopo, come vi abbiamo spiegato poco sopra, è quello di portare anche nelle grandi città e nei quartieri metropolitani la filosofia “slow” che caratterizza i piccoli borghi.

Il movimento Cittaslow, infatti, è oggi il riferimento per gli ambienti accademici e tecnici a livello mondiale che si avvicinano alla “lentezza positiva” nel pianificare, realizzare e gestire le città. Concetto, quest’ultimo, sempre più importante e urgente a livello internazionale, nelle politiche per la qualità urbana ad ogni livello.

Anche nella Capitale l’approccio slow al turismo è sempre più necessario, e come è giusto che sia passa attraverso la valorizzazione delle attività dei singoli rioni e quartieri. Un esempio viene proprio dalla DMO ES.CO. Esquilino Comunità – La Porta di Roma, ente no profit che si occupa della promozione di tutte le potenzialità turistiche del rione capitolino e di cui il Municipio Roma I Centro è associato.

L’idea di turismo esce quindi dalle dinamiche tradizionali e valorizza le relazioni con la comunità locale. Ed è proprio all’Esquilino che questa forma di turismo è più facilmente attuabile: è caratterizzato dalla presenza di una comunità vivace, attiva e proattiva, portavoce di tante culture diverse.

Al contempo, questo centralissimo quartiere di Roma rappresenta una realtà dove cittadini e turisti possono trovare una vasta rete di servizi di prossimità come piazze verdi, fermate del trasporto pubblico, luoghi culturali e sportivi, basiliche e teatri.

“Un rione non solo vivo, ma vissuto” ha dichiarato Letizia Casuccio, la presidente della DMO ES.CO. Esquilino Comunità – La Porta di Roma. “Sempre di più si tratta di condividere con gli ospiti non solo le proprie bellezze, ma anche e soprattutto i propri valori. Valori che assumono di volta in volta, e magari tutti insieme, il nome di sostenibilità, accessibilità, equità sociale, solidarietà, salute, rispetto delle diverse identità”.

Tra le best practices di slow tourism della DMO ES.CO. Esquilino Comunità – La Porta di Roma ci sono ad esempio: gli Itinerari Giubilari, la partnership con i Cammini, in particolare con La Via Francigena, la creazione di circuiti enogastronomici, l’urban trekking e le attività sportive a ritmo lento di Piazza Vittorio. Ma anche le numerose offerte culturali come le mostre di Palazzo Merulana, le rassegne cinematografiche, letterarie e teatrali.

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Il modo migliore per scoprire le Fiandre è un tram vista mare

Ammettiamolo: se pensiamo a un tram, la sua collocazione ideale è il contesto urbano. Non ci riesce certo difficile immaginare questo mezzo mentre percorre strade affollate, trafficate. Ma se vi dicessimo che ne esiste uno che, invece, corre lungo una costa e permette di osservare dei panorami mozzafiato? Potreste anche essere scettici, ma vi stiamo dicendo proprio la verità: si chiama Kusttram ed è il veicolo perfetto per scoprire le Fiandre Occidentali.

La sua linea ferroviaria si sviluppa per ben 67 kilometri e conta altrettante stazioni. In sole due ore (se non ci ferma e si vuole solo rimanere a bordo) si possono ammirare delle panoramiche incantevoli sul Mare del Nord e si possono scoprire dei giochi di colore, specie al tramonto, che sembrano richiamare dei suggestivi dipinti.

La storia del Kustram

Partendo da Bruxelles, ci vogliono solo un paio d’ore per raggiungere De Panne, comune belga situato nella provincia fiamminga delle Fiandre Occidentali. È da qui che parte il Kusttram che già prima di salire possiede due particolarità: in primis è l’unico tram interurbano rimasto in Europa e poi pare anche che la sua linea singola sia la più lunga al mondo.

Prima di salire a bordo è possibile conoscere un po’ della storia di questo mezzo: la linea fu inaugurata nel 1885 e ancora oggi, in una struttura chiamata Deposito, è possibile guardare i primi vecchi vagoni del Kusttram, realizzati con pannelli di legno e morbidi sedili e illuminati con lampade art nouveau a forma di fiori.

Kusttram

Fonte: iStock

Kusttram

Oggi il tram è un mezzo moderno, canonico, che a un primo sguardo potrebbe non avere niente di diverso rispetto a quelli su cui si può salire in qualsiasi città. Una volta preso posto e dopo pochi minuti dalla partenza, la differenza – letteralmente – si vede: il Kusttram inizia a percorrere subito la costa, mostrando come primo spettacolo l’ampio arenile di De Panne.

La vista mozzafiato e le tappe

Il cammino del tram continua, procede con puntualità. Come abbiamo già accennato, sono ben 67 le fermate in programma, tutte su città costiere. La cosa più interessante da sapere è che non si tratta di un mezzo turistico o storico: è un tram che viene usato quotidianamente. In qualche modo, questo rende l’esperienza a bordo ancora più particolare, perché mentre gli abitanti del Belgio non sembrano toccati dai panorami che si distendono e si perdono a vista d’occhio, per i turisti è un’esperienza del tutto unica.

Spiaggia nelle Fiandre

Riguardo alle tappe, ogni città e cittadina attraversata dal Kusttram è degna di nota, ma un posto di rilievo va sicuramente dato a Ostenda, città di vocazione sempre più turistica e con delle spiagge e dei panorami davvero incantevoli, da visitare almeno una volta nella vita.

Come prendere il Kusttram

Come abbiamo già accennato, il Kusttram è un mezzo quotidiano, che non ha alcuna ambizione d’essere un treno storico (nonostante l’antichità della linea ferroviaria e il suggestivo percorso possano permetterglielo), dunque non occorre alcun particolare sforzo per salire a bordo. Recendosi da De Panne basterà fare il biglietto (va dai 13 ai 20 euro) e aspettare pazientemente la partenza.