Categorie
Europa Francia Idee di Viaggio trekking vacanze avventura Viaggi

In Francia puoi percorrere un sentiero dai colori dell’oro

Immersa nel cuore vibrante della Francia, la Provenza è un tesoro di bellezza inesauribile e fascino senza tempo. Con i suoi vigneti rigogliosi e i campi di lavanda che si estendono all’orizzonte, è una terra che incanta l’anima al primo sguardo.

Nel cuore di questa regione magica sorge un incantevole villaggio che sembra uscito da una fiaba: Roussillon. Un borgo avvolto in sfumature colorate, dalla terra bruciata dal sole ai tetti coperti di tegole rosse, dai campi dorati di grano ai filari di cipressi verdi. Qui, le casette di pietra si arrampicano dolcemente sulla collina, creando un mosaico di colori che si trasformano con il passare delle stagioni.

Il nostro viaggio di oggi ci porta sul Sentiero delle Ocre, un percorso che si snoda tra le suggestive cave di ocra, un tempo frequentate da coraggiosi minatori, e che oggi offrono ai visitatori un’esperienza indimenticabile. I vivaci colori, che spaziano dal giallo delicato al rosso intenso, creano un paesaggio assolutamente sorprendente e quasi surreale. Un luogo che, una volta visitato, è difficile da dimenticare.

Alla scoperta di Roussillon: il Sentiero incantato delle Ocre

Sentiero delle Ocre

Fonte: 123RF

Sentiero delle Ocre, Riussillion, Francia

Roussillon, un incantevole villaggio situato nella regione del Luberon in Francia, è riconosciuto come uno dei borghi più affascinanti e pittoreschi del Paese. Le sfumature calde delle rocce che lo circondano sono l’effetto di una ricca abbondanza di pigmenti d’ocra. Questo conferisce a Roussillon un aspetto distintivo e lo rende una destinazione dall’incredibile fascino culturale e artistico.

La leggenda narra che la terra sia diventata rossa a causa del sangue versato dalla bella Sirmonde, la quale, oppressa dal dolore per l’omicidio del suo amante commesso dal marito, si suicidò gettandosi dalle falesie. Questo racconto colora la storia del paese con toni drammatici e romantici. Tuttavia, la realtà dietro il caratteristico colore ocra del paesaggio è più concreta, ma non meno affascinante.

Infatti, questa regione ospitava un tempo la più grande cava d’ocra d’Europa. Quando è stata abbandonata, il tempo, le intemperie e l’erosione atmosferica hanno lavorato insieme per creare un paesaggio straordinario che sembra essere stato modellato dalla mano di uno scultore.

Il Sentiero delle Ocre si snoda tra le rocce vermiglie della Valle delle Fate e le imponenti falesie dei Giganti. Queste formazioni rocciose regalano forme uniche e particolari che catturano l’immaginazione.

Per esplorarle, sono disponibili due percorsi distinti: uno più breve di 30 minuti e un secondo più lungo, di circa un’ora, che conduce all’impressionante Selciato del Gigante. L’esperienza inizia con una scalinata che porta nel cuore di un’antica cava ormai in disuso, dove il rosso delle rocce si fonde con il verde degli alberi in un incredibile spettacolo di colori. Il sito, aperto al pubblico da metà febbraio a dicembre, permette di seguire le tracce naturali della terra, offrendo un accesso unico alla storia geologica del luogo.

Lungo i sentieri, i visitatori troveranno pannelli informativi che illustrano la formazione e l’estrazione dell’ocra, arricchendo la visita con un contesto educativo. Per godere appieno dell’esperienza, si consiglia di programmare la visita nelle ore mattutine o durante l’orario di pranzo, quando il sito è meno affollato.

Il Colorado Provenzale di Rustrel: il maestoso canyon dei camini delle fate

A soli 20 km da Roussillon, immerso nel cuore verde della natura, sorge un altro luogo di meraviglia e fascino incontenibili: Rustrel. Originariamente una cava di ocra, oggi questo luogo è conosciuto come il Colorado Provenzale, un canyon che colpisce per la sua grandiosità. Le sue formazioni rocciose, infatti, ricordano le sagome dei camini delle fate e creano un paesaggio incantevole.

Ogni angolo vibra di un’energia colorata e vivace che avvolge e affascina. Un luogo dove il tempo sembra fermarsi, permettendo ai visitatori di connettersi profondamente con la natura e la sua ineguagliabile bellezza.

A differenza del Sentiero delle Ocre, che offre un percorso ben strutturato e facilmente accessibile a tutti grazie a scalette e passerelle, quest’area naturalistica si esplora attraverso una serie di sentieri escursionistici di varie lunghezze e gradi di difficoltà. Un’esperienza avventurosa e ricca di sfide, che richiede una certa preparazione fisica e un buon senso dell’orientamento. Nonostante questo, la bellezza mozzafiato dei paesaggi di Rustrel rende ogni sforzo assolutamente ripagato.

Colorado Provenzale

Fonte: iStock

Colorado Provenzale, Rustrel, Francia
Categorie
Europa foreste Idee di Viaggio itinerari culturali Spagna vacanza natura Viaggi

La foresta in Spagna che è stata trasformata in un’opera d’arte

Quando pensiamo alla Spagna, la nostra mente ci trasporta immediatamente verso le incantevoli luci di Madrid, l’architettura innovativa di Barcellona e l’atmosfera calorosa e vibrante che pervade ogni angolo di queste città. Immaginiamo il suono delle chitarre di flamenco, i gusti intensi della paella e l’energia pulsante dei mercati all’aperto. Eppure, c’è un altro volto di questa splendida nazione, meno conosciuto ma altrettanto affascinante, che sembra quasi uscito da un libro di fiabe.

Benvenuti nei Paesi Baschi, una regione in cui la bellezza della lussureggiante vegetazione si unisce all’intenso blu del mare, creando paesaggi dalla bellezza mozzafiato. Questo territorio custodisce autentiche meraviglie naturali, con le sue maestose montagne, i fiumi e una miriade di boschi. Tra questi ce n’è uno che si distingue da tutti gli altri: il Bosco di Oma (conosciuto come “Omako Basoa” nella lingua basca). Non un bosco qualunque, ma una vera e propria opera d’arte a cielo aperto.

Nel 1984, infatti, il talentuoso scultore e pittore Augustín Ibarrola lo ha trasformato in un vero e proprio capolavoro artistico. Con uno stile audace e colorato, ha dipinto alberi e rocce, creando un’opera d’arte unica nel suo genere. Oggi, questo luogo incantevole è diventato un museo naturale, in cui l’arte e la natura si fondono armoniosamente.

La magia del Bosco di Oma: un universo di colori

Bosco di Oma

Fonte: IPA

Bosco di Oma, Paesi Baschi, Spagna

Il Bosco di Oma, situato nel quartiere omonimo nel comune di Kortezubi, è il simbolo di come, talvolta, l’arte possa valorizzare e reinterpretare il paesaggio naturale.

Tutto ebbe inizio nel periodo tra il 1982 e il 1985, quando Agustín Ibarrola decise di fondere il suo talento con la natura. Con maestria e creatività, trasformò i tronchi degli alberi in autentiche tele viventi, creando un dialogo silenzioso e potente con il paesaggio circostante. Il risultato fu sorprendente: 47 rappresentazioni uniche, un’esplosione di colori e creatività.

Grande sostenitore della “land art“, un movimento artistico contemporaneo nato negli Stati Uniti negli anni ’60, ha messo in risalto l’importanza di intervenire sulla natura non per alterarla, ma per evidenziarne la bellezza. Invece di creare opere d’arte da esporre in gallerie o musei, si utilizza il paesaggio come una tela bianca, per rendere l’arte accessibile a tutti e rifiutare l’aspetto economico e materiale della creazione artistica.

Sulle superfici degli alberi sono dipinte una serie di immagini che vanno dagli animali alle figure geometriche e umane, fino a rappresentazioni parziali come occhi e labbra. Queste opere non sono immediatamente visibili al primo sguardo. Richiedono, infatti, un’osservazione più attenta e globale, che tenga conto dell’intero perimetro dei tronchi. L’arte di Ibarrola, in questo contesto, è strutturata in modo tale da rivelare il suo pieno significato solo quando si osserva l’ambiente nel suo insieme.

Per aiutare i visitatori a sperimentare questa visione, sono stati posti segni sugli alberi che indicano il punto esatto da cui guardare. Seguendo questi indicatori, è possibile posizionarsi in modo tale da ammirare l’intera scena come l’artista l’ha concepita, scoprendo così la vera essenza del Bosco di Oma: un luogo dove arte e natura si fondono in un coinvolgente e stimolante dialogo visivo.

Il bosco di Oma: divertimento e arte a contatto con la natura

Immerso nella bellezza rigogliosa della Riserva della Biosfera di Urdaibai, a nord-est di Kortezubi, si trova il Bosco di Oma, una meraviglia artistica e naturale senza pari. Questo luogo incantevole è un vero tesoro per coloro che desiderano combinare l’amore per l’arte e l’ambiente in un’unica esperienza.

Qui, la creatività non è confinata alle pareti di un museo, ma vive e respira tra le fronde degli alberi, offrendo un modo affascinante e interattivo di connettersi con il paesaggio. In ogni angolo del bosco, si trovano nuove sorprese che stimolano l’immaginazione e la curiosità, rendendo la visita un’avventura davvero emozionante.

Infine, non potete assolutamente farvi mancare una visita alla grotta di Santimamiñe. Questo sito archeologico, considerato uno dei più importanti della provincia, si trova proprio all’inizio del percorso per il bosco di Oma, è famoso per le sue pitture rupestri, che ritraggono cervi, cavalli e orsi in un affascinante spaccato della vita preistorica.

Queste opere d’arte antiche vantano oltre 14.000 anni di storia e sono state riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO nel 2008.

Bosco di Oma

Fonte: IPA

Bosco di Oma, Paesi Baschi, Spagna
Categorie
capitali europee Chiese Europa Idee di Viaggio Lisbona Portogallo turismo religioso Viaggi

Convento do Carmo, uno dei luoghi più affascinanti di Lisbona

Famoso come ‘la chiesa senza tetto’, il Convento do Carmo è tra i più antichi complessi monastici di Lisbona. Ridotto a un affascinante scheletro di rovine dal terribile terremoto del 1775, non è mai più stato restaurato, sebbene parliamo della più bella e imponente chiesa gotica della capitale portoghese. Le sue arcate slanciate, che oggi sembrano sorreggere il cielo, sono diventate la memoria tangibile di quella tragedia, tanto da trasformare questo luogo ricco di storia in un’attrazione senza eguali.

La storia del Convento do Carmo, ‘la chiesa senza tetto’

La costruzione della chiesa (Igreja do Carmo) risale al 1389 e fu intrapresa grazie alla devozione religiosa del suo fondatore, il Conestabile del Regno, D. Nuno Álvares Pereira. Eretta sulla collina che costeggia il Castelo de São Jorg, rivaleggiava per grandezza e monumentalità con la Cattedrale di Lisbona e il Convento di S. Francisco.

Fin dalla sua origine, questo luogo religioso fu considerato un simbolo della città e della stessa identità nazionale, in quanto associato al nome di uno dei più famosi eroi portoghesi del Medioevo. Scegliendolo come luogo di sepoltura, Nuno Álvares Pereira segnò in modo ancora più decisivo l’intera storia del monumento gotico.

Il Convento do Carmo, di fondamenta gotica, venne sottoposto a varie aggiunte e modifiche nel corso del tempo, adattandosi ai nuovi gusti e stili architettonici e decorativi, così da diventare uno degli edifici più importanti di Lisbona. Nel 1755, il terremoto che scosse violentemente la città causò gravi danni all’edificio, aggravati dal successivo incendio che distrusse la quasi totalità della mobilia.

Poco dopo, nel 1756, iniziò la ricostruzione, definitivamente interrotta nel 1834 a causa dell’estinzione degli Ordini religiosi in Portogallo. Risalgono a questo periodo i pilastri e gli archi delle navate, una autentica testimonianza di architettura neogotica sperimentale di aspetto scenografico.

A metà del XIX secolo, con l’imporsi del gusto romantico per le rovine e gli antichi monumenti medievali, si decise di non proseguire con la ricostruzione dell’edificio, lasciando il corpo delle navate della chiesa a cielo aperto. Si creò così un magico scenario di rovine che tanto incantò gli esteti dell’Ottocento e che ancora oggi incanta chi si ritrova dinanzi a questo incredibile monumento, diventato il memoriale di quel tragico terremoto.

Museu Arqueológico do Carmo

Situato nei pressi del quartiere del Chiado e del quartiere Baixa, praticamente nella zona più centrale di Lisbona, il Convento do Carmo ospita il Museu Arqueológico do Carmo (MAC), a cui si accede in fondo alla navata dove un tempo si trovava l’altare.

Fu fondato nel 1864 dal primo presidente dell’Associazione degli Archeologi Portoghesi, Joaquim Possidónio Narciso da Silva, e fu il primo museo d’arte e archeologia del Paese, nato con l’obiettivo di salvaguardare il patrimonio nazionale, che si stava dilapidando e deteriorando in seguito all’estinzione degli Ordini religiosi e agli innumerevoli danni inflitti durante le invasioni francesi e le guerre liberali.

Nei primi anni della sua esistenza, raccolse una collezione composta da innumerevoli frammenti di architettura e scultura, oltre a monumenti funerari di grande valore, pannelli di tegole, blasoni e molti altri oggetti di interesse storico, artistico e archeologico. Poiché era destinato a essere “un museo vivente”, dove si avesse l’opportunità di conoscere le tecniche architettoniche e artistiche, potè presto contare su una biblioteca, conservata fino a oggi.

Alla fine del XIX secolo, il conte di São Januário donò al museo parte della sua collezione di ceramiche precolombiane e due mummie dello stesso periodo, che costituiscono oggi un unicum nel mondo museale portoghese, rendedolo anche uno dei pochi d’Europa a possedere due mummie nella sua esposizione permanente.

Nel periodo che va dall’ultimo quarto del XIX secolo al terzo quarto del XX, sono entrati a far parte del museo importanti collezioni di archeologia della preistoria e protostoria, provenienti da diversi scavi, tra cui spicca la collezione di Vila Nova de São Pedro Castro ad Azambuja (Calcolitico, 3500-2500 a.C.), che attualmente conta circa un migliaio di reperti.

Riaperto al pubblico nel 2001 – dopo la chiusura durata sette anni, a causa dei danni provocati dai lavori di costruzione dei due tunnel della metropolitana nel sottosuolo della collina del Carmo – il Museu Arqueológico do Carmo è oggi meta di circa 60 mila visitatori all’anno.

Categorie
Europa Idee di Viaggio itinerari culturali Monumenti patrimonio dell'umanità Ungheria Viaggi

Puoi dormire in un palazzo che è Patrimonio dell’Umanità

Raggiungere Budapest, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea. La capitale dell’Ungheria, infatti, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto. Le cose da fare e da vedere sono tantissime: il Ponte delle Catene che collega le due zone urbane divise dal Danubio, la collina del castello raggiungibile in funivia e poi, ancora, la Piazza della Santa Trinità e gli edifici in stile Art Nouveau che incorniciano passeggiate straordinarie.

Queste sono solo alcune delle attrazioni più iconiche che invitano i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo a raggiungere la capitale dell’Ungheria. A queste, poi, si aggiunge un’esperienza davvero incredibile, forse l’unica nel suo genere. A Budapest, e più precisamente nel cuore della città, è possibile dormire all’interno di un palazzo storico che è Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco. Benvenuti al Matild Palace.

C’era una volta un palazzo reale

Imponente, maestoso, opulento: impossibile non notare quel meraviglioso palazzo che si erge al 36 della Vaci Utca proprio nel cuore storico di Budapest. Per scoprire la sua storia dobbiamo fare un passo indietro nel tempo a quando la principessa Maria Clotilde di Sassonia-Coburgo-Gotha, poi Sua Altezza Imperiale e Reale, espresse il desiderio di creare un luogo d’incontro e di ritrovo per l’alta società ungherese.

La storia del Matild Palace, corre in parallelo con quella della città e la racconta ancora oggi. La costruzione iniziò durante il periodo della massima espressione della Belle Époque con l’obiettivo di creare un hotspot dal valore sociale per tutti coloro che accedevano alla parte Pest attraversando il ponte Elisabetta.

Completato nel 1902, l’edificio attirò l’attenzione di tutti in città. La sua cifra stilistica, che abbraccia l’Art Nouveau, divenne in poco tempo inconfondibile. A questa, poi, si aggiungono dettagli magistrali e decorazioni sapienti, rendendolo un vero e proprio palazzo iconico, nonché massima espressione di eleganza urbana.

Matild Palace, dormire all’interno di un Patrimonio Mondiale

Annoverato nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco, il palazzo voluto da Sua Altezza Imperiale e Reale, è stato trasformato in tempi recenti in un hotel, consentendo ai viaggiatori di vivere una delle esperienze più esclusive e incredibili di una vita intera.

Dopo un lungo e sapiente restauro, durato cinque anni, il Matild Palace è stato trasformato in una struttura ricettiva di lusso che oggi ospita 130 camere, di cui 19 suite. Pernottare qui è come fare un viaggio nel tempo che consente di riscoprire una parte della storia della città.

Il Matild Palace è posizionato nel cuore della città, a pochi passi dal Danubio. Addentrandosi negli interni è facile comprendere che non si tratta di un semplice hotel, ma di un vero e proprio cimelio, un museo straordinario e inedito che custodisce la storia di Budapest. Le pareti della lobby, infatti, ospitano le foto storiche della Belle Époque. Nello stesso ambiente, inoltre, campeggia un lussuoso lampadario che un tempo era appartenuto alla principessa.

Le stesse stanze sono un omaggio alla bellezza dei tempi che furono. Soffitti, pareti, complementi d’arredo e oggetti decorativi raccontano la storia della Budapest del XX secolo.

Il fiore all’occhiello della struttura ricettiva è, senz’altro, la Crown Tower Suite posizionata al quinto piano e su tre livelli. Si tratta della prima suite d’hotel del Paese dotata di una torre privata che svetta per 48 metri e che offre una vista mozzafiato sulla città.

Quanto costa dormire nel palazzo reale Patrimonio dell’Umanità? Dipende dal periodo e dalle sistemazioni scelte, ma si parte da una media di 400 euro a notte.

Categorie
Europa Idee di Viaggio Svizzera Viaggi

Spiez, una delle mete più poetiche della Svizzera

La Svizzera, pur non essendo un Paese estremamente esteso, nasconde nel suo territorio tantissimi gioielli, naturali, storici e architettonici, che vale la pena conoscere. Uno di questi è Spiez, una cittadina che colpisce il visitatore per la sue eleganza, la sua storia e la sua atmosfera poetica baciata da una luce che emoziona chiunque.

Dove si trova Spiez

Spiez sorge nel Canton Berna, nella regione dell’Oberland, e si sviluppa tra vigneti e colline, mentre il suo profilo si affaccia sul placido e bellissimo lago di Thun. Si tratta di un piccolo villaggio che vanta una posizione straordinaria, su quella che da molti è ritenuta la baia più bella d’Europa.

Meta ideale in qualsiasi stagione dell’anno per via della vasta gamma di esperienze che offre, è anche un ottimo punto di partenza per esplorare i magnifici dintorni, magari tramite sentieri escursionistici e piste ciclabili, oppure alla volta delle vicine città di Thun e Interlaken.

Cosa aspettarsi

La posizione pittoresca di Spiez da sola vale il viaggio, ma quando il visitatore arriva rimane incantato per la deliziosa atmosfera, arricchita dalla presenza di un castello che pare rubato alla favola più bella che abbiano mai scritto.

Spiez, Svizzera

Fonte: iStock

Veduta di Spiez

Spiez è una realtà che accontenta chi è in cerca del relax più puro, ma anche chi ha voglia di fare esperienze all’aria aperta, compresi gli sport stagionali che qui sono tutti presenti e perfettamente organizzati.

Cosa vedere

Senza ombra di dubbio il simbolo di questo speciale villaggio è il suo antico castello, ma la verità è che si tratta di una struttura così affascinante che merita un paragrafo a parte.

Oltre al maniero, però, ci sono tante piccole ma interessanti cose da vedere, e a partire dal centro storico di origine medievale. A togliere il fiato nel vero senso della parola è la baia di Spiez che, oltre a essere di formazione naturale, funge da porticciolo.

Ciò vuol dire che un’altra delle attività imperdibili di Spiez è salire a bordo di un’imbarcazione per fare il giro di questa magnifica baia che, merito anche del clima più mite rispetto al resto della regione, incanta chiunque (de verificare però in base al meteo e al periodo in cui la si visita).

A disposizione dei visitatori ci sono infatti diversi battelli di linea, fra cui lo storico piroscafo Blümlisalp, che collegano i numerosi punti di interesse che si trovano attorno al lago. Mentre nei mesi più caldi, quindi da maggio a ottobre, c’è lo Spiezer Zügli, un trenino gommato che conduce alla scoperta di questa sontuosa baia.

Una piccola chicca per gli amanti del calcio: nella città di Spiez svetta fiero l’Hotel Belvédère che dal popolo tedesco è particolarmente amato: qui soggiornò la loro nazionale durante il campionato mondiale di calcio del 1954, vinto proprio dalla Germania.

A tal proposito si parla di spirito benevolo di Spiez perché, quel 4 luglio di tanti anni fa, la Germania riuscì a battere in finale l’Ungheria, all’epoca favorita dei mondiali, davanti a 60.000 spettatori del Wankdorfstadion di Berna. Si racconta infatti che la tattica vincente dell’allenatore, Sepp Herberger, fu concepita proprio sul lungolago di Spiez. Non a caso anche oggi, presso la passeggiata che costeggia il lago, sono installati diversi cartelli che rievocano questa curiosa storia.

Il castello di Spiez

L’affascinante castello di Spiez permette di toccare con mano il Medioevo, di respirare quell’atmosfera, di sentirsi parte di quei fasti che caratterizzarono quei tempi. Situato su un’altura che sorge su una penisola nel lago di Thun, insieme alla sua chiesa rappresenta un monumento culturale di valore nazionale.

Castello di Spiez, Svizzera

Fonte: iStock – Ph: pwmotion

Veduta del castello di Spiez

Il museo al suo interno permette di fare il viaggio indietro nel tempo di cui vi parlavamo prima, un percorso che riporta in vita i 1300 anni di storia locale.

A colpire il viaggiatore è anche l’edificio religioso in stile romanico che è pregno di affreschi. E poi ancora l’esterno del maniero con un elegante parco, il roseto e il giardino che lasciano chiunque ammaliato.

Nel corso del Medioevo il castello di Spiez è stato rimaneggiato e ampliato più volte, e oggi presenta elementi architettonici tipici dello stile gotico, rinascimentale e barocco. Bellissima è la sua torre che nei fatti è anche la parte più antica – visibile oggi – del castello stesso.

All’interno, invece, il viaggiatore può ammirare sale decorate e arredate, come la sala barocca dei banchetti e la sala rinascimentale puntellata di pannelli in legno.

La piccola chiesa romanica sfoggia invece tre navate ed è riconosciuta come uno degli edifici più antichi della Svizzera. Le sue mura interne, così come il suo soffitto, sorprendono per i tanti affreschi risalenti al XII secolo. C’è poi una terrazza che regala la vista più bella ed emozionante della città. In più, è presente anche un Museo di Storia che ripercorre le fasi del dominio delle 3 famiglie che ne sono state proprietarie.

Cosa fare nei dintorni

Durante i mesi freddi la cittadina di Spiez si rivela un fenomenale punto di partenza per chi ama gli sport invernali: in poco tempo è possibile raggiungere tantissime località dell’Oberland Bernese.

Gli amanti del brivido non potranno non fare una tappa presso il ponte sospeso di Sigriswil che è stato eretto su quella che viene chiamata la “gola della gomma”, tra Aeschlen e Sigriswil. Costruito a 180 metri di altezza e lungo 340, può essere percorso da grandi e piccini mentre si è circondati da un’esaltante vista panoramica sul lago di Thun e sulle Alpi bernesi.

E tra tutte le cime vale la pena ammirare il Niesen che raggiunge un’altitudine di 2362 metri sul livello del mare. È considerato la montagna locale di Spiez e, per via della sua curiosa forma, è conosciuto come “Piramide delle Alpi”, una vetta ideale per gli amanti delle escursioni.

Infine, vi consigliamo di fare un salto presso le Grotte di Beatus che si estendono per circa 14 chilometri. Di questi solo un chilometro può essere visitato, ma in uno spazio così ristretto sono contenute numerose ed emozionanti formazioni rocciose, che vengono messe in risalto da un’illuminazione particolarmente innovativa. E se non ne avete ancora abbastanza, sappiate che accanto alla grotta prende vita un moderno museo in cui spesso sono presenti diverse mostre interattive.

Non resta che prenotare il proprio soggiorno nella bellissima cittadina di Spiez.

Niesen, Piramide delle Alpi

Fonte: iStock

Veduta del Niesen, la “Piramide delle Alpi”
Categorie
Europa Notizie Viaggi

Inaugurata l’altalena più alta d’Europa: dondola in Italia

C’è sempre un buon motivo per visitare lo stivale in lungo in largo, per raggiungere tutte le meraviglie paesaggistiche, artistiche e architettoniche che si snodano nel BelPaese, per scoprire e riscoprire le storie, le tradizioni e la cultura che ci appartengono. Ma anche per vivere esperienze mozzafiato destinate a creare i ricordi più belli di una vita intera.

Ed è proprio in Italia che oggi vogliamo restare insieme a voi, per raggiungere i dintorni di una città che da sempre affascina viaggiatori e turisti provenienti da ogni parte del mondo. Ci troviamo non distante da Palermo, capoluogo della Sicilia, ad appena 100 chilometri dalla cattedrale cittadina, dall’imponente Teatro Massimo in stile neoclassico e dal Palazzo dei Normanni, in un piccolo comune incastonato tra montagne verdeggianti e panorami incredibili.

È proprio qui, a San Mauro Castelverde, che lo scorso ottobre è stata inaugurata un’attrazione davvero imperdibile per tutti gli amanti delle attività adrenaliniche. Il comune italiano della città di Palermo, infatti, può adesso vantare quella che è l’altalena più alta d’Europa. Chi ha il coraggio di salirci?

Si trova in Italia l’altalena più alta d’Europa

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di un luogo straordinario, una cittadina posizionata su un monte verdeggiante a un’altezza di 1050 metri e circondata da scenari mozzafiato. Le Madonie a ovest e le Nebrodi a est, a nord, invece, il Mar Tirreno si perde all’orizzonte: San Mauro Castelverde offre scorci che incantano e stupiscono.

Ed è proprio qui, in quello che è un paesaggio d’eccezione, che il 28 ottobre 2023 è stata inaugurata l’altalena più alta d’Europa che dondola tra cielo e terra, su uno strapiombo di 300 metri di profondità.

L’altalena, che misura 16 metri d’altezza, è situata proprio a ridosso di una ripida e profonda vallata per restituire, a chi si siederà qui, la sensazione di volare su un panorama incredibile. Da questa posizione, infatti, è possibile ammirare le montagne delle Madonie e delle Nebrodi, e scorgere il mare in lontananza che si fonde e si confonde con la linea dell’orizzonte. Nei giorni di sole, inoltre, è anche possibile scorgere il profilo delle Isole Eolie e di Ustica.

Un’esperienza mozzafiato per persone di ogni età

L’altalena gigante di San Mauro Castelverde, che con le sue dimensioni ha sottratto il primato a quella del Trentino Alto Adige, è stata realizzata dalla società che gestisce la Zipline Sicilia e si trova proprio a pochi metri dall’attrazione più adrenalinica della regione.

Incastonata in un paesaggio lussureggiante, caratterizzato tra boschi di querce, lecci e ulivi secolari, l’altalena più alta d’Europa si traduce in un’esperienza incredibile adatta ai più coraggiosi, ma senza limiti di età.

È possibile effettuare il volo in solitaria, oppure con la compagnia di due o tre persone e scegliere tra diverse velocità di oscillazione. Anche i bambini dai sette anni in su possono provare questa incredibile esperienza, a patto che siano pronti a vivere un‘avventura adrenalinica e ricca di emozioni forti.

Situata a cento metri di altezza sul livello del mare, l’altalena dondola su uno strapiombo di 300 metri. Il consiglio è quello di aguzzare bene la vista mentre si vola tra cielo e terra: il panorama è mozzafiato.

San Mauro Castelverde

Fonte: Zipline Sicilia

L’altalena più alta d’Europa si trova a San Mauro Castelverde
Categorie
Europa luoghi misteriosi Notizie offerte Svizzera treni Viaggi

Svizzera low cost nel periodo più magico dell’anno

È ora di cominciare a pensare al Natale, alle luci, ai cenoni, allo stare insieme e, soprattutto, a fare i regali. Se c’è un Paese che incarna questa magica atmosfera perfettamente, e dove lo shopping è molto interessante, è la nostra fiabesca vicina di casa: la Svizzera. E abbiamo una bellissima notizia da darvi: è attiva una promozione da non perdere assolutamente, e per accaparrarvela vi basta salire a bordo di un treno.

La promozione per visitare la Svizzera in treno a Natale

Dall’1 novembre al 30 dello stesso mese è possibile acquistare un biglietto Eurocity per viaggiare in Svizzera con un’offerta davvero imperdibile: si chiama Promo 2×1 Mercatini, e quindi si viaggia in due ma pagando un solo biglietto di 1° o 2° classe.

Le date disponibili per il viaggio sono dal 20 novembre al 20 dicembre, ma è importante ricordarsi che il biglietto va acquistato almeno 3 giorni prima della partenza sul sito di Trenitalia.

Le destinazioni sono davvero una più interessante dell’altra:

  • Basilea con 12 Eurocity da/per Milano;
  • Berna con 8 Eurocity da/per Milano;
  • Ginevra, Montreux e Losanna con 8 Eurocity da/per Milano, di cui 2 da/per Venezia;
  • Zurigo e Lugano con 20 Eurocity da/per Milano, di cui 2 da/per Venezia, 2 da/per Genova, 2 da/per Bologna;
  • Lucerna con 4 Eurocity da/per Milano.

Svizzera a Natale: dove andare

Il Natale, in Svizzera, è un incanto ovunque. Luci sfavillanti, profumi tipici, musica natalizia e un’atmosfera difficile da trovare altrove fanno vivere in un sogno. E soprattutto durante l’Avvento questo Paese mette a disposizione tantissime esperienze che sono in grado di far felici grandi e piccini.

Losanna, per esempio, dal 17 novembre al 31 dicembre si riempie di curiosi e colorati mercatini di Natale dove gustare la gastronomia locale e anche dei vini straordinari. Il tutto mentre le strade della città sono una vera esplosione di decorazioni e luci. Inoltre, esclusivamente durante il mese di dicembre, potrete scegliere di soggiornare in un grazioso alloggio temporaneo con tanto di sauna privata e terrazza, per svegliarvi con una vista panoramica inedita sulla città e sul lago.

Non è di certo meno sorprendente Lucerna che, in questo periodo, si trasforma in un villaggio delle meraviglie invernale: le tante luminarie intorno al lago e al Ponte della Cappella catapultano in un’atmosfera pregna di spirito natalizio. Tantissimi sono anche i mercatini, così come la possibilità di partecipare a una visita guidata che svela i segreti di Babbo Natale e del Bambino Gesù.

Poi ancora Basilea, una città splendida e che è anche pregna di tradizioni natalizie. Concerti per l’Avvento, mercatini di Natale, mostre temporanee e chi più ne ha più ne metta: presso il Foyer del Theater Basel, per esempio, si apre ogni giorno una nuova finestrella dell’amato (e attesissimo) calendario dell’Avvento.

Infine – ma le mete della Svizzera che per Natale organizzano eventi e manifestazioni adatte a tutte le età non sono finite qui – l’affascinante città di Zurigo con i suoi tanti mercatini e anche uno sfavillante albero alto 15 metri che impreziosisce la Stazione Centrale.

Non resta che approfittare di questa promozione per salire a bordo di un treno e scoprire alcune delle località più pittoresche e magiche dalla Svizzera.

Categorie
Destinazioni Europa patrimonio dell'umanità Ungheria Viaggi viaggiare

L’Ungheria dei siti Patrimonio dell’Umanità Unesco: un viaggio straordinario

L’Ungheria si presenta agli occhi del visitatore come un Paese incantato, un luogo in cui l’eleganza delle architetture si plasma perfettamente alla maestria di Madre Natura. Ed è per questo che fare un viaggio attraverso i suoi siti Patrimonio dell’Umanità Unesco è un’esperienza entusiasmante, che permette anche di conoscere tradizioni secolari, paesaggi che fanno vibrare il cuore e tante attrazioni che possiedono un eccezionale valore universale per l’intera umanità.

I siti Unesco del Paese sono 8 in totale, alcuni concentrati nelle strade della sua vibrante Capitale, mentre altri sono dislocati nel cuore di questo luogo dell’Europa centrale, angoli così autentici che riescono persino a emozionare.

I siti Unesco di Budapest

Il nostro viaggio in Ungheria non poteva che iniziare dalla sua affascinante Capitale, Budapest, una città dall’atmosfera magica, sofisticata, riservata e pregna di storia e di stili.

È pressoché impossibile non innamorarsi di questa realtà, soprattutto quando si arriva al cospetto dei suoi siti Unesco.

La prima attrazione ad essere stata inclusa in questa prestigiosa lista, nell’ormai lontano 1987, è un qualcosa che riguarda il fiume da cui è lambita, il Danubio, vale a dire le sue incantevoli sponde che offrono un panorama a dir poco eccezionale.

E qui c’è davvero di tutto: i resti della città romana di Aquincum, il gotico castello di Buda, la cittadella, l’eclettico e accattivante parlamento, e molto altro ancora. In sostanza, parliamo di uno dei paesaggi urbani più straordinari del mondo e che è anche in grado di illustrare i grandi periodi della storia della Capitale ungherese.

Una menzione particolare la merita la Collina del Castello, un altopiano calcareo lungo 1 km che ospita i monumenti medievali e i musei più importanti della città.

Più recentemente, ovvero nel 2002, è divenuta patrimonio Unesco anche l’area del monumentale viale Andrássy, dimora di magnifici edifici, come il Teatro dell’Opera, e di monumenti che raccontano la lunga storia della città.

Il bellissimo (e antico) villaggio di Hollókő con i suoi pittoreschi dintorni

La frenesia della Capitale si dimentica velocemente andando verso Hollókő, un antico villaggio che ancora oggi è un esempio vivente di vita rurale prima della rivoluzione agricola del XX secolo.

Hollókő, villaggio Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Veduta di Hollókő, Ungheria

È composto di una sola strada che si fa spazio in una vallata tranquilla circondata da maestose vette. Un luogo rimasto fermo nel tempo che ha meritato di essere inserito nella lista dei siti Patrimonio dell’Umanità nel 1987.

Le grotte del Parco nazionale Aggtelek

Andare alla scoperta del Parco nazionale Aggtelek è come fare un viaggio nel ventre dell’Ungheria. Il motivo è molto semplice: in un’area piuttosto ristretta si sviluppano 712 grotte – ma potrebbero essere anche di più – che sono il risultato di un tipico sistema carsico di zona temperata.

Un posto affascinante poiché vi si può studiare la storia geologica di milioni di anni. E proprio qui, ad essere Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 1995, sono le grotte dell’Aggtelek e Slovak Karst. In più, da queste parti sorge la più grande grotta di stalattiti d’Europa, la grotta Baradla, che conta ben 26 km di lunghezza di cui 8 sfociano persino in Slovacchia.

Monastero benedettino millenario di Pannonhalma e l’ambiente in cui sorge

Se c’è un luogo in Ungheria dall’estrema importanza e dai profili ipnotici, quello è senza ombra di dubbio il monastero benedettino millenario di Pannonhalma, insieme all’ambiente in cui si trova.

Patrimonio Unesco dal 1996, è stato la dimora dei primi monaci benedettini, che si stabilirono qui nel 996, che hanno promosso la cultura in tutta l’Europa centrale.

Monastero benedettino millenario di Pannonhalma

Fonte: Visit Hungary

Il bellissimo monastero benedettino millenario di Pannonhalma

La struttura appare agli occhi del visitatore come un miraggio commovente: è un insieme di stili architettonici che testimoniano la sua distruzione, ricostruzione e anche restaurazione.

Una piccola chicca per gli amanti del vino: è circondata da un vigneto e una cantina con tradizioni che risalgono all’epoca romana. Inoltre, i circa 40 monaci che ci vivono producono anche diversi estratti, essenze di erbe e un’ottima birra trappista.

Il Parco nazionale di Hortobágy

Nel 1999 è stato dichiarato Patrimonio Unesco anche il paesaggio culturale della Puszta di Hortobágy.

Si tratta della più ampia area produttiva ungherese, nonché della più estesa prateria rimasta in Europa centrale. Un’area protetta straordinaria e probabilmente la culla delle meraviglie naturali più belle dell’Ungheria.

Praterie saline, pascoli, steppe, foreste alluvionali e boschetti nascondono paludi e laghi in cui dimorano antiche specie animali in via di estinzione. Inoltre, è anche il luogo perfetto per conoscere l’anima più autentica dell’Ungheria: la vita dei pastori locali.

La necropoli paleocristiana di Pécs

Visitare la necropoli paleocristiana di Pécs è come fare un salto indietro nei secoli, in tempi ormai antichissimi e in cui le tombe venivano riccamente decorate. Il cimitero appartiene alla città provinciale romana di Sopianae, oggi moderna Pécs.

Ma a colpire il visitatore è anche l’arte poiché queste tombe sono impreziosite da pitture murali di eccezionale qualità raffiguranti temi cristiani. Patrimonio dell’Umanità Unesco dal 2000, è composta di due sezioni: la parte sotterranea dove venivano deposti i defunti e una cappella commemorativa fuori terra.

Paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj

Il paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj è un must in Ungheria, soprattutto per gli amanti del vino, della buona cucina e dei paesaggi bucolici. Patrimonio Unesco dal 2002, è la culla di una lunga tradizione della produzione del vino e anche il posto più indicato per ammirare vigneti, fattorie, villaggi e piccole città.

Tokay, Unesco

Fonte: Visit Hungary

Il bucolico paesaggio storico-culturale della regione vinicola di Tokaj

A impreziosire il tutto ci sono labirinti di profonde cantine in cui scoprire qualsiasi aspetto della produzione dei famosi vini Tokaj, un capolavoro dolce per le papille gustative.

Paesaggio culturale del lago di Fertő/Neusiedl

Infine, ma certamente non per importanza e bellezza, il paesaggio culturale del lago di Fertő/Neusiedl che è Patrimonio Unesco dal 2001. Una zona da inserire assolutamente nel proprio itinerario in Ungheria perché qui si respira la storia, in quanto la presenza umana conta ben otto millenni.

Tra zone umide dove svettano canneti, vigneti e villaggi tradizionali, si possono toccare con mano le pratiche agricole tradizionali e conoscere a fondo la vivace cultura locale. Il tutto sulle sponde di un magnifico lago che questo Paese divide anche con la vicina Austria.

Insomma, il viaggio più intimo che si possa fare in Ungheria è quello alla scoperta dei suoi preziosi siti Patrimoni dell’Umanità Unesco.

Categorie
Europa Germania Vacanze natura Viaggi

In Germania si può passeggiare tra le cime degli alberi

Passeggiare tra i boschi è senza dubbio un’esperienza molto gradevole, ma farlo in verticale è un’avventura che in pochi hanno sperimentato: la treetop walk di Rügen, in Germania, offre una camminata davvero eccezionale, che ci conduce tra le cime degli alberi e a decine di metri d’altezza, da dove si gode di un panorama incredibile. Andiamo alla scoperta di questa passerella suggestiva.

Rügen, alla scoperta della treetop walk

L’isola di Rügen è la più grande della Germania, e si trova nel mar Baltico: per i tedeschi è un’importante meta di villeggiatura estiva, dove si possono scovare spiagge da sogno e una natura incontaminata. Sono molti i turisti che, nei mesi più caldi, la scelgono come destinazione delle loro vacanze – soprattutto per chi cerca un po’ di refrigerio senza voler rinunciare a qualche giorno di relax sulla sabbia. Una delle località più famose dell’isola è la città di Binz, che offre un mare incantevole e tante opportunità di divertimento.

È a poca distanza da qui che si trova la treetop walk di Rügen: chiamata anche “nido d’aquila”, è una passerella inclinata che parte da terra e si innalza verso le cime degli alberi, in una cornice naturale da favola. A prima vista, appare come una gigantesca struttura in legno che si erge nel cuore della foresta, forse un po’ fuori luogo se non se ne conosce la sua funzione. La torre di osservazione infatti, è un vero e proprio percorso immersivo che ci porta alla scoperta di un posto mozzafiato. Alta circa 40 metri, è composta da una lunga rampa di 600 metri leggermente in salita, che ha come punto d’arrivo una piattaforma panoramica da cui lo sguardo si spinge sino al mare.

Percorrere la treetop walk è un’esperienza incredibile, perché sembra davvero di arrampicarsi tra gli alberi e le loro fronde più rigogliose. La passerella è accessibile a tutti, dal momento che ha un’inclinazione massima del 6% e numerosi tratti pianeggianti dove fermarsi un attimo. È inoltre aperta quasi tutto l’anno, anche quando piove o nevica – viene tenuta costantemente pulita, per evitare problemi di sicurezza. Una volta giunti in cima (e dopo aver ammirato il panorama), si torna indietro attraverso la torre di uscita, dove è disponibile anche un ascensore.

Le altre treetop walk da visitare

In Germania ci sono diverse altre treetop walk da visitare, ognuna delle quali offre un panorama fantastico. Sull’isola di Usedom, anch’essa nel Baltico, c’è una torre alta 33 metri da cui si può ammirare le cime dei faggi, le dune sabbiose e le acque spumeggianti del mare. Un’altra passerella molto suggestiva è quella che si trova nel cuore della Foresta Bavarese, in un luogo dove la natura è davvero sensazionale. Ma il paesaggio più bello è quello che si può godere dall’alto della torre del Saarland: il sentiero è lungo ben 1.250 metri, e conduce alla vetta che si affaccia sul corso del fiume Saar, immerso nelle foreste di latifoglie.

Lasciando la Germania, eccoci in territorio sloveno: la treetop walk che sorge a due passi da Maribor si erge per 37 metri, e ha una piattaforma che si sporge sui boschi, da cui lo sguardo si spinge sino alle Alpi Giulie. Mentre l’Irlanda ospita una torre di osservazione immersa nella foresta di Avondale, la quale si spinge fin sotto terra per dare uno sguardo anche alle radici degli alberi. E per i più coraggiosi, dall’alto della passerella si snoda uno scivolo a tunnel lungo ben 90 metri: una vera avventura mozzafiato.

Categorie
aeroporti Austria capitali europee Destinazioni Europa Viaggi Vienna

Come raggiungere Vienna dall’aeroporto

Vienna, l’aristocratica capitale del grandioso impero austro-ungarico, cela un incredibile patrimonio, prezioso lascito della monarchia asburgica: tra palazzi d’incanto, eleganti costruzioni, teatri, parchi e capolavori artistici è senza dubbio una delle città europee che più in assoluto vale la pena esplorare.

L’aeroporto internazionale Flughafen Wien-Schwechat

La capitale austriaca è davvero molto ben collegata con le maggiori città europee grazie ad un moderno aeroporto internazionale – Flughafen Wien-Schwechat – situato nella cittadina di Schwechat, posta ad appena una ventina di chilometri da Vienna. È, inoltre, particolarmente strategico per i collegamenti con la confinante Slovacchia: Bratislava, infatti, dista appena una sessantina di chilometri.

Allora, biglietti alla mano: resta solo scoprire come arrivare dall’aeroporto di Vienna al centro per iniziare ad esplorarla! La poca distanza dal centro città rende davvero pratico arrivare all’aeroporto di Vienna e numerosi sono i collegamenti disponibili, dal bus ai noleggi di auto con conducente passando per taxi e treni.

Come arrivare dall’aeroporto di Vienna al centro  in treno

Se vi state domandando come arrivare dall’aeroporto di Vienna al centro utilizzando il mezzo più comodo, semplice e veloce, la risposta è senza dubbio: in treno.

Il CAT – city airport train – è il collegamento su rotaie che in 16 minuti esatti conduce nel cuore pulsante della città. Una volta sbarcati dal volo, infatti, sarà sufficiente seguire le indicazioni verdi che conducono al binario CAT-City Airport Train; la stazione di arrivo, poi, è quella di Wien Mitte-Landstraße, ubicata sulla linea della metropolitana Landstraße (U3/04).

Il CAT oltre a non effettuare fermate intermedie, offre il servizio di city check in ovvero la possibilità di far imbarcare i bagagli prima dell’arrivo in aeroporto; i treni, poi, sono attivi dalle 5.36 del mattino alle 23.36 della notte e per i ragazzi al di sotto dei 15 anni il biglietto, acquistabile a questo link, è gratuito.

Esistono, chiaramente, anche altre alternative su rotaie. I treni S-Bahn, simili alle nostre metro, o i treni Railjet che impiegano più tempo effettuando molte fermate ma il cui biglietto è meno caro di quello del CAT.

Come arrivare dall’aeroporto di Vienna al centro città in bus

Se le rotaie non vi convincono, niente panico: tutte le strade vi porteranno al centro di Vienna dall’aeroporto. Un altro mezzo piuttosto comodo per arrivare dall’aeroporto di Vienna al centro è il bus.

C’è una compagnia di trasporti che nella fattispecie si occupa della linea aeroportuale, ed è la Vienna Airport Lines: in appena venti minuti di autobus è possibile raggiungere la piazza Morzinplatz/Schwedenplatz. I bus sono attivi dalle 03.30 del mattino alle 23.30 della notte garantendo un servizio a copertura quasi totale.

Solo un’unica raccomandazione: i bus da e per l’aeroporto non rientrano all’interno dei servizi usufruibili con l’acquisto di un pass per i mezzi pubblici.

Come arrivare dall’aeroporto di Vienna al centro in auto

Abbiamo già in precedenza in questo articolo considerato la prossimità tra aeroporto e centro città come uno dei grandi vantaggi nella logistica di un viaggio nella capitale austriaca. Questo aspetto si manifesta in maniera ancora più evidente al momento di considerare di raggiungere il centro città in auto: venti chilometri si percorrono in circa mezz’ora compatibilmente con la situazione del traffico.

Le possibilità sono molteplici: noleggiare un’auto e percorrere la A4 è la prima. Numerose, infatti sono le compagnie internazionali da qui prendere l’auto direttamente nel parking riservato ai noleggi P4-livello 0, che può essere comodamente raggiunto a piedi dal terminal percorrendo un sotto passaggio. Vi si trovano i principali car rental.

La seconda soluzione per arrivare dall’aeroporto di Vienna al centro città, soprattutto se non amate essere in prima persona alla guida, è un taxi. Il costo per una corsa aeroporto-centro città si aggira intorno ai 45€ e le postazioni si trovano appena fuori dall’area arrivi; in alternativa è sempre possibile prenotarne uno online in anticipo.

Infine, per i viaggiatori che prediligono comodità ed eleganza senza badare a spese un noleggio con conducente potrebbe essere la soluzione ideale, soprattutto per chi viaggia per lavoro.