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Spagna, Buñol si tinge di rosso. È iniziata la guerra all’ultimo pomodoro

Meraviglie create da Madre Natura, opere architettoniche e capolavori artistici, musei e luoghi iconici: sono questi i motivi che ci spingono ogni giorno a viaggiare in lungo e in largo, e non sono gli unici. Spesso, infatti, decidiamo di metterci in cammino anche per toccare con mano le culture e le tradizioni di popoli lontani e per prendere parte alle feste che le celebrano.

Tra le più suggestive, affascinanti e bizzarre troviamo in pole position la Tomatina, una festa che si tiene ogni anno nel comune spagnolo di Buñol l’ultimo mercoledì di agosto e che attira ogni anno migliaia di cittadini della comunità valenciana e viaggiatori provenienti da ogni dove. Il motivo? Durante questa celebrazione ha luogo una battaglia davvero molto particolare: una guerra all’ultimo pomodoro.

Buñol e la battaglia dei pomodori

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di Buñol, una deliziosa cittadina di montagna situata ad appena 40 chilometri da Valencia. Questa località è il punto di partenza perfetto per visitare i paesaggi naturali che si snodano sul territorio, come grotte, cascate, fiumi e giardini. Interessanti sono anche il castello medievale del XIII secolo, il quartiere antico e la chiesa del Salvador, anche sede del museo archeologico urbano.

Una tappa, questa, molto apprezzata dai viaggiatori che desiderano esplorare Valencia e i suoi dintorni durante l’anno. Ma se solitamente Buñol è considerata solo una destinazione di passaggio di un itinerario di viaggio ben più ampio in Spagna, le cose sono molto diverse ad agosto perché in questo mese la città si trasforma nel palcoscenico di quella che è la celebrazione più bizzarra della Spagna e forse del mondo intero. Si tratta della Tomatina, una battaglia di pomodori senza esclusioni di colpi.

Tutti sono invitati a partecipare. L’unica regola è quella di armarsi di pomodori rossi e di colpire l’avversario a suon di ortaggi.

Tomatina: come unirsi ai festeggiamenti

Le origini della Tomatina risalgono al secolo scorso, e più precisamente al 1945, quando durante la festa dei Giganti e testoni alcuni giovani iniziarono a colpirsi utilizzando dei pomodori dopo una discussione. L’anno successivo la scena si replicò davanti agli occhi dei partecipanti, al punto tale da trasformarsi in una ricorrenza goliardica.

Da quel momento in poi, è fino a oggi, quella battaglia di pomodori improvvisata si è trasformata in una vera e propria tradizione da perpetuare. Dopo alcuni anni, in cui questa lotta veniva replicata in maniera ufficiosa, nel 1957 è stata istituita la Tomatina, una delle feste più curiose e divertenti dell’intero Paese.

Considerato un festival di interesse turistico internazionale, questo evento che si ripete l’ultimo mercoledì di ogni agosto attira migliaia di persone provenienti dal resto della Spagna e dal mondo. Si stima che durante la manifestazione vengono utilizzate oltre 100 tonnellate di pomodori. Alla fine della battaglia, Buñol, risulta completamente ricoperta di salsa di pomodoro, una distesa profumatissima nella quale i più audaci provano persino a nuotare.

La partecipazione è aperta a tutti, a patto che si rispetti la regola principale: lanciare pomodori e nient’altro. Il prossimo appuntamento è previsto il 30 agosto del 2023. Pronti a entrare in guerra?

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L’estate infinita del Principato di Monaco

Se non ne avete abbastanza di mare, tuffi, tintarella, aperitivi in spiaggia e serate tra amici, a due passi dall’Italia c’è il luogo che fa per voi.

Nel Principato di Monaco l’estate è infinita, o quasi. Grazie al clima mite, fino a ottobre inoltrato – e a volte anche più a lungo – si può ancora andare in spiaggia e fare vita di mare, senza tuttavia provare quella sensazione di abbandono di molte località di villeggiatura estive. Montecarlo, infatti, è una città di mare, con negozi, locali, ristoranti e attrazioni che non chiudono mai a fine stagione.

Trascorrervi una vacanza di fine estate o anche solamente un weekend è la migliore idea che si possa avere per sentirsi ancora un po’ in vacanza.

Ultimi tuffi al mare

La spiaggia del principato, il Larvotto, è una lunga lingua di sabbia dorata in pieno centro. La si raggiunge facilmente a piedi da ogni angolo della città, a piedi, in bicicletta (con il servizio di bike sharing), con gli autobus di linea o prendendo uno dei tanti ascensori che portano dai punti più elevati fin sul lungomare. La spiaggia è libera, ma ci sono anche alcuni stabilimenti balneari, con tanto di bar, ristorante e lounge per la sera.

Non lontano dal Larvotto, che sta subendo una trasformazione con il nuovo quartiere firmato da Renzo Piano, Mareterra, previsto epr il 2025, c’è una delle spiagge più deliziose e meno note di Montecarlo: la Caletta dei Pescatori. Qui l’acqua è cristallina, merito anche del fondale fatto di sassi che rendono il mare cristallino. È uno degli angoli più belli per chi cerca un po’ di tranquillità.

E poi c’è il Solarium, non una vera spiaggia, ma una piccola diga convertita in spiaggia all’altezza di Port Hercule ai piedi del Fort Antoine che domina Monaco alta. La caletta è libera e non sorvegliata ed è perfetta anche per una pausa relax e per nuotatori esperti.

Se queste sono tutte spiagge libere, non lo è la spiaggia del Meridien, accessibile comunque a tutti, a pagamento. La Meridien Beach Plaza è un’oasi di pace sempre al Larvotto, dove, oltre a prendere il sole sui lettini e pranzare al buffet, si possono fare anche sport acquatici. C’è anche una grande piscina a disposizione degli ospiti.

Le piscine top

Nel Principato ci sono tantissime piscine, molto frequentate dai più pigri d’estate e durante l’anno quando l’acqua del mare è troppo fredda per fare il bagno. La più famosa è quella che s’affaccia su Port Hercule, divenuta famosa grazie al Gran Premio di Formula Uno e per la vista sui super yacht sempre attraccati, una piscina olimpionica riscaldata con acqua di mare con lettini prendisole che d’inverno viene trasformata in pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Poi ci sono le tante piscine degli hotel, oltre a quella del Meridien, alcune anche con la spiaggia. Come quella del Monte-Carlo Bay, uno degli alberghi più iconici del Principato, la cui piscina ha il fondo sabbioso e richiama i colori dell’acqua cristallina del Mediterraneo.

La più trendy è la piscina sul rooftop del Fairmont Monte-Carlo, la mitica Nikki Beach. Qui non ci sono lettini ma solo gazebo per stare più comodi pere sorseggiare un cocktail creato da un mixologist e rilassarsi con la musica del dj. Dalla piscina si può godere di una bellissima vista a 360 gradi del Principato. Questa terrazza è tra le più ambite durante il GP di Monaco.

La più glam però è la piscina olimpionica di acqua di mare del Beach, al confine con il Comune francese di Roquebrune-Cap Martin, la spiaggia frequentata dal bel mondo monegasco, inclusi i principi, sin dai tempi di Grace Kelly. Il suo leggendario trampolino ha fatto la storia del Principato di Monaco: realizzato nel 1929, ha accolto, nel corso degli anni, tutte le autorità, i professionisti e gli appassionati di tuffi. Grande fan ne è Stephanie di Monaco.

Cosa fare nel Principato di Monaco

Tantissime sono le cose che si possono fare a Montecarlo durante un weekend. Se partite subito, da non perdere assolutamente è la mostra “Monet – En pleine lumière” che si tiene al Grimaldi Forum solo fino al 3 settembre. Unica al mondo, l’esposizione comprende un centinaio di opere provenienti da collezioni private, alcune esposte raramente, e realizzate da Claude Monet durante i suoi soggiorni trascorsi tra la Costa Azzurra e la Liguria. C’è anche uno dei celebri dipinti realizzati nel borgo di Dolceacqua. La prima volta che l’artista venne sulla Riviera fu nel 1883, in compagnia dell’amico Pierre-Auguste Renoir. Ci tornò ancora nell’84 e nell’89 facendo tappa a Montecarlo, Roquebrune, Bordighera e Antibes.

Attraversata la strada, merita una visita anche il Nouveau Musée National de Monaco, l’NMNM (ex Villa Sauber), che ospita in una delle più belle ville Belle Époque rimaste nel Principato, mostre d’arte moderna, così come nell’altra sede del museo, Villa Paloma, sulle alture di Monaco nei pressi del Jardin Exotique.

Per immergersi nella magia del Principato di Monaco merita una vista il mitico Palazzo dei Principi, dove vive la famiglia reale, che da poco ha aperto al pubblico nuove sale con gli affreschi del tardo Rinascimento genovese. I visitatori possono fare un viaggio nel tempo, camminare tra i corridoi del Palais e visitare mostre temporanee.

Serate glam a Montecarlo

Il Principato è da sempre il luogo più cool della Riviera e frequentare locali e ristoranti è un must. Oltre ai già noti Sass Café, Cipriani, Café de Paris (in fase di ristrutturazione) e Buddha Bar, ce ne sono di nuovissimi per trascorrere serate modaiole.

Tra i più esclusivi c’è Le Club La Vigie del Monte Carlo Beach, proprio sulla punta estrema della penisola quasi in territorio francese.

Affacciato sulla spiaggia del Larvotto c’è poi Le Maona in stile Anni ’60, un po’ glamour e un po’ vintage, dove ascoltare anche della buona musica.

Altrettanto elitario, infine, è Les Ambassadeurs, il nuovo ristorante gourmet dell’hotel Métropole, a due passi dalla Place du Casino, che porta la firma dello chef Christophe Cussac.

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Fonte: ©B. Vergely

La Place du Casino a Montecarlo
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Il panorama da brivido sui fiordi norvegesi

Una vista che toglie il fiato e un luogo perfetto per scattare foto memorabili durante le vostre vacanze in Norvegia. Stegastein è uno dei punti panoramici più fotografati della contea di Sogn og Fjordane, famosa per ospitare due siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO e il fiordo più lungo e profondo del Paese, per non parlare dei ghiacciai, le cascate e i parchi nazionali che lasciano i visitatori a bocca aperta. Per ammirarne tutta la magnificenza, non c’è posto migliore di questa attrazione da brivido.

La spettacolare piattaforma panoramica di Stegastein

Non preoccupatevi, è impossibile non vedere questa meraviglia dell’ingegneria moderna, tra le più visitate della Norvegia. Lungo 30 metri e largo 4, l’incredibile belvedere di Stegastein sporge dalla montagna a 650 metri d’altezza sul fiordo di Aurland.

Può sembrare fatto di legno, in realtà è molto più robusto: è infatti realizzato in acciaio, rivestito di pino massiccio. La costruzione, progettata da Todd Saunders e Tommie Wilhelmsen, è stata inaugurata ufficialmente nel giugno 2006, e ha ottenuto molti riconoscimenti per la sua architettura geniale ispirata dalla natura circostante. Il progetto fa parte di un programma nazionale sugli itinerari turistici commissionato dal Norwegian Highway Department.

Per rendere l’esperienza ancora più emozionante, la costruzione termina con un drammatico salto coperto da una lastra di vetro quasi invisibile, che dà la sensazione di precipitare nel fiordo. Gli architetti hanno dichiarato che l’opera è stata pensata per sembrare spaventosa ed eccitante al tempo stesso, in modo che i visitatori abbiano la percezione che non ci sia nulla tra loro e gli elementi naturali. L’intento dichiarato dagli autori dell’opera era quello di non alterare il paesaggio e la vegetazione che la ospitano, bensì proteggerli in modo che ci si possa sentire pienamente parte di essi e viverli da un nuovo punto di vista.

Forte è l’interazione tra la struttura e la natura. Si può camminare “nell’aria”, attraverso le cime degli alberi, percependo in maniera amplificata questa esperienza a stretto contatto con l’ambiente sconfinato in cui la piattaforma si confonde. In apparente equilibrio precario sulla leggera struttura d’acciaio, avrete solo una balaustra di vetro a separarvi dal vuoto e a regalarvi l’elettrizzante impressione di precipitare nel blu. Perciò, se non avete paura dell’altezza, sporgetevi pure per godere di questo spettacolo unico al mondo. È davvero difficile immaginare una veduta più straordinaria di questo paesaggio già di per sé mozzafiato.

Come raggiungere una delle attrazioni più belle della Norvegia

Lo straordinario e spettacolare punto panoramico di Stegastein si può raggiungere in autobus da Flåm via Aurland, punto di partenza per le escursioni in montagna a tre ore di macchina da Bergen, la seconda città della Norvegia. Da lì potrete risalire lungo la Aurlandsfjellet, nel Sogn og Fjordane, una delle 18 strade panoramiche della Norvegia. Seguire la strada verso Lærdal (conosciuta come “la strada della neve”) fino a raggiungere la magnifica piattaforma panoramico di Stegastein.

La tranquilla città di Aurland è anche l’ultima tappa dello spettacolare trekking dell’Aurlandsdalen, oltre a essere rinomata per il fatto di trovarsi a una delle estremità del Lærdalstunnel, la galleria stradale più lunga del mondo. Sia ad Aurland che a Flåm potete inoltre trovare numerosi percorsi ciclabili che garantiscono viste panoramiche da sogno.

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Perché è il momento di pensare a un viaggio a New York

C’è solo una cosa che può consolare dal fatto di essere dovuti rientrare dalle vacanze: il pensiero di un viaggio a New York.

Immaginare una passeggiata in Central Park con i colori del foliage autunnale o di andare a zonzo su e giù per le infinite Avenue di Manhattan oppure di godersi un cocktail (ancora) all’aperto su un rooftop al tramonto con vista sulla selva di grattacieli (dall’ultima volta che ci siete stati ce ne sono sicuramente di nuovi) o ancora di attraversare il Brooklyn Bridge col vento tra i capelli oppure di imbarcarsi su una mini crociera sull’Hudson ammirando la città in tutta la sua bellezza: queste immagini, e molte altre che possono venire in mente quando si pensa a questa splendida metropoli, risolleva decisamente il morale.

I mille modi di visitare New York

Mille è solo un modo di dire, in realtà sono molti di più i modi per visitare New York City. Ed è il motivo epr cui non ci si stanca mai di andare in questa città che non stanca mai. Oltra ai classici tour turistici e alle visite delle principali attrazioni, a New York si possono visitare i singoli borough, i distretti. Oltre a Manhattan, dove si concentra la maggior parte dei turisti, ci sono Brooklyn, il Queens, il Bronx e Staten Island. Ciascuno ha le sue particolarità, tutte da scoprire.

A loro volta, i distretti hanno itinerari specifici, ideali per famiglie, LGBTQ+, accessibili a persone con ridotte capacità motorie. E poi ci sono i luoghi che raccontano le tante comunità che vivono in città, quella latina, la black o l’orientale.

Ci sono poi tour dedicati alla storia di New York, dalla nascita di New Amsterdam – il primo nome della città nel XVII secolo – alla Guerra d’indipendenza, dalla gloriosa Gilded Age di fine ‘800 di cui restano alcuni edifici agli anni del proibizionismo, dall’epoca dei primi grattacieli all’11 settembre fino ai giorni nostri.

Non mancano i tour culturali, tra musei e case d’artista, musicali, per ogni genere possibile e immaginabile compresi i tantissimi musical, gastronomici – ce ne sono un’infinità, di grande tendenza sono i cocktail city tour -, quelli sportivi, i tour dei grattacieli, quelli dei rooftop (all’aperto o al chiuso) e dei punti più panoramici, e tra gli ultimi anche quelli delle spa più belle oltre agli itinerari dello shopping.

In ogni angolo di New York è stato girato un film o una serie Tv. Sono migliaia ogni anno le produzioni che la scelgono come location ed esiste un’infinità di tour dedicata a questo tema, generici o specifici sui singoli film o serie (tra i più seguiti, quelli sui luoghi di “Sex and the City“).

Inoltre, si può scegliere tra itinerari a piedi, in bicicletta o con il monopattino, ma anche in metro, anche solo per vedere le fermate più iconiche di New York.

L’offerta da sogno per volare a New York

Per chi desidera trattarsi bene, c’è un’offerta da prendere al volo. la compagnia aerea francese La Compagnie, che ha solo posti di Business Class, ha lanciato la tariffa speciale “Le Vacanze Must Go On”. Il biglietto aereo costa 120 euro andata e ritorno. La promozione è valida per chi prenota entro il 31 agosto per volare a partire da ottobre e fono a marzo 2024.

Si viaggia a bordo di un Airbus A321neo con cabina configurata con soli 76 posti, tutti Business. Ogni passeggero ha uno spazio più ampio e la possibilità di dormire comodamente a bordo, grazie ai sedili reclinabili in letti perfettamente orizzontali, può usufruire del wi-fi gratuito e illimitato a bordo e scegliere il pasto da un menu gourmet.

Viaggiare con questa compagnia, che agli ultimi World’s Best Awards 2023 ha vinto il premio come Migliore compagnia aerea internazionale, significa anche avere accesso alla lounge dell’aeroporto, al fast track per il controllo alla dogana e a poter imbarcare due bagagli da stiva da 32 chili ciascuno.

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Melilla, un angolo di Spagna in Marocco

Il Regno del Marocco, affacciato sull’Oceano Atlantico e sul Mar Mediterraneo, è un Paese incantevole che si trova nel Nord Africa. Grazie alla sua posizione geografica privilegiata, che si estende oltre lo Stretto di Gibilterra, è un affascinante mix di influenze e culture diverse.

Ricco di contrasti geografici, con le sue imponenti catene montuose dell’Atlante e del Rif che si estendono attraverso il territorio, regala una serie di paesaggi unici che vanno dalle coste pianeggianti ai deserti rocciosi. Le città, poi, racchiudono una varietà di architetture stravaganti, con stradine labirintiche che invitano all’esplorazione.

Una delle particolarità del Marocco è la presenza di due enclave spagnole sul suo territorio: Ceuta e Melilla. Quest’ultima è senza dubbio una destinazione unica. Camminando per le sue strade, ci si ritrova immersi in un connubio di tradizioni e stili architettonici.

Senza dubbio, una città vibrante e cosmopolita che vale la pena esplorare. Nonostante non goda della stessa fama di altre mete spagnole, questa destinazione possiede un innegabile fascino tutto da scoprire.

Melilla, una città spagnola nel territorio africano

Melilla Marocco

Fonte: Getty Images

Porto di Melilla, Marocco

Melilla è posizionata nel nord-est del Marocco. Situata lungo la costa mediterranea, un po’ a nord di Nador e sul lato orientale delle montagne del Rif, è un luogo suggestivo in cui le culture si intrecciano e si fondono in una mescolanza di tradizioni, lingue e costumi.

Con una popolazione divisa equamente tra cristiani di origine spagnola e musulmani berberi, è un punto d’incontro unico tra Europa e Africa, e custodisce numerose attrazioni storiche, tra cui edifici dall’architettura modernista, antiche fortificazioni e musei, che racchiudono opere d’arte e reperti storici di grande valore.

Per immergersi nella storia di Melilla, niente è più suggestivo di una visita al vero simbolo della città, la Ciudadela, conosciuta anche come “Melilla La Vieja” o “El Pueblo“. Quest’area fortificata racconta le storie di diversi popoli che nel corso dei secoli hanno lasciato il loro segno, contribuendo a formare l’identità unica di quest’affascinante città.

Il suo passato si svela attraverso i pittoreschi quartieri, le torri di vedetta e gli edifici imponenti come il Baluarte de la Concepción e l’Hospital del Rey.

Nella parte nuova di Melilla, invece, uno dei luoghi più suggestivi da visitare è sicuramente la Plaza de España. Questo spazio urbano, con la sua caratteristica forma circolare, si trova strategicamente alle spalle del porto, posizionandosi come cuore pulsante della città. Un vero e proprio fulcro vitale, un punto di incontro per residenti e turisti, dove le principali arterie cittadine convergono, irradiandosi in tutte le direzioni.

La piazza ospita importanti edifici come il Casino Militar, un’imponente struttura progettata da Enrique Nieto, allievo del famoso architetto Antoni Gaudí, che rappresenta brillantemente lo stile modernista catalano, con dettagli architettonici ricchi e intricati.

Poco distante si trova il Palacio de la Asamblea, un edificio storico realizzato sempre da Nieto, che ospita la sede del Municipio di Melilla. Questo capolavoro architettonico, costruito nella prima metà del Novecento, emana un’aura di maestosa regalità. La sua struttura, sviluppata su tre piani, ricorda una corona ducale, che conferisce al palazzo un aspetto davvero unico. All’interno, su richiesta, è possibile visitare alcuni degli spazi più rappresentativi, come il Salon Dorado, che riflette l’eleganza e la raffinatezza dell’epoca, e la Sala de Plenos, dove si riunisce il consiglio comunale.

Melilla: la città che separa l’Africa dall’Europa

Nonostante si trovi geograficamente in Africa, Melilla è una città spagnola e fa parte dell’Unione Europea. Insieme a Ceuta, rappresenta l’unica frontiera terrestre tra Africa ed Europa. Nel corso del XX secolo, questa particolare posizione ha conferito a queste due città un ruolo fondamentale nelle rotte migratorie verso il vecchio Continente.

Per gestire l’ingente flusso di migranti, sono state separate dal territorio marocchino da una doppia rete metallica. Questa barriera, costruita tra il 1997 e il 1998, era inizialmente alta tre metri ma, a causa dell’aumento delle pressioni migratorie, è stata successivamente raddoppiata raggiungendo i sei metri di altezza.

Un simbolo distintivo e controverso della città è la statua di Francisco Franco. Nonostante la legge del 2009, promulgata dall’ex primo ministro Zapatero, che bandisce i monumenti pubblici in onore del dittatore spagnolo, la statua continua a dominare una piazza cittadina, rimanendo l’unica in uno spazio pubblico spagnolo. La sua rimozione era stata programmata da tempo, ma la statua rimane ancora al suo posto, un dettaglio che sottolinea quanto, nonostante la città sia formalmente sotto il controllo del governo di Madrid, sia in realtà completamente autonoma. Questo equilibrio delicato rappresenta un chiaro segno del suo complesso passato storico e politico.

Melilla

Fonte: Getty Images

Memoriale ai pescatori dispersi in mare nel centro di Melilla
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Caraibi olandesi: quali sono e perché andarci in vacanza

Avete mai sentito parlare dei Caraibi olandesi? Probabilmente no e il motivo è piuttosto semplice: ci si riferisce a loro con diverse sigle, oppure con curiosi nomignoli, mentre in altri casi si prende in considerazione una specifica isola di questo angolo da sogno localizzato nei Caraibi, ma che appartiene al Regno dei Paesi Bassi e a una municipalità speciale dei Paesi Bassi, quello delle Antille Olandesi.

Spesso erroneamente chiamate Paesi Bassi caraibici – che sono, invece, solo una parte dei Caraibi olandesi (le cosiddette municipalità speciali) – vengono indicate con le seguenti sigle:

  • Isole ABC: Aruba, Bonaire, e Curaçao (facenti parte dell’arcipelago delle Isole Sottovento, suddivisione geografica);
  • Isole SSS: Saba, Sint Maarten e Sint Eustatius (che sono parte dell’arcipelago delle Isole Sopravento Settentrionali, suddivisione geografica);
  • Isole BES: i Paesi Bassi caraibici, ovvero Bonaire, Sint Eustatius e Saba (municipalità speciali dei Paesi Bassi, suddivisione politica).

Principali caratteristiche

Dall’aspetto paradisiaco, i diversi territori dei Caraibi olandesi condividono molte caratteristiche per via della loro vicinanza geografica. Le ABC si distinguono per essere più grandi e pianeggianti, mentre le SSS sono decisamente più piccole e con pochi rilievi.

Ci sono poi le Isole BES, che in realtà sono un insieme di entrambi i raggruppamenti, che sono paradisiache e ideali per chi ama la natura, il mare e le immersioni.

Caraibi olandesi cosa vedere

Fonte: iStock

Uno dei paesaggi dei Caraibi olandesi

Le Isole ABC

Le incantevoli Isole ABC sono i tre fazzoletti di terra posti più a occidente delle Isole Sottovento: Aruba, Bonaire e Curaçao. Tutte e tre sono parte del Regno dei Paesi Bassi, ma Aruba e Curaçao ne sono nazioni costitutive, mentre Bonaire è una municipalità speciale dei Paesi Bassi.

Come è possibile immaginare, sono delle vere perle caraibiche baciate dal sole e attraversate da spiagge fatte di sabbia finissima che a sua volta è bagnata da acque cristalline.

L’incantevole Aruba

L’Isola di Aruba è una di quelle mete da raggiungere almeno una volta nella vita: è conosciuta persino come l’isola più felice dei Caraibi. A colpire il viaggiatore sono le sue due coste molto differenti tra loro, una punteggiata da spiagge bianche che sono accarezzate da un mare calmo e turchese, l’altra selvaggia e frastagliata.

Proprio in questa piccola isola prende vita la Eagle Beach, più volte nominata tra le spiagge più belle del mondo. Non è di certo da meno la Flamingo Beach, ovvero la spiaggia dei fenicotteri rosa che sorge sull’isola privata del Renaissance Hotel. Gli amanti delle immersioni saranno invece felici di sapere che Aruba è considerata la Capitale dei Caraibi dei relitti sommersi.

Quest’isola, tuttavia, non è solo un Eden marino. Ne è un esempio la Cappella di Alto Vista, ovvero la prima chiesa dell’isola che sorge in cima a una collina da cui si ammira un panorama meraviglioso. Molto interessanti sono anche le città fantasma di Bushiribana e Balashi che si ritrovano immerse in un suggestivo paesaggio arido.

Aruba, informazioni

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Un angolo incantato di Aruba

Bonaire, intima e tranquilla

Altrettanto speciale è l’Isola di Bonaire che, oltre a essere la seconda per grandezza, è anche una poetica mescolanza di acqua azzurra e secchezza desertica. Tra le sue più incredibili attrazioni c’è il Bonaire National Marine Park, un parco marino che conserva gelosamente una preziosa barriera corallina.

Molto noto è anche il suo colorato Carnevale che, ogni anno, si conclude con uno spettacolo pirotecnico e un tipico incendio cerimoniale.

Bonaire permette anche di fare indimenticabili immersioni ed esaltanti esperienze di snorkeling, fra le migliori dei Caraibi, grazie anche alla sua politica di conservazione ambientale e all’assenza di turismo di massa.

Curaçao con i suoi mille colori

Curaçao è probabilmente l’isola principale di tutto l’arcipelago. Da queste parti ad attirare l’attenzione è la sua graziosa Capitale, Willemstad, che presenta un raffinato fascino europeo. Non vi sorprenderà sapere, infatti, che è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità.

Particolarmente prezioso è anche l’entroterra (chiamato kunuku) poiché puntellato di cactus e divi-divi modellati dal vento. Interessanti sono anche le spiagge che, nonostante siano formate da sabbia importata o da coralli frantumati, regalano comunque angoli che sembrano usciti direttamente da un libro di fiabe.

Le Isole SSS

Le SSS sono tre magnifiche isole che ricadono sotto la sovranità del Regno dei Paesi Bassi. Si trovano nell’arcipelago delle Isole Sopravento settentrionali e sono Sint Maarten, Sint Eustatius e Saba.

C’è però da specificare una piccola caratteristica: la parte settentrionale dell’isola di Saint Martin appartiene alla Francia e solo la parte meridionale è nazione costitutiva del regno, mentre Sint Eustatius e Saba sono due municipalità speciali dei Paesi Bassi.

Sint Maarten, l’isola divisa

Come accennato in precedenza, Sint Maarten è un’affascinante isola divisa tra due territori: la metà meridionale dell’isola è olandese, mentre la parte settentrionale è francese.

Ad essere del tutto onesti, la zona francese è quella più caratteristica, ma ciò non toglie che in qualsiasi lato sia possibile perdersi tra lunghe passeggiate sulla spiaggia e rilassarsi in baie isolate. Non mancano le possibilità per dedicarsi alle escursioni, partecipare ai tipici mercatini, lasciarsi andare a sport acquatici e godersi una vivace vita notturna.

Sint Eustatius, per tornare indietro nel tempo

Se siete curiosi di scoprire com’erano i Caraibi alcuni decenni fa, la vostra scelta deve necessariamente essere Sint Eustatius. Probabilmente a causa della mancanza di spiagge paradisiache, questa è l’isola dei Caraibi olandesi meno visitata dai turisti di tutto il mondo.

Tuttavia, si fa amare per la sua atmosfera particolarmente autentica e per via dell’allegria dei suoi abitanti che sono sempre pronti a parlare con i viaggiatori.

Saba, detta anche il tetto dei Paesi Bassi

Saba è un incredibile gioiello, nonché la più piccola isola dei Caraibi olandesi. Un vero e proprio fazzoletto di terra che consiste principalmente nel vulcano spento, il Monte Scenery (840 metri), che è anche la cima più elevata di tutti i Paesi Bassi. Ritrovarsi al cospetto di questo lembo di terra è incredibile: sembra emergere come un miraggio dal  Mar dei Caraibi, una misteriosa vetta spesso avvolta dalle nuvole.

Saba, isola dei Caraibi

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Un angolo dell’affascinante Saba

Visitarla è sinonimo di scoprire villaggi che ospitano incantevoli case tradizionali in legno e muratura con il tetto rosso, ma anche un magico mondo che si nasconde sotto la superficie della limpida acqua.

Le Isole BES

Le Isole BES, ovvero le meravigliose Bonaire, Sint Eustatius e Saba di cui vi abbiamo già parlato, sono un mosaico di culture e di influenze di vario tipo. Luoghi da visitare almeno una volta nella vita e che, senza ombra di dubbio, vi lasceranno a bocca aperta.

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Come raggiungere il centro di Madrid dall’aeroporto

L’aeroporto di Madrid Barajas si trova a circa 12 km a nord-est di Madrid ed è il più importante aeroporto della Spagna. Si trova al quinto posto della classifica europea per numero di passeggeri e all’undicesimo nella classificazione mondiale, in particolare per la tratta Madrid-Barcellona che ad oggi è la tratta con il maggior numero di voli settimanali al mondo.

L’aeroporto madrileno è composto da quattro grandi terminal. Il più recente è il T4, che ospita voli nazionali e internazionali ed è collegato con gli altri terminal da navette e altri mezzi di trasporto. All’interno dell’aeroporto, infatti, ci sono diverse stazioni metro, grazie alla linea 8 che collega il nuovo terminal T4 con il resto dell’aeroporto.

Come arrivare dall’aeroporto di Madrid al centro una volta atterrati all’aeroporto di Barajas? Vediamo quali sono le diverse opzioni da scegliere per un trasferimento comodo e veloce.

Come raggiungere il centro di Madrid in metro

Madrid è una metropoli europea dotata di una linea metropolitana molto efficiente, quindi la migliore opzione per arrivare dall’aeroporto di Madrid al centro è la metro. La linea di riferimento è sempre la linea 8, con partenza dai vari terminali e anche dal T4, che in circa 20 minuti di tragitto arriva fino alla stazione di Nuevos Ministerios, che si trova a nord del centro città.

Dall’aeroporto a Madrid in treno

Per raggiungere il centro di Madrid è possibile spostarsi anche in treno. La linea C-1 dei treni Renfe-Cercanìas collega l’aeroporto con il centro città, ma solamente dal terminal T4. La stazione di arrivo è Principe Pio, mentre il tempo di percorrenza è di circa 40 minuti, con 4 fermate intermedie.

Il treno passa circa ogni 30 minuti dall’alba a poco prima di mezzanotte, ed è sicuramente un’alternativa da tenere in considerazione visto il costo bassissimo di 2,60€.

Dall’aeroporto a Madrid in autobus

Per arrivare dallaeroporto Barajas al centro di Madrid è possibile utilizzare anche il servizio di bus, molto efficiente e organizzato. Ci sono diverse linee che vanno dall’aeroporto al centro città e viceversa.

La linea 203 è un’ottima opzione: ha partenze ogni 10-15 minuti da tutti i terminal per 24 ore al giorno tutto l’anno, e collega l’aeroporto con la stazione Atocha Renfe, situata in centro a poca distanza dai principali musei di Madrid. La linea 203 impiega 40 minuti per arrivare a destinazione; il biglietto costa 5 € ed è acquistabile anche sul bus, oppure è possibile acquistare il transfer online in anticipo.

In alternativa si può prendere la linea 101, che parte da tutti e quattro i terminal e arriva in circa 30 minuti alla stazione di Área Intermodal de Canillejas, la parte orientale di Madrid. Da qui è possibile prendere altri autobus, o prendere la metropolitana. Il biglietto costa solamente 1,50€.

Dall’aeroporto a Madrid in taxi

Anche il taxi è una possibile alternativa per la tratta dall’aeroporto di Madrid al centro, ma è più costosa se si è da soli. È senza dubbio un’ottima soluzione se si viaggia in gruppo, in questo modo la spesa è molto più bassa. Il costo del taxi dal centro della città fino al Barajas è di circa 30 euro, e viene aggiunto un ulteriore supplemento di circa 5€ per le corse aeroportuali.

Le corse iniziano alle 6 per concludersi alle 21, le vetture dei taxi sono di colore bianco e si trovano al piano terra di ogni terminal.

Noleggio auto per raggiungere Madrid centro

Tra il T1 e il T4 ci sono diverse compagnie di autonoleggio a cui potersi rivolgere per noleggiare un’auto, più di cinque per l’esattezza. Una volta noleggiata l’auto che preferisci potrai in circa mezzora di auto raggiungere il centro città, passando per la circunvalaciòn M-30 o per la A-2. Bisogna sempre però calcolare una media quantità di traffico nel tragitto.

Scegliendo il noleggio privato potrai disporre della tua auto durante tutta la permanenza a Madrid, e riportarla al concessionario una volta terminata la vacanza per poi riprendere il volo di ritorno da Barajas.

Trasferimento privato o condiviso

Se non vuoi badare a spese e vuoi viaggiare al massimo della comodità puoi optare per un trasferimento di lusso acquistabile online, avrai a disposizione un’auto comoda ed elegante, e un autista che si occuperà di accompagnarti in centro. In questo modo non dovrai preoccuparti di trovare le fermate dei mezzi di trasporto, acquistare i biglietti e calcolare il tragitto per arrivare al centro. Verrai accolto direttamente all’aeroporto e portato a destinazione.

Il trasferimento privato può essere anche condiviso, sono disponibili e acquistabili online i trasferimenti anche di sola andata fino a un massimo di sette persone.

Queste sono tutte le opzioni per arrivare dall’aeroporto di Madrid al centro, atterrando all’aeroporto internazionale di Barajas. Le opzioni sono tutte valide e ben organizzate, sta a te scegliere la più giusta in base alle tue esigenze personali e al budget a tua disposizione. Buona permanenza!

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Picos de Europa, un parco nazionale da fiaba

Con un nome così suggestivo, non potevamo aspettarci niente di meno: il Parco Nazionale Picos de Europa è una vera meraviglia, la tappa ideale per chi ama la natura incontaminata e vuole godersi i suoi panorami più belli. Siamo in Spagna, ben lontani dalle grandi città che hanno reso il Paese famoso in tutto il mondo – nonché una delle mete turistiche più apprezzate di sempre. Andiamo alla scoperta delle bellezze di questo parco così suggestivo.

Il Parco Nazionale dei Picos de Europa

Iniziamo da qualche dato: i Picos de Europa sono una catena montuosa che si erge nel cuore della Spagna settentrionale, tra le comunità autonome di Castiglia e Léon, Cantabria e Asturie. Il loro nome (letteralmente “picchi d’Europa) ha un fascino particolare e una storia altrettanto unica. Le navi in arrivo dall’America, infatti vedono queste cime montuose come prima cosa nel momento in cui si avvicinano al continente. Vista la natura rigogliosa e i numerosi siti storici che caratterizzano quest’area, negli anni ’90 è stato creato il Parco Nazionale dei Picos de Europa.

Negli ultimi tempi abbiamo assistito ad un vero e proprio amore per le vacanze green, a contatto con la natura, e così il parco spagnolo è diventato una meta turistica molto apprezzata dai viaggiatori provenienti da ogni angolo d’Europa. Ma cosa c’è di bello da vedere in questo angolo incontaminato di Spagna? Le imponenti formazioni rocciose che si stagliano contro il cielo, lussureggianti boschi di querce e di faggi, tanti animali che vivono in piena libertà e in armonia con il paesaggio… e poi c’è molto di più. Scopriamolo insieme.

Cosa vedere: le tappe imperdibili

Una volta arrivati presso il Parco Nazionale dei Picos de Europa, inizia l’avventura: ci sono tantissimi itinerari ben segnalati, che ci conducono tra foreste e panorami meravigliosi, ma anche dei belvedere da cui si può godere di una vista mozzafiato. Il sentiero più affascinante è quello che collega i paesi di Ampurias e Finisterre, attraversando interamente il parco. Lungo oltre 62 km, è diviso in 5 tappe ed è perfettamente attrezzato con punti di ristoro e luoghi dove soggiornare, così da offrire un’esperienza unica a tutti gli amanti del trekking.

Un’alternativa suggestiva (e più comoda) è la funicolare che parte da Fuente Dé per poi salire sino al belvedere de El Cable, a oltre 1800 metri di altitudine. È il luogo ideale per ammirare il panorama dei Picos de Europa, anche per chi non apprezza particolarmente le lunghe camminate o ha difficoltà particolari. Tappa da non perdere è poi l’altopiano su cui si trovano i Laghi di Covadonga: sono due piccoli specchi d’acqua, il lago Enol e il lago Ercina, circondati da splendide montagne che si riflettono nelle loro sfumature turchesi.

Infine, non possiamo dimenticare di andare alla scoperta dei piccoli borghi che giacciono ai piedi di queste imponenti vette. Come ad esempio Cangas de Onis, con i suoi bellissimi monumenti storici: tra questi spicca il ponte romano (costruito in realtà durante il periodo medievale), divenuto uno dei simboli delle Asturie. A poca distanza si può visitare Covadonga, piccolo villaggio che fu teatro di un’epocale battaglia tra Cristiani e Mori. È per gli spagnoli un importante luogo di pellegrinaggio, dove si trova una chiesetta scavata nella roccia che, secondo la leggenda, ricorderebbe il punto in cui apparve la Madonna. Molto più moderna è invece la Basilica de Santa Maria la Real de Covadonga, un gioiello assolutamente da scoprire.

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Una spiaggia caraibica in Europa: alla scoperta di Pedn Vounder

Per rilassarsi nella meravigliosa cornice di una spiaggia caraibica, non è necessario partire alla volta dei Caraibi o delle Mauritius e affrontare ore e ore di volo: anche l’Europa vanta, infatti, la sua spiaggia caraibica, nominata tra le prime 50 al mondo secondo la classifica a cura di Big 7 Travel, a fianco delle eccezionali spiagge delle località esotiche.

Si tratta di Pedn Vounder, nel cuore della Cornovaglia, incastonata tra le splendide scogliere di Treryn Dinas, una delle spiagge più incantevoli del territorio, un autentico gioiello che andrebbe visto con i propri occhi almeno una volta nella vita.

Alla scoperta di Pedn Vounder, Caraibi d’Europa

Acque cristalline e morbida sabbia finissima e candida: è così che si presenta Pedn Vounder, all’estremità orientale della baia di Porthcurno da cui, durante la bassa marea in primavera, si può giungere a piedi. In tutti gli altri casi, si regala dopo aver percorso un sentiero tortuoso con vedute che lasciano senza parole.

Il promontorio a est è il luogo in cui si trova la famosa Logan Rock, un blocco rettangolare di granito che pesa circa 70 tonnellate e che può essere fatto oscillare avanti e indietro da una persona.

Insomma, una meta unica nel proprio genere, un tempo “spiaggia segreta” che, oggi, è una delle più apprezzate della Cornovaglia, salita alla ribalta sui giornali e, così, desiderata dalla maggior parte dei turisti che si trovano in zona.

Il mare limpidissimo e turchese invita a rigeneranti tuffi e nuotate, ideale per lo snorkeling, e la baia è un vero spettacolo, incastonata tra scogliere rocciose, uno capolavoro della natura che ha fatto anche da location cinematografica nella prima serie dello show televisivo di successo Poldark.

È la destinazione perfetta per chi desidera rilassarsi e staccare dalla frenetica vita di tutti i giorni e trascorrere momenti preziosi e indimenticabili ammirando la bellezza incredibile del paesaggio.

Cosa sapere per godersi appieno la spiaggia caraibica in Europa

Ecco alcuni consigli per visitare in totale sicurezza e serenità la remota Pedn Vounder.

Dove parcheggiare

Arrivando in auto, sono due i parcheggi tra cui scegliere ed entrambi prevedono una passeggiata per raggiungere la spiaggia: uno è a Porthcurno (leggermente più lontano) mentre l’altro si trova nel villaggio di Treen, più vicino al litorale.

Il periodo migliore

Per godersi appieno Pedn Vounder è importante informarsi sugli orari delle maree poiché, inevitabilmente, quando la marea è alta vi è meno spiaggia.

Altro aspetto da tenere in considerazione è l’affollamento. Infatti, siccome è diventata così famosa, la spiaggia è molto gettonata: meglio andare al mattino presto oppure verso la fine della giornata.

Ci sono strutture sulla spiaggia di Pedn Vounder?

La spiaggia è immersa totalmente nella natura e non dispone di servizi igienici, bar o negozi, per cui occorre portare con sé tutto ciò di cui si ha necessità.

È comunque presente un bagno vicino al parcheggio Treen.

Come arrivare alla spiaggia di Pedn Vounder lungo il sentiero della costa sud-occidentale

Parcheggiando a Treen, prendete il sentiero di fronte ai servizi igienici appena fuori dal parcheggio: sono circa 10 minuti a piedi fino alla spiaggia.

Considerato il terreno, è consigliabile indossare scarpe da ginnastica o da trekking.

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Loch Ness: la più grande caccia al mostro ha inizio

Di meraviglie surreali, naturali e artificiali è fatto il mondo che abitiamo. Di luoghi iconici, monumenti artistici e architettonici da raggiungere e di culture e tradizioni da esplorare. Sono queste, del resto, tutte le cose che ci spingono a viaggiare in lungo e in largo per toccare la grande bellezza che appartiene al nostro pianeta. A volte, però, ci mettiamo in cammino mossi da tutt’altre intenzioni, per scoprire misteri mai svelati, per esempio, o per risolvere alcuni dei più grandi enigmi di sempre. Come quello che aleggia da tempi immemori su Loch Ness.

Proprio qui, nei pressi di un lago di acqua dolce immerso nelle Highlands scozzesi, si narra dell’esistenza di un mostro, un criptide dal nome Nessie che sarebbe stato avvistato più volte nel secolo scorso e che si è trasformato così in una leggenda. I più scettici hanno smesso di crederci da tempo ormai, da quando le foto che dovevano dimostrare l’esistenza della creatura si rivelarono nient’altro che dei fake. Eppure c’è chi è ancora alla ricerca della verità.

È proprio a queste persone, che sperano ancora di incontrare e di immortalare in una foto il famigerato Nessie, che è rivolto l’invito a prendere parte alla più grande caccia al mostro di Loch Ness mai organizzata. L’appuntamento è previsto l’ultimo weekend di agosto e siete tutti invitati.

La caccia al mostro di Loch Ness: l’evento

Da giorni non si parla d’altro: della grande, e forse ultima, caccia al mostro di Loch Ness che si terrà il prossimo fine settimana. L’obiettivo è unico e condiviso: quello di fare luce su uno dei misteri più affascinanti, e a tratti inquietanti, della Scozia.

L’appuntamento, previsto per il 26 e 27 agosto 2023, è stato organizzato dal Loch Ness Centre, il centro visitatori dedicato al territorio e al suo leggendario mostro sorto all’interno dell’hotel Drumnadrochit. La sua posizione non è un caso. Proprio all’interno della struttura, infatti, lavorava come manager Aldie Mackay: fu lei la prima ad avvistare Nessie tra le acque e a far diffondere velocemente la notizia della presenza di un mostro nel lago.

Sono passati 90 anni da quell’episodio, eppure mai nessuno ha smesso di cercare questa creatura spaventosa e al contempo affascinante. Il mostro di Loch Ness è diventato così leggenda.

Un mistero che dura 90 anni

Ma Nessie esiste davvero? È questa la domanda che persone di tutto il mondo continuano a porsi cercando di scandagliare, come possono, il bacino scozzese. Il lago situato a sud-ovest di Inverness, si è trasformato negli anni in una vera e propria attrazione turistica che ha visto l’arrivo di viaggiatori provenienti da ogni parte del globo in cerca di una prova.

Ma si sa, l’unione fa la forza, e in occasione dell’anniversario del primo avvistamento che risale al 22 agosto di 90 anni fa, il Loch Ness Centre ha pensato bene di organizzare la più grande caccia al mostro di sempre, e forse anche l’ultima. Il 26e il 27 agosto 2023 siete tutti invitati a scoprire l’enigma: la missione è quella di risolvere un mistero che dura da 90 anni.

Armati di binocoli, droni termici, sonde sottomarine e telecamere a infrarossi, i più coraggiosi potranno unirsi agli esperti e iniziare la ricerca. Gli aggiornamenti, e gli eventuali avvistamenti, saranno trasmessi in diretta sui canali social del Loch Ness Centre.