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Questo luogo italiano è secondo solo alla Tour Eiffel

Non serve andare lontano per scoprire che, a due passi da casa, esistono delle meraviglie dell’ingegneria di cui andare molto fieri. È il caso del Ponte della Becca, un ponte di ferro nell’Oltrepò Pavese, secondo, per struttura, solo alla celeberrima Tour Eiffel simbolo, agli occhi del mondo, non solo di Parigi ma di tutta la Francia.

Perché questo ponte non è dunque il simbolo almeno della Lombardia, se non dell’Italia? E dire che quando fu costruito, tra il 1910 e il ’12, sulla confluenza dei due fiumi Po e Ticino, era un’opera unica nel nostro Paese. Ancora oggi, a distanza di oltre un secolo, resta la struttura in ferro più grande del mondo, dopo la Tour Eiffel, appunto.

Il Ponte della Becca

Lungo poco più di un chilometro (1,081 metri, per la precisione, tre volte l’altezza della Torre Eiffel), collega i due Comuni di Linarolo e Mezzanino, in provincia di Pavia. Fu costruito per un motivo molto più pratico di un’esposizione universale (motivo per cui fu costruita la struttura parigina). Serviva, infatti, per agev0olare il trasporto di merci, in particolare l’uva proveniente dall’Oltrepò diretto in tutta la Lombardia.

Prima della costruzione del Ponte della Becca, si usava un sistema di trasporto su acqua per mezzo di zattere e poi di traghetti che, però, non era molto affidabile in quanto proprio nel periodo di trasporto dell’uva spesso si verificavano delle piene dei due grandi fiumi. Nell’Oltrepò Pavese si produce ancora oggi dell’ottimo vino, in particolare Pinot Nero, Croatina, Barbera e Riesling.

Il progetto del ponte fu affidato all’ingegnere svizzero Jules Röthlisberger, che qualche anno prima aveva progettato un altro ponte in Italia, il Ponte San Michele sull’Adda (anche chiamato ponte Röthlisberger), una rinomata opera di archeologia industriale. L’inaugurazione dell’opera avvenne il 7 luglio del 1912 alla presenza di Vittorio Emanuele di Savoia, cugino di re Vittorio Emanuele III.

Il ponte subì gravi danni durante la Seconda guerra mondiale a causa dei bombardamenti, ma fu subito ricostruito tale e quale e ancora oggi resta il Ponte della Becca dei primi del Novecento.

Negli ultimi anni, sono stati riscontrati più volte dei cedimenti, che hanno obbligato le autorità a limitare il transito dei mezzi sul ponte. Infatti, sono state installate delle barriere limitatrici di larghezza fatte di cemento con sbarre che impediscono il transito al traffico pesante.

Anche senza sapere nulla quando s’imbocca il Ponte della Becca sembra di entrare nella Tour Eiffel: la sua struttura tubolare con la travatura reticolare, nata dalla necessità di impiegare strutture sempre più leggere per superare lunghezze sempre più grandi, è proprio quella della cugina francese.

Una gita nell’Oltrepò Pavese

Chi avesse in mente di organizzare una gita fuori porta nella zona dell’Oltrepò Pavese non può perdersi questa chicca tutta italiana. Il periodo consigliato per visitare questa zona della bassa Lombardia è in autunno o in primavera, magari percorrendo la bellissima Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese.

Oltre a scavallare, in auto o, meglio ancora, in moto, le dolci colline vitate, si possono visitare le tantissime le cantine della zona, fermarsi in uno dei numerosi agriturismi che spesso offrono anche alloggi in mezzo alla natura.

Ma non solo. Qui è possibile andare in bicicletta costeggiando i campi coltivati e i vigneti a perdita d’occhio, visitare deliziosi borghi e castelli. Tra i più belli c’è Varzi, un borgo bellissimo caratterizzato dalle sue imponenti torri non lontano dal Castello di Oramala, un elegante maniero che nasconde, ancora oggi, strane storie di fantasmi.

Il Castello di Cigognola, invece, che domina il paesaggio dell’Oltrepò Pavese, è un’elegante dimora aristocratica (privata) restaurata e rimaneggiata in stile neogotico che si può visitare e che ospita una famosa cantina dove fare degustazioni e acquistare vini.

Molto bello è infine il piccolo borgo medievale di Zavattarello, dominato dal Castello dal Verme, immerso in una natura incontaminata, dove regnano pace e serenità.

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“Tlaxcala sì esiste”: alla conquista del turismo italiano

È lo Stato più piccolo del Messico, ed è ancora sconosciuto non soltanto in Italia ma anche in Europa: eppure, “Tlaxcala sì esiste” e sa offrire un turismo di qualità con eventi unici e attrazioni di spicco che meritano di essere scoperti e vissuti.

Ed è così che è nato il progetto volto a sorprendere e ad attrarre i turisti italiani, per dar loro modo di vivere in prima persona la bellezza e la vasta gamma di manifestazioni della regione messicana di Tlaxcala, facilmente raggiungibile sia da Città del Messico che da Puebla, rispettivamente a due ore e un’ora di distanza, come ha ricordato Josefina Rodriguez Zamora, segretaria del turismo del governo dello Stato di Tlaxcala.

Alla scoperta dello Stato più sostenibile e sicuro del Messico

Tlaxcala merita davvero di salire alla ribalta e di ottenere l’attenzione del turismo italiano e mondiale: infatti, è lo Stato più sostenibile del Paese, con una purezza dell’aria tale che consente di ammirare il volo notturno delle lucciole, nonché il più sicuro, in quanto i viaggiatori possono muoversi con assoluta tranquillità.

Ma non è tutto. Come specificato da Zamora, vanta un legame speciale con l’Italia con la località Val’Quirico che ricorda la Toscana non soltanto per il nome ma anche per l’architettura ed è motivo di curiosità per i messicani che scelgono così di venire a visitare il Belpaese.

Ancora, plus della piccola regione del Messico sono l’accoglienza, il calore degli abitanti e un’ampia ricettività con ben 5000 stanze di varie tipologie.

E tra i punti di interesse? Il primo luogo da mettere in lista è, appunto, Val’Quirico, piccolo borgo medievale dove acquistare oggetti di artigianato, passeggiare lungo le stradine acciottolate ammirando le facciate in pietra, i murales e i vicoletti, e gustare ottima cucina nei vari ristoranti.

Il Parco Nazionale La Malinche, noto anche come “Matlalcuéyatl”, invece è la meta perfetta per le attività all’aria aperta, alpinismo, trekking e campeggio: ospita la quinta montagna più alta del Messico ed è considerato “un museo a cielo aperto di flora e fauna”.
Qui si trova anche il vulcano spento La Malinche, uno dei più antichi del Paese, parte dei bacini dei fiumi Atoyac e Guadalupe, dalla cui vetta si gode di un panorama difficile da descrivere a parole.

Altre tappe da non perdere sono poi San Pablo del Monte dove vi sono circa 80 laboratori che danno vita a pregiati oggetti in Talavera, la tipica ceramica smaltata caratterizzata dal tono bianco latte uniforme, che mette in risalto le tinte unite del blu, l’area archeologica di Cacaxtla, la città di Tlaxco incastonata tra le montagne con splendidi paesaggi plasmati da ruscelli e cascate, e il Santuario e Basilica di Ocotlán a Tlaxcala  città, complesso architettonico che consta di due edifici: la Cappella di Guadalupe e il Portale dei Pellegrini.

I collegamenti diretti con l’Italia

Italia e Messico sono Paesi amici, uniti anche dallo stesso colore nelle proprie bandiere” ha detto Carlos Eugenio Garcia de Alba Zepeda, l’ambasciatore del Messico in Italia, ricordando anche i voli diretti effettuati da Aeromexico con partenza da Roma e arrivo a Città del Messico e quelli di Neos da Malpensa a Cancun.

L’obiettivo per il 2024 è quello di ospitare 200.000 turisti italiani, superando così la soglia di 180.000, numero stabile da ormai molto tempo e ancora non superato.

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Autunno nel Nord Europa: esperienze uniche e indimenticabili

C’è un periodo dell’anno che è perfetto per un viaggio tra i Paesi del Nord Europa e questo è l’inizio dell’autunno. In questo periodo le giornate lassù sono limpide, lunghe e tiepide.

Prima che sopraggiunga l’inverno, con il gelo e il buio che dura quasi tutto il giorno, è il momento di andare a scoprire quanto sia magico visitare Paesi come Svezia, Finlandia e Norvegia.

Il foliage nelle immense foreste

Già da settembre, le foglie cambiano colore e le mille sfumature di giallo, oro, arancione e rosso tingono infinite distese di boschi. Quello che chiamiamo comunemente “foliage”, in Finlandia è chiamato “Ruska“, un termine che deriva dalla parola Inari Sámi “ruške” e dalla parola North Sámi “ruški”. E l’ufficio del turismo finlandese ha persino raccolto in un sito chiamato Autumn Foliage Live Map la cartina geografica dei luoghi in cui ammirare uno dei fenomeni naturali più suggestivi dell’autunno, dalla Lapponia alla regione dei laghi.

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Fonte: @Julia Kivela

I colori dell’autunno in Finlandia

Per i popoli nordici, questo è il momento perfetto per raccogliere bacche selvatiche, mirtilli rossi, funghi ed erbe direttamente dalla dispensa naturale.

I boschi e le foreste della Lapponia svedese sono pieni di sentieri da percorrere a piedi o con le fatbike, perfette per pedalare su ogni tipo di terreno, magari avvicinandosi alle renne che vivono nelle tenute tra gli alberi. Una di queste si chiama Filipsborg, che il proprietario definisce “arctic mansion”, una dimora del 1800 dove si può anche soggiornare, mentre un’altra si trova sull’isola di Seskarö, raggiungibile da Haparanda, una cittadina al confine tra Svezia e Finlandia, attraversando un ponte, dove ci sono anche molti sentieri attraverso il bosco da percorrere a piedi o in bici.

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Fonte: @Marcus Westerberg

I colori dell’autunno nella Lapponia svedese

In Norvegia, invece, si cammina lungo il magico paesaggio dei fiordi, che la mattina è avvolto nella nebbia e le cui cime tutt’intorno sono già spesso imbiancate dalla prima neve di stagione.

Le prime aurore boreali

Come spesso accade, già a fine agosto, sul Circolo Polare Artico appaiono le prime aurore boreali. I primi fenomeni luminosi tra i più straordinari che si possano osservare nei cieli notturni sono già comparsi nella Lapponia svedese e finlandese. Un’esperienza assolutamente fantastica è quella di osservare il riflesso dell’aurora boreale sulle acque dei fiumi o sul mare, la cosiddetta “doppia aurora“, prima che il ghiaccio e la neve li ricoprano completamente. Tra i luoghi dove è possibile provare questa esperienza ci sono i laghi di Rovaniemi, il villaggio di Babbo Natale, che merita una visita anche se non è ancora Natale.

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Fonte: @Nordic Safaris

La doppia aurora boreale ad Haparanda-Tornio, tra Svezia e Finlandia

Un’altra è sicuramente quella di alloggiare direttamente in una struttura progettata per l’avvistamento dell’aurora boreale. Visto che il fenomeno è notturno, cosa c’è di meglio che starsene sdraiati sul letto al calduccio e osservare la danza degli dèi? Tra gli alloggi più caratteristici ci sono gli igloo, con ampie vetrate o soffitti trasparenti: ce ne sono tantissimi in tutto il Nord Europa specie immersi nel bel mezzo natura e lontani da ogni sorta di inquinamento luminoso.

Prima che tutto ghiacci

Nel Nord della Norvegia, l’autunno è il periodo ideale per ammirare balene, megattere e orche. L’esperienza più affascinante si fa a bordo di uno dei tanti traghetti che ogni giorno costeggia il Paese scandinavo. Tra i luoghi migliori dove fare whale watching, c’è l’arcipelago di Vesterali, sopra il Circolo Polare Artico, l’isola di Senja, la seconda più grande della Norvegia, situata lungo la costa della contea di Troms og Finnmark e nella vicina città di Alta, anche detta la città dell’aurora boreale, e persino a Tromsø, la più grande città della Norvegia settentrionale.

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Fonte: 123rf

Autunno sull’isola di Senja in Norvegia

Solo per tre-quattro settimane tra settembre e ottobre e solo nelle acque del fiume Kalix, in Svezia, si pesca il coregone bianco, da cui si estrae il caviale rosso prodotto dalle uova, chiamato “löjrom”, la materia prima più esclusiva della Lapponia svedese per cui l’omonima cittadina di Kalix è famosa. Questa zona del Golfo di Botnia è il più grande arcipelago di acque salmastre al mondo, dove l’acqua dolce dei grandi fiumi sfocia nel mare ed essendoci poca evaporazione si abbassa la salinità. Oltre al lato gastronomico, si può prendere parte a una battuta di pesca del caviale “löjrom” o visitare una delle fabbriche di pesce dove s’impara a spremere le uova e a preparare il proprio caviale.

Sia sul fiume sia sul mare, in autunno si possono ancora fare tour in kayak o in battello, ma anche provare a fare river floating, galleggiando di sera indossando speciali tute sperando di vedere l’aurora boreale sopra la testa.

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Fonte: @Michael Törnkvist – Explore the North

In kayak sul fiume nella Lapponia svedese

Nell’arcipelago di Haparanda, una parte del quale è parco nazionale, si possono fare anche safari per avvistare le foche, mentre a un quarto d’ora d’auto, a Kukkola, un antico villaggio affacciato sulle rapide del fiume Torne, con case di pescatori, vecchi mulini ad acqua e persino un piccolo museo della pesca, si può fare river rafting a bordo di una zattera oltre che su un gommone.

Tutte queste attività si possono fare in autunno, prima che ogni cosa venga coperta da uno spesso strato di ghiaccio che dura fino a primavera.

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Fonte: @Kukkolaforsen

La pesca lungo il fiume Torne nel villaggio svedese di Kukkola

Esperienze autentiche nel Nord Europa

Una delle esperienze più incredibili che si possono fare in questo periodo in Norvegia è lo “storm watching“. I primi temporali, da queste parti, posso essere anche di forte intensità. E in molte zone del Paese sono state adibite alcune “cabin” in cui rifugiarsi e da dove potere ammirare, in tutta tranquillità, le forze di madre natura. Se ne trovano a Bremanger, sul Mare del Nord, ma se si vuole provare il brivido di un forte temporale nordico bisogna trascorrere una notte in un faro, come quello di Kråkenes, in cima a un promontorio di roccia.

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Fonte: @Mikael Törnkvist – Explore the North

Passeggiare con gli husky in Svezia prima che arrivi l’inverno

Poco più a Nord di Haparanda, sul monte Luppioberget, nei pressi del paesino di Övertorneå, sempre sul confine Svezia-Finlandia, si può provare una husky walk, prendendo parte di persona all’allenamento dei cani husky che vengono preparati per la stagione invernale.

Per chi preferisce le attività più rilassanti e meno adrenaliniche, in autunno, sulle isole del Lago Saimaa, in Finlandia, si può fare yoga a riva o sulle rocce che costeggiano l’immenso specchio di acqua, immersi tra i colori autunnali, godendo degli ultimi e tiepidi raggi di sole e fare una carica di pura energia.

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Fonte: @Eeva Makinen – Visit Finland

Yoga in riva al lago in Finlandia
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In Europa esiste una strada da brivido che attraversa il foliage

Poche cose sanno emozionare come un viaggio on the road. Il senso di libertà, i paesaggi che cambiano e si susseguono a ogni chilometro percorso, le playlist ascoltate ad alto volume e le soste panoramiche per contemplare la grande bellezza: questi sono solo alcuni dei motivi che spingono ogni giorno gli avventurieri a mettersi in cammino, tra pause e deviazioni, per esplorare anche gli angoli più remoti.

Sono tante le strade che si prestano a questa straordinaria avventura. Alcune sono così famose da essersi trasformate in vere e proprie attrazioni turistiche, altre percorrono luoghi che sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità. E poi ci sono quelle che attraversano le campagne e le montagne, che percorrono le coste che si tuffano in mare, quelle pianeggianti e quelle che si snodano tra curve e altezze mozzafiato.

Ed è proprio una strada che leva il fiato che oggi vogliamo percorrere insieme a voi. Un sentiero delle meraviglie, annoverato tra i più belli d’Europa, che è un invito a scoprire le bellezze del territorio che cambiano e si trasformano con l’alternarsi delle stagioni. Ci troviamo in Romania, è qui che esiste una strada da brivido che attraversa il foliage. Allacciate le cinture: si parte!

La strada più bella d’Europa

L’arrivo dell’autunno ci spinge a organizzare nuovi e incredibili viaggi. È questo il momento perfetto per andare alla scoperta di città, borghi e Paesi che durante questa stagione si tingono di magia. La natura, infatti, porta in scena il suo ultimo spettacolo, quello fatto di colori che infiammano le strade, i quartieri e i paesaggi. Le foglie danzano nel vento e la terra ci regala nuovi frutti.

I luoghi da raggiungere e da esplorare in questo periodo sono tantissimi, ma se è un’esperienza di immersione nell’autunno che volete vivere, allora non vi resta che scaldare i motori e raggiungere in auto la Romania. Qui, infatti, esiste quella che è considerata una delle più belle strade d’Europa, stiamo parlando della Transfagarasan.

Un dedalo di sentieri asfaltati che che taglia a metà la catena dei Carpazi, che attraversa parchi e riserve naturali fino a raggiungere il lago glaciale Balea. Una strada da brivido che, durante l’autunno, permette di fare un viaggio on the road nel foliage.

Transfagarasan, la strada che permette di attraversare il foliage

Fonte: iStock

Transfagarasan, la strada che permette di attraversare il foliage

Attraversare il foliage in auto: succede in Romania

Sono 152, in totale, i chilometri da percorrere per chi vuole lanciarsi in questa impresa, quella di attraversare una delle strade più belle d’Europa. Un percorso unico e straordinario, dove l’occhio e la mente sono rapiti dai colori delle montagne, riservato solo agli avventurieri più indomiti.

Transfagarasan, infatti, è una strada tutt’altro che facile. In alcuni punti arriva a raggiungere i 2.000 metri di altitudine e non mancano tornanti, strade strette e dislivelli ripidi. Inoltre, il percorso, è esposto in alcuni suoi tratti a venti molto forti e a intemperie, motivo per cui durante l’inverno viene chiuso.

Il percorso on the road, che si configura come un’impresa epica, parte dalla città di Bascov e termina a Cartisoara. La strada, che attraversai Carpazi tra gallerie, viadotti e tornanti, permette di ammirare visioni spettacolari: a nord è possibile ammirare paesaggi aridi, quasi drammatici, mentre a sud si aprono vallate sterminate e foreste rigogliose.

La Transfagarasan, come abbiamo accennato, è aperta solo 4 mesi all’anno a causa delle condizioni climatiche che possono influire sulla guida. Il consiglio è quello di raggiungerla tra fine settembre e inizio ottobre per ammirare i colori dell’autunno che tingono i Carpazi.

Non vi resta che scaldare i motori e allacciare le cinture: la strada che attraversa il foliage vi aspetta.

Attraversare il foliage percorrendo la strada più bella d'Europa

Fonte: iStock

Attraversare il foliage percorrendo la strada più bella d’Europa
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Cambiamento climatico e sci: uno studio svela i possibili scenari

I cambiamenti climatici in atto rappresentano sempre di più una sfida per le stazioni sciistiche europee, nonostante ricorrano all’innevamento artificiale, che di contro genera problemi di consumo di acqua ed energia. È ciò che emerso da uno studio che ha preso in esame 2.234 località in 28 Paesi, tra cui anche l’Italia.

Il recente studio ha ipotizzato due scenari: il primo prevede un aumento delle temperature medie di 2 gradi, il secondo un aumento di 4 gradi. Ciò che è venuto alla luce, è che in tutte le regioni montuose d’Europa i futuri cambiamenti climatici porteranno a un peggioramento delle condizioni della neve rispetto ai decenni precedenti, anche se questo varierà da regione a regione e all’interno delle stesse.

L’innevamento artificiale non basta

Senza l’uso dell’innevamento artificiale, risulta che il 53% dei resort si troverebbe ad affrontare un rischio “molto elevato” di carenza di neve se l’aumento della temperatura fosse di 2°C. Con un aumento di 4°C, quasi tutte le località (98%) si troverebbero in questa situazione. Ricorrendo alla produzione di neve artificiale, la percentuale di località a rischio scenderebbe al 27% (aumento di 2°C) e al 71% (4°C). Tuttavia, l’innevamento artificiale ha “scarso effetto” nelle aree a bassa quota o troppo a sud, dove le temperature sono troppo elevate per produrre neve in modo efficiente.

Lo studio, curato, tra gli altri, da Samuel Morin, ricercatore di fisica della neve, sottolinea anche che l’innevamento stesso può contribuire all’accelerazione del cambiamento climatico a causa dell’elevata domanda di energia che genera. Inoltre, aumenta la domanda di acqua. In definitiva, il messaggio principale dello studio “è che, sì, la produzione di neve può accompagnare l’adattamento delle stazioni di sport invernali e avere un effetto diretto sulla capacità operativa delle aree sciistiche. Ma questa soluzione non è generica, non è una soluzione miracolosa che può essere applicata sistematicamente ovunque“, spiega l’autore principale dell’indagine, il ricercatore di Grenoble Hugues François.

Stando a quanto rivela la ricerca, la cosa più importante da tenere in considerazione è l’eterogeneità dei casi, anche all’interno della stessa catena montuosa. La sfida è quella di orientarsi verso politiche più mirate. Metà delle stazioni sciistiche del mondo si trovano in Europa, dove generano un fatturato annuo di oltre 30 miliardi di euro e rappresentano una grande ricchezza per le economie locali. Tuttavia, secondo Nature Climate Change, rappresentano solo il 3% delle entrate dirette del turismo nel Vecchio Continente.

La situazione degli impianti sciistici in Italia

Anche in Italia, la mancanza di neve risulta più grave e frequente oggi rispetto al passato, condizionando notevolmente il turismo invernale, tra i settori dell’economia più sensibili ai cambiamenti climatici. Oltre a quello appena citato, diversi studi negli ultimi anni hanno cercato di capire quale sarà lo scenario degli impianti sciistici nei prossimi decenni. Le conclusioni sono tutte molto simili: la neve cadrà a partire da quote sempre più alte e gli impianti di risalita dovranno trovare alternative alle piste da sci per sopravvivere.

Un recente studio condotto dalla Banca d’Italia ha evidenziato una relazione significativa tra le nevicate e i flussi turistici invernali, che si ripercuote anche sula vendita di skipass e sui pernottamenti nelle località alpine italiane, a prescindere dalla regione o dalla tipologia di strutture. Inoltre, è emerso che appassionati di sci e turisti calano nonostante l’innevamento artificiale di cui le località alpine fanno un uso sempre più massiccio.

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Il pittoresco villaggio in Alsazia dove il tempo si è fermato

L’Alsazia, una delle regioni più piccole della Francia, sembra uscita direttamente da un libro di favole.

Situata nel nord-est della Francia, al confine con la Germania e la Svizzera, è un crocevia di culture che testimoniano l’influenza franco-tedesca che ha plasmato il suo carattere distintivo. Esplorare l’Alsazia è un vero piacere per gli occhi e per il cuore, con i suoi paesaggi pittoreschi, i borghi medievali ben conservati e i prelibati vini locali.

Nel cuore di questo territorio si trova Turckheim, un piccolo villaggio incantevole, noto per i suoi vigneti rigogliosi che producono alcuni dei vini bianchi più rinomati al mondo. Con il suo patrimonio storico e i paesaggi pittoreschi, questo piccolo villaggio offre un’esperienza autentica e indimenticabile del fascino alsaziano.

La magia di Turckheim: un viaggio nel cuore dell’Alsazia

Turckheim, Alsazia

Fonte: iStock

Turckheim, Alsazia

Turckheim è un paese che conserva tutto il fascino dei borghi alsaziani tradizionali, ma che si distingue per alcune peculiarità uniche che ne fanno una tappa obbligatoria nel tuo itinerario.

Questa è l’unica località in cui le viti crescono in montagna, in collina e in pianura, una condizione ideale per la produzione di numerosi vini d’eccellenza.

Arrivando al borgo, sarai accolto dalla maestosità della Porte de France, un’imponente torre che faceva parte delle antiche mura medievali della città. Questa imponente struttura, con i suoi dettagli architettonici ben conservati e la pietra grigia che la caratterizza, narra in modo vivido la ricca storia di Turckheim. Una volta attraversata, ti ritroverai immerso in un’atmosfera magica e suggestiva. Percorrendo le stradine acciottolate, sarete accompagnati dalle tipiche case a graticcio, botteghe artigianali, fontane d’epoca e piazzette vivaci.

Un’attrazione imperdibile è senza dubbio la Ronda del Guardiano di Notte. Questa tradizione secolare, che si interruppe solo nel 1920 con l’introduzione della luce elettrica, è stata mantenuta per mantenere vivo un importante rituale del passato.

Nel Medioevo, infatti, era una figura essenziale per la sicurezza della città. Il suo compito era di pattugliare le strade dopo il tramonto, assicurandosi che tutto fosse tranquillo e sicuro. Questa consuetudine viene rievocata nel periodo da maggio a ottobre, ogni venerdì e sabato sera.

Vestito con un costume d’epoca, il guardiano percorre con la sua lanterna le stradine della città. Durante le ronde, annuncia l’ora in alsaziano e condivide interessanti aneddoti sulla storia del villaggio, creando un’atmosfera fiabesca e coinvolgente.

Un viaggio sensoriale alla Cave de Turckheim

Per concludere questo straordinario viaggio, una tappa obbligata è senza dubbio la Cave de Turckheim. Questa cantina di fama mondiale è un vero gioiello nel cuore dell’Alsazia, una straordinaria opportunità di immergersi nei sapori e nelle tradizioni vinicole della regione.

Qui è possibile degustare una varietà di vini pregiati, molti dei quali sono prodotti con uve coltivate localmente, tra cui il Gewurztraminer, Pinot Blanc, Pinot Gris e Moscato, noti per i loro aromi distintivi e la loro eccellente qualità. Inoltre, la cantina produce una serie di vini Grand Cru, che rappresentano il meglio della produzione enologica alsaziana.

I visitatori possono anche partecipare a tour guidati della cantina, durante i quali avranno modo di conoscere di più sul processo di vinificazione e sulla storia del vino, un’occasione unica per scoprire i segreti della produzione e per assaporare alcuni dei migliori vini locali.

Turckheim

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Tradizionali case a graticcio di Turckheim, Alsazia
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In Albania esiste una città-museo che è un vero incanto

Esiste un luogo dove il tempo sembra essersi fermato, dove tutto è immerso in un’atmosfera suggestiva ed evocativa che sembra trasportare in un paesaggio degno delle più belle favole della buonanotte. Complice anche quel castello che domina il territorio e che è il più grande di tutto il Paese.

Questo luogo si trova in Albania, una delle destinazioni più apprezzate degli ultimi anni dai viaggiatori italiani e internazionali. Il territorio, infatti, è diventato meta prediletta delle vacanze estive per quel paesaggio marino fatto di acque cristalline, spiagge sabbiose, cale segrete e scogliere.

Eppure è all’ombra dei luoghi più frequentati dal turismo che si nasconde il segreto meglio protetto del Paese. Stiamo parlando di Argirocastro, una città-museo dichiarata Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’Unesco che vi farà innamorare. Pronti a partire?

Argirocastro, come in una fiaba

Situata nel sud dell’Albania, e abbarbicata al lato orientale della Montagna Larga, Argirocastro è un vero gioiello. Un museo a cielo aperto dove il passato vive e sopravvive in tutte quelle testimonianze visibili che rendono la città un unicum in tutto il Paese.

Immenso è il suo patrimonio, riconosciuto anche dall’Unesco, e suggestive sono le sue strade acciottolate, quelle che conducono direttamente al castello che domina sull’intera città. È proprio intorno all’iconica fortezza, diventata il simbolo del territorio, che si snoda la sua storia.

Dopo la nascita del castello di Argirocastro è stata costruita, intorno alla metà del 1300, la cittadella fortificata che ha preso il suo nome. Secoli dopo, con la conquista della città da parte delle truppe ottomane, vennero costruite le caratteristiche case che oggi contraddistinguono il paesaggio della città.

Le dimore con i tetti in pietra, che hanno fatto guadagnare ad Argirocastro gli appellativi di Città di Pietra e Città d’Argento (per il caratteristico riflesso che assume la pietra bagnata quando brilla al sole), assomigliano a piccole fortezze che si affacciano sulle strade acciottolate che si intrecciano e conducono al Bazar, il cuore pulsante della città vecchia dove la cultura turca si incontra con quella albanese e il passato convive perfettamente col presente. Una tappa doverosa la merita anche la Moschea del quartiere la cui costruzione risale al 1557.

Il castello di Argirocastro

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Il castello di Argirocastro

La città-museo che incanta

Le cose da fare e da vedere in questo gioiello incastonato tra le montagne sono tante e diverse. Eppure basta una semplice passeggiata tra le case e le strade caratteristiche, pregne di storia e di suggestione,  per vivere un’esperienza incredibile che sembra trasportare in un’altra dimensione.

Una delle tappe imprescindibili per chi visita Argirocastro è ovviamente il suo castello, dove la storia della città ha avuto origine. La fortezza, che è la più grande di tutta l’Albania, è aperta al pubblico e ospita il Museo delle Armi dal 1970. L’edificio, inoltre, è stato scelto più volte negli anni come palcoscenico della kermesse nazionale della Musica Folcloristica.

Se il fascino delle dimore in pietra non vi ha lasciato immuni, allora il consiglio è quello di visitare Casa Zekate, una delle più antiche costruzioni della città nonché il più grande esempio dell’architettura in stile ottomano ad Argirocastro. La posizione privilegiata della casa, situata nel quartiere Palorto, vi permetterà di godere di una vista unica. Con un solo sguardo potrete abbracciare il suggestivo panorama della città.

Imperdibile meta, per gli amanti della letteratura internazionale, è la casa del famoso scrittore Ismail Kadare a Sokaku i të Marrëve. Ovviamente, imperdibile, è il bazar della città: il cuore pulsante di Argirocastro che vi permetterà di entrare in contatto con le tradizioni e con la cultura più autentica del territorio.

Centro storico di Argirocastro

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Centro storico di Argirocastro
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La gemma segreta del Mar Tirreno a pochi chilometri da Roma

Esiste un luogo, non lontano da Roma, dove il tempo sembra essersi fermato. Una gemma segreta e incastonata nel Mar Tirreno dove la natura, da anni, regna sovrana. Si tratta di Zannone, un lembo di terra che misura una superficie di 102 ettari, e che vanta 6 chilometri di coste, che dista dal porto di Ponza poco più di 5 miglia.

L’isola, bellissima e proibita, può essere raggiunta e circumnavigata solo con i mezzi propri o prendendo parte alle escursioni in barca che vengono organizzate durante l’estate. Completamente disabitata, e con un passato promiscuo e tragico, oggi Zannone rappresenta davvero un unicum della macchia mediterranea.

L’assenza totale della presenza dell’uomo, infatti, ha favorito lo sviluppo di esemplari floristici e caratteristici del clima mediterraneo. Un habitat prolifero che ha trasformato l’isola nella casa di numerose specie di fauna, nonché in un piccolo microcosmo delle meraviglie solitario e sconosciuto ai più.

Una gemma segreta con un passato da dimenticare

Il fascino indiscusso di Zannone, con quel patrimonio naturalistico dalla bellezza immensa, ha suscitato con gli anni l’interesse degli avventurieri. Ma non è quello l’unico motivo a incuriosire ancora oggi i viaggiatori. Negli anni ’70, infatti, l’isola apparteneva al Marchese Camillo II Casati Stampa di Soncino e a sua moglie Anna Fallarino. I due avevano trasformato Zannone nella loro dimora, costruendo una villa i cui resti sono ancora ben visibili in cima alla collina che domina l’isola.

Si narra che i due fossero soliti organizzare feste promiscue con la complicità della privacy che garantiva questo lembo di terra che assunse, velocemente, l’appellativo di isola a luci rosse. Ma la loro storia è ricordata per un epilogo tutt’altro che felice. Scoperto il tradimento di sua moglie, il marchese ha sparato ad Anna Fallarino e al suo amante, prima di togliersi la vita. Da quel momento in poi, Zannone, è rimasta disabitata e dal 1979 è diventata parte del Parco Nazionale del Circeo trasformandosi così da terra del peccato in un paradiso terrestre.

Come visitare Zannone

L’isola è raggiungibile solo ed esclusivamente via mare, con un mezzo proprio o con un tour organizzato da Ponza con sbarco all’Approdo del Varo. Oltre ai resti della villa del Marchese Camillo II Casati Stampa di Soncino, è possibile ammirare anche quello che resta di un antico monastero circense e si una peschiera romana ricavata nella roccia situata nei pressi dell’approdo.

Dall’attracco si snoda un sentiero che attraversa la natura rigogliosa e lussureggiante di Zannone e che permette di percorrere un fiabesco bosco di lecci che conduce verso alcuni punti di osservazione. Da qui è possibile contemplare il meraviglioso panorama che si snoda tutto intorno, tra cui anche le sagome delle isole di Ponza e Palmarola. Il consiglio è quello di aguzzare bene la vista durante la passeggiata: è possibile anche incontrare i mufloni che hanno dell’isola la propria casa.

Zannone non ospita spiagge di sabbia, ma solo pareti di roccia che si tuffano nel mare. Circumnavigando l’isola in barca, però, è possibile andare alla scoperta di alcuni punti di interesse naturalistici come lo Scoglio del Monaco e Cala delle Grottelle. Una sosta qui è d’obbligo, non solo per contemplare il paesaggio incontaminato, ma anche per nuotare tra le acque cristalline.

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Alla scoperta dei canali di Amsterdam con una crociera

Se sei diretto verso la splendida “Venezia del Nord” saprai che ad Amsterdam ci sono più di 165 canali che attraversano la città, per circa 100 chilometri! Quasi tutti furono scavati nel XVII secolo, il Secolo D’oro, per esigenze commerciali e di trasporto, e da allora caratterizzano questa città rendendola unica al mondo per i romantici paesaggi sull’acqua che ricordano la nostra amata Venezia.

Con un giro in barca sui canali di Amsterdam puoi goderti la città da un punto di vista completamente diverso, navigare sotto ai ponti storici e scorgere gli angoli più belli e le principali attrazioni.

Molto probabilmente ti starai chiedendo come fare a scegliere tra i canali più belli di Amsterdam quelli da visitare assolutamente. Niente paura, se vuoi fare una crociera sui canali di Amsterdam in questo articolo ti aiuteremo a decidere noi. Buona lettura!

Crociera sui principali canali di Amsterdam

I canali più importanti di Amsterdam sono principalmente quattro.  I primi tre, l’Herengracht, o Canale dei Signori, il Keizersgracht, o Canale dell’Imperatore, il Prinsengracht, o Canale del Principe, compongono la famosa Cintura dei Canali, la Grachtengordel, che nel 2010 per la sua unicità è stata dichiarata Patrimonio dell’Unesco.

Man mano che ci si avvicina al centro si incontra il quarto canale principale, il Singel, o Canale dei Gentiluomini. E’ il più antico della città e il più interno, e fiancheggia la stazione centrale.

Si forma così un ventaglio di canali che abbraccia il centro, creando una vera e propria città sull’acqua collegata dai numerosi ponti caratteristici, assolutamente da visitare in battello insieme al pittoresco paesaggio dalle case in mattoni colorati. Con una crociera sull’anello principale dei canali di Amsterdam troverai molti luoghi storici e iconici della città, ma anche le famose case galleggianti, le Houseboats, e i musei.

Potrai ammirare quasi tutto quello che Amsterdam ha da offrire: lungo le rive del Prinsengracht troverai la casa di Anna Frank, l’Herengracht si snoda tra gli eleganti edifici patrizi come la Casa Bartolotti, mentre sul canale Singel troverai l’unico mercato di fiori galleggiante al mondo, il Bloemenmarket, e il Waterlooplein Market, il mercato delle pulci cittadino.

Con una semplice crociera ad Amsterdam potrai vedere tutto questo e altro ancora; su un’imbarcazione classica partecipando a un tour organizzato puoi anche degustare i sapori del tipico formaggio olandese e dei vini locali, e trascorrere un’ora nel comfort totale con il commento informativo dello skipper.

I punti d’incontro dove imbarcarsi per le crociere sono numerosi, dalla Stazione Centrale alla Stromma Central Station, e le crociere sono disponibili tutti i giorni dalla mattina alla sera con diverse compagnie di navigazione. I prezzi sono tutti accessibili e variano a seconda delle opzioni scelte.

Crociera Amsterdam Noord

Se vuoi esplorare il quartiere più a nord della città puoi partecipare a una crociera nel quartiere di Amsterdam Noord attraverso il canale IJ. Imbarcandoti presso la Stromma Central Station potrai fare un tour, passando per il centro città e dirigendoti poi verso Amsterdam Noord.

Qui troverai la parte artistica e architettonica più all’avanguardia della città, con lo STRAAT Museum, il Museo Nxt e altro ancora. E’ un tour consigliato per chi ha già visitato Amsterdam e vuole conoscerla in maniera ancora più approfondita, nei dettagli.

Crociera sui canali di Amsterdam di sera

La luce del giorno non è l’unica opzione per un tour in barca sui canali di Amsterdam. Puoi girare la città in battello anche dal tramonto in poi, sorseggiando un aperitivo oppure cenando, vedrai davanti a te la città che man mano si tinge di arancione, e inizia ad accendersi con le prime luci della sera.

Partecipando a una crociera di sera scoprirai che navigare tra la bellezza dei ponti e delle case sul canale sotto il cielo stellato è un’esperienza indimenticabile, da non perdere se ti trovi ad Amsterdam.

Puoi prenotare qui la tua crociera notturna, ti basterà raggiungere la banchina d’imbarco e potrai trascorrere un’ora e mezza in barca, con il supporto di un commento informativo a bordo da ascoltare con gli auricolari offerti nel servizio.

Con una crociera sui canali di Amsterdam il viaggio nella città che galleggia sarà ancora più speciale. Potrai vivere un’esperienza unica al mondo, scendere  dalle imbarcazioni per vedere i luoghi di maggior interesse e risalire per proseguire il viaggio, e se vuoi potrai muoverti con i numerosi traghetti che si spostano da una parte all’altra della città gratuitamente.

Anche con i tour hop-on-hop off potrai salire e scendere quando vuoi dal battello o dall’autobus, grazie alle 10 fermate situate lungo la città, e girare liberamente a piedi o in barca. Puoi prenotarli online anche con poco anticipo. Un regalo che solo questa città ti può offrire!

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Tiberina: l’isola al centro della Capitale

Non è di certo una novità: Roma è una città eccezionale, un turbinio di emozioni e un insieme di ricchezze storiche e culturali uniche al mondo. Tutti conoscono l’imponenza del Colosseo, la leggiadria di Piazza di Spagna e la maestosità della Fontana di Trevi, ma in molti non sanno, forse, che al centro della Capitale sorge un’isola, che prende il nome di Tiberina.

Isola Tiberina: dove si trova

L’Isola Tiberina si trova presso il centro storico di Roma, nelle vicinanze del rione Trastevere, ed l’unica isola urbana del Tevere: è collegata alle due rive del fiume dal Ponte Cestio e dal Ponte Fabricio. Il primo risale al 46 a. C. e conduce il viaggiatore verso il Ghetto, un altro angolo cittadino altamente sorprendente, mentre il secondo è stato edificato nel 62 a. C. ed è anche chiamano Ponte Quattro Capi.

Lunga circa 300 metri e larga più o meno 90, è l’isola abitata più piccola del mondo. Si tratta perciò di un luogo davvero speciale, anche perché conserva testimonianze di tutte le epoche della storia capitolina: dai ponti di età romana alle chiese rinascimentali (ma questo non è tutto).

L’origine dell’isola

La storia dell’origine dell’Isola Tiberina è assai interessante in quanto legata a diverse leggende. Una di queste narra che, nel 509 a.C., quando venne spodestato l’ultimo re di Roma, Lucio Tarquinio Superbo, il popolo decise di gettare nel Tevere il suo enorme deposito di grano, in segno di disprezzo verso lo stesso. Pare che il grano lanciato fu tantissimo, una quantità così abbondante che diede vita a questa isoletta.

Tiberina, l'isola di roma

Fonte: iStock

Veduta dell’Isola Tiberina

Secondo altre leggende, invece, l’origine dell’isola sarebbe ancor più particolare: nel 291 a.C. Roma venne colpita da una terribile pestilenza che portò alla morte di un numero indefinito di persone. I sacerdoti dell’epoca decisero quindi di consultare i libri sibillini ed inviare una delegazione ad Epidauro, luogo di culto del dio della medicina Esculapio, in Grecia.

Una volta fatto, gli ambasciatori tornarono nella Capitale portando sulla nave un serpente, animale assai caro al dio. Fu così che, nel pressi dell’isola Tiberina, il serpente fece un grande salto per poi rifugiarsi in un punto preciso dell’isola, dove fu in seguito innalzato un tempio dedicato ad Esculapio.

Si racconta poi che la peste svanì miracolosamente, proprio a seguito della costruzione del tempio. A ricordo di questo evento miracoloso, l’isola stessa fu sistemata architettonicamente come una nave con poppa e prua, e nel mezzo un obelisco che fungeva da albero maestro. Due frammenti di tale obelisco sono oggi conservati nel Museo Nazionale di Napoli, mentre un terzo è protetto a Monaco.

Fu per questo che l’isola Tiberina divenne un punto di riferimento per tutti i malati di Roma, che venivano da queste parti per essere guariti miracolosamente dal dio Esculapio. Vi basti pensare che i nobili romani iniziarono a lasciare proprio su questa minuta terra gli schiavi malati: lo scopo era non dover pagare loro cibo e cure mediche. Fu l’imperatore Claudio che mise fine a questa usanza, stabilendo che qualsiasi schiavo che fosse guarito qui sarebbe diventato automaticamente un uomo libero.

Quel che oggi è certo è che l’Isola Tiberina ha come elemento geologico di base un banco di tufo, non troppo diverso da quello del vicino colle Capitolino. Su di esso, nel corso del tempo, si sono poi sedimentate le sabbie portate dalla corrente del Tevere.

Cosa visitare

Come accennavamo in precedenza, in un tempo molto lontano su quest’isola sorgeva il Tempio di Esculapio. Al suo posto, oggi, c’è la Chiesa di San Bartolomeo che conserva un campanile romanico del XII secolo e una colonna scavata e utilizzata come vera da pozzo.

Chiesa di San Bartolomeo, Isola Tiberina

Fonte: iStock – Ph: Photo Beto

La Chiesa di San Bartolomeo

Al suo interno è possibile ammirare diversi monumenti e scoprire alcune curiosità. Primo fra tutte il pozzo dove è riportata un’antica dicitura in latino che vuol dire: “Lasciate venire alla fonte chi ha sete e trarvi un sorso di salute”. Secondo la leggenda, il pozzo è stato costruito nel punto esatto in cui sgorgava la fonte sacra del dio Esculapio.

Molto interessante è anche la palla di cannone murata in una parete del palazzo. La sua storia risale all’epoca dell’assedio francese di Roma, ovvero il 1849. Si racconta che, quando la chiesa venne colpita da questa palla di cannone, al suo interno c’erano tantissimi fedeli che stavano pregando. Tuttavia, la struttura non subì chissà quali danni, ma soprattutto nessuno rimase ferito o ucciso da questo brutale attacco.

Alla sinistra delle chiesa sorge invece il monastero francescano che è stato poi trasformato in ospizio per gli ebrei anziani e poveri del vicino Ghetto.

Vele la pena dare uno sguardo anche al Ponte Fabricio, il più antico di Roma ancora in funzione che sostituì, probabilmente, uno preesistente in legno. Di 62 metri di lunghezza e 5 di larghezza, è composto da due grandi arcate che poggiano su un pilone centrale nel quale si apre un piccolo arco, il cui scopo è diminuire la pressione delle acque durante le piene. Molto interessante è anche la torre che fa da testata e che è tutto ciò che rimane di un antico complesso di edifici.

L’Isola Tiberina è anche la sede dell’ospedale Fatebenefratelli che sorge di fronte alla basilica di San Bartolomeo. Sulla sua destra si trova la chiesa di San Giovanni Calibita, edificata sui resti del tempio di Iuppiter Iurarius. Tra le altre cose, qui è presente anche una delle tre sedi romane dell’Ospedale Israelitico che sorge al fianco della basilica di San Bartolomeo.

Infine, nella parte Nord dell’Isola, dal 21 aprile 2022, sono state installate delle stele dedicate a Le Georgiche di Virgilio. Si tratta di tredici vecchi totem (in cemento, ferro e plexiglas) abbandonati da tempo sull’isola e che oggi sono stati ripristinati. Ogni stele, dipinta da Corrado Veneziano, riprende motivi figurativi tipici delle Georgiche legandoli ai versi del poema: tutti tesi al rispetto e alla tutela del territorio e delle sue incredibili diversità.

Ponte Fabricio, Isola Tiberina

Fonte: iStock

L’antico Ponte Fabricio con la sua torre

L’isola del cinema

Un’isola nel bel mezzo della città, una sorta di borgo urbano, un luogo miracoloso, un fazzoletto di terra sacro, un piccolo territorio dalla forma di una nave, un’area da sempre dedita alla salute: tutto questo è l’Isola Tiberina, ma la verità è che non è finita qui.

Questo angolo di Roma, infatti, dal 1995 è anche l’Isola del Cinema, una manifestazione che porta al centro della Capitale il grande cinema italiano e internazionale. Un vero e proprio Salotto Internazionale di Cinema e Cultura che prende vita sul fiume Tevere, l’occasione ideale per seguire anteprime e film inediti e per poi incontrare registi e attori italiani e internazionali.