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Anche una compagnia aerea europea ora pesa i passeggeri all’imbarco

Pesare i passeggeri prima dell’imbarco: l’iniziativa di alcune compagnie aeree tra cui Air New Zeland nel 2022 e Korean Air nel 2023, sbarca per il 2024 anche in Europa.

È, infatti, Finnar, la compagnia di bandiera finlandese, che dall’inizio di febbraio ha iniziato a chiedere a chi stava per imbarcarsi a bordo degli aerei a Helsinki di salire sulla bilancia (insieme a trolley e zaini).

Le motivazioni

La ragione di questa novità, che dapprima può apparire “bizzarra”, non sta nell’introduzione di un pagamento extra ma nella necessità di aggiornare i dati al fine di determinare con precisione il peso dei velivoli al momento del decollo.

Non è, quindi, una “mera curiosità” del vettore bensì un modo per poter calcolare il peso effettivo dell’aeromobile tenendo conto di vari elementi quali il carburante, il cargo, i bagagli nella stiva, il catering, le merci, l’acqua e, ovviamente, i passeggeri.

In questo caso, di norma, si utilizzano i dati medi del settore che, in Europa, vengono forniti dall’Agenzia europea per la sicurezza aerea (Easa), che, tuttavia, si rivelano meno accurati di quelli ricavati singolarmente.

Si tratta di elementi indispensabili per bilanciare al meglio l’aereo e per evitare, come accaduto più volte, che vi siano problemi in fase di decollo come, ad esempio, il cosiddetto “tail-strike”, ovvero la “coda che tocca la pista”.

Il sondaggio di Finnair

Proprio per raccogliere dati più precisi e aggiornati, Finnair ha deciso (come fatto in precedenza nel 2017-2018) di predisporre un proprio sondaggio con una prima raccolta dati durante la stagione invernale e una seconda nel mese di maggio con riferimento al periodo estivo.

La distinzione è d’obbligo: indossando abiti più pesanti, il peso dei passeggeri aumenta in inverno e va di conseguenza a influire sul carico del velivolo.

Reclutare volontari non è stato difficile: sono state oltre 800 persone, sia uomini che donne di varie taglie, a raccogliere l’invito e, in cambio della loro disponibilità, hanno ricevuto dalla compagnia aerea una targhetta identificativa per il bagaglio.

Il principale vettore della Finlandia ha, quindi, seguito le orme di Air New Zealand e di Korean Air in quanto le autorità di sicurezza richiedono che i dati siano aggiornati ogni 5 anni: Finnair invierà le informazioni raccolte all’agenzia finlandese per i trasporti Traficom che le impiegherà come parametro di riferimento per il periodo 2025-2030.

Il rapporto dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea

Per avere un quadro più chiaro della stima del peso dei passeggeri dei velivoli in Europa possiamo fare riferimento al rapporto 2022 dell’Agenzia europea per la sicurezza aerea secondo cui, in media, si aggirerebbe attorni ai 75,6 chili (più 7,6 chili di bagaglio a mano).

Da notare le differenze di stagione e di genere: da fine marzo a fine ottobre (vale a dire “l’estate”) il peso medio si attesta sui 74,7 chili e per il resto dell’anno (ovvero “l’inverno”) sui 77,6 chili, mentre le donne pesano in media 67,5 chilogrammi e gli uomini 82,2.

I dati su cui si basa Finnair e che derivano dal sondaggio effettuato nel 2018 indicano circa 76 chili per le donne con il bagaglio a mano e circa 95 chili per gli uomini, sempre con bagaglio a mano.

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La migliore meta europea dove andare quest’anno

Votato da un milione di viaggiatori provenienti da 172 Paesi, il Principato di Monaco è risultato essere la migliore destinazione europea dell’anno. Il titolo di “Best European Destination 2024” è merito del grande impegno che questa città-Stato ha avuto negli ultimi anni puntando su altri temi rispetto ai soliti stereotipi. Sostenibilità in primis, e poi cultura e attività outdoor.

Il Principato resta comunque quello che nell’immaginario collettivo viene identificato come un luogo di benessere e di felicità, ma non soltanto per i beni di lusso. Oggi, il Principato di Monaco – o Montecarlo – è considerata da moltissimi viaggiatori una destinazione perfetta per una fuga “green”, che combina benessere, attività all’aria aperta, gastronomia e, grazie al clima mite di cui gode, anche vita da spiaggia e attività acquatiche, praticamente tutto l’anno.

Ma non è tutto. Monaco è considerato il connubio perfetto tra glamour, cultura e relax, fattori che rendono davvero unico al mondo questo fazzoletto di terra di soli due chilometri quadrati incastonato nella Riviera francese.

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Fonte: ©B. Vergely

La vegetazione che incornicia il Principato di Monaco

Montecarlo sempre più green

Il Principato è la meta perfetta per organizzare una weekend fuori stagione, specie per chi ama gli eventi mondani o culturali, perché ogni mese c’è qualche grande appuntamento, dal salone nautico al festival del circo, dall’opera all’arte. Alcuni di essi si svolgono da decenni e sono ormai molto rinomati, tanto da attirare tantissimi visitatori, oltre agli addetti ai lavori, da ogni parte del mondo.

Tra gli eventi più belli, ma ancora poco conosciuti, c’è il Festival Printemps des Arts di Montecarlo, presieduto da Sua Altezza Reale Carolina di Hannover, che quest’anno punta proprio sul tema della sostenibilità.

Si tratta di un appuntamento annuale con la musica in tutte le sue forme, che è giunto alla quarantesima edizione e che, proprio perché dà il via agli eventi primaverili, si svolge sempre più in location diffuse su tutto il Principato, tra sale da concerto e spazi non convenzionali.

L’edizione 2024, il cui tema conduttore è “chants de la terre”, “canti della terra” e quindi il rapporto tra l’uomo e la natura, si svolge nei quattro long weekend (dal mercoledì o giovedì alla domenica) che vanno dal 13 marzo al 7 aprile, con 25 appuntamenti distribuiti in 19 magnifici luoghi di Montecarlo e della Costa Azzurra, come il Centre Culturel Prince Jacques di Beausoleil e il Conservatorio e Théâtre National di Nizza.

Monaco per turisti responsabili

Se in giro per il Principato si vedono (e si sentono) spesso sfrecciare bolidi, non è detto che gli stessi proprietari non vadano anche in giro a piedi o in bicicletta. Da sempre, a Montecarlo, per via della sua conformazione, esiste un sistema di scale, ascensori, scale mobili e persino di marciapiedi mobili (tutti gratuiti, ovviamente) che consentono a chiunque di andare su e giù per il Principato senza stancarsi, raggiungendo i vari punti della città in poco tempo.

Ultimamente, la biciletta anche qui sta davvero spopolando. A Monaco ci vanno quasi tutti tanto che sono sempre più numerose le piste ciclabili su cui si può pedalare in tutta sicurezza. I turisti che sono in visita ne possono noleggiare una delle tante disponibili nelle rastrelliere Monabike o Mobee, per chi preferisce le bici elettriche.

Non solo palazzi e grattacieli

Non tutti sanno che il 20% del territorio monegasco è ricoperto da aree verdi. Sono numerosi, infatti, i giardini e i parchi, a partire dal celebre Giardino giapponese che si affaccia sul lungomare del Larvotto, un’oasi di pace e relax come non se ne trovano spesso. Ma meno noto è il Percorso biodiversità che si trova nei Giardini Saint-Martin, il primo giardino pubblico a essere aperto nel Principato nel 1816, realizzato su un terreno abbandonato per dare lavoro agli abitanti del posto. Nascosto tra il Museo Oceanografico e la Cattedrale, questo scrigno verde offre tante sorprese e vedute panoramiche eccezionali sul Grand bleu.

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Fonte: 123rf

Il Giardino giapponese nel cuore di Montecarlo

Ancora meno conosciuto è il Percorso degli alberi monumentali, un itinerario più che un vero e proprio parco, sviluppato nella zona Est del Principato. E poi ci sono il Jardin Exotique sulle alture di Montecarlo, uno dei giardini più belli del mondo che, però, purtroppo resterà chiuso nel 2024 per lavori di manutenzione straordinaria, il Roseto Principessa Grace nella zona di Fontvieille e i Jardins de la Petite Afrique nei pressi del Casinò. Inoltre, il Principato possiede tre aree marine protette, di cui una riserva marina educativa.

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Cosa vedere a Sebenico, città medievale sul mare

Sebenico, il cui nome in lingua locale è Sibenik, è una bellissima città della Croazia che si fa spazio sulla costa della Dalmazia centrale e affacciata sulla valle dove il fiume Krka si congiunge con il mare. Una località medievale che dalle cime di una collina si specchia sulle limpide acque dell’Adriatico, regalando soggiorni e meraviglie uniche.

Cosa aspettarsi

La periferia di Sebenico potrebbe lasciare un po’ delusi, ma quando si arriva al centro cittadino diventa praticamente impossibile non innamorarsene. Situata a metà strada tra Zara e Spalato, è una città d’arte, un centro culturale importante e un luogo conosciuto come “la città delle pietre”.

Il merito è dalle sue fortezze e dalla splendida Cattedrale che la dominano, e anche di tante altre attrazioni che sono una più suggestiva dell’altra. Ma a colpire sono anche i panorami che regala, al sapore di Mediterraneo e ricchi di colori scintillanti.

Cosa vedere

La città di Sebenico è divisa in due nuclei: c’è la parte antica che sorge su di una collina, e la zona turistica che si fa spazio sulla sua magnifica costa.

Sebenico, cosa vedere

Fonte: iStock

Una bellissima veduta di Sebenico

Probabilmente è la più sottovalutata tra le città costiere della Dalmazia, ma nei fatti offre un centro storico che è un vero gioiello e un susseguirsi di meravigliose attrazioni. Camminando sulle caratteristiche strade in salita della città vecchia, infatti, si incontrano diversi punti di interesse, come il Palazzo del Municipio, un edificio che è stato ricostruito a causa dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale.

Tra le sue attrazioni migliori c’è senza ombra di dubbio la Cattedrale di San Giacomo, considerata un capolavoro architettonico ad opera dell’architetto e scultore Juraj Dalmatinac. Osservandola noterete una particolare caratteristica: possiede un fregio che orna le pareti esterne delle absidi con 71 teste scolpite. Raffigurano i cittadini di Šibenik nel XV secolo, con tutte le espressioni facciali possibili, dalla gioia alla paura, dalla tristezza alla rabbia.

Molto affascinante è anche la Chiesa di San Giovanni che è stata costruita alla fine del XV secolo. Non sono di certo da meno la Chiesa e il Monastero Francescano, sede di diversi dipinti in stile barocco-veneziano e affreschi del XIV e XV secolo.

Poi ancora la Chiesa di Santa Barbara che tra le sue mura custodisce un museo di arte sacra con dipinti, incisioni e sculture dal XIV al XVIII secolo.

Ma questi sono solo alcuni esempi, perché gli edifici religiosi di Sebenico sono ben 24. Da non perdere sono anche il Teatro, costruito tra 1864 e 1870 in stile neo rinascimentale, e Piazza della Repubblica, nella quale troneggiano la Cattedrale di San Giacomo e Loggia Grande, sormontata dalla Chiesa di Tutti i Santi che è raggiungibile con una lunga scalinata.

La piazza è anche la sede della Cisterna Magna, un serbatoio che serviva per la raccolta delle acque piovane, e della chiesetta di Santa Barbara, fatta in pietra e con due campanili a vela.

Di particolare interesse è anche il Palazzo Vescovile che conserva due opere di pregio, la Madonna di Nikola Vladanov e la Madonna con 4 Santi di Biagio da Traù, e due maestosi portali, uno in stile tardo gotico e l’altro in stile Rinascimentale.

Poi ancora la Fortezza di San Michele, baluardo della città, da cui ammirare scorci di Sebenico davvero emozionanti. Un tempo era il più importante sistema difensivo cittadino, mentre oggi nel suo cortile superiore vengono svolti spettacoli di teatro all’aperto e concerti sotto le stelle.

Vale la pena anche raggiungere il lungomare per fare una piacevole passeggiata lungo Canale di Sant’Antonio, un percorso pedonale di circa 4,5 chilometri pregno di aree verdi, caffè e ristoranti. Come è possibile intuire, il momento più romantico in cui accedervi è il tramonto.

Cattedrale di San Giacomo a Sebenico

Fonte: iStock

La maestosa Cattedrale di San Giacomo

Le spiagge

Essendo Sebenico una bellissima città medievale affacciata sul mare, è giusto chiedersi se ci siano anche spiagge da sogno. La risposta è sì: la spiaggia più famosa è quella cittadina e prende il nome di Banj. Apprezzata da persone di tutte le età, si estende per 170 metri e offre una vista preziosa sul centro storico, la Fortezza di San Michele e il Canale di Sant’Antonio. Nel 2016 è stata premiata come migliore spiaggia della Croazia e su di essa sventola fiera la Bandiera Blu.

Fatta di ciottoli, mette a disposizione anche una piacevole passeggiata costiera, parchi giochi sportivi e per bambini e bar direttamente sulla spiaggia.

Molto bella è anche la spiaggia di Jadrija, particolarmente amata dai cittadini di Šebenico che la raggiungono dall’ormai lontanissimo 1921. A render il tutto ancor è più vivace è la presenza di varie cabine-spogliatoio colorate, che ormai sono diventate reali attrazione sui social network.

Inoltre, è una spiaggia che può vantare una doppia personalità: la parte settentrionale è di ghiaia e pietra con parti in cemento, quella meridionale è esclusivamente in cemento.

A circa 6 chilometri di distanza da Sebenico sorge il complesso alberghiero Solaris dove si estendono bellissime spiagge per ben 4 chilometri di lunghezza. C’è la spiaggia di ciottoli e sabbia, dove è possibile noleggiare ombrelloni e sedie a sdraio (in legno), ma anche spiagge per famiglie, terme e club.

Vale la pena fare un salto anche presso Zaboric, un villaggio costellato di magnifiche baie naturali e spiagge di ghiaia e sabbia. L’acqua è cristallina e la presenza di fitte foreste di pini assicurano un’abbondante dose di ombra naturale.

C’è poi la spiaggia di Rezalište che sorge a Brodarica, a soli 6 chilometri da Sebenico. Fatta di ciottoli, è piena di strutture per bambini.

Infine Zablać, un piccolo villaggio che offre una spiaggia di ciottoli con una parte in cemento.

Insomma, un viaggio a Sebenico è davvero completo di tutto. Non resta che inserire questa bellissima città croata della lista dei propri desideri di viaggio.

Sebenico spiagge top

Fonte: iStock

Ingresso del Canale di Sant’Antonio che conduce alla città di Sibenik
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Questo Paese europeo sta sperimentando il passaporto virtuale

L’evoluzione tecnologica è rapidissima: non facciamo in tempo ad abituarci alle funzioni di un dispositivo che ne arrivano altre ben più interessanti. È un bene? Un male? Non sta di certo a noi dirlo, ma quel che è sicuro è che quando la tecnologia è ben utilizzata i vantaggi sono notevoli (e per tutti). Partendo da questo presupposto, un Paese europeo ha deciso di sperimentare per primo il passaporto virtuale. Scopriamo insieme di cosa si tratta.

Cos’è il passaporto virtuale

Con le parole passaporto virtuale si fa riferimento alle credenziali di viaggio digitali (Dtc), un interessante progetto che consente di creare in modo sicuro una versione digitale del proprio passaporto fisico, in linea con gli standard dell’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO).

Se dovessimo dimenticarlo a casa, in sostanza, non sarebbe più un problema perché la Dtc viene memorizzata come credenziale verificabile nel wallet del proprio cellulare. In questa maniera, diventiamo tutti in grado di mantenere il controllo dei dati personali per condividerli, consapevolmente, solo quando necessario durante il viaggio.

Una tecnologia che è stata costruita per garantire l’autenticità, l’integrità e la proprietà e che, al contempo, può essere verificata automaticamente e ripetutamente, riducendo il rischio di frode.

Dove verrà sperimentato il progetto pilota

Il primo Paese al mondo in cui viene sperimentato questo progetto pilota è la Finlandia, più precisamente presso l’aeroporto di Helsinki, fino al 31 marzo di quest’anno. Grazie alla collaborazione di Finnair, della polizia finlandese e di Finavia, i passeggeri della compagnia aerea possono volare verso destinazioni al di fuori dell’area Schengen in maniera più rapida e senza intoppi.

Occorre solo registrarsi come utente Dtc volontario e utilizzare il proprio passaporto digitale al controllo di frontiera, quando si parte e/o si arriva in Finlandia.

Essendo un progetto ai suoi esordi, sono state prese in considerazione solo alcune specifiche destinazioni per sperimentarlo. Il Dtc, infatti, può essere utilizzato da e/o verso (considerando Helsinki come base): Alanya, Changi, Aeroporto internazionale di Dallas/Fort Worth, Aeroporto internazionale di Doha, Aeroporto internazionale di Dubai, Aeroporto internazionale di Dublino, Edimburgo, Haneda, Heathrow, Helsinki, Aeroporto internazionale Indira Gandhi, Aeroporto internazionale di Hong Kong, John F. Kennedy, Aeroporto internazionale del Kansai, Los Angeles, Narita Pu Dong, Aeroporto internazionale di Bangkok-Suvarnabhumi, Aeroporto internazionale di Incheon, Aeroporto di Larnaca, Aeroporto di Manchester Miami.

Se sarete tra i passeggeri che decideranno di fare questa sperimentazione, sappiate che un vostro riscontro è molto importante per la guardia di frontiera, che a sua volta vi invierà un sondaggio di feedback.

Ma non è finita qui, perché il servizio immigrazione finlandese sta valutando anche la digitalizzazione e la conversione dei permessi di soggiorno in codici a barre 2D con dati biometrici nell’ambito del progetto. Come possibile intuire, il permesso di soggiorno è un documento di viaggio fondamentale nell’ambito del passaporto e l’obiettivo è supportare il Dtc, producendo anche i documenti di accompagnamento in formato digitale.

Infine, è bene sapere che la Direzione nazionale della polizia sta esaminando la gestione degli errori dei chip nella registrazione, creazione e utilizzo del Dtc.

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Dove è stato girato il film Tv “La rosa dell’Istria”

Un film Tv che racconta una fase molto importante della nostra storia recente, un lungometraggio che ci fa scoprire la fame, il freddo, la minaccia delle armi e della morte, ma anche chi sopravvive a tutto ciò e le conseguenze. Parliamo de “La rosa dell’Istria”, un nuovo film di Rai1 che illustra la guerra a Canfanaro (oggi Croazia) e che investe in pieno la famiglia Braico.

“La rosa dell’Istria”, cosa aspettarsi”

“La rosa dell’Istria” è un film liberamente ispirato al romanzo “Chi ha paura dell’uomo nero?”, di Graziella Fiorentin, ed è la storia intima di una famiglia, ma anche dei grandi e sofferti amori della vita. Si tratta di una coproduzione Rai Fiction – Publispei e Venicefilm srl, che vede come attori Andrea Pennacchi, Gracjela Kicaj, Costantino Seghi ed Eugenio Franceschini sotto la regia di Tiziana Aristarco.

Una storia in grado di travalicare tempo e divisioni e che narra la vita di una ragazza che cerca di sopravvivere e di vincere, anche se il mondo che le sta intorno le crolla addosso. Lei è Maddalena, e si troverà a vivere uno degli eventi più drammatici e anche più controversi della storia del nostro Paese.

Intorno a questa giovane donna tutto è oscuro e privo di speranze, eppure lei cerca in qualche modo di vedere e riportare su tela un mondo più colorato, proiettato verso un futuro migliore. La sua è una grande speranza di ritorno alla vita per salvare e ritrovare qualcosa del suo passato che non poteva morire.

Dove è stato girato

Le riprese de “La rosa dell’Istria” sono iniziate nel 2023 e sono avvenute in una nostra regione da sogno: il Friuli Venezia Giulia. Sono state scelte diverse location, tra cui il Porto Vecchio di Trieste, Gradisca d’Isonzo, Mossa, Gorizia, Grado e Fossalon.

Il Porto Vecchio di Trieste comprende cinque moli, 3100 metri di banchine di carico e scarico merci, 23 grandi edifici ed è direttamente collegato alla vecchia ferrovia del 1857. Costruito tra il 1868 e il 1887,  conserva un interessante Polo museale e anche una Centrale che è da considerarsi un capolavoro di archeologia industriale.

Gradisca d’Isonzo, in provincia di Gorizia, è uno dei “Borghi più belli d’Italia” ed è completamente immersa nel verde. Con una storia lunga ben oltre nove secoli, offre un rilevante patrimonio architettonico ma anche molti ristoranti e punti di ristoro in cui gustare i migliori vini della regione (e non solo).

Voliamo ora a Mossa, sempre in provincia di Gorizia, un paesino agricolo che si fa spazio in una zona di rara bellezza paesaggistica in quanto circondata dai rilievi del Collio. Ricca di testimonianze del passato, come reperti preistorici e strutture dell’età romana e longobarda, è la sede del Santuario di Santa Maria dei popoli, anticamente luogo di sosta e di preghiera per i pellegrini.

C’è poi Gorizia, città piccola, piacevole e dal passato asburgico che ancora vive nei palazzi e nei giardini. Sarà Capitale europea della Cultura 2025 insieme a Nova Gorica, entrambe località che hanno vissuto in prima persona le vicende drammatiche che hanno coinvolto il confine orientale d’Italia durante il Fascismo e la Seconda Guerra Mondiale.

Particolarmente affascinante è Grado, elegante cittadina lambita dal mare e che offre un centro storico dal fascino veneziano. Da queste parti da non perdere sono la Basilica di Santa Eufemia e l’adiacente Basilica di Santa Maria delle Grazie, la più antica di Grado. Conosciuta come “isola del sole”, mette a disposizione ben tre chilometri di spiaggia.

L’ultima location de “La rosa dell’Istria” di cui vi vogliamo parlare è Fossalon, una graziosa frazione di Grado che presenta una natura incontaminata grazie alla sua riserva naturale, che è la casa di centinaia di specie di uccelli. Sono presenti anche una spiaggia selvaggia e il maestoso delta del fiume Isonzo che si getta nel mare.

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Il centro termale più grande d’Europa è un viaggio nel tempo e nella bellezza

Budapest, la “perla del Danubio“, è una delle città più affascinanti e visitate d’Europa, un luogo che abbraccia la sua storia secolare con un’architettura maestosa che richiama l’epoca dell’impero austro-ungarico e la Belle Époque. Questa città è un incantevole scrigno di bellezza, dove gli edifici in stile Art Nouveau richiamano i fasti di un’epoca passata.

Ma c’è un’altra ragione per cui Budapest è ammirata in tutto il mondo. Conosciuta anche come la “Città delle terme“, le sue fondamenta calcaree nascondono un tesoro sotterraneo di ben 118 sorgenti termali naturali, che sgorgano generosamente con una quantità impressionante di 70 milioni di litri di acque terapeutiche ogni giorno. Un luogo unico nel suo genere, che invita le persone a rilassarsi e rigenerarsi immersi nelle sue acque curative, rendendola una delle destinazioni termali più suggestive del pianeta.

Molti dei bagni termali di Budapest racchiudono un passato affascinante ma, al contempo, testimoniano la capacità di questa città di rinnovarsi nel corso dei secoli. Il complesso più popolare è il Széchenyi che, nonostante sia stato inaugurato solo alla fine del XIX secolo, ha rapidamente guadagnato un posto speciale nei cuori dei visitatori. La sua imponente struttura in stile neobarocco e le sue acque calde e terapeutiche attirano ogni anno generazioni di bagnanti in cerca di relax e benessere. È un luogo in cui il fascino del passato si mescola con il presente, creando un’esperienza emozionante e indimenticabile.

Szechenyi: l’oasi termale di Budapest

Bagni Széchenyi

Fonte: iStock

Bagni Termali Széchenyi, Budapest

Budapest nasconde tesori termali in ogni angolo, ma nessun altro luogo incarna la sua importanza storica come i Bagni Széchenyi. Questo complesso termale, situato in un imponente edificio in stile neogotico, ha aperto le sue porte al pubblico nel 1913 e da allora è diventato una delle attrazioni più iconiche della città.

Le sorgenti prendono il loro nome da István Széchenyi, uno dei più importanti statisti ungheresi del XIX secolo. Progettati dall’architetto Gyozo Czigle verso il 1881, questi bagni hanno visto una continua evoluzione. Nel corso dei decenni, infatti, sono stati oggetto di costanti lavori di espansione e miglioramento, diventando un punto di riferimento per il benessere fisico e mentale. Composti da ben 12 piscine interne e 3 esterne, si ergono come una meraviglia architettonica in mezzo alla splendida cornice della città ungherese.

Ma è l’atmosfera che circonda questo luogo che incanta e affascina al primo sguardo. Lo stile neobarocco che caratterizza le piscine interne è un omaggio all’arte e alla bellezza. Statue, mosaici e volte affrescate decorano con maestria ogni angolo, trasportandoti nella raffinatezza e nel lusso del passato. Un autentico viaggio nel tempo, avvolti dall’arte e dalla storia.

L’apice assoluto di questa esperienza è senza dubbio la piscina esterna, regina indiscussa dei Bagni Széchenyi. Qui, il contrasto tra il calore delle acque termali e la maestosità dell’antico edificio che la circonda è semplicemente magico. È come immergersi in un dipinto vivente, dove la storia si fonde con la contemporaneità in una sinfonia di relax e bellezza. Ma c’è un elemento che la rende diversa dalle altre: i tavoli da scacchi galleggianti. Posizionati al centro della piscina, ti permetteranno di sfidare i tuoi avversari all’insegna del più completo relax. Un’esperienza senza paragoni, una sfida avvincente che si svolge in uno scenario unico al mondo.

Le acque termali di Széchenyi: un elisir di bellezza e benessere

I Bagni Széchenyi a Budapest sono un luogo di incanto e bellezza, ma la loro vera magia risiede nelle acque termali che li alimentano. Queste rappresentano una delle risorse più preziose della città e sgorgano da due sorgenti d’acqua di fonte artesiana situate a una profondità di circa 1000 metri sottoterra.

Una delle caratteristiche più sorprendenti è la loro temperatura alla fonte, che si aggira intorno ai 76 gradi Celsius. Questo calore naturale è parte integrante del loro potere curativo, ma per garantire il massimo beneficio e comfort, le vasche contengono anche acque a temperature molto più miti, che oscillano tra i 20 e i 38 gradi Celsius. Quest’alternanza tra caldo e freddo stimola la circolazione sanguigna, tonifica il corpo e apporta una sensazione rigenerante.

In sintesi, sono un vero tesoro della natura, ricche di minerali e nutrienti essenziali per la nostra salute. La loro composizione comprende calcio, fluoruro, acido metaborico e solfato, elementi che svolgono un ruolo fondamentale nel trattamento di vari disturbi. Infatti, i minerali presenti nelle acque termali di Széchenyi agiscono come antinfiammatori e alleviano il dolore articolare, permettendo ai visitatori di trovare sollievo e una maggiore mobilità. Inoltre, le loro proprietà terapeutiche si sono dimostrate efficaci anche nel trattamento di numerose malattie degenerative.

Bagni Széchenyi

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Bagni Termali Széchenyi, Budapest
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La strada dei limoni a Mentone, un itinerario tra colori e profumi

Mentone è la città dei limoni. Qui c’è una varietà unica che si trova solo nella cittadina del Sud della Francia. I limoni di Mentone hanno una denominazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) e hanno una forma allungata, hanno un profumo e un sapore aromatico e inoltre sono famosi perché non sono solo gialli, ma cambiano colore a seconda della stagione passando dal giallo chiaro a una tonalità molto più scura quando è pronto per essere raccolto.

A Mentone, tutto gira intorno ai suoi iconici frutti dorati. Il Carnevale qui è la Fête du citron, la festa del limone, dove i carri che sfilano per la città sono decorati con limoni e altri agrumi e i centralissimi giardini Biovès vengono allestiti con sculture di agrumi che vanno dal giallo all’arancio.

Nella città dei limoni, quindi, non poteva mancare un itinerario tematico: la Route du citron, la strada dei limoni, che tocca i luoghi più rappresentativi della città color pastello legati al suo prodotto più tipico, tra angoli che profumano di agrumi, artigiani e produttori locali.

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Fonte: 123rf

Fête du citron, il Carnevale di Mentone

La Route du citron

La strada dei limoni attraversa il centro storico di Mentone, una delle più pittoresche cittadine della Costa Azzurra molto amata dagli italiani, e tocca i luoghi più importanti legati alla storia e alla tradizione di questo agrume così iconico per la città. L’itinerario può essere esplorato a proprio piacimento, a piedi, specie nella prima parte, in bicicletta, in autobus o anche in auto per chi desidera proseguire nelle tappe appena fuori dal centro storico.

Il tour – più che altro gastronomica – parte dall’Ufficio del Turismo che si trova in avenue Boyer che costeggia i giardini Biovès. Le prime sei tappe si fanno a piedi o al massimo in bicicletta perché sono tutte vicine e si addentrano nella zona pedonale.

Le tappe del tour a piedi

La prima tappa è in un pastificio italiano, Pasta Piemonte, che ha inventato i ravioli al limone.

La seconda tappa è anch’essa all’insegna del gusto ed è presso uno dei più antichi produttori di confetture di mentone: Maison Herbin, che produce naturalmente marmellate al limone di Mentone, ma anche al mandarino, alle cipolle e persino al Nero d’Avola.

La terza tappa è anch’essa gastronomica ed è presso la Maison Gannac di proprietà di una famiglia locale di agrumicultori con una proprietà sulle alture della città, nel quartiere di Menton Garavan, che si può andare a visitare su prenotazione. Qui, oltre alle confetture, si trova frutta candita, chips al limone, olio di oliva, aceto, ma anche birre e alcoolici aromatizzati al limone.

La quarta tappa è lungo la rue pietonne, la strada pedonale parallela al lungomare di Mentone, Au pays du citron, dove i proprietari, nel loro negozio-laboratorio, trasformano il limone di Mentone in creazioni golose a partire da ricette ancestrali tenute segrete.

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Fonte: 123rf

La strada pedonale nel centro storico di Mentone

La quarta tappa è nel vicino Menton côté citron, dove trovare liquori, aperitivi, marmellate, olio d’oliva, aceto agli agrumi e limoni e molti altri prodotti.

La quinta tappa è presso un produttore di olio sin dalla fine dell’Ottocento, l’Huilerie Saint-Michel. Tra i suoi clienti c’è il ristorante Mirazur dello chef Mauro Colagreco tre stelle Michelin.

La sesta tappa è in uno dei luoghi più famosi di mentone, il Marché des Halles, il mercato coperto cittadino  che si trova tra il porto dei pescatori e la città barocca, ai piedi del campanile detto ‘Campanin’. Un luogo sempre animato e coloratissimo, centro di aggregazione sociale e della gastronomia di Mentone, da visitare per scoprire l’anima della città costiera. Aperto tutti i giorni fino all’ora di pranzo, si spazia tra una quarantina di produttori.

Le tappe sulle alture di Mentone

La Route du citron prosegue sulle alture intorno a Mentone. Per raggiungere le tappe successive – che sono assolutamente facoltative – bisogna o prendere un autobus o l’auto. Una tappa obbligata è dal produttore di ceramiche Les Faïences Mentonnaises dove si trovano piatti, brocche e quant’altro con decori tipici provenzali e gli immancabili limoni di Mentone.

Con una splendida vista mare, la tappa successiva è a La ferme des citrons, una tenuta di tre ettari sulla collina coltivata a limoni e altri agrumi e delimitata da ulivi secolari e da una foresta di avocado giganti. Si tratta di uno dei più grandi produttori dei limoni di Mentone IGP.

Andando in direzione del paese di Sospel, s’incontra una brasserie – o brassarìa, in nizzardo – specializzata in prodotti a base di limoni, La Mentounasc, una tappa imperdibile.

Infine, tornando verso il lungomare, tappa irrinunciabile al Giardino degli agrumi di Palazzo Carnolès, un altro quartiere di Mentone raggiungibile con una fermata di treno.

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Fonte: 123rf

Le alture di Mentone
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Copenaghen si accende d’incanto: il festival delle luci è magia

È tempo di immergersi in un viaggio straordinario, di lasciarsi avvolgere dall’incanto di esperienze uniche che trasformano le destinazioni in autentiche fiabe viventi. Tra le Capitali europee, c’è una città che in questi giorni brilla con una luce speciale, pronta a vestirsi di eleganza e poesia e a tramutare le sue strade in scenari da sogno.

Questo luogo è Copenaghen che, dal 2 al 25 febbraio, scioglierà l’abbraccio freddo dell’inverno per dare spazio a una celebrazione unica: il Copenhagen Light Festival. In questo periodo, le strade sono un vero e proprio palcoscenico luminoso, dove ogni passo è un viaggio tra emozioni e meraviglie. Qui, la luce è la protagonista indiscussa, dipingendo la città con pennellate di colori vibranti e creando atmosfere che rapiscono il cuore di chiunque si avventuri nelle sue strade illuminate.

Il Copenhagen Light Festival illumina il cuore della città

Light Festival

Fonte: Daniel Rasmussen – Copenhagen Media Center

Copenhagen Light Festival

Venerdì 2 febbraio, Copenaghen si prepara a trasformarsi in un vero incanto, illuminando il crepuscolo con 50 opere artistiche straordinarie. Una sinfonia di colori prenderà vita, danzando tra quartieri suggestivi, piazze pittoresche, strade che si snodano tra antichi vicoli e lungo il magico waterfront, abbracciando i parchi verdi della città.

Nelle prossime tre settimane, il festival svelerà un universo di opere luminose, veri capolavori che vanno dalle sculture alle installazioni, dalle proiezioni agli eventi, ciascuna concepita con maestria da artisti di fama internazionale, talenti emergenti e creativi visionari. I lighting designers e le organizzazioni d’arte si uniranno in un inno alla creatività, regalando alla città un’atmosfera unica, in cui ogni luce racconta una storia e ogni riflesso cattura un’emozione.

Le installazioni sono collocate lungo un percorso che abbraccia il cuore del centro storico e le rive del porto. Ma un tocco di magia si diffonderà anche in aree al di fuori del nucleo urbano, dove una selezione di opere artistiche regalerà un’esperienza luminosa inaspettata anche negli angoli meno esplorati della città.

La magia continua: ecco gli altri eventi da non perdere a Copenaghen

Nel periodo del Copenhagen Light Festival, la città si anima non solo di luci, ma anche di eventi emozionanti che amplificano quest’atmosfera incantata. Tra le numerose esperienze offerte, spiccano momenti musicali indimenticabili e attività coinvolgenti che trasformano questa festa delle luci in un viaggio multisensoriale.

Una delle perle del programma è la serie di concerti che prenderanno vita tra le maestose mura della Marmorkirken. Il DR Vocal Ensemble, infatti, regalerà melodie avvolgenti, creando un’armonia perfetta tra la musica e le luminarie che abbracciano la chiesa. Da non perdere anche il concerto di apertura presso la chiesa di Holmens, con il Mogens Dahl Chamber Choir.

Per coloro che, invece, cercano emozioni in luoghi insoliti, ogni sera il Cimitero di Vestre si trasforma in uno scenario misterioso e suggestivo, permettendo di ammirare quattro opere di luce straordinarie. Un luogo dove il sacro e il profano si fondono in un’armonia unica, rendendo questa inconsueta combinazione un appuntamento imperdibile per coloro che cercano un’avventura più unica che rara.

Il suggerimento è quello di consultare il sito ufficiale del festival, dove il programma viene regolarmente aggiornato con tutte le informazioni necessarie. Inoltre, se vuoi esplorare appieno tutte le sfaccettature di questa celebrazione, tieni d’occhio la mappa ufficiale, una guida dettagliata per orientarsi tra le diverse installazioni e abbracciare ogni angolo illuminato di questa splendida città.

Light Festival

Fonte: Marc Skafte-Vaabengaard – Copenhagen Media Center

Copenhagen Light Festival
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La meta italiana che è ora una delle grandi città termali d’Europa

La chiamano la Città dei Papi, perché fu per lungo tempo sede pontificia, e vanta un quartiere medievale tra i più belli al mondo: stiamo parlando di Viterbo, una meta assolutamente da scoprire, oggi per un motivo in più. A partire dal 1° gennaio 2024, infatti, è ufficialmente una delle grandi città termali d’Europa. Si tratta di un riconoscimento importante, che elegge questa destinazione come una delle migliori in Italia per una vacanza all’insegna del wellness.

Viterbo tra le grandi città termali d’Europa

La città di Viterbo è da sempre rinomata per le sue sorgenti termali, da cui sgorgano acque caldissime e ricche di sali minerali, perfette per rilassarsi e per le loro proprietà curative. Tempo fa, aveva presentato la propria candidatura per entrare a far parte dell’associazione European Historical Thermal Town (ETTHA), che raccoglie le grandi città termali europee, e ora ce l’ha fatta. L’inizio del 2024 ha segnato il suo ingresso presso questa storica associazione, unendosi ad una ristretta cerchia di città italiane che ne sono già membri – come ad esempio Acqui, Castrocaro, Montecatini, Montegrotto, Salsomaggiore e Telese.

L’ETTHA custodisce un immenso patrimonio termale, ben distribuito in tutta Europa: spiccano, dunque, città importanti come Budapest, Baden Baden, Bath, Vichy e Spa. A tutte queste, si aggiunge ora la nostra splendida Viterbo, che ottiene così un riconoscimento di portata storica. Ciò consolida non solo il suo impegno nel settore, ma permetterà al turismo di fare un passo avanti nell’ambito wellness, spingendo a sua volta le altre attrazioni presenti in città – come ad esempio il meraviglioso quartiere medievale di San Pellegrino, rinomato a livello internazionale.

Le terme più belle di Viterbo

Molte sono le sorgenti termali che sgorgano a Viterbo e nei suoi dintorni, quindi non è difficile trovare bellissimi stabilimenti forniti di ogni confort e piscine ad accesso libero per chi vuole concedersi qualche ora di relax low cost. Tra i centri termali più interessanti c’è sicuramente lo storico stabilimento delle Terme dei Papi, che in passato ha ospitato personaggi illustri (e che è stato persino citato da Dante Alighieri, nonché disegnato da Michelangelo). Particolarmente suggestive sono la sua piscina monumentale esterna e una grotta naturale che funge da bagno turco, con temperature che raggiungono i 48°C.

Ci sono poi diverse terme gratuite ad accesso libero, piscine d’acqua caldissima all’aperto, spesso frequentabili tutto l’anno. È il caso, ad esempio, delle Piscine Carletti: si trovano a poca distanza dal centro della città, e le sue sorgenti vedono sgorgare acqua a 58°C. Ci sono diverse pozze in cui potersi immergersi, tutte di temperatura diversa. Ovviamente, essendo gratuite non hanno servizi da offrire, ad eccezione di un comodo parcheggio (anch’esso gratis). Sebbene non siano illuminate, infine, è possibile accedervi anche di notte.

Molto famosa è anche la sorgente termale del Bullicame, situata appena fuori Viterbo. Le sue acque sulfuree sgorgano a 58°C e possiedono diverse proprietà terapeutiche. Le sorgenti formano diverse piscine naturali, e anche in questo caso ne troviamo una pregevole citazione nella Divina Commedia di Dante. Infine, meritano una visita le 5 piscine del Bagnaccio, che costituiscono un parco termale situato lungo la Via Francigena, usato in passato dai pellegrini in cammino verso Roma. Gestite da un’associazione, richiedono il pagamento di un economico biglietto d’ingresso per poterne usufruire.

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La città dell’Albania dove storia e natura si incontrano

Di recente, l’Albania è diventata una delle mete di vacanza più ambite dai visitatori italiani. Lo sviluppo del turismo nel Paese non si concentra solo sulla costa e sulle spiagge da sogno, ma su tutto il territorio, incluse le città ricche di tesori da scoprire. Esplorando l’entroterra, si incontra Elbasan, una destinazione in cui passato e presente coesistono armoniosamente, offrendo una ricca esperienza di viaggio per gli appassionati di storia e gli amanti della natura.

Elbasan, “ombelico dell’Albania”

Considerata “l’ombelico dell’Albania”, Elbasan (Elbasani in albanese) è situata al centro geografico del Paese, sulla sponda destra del fiume Shkumbin. Venne costruita sui resti della città antica di Skampini, fondata nel I secolo a.C. da tribù illiriche, e fu un importante centro sulla via Egnatia che collegava, come proseguimento naturale della via Appia, Durazzo a Costantinopoli, e che ha determinato nei secoli lo sviluppo economico e l’influenza politica e strategica della città.

L’attrazione principale è il Castello di Elbasan, situato al centro della città, una fortificazione del XV secolo che in origine aveva ventisei torri. Ancora oggi rappresenta una testimonianza importante del lungo regno ottomano in Albania. Durante il XVII secolo, nel suo periodo più glorioso, racchiuse tra le sue mura oltre duemila case e un’industria manifatturiera di oltre 900 negozi di oggetti in pelle, seta e metalli preziosi, che venivano perlopiù esportati all’estero. Una passeggiata attraverso il castello svela un’incredibile varietà di architetture, dalle case in stile ottomano, tipiche dell’Albania centrale, agli appartamenti in stile italiano del XIX e XX secolo, a edifici comunisti e di epoca post-comunista.

Tra i monumenti che si possono ammirare all’interno della fortezza, spicca la chiesa ortodossa di Santa Maria Assunta, la Moschea del Re e i magnifici bagni turchi di Sinan Pasha, ben conservati e costruiti all’inizio del XIX secolo. Sul lato orientale, svetta la maestosa Torre dell’Orologio, tutt’oggi funzionante. Luoghi che costituiscono un tassello prezioso dell’affascinante storia di questa città.

Non lontano dal castello, il viaggio nella storia e nella cultura di Elbasan continua con una visita al Museo Etnografico, una casa a due piani del XVIII secolo che racconta la cultura, il folclore e lo stile di vita della città albanese. Dopo aver esplorato le diverse sale di questo interessante spazio espositivo, c’è un’altra attrazione che non potete perdere: la Moschea di Naziresha. Sorta nella periferia meridionale, rientra nei monumenti culturali religiosi dell’Albania dal 1948 . Nel 2013 è stata sottoposta a un importante restauro, finanziato dal governo turco, che ha visto la ricostruzione del minareto, la posa della cupola in piombo e delle grate bianche sulle finestre.

La vibrante cultura di Elbasan si riflette nei suoi festival, che offrono musica e intrattenimento, oltre alla possibilità di degustare i piatti tipici della deliziosa cucina locale e scoprire le tradizioni che convivono in armonia con la vita moderna. Tra gli appuntamenti imperdibili, il Dita e Verës (Summer Day), che si celebra il 14 marzo, e segna l’arrivo della bella stagione con varie attività all’aperto e spettacoli.

Le attrazioni naturali di Elbasan e dintorni

Per gli amanti della natura, Elbasan offre l’accesso al magnifico Parco Nazionale di Shebenik-Jabllanicë, caratterizzato in particolare da un paesaggio montuoso ricco di laghi glaciali, valli, boschi di conifere e latifoglie, prati e pascoli alpini, che ospita molte specie diverse e rare di piante e animali. Un vero paradiso, quindi, per le attività all’aria aperta come passeggiate ed escursioni nella natura incontaminata, il campeggio e il birdwatching. A soli 20 minuti dalla città, ci si imbatte nello splendido parco di Bysheku, famoso per le sue risorse di acqua dolce e per gli alberi secolari che sono protetti come monumenti della natura.