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Sette Valli Sospese, è in Algarve il “miglior cammino d’Europa”

Alte falesie a picco sull’oceano alternate ad alcune delle spiagge più belle del mondo, in un paesaggio in cui la natura incontaminata fa da padrona. Uno di quei luoghi da cartolina che entrano nell’immaginario umano come paradisi terrestri.

Ci troviamo lungo la costa dell’Algarve, in Portogallo, in uno degli scenari più incredibili e spettacolari. Qui esiste un percorso che segue la cresta delle falesie, eletto (nel 2019) il cammino migliore d’Europa dall’organizzazione European Best Destinations: il Sentiero delle Sette Valli Sospese. Scopriamo le principali tappe di questo percorso immerso nella meraviglia della natura.

Il Sentiero delle Sette Valli Sospese

Scoprire le spiagge e i panorami dell’Algarve da una prospettiva diversa e unica, ovvero dall’alto delle imponenti falesie che si affacciano sull’Oceano Atlantico. Il Sentiero delle Sette Valli Sospese (Percurso dos Sete Vales Suspensos) permettere ai visitatori di scoprire tutta la bellezza della costa portoghese.

L’European Best Destinations, l’organizzazione  che mira a far conoscere la ricchezza, la diversità e la qualità delle destinazioni europee, lo ha nominato come il cammino migliore d’Europa. Un riconoscimento di grande autorevolezza per Algarve, che incanta con la sua natura selvaggia fatta da calette segrete che si sovrappongono ai lontani campi da golf presenti sul territorio.

Il percorso delle Sette Valli Sospese è uno spettacolo da attraversare a piedi: lungo sei chilometri, parte dalla Praia da Marinha, una delle spiagge più belle del Portogallo, e arriva a Praia do Vale de Centianes (ma nulla vieta di percorrerlo in senso contrario).

Le sette valli che fanno parte del percorso sono i canyon naturali che l’acqua e il vento hanno scavato nella roccia nel corso di millenni e che rendono questo paesaggio tanto particolare e suggestivo.

Il sentiero è abbastanza semplice e percorribile in circa 3 ore di camminata. Lungo il tragitto permette di addentrarsi in tunnel scavati nella roccia e ammirare archi naturali e faraglioni. Un sentiero delineato e facile da seguire, alla portata di tutti, per meravigliarsi davanti alle acque color smeraldo che lambiscono la costa. Vediamo alcune delle tappe più suggestive di questo meraviglioso percorso.

Il percorso: le tappe più suggestive

Zaino in spalla e si parte per un’esperienza suggestiva e memorabile. Si inizia dal punto più a est del Sentiero delle Sette Valli, per spostarsi verso ovest, ma è tranquillamente percorribile anche in senso opposto.

Dal parcheggio gratuito vicino alla splendida Praia da Marinha, il sentiero porta subito sulla scogliera che sovrasta tale spiaggia, caratterizzata da sabbia dorata, acqua color smeraldo e meravigliosi faraglioni. La spiaggia, considerata una delle più belle del Portogallo, è infatti contornata da imponenti falesie in arenaria che formano i due famosi archi che emergono dalle acque cristalline del mare.

La splendida Praia da Marinha, in Algarve, con i famosi archi di pietra nel mare

Fonte: iStock

Praia da Marinha, in Algarve

Si prosegue lungo il sentiero segnalato per arrivare in cima alla Praia da Mesquita, la continuazione quasi celata di Praia da Marinha e dalla quale sono ben visibili i due imponenti archi naturali, tra i più fotografati della zona.

Camminando lungo la scogliera rocciosa si incontrano spettacolari grotte che sembrano voragini nel terreno e dalle quali spicca l’azzurro del mare sottostante.

Dopo circa mezz’ora di camminata si arriva al punto che guarda dall’alto Praia da Corredoura, mentre il successivo stop lungo il Sentiero delle Sette Valli Sospese è la celebre grotta di Benagil: un’enorme apertura ovale nella falesia visibile dall’alto, come una grande finestra aperta verso la meraviglia. Il cammino passa sulla sommità della caverna, visibile in tutto il suo splendore dall’alto, ma non porta al suo interno. Per poter accedere alla grotta più famosa d’Europa è necessario muoversi dal mare, quindi a nuoto o in barca (molti si addentrano con il kayak).

La suggestiva grotta marina di Benagil, lungo la costa dell'Algarve

Fonte: iStock

La grotta marina di Benagil

Proseguendo oltre la celebre grotta, si raggiunge il paese di Benagil, in cui poter fare una sosta per mangiare o bere qualcosa al riparo dal sole. In seguito, il percorso riprende a salire lungo la scogliera fino ad arrivare a Praia do Carvalho. Qui è possibile scendere per godersi un po’ di sano relax sulla soffice sabbia dorata della spiaggia.

Si riparte per la mete successive del percorso: il suggestivo Cabo Carvoeiro, la splendida Praia do Vale Espinhaço e successivamente il Faro di Alfanzina, una struttura secolare alta 23 metri che domina una delle scogliere più alte di tutta la costa.

Lasciando alle spalle il faro, si prosegue lungo il sentiero panoramico con un ultimo tratto in salita per giungere all’ultima tappa del Percurso dos Sete Vales Suspensos: Praia do Vale Centianes, una tranquilla spiaggia dorata in cui riposarsi dopo la fatica, accarezzati dal sole e coccolati dalle onde che si infrangono sulle scogliere circostanti.

Informazioni utili

Il percorso delle Sette Valli Sospese è segnalato da simboli gialli e rossi sugli steccati lungo tutto il tragitto, un consiglio per non avventurarsi e rischiare di invadere l’ecosistema. È sconsigliato incamminarsi nelle ore più calde, soprattutto in estate, dato che ci sono pochi posti riparati dal sole.

Per questo è consigliato anche un abbigliamento adeguato: calzature da trekking, abiti traspiranti, occhiali da sole e cappellino, oltre a una buona quantità di acqua per mantenersi idratati e la crema solare per proteggersi da eventuali scottature.

Nonostante la camminata sia abbastanza semplice, con pochi dislivelli e protetto da staccionate, è bene porre comunque particolare attenzione durante il tragitto, poiché l’altezza delle falesie è considerevole e il terreno in certi punti può risultare sabbioso e quindi più scivoloso.

Per coloro che vogliono scendere verso le spiagge, è opportuno fare molta attenzione alle maree, che innalzano o abbassano velocemente l’acqua anche di 4 metri.

 

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La Finlandia è (sempre) il Paese più felice del mondo

Scriveva Voltaire in una lettera all’abate Trublet il 27 aprile 1761: “Ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute”. E in Finlandia, che è appena stata eletta per il settimo anno consecutivo il Paese più felice del mondo, l’hanno preso alla lettera.

Ogni anno, infatti, viene stilato il World Happiness Report che valuta singolarmente le condizioni di vita dei giovani, degli anziani e delle persone di mezza età in curica 140 Paesi del mondo e, negli ultimi sette, al primo posto si è sempre posizionata la Finlandia in tutte le fasce di età.

Nel 2024, la classifica dei Paesi più felici al mondo prosegue con le vicine Danimarca, Islanda e Svezia. L’Italia non raggiunge nemmeno la 30^ posizione.

Felicità è sicuramente sinonimo anche di benessere e i finlandesi hanno deciso di condividere con il resto del mondo il loro segreto.

Perché la Finlandia è il Paese più felice

In Finlandia – così come in tutti i Paesi, del resto – i Comuni e la pubblica amministrazione sono responsabili di provvedere ai servizi dei propri cittadini quotidianamente. Per servizi si intendono la salute, l’educazione scolastica, il trasporto pubblico e via dicendo, che sono in grado di generare il benessere di una città e quindi anche di un Paese. E qui funzionano tutti bene.

Ma non solo: contribuiscono alla felicità dei finlandesi anche asltri aspetti quali l’aspettativa di vita, il PIL pro capite, il welfare, d anche l’equilibrio tra lavoro e vita privata e un forte sentimento di fiducia in generale.

Il Sindaco di Helsinki, la Capitale finlandese che conta circa 650mila abitanti, Juhana Vartiainen, ha spiegato che “I cittadini contano sul fatto che il Comune si prenda cura di organizzare i servizi funzionali e di far loro usufruire di quelli legati alla cultura e a quelli naturali. Il nuovo e interessante Museo dell’architettura e del design, riconosciuto già a livello internazionale, è solo uno degli esempi concreti di quanto stiamo investendo nel futuro della nostra città e nel benessere dei residenti”.

Il trasporto pubblico a Helsinki è motivo di felicità

Tra i motivi di vanto della Finlandia c’è sicuramente l’eccellente servizio di trasporto pubblico. A dirlo è uno studio condotto dalla società di ricerca di mercato Taloustutkimus, secondo cui gli abitanti della Capitale ne sono molto soddisfatti: in cifre, circa nove persone su dieci (per la precisione, l’88%) si sono dichiarate soddisfatte del loro stile di vita a Helsinki.

I fattori chiave che determinano una buona qualità della vita a Helsinki includono la vicinanza al mare (e, si sa, che secondo studi medici, il mare fa bene alla salute fisica e mentale), l’offerta di luoghi di arte e di cultura, un ambiente sicuro in cui vivere e spazi verdi come parchi e foreste nelle immediate vicinanze.

In cima alla lista dei fattori determinanti c’è soprattutto il trasporto pubblico, che garantisce l’accesso a qualunque luogo della città in modo affidabile e sostenibile.

A Helsinki, la felicità sta nelle piccole cose

Da sempre comunque gli abitanti di Helsinki sono famosi per essere lo specchio della felicità e il loro segreto sta nel semplice fatto che a loro basta davvero poco per essere felici. La felicità qui sta nelle piccole cose della vita di ogni giorno: gustarsi un gelato su lungomare di 131 chilometri, fare la sauna, uno dei simboli della Finlandia nonché parte integrante della cultura finlandese, nella propria abitazione o in una delle tantissime saune pubbliche che ci sono in città (ci sono più saune che abitanti) oppure visitare i musei o andare ai mercatini delle pulci.

Imparare a essere felici come i finlandesi

Proprio perché per i finlandesi essere felici non è un segreto, ma un insieme di “trucchi” che possono essere appresi e messi in pratica quotidianamente, quest’anno molti turisti avranno la possibilità di andare in Finlandia e imparare a essere felici.

Lo studio condotto da Taloustutkimus ha evidenziato anche il fatto che i finlandesi sono un popolo molto ospitale e molto aperto al mondo internazionale e quindi verso i turisti.

A giugno, alcuni visitatori da tutto il mondo saranno ospitati per vivere un’esperienza urbana unica nella Capitale, insieme agli Helsinki Happiness Hackers. Questo team, composto da cinque residenti di Helsinki (uno dei quali è una skateboarder settantenne), accompagnerà il gruppo alla scoperta della città finlandese, con l’obiettivo di insegnare loro tutti i segreti per essere felici ogni giorno affiancando i “local” nella loro quotidianità.

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È l’Europa la regina del turismo mondiale

La regina del turismo a livello mondiale è, ancora una volta, l’Europa, come riporta il bollettino Eurostat al termine di un 2023 che si è rivelato particolarmente fortunato soprattutto per alcuni Paesi del Mediterraneo: 2,92 miliardi di pernottamenti che decretano un +1,6% rispetto al 2019.

Si tratta di dati record cui ha contribuito, in gran parte, l’incremento delle presenze dei turisti extra-UE con +146 milioni di notti e un aumento, seppur meno appariscente, delle presenze di viaggiatori autoctoni pari a +25 milioni.

I dati che incoronano l’Europa come leader del turismo

Scendendo nel dettaglio dell’analisi dei dati emersi da Eurostat, il 46% dei pernottamenti del 2023 (quasi vicino al 47% del periodo pre Covid) è rappresentato dai turisti provenienti da Paesi non europei e, nell’arco di dieci anni, i pernottamenti turistici hanno visto un aumento del 25% (nel 2013, infatti, erano stati 2,33 miliardi).

Per l’anno appena trascorso, i Paesi che hanno riscontrato il maggior incremento sono Malta e Cipro, con una crescita di pernottamenti che ha superato il 20%. Superiore al 10% la crescita di Portogallo, Romania, Repubblica Ceca, Austria, Bulgaria, Grecia, Lettonia e Slovacchia.

In termini assoluti, invece, l’aumento più significativo dei pernottamenti si è registrato in Germania (+32,8 milioni), Italia (34 milioni di turisti stranieri nelle strutture ricettive) e Spagna (+32, 3 milioni). La Francia, invece, ha accolto 18,5 milioni di persone.

Per quanto riguarda la tipologia di pernottamento, il 63% del totale ha riguardato gli hotel mentre il 13% i campeggi.

La regina dell’Europa è l’Italia

Se l’Europa è regina del turismo a livello internazionale, un ruolo d’onore per il 2023 se lo è ritagliato l’Italia, dove gli alberghi hanno registrato un 12% in più rispetto al 2022.

Un risultato lodevole che ha ricevuto il commento del ministro del Turismo Daniela Santanchè: «L’analisi Eurostat conferma l’Italia seconda in Europa per presenze turistiche straniere: un dato che testimonia la voglia d’Italia che c’è nel mondo. Un risultato da un lato frutto del grande lavoro dei nostri operatori e imprenditori del settore nel rendere l’Italia sempre più attrattiva con proposte di qualità e diversificate, e dall’altro dell’operato del governo che non solo rende l’Italia protagonista nel mondo, ma lavora per preservare l’autenticità dei nostri territori e valorizzare il Made in Italy».

Il Belpaese, come accennato, nell’ultimo trimestre del 2023 è risultato secondo, dietro alla Spagna e davanti alla Francia, per presenza di stranieri nelle strutture ricettive con ben 34 milioni di turisti.

Ma non soltanto.

L’Italia ha conquistato anche la cima della classifica generale della reputazione turistica europea superando, in questo caso, Spagna e Germania: sulla base dello studio di Demoskopika, ha ottenuto infatti 109,1 punti con il primato di 3 indicatori su 5 (popolarità, ricerca della destinazione, tripadvisor confidence destination).

Anche in questo caso, il ministro del Turismo ha espresso soddisfazione per il risultato con, tuttavia, l’obiettivo di migliorare ancora: “Essere la Nazione più desiderata e popolare è senza dubbio un dato che ci fa guardare al presente con soddisfazione e al futuro con ottimismo. Ma a noi non basta risultare la destinazione più ricercata online, non possiamo fermarci a questo: dobbiamo aspirare a far diventare l’Italia capace di presentare l’offerta turistica migliore, in termini di ricchezza, profondità e qualità, così da essere non soltanto la meta più sexy in rete, bensì anche quella più scelta“.

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In Gran Bretagna c’è un trekking che segue il muro dell’Antica Roma

Avete sempre pensato che la costruzione più spettacolare della Gran Bretagna fosse il The Shard di Londra? Vi state sbagliando. Ne esiste una decisamente più grandiosa, e la sua origine è antichissima.

Stiamo parlando del Vallo di Adriano, una fortificazione d’epoca romana che corre lungo tre contee inglesi: Tyne and Wear, Northumberland e Cumbria. Inizia alla foce del fiume Tyne (sul Mare del Nord) e termina laddove si trova il Solway Firth, un estuario del fiume Solway, sul Mare d’Irlanda. Voluto dall’omonimo imperatore romano, il muro di Adriano è il protagonista del favoloso percorso di trekking che lo costeggia.

Dedicato agli appassionati delle camminate e a chi ama respirare tutta la bellezza del patrimonio naturalistico, storico e artistico che rende meraviglioso il nostro pianeta. Vediamo cos’è il Vallo di Adriano e tutte le tappe dello splendido cammino che costeggia il muro dell’Antica Roma.

Cos’è il Vallo di Adriano: origini e storia

Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, il Vallo di Adriano è la fortezza che venne fatta costruire dall’imperatore Adriano per segnare il confine con la parte settentrionale dell’Impero Romano, mettendo così al sicuro i villaggi della Britannia dai Pitti, il popolo che abitava quella che – oggi – è la Scozia.

I lavori iniziarono nel 122 d.C., e terminarono alcuni anni dopo. La volontà di Adriano era quella di costruire un muro imponente che rappresentasse la grandezza della potenza romana, in Britannia come a Roma. Ancora oggi, dopo secoli di storia, il muro di Adriano è uno straordinario capolavoro di edilizia militare, di urbanizzazione e organizzazione civile.

Costruito con una larghezza di 3 metri e un’altezza di circa 5 metri, lungo il Vallo di Adriano erano stati posizionati quattordici forti ausiliari e ottanta fortini (ossia i castelli miliari), uno per ogni miglio romano. Si racconta che per terminare l’opera ci vollero 6 anni e la manodopera di ben 15.000 uomini.

Con il declino dell’Impero Romano, il muro venne man mano abbandonato, cadendo in disuso. Una buona parte delle pietre che lo componevano vennero prelevate e riutilizzate per la realizzazione degli edifici vicini. Un fenomeno che continuò fino al XX secolo, quando la fortezza venne riconosciuta Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, nel 1987.

Trekking lungo il Vallo di Adriano, il muro dell’antica Roma

Oggi, il muro di Andriano disegna un percorso di trekking che è tra i più belli e suggestivi d’Inghilterra, l’Adrian’s Wall Path. Per 135 chilometri, a sud rispetto al confine con la Scozia, l’itinerario attraversa un paesaggio rurale che rende l’esperienza autentica e indimenticabile.

Il cammino che attraversa la storia dell’Antica Roma è percorribile in 6 tappe (che possono variare a seconda del punto di partenza o della quantità di strada percorsa ogni giorno) costeggiando per buona parte del tragitto il fiume Tyne e attraversando inizialmente il centro di Newcastle. Il sentiero si immerge in un paradiso terrestre: la campagna fatta di giardini, campi coltivati, villette in perfetto stile inglese, fattorie, pascoli pieni di pecore e la brughiera più selvatica, soffiata dai venti che provengono da nord.

Vallo di Adriano, Gran Bretagna

Fonte: iStock

Resti del Vallo di Adriano, il muro dell’Antica Roma

Le 6 tappe del sentiero lungo il muro di Andriano

Zaino in spalla e si comincia. Il percorso parte da Wallsend (l’antica Segedumum), borgo alla periferia di Newcastle upon Tyne e si conclude al villaggio di Bowness-on-Solway. Un itinerario che attraversa l’isola da est a ovest, percorrendo un pezzo di storia e andando alla scoperta dell’Inghilterra più selvaggia.

Da Wallsend a Heddon-on-the-Wall

Da Wallsend, facilmente raggiungibile in metro partendo dalla vicina città di Newcastle, si parte dal muro che anticamente scendeva dal forte fino al fiume Tyne e si segue il corso d’acqua verso l’entroterra. Lungo il cammino si costeggia un’antica ferrovia in disuso attraverso Newcastle, addentrandosi nel paesaggio urbano per terminare poi nella meravigliosa campagna ricca di prati verdi costellati di fiori selvatici e di terreni agricoli coltivati, sopra a Tynedale. Dopo circa 21 chilometri di camminata si raggiunge il caratteristico villaggio di Heddon-on-the-Wall, dove è possibile fermarsi per una notte per recuperare le energie.

Da Heddon-on-the-Wall a Cholleford

L’itinerario prosegue costeggiando sempre il muro di Adriano e addentrandosi nel cuore della campagna inglese, con terreni agricoli, animali al pascolo e creature selvagge come lepri, conigli, uccelli, con la possibilità di ammirare numerosi reperti archeologici romani. Ci si può fermare alla seconda tappa, Cholleford, dove potrete riposare.

Da Cholleford a Once Brewed

Il trekking lungo il Vallo di Andriano riparte costeggiando i tratti meglio conservati del muro dell’antica Roma e uno dei suoi forti nel punto più a nord della fortezza, con suggestivi panorami sul paesaggio circostante che lasciano a bocca aperta. La terza tappa, dopo un camminata di  circa 20 chilometri, può essere fissata nel paese di Once Brewed.

Da Once Brewed a Banks

Si riparte per il cammino lungo il celebre muro romano attraversando il distretto di Northumberland per raggiungere la contea di Cumbria. Lungo il tragitto lo scenario si evolve, dalle brughiere e i dirupi battuti dal vento, alle dolci colline verdeggianti dell’estremo nord-ovest dell’Inghilterra. Ci troviamo nel punto più alto del percorso di trekking lungo il muro di Andriano e qui si possono ammirare gli antichi resti di un ponte romano, torrette e castelli miliari, per un tuffo nella storia antica. Superando Gilsland, infatti, si raggiunge il forte romano di Birdoswald. Dopo circa 24 chilometri di camminata si raggiunge il villaggio di Banks, la quarta tappa.

Da Banks a Carlisle

Da Banks si torna lungo i sentieri che costeggiano il Vallo di Adriano immersi nella brughiera inglese e nel paesaggio agricolo attraversato dal fiume Eden. Dopo circa 24 chilometri di percorso a piedi, lo scenario naturale lascia spazio a quello urbano di Carlisle, una città ricca di storia e monumenti medievali di pregio. Qui si trova il Castello di Carlisle, risalente al 1093, e la splendida Cattedrale, che meritano sicuramente una visita.

Castello di Carlisle, Gran Bretagna

Fonte: iStock

Castello di Carlisle, lungo il cammino che costeggia il Vallo di Adriano

Da Carlisle a Bowness-on-Solway

Zaino in spalla per la sesta e ultima tappa dell’emozionante cammino lungo il muro di Adriano. Seguendo il fiume Eden si esce da Carlisle e, tornando per 24 chilometri in un paesaggio naturale di straordinaria bellezza, si attraversano Burgh by Sands, Port Carlisle e infine Bowness-on-Solway, affacciata sul Mare d’Irlanda.

Caratteristiche del trekking lungo il muro di Adriano

Il percorso dell’Adrian’s Wall Path non è troppo impegnativo ed è adatto a molti appassionati di trekking e camminate, con tragitti di circa 20/25 chilometri e dislivelli di massimo 200 metri. L’esperienza è davvero magica e si torna a casa con la consapevolezza d’aver camminato lungo la storia. Ed è anche decisamente agevole: il percorso è ben tenuto, ottimamente segnalato (col simbolo della ghianda) e ricco di interessanti musei. 

Tipicamente il percorso segue l’ordine delle tappe indicate, da est a ovest, ma nulla toglie che sia possibile seguire il senso opposto, partendo quindi da Bowness-on-Solway e terminando a Wallsend.

È bene tenere a mente che questa zona è soggetta alle piogge, soprattutto nei mesi autunnali e invernali. Si consiglia quindi un abbigliamento comodo e di attrezzarsi al meglio per superare senza ostacoli eventuali intemperie.

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Alla scoperta del più bel borgo della Svizzera

Un nuovo affascinante borgo è entrato a far parte della rete dei Borghi più belli della Svizzera, associazione nata nel 2015 con l’obiettivo di promuovere a livello nazionale e internazionale i borghi gioiello del Paese e del Principato del Liechtenstein.

Si tratta di Arlesheim, il primo comune del Cantone di Basilea Campagna a fregiarsi di tale riconoscimento, a una ventina di minuti di tram dal centro di Basilea.

Alla scoperta del nuovo borgo più bello della Svizzera

“Questo marchio sottolinea giustamente che Arlesheim è un comune attraente sia per la popolazione residente che una destinazione interessante per i visitatori provenienti da vicino e da lontano“, ha afferma il Sindaco Markus Eigenmann.

Infatti, nonostante la vicinanza con Basilea, considerata la “capitale” della Svizzera nordoccidentale, il nuovo borgo più bello ha saputo mantenere intatti la sua atmosfera e il suo aspetto paesano e vanta un nucleo storico ricco di bellezze architettoniche e paesaggistiche a partire dall’Ermitage, il più vasto giardino all’inglese della nazione, allestito alla fine del XVIII secolo sulla cima del monte laddove svettata il Castello di Birseck, e apprezzato già dopo poco tempo l’apertura dai visitatori provenienti dall’Europa e dalla Russia.
Varcarne la soglia oggi significa sentirsi trasportare in un’altra realtà, plasmata da piccole grotte naturali dai nomi evocativi (Grotta di Proserpina, Grotta di Diana, Grotta di Apollo, Grotta degli Eremiti) e da un’aura di misticismo, silenzio, calma e riflessione: non a caso, si caratterizza anche per un potente centro energetico poco sotto i resti del Castello, presso il Temple rustique.

Altro simbolo indiscusso di Arlesheim è il Duomo (l’unico in Svizzera), capolavoro barocco iniziato nel 1860 e consacrato già nell’ottobre 1861, custode al suo interno (impreziosito da pregevoli dipinti sul soffitto e sulle pareti) del celebre organo Silbermann.

Ma non è tutto.

Il comune ospita i siti di insediamento più antichi del Cantone, risalenti al paleolitico, all’età della pietra e al neolitico: la grotta dell’Ermitage, la Hohle Felsen e le Grotte di Hollenberg.

E poi, la storia: nel 1239, la badessa Willebirgis von Hohenburg vendette la tenuta di Arlesheim al Vescovo di Basilea. Il borgo divenne molto importante quando il capitolo del Duomo, che era fuggito da Basilea a Friburgo in Brisgovia, vi si stabilì nel 1679.
Con la rivoluzione francese, il capitolo del Duomo fu perso e la parte episcopale della valle della Birs passò sotto il dominio francese. Infine, al congresso di Vienna del 1815, la località divenne parte del Cantone di Basilea.

Una meta ben servita dai molti fiori all’occhiello

Arlesheim Duomo © Christian Guerra - Swissvillages

Fonte: Ph Christian Guerra – Swissvillages

Arlesheim Duomo © Christian Guerra – Swissvillages

Il grazioso borgo di Arlesheim è molto ben servito dai trasporti pubblici (treno e tram) e dalle piste ciclabili ed escursionistiche oltre a poter sfoggiare il Label “Comune amico dei bambini” di Unicef.

Inoltre, svariate grosse aziende offrono oltre 5000 posti di lavoro e, tra queste, spicca la famosa multinazionale di prodotti cosmetici naturali Weleda, fondata nel 1920 da Rudolf Steiner, che qui ha la sua sede.

Steiner è stato uno scrittore, teosofo e pedagogo riformatore austriaco, nonché il fondatore dell’antroposofia, una visione del mondo spirituale il cui contenuto essenziale si basa su intuizioni chiaroveggenti in quello che lui considerava un vero mondo spirituale: la storica Clinica Arlesheim lavora ancora oggi sulla base della medicina antroposofica.

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Vacanza di Pasqua: il più bell’itinerario da fare in Europa

“Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”, recita così un famoso detto italiano, e per tale motivo questo periodo festivo è il migliore per organizzare un bel viaggio, magari fuori dai confini italiani e in luoghi non eccessivamente presi di mira dai turisti. Se è questo il caso, abbiamo un ottima notizia per voi: esiste un itinerario, parte di un interessante Festival, che si rivela il migliore da fare a Pasqua in Europa.

La Ruta de la Pasión de Calatrava

Si chiama la Ruta de la Pasión de Calatrava ed è un Festival la cui tradizione risale al XVI secolo. Una celebrazione antichissima e che vede come protagonisti gli “armaos”, una replica dei soldati romani che sequestrarono Gesù Cristo. Partecipandovi, è possibile visitare dieci piccole città spagnole che, durante la Settimana Santa, mostrano tutta la loro unicità attraverso spettacoli e rappresentazioni speciali.

Ci troviamo nella suggestiva regione di Campo de Calatrava, luogo in cui prende vita la tradizione degli “armaos”, punto di riferimento più rappresentativo de la Ruta de la Pasión de Calatrava. Dal costume molto caratteristico – composto da giacca rossa, ricoperta da bande di raso rosso con frange dorate, pantaloni bianchi o blu sotto il ginocchio riccamente ricamati, così come le gonne, gli stivali e le calze di stoffa, il pesante elmo piumato o decorato con pompon colorati e lance, spade e scudi – sfilano in processione, scandendo i loro passi e le loro evoluzioni al suono di tamburi, tamburelli e trombe.

Ovviamente, c’è anche il cattivo per eccellenza: Giuda Iscariota. La presenza di tutti i personaggi nelle processioni, insieme ad altri elementi come musica, artigianato e gastronomia, contribuisce alla creazione di un’esperienza culturale unica e molto sentita.

Armaos in Spagna

Fonte: Getty Images – Ph: Europa Press News

La sfilata degli “armaos”

Le dieci cittadine spagnole coinvolte

Il comune più rappresentativo è Almagro, cittadina dichiarata Complesso Storico-Artistico e il cui simbolo indiscusso è la bella e stilizzata Plaza Mayor, che sfoggia portici e gallerie di vetro. Non è di certo da meno il Corral de Comedias, costruito nel 1628, unico palcoscenico al mondo risalente al XVI e XVII secolo, rimasto intatto nella forma e nella struttura.

Nonostante la sua “veneranda età”, infatti, qui vengono ancora rappresentate commedie di Cervantes, Calderón de la Barca, Lope de Vega. Ma non è finita qui, perché ad Almagro e in altre città nelle sue vicinanze vengono mostrate le figure realizzate dagli “armaos” che accompagnano i pasos, le confraternite e i capirotes che ogni città fa sfilare tra il Mercoledì Santo e la Domenica di Pasqua.

C’è poi Aldea del Rey che sorge a poca distanza da Calatrava la Nueva, ovvero dei ruderi di un castello-convento. Molto grazioso è anche il centro storico in cui svetta nei cieli il Palazzo Clavería del XVI secolo, dove dimorava la persona che custodiva le chiavi del Convento di Calatrava. Altri edifici di pregio sono la Chiesa di San Jorge Mártir e l’Eremo di Nuestra Señora del Valle.

Bolaños de Calatrava offre un bellissimo centro storico in cui non si può non ammirare la Casa de Coca, l’unica casa nobiliare conservata nel paese, l’Eremo del Santo Cristo della Colonna e la Chiesa di San Filippo e San Giacomo, situata in Plaza de España, che sono un chiaro esempio del passaggio dal gotico al rinascimentale.

Molto interessanti sono anche Granátula de Calatrava, dove dimorano circa 800 abitanti e luogo in cui il tempo pare non essere passato mai, e Miguelturra, in cui sopravvivono interessanti esempi di architettura civile e industriale ed edifici in cui convergono agricoltura e architettura.

Pozuelo de Calatrava, invece, sorge vicino a due lagune salate di origine vulcanica particolarmente amate dai viaggiatori. Ma ad attirare l’attenzione sono anche la chiesa seicentesca dedicata a San Giovanni Battista, che è stata dichiarata Bene di Interesse Culturale nel 1989, e il Santuario di Nostra Signora dei Santi che è stato costruito su un’antica fortezza araba.

L’itinerario continua per raggiungere Torralba de Calatrava, dove svettano nei cieli la Chiesa della Santisima Trinidad del XVI e con facciata barocca, l’Eremo di Cristo, del XVIII secolo, e l’Eremo della Purísima, del XVIII secolo.

Valenzuela de Calatrava è un piccolo villaggio dedito all’orticoltura e con famose fontane di acqua gassata, sia nelle fontane pubbliche che nelle case. Poi ancora Moral de Calatrava, una cittadina incorniciata da splendidi paesaggi naturali e con un impianto urbano che è stato dichiarato Complesso Storico-Artistico in quanto chiaro esempio di architettura tradizionale.

L’itinerario si conclude a Calzada de Calatrava in cui sono davvero tantissimi i monumenti e i luoghi d’interesse, come il Castello di Salvatierra costruito nei secoli X-XI; la Parroquia de Nuestra Seňora de la Asunción del 1526; la Ermita del Salvador del Mundo del secolo XVI; la Ermita de San Sebastián del secolo XVI e molto altro ancora.

Moral de Calatrava, Spagna

Fonte: iStock

La chiesa principale di Moral de Calatrava

In cosa consiste questo Festival

Oltre ai colorati “armaos”, in ognuna di queste città prendono vita diverse Settimane Sante in cui poter conoscere momenti, scene tipiche e immagini religiose che sfilano in mezzo ai fedeli per le strette vie.

Per esempio, la mattina del Giovedì Santo, ad Aldea del Rey, viene messo in scena il tradimento di Gesù da parte di Giuda Iscariota. A Bolaños de Calatrava, invece, gli “armaos” iniziano la ricerca di Gesù al mattino, inscenando l’arresto nel tardo pomeriggio. A Granátula de Calatrava, durante l’arresto, il capitano delle truppe romane canta “el romance del prendimiento”. A Moral de Calatrava, la danza del Caracol si chiama “Caracola” e si celebra la domenica di Pasqua come saluto alla settimana.

Particolarmente curioso è il fatto che, nel bel mezzo di una celebrazione religiosa, ancora è tradizione partecipare a un gioco di scommesse che, molto probabilmente, ricorda la vendita all’asta dei vestiti di Cristo da parte dei suoi carnefici sul Golgota. Si tratta di un gioco d’azzardo che consiste nello scommettere anche importanti somme di denaro. Si svolge ogni Venerdì Santo nella città di Calzada de Calatrava, dove dal 1993 è stato proclamato “Festival di interesse turistico regionale.

Il funzionamento è molto semplice: testa o croce. C’è una persona che ha il banco, il baratero, e intorno a lui si dispongono gli scommettitori, senza limiti per le puntate se non i fondi a disposizione del banco, che, situato al centro del cerchio, copre le puntate piazzate a terra.

Per giocare si prendono due monete di rame del regno di Alfonso XII, con la testa e lo stemma del re ben visibili. La persona che ha il banco mette insieme i pezzi, con le facce delle monete ben visibili. Chi gioca scommette i suoi soldi e il mazziere mette la stessa somma.

Subito dopo aver mostrato le monete, il baratero le lancia in aria. Tutti alzano gli occhi al cielo in attesa del risultato, per scoprire se la fortuna è dalla loro parte o meno: se le monete toccano terra e rimbalzano verso l’alto con la “Testa”, il banco incassa tutti i soldi delle scommesse fatte, ma se dopo la caduta e il rimbalzo gli scudi rimangono visibili, allora si urla “Croce” e chi ha puntato incassa i soldi delle rispettive scommesse.

Ma come in tutte le cose anche in questa c’è un però: se le monete cadono, ognuna su un lato diverso, il baratero grida “Testa e Croce” e non vince nessuno. Le monete vengono raccolte, consegnate a chi tiene il banco e il gioco ricomincia.

La Ruta de la Pasión de Calatrava è senza ombra di dubbio un’esperienza da vivere almeno una volta nella vita.

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È Fiumicino il miglior aeroporto d’Europa, per il settimo anno consecutivo

Sono ben sette anni di seguito che un efficientissimo scalo italiano si aggiudica il titolo di “Miglior aeroporto d’Europa”. Un grande successo che si ripete anno dopo anno e che vede la premiazione da parte di Airports Council International World, in collaborazione con Amadeus, azienda tecnologica del settore travel. Scopriamo insieme di quale scale stiamo parlando.

Fiumicino, il migliore d’Europa

Per chi non mette piede da molti anni presso il Leonardo Da Vinci risulta davvero complesso crederci, ma Fiumicino da qualche anno a questa parte è davvero un’eccellenza italiana nel mondo. Lo scalo capitolino, infatti, ha totalmente cambiato volto, tanto da essersi aggiudicato per la settima volta consecutiva (record assoluto)  il titolo di miglior aeroporto d’Europa nella categoria degli scali con oltre 40 milioni di passeggeri.

Il premio, aggiudicato a seguito del sondaggio “Airport Service Quality Award” dove sono stati consultati oltre 600mila passeggeri distribuiti in più di 400 aeroporti in tutto il mondo, è stato consegnato da ACI World per “la facilità di spostamento per i viaggiatori all’interno dello scalo, ma anche la consapevolezza ambientale e il customer care”.

Ma non solo, perché l’eccellenza di Fiumicino è praticamente globale: ha raggiunto il massimo in tutte le categorie analizzate, quindi “Airport with the Most Dedicated Staff in Europe, “Easiest Airport Journey in Europe, “Most Enjoyable Airport in Europe” e “Cleanest Airport in Europe”, ed è l’unico scalo con più di 40 milioni di passeggeri l’anno ad aver totalizzato il massimo dei punteggi in tutte le categorie prese in esame.

Attualmente, infatti, solo nove scali, nelle rispettive aree geografiche, hanno raggiunto livelli di eccellenza in tutte le sezioni considerate, ma si tratta di aeroporti con traffico inferiore ai 15 milioni di passeggeri all’anno, tanto che il Leonardo Da Vinci è l’unico aeroporto con oltre 40 milioni di passeggeri a livello globale ad aver ottenuto questo risultato.

Premiati anche Ciampino e Malpensa

Il premio assegnato al principale scalo romano non è l’unico per il sistema aeroportuale gestito da Adr. Per la prima volta, infatti, il “Best Airport” è stato vinto anche dal “Giovan Battista Pastine” di Ciampino, decretato “miglior aeroporto in Europa tra i 5 ai 15 milioni di passeggeri”.

Nella categoria che racchiude gli aeroporti europei tra i 25 e i 40 milioni di passeggeri, invece, c’è da segnalare la presenza di Milano Malpensa, insieme allo scalo di Zurigo, di Palma de Mallorca e Copenaghen.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

Marco Troncone, amministratore delegato di Aeroporti di Roma, ha dichiarato a Rai News che: “Quella di oggi è, per AdR,  una giornata storica: per la prima volta gli scali di Fiumicino e Ciampino vengono premiati insieme a livello internazionale per la qualità e i servizi offerti ai passeggeri. È un risultato straordinario quello del “Leonardo da Vinci” come miglior aeroporto d’Europa e unico grande hub al mondo a vincere in tutte le categorie considerate dall’Airport Service Quality 2023″.

Riconoscimenti più che meritati e che certificano il grande lavoro fatto nel corso di questi anni, fino a trasformare radicalmente e rendere l’aeroporto di Fiumicino una vera eccellenza europea e persino mondiale.

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Dalla Sicilia alla Scozia in treno: il tour imperdibile

Tra le modalità di viaggio più amate (dagli italiani e non solo) c’è il treno. Merito del fatto che è un mezzo di trasporto sostenibile, ma anche perché permette una certa comodità e la possibilità di ammirare dei panorami che mutano chilometro dopo chilometro. Di spostamenti su rotaia che tolgono il fiato ce ne sono tantissimi, ma il tour di cui vi stiamo per parlare è un vero unicum, perché va dalla Sicilia alla Scozia (e viceversa).

L’itinerario in treno in otto tappe

Si compone di otto affascinanti tappe l’itinerario in treno ideato da Rocco Forte Hotels, una catena alberghiera con indirizzi iconici, che portano dallo straordinario mosaico di colori dei paesaggi siciliani ai profondi e misteriosi panorami della Scozia. Il tutto fermandosi in luoghi da sogno e alloggiando in alberghi che rimettono al mondo.

Un viaggio che si pone l’obiettivo di valorizzare gli spostamenti a ritmo lento, mentre si utilizza un mezzo a ridotto impatto ambientale. Un itinerario che consente di posare lo sguardo sugli scenari diversificati che caratterizzano il tratto tra il Golfo di Palermo e Messina o le splendide vette alpine che toccano i cieli presso il Passo del Brennero.

Gli ospiti a bordo del treno possono godere di una completa autonomia durante tutto il percorso, personalizzabile sia nella direzione di viaggio sia nelle fermate che lo compongono e nella durata del soggiorno nelle diverse città.

Le magnifiche destinazioni

Si parte dalla magnifica città di Palermo e più precisamente da Villa Igiea, storico hotel di lusso cittadino che si affaccia sul mare, dove gli ospiti possono lasciarsi avvolgere dal calore dell’ospitalità locali e del caldo sole del Mediterraneo. Si risale, poi, verso la nostra magnifica Capitale, Roma, per soggiornare presso l’Hotel de Russie, il cui vero nome è Palazzo Lucernari e che si distingue per essere un edificio costruito da Giuseppe Valadier, sito presso il magnifico centro storico della Città Eterna. Una vera e propria oasi di pace, anche grazie all’iconico giardino circondato da imponenti alberi di pino e agrumi fioriti.

La tappa successiva è un altro vero e proprio capolavoro italiano: Firenze, culla del Rinascimento e una delle città d’arte più importanti del nostro Paese. Da queste parti il soggiorno è presso l’Hotel Savoy, magnifico e storico palazzo che si erge sul sito delle antiche case-torri dei Medici e della chiesa di San Tommaso, con il suo affaccio unico direttamente su Piazza della Repubblica.

Il viaggio su rotaia continua sconfinando oltre l’arco alpino fino ad arrivare a Monaco di Baviera, città che ha tantissimo da raccontare e che merita una visita anche per i musei, alcuni dei quali tra i più famosi d’Europa. Non sono di certo da meno le bellezze architettoniche, le chiese del centro storico e tutto ciò che questo suggestivo angolo d’Europa ha da offrire.

Di nuovo in viaggio ma questa volta con direzione Berlino, una delle città europee più vivaci, caratterizzata da un mix eclettico fra architettura moderna e classica. Dalla Germania il passaggio è attraverso il Belgio, con una sosta nell’affascinante Hotel Amigo, un palazzo con 500 anni di storia e con una pavimentazioni fatta di ciottoli che originariamente erano usati nelle vie circostanti della città.

Si arriva poi a Londra, città che non ha bisogno di troppe presentazioni, per poi terminare il viaggio ad Edimburgo, in Scozia. Un luogo che, senza ombra di dubbio, è in grado di far sognare: regala scorci pittoreschi ai libri di Harry Potter e tanti altri luoghi di prezioso interesse, una località che è un un concentrato di magia.

Perfetto per romantici, famiglie e moderni esploratori, questo Grand Tour su rotaie è una straordinaria avventura di viaggio lento in cui autonomia e lusso si fondono armoniosamente, permettendo un’immersione unica nello splendore del nostro continente.

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Quest’isola della Scozia offre esperienze memorabili

Meno frequentata rispetto all’isola di Skye, all’arcipelago delle Ebridi Esterne o delle Orcadi, l’isola di Arran, la più grande del Firth of Clyde, il fiordo del fiume Clyde, è tutto ciò che si può desiderare da un’isola scozzese, tanto da fregiarsi dell’appellativo di “Scozia in miniatura“.

Infatti, il suo paesaggio è ricco di contrasti, attraversato dalla faglia di confine delle Highlands, la Highland Boundary Fault: a nord, valli profonde, montagne scoscese e brughiere nonché il monte più alto, il Goat Fell con i suoi 874 metri; a sud, invece, dolci rilievi e morbidi panorami, con alcune “isolette satellite” tra cui Pladda e Holy Isle.

Una vacanza da queste parti è l’ideale per staccare davvero dalla frenetica vita di città e immergersi in una realtà sublime che ha innumerevoli attività da offrire.

Cosa vedere e fare sull’isola di Arran

432 chilometri quadrati, brevi distanze che si coprono con una trentina di minuti d’auto ma una vasta gamma di opportunità e tappe salienti da non perdere: questa è Arran,  che racchiude in sé il meglio della Scozia.

Iniziamo il viaggio alla sua scoperta dai principali punti di interesse. In cima alla lista non può non esserci il Castello di Brodick, il centro più importante, in passato dimora dei conti di Hamilton e oggi gestito dal National Trust for Scotland: con lo sfondo della Goat Fell Mountain, dona viste che lasciano senza fiato sulla Brodick Bay fino al Firth of Clyde.
Oltre agli interni dove sorprende una “sala giochi vittoriana” per cimentarsi in tradizionali giochi scozzesi tra interpreti in costume, luci e suoni, suoi fiori all’occhiello sono il parco giochi avventura Isle Be Wild e il Silver Garden, l’unico parco nazionale su un’isola in Gran Bretagna: circa 16 chilometri di sentieri segnalati, la fauna selvatica, i giardini formali, le cascate, i boschi e i rododendri lo rendono un sogno a occhi aperti.

Sempre a Brodick, merita una visita l’Heritage Museum, che racconta l’affascinante storia dell’isola grazie a numerosi reperti di epoche differenti: si va da una tomba dell’Età del Bronzo (oltre 3000 anni fa), alla testa di 5000 anni dell’Uomo di Clachaig, ricreata grazie alla tecnologia a partire dal teschio rinvenuto in un tumulo e scolpita dall’artista Marvin Elliot, fino alla stalla e alla rimessa per le carrozze e alle tradizioni marinare con navi vichinghe, battelli e buffer a vapore, navi da guerra e traghetto per auto.

Ma non è certo tutto.

Arran fu abitata già nel Neolitico e molti siti archeologici sono visitabili. Tra questi, si distingue Machrie Moor, nella parte occidentale, tra montagne e brughiere: cerchi di pietre, pietre erette, tumuli funerari e ciste, nonché circoli di capanne e un vasto sistema di campi, tutti risalenti al periodo compreso tra il 3500 e il 1500 a.C.

Altrettanto spettacolare è la King’s Cave, la “Grotta del Re”, che leggenda vuole abbia ospitato il re scozzese Robert The Bruce durante gli anni di latitanza prima della battaglia di Bannockburn nella prima guerra d’indipendenza: le iscrizioni sulle pareti e la splendida posizione su una spiaggia di ciottoli rialzata la rendono imperdibile.
Inoltre, il sentiero circolare inizia e termina al cospetto di una piacevole foresta con viste panoramiche sulla brughiera di Machrie, sulle scogliere di Drumadoon e, a ovest, verso l’Irlanda.

Ancora, l’isola sa far innamorare gli appassionati delle vacanze attive all’aria aperta, offrendo percorsi in mountain bike, alpinismo, occasioni di arrampicate sulle gole, tiro con l’arco, kayak, vela, parapendio e giri in motoscafo per vedere da vicino delfini, balene, squali e foche.
In particolare, gli escursionisti si cimentano con l’impegnativa salita che conduce alla cima del Goat Fell, il punto più elevato: ogni fatica è subito ripagata grazie all’invidiabile skyline, un paesaggio aperto, montuoso e aspro che non è possibile descrivere a parole.

Infine, una menzione a parte per la distilleria Lochranza, la prima di Arran da più di 150 anni, aperta tutto l’anno per visite guidate con esperti e degustazioni di whisky: il centro visitatori propone anche il negozio di articoli regalo “Arran Malt” e il CASK Cafe che serve un gustoso menu a base dei migliori prodotti locali.

Tour, sentieri e itinerari

Come accennato, con le spettacolari creste montuose che sovrastano la brughiera della zona settentrionale e un paesaggio più lussureggiante e morbido a sud, lo scenario superbo della costa e panorami meravigliosi, Arran è il paradiso delle escursioni e della vita a contatto con la natura.

A questo proposito, l’Arran Coastal Way offre agli escursionisti un percorso circolare di 105 chilometri, impegnativo ma gratificante, attorno alla bellissima isola: ricco di fauna selvatica e paesaggi favolosi, è perfetto per una vacanza a piedi di una settimana e può essere suddiviso anche in sezioni più piccole. A giugno 2017 è stato riconosciuto come uno dei “grandi sentieri scozzesi” ed è la 29esma strada a lunga distanza (LDR) a raggiungere tale status.

I paesaggi e i colori di Arran sono fonte di ispirazione per molti artisti che lavorano e vendono le opere presso le loro abitazioni: l’Arran Art Trail è il modo migliore per visitare gli studi e i laboratori sparsi in tutta l’isola, saperne di più sulle espressioni individuali e comprendere cosa rende Arran così speciale per gli artigiani e la creatività.

E non finisce qui.

Arran è stata fonte di ispirazione per molti artisti del calibro di Joan Eardley, Hugh Purdie, Mary Armount, William McTaggart e George Edwards Hering: sono stati identificati venti luoghi chiave per istituire un’Arran Arts Heritage Trail che mira a celebrare e documentare il ricco patrimonio artistico e culturale per le generazioni attuali e future.

Venti pietre scolpite a mano, realizzate in arenaria rossa, segnano il percorso e sono dislocate in tutta l’isola. Ogni pietra è contraddistinta da un numero relativo a uno o più artisti: per ogni informazione è possibile cliccare sui percorsi della mappa dei sentieri sul sito dedicato, che illustra biografie ed esempi delle opere.

Il percorso può essere completato in un giorno oppure si può scegliere di visitare ciascuna pietra a un ritmo più tranquillo in qualsiasi ordine.

Come arrivare

Settima isola più grande della Scozia, Arran è comodamente raggiungibile.

A Newcastle, dal porto traghetti conviene seguire la A69 fino a Carlisle, poi la M6 in direzione nord e continuare sulla A74(M).

All’uscita J12, imboccare la A70 e proseguire lungo la A76, A71 e infine la A78 fino ad arrivare al porto di Ardrossan, da cui partono i traghetti, gestiti da Caledonian MacBrayne, per Arran.

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Croazia, un paradiso per le arrampicate

Presa d’assalto nei mesi estivi per le sue acque cristalline, le numerose spiagge, la buona cucina e il perfetto clima mediterraneo, la Croazia è anche un paradiso per appassionati di arrampicate e free-climbing. Il merito è tutto della montagne a picco sul mare (non a caso il 60% delle spiagge croate è composto da sassi o ciottoli) e delle numerose formazioni rocciose presenti nelle aree interne del Paese, che ogni anno attirano scalatori da tutta Europa e dal resto del mondo.

In un’epoca nella quale il turismo adventure sta prendendo sempre più piede, la costa croata è in grado di offrire numerose location in cui cimentarsi nell’arrampicata immersi nella natura incontaminata di questo Paese. C’è soltanto l’imbarazzo della scelta: da nord a sud, dai percorsi più semplici per principianti a quelli più complessi destinati ai più esperti e temerari, i luoghi con pareti rocciose, spesso a picco sul mare, in Croazia sono uno più spettacolare dell’altro e tutti da scoprire.
Vediamo quali sono i siti migliori, dai più famosi a quelli meno noti, in questo splendido paradiso delle arrampicate.

Istria, tra mare e avventura

Per combinare una vacanza al mare e un’esperienza avventurosa, in molti scelgono la Istria. In quest’area situata a nord della Croazia si trovano nove pareti rocciose e ben 270 vie attrezzate per l’arrampicata, di diversi livelli di difficoltà. Tra le località più frequentate per quest’attività ci sono Buzet, con la salita della Raspadalica, Vintijana (nei pressi della città di Pula) e Zlatni Rt, da cui è possibile ammirare la favolosa città costiera di Rovinj. La parete di Zlatni Rt si trova a poca distanza dal mare e da qui la vista sull’arcipelago Rovignese è spettacolare, soprattutto al tramonto, quando il sole si immerge nel mare donando uno spettacolo di luci mozzafiato.

Penisola di Zlatni Rt

Fonte: iStock

Penisola di Zlatni Rt, Istria

Il Velebit centrale e Pag

Muovendoci poco più a sud lungo la Croazia troviamo il Parco nazionale del Velebit, nel quale svetta anche il massiccio del Velebit centrale, nel cuore delle Alpi Bebie. Distante dalle rotte turistiche, è consigliato a chi ha un minimo di preparazione in materia, visto che le pareti rocciose della località Ravni Dabar sono tutte classificate come difficoltà media.

In quest’area della Croazia si trova anche un’isola che, oltre a essere meta perfetta per una vacanza di mare e relax, è anche un ottimo sito per interessanti arrampicate. Stiamo parlando di Pag, una delle isole più rocciose, nella cui parte settentrionale si trova la parete di Stogaj, raggiungibile in barca e ottima per le scalate.

Parco nazionale di Paklenica

Decisamente più conosciute le arrampicate del Parco nazionale di Paklenica, meta imperdibile per gli appassionati scalatori di tutto il mondo. In quest’area a pochi chilometri dalla città di Stari Grad (in italiano chiamata Città Vecchia) ci sono oltre 300 vie di arrampicata lunga e 90 di arrampicata sportiva, con un’ampia possibilità di scelta sia per esperti che per principianti. Un luogo reso unico dalle pareti rocciose a strapiombo sul mare e dalla possibilità di avvistare la fauna locale, tra nidi di aquile e grifoni (ovviamente tenendosi a debita distanza e rispettando gli animali e l’ambiente).

All’interno del parco troviamo anche due canyon, il Velika e il Mala Paklenica, che sono tra i più battuti tra gli appassionati dell’arrampicata. Lungo un percorso di 10 ore attraverso le maestose gole è possibile arrampicarsi e ammirare il paesaggio in cui è immerso, tra natura, villaggi abbandonati e torrenti. Ma il sito che più di tutti spicca all’interno di questo paesaggio spettacolare è l’Anića kuk, la parete più celebre della Croazia.

Parco nazionale di Paklenica arrampicata

Fonte: 123rf

Arrampicata al Parco nazionale di Paklenica

Spalato, nella Croazia meridionale

Scendendo ulteriormente verso sud, si trova l’area di Spalato. Qui è possibile cimentarsi in una delle arrampicate vicinissime al centro della città, come Marjan o Kozjak, oppure quella di Trogir, molto particolare per la colorazione rossa delle sue pietre. In particolare, Marjan conta più di 80 percorsi di arrampicata su rocce calcaree che salgono fino a ospitare, sulla cima, antiche e affascinanti chiese. È questo un ottimo punto di partenza per i più inesperti, con la possibilità di farsi guidare da scalatori esperti.

Altri punti d’interesse perfetti per le scalate nell’area spalatina solo le isole di Hvar (Lèsina), Brač (Brazza) e Vis (Lissa). In particolare, l’isola di Brač custodisce percorsi adatti a tutta la famiglia, anche i più piccini, partendo dal villaggio di Lovišće. Inoltre, le spettacolari falesie di Hvar permettono di cimentarsi in questo sport, soprattutto nella zona meridionale dell’isola vicino al paese di Sveta Nedjelja.

Per gli amanti del deep water solo, invece, il luogo perfetto è Sustipan, a Spalato, con falesie a picco sul mare raggiungibili con una barca. Un mix perfetto tra arrampicata e tuffi in mare.

Markezina Greda, per i più esperti

Non molto distante da Spalato (a soli 10 chilometri), si trova il paradiso per le arrampicate più difficili, dedicato a tutti coloro che hanno maggiore esperienza in questo sport. La lunga parete scalabile di Markezina Greda, lunga diversi chilometri, ha altezze che variano dai 15 ai 150 metri. Dedicata ai più temerari, negli ultimi anni ha raggiunto una grande popolarità.

Omiš, tra le più spettacolari

Una delle scalate più spettacolari al mondo si trova infine a Omiš, città alla foce del fiume Cetina. Qui ci sono 40 vie brevi e cinque più lunghe che partono a due passi dal centro abitato, con percorsi che hanno un’altezza variabile dai 10 ai 30 metri. Durante l’arrampicata si può godere una vista spettacolare sul fiume, che offre numerose attività anche per gli amanti degli sport acquatici. Omiš è infatti la meta perfetta per coloro che vogliono alternare l’adrenalina dello sport al relax di una vacanza al mare.

Il periodo migliore per arrampicare in Croazia

Anche se in realtà questo sport è praticabile durante tutto l’anno, esistono dei periodi in cui è più confortevole scalare. Le due stagioni migliori sono sicuramente la primavera (tra marzo e aprile) e l’autunno (tra ottobre e novembre), mentre in estate è importante scegliere giorni non particolarmente caldi. Oltre al migliore periodo dell’anno, prima di iniziare una scalata è sempre bene accertarsi delle buone condizioni meteorologiche e che ci sia una bassa umidità.