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In crociera per scoprire i mercatini di Natale in Francia

La magia del Natale si unisce a quella di una crociera per condurre alla scoperta dei favolosi mercatini dell’Alsazia e della Lorena: European Waterways propone, infatti, una gamma di itinerari per immergersi appieno nell’atmosfera delle Festività.

Una crociera invernale a bordo della lussuosa nave per 12 passeggeri Panache, dotata di un’area salotto comune con cocktail bar e raffinati divani in pelle, pavimento in legno, accessori in mogano e finiture in ottone, piscina termale riscaldata e un’offerta gastronomica d’eccellenza, è un’entusiasmante viaggio di 6 notti verso la regione francese per conoscere da vicino le tradizioni natalizie locali e passeggiare tra le iconiche bancarelle ricche di artigianato, prelibatezze e souvenir.

Le tappe salienti della crociera dei mercatini

L’elegante nave Panache naviga tra Krafft e Niderviller percorrendo la suggestiva campagna alsaziana e si avvicina lentamente ai mercatini di Natale più emozionanti del territorio.

Con così tanta meraviglia a disposizione, non è facile scegliere le tappe migliori dell’itinerario ma ve ne sono alcune che restano impresse per sempre: la fiabesca cittadina medievale di Colmar vestita a festa con uno sfolgorante spettacolo di luci e decorazioni e l’immancabile mercatino, gli incredibili mercatini di Strasburgo, che si snodano per il centro storico con centinaia di bancarelle e alberi di Natale, il Musée du Chocolat dove assaggiare golosi cioccolatini e assistere alla produzione di caramelle, il mercatino di Haguenau, trionfo della tipica atmosfera natalizia alsaziana con il presepe, e il fascino della soffiatura del vetro presso la fabbrica Meisenthal Glass Bauble a Moselle, luogo di nascita della classica pallina!

I mercatini che rimangono nel cuore

Famosa per la felice unione di culture e tradizioni tedesche e francesi, la regione dell’Alsazia e della Lorena sprigiona un’atmosfera festosa inconfondibile, differente da qualsiasi altra nel mondo, e visitarla nel periodo natalizio a bordo di una nave da crociera è assolutamente indimenticabile.

Colmar, un sogno a occhi aperti

Colmar vanta sei meravigliosi mercatini sparsi lungo il fiabesco centro dove, durante le festività, splendidi edifici a graticcio brillano di luci natalizie e maestosi abeti ricchi di decorazioni portano l’allegria del periodo tra i viali, le piazzette e le strade acciottolate.

Si tratta di mercatini tra i più belli di Francia, tra profumo di cannella e vin brulè, in un paese scenografico in tutte le stagioni ma ancora di più in vista del Natale: le bancarelle propongono idee regalo in legno, pietra e ceramica, opere in vetro soffiato, oggetti d’artigianato e golose bontà.

Strasburgo, la Capitale del Natale

I tredici mercatini di Natale di Strasburgo, conosciuti localmente come Christkindelsmärik, sono tra i più antichi e grandi d’Europa e attirano circa due milioni di visitatori ogni anno.

Passeggiando al cospetto dei quartieri storici, come Place Gutenberg e la Petite France (Piccola Francia), ammirerete l’imponente albero di Natale in Place Klébler, che sovrasta gli chalet e la pista di pattinaggio, e troverete bancarelle che offrono souvenir, regali e deliziose prelibatezze come vin chaud (vin brulè), christolle (brioche con frutta candita e crema di mandorle) e il pan di zenzero.

Haguenau, vero spirito natalizio alsaziano

Il mercatino di Natale di Haguenau è un inno alla tradizione che regala il vero sapore della cultura alsaziana: ovunque andrete, scorgerete le immagini del Christkindl, un tradizionale angelo natalizio tedesco, che porta i festeggiamenti sulla terra ogni Natale.

La quarta città più grande dell’Alsazia mette in scena anche un presepe davvero straordinario, con una lunghezza di ben sedici metri, un vero e proprio spettacolo.

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Questo è l’albero di Natale più magico di sempre: si trova a Londra

Poche cose sanno emozionare al mondo come la vista di una capitale europea addobbata a festa. E questo è vero soprattutto quando il nome di quella città è Londra. La capitale dell’Inghilterra e del Regno Unito ha già scaldato i motori e si prepara, come sempre in grande stile, ad accogliere cittadini e viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Le luci sono state accese mostrando una cornice straordinaria fatta di decorazioni scintillanti e incantate che hanno trasformato le strade, le piazze e la città intera in una cartolina di Natale di immensa bellezza tutta da vivere.

E non è tutto perché sempre in città, negli scorsi giorni, è stato inaugurato un albero di Natale davvero inedito e suggestivo: una torre di libri nella quale rifugiarsi per fuggire dal caos e dal disordine dei giorni. E a guardare le fotografie diffuse non abbiamo dubbi: è questo l’albero di Natale più bello del 2023.

Una favola natalizia a Londra

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Londra, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni. La capitale dell’Inghilterra e del regno Unito, infatti, è un concentrato di meraviglie che incantano e sorprendono e che scatenano un turbinio di emozioni a ogni passo compiuto.

Le cose da fare e da vedere sono così tante che non basterà un viaggio solo per scoprirne la metà. L’imponente Big Ben, l’iconica abbazia di Westminster, dove vengono incoronati i monarchi britannici, il Tamigi e la ruota panoramica London Eye: luoghi dalla bellezza straordinaria che meritano di essere scoperti e riscoperti soprattutto adesso che la città brilla come non ha fatto mai.

A partire dal mese di novembre, infatti, la capitale del Regno Unito si appropria dello spirito di Natale, trasformando ogni angolo della città in un’esperienza magica tutta da vivere e da condividere.

I festeggiamenti sono già iniziati e guardando le prime fotografie diffuse è chiaro che il Natale a Londra ha il sapore di una favola destinata a non finire mai. Carnaby Street, l’intero quartiere di Soho e Covent Garden sono solo alcuni dei luoghi iconici da visitare durante il periodo dell’Avvento, ma non sono gli unici.

Le decorazioni natalizie, infatti, hanno invaso e pervaso anche la splendida stazione di St Pancras. Insieme a loro è stato acceso un albero di Natale dalle forme incantate: una torre gigantesca fatta di libri che celebra tutta la magia del periodo.

Una torre luminosa fatta di libri: è questo l’albero più bello

Per ammirare quello che è con tutta probabilità uno degli alberi di Natale più suggestivi mai realizzati, dobbiamo recarci a St Pancras, la stazione ferroviaria situata nella parte nord della città e inaugurata nel 1868.  Molto più di una stazione, l’edificio londinese è il simbolo dell’epoca vittoriana, nonché costruzione architettonica dal grande fascino. Ogni giorno, qui, migliaia di persone si incontrano e si scontrano tra arrivi e partenze.

Ed è proprio a queste persone che la stazione ha pensato di fare un regalo, con l’installazione di un albero di Natale unico al mondo. Nel bel mezzo dell’atrio principale, da adesso e fino alla fine delle feste, sarà possibile contemplare una torre luminosa alta 12 metri e fatta di libri che dà forma a una libreria dalle fattezze straordinarie.

L’albero è nato dalla collaborazione tra la stazione e Hatchard Books, una libreria che ha sede proprio nella stazione ferroviaria. L’idea era quella di regalare ai viaggiatori, e a chiunque voglia, uno spazio in cui fermarsi per godere di tutta la magia dell’atmosfera natalizia.

Alla base dell’albero, infatti, sono presenti dei divanetti dove le persone possono sedersi, per rilassarsi, leggere un libro o, più semplicemente, guardare da una posizione privilegiata tutto ciò che succede intorno.

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A Barcellona nasce il Museo dell’Arte Proibita

A Barcellona un inno alla libertà di espressione con il ritorno alla ribalta di opere d’arte che, nel corso dei secoli, hanno incontrato la censura e sono state rimosse per le più svariate ragioni.

Nasce così il “Museo dell’Arte Proibita” (Museu de l’Art Prohibit) nel cuore dello storico quartiere Eixample, non lontano da Plaça de Catalunya, ospitato all’interno di un edificio realizzato dall’architetto Enric Sagnier all’inizio del XX secolo.

La brillante idea è del dirigente d’azienda e giornalista catalano Taxto Benet che, cinque anni fa, ha iniziato “per caso” una singolare raccolta acquistando, presso la Fiera ARCOMadrid, la serie fotografica Presos Políticos en la España Contemporánea di Santiago Serra con ventiquattro ritratti di personaggi della cultura catalana imprigionati: “L’opera aveva suscitato scalpore perché parlava di prigionieri politici in Spagna, ed è stata rimossa dallo stand della Galería Helga de Alvear poco dopo il mio acquisto” ha ricordato l’imprenditore.

Da quel momento, ha continuato ad acquisire altre opere bandite dai musei e il suo progetto ha preso forma: dal 26 ottobre 2023 oltre 200 opere che hanno suscitato scalpore o “creato problemi” sono nuovamente fruibili dal pubblico.

Un tuffo nell’Arte Proibita

Benet ha annunciato così l’apertura del Museo dell’Arte Proibita: “Questo è l’unico museo al mondo dedicato all’arte che è stata censurata. È la dimostrazione che la censura ha fallito in tutto il mondo. Il nostro è un inno alla libertà“.

Da Klimt a Goya, da Warhol a Picasso, da Ai Weiwei a Bansky e moltissimi altri, sarà possibile riscoprire un patrimonio artistico ingiustamente bandito e censurato, tra fotografie, installazioni, dipinti e sculture, con un invito a riflettere sulla libertà di espressione.

Il nuovo museo di Barcellona, infatti, ha raccolto e riportato alla luce opere vietate in ogni parte del mondo, con l’obiettivo di dimostrare che condannare l’arte e la cultura si rivela sempre fallimentare.

Il prezzo del biglietto per ammirare “l’arte proibita” è di 12 euro con riduzione a 9 euro per studenti e over 65.

I capolavori in mostra

I due piani dell’edificio in centro a Barcellona ospitano capolavori di artisti in gran parte moderni e contemporanei, allestiti in una mostra variegata e ampia, volta a esplorare il grande tema della “censura nell’arte”.

Tra le opere esposte, solo per citarne alcune, spiccano “Filippo Strozzi in Lego” di Ai Weiwei, ritratto con i celebri mattoncini del banchiere fiorentino che si oppose ai Medici durante il Rinascimento, una serie di capolavori erotici in stampe del 1968 di Picasso, il ritratto di Mao realizzato da Andy Warhol e censurato in Cina nel 2012, le incisioni anticlericali “Los Caprichos” di Francisco Goya.

E, ancora, “La Revolución”, dipinto di nudo di Fabián Cháirez che ritrae Emiliano Zapata, il rivoluzionario messicano, in sella a un cavallo con un paio di scarpe con il tacco, un’opera che aveva acceso una discussione nel 2019 tra gli attivisti della comunità LGBTQIA+ e i membri dei sindacati dei lavoratori agricoli, e “Lena, London” dell’artista attivista africana Zanele Muholi che, tramite la fotografia, denuncia l’argomento vietato del riconoscimento della comunità queer nel Sud Africa.

Presenti anche cinque opere della serie Raffaello e la Fornarina che suscitarono grande scandalo quando furono svelate al pubblico.

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Mogán, una meta da non perdere a Gran Canaria

Tra le mete preferite dagli europei (e non solo) in qualsiasi stagione dell’anno c’è senza ombra di dubbio Gran Canaria. Si tratta di un’isola di origine vulcanica davvero eccezionale: è nota come il “continente in miniatura” per via dei suoi paesaggi variegati e dei suoi forti contrasti. E proprio qui, in questo lembo di terra dal mare cristallino, sorge una cittadina turistica da visitare assolutamente: Mogán.

Mogán: la “piccola Venezia delle Isole Canarie”

Mogán è una graziosa cittadina che sorge nella parte Sud-Occidentale di Gran Canaria. È un vero e proprio gioiello accarezzato dal mare e protetto da alte montagne. Un posto speciale, quindi, e che include anche due città di pescatori: Arguineguín e Puerto de Mogán. Quest’ultimo, poi, è davvero particolare perché le fa vantare il soprannome di “piccola Venezia delle Isole Canarie” per via della presenza di alcuni curiosi canali e minuscoli ponti.

Certo, il paragone è piuttosto esagerato, ma ciò non toglie che sia una realtà molto pittoresca, uno dei gioielli più belli delle Isole Canarie.

Mogán, "la piccola Venezia"

Fonte: iStock

Uno scorcio di Puerto Mogán

Ci sono poi le spiagge, tantissime, che nel corso del tempo si sono sviluppate in sei centri residenziali: Arguineguín, Patalavaca, Anfi del Mar, Puerto Rico, Amadores, Tauro, Playa del Cura, Taurito e Puerto de Mogán. Insomma, Mogán ha davvero molto da offrire, una di quelle tappe da fare assolutamente se si vola a Gran Canaria.

Cosa vedere a Mogán

Senza ombra di dubbio, una delle maggiori attrazioni turistiche di questa città spagnola è Puerto de Mogán. Ma non c’è da sorprendersi: vanta una spiaggia dalla sabbia nera tipica dei vulcani, lambita da un mare cristallino e spesso anche riparato dai venti. In più, mette a disposizione un pittoresco porto che è in grado di ospitare piccole imbarcazioni e yacht di di lusso.

Passeggiando tra canali e ponti, è possibile scovare casette di calce bianca con porte e finestre colorate – nessuna con più di due piani perché il governo di Gran Canaria limita le nuove costruzioni che superino quell’altezza – che sembrano volersi arrampicare alla montagna scura che gli fa da cornice e che si getta nel mare.

Poi ci sono gli edifici religiosi come la Chiesa di Sant’Antonio da Padova, che vanta una copertura in legno lavorato. Molto interessante è anche il cosiddetto Molino Quemado, che tradotto vuol dire “mulino bruciato”. Un’attrazione davvero importante perché, nel 2002, è stata classificata come sito del patrimonio nella categoria etnologica.

Molino Quemado, di Mogan

Fonte: iStock

Il bellissimo Molino Quemado

In più, in questo grazioso comune sono presenti tre siti classificati come proprietà di interesse culturale nella categoria “zona archeologica”: Cañada de los Gatos o Lomo los Gatos (“valle dei gatti”), Cañada de la Mar (“valle del mare”), e la Cogolla de Veneguera.

Poi ancora Arguineguín, un tipico villaggio di pescatori, dove ogni martedì va in scena il mercato più grande dell’isola. Un luogo che, nonostante il grande sviluppo turistico, conserva ancora la sua essenza originale.

Spiagge e mare

Mogán si presta perfettamente per fare vacanze all’insegna del mare per via delle sue tante meravigliose spiagge. Una di queste si chiama proprio Playa de Mogán e si distingue per essere accogliente, riparata dai venti eccessivi ed ideale per tutta la famiglia: è ricca di servizi.

Molto interessante è anche Playa de Amadores che, nei fatti, è molto più tranquilla della precedente. Pur essendo un’insenatura artificiale protetta da due barriere, è bagnata da un mare che più volte si è meritato la Bandiera Blu. Inoltre, è perfetta per fare un bagno perché qui l’acqua è sempre calma e priva di onde.

C’è poi Playa de Taurito che rispecchia il vero e proprio significato della parola “tranquillità” perché è generalmente poco affollata e non invasa dalla vita notturna. In più, è composta di sabbia morbida e sottile e anche nel suo mare sventola la Bandiera Blu.

Pur essendo inserita in un contesto residenziale di lusso, la Playa de Anfi del Mar è aperta a tutti. Sfoggia una lunghezza di circa 80 metri in cui giace una sabbia bianchissima accarezzata da acque limpide e particolarmente calme. Sembra quasi di stare in piscina e non a caso è particolarmente frequentata dalle famiglie con i bambini.

Playa del Tauro si distingue per essere isolata e riservata e per presentarsi come una distesa di sabbia dorata che quasi trasmette la sensazione di prendere il sole sdraiati su una spiaggia caraibica.

Infine, la Playa de Puerto Rico che vanta sabbia dorata e che si estende per circa 300 metri. Ma non solo, perché questo è lo spot ideale per chi vuole divertirsi con gli sport acquatici: moto e sci acquatici, escursioni in barca, vela, pesca in alto mare, paracadutismo nautico e molto altro ancora.

Playa de Mogán, Gran Canaria

Fonte: iStock

La bellissima Playa de Mogán

La natura di Mogán

Mogán è molto interessante anche dal punto di vista naturale. Ad attirare l’attenzione sono, senza ombra di dubbio, il Macizo del Suroeste, con una grande ricchezza biologica e il Barranco de Veneguera che regala paesaggi desolati. Ai piedi di queste meraviglie della natura sorge una altro grande tesoro prezioso: la peculiare formazione rocciosa di Los Azulejos che fa innamorare per i suoi colori che riescono a sfumare dal rosso all’azzurro, passando per varie tonalità di giallo.

Mogán è anche la zona ideale per chi vuole solcare sentieri in mezzo alla natura, come i tragitti da fare tra le pinete del Parque Natural de Ojeda, Inagua e Pajonales, in cui risiede la Presa de Soria, un grande lago verde circondato da incredibili palmeti.

Feste e tradizioni

Infine, sappiate anche che Mogán è il posto perfetto anche per fare un viaggio all’insegna dell’autenticità perché è ricca di feste e particolari tradizioni. Da queste parti, infatti, si festeggia San Antonio de Padua el Chico il 13 giugno e San Antonio el Grande la prima domenica di agosto. Ma la cosa interessante è che si fa una festa che unisce tutti i municipi e nella quale viene intonato un particolare canto tradizionale, chiamato “de los Pajaritos”.

Arguineguín e Puerto de Mogán celebrano con molta vivacità la Vergine del Carmen dove è tradizione trasportare su barche le immagini della Vergine da un punto all’altro della costa del municipio.

Insomma, se si visita la sorprendente Gran Canaria non può di certo mancare una sosta presso la vibrante cittadina di Mogán.

Le spiagge di Mogán

Fonte: iStock

La magica Playa de Anfi del Mar
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Viaggio a Opatija, la regina dell’Adriatico

Opatija, che in italiano chiamiamo Abbazia, è una bellissima città della Croazia che può essere definita la regina dell’Adriatico. Non solo perché è una splendida località di mare, ma anche perché è stata la destinazione balneare più ricercata dall’élite austro-ungarica durante l’impero asburgico.

A dimostrazione di quanto appena detto ci sono una serie di sontuose ville in stile belle époque, che anche oggi vengono ammirate dai numerosi turisti che qui vengono a trovare piacere e relax.

Cosa aspettarsi

L’affascinante città di Opatija si trova in Istria e si affaccia sulla splendido Golfo del Quarnaro. Sorge in una posizione riparata alle pendici del monte Maggiore, e in più è circondata da boschi di lauro e parchi.

Un piccolo gioiello, quindi, dotato di uno splendido lungomare che fa sentire tutti imperatori, re e regine. Pur essendo una meta particolarmente amata e frequentata durante il periodo estivo, Opatija ha un’anima frizzantina nel corso di tutto l’anno: ci sono spettacoli teatrali e folkloristici, concerti, opere, mostre e molte altre cose ancora, merito anche del suo clima mite che favorisce eventi e appuntamenti.

Cosa vedere

Opatija offre un meraviglioso lungomare che è pregno di monumenti di rilievo che raccontano l’antica storia cittadina. Si cammina all’ombra di piante di alloro e lecci per ben 12 chilometri e si può persino fare rigeneranti in soste in affascinanti parchi verdissimi. Uno di questi è il parco Angiolina, uno spazio in cui dimorano più di 150 specie di piante davvero particolari, come la camelia giapponese che è ormai divenuta un simbolo cittadino.

Il mare, in tutto questo, sarà sempre protagonista, una cristallina distesa d’acqua su ci si affacciano ville che sono dei capolavori.

Dopo il lungomare da non perdere sono Obala Maršala Tita, una via ricca di hotel, ristoranti e negozi; il Viale delle Stelle, ovvero una passeggiata che omaggia i croati che si sono distinti nel campo dello sport, della scienza, cultura e arte; il sentiero di Carmen Sylva, realizzato tra fine Ottocento e inizio Novecento.

Straordinaria è anche la Chiesa di San Giacomo che è totalmente immersa nel verde. Recente ma particolarmente interessante è la Chiesa dell’Annunciazione della Beata Vergine, che vanta una cupola color smeraldo che svetta nei cieli limpidi.

Imperdibile è poi il simbolo per eccellenza di Opatija: la scultura di una ragazza che tende la mano a un gabbiano e che è stata costruita in cima a un promontorio che si specchia nel mare. Ma non è l’unica scultura, perché in giro per tutta la città ci sono opere di artisti e artiste croate che raffigurano tantissimi personaggi diversi, come un barcaiolo abbaziano, una danzatrice di fama internazionale, un violinista e molto altro ancora.

Infine, il Museo del Turismo Croato che prende vita in tre magnifici palazzi. Il più sfarzoso è senza ombra di dubbio Villa Angiolina che è pregna di decorazioni, affreschi, capitelli e mosaici.

Le spiagge

C’è da essere onesti: quelle di Opatija non sono le spiagge più belle della Croazia, ma nonostante questo hanno un fascino indiscutibile per gli scorci che offrono.

La spiaggia cittadina è cementata, ma ciò non toglie che proprio da qui ci si possa tuffare in un mare limpido e dalle mille sfumature di blu.

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È tempo di Avvento: la città di Zagabria è la meta più magica di questo periodo

Quello che sta per arrivare è il periodo più speciale dell’anno, un momento fatto di luci che scintillano, di gioia e di calore familiare. Tutto, intorno a noi, cambia volto e le città si vestono con i loro abiti più belli che illuminano le strade e impreziosiscono gli edifici. Ed è proprio nella città di Zagabria, in Croazia, che durante i giorni dell’Avvento succede qualcosa di magico: l’atmosfera diventa più suggestiva che mai, merito anche di un prezioso castello che in questo periodo si fa testimone di una fatata storia natalizia.

L’Avvento di Zagabria

Zagabria, Capitale della Croazia, è speciale ogni giorno per via della sua grandissima quantità di musei, parchi, edifici e altre interessanti attrazioni. Ma è nei giorni del Natale che succede qualcosa di unico e che conquista i visitatori da tutto il mondo.

Sì, avete letto bene, perché l’Avvento di Zagabria è conosciuto in tutta Europa e oltre, e non a caso il suo colorato mercatino natalizio è stato proclamato il migliore del nostro continente per ben tre anni consecutivi.

Dal 2 dicembre al 7 gennaio un numero pressoché infinito di lampioni diffonderà la luce su questa straordinaria Capitale, regalando un’atmosfera così dolce e romantica da essere difficile da trovare altrove.

Sarà come passeggiare in un sogno a occhi aperti, perché nelle strade, piazze, parchi e in tutti gli angoli cittadini si potrà vivere questo clima incantato. Magari scaldandosi con un buon bicchiere di vin brulè, oppure con un’irresistibile cioccolata calda.

Poi gli odori tipici del periodo, come quelli della cannella e dei chiodi di garofano, che inebrieranno ogni vostro passo, mentre intorno a voi risuoneranno le inconfondibili note natalizie.

Ma a catapultare in una fiaba non saranno solo strade, profumi e sapori, perché anche le istituzioni, come i musei, i teatri, le chiese e le gallerie, metteranno in scena spettacoli, mostre, serate musicali, installazioni e presepi viventi per vivere a 360 gradi l’affascinante atmosfera dell’Avvento.

Ci saranno poi anche i concerti all’aperto, così come quelli al chiuso, ma la splendida notizia è che si potrà ascoltare musica – e anche ballare – persino sui tram che viaggiano nelle pittoresche vie cittadine. E poi quelle tradizioni che non possono mancare, come l’accensione delle lampade a gas e i mercatini che sono sparsi in tutta la città.

Concerti di Natale a Zagabria

Fonte: Julien Duval

I concerti natalizi di Zagabria

Divertimento assicurato anche per i più piccoli

Tutti amano il Natale, ma coloro che sono davvero felici, spensierati e con gli occhi che si illuminano di gioia sono i bambini. E di certo la città di Zagabria ha pensato anche a loro, creando un programma particolarmente divertente per le più piccole età.

Volete degli esempi? I vostri figli potranno passare giornate gioiose tra pattinaggio, magiche installazioni luminose, spettacoli fiabeschi, giocattoli innovativi e persino conoscendo gli incantesimi del mondo animale. Ed è proprio sugli animali che c’è una sorpresa in più.

Avvento per tutta la famiglia (compresi gli amici a quattro zampe)

I nostri amici pelosi sono parte della famiglia, e per questo in città sarà organizzato anche un Avvento adatto a loro. Una delle mete più conosciute a Zagabria da raggiungere con i propri amici pelosi è il Cat Café. Si tratta di un locale dove i visitatori possono stare con i piccoli compagni per poi fare un’allegra passeggiata per le vie addobbate della città.

Ma non è finita qui, perché quest’anno ci saranno anche speciali regali di Natale per gli amanti degli animali: Il Timeout Heritage Hotel sarà la sede del Wooftop Pawty, un programma che assicura tanto divertimento e deliziosi spuntini per i piccoli cani, e anche una manciata di consigli utili per chi decide di adottare quelli che purtroppo non hanno ancora una casa.

Come muoversi a Zagabria

L’Avvento di Zagabria è davvero speciale, e per renderlo ancora più unico a disposizione dei visitatori ci sarà la Zagreb Card che apre le porte di tutti i tram e autobus dello ZET, la società dei trasporti locali, e anche di numerosi musei e del bellissimo zoo cittadino.

Insomma, non resta che organizzare un viaggio a Zagabria durante il periodo dell’Avvento, un momento dell’anno che qui si caratterizza per avere uno spirito impareggiabile grazie alla collaborazione di tutta la città, sia della popolazione che delle istituzioni: la magia del Natale si può toccare con mano in ogni albero di Natale, in ogni schiaccianoci, in ogni caldarrosta e in ogni tradizionale nota musicale che vibra in tutta la Capitale.

Pattinare sul ghiaccio a Zagabria

Fonte: Julien Duval

La meravigliosa atmosfera di Zagabria
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Europa Idee di Viaggio turismo enogastronomico Ungheria Viaggi viaggiare vini

Ungheria: il Paese dove gastronomia e vino sono una gustosa scoperta

L’Ungheria per molti di noi è sinonimo di castelli fiabeschi, atmosfere romantiche, centri termali che rimettono al mondo e bellezze naturali che lasciano a bocca aperta. Ma fare un viaggio in questa terra dell’Europa centrale vuol dire anche scoprire qualcosa di probabilmente inaspettato, e che a noi italiani rende particolarmente felici: un’ottima gastronomia e dei vini che non hanno nulla da invidiare a mete ben più famose in questo settore.

Sì, l’Ungheria è stata una grande scoperta per le nostre papille gustative e anche un Paese in cui le tradizioni secolari si mescolano con armonia a varietà uniche, paesaggi mozzafiato e una gioiosa ospitalità.

La tradizione del vino in Ungheria

L’Ungheria vanta ben 6 regioni vinicole che a loro volta si dividono in 22 distretti, tutti caratterizzati dallo status DOP. A questi deliziosi vini si abbina una gastronomia in grado di esaltare il sapore e l’aroma dei vini stessi, che quasi poeticamente sono ottimi da gustare con pietanze di terra e di mare grazie alla loro versatilità.

Ma in fondo non c’è poi così tanto da stupirsi: a portare i primi vigneti in questo territorio furono i romani, che avevano scoperto che il terreno locale era (ed è anche oggi) ideale per la coltivazione dell’uva perché in gran parte di origine vulcanica. Un enorme contributo arriva anche dai numerosi fiumi e il gigantesco Lago Balaton, elementi in grado di creare microclimi ideali per la produzione dei vini.

La regione del Lago Balaton

La prima regione vinicola che abbiamo avuto il piacere di esplorare (e assaporare) è stata quella del Lago Balaton, un gigantesco specchio d’acqua che per la sua estensione e bellezza è definito il “mare d’Ungheria”.

Si tratta di una zona particolarmente favorevole per i vigneti grazie alla tanta luce solare riflessa, l’umidità adeguata e le estati fresche e piacevoli.

Con le montagne alle spalle che creavano un ambiente a dir poco straordinario, abbiamo avuto il piacere di conoscere ben sei distretti vinicoli che con il loro vini riusciti persino a trasmetterci le peculiari caratteristiche del terreno.

Da queste parti la varietà più comune si chiama Olaszrizling, vino perfetto per un aperitivo grazie ai suoi toni esotici. C’è poi il distretto vinicolo Balatonfüred–Csopak che sorge sulla sponda settentrionale di questo immenso lago, e qui i vini da gustare sono particolarmente eleganti e dall’acidità fine.

Più corpose sono invece le produzioni del distretto vinicolo di Badacsony, dove coni e colline vulcaniche regalano panorami scenografici. Da non perdere è ii Kéknyelű, un antico vitigno ungherese coltivato solo in questo distretto poiché caratterizzato da una maturazione tardiva e da una coltivazione complessa e limitata.

Eccezionali sono anche il distretto vinicolo del Balaton Uplands, che si fa spazio sulle colline settentrionali del Lago regalando un’atmosfera altamente romantica, e il distretto vinicolo di Balatonboglár, terra di produzione di vini bianchi snelli e leggeri, di rossi eleganti, e anche della materia prima per la creazione dello champagne.

La regione del Danubio

La regione del Danubio ci ha regalato tutta un’altra emozione: qui i vini sono leggeri e meno acidi. Da queste parti sorgono i distretti vinicoli di Csongrád e Kunság che offrono vitigni coltivati ​​su terreni alluvionali e sabbiosi da cui emergono ottime bottiglie come il Riesling renano, il Kövidinka, il Kékfrankos e lo Zweigelt.

Il primo ci ha fatto innamorare del suo sapore con note erbacee e di mela, il Kékfrankos per la sua freschezza e acidità, mentre e lo Zweigelt per essere ottimo in abbinamento con la selvaggina e i piatti di carne, tra cui il rinomatissimo Gulash ungherese. Una piccola chicca: non mancate di visitare i villaggi di questa regione, in particolare Hajós che è il più grande villaggio di cantine di tutta l’Ungheria.

Gulash Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Un ottimo piatto della tradizione ungherese

La regione vinicola dell’Alta Ungheria

Ve lo sveliamo subito senza girarci troppo intorno: la regione vinicola dell’Alta Ungheria è unica nel suo genere perché qui, a differenza di altre zone, le viti crescono ad un’altitudine di 500 metri sul livello del mare.

Una condizione che, oltre a regalare panorami emozionanti come quelli che si possono ammirare presso il distretto del Mátra dove si erge la catena montuosa più alta dell’Ungheria, permette di produrre anche vini piacevoli, freschi, fruttati e morbidi.

Gli amanti del bianco troveranno pane per i loro denti grazie all’ Olaszrizling, Leányka, Ottonel Muscat, Szürkebarát, Sauvignon Blanc e Chardonnay.

Con circa un’ora di macchina dalla spettacolare Budapest siamo poi arrivati al distretto vinicolo di Eger, dove è impossibile non essere sedotti dal patrimonio edilizio e dalle bellezze naturali. Non è di certo da meno l’esperienza con i vini, in quanto qui la tradizione è davvero secolare: le cantine risalgono a 400 anni fa, tanto che è possibile fare una visita guidata al labirinto della cantina di Eger, che è quasi una città sotto la città.

Il vino iconico è l’Egri Bikavér che è frutto della miscela di almeno tre vitigni, il più dominante dei quali è il Kékfrankos, oltre ai vitigni blu locali e internazionali.

La regione vinicola Pannonia

Si arriva nella regione Pannonia e si viene accolti da sinuose colline quasi costantemente baciate dal sole e da un forte mesoclima mediterraneo.

Qui il distretto vinicolo del Villány dà vita eccezionali vini rossi, molti dei quali di origine francese come Merlot e Cabernet Sauvignon.

distretto vinicolo del Villány

Fonte: Visit Hungary

Il distretto vinicolo del Villány

Passeggiando nel paesino ci si può perdere in un incrocio di strade con cantine ed enoteche a ogni angolo.

Da non perdere è anche la zona vinicola di Pécs dove viene prodotto il Cirfandli da uve che sono uniche in tutto il Paese e che generano vini secchi, dolci, leggeri o corposi.

La regione del Tokaj

La regione del Tokaj è forse la più famosa di tutte, ma finché non ci si mette piede non è umanamente possibile comprenderne bellezza e gusto per via delle sue caratteristiche davvero speciali, tra cui i vigneti situati su formazioni rocciose vulcaniche eccezionalmente colorate.

Assaggiare un un bicchiere di Furmint o di Aszú mentre si è immersi nell’atmosfera delle cantine secolari è come un sogno che si avvera, così lo è anche il Tokaji Aszú, uno dei vini dolci più unici al mondo, tanto che fu definito da Luigi XIV di Francia “Re dei vini e vino dei Re”.

Il merito, oltre che delle mani esperte dei produttori locali, è certamente della storia geologica della regione fatta di numerosi tipi di rocce e terreni, della vicinanza di diverse centinaia di vulcani precedentemente attivi e del benefico microclima locale.

L’Alta Pannonia

Infine l’Alta Pannonia che si distingue per la presenza di molte più uve bianche che nere. Purtroppo gli effetti negativi del riscaldamento globale qui sono piuttosto evidenti, ma nonostante questo i vini prodotti negli ultimi dieci anni sono diventati notevolmente più corposi e alcolici.

Tra i maggiori vitigni coltivati da queste parti troviamo tantissime varietà che rispecchiano la sua importante grandezza, e vanno dal Kékfrankos allo Chardonnay passando per l’Ezerjó.

Insomma, l’Ungheria ha saputo sorprenderci con i suoi sapori indimenticabili mentre tutto, intorno a noi, era di una bellezza avvolgente.

Tokaji Aszú, Ungheria

Fonte: Visit Hungary

Il buonissimo Tokaji Aszú
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Beilstein, un villaggio da sogno affacciato sul fiume

La Germania vanta non solo splendide città d’arte, ma anche piccoli borghi dove il tempo è rimasto sospeso e si respira un’atmosfera autentica: è il caso di Beilstein, un vero e proprio villaggio in miniatura che sembra uscire da un libro di fiabe. Situato sulla riva destra della Mosella, è poco più di un agglomerato di case che si specchia su acque color smeraldo. Andiamo alla scoperta di questo luogo magico.

Beilstein, un borgo da favola

Nella regione della Renania-Palatinato, che si snoda a sud-ovest del Paese, c’è un piccolo villaggio dall’aspetto fatato. Stiamo parlando di Beilstein, situato a circa 50 km dalla città di Coblenza: è adagiato sulle sponde del fiume Mosella, e il suo centro storico è uno dei più affascinanti di tutta la Germania. Il borgo ha una storia secolare, che affonda le radici all’800 d.C., epoca in cui risalgono alcune tombe della Franconia ritrovate nel suo territorio. Nato come un piccolo insediamento, divenne ben presto un possedimento feudale e, nel 1309, venne fortificato assumendo il titolo di città da re Enrico VII. Beilstein merita assolutamente una visita, ecco quali sono le tappe più suggestive.

Cosa vedere a Beilstein

Il borgo di Beilstein, uno dei più graziosi della Germania, conta appena 140 abitanti: è davvero un piccolo agglomerato di casette a graticcio, a dir poco suggestive. Il paesaggio stesso è da sogno, con vigneti rigogliosi che si arrampicano tra le colline e si affacciano sulla Mosella. L’ideale è scoprire le sue meraviglie con una bella passeggiata a piedi o in bici, per godere di un panorama mozzafiato. Ma è il centro storico del villaggio ad essere la vera perla: tra le sue viuzze, sembra quasi di essere ancora al medioevo.

Una delle attrazioni più affascinanti è la Chiesa di St. Joseph, che ha reso Beilstein un luogo di pellegrinaggio. L’edificio, uno splendido esempio di architettura barocca costruito a partire dalla fine del ‘600, custodisce infatti la Madonna Nera dei Miracoli, una statua spagnola realizzata nel XII o nel XIII secolo. Dopo la guerra dei trent’anni, gli spagnoli che avevano dominato sul villaggio per un breve periodo lasciarono qui questa magnifica scultura, la quale venne poi portata in Francia. Solo nel 1950 fu trasferita nuovamente a Beilstein, ed è oggi ammirata da moltissimi pellegrini.

In passato, il borgo aveva anche un’importante comunità ebraica: ne sono testimonianza l’ex sinagoga, un vecchio edificio in pietra a tre piani, e un cimitero ebraico abbarbicato tra le colline. Poco al di sopra di quest’ultimo, in una posizione da cui si può ammirare un paesaggio incredibile, ci sono le rovine del Castello Metternich. Menzionato per la prima volta nel 1268, venne probabilmente eretto più di un secolo prima e purtroppo venne distrutto nel 1689, durante la guerra dei nove anni, dalle truppe francesi.

Oggi del bellissimo maniero restano soltanto alcune rovine, tra cui il mastio del ‘200 e la torre circolare situata a sud-ovest, risalente al XIV secolo. Nei dintorni, affacciate sulla Mosella, ci sono altre antiche fortificazioni come le imponenti mura con cinque porte e diverse torri di guardia. Nonostante Beilstein sia davvero minuscolo, non manca una cantina dove degustare i migliori vini prodotti nei dintorni e due splendidi hotel pronti ad accogliere i turisti.

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Itinerari in bicicletta a pelo d’acqua: i più belli in Italia

Siete appassionati di ciclismo e amate pedalare senza fretta alla scoperta di territori che sanno trasmettere, oltre alle bellezze paesaggistiche, storia, natura, cultura ed enogastronomia?

Allora, rimarrete senz’altro estasiati dal progetto “Bici a pelo d’acqua“, l’ambizioso progetto che unisce Italia e Svizzera con itinerari di circa 270 chilometri lungo le reti cicloturistiche riconosciute dalla Regione Piemonte di cui l’acqua è il filo conduttore: un coinvolgente “viaggio senza frontiere” che costeggia fiumi come il Rodano, il Toce, il Ticino e il
Sesia, laghi come quello di Mergozzo e di Orta e una fitta rete di canali irrigui che portano la vita in risaia.

Le azioni progettuali si sviluppano partendo dalle vallate alpine del Vallese, per attraversare il Passo del Sempione o più comodamente usufruire del treno+bici da Briga a Domodossola, fiancheggiando i fiumi e i laghi, fino alle colline vitivinicole novaresi, territori da attraversare con lentezza, in bicicletta o a piedi, per gustare poco alla volta tutta la loro ricchezza vibrante di cultura, paesaggi, profumi e sapori, pedalando dolcemente fino alla pianura risicola e al suo capoluogo Novara.

“Bici a pelo d’acqua”, un viaggio senza frontiere

270 chilometri di ciclovie su 4 tracciati, per bici ed e-bike: la Via del Mare, la Pedemontana, la Via del Ticino e del Lago Maggiore e la Route du Rhône; itinerari uniti dal tema dell’acqua che si ritrova lungo tutto il percorso, tra fiumi, laghi, canali irrigui e risaie, dalla Svizzera col canton Vallese, passando per l’Ossola, il Lago d’Orta, e il Novarese fino alle risaie della Bassa e ancora il Ticino, oppure percorrendo la provincia da ovest a est lungo la Pedemontana.

Si tratta di percorsi adatti a ogni tipo di età e categoria, che si snodano su ciclovie, ovvero percorsi misti, greenway, strade sterrate di campagna, strade a basso traffico (spesso comunali o provinciali) dove il limite di velocità per gli automezzi è di solito posto tra i 30 e i 50 km/h: in questo modo, il ciclista ha l’occasione di pedalare ammirando i piccoli borghi con i loro castelli, il paesaggio che varia dalle montagne alle colline, ai laghi, ai fiumi e a bordo delle risaie della pianura risicola novarese con le antiche cascine ricche di testimonianze che richiamano i tempi passati con la storia delle mondine.

Gli itinerari tra luoghi a dir poco magici

Diamo ora uno sguardo alle principali località toccate da “Bici a pelo d’acqua” e partiamo con Domodossola, che si sviluppa attorno a Piazza del Mercato con portici quattrocenteschi ed edifici del XV e XVI secolo e vanta pregevoli collezioni nei suoi notevoli musei, per arrivare a Omegna, nel punto più settentrionale del Lago d’Orta, lambita dal torrente Nigoglia, che ha la particolarità di scorrere verso Nord: è nota per aver dato i natali a Gianni Rodari cui è dedicato il Parco della Fantasia, parco letterario dove perdersi tra i suoi racconti e le filastrocche per imparare giocando.

Ancora, ecco Pella, delizioso borgo di riviera con l’ animata piazzetta. Più avanti si arriva a Ronco Inferiore, raccolta località medievale che si specchia in acqua. In località Prorio, si trova l’attracco per raggiungere il borgo di Orta e l’Isola di San Giulio (la bici può essere caricata sul battello).

Il percorso si snoda sul lungolago toccando le località di Lagna, Villa Castelnuovo, Pascolo fino a giungere al Lido di Gozzano, tra boschi e canneti, in regione Buccione Vecchio.

In località Buccione si ammira l’antica Casa del Vescovo (luogo di sosta del clero che attendeva di imbarcarsi per l’Isola di San Giulio) mentre in centro a Gozzano da vedere sono la Collegiata di San Giuliano e l’antica Chiesa di San Lorenzo.

Poi, arriviamo a Borgomanero, città attiva e vivace sorta in epoca altomedievale, dove meritano una sosta la Collegiata di San Bartolomeo, l’Oratorio di San Leonardo e Villa Marazza, e a Novara, dove lo sguardo viene subito attirato dall’imponente Cupola della Basilica di San Gaudenzio: il centro storico vanta altrettanti luoghi di interesse come il Duomo antonelliano di Santa Maria, il Complesso Monumentale del Broletto e i Palazzi del Chiostro della Canonica.

Per concludere, ammiriamo Romagnano Sesia, immerso tra i vigneti delle Colline Novaresi, con l’ottocentesca Villa Caccia, sede del Museo Storico Etnografico della Bassa Valsesia, e il Mulino Vecchio di Bellinzago, oggi l’unico funzionante e in buono stato di conservazione tra i numerosi mulini ad acqua della Valle del Ticino.

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Cascata di Foroglio, incanto a due passi dall’Italia

Le cascate sono mete perfette da scoprire durante una vacanza nel cuore della natura, un’oasi da fiaba tra il rombo dell’acqua e l’incanto del paesaggio tutt’intorno.

Il Canton Ticino, e in particolare la Vallemaggia, è un territorio straordinario che pullula di fragorosi salti d’acqua tra cui spicca la bellissima Cascata di Foroglio, una delle più rappresentative della Svizzera italiana.

Con la sua mole imponente, non può certo passare inosservata e accoglie con il suo salto di 110 metri chiunque arrivi all’omonimo paesino, frazione di Celio in Val Bavona: formata dal corso del fiume Calnegia, si nota già al ponte che collega la strada cantonale all’ingresso di Faroglio.

E, dopo una passeggiata tra le caratteristiche vie del centro disegnato da graziose case in pietra e chiesetta quattrocentesca, seguendo il sentiero di campagna sulla sinistra, dopo cinque minuti a piedi eccola ancora più vicina, in tutto il suo splendore: sì perché la potenza dell’acqua lascia sempre senza parole.

La magnifica cascata e il Percorso della Transumanza

Una volta al cospetto della Cascata di Foroglio, ammiratela senza più pensieri: è un’immagine che fa bene alla mente e al cuore e che rimane indelebile nei ricordi di un piacevole viaggio alla scoperta del Canton Ticino.

Oppure organizzate un picnic in una fresca oasi (soprattutto durante la stagione estiva) e salite sulla suggestiva altalena che fa parte del progetto “Swing the World“, che ha l’obiettivo di valorizzare quelle aree meno conosciute grazie all’installazione di un’altalena e intrattenere grandi e piccoli in maniera creativa, incentivandoli a trascorrere del tempo di qualità all’aria aperta in panorami mozzafiato: infatti, l’altalena crea una cornice perfetta e dondolarsi al suono dell’acqua di una cascata ha qualcosa di magico.

Ma non soltanto.

Una volta in zona, potrete imboccare il “Percorso della Transumanza” che conduce tra i pascoli incontaminati della Val Calnegia tra Foroglio e Calnegia, un rigenerante itinerario anche “a misura di famiglia”. Si tratta di un sentiero di 8,6 chilometri, percorribile in due ore e mezza circa andata e ritorno, con dislivello di 500 metri: dopo una quarantina di minuti vi troverete a Puntid, un verde pianoro dove scorre il fiume Calnegia e lo sguardo si perde ad ammirare il ponte di pietra, le case edificate a ridosso di massi erratici e le marmitte dei giganti plasmate dall’azione dell’acqua.

Foroglio, iconico villaggio alpino

Una sosta la merita ovviamente il villaggio alpino di Foroglio, con le case dal tetto e mura interamente in pietra nonché la chiesetta da cui scorgere il salto d’acqua.

Non mancano ristorante, negozio di artigianato e le torbe in pietra e legno, tipiche costruzioni adibite alla conservazione dei cereali come, ad esempio, la segale.

Esplorate ogni scorcio e ogni angolo senza fretta e avrete la sensazione di un viaggio indietro nel tempo, fino al Medioevo.

Come arrivare a Foroglio

Per raggiungere la Valle Bavona e la Cascata di Foroglio, occorre arrivare a Locarno e poi continuare in direzione Avegno/Vallemaggia.

Risalita la valle fino a Cevio, si prosegue percorrendo la Vallemaggia fino a Bignasco, la porta d’accesso alla Val Bavona: da qui, ancora avanti fino a svoltare in Via Bavona e attraversare le località Bavona e Ritorto, per poi giungere a Foroglio.