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L’aurora boreale infiamma i cieli del Regno Unito: ecco dove e quando vederla

Uno spettacolo unico, di quelli che restano impressi per sempre nella memoria dei fortunati che hanno il privilegio di poterlo osservare. Stiamo parlando dell’aurora boreale, che con le sue luci infiamma i cieli e li rende dei veri e propri quadri che regalano stupore e meraviglia.

Di recente il fenomeno ha entusiasmato il Regno Unito, dove è stato visibile dalla Cornovaglia alla Scozia. E, nonostante le mete predilette da raggiungere per ammirare queste luci siano sempre state quelle più vicine al Circolo Polare Artico, è bene sapere che anche la Scozia può regalare questa visione spettacolare: ci sono alcune zone particolarmente privilegiate e il 2024 è l’anno giusto per farlo.

Regno Unito, l’aurora boreale emoziona

È stata una visione emozionate, una di quelle che è impossibile dimenticare e che – chi la vive – potrà sempre conservare tra i ricordi più preziosi. Perché ci sono pochi spettacoli della natura affascinanti come l’aurora boreale, con le sue luci che infiammano il cielo e lo vestono di tante sfumature diverse.

Una visione che è stata ammirata di recente nel Regno Unito, dove è stata osservata dalla Cornovaglia alla Scozia, spiega il Daily Mail. Non stupisce che il fenomeno sia stato visibile a queste latitudini, del resto è accaduto anche in Italia regalando ai fortunati un cielo indimenticabile.

Anche il Regno Unito, quindi, e in particolare la Scozia, è la meta da raggiungere per lasciarsi stupire da tanta bellezza. Da aggiungere a tutte quelle altre località, senza dubbio mete più tradizionali per chi si mette in viaggio per assistere a questa magia, dove l’aurora boreale è un fenomeno quasi “di casa”.

Scozia, dove ammirare l’aurora boreale: tutto quello che c’è da sapere

La Scozia è una terra affascinante, ricca di luoghi da visitare, di storia e di natura che toglie il fiato. E di cieli indimenticabili, in cui lasciare che lo sguardo si perda per colmarsi di stupore e meraviglia.

Perché anche qui si può ammirare l’aurora boreale. Come sottolinea il sito Visit Scotland la parte più settentrionale si trova alla medesima latitudine di Stavanger in Norvegia e dell’isola di Nunivak in Alaska. Ma, se questo non bastasse, sono stati gli esperti di Expedia – spiega il sito – ad affermare che nel corso del 2024 il Regno Unito è la destinazione da raggiungere e, in particolare, l’isola di Skye nel periodo che va da ottobre a marzo.

Vengono segnalate alcune delle località migliori per poter godere di questa vista incredibile. Nelle Ebridi, ad esempio, si ricorda che l’aurora boreale si può ammirare da Lewis, Harris e sulla punta più settentrionale di Skye. Tra gli altri luoghi da segnare come possibili tappe di un viaggio vi sono Shetland, nelle Orcadi e a Caithness.  Da valutare tra le tappe Applecross, Lochinver e la zona a nord di Ullapool, location sulla costa occidentale. Anche in altre parti della Scozia è stata vista l’aurora boreale, compresa Edimburgo quando è particolarmente potente.

Il periodo migliore? Senza dubbio due stagioni: l’autunno e l’inverno, da tenere in considerazione se si vuole programmare una vacanza nel Regno Unito e, in particolare, in Scozia.

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L’Italia è il Paese europeo con la miglior capacità attrattiva internazionale

Il turismo in Italia nel 2023 ha segnato un vero e proprio record: dopo gli anni di pandemia, tornano a prevalere i pernottamenti di viaggiatori stranieri rispetto alle presenze italiane. Inoltre, il nostro Paese si è rivelato essere in vetta alle classifiche a livello europeo per miglior capacità attrattiva internazionale. Il settore alberghiero ha fatto un notevole balzo in avanti, mostrando come l’ospitalità sia uno dei cardini del nostro turismo. Vediamo cos’è emerso da una recente indagine.

Il turismo estero in Italia

L’ultimo studio condotto da Enit (Agenzia Nazionale del Turismo), i cui risultati sono stati presentati a Milano nel corso del Nuovo Osservatorio Confindustria Alberghi – Str, ha evidenziato la crescita del turismo estero, che torna a battere quello domestico. Non succedeva da qualche anno, per via del Covid: se nel 2019 per la prima volta si registravano più turisti stranieri che italiani nel nostro Paese, il biennio successivo è stato caratterizzato da uno scarso flusso di presenze sul nostro territorio. Nel 2022, poi, il settore ha iniziato la sua ripresa.

Tuttavia, abbiamo dovuto attendere un altro anno affinché venisse smaltita la coda del Covid: nel 2023, finalmente si è verificato di nuovo il sorpasso da parte dei viaggiatori provenienti da Paesi stranieri. Gli arrivi internazionali sono stati infatti 62,8 milioni, segnando un ottimo +14%, mentre quelli domestici si sono fermati a 62,2 milioni, registrando un lieve calo dell’1,9%. I pernottamenti stranieri sono invece stati ben 222,6 milioni (+10,7%), a confronto di quelli italiani che hanno toccato appena i 208,5 milioni (-1,1%).

Il report mostra quindi il crescente peso del turismo estero in Italia, che nel 2023 ha caratterizzato il 51,6% del totale delle presenze sul nostro territorio. Ci avviciniamo dunque alla Spagna, ancora in vetta alla classifica con 452 milioni di pernottamenti in totale – il nostro Paese ne ha segnati ben 431 milioni, sommando quelli domestici e quelli esteri. Battiamo invece di gran lunga Francia e Germania, che rispettivamente hanno registrato 390 milioni e 389 milioni di presenze. Merita infine attenzione particolare il fatto che il flusso estero si concentra soprattutto in primavera e in autunno, attuando così quella destagionalizzazione tanto promossa dalle principali località turistiche italiane.

Il successo del settore alberghiero

L’indagine dell’Enit ci permette dunque di comprendere l’importanza del settore alberghiero per il turismo italiano: “Abbiamo il dovere di adeguare l’offerta ricettiva al crescente apprezzamento della destinazione Italia, dal momento che siamo oggi più esposti al confronto con le eccellenze mondiali” – hanno affermato Maria Carmela Colaiacovo, presidente Confindustria Alberghi, e Damiano De Crescenzo, membro del settore Hospitality di Assolombarda, in apertura del convegno di Milano. I dati, d’altra parte, sono assolutamente incoraggianti.

Il 2024 è partito alla grande e lascia presagire numeri da capogiro. Nel primo trimestre sono attesi quasi 967mila arrivi aeroportuali: l’11% dei turisti dovrebbe provenire dagli Stati Uniti, il 5% dalla Francia e il 4,5% da Spagna e Germania. In particolare, c’è forte richiesta per il settore luxury, con sempre più viaggiatori pronti a spendere per concedersi una vacanza a cinque stelle. “La spesa italiana potrebbe superare i 19,5 miliardi di euro del periodo gennaio-novembre 2023, già in aumento del 7,3% sul 2022” – ha dichiarato Elena Di Raco, responsabile Ufficio Studi e Statistiche Enit.

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Jutland del Nord, la Danimarca più autentica

Non solo Copenhagen: oltre alla sua splendida e vivace capitale, la Danimarca ha molto altro da offrire ai turisti. In particolare, nella penisola dello Jutland si possono vivere esperienze meravigliose a contatto con la natura incontaminata, in modo da scoprire il volto più autentico del Paese. Questa volta vogliamo portarvi alla scoperta della regione dello Jutland del Nord, dove incantevoli cittadine ricche di storia si fondono con paesaggi naturali da sogno. Ecco le mete imperdibili.

Dove si trova lo Jutland del Nord

Il Nord Jutland (conosciuto anche come lo Jutland del Nord o lo Jutland settentrionale) è la regione più estrema della penisola dello Jutland, che si divide a cavallo tra la Germania e la Danimarca. È un luogo ricco di bellezze naturali e non solo, cinto dal Mar del Nord sul versante occidentale e affacciato sulle placide acque dello stretto di Kattegat lungo il versante orientale. Sebbene sia una regione ancora poco conosciuta e non affollata dai turisti, non è affatto difficile da raggiungere. La città di Aalborg ospita infatti un aeroporto internazionale presso cui arrivano voli quotidiani dall’Italia, con un solo scalo. È dunque la meta perfetta per vivere l’atmosfera più autentica della Danimarca, in un posto non ancora contaminato dal turismo di massa.

Le città più belle da visitare

Nello Jutland del Nord ci sono alcune graziose cittadine e piccoli villaggi di pescatori che meritano assolutamente una visita. Non possiamo che partire proprio da Aalborg, la capitale della regione: il suo affascinante centro storico, seppur piccino, è una vera meraviglia da scoprire, tra architetture antiche e moderne opere di street art. Uno dei luoghi più sorprendenti è il Centro Culturale Utzon, nato sul lungomare per opera dell’artista Jørn Utzon, colui che ha dato vita all’incredibile Opera House di Sydney. Completato nel 2008, ospita numerose mostre interessanti e un’esposizione dedicata al grande architetto.

Non meno suggestivo è il museo di Kunsten, realizzato stavolta dall’architetto finlandese Alvar Aalto: al suo interno sono custodite opere di arte moderna ed esposizioni temporanee di artisti provenienti da ogni angolo del mondo. Per gli amanti della natura, non resta che visitare il parco zoologico di Aalborg, che accoglie più di 100 specie di animali esotici (tra cui armadilli e capibara). Mentre il Vestre Fjordpark offre la possibilità di vivere una giornata in un panorama meraviglioso, sia per rilassarsi un po’ che per fare dello sport all’aria aperta – via libera al nuoto, al canottaggio e al windsurf!

Un’altra città da visitare è Skagen, la più settentrionale del Paese: in passato, fu il luogo scelto da molti artisti per immortalare nei loro dipinti la splendida luce che illumina il suo panorama – opere che oggi si trovano presso il museo locale. Ma sono i dintorni a sorprendere maggiormente, piccole perle dove la natura regna incontrastata. Si può ammirare, ad esempio, la penisola di Grenen dove il Mar del Nord mescola le sue acque con quelle del Mar Baltico, dando vita allo stretto di Kattegat. O ancora perdersi nel fascino incredibile di Råbjerg Mile, una gigantesca duna migratoria che sembra quasi un deserto in miniatura.

I luoghi iconici da scoprire

Oltre alle sue bellissime città, lo Jutland del Nord ospita alcuni luoghi diventati ormai iconici (proprio come il “deserto” di Råbjerg Mile). Quali non possiamo assolutamente perdere? Iniziamo dal celebre Rubjerg Knude Fyr, l’imponente faro che si erge da una gigantesca duna di sabbia, da cui si gode di un panorama mozzafiato sul Mar del Nord. L’edificio, diventato simbolo della Danimarca, si è trovato negli ultimi anni a rischio di scomparire a causa della progressiva erosione della scogliera affacciata sul mare. Per questo motivo, grazie ad un ambizioso progetto che ha avuto successo, è stato spostato in posizione più arretrata.

Avete mai sentito parlare della chiesa sepolta nella sabbia? Si tratta della Chiesa di St. Laurentius, situata a poca distanza da Skagen: incastonata tra le dune, per 400 anni è stato un importante luogo di culto. Ma nel ‘700, a causa della sabbia che aveva pian piano sommerso la via d’accesso alla chiesa, i fedeli furono costretti a trovare un altro posto dove celebrare le funzioni. Di essa non resta che il campanile, il quale svetta dalla sabbia ed è attualmente visitabile. Infine, merita una visita anche il Castello di Voergaard: il suo aspetto rinascimentale è davvero suggestivo, così come il fossato pieno d’acqua che lo cinge. Al suo interno si può visitare un’importante collezione d’arte.

Le esperienze imperdibili nella natura

Molte sono le attività da praticare all’aperto, immergendosi nella natura selvaggia dello Jutland del Nord. Abbiamo già visto il Vestre Fjordpark, bellissimo parco cittadino dove potersi dedicare a molti sport acquatici (e non solo). Scopriamo allora altri luoghi incontaminati da visitare, per vivere esperienze meravigliose. Uno di essi è l’isola di Læsø, cinta dalle acque dello stretto di Kattegat e facilmente raggiungibile in traghetto. Considerata una delle mete naturalistiche per eccellenza in tutta la Danimarca, è anche il posto migliore per chi ama andare in bici.

Ci sono numerosi sentieri che si addentrano nei luoghi più belli dell’isola, portando i turisti alla scoperta delle antiche tradizioni che gli abitanti continuano a tenere vive. Come ad esempio la produzione di sale, un’attività che risale al Medioevo e che oggigiorno alimenta le terme di Læsø, dove vengono praticati numerosi trattamenti benessere. O ancora la coltivazione delle alghe marine, che vengono utilizzate come ingredienti per moltissimi piatti locali (da assaporare nei tipici locali dell’isola) o per ricoprire i tetti delle case tradizionali.

Amanti del surf e delle onde mozzafiato? Presso la città di Klitmoller si trova una costa selvaggia, dove la potenza del mare si esprime al massimo: qui sorge il Cold Hawaii Surf Camp, il luogo ideale dove cimentarsi sulla tavola, anche se si è alle prime armi. Infine, un posto meraviglioso da non lasciarsi sfuggire è Bulbjerg, un’imponente scogliera calcarea che si tuffa nello stretto di Skarregar. Qui si possono avvistare numerosi uccelli di mare, come il gabbiano dalle zampe nere e il fulmaro. In passato vi si poteva ammirare anche lo Skarreklit, una colonna rocciosa che spuntava in mezzo al mare, distrutta da una tempesta nel 1978: durante la bassa marea è possibile vedere ancora la sua base.

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Peniche, la cittadina da non perdere se si ama il mare

Lungo la costa ovest del Portogallo, Peniche è quella località che, più di ogni altra, vanta un legame indissolubile con il suo mare, tanto da essere uno dei porti pescherecci più importanti del Paese e uno dei centri turistici più in voga per rilassanti vacanze balneari e per il surf.

Non a caso, è conosciuta anche come la “capitale dell’onda”, apprezzata da migliaia di visitatori ogni anno che si dedicano al loro sport preferito oppure a imparare a cavalcare le prime onde.

Ma c’è molto di più: oltre alle spiagge e a panorami mozzafiato sul blu, Peniche si rivela una meta perfetta per visite culturali grazie a un delizioso centro storico e alla fortezza che ne è simbolo.

Le attrazioni da non perdere a Peniche

A una novantina di chilometri da Lisbona, Peniche si svela subito per la bellezza davvero suggestiva del suo promontorio a picco sull’Atlantico, della spiaggia che la abbraccia e del vivace e attivo porto.

E, senza dubbio, l’attrazione che più rimane impressa è proprio il promontorio, da esplorare a piedi o in auto su un circuito di 6 chilometri: in particolare, non si può prescindere dal raggiungere Capo Carvoeiro, il punto più elevato, caratterizzato dal faro e da “Nau dos Corvos“, curiosa formazione rocciosa.
Da qui, la vista su Peniche e le vicine isole Berlengas è eccezionale in ogni momento della giornata ma al tramonto diventa un sogno a occhi aperti.

Se il fiore all’occhiello sono gli incomparabili tratti naturalistici e paesaggistici, non da meno è il centro storico cui vale la pena dedicare qualche ora: protetto dalle antiche mura, custodisce interessanti palazzi storici, vie lastricate ombreggiate da bianche abitazioni dai bordi colorati, chiesette, la Capela de Nossa Senhora dos Remédios meta di annuali pellegrinaggi mariani, e la tradizione del merletto, un significativo tassello dell’identità culturale della cittadina: infatti, le abili merlettaie di Peniche sanno realizzare, da generazioni, elaborati ed eleganti merletti e si possono incontrare dinanzi alla Escola de Rendas de Bilros, il Museo del Merletto.

Inoltre, se vi trovate a passare da queste parti a luglio, avrete l’occasione di assistere (solitamente durante la terza settimana) alla Mostra Internazionale del Merletto, che aiuta a comprendere meglio questa ammirabile tecnica e rende omaggio alla sua tradizione.

Ancora, a poca distanza dal porto, si staglia la Fortaleza, maestosa fortezza edificata tra il XVI e il XVII secolo come parte integrante del sistema di difesa della costa che includeva anche le fortezze sull’isola di Berlengas e sulla spiaggia di Consolação.
In seguito, nel XX secolo, mutò la sua funzione in prigione per i detenuti politici del regime di Salazar mentre oggi è sede del Museu Municipal, che espone reperti storici di varie epoche rinvenuti in zona, nonché di una mostra incentrata sul periodo della Resistenza e dei suoi protagonisti. È altresì possibile visitare le celle dei prigionieri, comprese quelle di isolamento.

La meraviglia delle spiagge

spiaggia baleal peniche

Fonte: iStock

Spiaggia isola Baleal, Peniche – iStock

Come accennato, Peniche è il paradiso dei surfisti e di chi ama il mare in tutte le sue sfaccettature: qui e nei dintorni le spiagge sono un eden dove regalarsi una vacanza senza eguali tra tuffi, onde e bagni di sole.

La maggior parte è esposta al forte vento e, per questo, offre le condizioni ottimali per praticare bodyboarding e surf e per fare da splendido scenario a competizioni internazionali come, ad esempio, la Rip Curl Pro Portugal, una delle tappe del World Surf League Tour. La spiaggia più rinomata è Medão Grande o “Spiaggia Supertubo”, che si distingue per le altissime onde dalla perfetta forma “a tubo” ed è da vedere anche se non si desidera praticare surf (gli aspiranti surfisti, invece, potranno approfittare delle lezioni con istruttori esperti). Si estende per tre chilometri dal porto di Peniche fino al villaggio di Consolação.

Altre spiagge da non perdere sono la Baia di Consolação, più riparata e adatta a famiglie con bambini, e quella della vicina isola di Baleal, a cinque chilometri a nord est, unita alla terraferma da una strada rialzata.

In città, invece, si distinguono Praia do Molhe Leste, Praia do Portinho da Areia do Norte e Praia de Peniche de Cima.

Cosa fare a Peniche

surf a peniche

Fonte: iStock

Surf a Peniche – iStock

Le attività cui dedicarsi a Peniche hanno (sarebbe difficile il contrario) per protagonista l’Atlantico, sia che si tratti di cavalcare le sue impareggiabili onde sia che si tratti di godersi la “vacanza balneare per eccellenza”.

Qualche esempio?

Innanzitutto, una gita in giornata alla scoperta delle Isole Berlangas, arcipelago di tre isole (di cui una soltanto è visitabile a piccoli gruppi per tutelarne l’ecosistema e la biodiversità), Riserva Naturale Protetta dal 1981: oltre a escursioni in un paesaggio sorprendente, allo snorkeling e alle immersioni in acque incontaminate, qui meritano una sosta il Faro e il Forte di São João Baptista, la cui terrazza dona un panorama unico sull’azzurro.

Oppure, di sicuro fascino è il percorso ad anello dell’intero promontorio di Peniche, sei chilometri in auto o a piedi che consentono di ammirare paesaggi incredibili lasciando vagare lo sguardo fino alle Isole Berlengas.

Un’altra indimenticabile esperienza è navigare lungo la costa occidentale sulla rotta dei delfini, un’uscita in barca organizzata con cui avvistare questi simpatici animali nel loro habitat naturale e, al contempo, una varietà di vita marina tra cui squali e uccelli acquatici.

Infine, Peniche è il punto di partenza ottimale per gite fuori porta con cui conoscere le innumerevoli meraviglie della zona centrale del Portogallo: tra queste, vanno segnalate la località di Caldas da Rainha, la cittadella fortificata di Obidos dove si ha la sensazione di “compiere un viaggio indietro nel tempo”, e la meta balneare di Nazarè, con ampia spiaggia e il record mondiale delle onde più alte al mondo “cavalcate con il surf”.

Come arrivare

Da Lisbona, Peniche è raggiungibile in un’ora di auto percorrendo l’autostrada A8 oppure in autobus con due servizi, uno gestito dalla compagnia Rodotejo (con partenza dalla stazione Campo Grande) e l’altro dall’operatore Rede Expressos (con partenza dalla stazione Sete Rios).

Nel dettaglio, il tragitto offerto da Rodotejo richiede 85 minuti mentre viaggiando con Rede Expressos si impiegano 90 minuti.

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Questa antica colombaia è stata trasformata in un rifugio da sogno

Nel cuore vivace di Edimburgo, tra le strade animate e i monumenti storici che catturano lo sguardo dei turisti, si nasconde un gioiello inaspettato: una colombaia trasformata in un rifugio elegante e rustico, immerso in un giardino segreto incantevole.

Questo luogo unico rappresenta un perfetto equilibrio tra storia e tranquillità, dove il passato si fonde armoniosamente con il presente. Lontano dagli sguardi indiscreti, questa pittoresca dimora offre un’oasi di pace e serenità, permettendo agli ospiti di immergersi nella bellezza della natura circostante, lontano dal frastuono delle vie cittadine.

Il cottage inaspettato nel cuore di Edimburgo

Cottage Edimburgo

Fonte: Photo courtesy of Airbnb community

Interno, Colombaia del XVI Secolo (Edimburgo, Scozia, Regno Unito)

Nel cuore di un vasto giardino recintato, avvolto dal profumo di rose e circondato da un’aura di mistero, sorge un piccolo cottage in pietra, saldo testimone della storia e dell’architettura dell’antica Edimburgo.

Un tempo abitata da colombe, questa struttura è ora un affascinante capolavoro architettonico che cattura l’attenzione con la sua singolare bellezza. Le imponenti travi in legno e le scalinate finemente lavorate trasportano in un suggestivo viaggio nel tempo, mentre il camminamento lastricato in pietra sottolinea la grandezza e l’eleganza di questa costruzione risalente al 1600.

Attraversando la porta d’ingresso in vetro, gli ospiti sono accolti da un’atmosfera di calma e serenità. La luminosa sala da pranzo, con le sue pareti in pietra originali e il soffitto alto adornato da lucernari, crea uno spazio accogliente e suggestivo, perfetto per riunioni intime o cene romantiche.

Nonostante le dimensioni ridotte dell’edificio, ogni angolo è stato sfruttato al meglio per garantire il massimo comfort. La stufa a legna, posizionata di fronte a un divano letto estraibile, offre calore durante le fredde serate invernali, mentre il riscaldamento a pavimento dell’intero piano terra assicura una temperatura piacevole in ogni stagione.

Con soli 2,4 metri di larghezza, questo cottage è una delizia straordinaria e rara che incanta e stupisce gli ospiti, offrendo loro un assaggio autentico della vita passata mentre godono delle comodità e dei lussi moderni.

Un cottage nel cuore di Midlothian

Se hai in programma un viaggio a Edimburgo e cerchi un’esperienza autentica e accogliente, il cottage è la soluzione ideale. Posizionato nell’incantevole area di Midlothian, questo rifugio rustico ti permette di esplorare non solo la vivace città, ma anche i suoi affascinanti dintorni.

A pochi passi dalle animate zone di Bruntsfield e Morningside, il cottage è immerso in un vivace panorama urbano, ricco di negozi, supermercati, ristoranti e caffetterie trendy. Questa vivace atmosfera permette di immergersi appieno nella cultura locale, gustare piatti tipici della regione e fare shopping tra le caratteristiche boutique che arricchiscono il quartiere.

Grazie alla sua posizione privilegiata, il cottage permette di raggiungere il centro città in soli 20 minuti a piedi, attraversando incantevoli parchi e scenari naturali mozzafiato. Questa piacevole passeggiata offre non solo un’opportunità per esplorare le bellezze paesaggistiche di Edimburgo, ma anche per assorbire l’atmosfera unica e l’architettura storica della città.

In conclusione, il soggiorno nel cottage rappresenta un’opportunità unica per gli ospiti di vivere appieno l’essenza di Midlothian e scoprire tutto ciò che questa ricca e diversificata zona ha da offrire, garantendo un soggiorno indimenticabile.

Cottage Edimburgo

Fonte: Photo courtesy of Airbnb community

Giardino privato, Colombaia del XVI Secolo (Edimburgo, Scozia, Regno Unito)
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Questa piazza molto frequentata dai turisti sarà a pagamento

L’overtourism è un problema reale, con il quale molte grandi città devono lottare quotidianamente: una di queste è Siviglia, la terza meta più visitata della Spagna. A fronte di un numero di turisti in continua crescita, l’amministrazione sembra decisa ad adottare nuovi provvedimenti per rendere la città più vivibile per i suoi abitanti, ma anche per offrire un’esperienza migliore a chi arriva, zaino in spalla, per vedere le sue bellezze. Ecco cosa cambierà nei prossimi mesi.

Siviglia, nuova misura contro l’overtourism

Tra le più belle città della Spagna, con un centro storico ricco di fascino e numerosi monumenti da visitare, Siviglia è una delle mete turistiche più apprezzate di tutto il Paese. In particolare, c’è un luogo che funge da tappa per praticamente tutti i viaggiatori: si tratta di Plaza de España, fulcro della splendida capitale dell’Andalusia. Costruita nei primi due decenni del ‘900, in occasione dell’Esposizione Iberoamericana di Siviglia, venne realizzata dall’architetto Annibale Gonzalez ed è diventata ben presto il simbolo della città.

La piazza, di forma semicircolare e ampia circa 50mila metri quadrati, è attraversata da un canale su cui sorgono quattro ponti, a rappresentare gli altrettanti antichi regni di Spagna. Su di essa si affacciano due imponenti torri, mentre al centro si erge una grande fontana, opera dell’architetto Vincente Traver. Non sorprende che, visto il suo fascino, questo luogo sia stato scelto più volte come set per alcuni famosissimi film, tra cui il kolossal Lawrence d’Arabia e due episodi della saga di Star Wars. Anche per questo motivo, è una delle mete più visitate di Siviglia.

A fronte di circa 700mila abitanti, oggi si contano ben 3 milioni di turisti l’anno: un numero che evidenzia l’esigenza di dare un giro di vite, per cercare di rendere la piazza più vivibile (sia per i cittadini che per gli stessi visitatori). Per questo, il sindaco José Luis Sanz ha annunciato, con un video pubblicato sui social, di voler introdurre un biglietto d’ingresso per affacciarsi in Plaza de España. “Stiamo pensando di chiuderla e di far pagare l’ingresso ai turisti, allo scopo di finanziarne la conservazione e garantire la sicurezza al suo interno” – ha affermato il primo cittadino.

Il problema dell’overtourism

Siviglia, come molte altre destinazioni in tutto il mondo (tra cui la nostra Venezia), è afflitta dal problema dell’overtourism: è difficile trovare il giusto equilibrio tra i benefici che il turismo comporta per l’economia locale e le conseguenze negative dovute all’affollamento e allo sfruttamento eccessivo delle risorse. D’altra parte, la capitale dell’Andalusia è la terza città per numero di arrivi della Spagna, subito dietro a Madrid e a Barcellona. E in tutto il Paese, il turismo rappresenta circa il 13% del prodotto interno lordo.

La città si adegua dunque a quella che è una tendenza sempre più diffusa: l’idea è quella di adottare nuove strategie per ridurre l’afflusso turistico e permettere a queste bellissime mete di “respirare” un po’. Proprio come Venezia, che da quest’anno introdurrà un ticket per i visitatori, anche Plaza de España potrebbe ben presto diventare a numero chiuso. E sarà solo a beneficio di un luogo splendido che merita di essere preservato, cosa che ora purtroppo non sta accadendo – e il video del sindaco lo dimostra bene, facendo notare i danni che i turisti possono causare alla città.

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Perché dovresti visitare El Raval, il quartiere più cool di Barcellona

Vivace, accogliente, all’avanguardia: Barcellona è una città dalle mille facce, in cui le epoche, l’arte e l’architettura si mescolano creando un luogo da sogno. Una metropoli, ma capace di regalare a chi la visita la sensazione di sentirsi a casa. Viva, in cui le strade sono affollate, in cui respirare l’anima della Spagna, ma anche scoprirne la storia.

Camminare per Barcellona è una continua scoperta, un viaggio meraviglioso tra palazzi sensazionali, architetture uniche al mondo e opere d’arte. Vale la pena visitarla più volte, per riuscire a carpine l’anima più vera. Quella che si cela non solo nei luoghi maggiormente noti, ma anche nei quartieri più interessanti. Come El Raval, il più cool di Barcellona, che va inserito nell’elenco delle tappe da non perdere in città e si trova nella zona nota come Ciutat Vella.

El Raval, la storia del quartiere più cool di Barcellona

La storia di El Raval è antica e si deve tornare alla metà del XIV secolo per trovarne l’origine, quando la peste nera decimava gli abitanti della città. Un luogo, che veniva anche chiamato Barrio Chino, che con il tempo è diventato sempre più popoloso e che ha iniziato a ospitare tantissime persone, tra cui immigrati. Un vero e proprio melting pot culturale, che per tanti anni è stato uno dei posti più malfamati di Barcellona.

Un luogo da cui girare alla larga, ma le cose sono cambiate quando ha preso il via la riqualificazione del quartiere, tra la fine del 1900 e i primi anni 2000. A pochi passa dalla Rambla, ora è un luogo vivace in cui si trovano negozi di ogni genere, locali e gallerie d’arte.

E da raggiungere per approfondire l’anima della città, per scoprirne l’essenza fatta di contrasti che a Barcellona convivono alla perfezione, regalando a chi la visita un’esperienza unica.

Il MCBA che si trova nel quartire El Raval a Barcellona

Fonte: iStock Photo – foto di Giuliano Benzin

Il MCBA nel quartire El Raval a Barcellona

Cosa vedere a El Raval

Per visitare il quartiere El Raval bisogna armarsi di scarpe comode e di tanta voglia di scoprire, perché ci sono tantissime cose da vedere in questo luogo. vale la pena “perdersi” lungo le sue strade, affollate di negozi di ogni genere, in cui convivono botteghe di ogni parte del mondo e negozi alla moda, ristoranti e locali.

Tra le tappe imperdibili vi è il Gat del Raval, realizzato da Botero che si incontra nella Rambla del Raval: è un perfetto esempio delle opere di questo celebre artista colombiano.

Vale la pena visitare il Mercat de la Boqueria: di grandi dimensioni, molto famoso, colorato e dove trovare tutto ciò che si desidera. È il posto giusto per una sosta gustosa, o per scoprire prodotti nuovi. Da non perdere anche la Carrer del Carme dove si trova anche la Biblioteca de Catalunya. Tra le tappe imperdibili vi è il Museo de Arte Contemporaneo de Barcellona, noto con la sigla Macba, che ospita opere databili nella seconda metà del XX secolo, l’edificio stesso vale la pena di essere visitato essendo stato realizzato dall’architetto Richard Meier. E poi da vedere vi è il Cccb, ovvero Centre de Cultura Contemporanea de Barcelona, dove vengono organizzate tantissime attività culturali.

Tra le mete più storiche va segnalato l’Hospital de la Santa Creu, riconducibile al XV secolo e bell’esempio di architettura gotica e al cui intero è ospitata, tra le altre cose, la Biblioteca de Catalunya, e la chiesa Sant Pau del Camp. E infine, ma non per importanza, Palau Güell realizzato da Antoni Gaudì.

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In questo museo si nasconde un giardino di cuori: è un incanto

Nel cuore della vivace Bruxelles, tra le vie trafficate e gli edifici storici, si cela un gioiello dell’Art Déco che pochi conoscono: il Van Buuren Museum. Questo splendido parco, un tempo residenza privata della famiglia Van Buuren, è diventato recentemente il primo sito belga a entrare a far parte dell’esclusiva rete dei giardini storici promossa dal Consiglio d’Europa.

L’istituzione di questo itinerario culturale risale al 2016 e rappresenta un’importante iniziativa volta a preservare e promuovere la ricchezza artistica e paesaggistica dei giardini storici sparsi per il contintente. Il Museo si unisce così a una selezionata lista di siti iconici, tra cui spiccano il Giardino di Boboli in Italia e il Parco Serralves in Portogallo, rinomati per la loro bellezza e importanza storica.

Van Buuren Museum, tesoro nascosto di Bruxelles

Nascosti tra le tranquille strade di Uccle, i giardini del Van Buuren Museum sono molto più di un semplice parco: sono un tributo alla passione per l’arte e la bellezza di Alice e David van Buuren, un rinomato banchiere e collezionista d’arte di origine ebraico-olandese. Da quando hanno aperto le loro porte al pubblico nel lontano 1975, questi giardini hanno incantato il mondo con la loro atmosfera unica e affascinante.

Un capolavoro che prende il nome proprio da questa coppia affiatata, il cui impegno per il design ha plasmato non solo i giardini stessi, ma anche la sontuosa villa che li sovrasta. Originariamente estesi su una superficie di 26 acri nel lontano 1924, i giardini si sono trasformati nel corso degli anni in un’incantevole oasi verde che si estende su 1,2 ettari, una vera e propria oasi di serenità e incanto senza tempo.

La residenza, oltre a essere un esempio superbo di architettura dell’epoca, è intrisa di storia e racconta la vita affascinante di questa coppia visionaria. Tuttavia, con l’occupazione nazista del Belgio nel 1940, fu costretta a fuggire a New York, dove trascorse gli anni più bui della guerra.

Nonostante le avversità, il loro legame con la casa e i giardini rimase saldo, tanto che al loro ritorno in Belgio, decisero di mantenere viva la memoria di questo luogo unico aprendolo al pubblico. Oggi, una sala della villa è dedicata a documentare la storia travagliata dell’edificio e la vita straordinaria dei suoi proprietari

Salvaguardare un patrimonio inestimabile

I giardini del Van Buuren Museum a Bruxelles sono stati creati in più fasi grazie alla partnership tra i celebri architetti paesaggisti belgi Jules Buyssens e René Pechère, che ha portato alla creazione di un luogo unico, dove ogni angolo è un’opera d’arte in sé.

Gli interni della dimora sono un vero e proprio scrigno di tesori, dove si trovano mobili rari, tappeti pregiati, vetrate colorate, sculture e dipinti di maestri belgi e internazionali. Dalle opere rinascimentali alle creazioni dell’Art Nouveau, fino ai capolavori dell’Art Déco, ogni pezzo racconta una storia e offre uno sguardo privilegiato sulla ricca eredità culturale di Bruxelles e oltre.

Il viaggio inizia con il suggestivo Giardino Pittoresco, che accoglie con la sua tavolozza di fiori colorati e sentieri sinuosi, promettendo una passeggiata tanto rilassante quanto romantica. Proseguendo lungo il percorso, si incontrano il Piccolo e il Grande Roseto, dove la bellezza dei fiori è celebrata in tutto il suo splendore, catturando l’essenza più romantica di questi gioielli botanici. Infine, il suggestivo Giardino del Cuore e l’incantevole Frutteto chiudono il cerchio di questa straordinaria esperienza, offrendo ai visitatori un rifugio di pace e relax, arricchito dalla magia di un patrimonio naturale inestimabile.

In aggiunta alle esposizioni d’arte e ai concerti musicali, il sito ospita convegni culturali e incontri con artisti di fama internazionale, garantendo un programma ricco di stimoli e di interesse per il pubblico. Questa varietà di eventi conferma i Giardini Van Buuren come un centro culturale vivace e dinamico, posizionandoli saldamente come un punto di riferimento nel panorama artistico e culturale di Bruxelles.

Giardini Van Buuren

Fonte: Van Buuren Mudeum and Gardens © Visit Brussels – Jean-Paul Remy

Van Buuren Museum, Bruxelles
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In Irlanda come veri archeologi per scoprire i segreti dell’isola verde

Oltre ai suoi suggestivi panorami naturali, l’Irlanda è famosa anche per l’importante patrimonio archeologico che custodisce sul suo territorio. E se un semplice tour guidato alla scoperta di queste bellezze non vi basta più, potete approfittare dell’occasione per diventare dei provetti Indiana Jones e contribuire ai lavori archeologici sull’Isola di Smeraldo. In che modo? Ecco alcune delle esperienze più affascinanti da provare.

Irlanda, i tour di Ancient Odysseys

Avete mai sentito parlare della Wild Atlantic Way? Si tratta di uno degli itinerari panoramici più suggestivi al mondo, ben 2.500 km che si dipanano in nove contee e tre province, offrendo una grandissima varietà di paesaggi naturali e di incantevoli villaggi dove il tempo sembra essersi fermato. Quest’anno ricorre il decimo anniversario dalla sua inaugurazione: alcune delle sue tappe affascinanti consistono in preziosissimi siti archeologici che meritano sicuramente una visita. Con Ancient Odysseys potete vivere un’esperienza davvero unica e sentirvi dei veri archeologi.

La prima proposta è una vacanza presso la desolata distesa calcarea del Burren, dove nei prossimi mesi si lavorerà per riportare alla luce un importante complesso fortificato. I più avventurosi avranno la possibilità di partecipare agli scavi, diventando così testimoni diretti delle scoperte che potrebbero avvenire in questo antichissimo sito archeologico. Il viaggio verrà organizzato nel mese di luglio 2024 e avrà una durata di 5 giorni: prevede l’opportunità di fare esperienza delle metodologie di lavoro in ambito archeologico, durante le operazioni che contribuiranno a far riemergere l’insediamento di Caherconnel e gli antichi reperti rimasti sotto terra per millenni.

Un’altra proposta interessante, sempre offerta da Ancient Odysseys, consiste in un viaggio di 5 giorni alla scoperta dei più suggestivi siti archeologici della Wild Atlantic Way. Spicca, in particolar modo, il misterioso Dun Aonghasa: si tratta di una fortificazione in pietra risalente all’età del ferro, costruita su una scogliera a picco sull’oceano sulla più grande delle tre isole Aran. Ci sarà anche la possibilità di visitare l’abbazia di Kylemore e di fare un tour della città di Galway, per immergersi nelle sue meraviglie.

L’esperienza su Achill Island

Se queste incredibili avventure non bastano a soddisfare la vostra voglia di esplorare l’Irlanda, c’è ancora un’altra proposta che potreste trovare davvero interessante. Si tratta del viaggio promosso dall’Achill Archaeological Field School, che nel mese di agosto 2024 organizzerà una settimana di vacanza dedicata al mondo dell’archeologia irlandese. I partecipanti potranno così assaporare quelli che sono i metodi di lavoro sul campo e, ovviamente, apprendere tante curiosità anche sull’antropologia e sulla storia locale.

L’esperienza avrà luogo sempre lungo il percorso della Wild Atlantic Way, in una location d’eccezione: si tratta di Achill Island, suggestiva isola situata al largo della costa della contea di Mayo. Collegata alla terraferma da un ponte girevole, è spesso meta di turisti durante l’estate per via delle sue spiagge da sogno e delle onde che fanno la gioia di tutti gli amanti del surf. Inoltre, da un po’ di tempo a questa parte è finita nel mirino di tutti quei viaggiatori che organizzano le loro vacanze sulla base dei loro film preferiti: Achill Island ha infatti avuto un ruolo chiave nelle riprese de Gli spiriti dell’isola, il capolavoro con Colin Farrell.

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Leucade, la Grecia da scoprire questa estate

Tra le mete più amate dagli italiani (e non solo) per le vacanze estive c’è la Grecia, e non è affatto difficile immaginare perché: il Paese ellenico è l’undicesimo Stato al mondo per estensione costiera, con 13676 km di coste. Quasi ogni lembo di questa terra è bagnato da acque limpide che invitano a fare un bagno, come quelle che accarezzano le rive di Leucade, da molti considerata come i “Caraibi dello Ionio”.

Leucade, informazioni utili

Leucade è il nome italiano di Lefkàda, una delle meravigliose Isole Ionie che sorgono a ovest della Grecia continentale. Anzi, Leucade è l’unica di queste ad essere raggiungibile anche senza nave o traghetto, perché è collegata alla terraferma tramite una lunga strada rialzata e un ponte mobile di circa 50 metri.

Come tutte le isole che si trovano in questo tratto di costa, purtroppo non gode di una storia fortunata: negli anni ’50 qui ci sono stati disastrosi terremoti che si sono riversati duramente su di essa. I danni sono stati enormi, al punto che solo pochi monumenti e chiese sono arrivati fino ai giorni nostri.

Ce ne sono, quindi, ma Leucade è uno di qui posti in cui, incredibilmente, la storia e le antichità greche passano in secondo piano. In compenso, c’è ampio spazio per una natura raggiante.

Lefkàda, Grecia

Fonte: iStock

Veduta aerea di Lefkàda

Cosa aspettarsi

Leucade ha una doppia anima: c’è il lato turistico e poi quello che è ancora immacolato, identico a come Madre Natura lo ha fatto. Ciò vuol dire che qui ci si può tranquillamente rilassare e godere di emozionanti meraviglie naturali, ma anche vivere la vita mondana e divertirsi con la famiglia o gli amici.

Un’isola estremamente selvaggia, dalla rigogliosa vegetazione piena di pini, ulivi e vigneti. Poi ci sono le sue affascinanti insenature, baie semi-nascoste con spiagge di sabbia finissima o ciottoli e porticcioli coloriti. Ma non è finita qui, perché Leucade vanta anche una conformazione montuosa che si rivela l’ideale per passeggiate ed escursioni.

Cosa vedere

Come detto in precedenza, Lefkàda conserva ancora alcune delle sue meraviglie storiche, ma la realtà dei fatti è che qui ci si viene, soprattutto, per ammirare la bellezza della natura.

Tra le cose da non perdere c’è sicuramente Leucade città, il luogo da dove parte il ponte che collega l’isola alla terraferma. Una località piena di caffè, bar, ristoranti e locali notturni, ma anche altamente pittoresca per via della presenza di case policrome con i tetti di tegole, belle piazze, strette stradine e molto altro ancora.

Leucade città, Grecia

Fonte: iStock

Leucade città vista dall’alto

Molto interessanti sono anche le rovine del Castello di Agia Mavra, che dal XIII al XVII secolo ha protetto l’isola dalle incursioni che arrivavano dal mare. Nonostante sia ormai un rudere, i visitatori sono sempre entusiasti per via delle sue mura perimetrali esterne, che tutt’ora sono in ottimo stato di conservazione.

Una delle tappe imperdibili di questa magica isola è il Monastero di Faneromenis, il centro religioso più importante di Leucade e anche il posto da cui ammirare una vista meravigliosa sulla città e la vicina laguna. Al suo interno è possibile visitare un Museo Ecclesiastico che contiene icone sacre e antichi testi manoscritti.

Agios Nikitas, invece, è un pittoresco villaggio con un’unica strada pedonale piena di negozi, bar e ristoranti e anche il punto di partenza ideale per scoprire alcune delle spiagge più belle dell’isola.

C’è poi il villaggio di Kalamitsi, dove le tradizioni rurali ancora sono parte della quotidianità e in cui, contemporaneamente, l’occhio è puntato verso la modernità turistica. Nonostante ciò, a dominare sono ancora i mulini a vento, le chiese e gli animali, come  galline, capre e asini.

Un’altra località molto particolare è Karia, un borgo dell’entroterra assai noto per la sua tradizione del ricamo e per il suo centro storico ricco di bar, taverne e caffetterie.

Sivóta è senza alcun dubbio una delle cittadine più belle di Leucade. Prende vita su un’insenatura stretta che dà la sensazione di essere di fronte a un laghetto, anziché dinnanzi a uno splendido mare.

La natura di Leucade

Sì, a Leucade la natura è qualcosa di straordinario e a cominciare dalle sue coste: in quella orientale le acque sono più calme e si possono ammirare fantastici panorami, mentre quella occidentale è più selvaggia e perfetta per avvistare indimenticabili tramonti.

Assolutamente speciali sono le cascate di Dimosari che sono raggiungibili percorrendo un facile sentiero impreziosito di vecchi platani che regalano ombra naturale, ponticelli e scalini. La prima cosa che si incontra è una minuta cascata che si tuffa in un piccolo laghetto, per poi arrivare alla cascata principale alta circa dodici metri. Ma non è finita qui, perché ai piedi di quest’ultima c’è un’altra piccola piscina naturale dove poter anche fare il bagno.

Cascate di Dimosari, Lefkada

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Il laghetto ai piedi delle cascate di Dimosari

Davvero emozionante è Capo Lefkada che si trova all’estremità sudoccidentale dell’isola: da queste parti la natura incontra leggende e mitologia. Molto suggestivo è il faro che svetta nei cieli sulla parte più alta del promontorio, che regala anche dei tramonti che sono un vero turbinio di emozioni. Una piccola curiosità: secondo una leggenda è proprio da qui che si suicidò la poetessa Saffo a causa dell’amore non corrisposto per il giovane Faone.

Le spiagge da non perdere

Siete pronti a realizzare qualsiasi vostro desiderio in fatto di spiagge e mare? Dovete esserlo perché a Leucade è davvero possibile. Sono tantissime le spiagge da visitare e a partire da Pefkoulia che è una distesa sabbiosa lambita da acque turchesi molto pulite.

Molto bella è anche la spiaggia di Agios Nikitas che, pur essendo piccina, è la preferita dalle famiglie. Poi ancora la spiaggia di Milos, tra le meno conosciute – seppur eccezionale – di Lefkada. Vi basti sapere che la sua sabbia è bianca come il latte, mentre le sue acque sono profonde e intensamente turchesi.

Una delle spiagge più frequentate dell’isola è Kathisma, il posto ottimale per chi ha voglia di avere a portata di mano tutti i servizi del caso. Dalla sabbia bianca e ciottolosa, offre un mare cristallino dalle mille sfumature di blu o di verde.

C’è poi Ekgremni, una spiaggia di ben due chilometri di lunghezza e incastonata tra imponenti scogliere. Da molti considerata una delle migliori del Mediterraneo, offre colori simili a quelli dei Caraibi.

Voliamo ora alla spiaggia del villaggio di Vassiliki che è particolarmente frequentata da chi adora il windsurf e tutti gli sport da fare al mare.

Altrettanto suggestive sono la piccola spiaggia di ciottoli di Ammousa, quella di Mikros Gialos dove il mare è quasi sempre calmo, e la spiaggia di Desimi che offre tante insenature e grotte lungo la costa.

Infine, merita una menzione speciale Porto Katskiki, da molti ritenuta addirittura la spiaggia più bella d’Europa. Con sabbia bianca finissima, è riparata da una falesia a picco sul mare e baciata dal sole per quasi l’intero giorno. Non sono di certo da meno le sue acque che sono costantemente cristalline.

Insomma, Leucade è un vero scrigno di incedibili meraviglie.

Porto Katskiki,, Leucade

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Tutta la bellezza di Porto Katskiki