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Cosa vedere a Schengen, il villaggio dove è stato firmato l’accordo

La sua fama nasce nel 1985, quando il borgo si trasformò nella location storica in cui venne firmato “l’accordo di Schengen”, formalizzando la decisione presa tra i Paesi dell’UE originari per abolire i controlli alle frontiere tra i loro territori. È un luogo che viene nominato spesso, ma l’avete mai considerato come una città da visitare? Se non ci avete mai pensato, forse è giunto il momento di rimediare. Schengen, infatti, attira ogni anno circa 50.000 persone provenienti da ogni parte del mondo!

Ma quali sono le cose da fare e cosa vedere a Schengen? Scopriamolo insieme!

I musei di Schengen

Sono diversi i musei visitabili a Schengen, seppur attualmente il più famoso sia chiuso fino a giugno 2025 perché in fase di ristrutturazione. Stiamo parlando del Museo Europeo, creato per ripercorrere i primi passi e lo sviluppo del trattato decisivo diventato simbolo di libertà di movimento e di abolizione delle frontiere all’interno dell’Unione Europea. Quando aperto venivano organizzate visite guidate grazie alle quali era possibile apprendere aneddoti e curiosità sull’Accordo di Schengen e il suo impatto sulla nostra vita di oggi.

Un altro museo presente in città è A Possen: Vino, folklore e giocattoli, che collega sette case, la più antica delle quali risale al 1617 e mostrata nel suo aspetto originale. Qui potrete fare un viaggio nel tempo e osservare da vicino la vita quotidiana di una tipica famiglia di viticoltori del XVIII e XIX secolo, mentre il museo dei giocattoli espone orsacchiotti, vecchie bambole, trenini elettrici e altri giocattoli di latta. In programma ci sono anche mostre temporanee, visite tematiche, laboratori per bambini e adulti, mostre e serate musicali.

Infine c’è anche la Fondazione Valentiny che ospita una parte delle creazioni architettoniche e artistiche di François Valentiny, intorno ai 3260 oggetti. Disegni, schizzi, sculture e modelli sono stati realizzati in parte in collaborazione con il suo partner viennese Hubert Hermann.

Il monumento dedicato all’accordo

Per celebrare la firma del trattato, nella città di Schengen è stato progettato e costruito anche un monumento apposito visitabile gratuitamente. Situato nella “Place de l’Accord de Schengen”, è composto da tre colonne in acciaio Cor-Ten ed è stato eretto nel 1997 vicino all’imbarco della nave M.S. Princesse Marie-Astrid.

Attività all’aperto

Il borgo di Schengen, situato nel Cantone di Remich a Lussemburgo, è una destinazione famosa non solo per la sua storia e i musei, ma anche per i suoi paesaggi pittoreschi tra vigneti, castelli e la bellezza scenica del fiume Mosella. Nei dintorni della città ci sono diverse aziende vinicole che, previa prenotazione, propongono tour e degustazioni, mentre gli scenari naturali circostanti offrono la location perfetta dove fare escursioni all’aria aperta.

In estate, sia gli abitanti che i visitatori approfittano dei laghi presenti per prendere il sole e rinfrescarsi, mentre anche nelle altre stagioni è possibile scoprire il territorio in modo sostenibile visitandolo in bicicletta. Per gli amanti della natura, inoltre, è imperdibile la riserva naturale Haff Réimech: qui è presente un futuristico centro di conservazione situato su un’isola artificiale ai piedi dei vigneti.

Al piano terra sono esposte informazioni sulla storia dell’area protetta e sul mondo sottomarino, mentre al piano superiore potete scoprire tutto ciò che riguarda gli uccelli e le piante locali. Alla visita al centro potete abbinare un tour di birdwatching nella riserva naturale.

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Chemnitz Capitale della Cultura 2025: programma ed eventi

Dal 1985, l’Unione Europea designa alcune città come Capitali della Cultura, un titolo pensato per celebrare la ricca diversità culturale europea e promuovere l’unità e la cooperazione internazionale. Questa iniziativa incoraggia le città a presentare al grande pubblico il proprio patrimonio culturale attraverso un fitto programma di eventi organizzati durante tutto il 2025. Tra queste, insieme alle città gemelle di Nova Gorica e Gorizia, situate ai due lati del confine tra Slovenia e Italia, e Agrigento in Sicilia, c’è anche la città e la regione circostante di Chemnitz, in Germania.

Incastonata nel cuore della Sassonia Chemnitz, spesso soprannominata la “Manchester sassone” per il ruolo centrale occupato durante la Rivoluzione Industriale, sta vivendo un periodo di rinascita puntando a un futuro inclusivo e sostenibile. Drasticamente distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale e successivamente plasmata dal dominio della Germania Est, ha attraversato negli anni numerosi cambiamenti.

Nel 2019 la regione mineraria dell’Erzgebirge/Krušnohorí è stata dichiarata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e, quest’anno, con la nomina a Capitale della Cultura, vuole mostrarsi al mondo in una veste nuova invitando i viaggiatori a visitarla e scoprirla partecipando a un ricco calendario di eventi.

Inaugurazione ufficiale come Capitale della Cultura 2025

La prima data in programma, quella dedicata all’inaugurazione ufficiale di Chemnitz come Capitale della Cultura, è il 18 gennaio. Per l’occasione saranno allestiti tre palchi nella Piazza del Municipio, dove verranno presentati oltre 60 dei 160 progetti che si svolgeranno durante l’anno. Sin dal primo giorno, i partecipanti avranno l’occasione di immergersi nel patrimonio culturale della città partendo da un assaggio delle specialità gastronomiche tipiche.

Dalle ore 17:00, 120 volontari arriveranno con la storica locomotiva a vapore “Hegel” che attraverserà il centro città facendo diverse tappe, rievocando il passato industriale di Chemnitz. Lo spettacolo di apertura vero e proprio inizia alle 19:00 nella piazza intorno alla statua di Karl Marx, situata proprio nel centro città, dove si terrà uno spettacolo con musica, danza e narrazioni culturali. La giornata termina nei club di Chemnitz, anche questi parte integrante del panorama cittadino.

Chemnitz capitale della cultura

Fonte: iStock

Piazza del Municipio a Chemnitz

Gli eventi organizzati durante l’anno

Se state programmando un viaggio in Germania, fate un salto anche nella cittadina di Chemnitz perché il programma in serbo per quest’anno è davvero ricco di eventi. In un periodo in cui visitare destinazioni meno conosciute diventa sempre più importante per alleggerire le mete colpite dal turismo di massa, le Capitali della Cultura ricoprono un ruolo fondamentale. Non a caso, il motto scelto da Chemnitz e dai 38 comuni partner è proprio “C the Unseen”, ossia rendere visibili tesori nascosti e portare alla luce ciò che è poco conosciuto.

Ed è con questo spirito che la città non vede l’ora di accogliere nuovi viaggiatori per farsi conoscere attraverso un calendario ricco di proposte. Tra gli eventi più attesi c’è sicuramente il Festival KOSMOS per la democrazia, una celebrazione della diversità e del dialogo con concerti, letture e dibattiti previsto dal 13 al 15 giugno 2025.

Dal 9 al 13 settembre ci sarà la European Peace Ride, una gara ciclistica che unisce Germania, Polonia e Repubblica Ceca, e a giugno, con data ancora da definirsi, “Odissea in C”, una performance di danza del balletto di Chemnitz ispirata all’Ulisse di James Joyce. Dal 18 luglio al 17 agosto 2025 ci sarà Begehungen Art Festival, un festival d’arte contemporanea organizzato in una centrale elettrica dismessa.

Mostre ed eventi culturali

Sono tante anche le mostre organizzate, come “Tales of Transformation” al Museo Industriale di Chemnitz, una riflessione sullo sviluppo delle ex città industriali europee, visitabile dal 25 aprile al 16 novembre 2025. La mostra “Realtà europee”, invece, esplora il realismo degli anni ’20 e ’30 su una scala senza precedenti, mentre quella su Edvard Munch vi permetterà di ammirare le collezioni d’arte del pittore norvegese approfondendo il tema della paura.

Infine, tra gli eventi culturali organizzati spicca anche “Silberglanz und Kumpeltod”, una retrospettiva sulla storia mineraria della regione, in corso al museo di archeologia SMAC fino al 29 giugno 2025.

Percorsi artistici

Un altro progetto interessante realizzato in occasione di quest’anno all’insegna della cultura è “The Purple Path”: si tratta di un percorso artistico e scultoreo che mette in mostra opere di rinomati artisti internazionali, nazionali e sassoni. Il risultato è una mostra allestita negli spazi pubblici che racconta la storia delle persone, dell’artigianato e dell’industria del territorio.

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Qual è l’ultimo Paese a festeggiare il Capodanno?

Stiamo per salutare il 2024 con festeggiamenti di ogni tipo, ma soprattutto a orari diversi! Il Capodanno nelle diverse parti del mondo segue i fusi orari specifici della Terra, creando una sequenza unica di celebrazioni. Sapete che attualmente ci sono 24 fusi orari, alcuni dei quali differiscono dal Tempo Coordinato Universale (UTC) di 30 o 45 minuti invece che di un’ora? Di conseguenza alcuni Paesi festeggiano il Capodanno prima di tutti gli altri, mentre alcuni festeggiano per ultimi. E non è finita qui!

Il 1 gennaio come data per celebrare il Capodanno è puramente convenzionale in quanto stabilita dal calendario gregoriano. Nella Gwaun Valley in Galles, per esempio, il nuovo anno si celebra tradizionalmente il 12 gennaio, seguendo il calendario giuliano usato fino al 1752. I cinesi, invece, festeggeranno il loro Capodanno a febbraio.

Prendendo in considerazione il calendario gregoriano, che è quello che osserviamo in Italia, qual è l’ultimo Paese a festeggiare il Capodanno? E il primo? Ve li raccontiamo di seguito!

L’ultimo Paese a festeggiare il Capodanno

Tecnicamente, gli ultimi a festeggiare il Capodanno sono i territori statunitensi di Baker Island e Howland Island, anche se parlare di ‘festeggiamenti’ potrebbe essere un tantino errato perché entrambe le zone, infatti, sono disabitate!

Howland e Baker sono due minuscoli atolli nel Pacifico, distanti quaranta miglia l’uno dall’altro, situati appena a nord dell’Equatore. Negli anni ’30, gli Stati Uniti inviarono segretamente oltre 100 uomini delle Hawaii per colonizzare questi vulcani estinti e costruire piste di atterraggio, al fine di rivendicarli per l’aviazione. Infatti, quando Amelia Earhart scomparve nel 1937, era diretta verso l’isola di Howland. Oggi, entrambe le isole sono rifugi nazionali per uccelli marini, uccelli costieri, delfini e pesci tipici della barriera corallina.

I due atolli sono diventati gli ultimi territori a festeggiare il Capodanno quando nel 2011 le Samoa decisero di modificare il proprio fuso orario per allinearsi all’Australia e alla Nuova Zelanda. Da quel momento, infatti, sono passate dall’essere le ultime a festeggiare il Capodanno alle prime.

L’ultimo Paese abitato a festeggiare, invece, sono le Hawaii, dove l’arrivo dell’anno nuovo viene celebrato con fuochi d’artificio e fantastiche feste in spiaggia, molte delle quali organizzate dai vari hotel e dai resort presenti.

Il primo Paese a festeggiare il Capodanno

Se prendiamo come riferimento il nostro fuso orario, il primo Paese a festeggiare il Capodanno è Kiribati. Questo arcipelago situato in Oceania e appartenente alla Repubblica delle Kiribati, è il primo posto abitato al mondo in cui si passa all’anno nuovo. Il secondo Paese a festeggiare con fuochi d’artificio e feste nei resort, come vi abbiamo anticipato, sono le Isole Samoa, il posto ideale per celebrare non una, ma ben due volte. Molte persone che si trovano su queste isole, infatti, prendono un breve volo di mezz’ora per le Samoa Americane per festeggiare il Capodanno daccapo.

Infine, tra i Paesi che festeggiano per primi c’è anche Tonga: qui si celebra il nuovo anno soprattutto sul lungomare di Nuku’alofa durante il Block Party, un evento dove una lunghissima fila di banchetti gastronomici propone da bere e da mangiare per far festa fino all’arrivo della mezzanotte, la quale verrà annunciata dai rintocchi di tutte le chiese della città.

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World Travel Awards: le migliori mete per una vacanza al mare

Il 2024 sta per finire e, ammettiamolo, la maggior parte di noi è già alla ricerca delle mete da visitare nel 2025. Le ispirazioni sono dovunque ma, se state cercando le destinazioni perfette dove fare scorta di sole, spiagge bellissime e atmosfere rilassanti, meglio dare un’occhiata agli “Oscar del turismo” assegnati dai World Travel Awards.

Giunti alla loro 31esima edizione, dal 1993 sono considerati tra i riconoscimenti più prestigiosi del settore turistico e abbracciano diverse categorie, dalle migliori città del mondo alle destinazioni ideali per i viaggi culturali. Qui vi raccontiamo i premi assegnati, durante la cerimonia tenutasi a Funchal, sull’isola portoghese di Madeira, alle migliori mete per una vacanza al mare (anche e soprattutto per sfuggire ai nostri inverni freddi) suddivise per categorie tematiche.

Filippine: la migliore destinazione al mondo dove fare immersioni

Per il sesto anno consecutivo, le Filippine vincono il premio come miglior destinazione al mondo dove fare immersioni subacquee, un riconoscimento che sicuramente non stupisce. Le Filippine, infatti, offrono un’esperienza senza eguali grazie alla loro biodiversità marina che incanta gli appassionati provenienti da tutto il mondo. Tra le mete più amate ci sono sicuramente la baia di Coron a Palawan, dove i fondali custodiscono i relitti di numerose navi da guerra giapponesi, ora ricoperti da una rigogliosa vita marina, o Tubbataha Reefs Natural Park.

Questo è un parco marino protetto, accessibile solo con imbarcazioni dedicate, considerato un vero e proprio santuario della natura. Qui potrete ammirare tartarughe, squali e mante mentre danzano tra coralli coloratissimi, creando un paesaggio sottomarino da sogno.

Filippine world travel awards

Fonte: iStock

Isola di Coron, tra le mete più belle dove fare immersioni nelle Filippine

Maldive: la destinazione più sostenibile

Dopo dieci anni in cui questo premio è stato vinto ad anni alterni solo dal Cile e dall’Ecuador, in questa edizione del 2024 arriva una new entry: le Maldive. Con questo riconoscimento, le Maldive consolidano il loro status di leader globale nella conservazione ambientale e nello sviluppo sostenibile: il governo, infatti, ha fissato un ambizioso obiettivo, ossia quello di produrre il 33% dell’energia esclusivamente da fonti rinnovabili entro il 2028.

Per raggiungere questo traguardo sta implementando una serie di politiche particolarmente apprezzate dalla giuria dei World Travel Awards come la creazione di un pool di professionisti qualificati nel settore delle energie rinnovabili, la riduzione dei costi e degli sprechi energetici attraverso soluzioni efficienti e la promozione di mezzi di trasporto sostenibili, come i veicoli elettrici.

Grazie alla sua straordinaria bellezza naturale e alle politiche ambientali all’avanguardia, le Maldive si sono affermate quest’anno come modello di riferimento nel campo del turismo sostenibile. I viaggiatori, infatti, possono godere di un lusso esclusivo, contribuendo allo stesso tempo alla salvaguardia di uno degli ecosistemi più delicati del pianeta.

Madeira: la migliore meta insulare

Anche in questa edizione, Madeira ha consolidato la sua posizione come leader mondiale nel turismo, aggiudicandosi per il decimo anno consecutivo il prestigioso titolo di Miglior Destinazione Insulare del Mondo. Il costante riconoscimento dell’isola è una testimonianza della sua combinazione unica tra meraviglie naturali, offerte di lusso e impegno per la sostenibilità.

Negli ultimi anni, questa isola splendida del Portogallo ha ricevuto numerosi riconoscimenti anche in diversi ambiti, tra cui cultura, tradizione, sicurezza, offerta alberghiera, esperienze nella pratica del golf e ricchezza dei suoi ecosistemi.

Madeira world travel awards

Fonte: iStock

Vista aerea di Madeira

Boracay: l’isola leader nel mondo del lusso

Boracay, l’isola paradisiaca delle Filippine, è stata nominata invece la miglior destinazione nella categoria del lusso. Nonostante rappresenti una meta abbastanza famosa, le spiagge bianche, le acque cristalline e i tramonti mozzafiato la rendono una tappa imperdibile per chiunque stia organizzando un viaggio in questo angolo di Asia. A differenza di altre isole più piccole e remote, Boracay offre anche sistemazioni lussuose e di alto livello, dai boutique hotel ai resort più esclusivi.

Tra le spiagge più celebri c’è sicuramente White Beach, seppur possa risultare troppo affollata. Per fortuna non mancano spiagge altrettanto meravigliose e meno visitate come Bolabog Beach, situata su una costa più appartata e particolarmente amata dagli appassionati di kitesurf.

Phu Quoc: la migliore isola naturale

Phu Quoc, la meravigliosa isola conosciuta come “la Venezia del Vietnam“, è stata nominata la Miglior Destinazione Isola Naturale. Il 70% dell’isola, infatti, fa parte del parco nazionale situato all’interno della Riserva della Biosfera di Kien Giang, riconosciuta dall’UNESCO nel 2010. Phu Quoc offre tante possibilità per esplorare la sua natura incontaminata attraverso sentieri escursionistici durante i quali potrete ammirare cascate e avvistare specie animali a rischio di estinzione, come il langur argentato e il loris pigmeo.

Chi visita Phu Quoc resta affascinato anche da Sunset Town, con i suoi vicoli stretti e le case colorate: non a caso viene scelta come base per visitare l’isola, anche grazie alla presenza di numerosi hotel di prestigio e alla vicinanza con attrazioni famose come la funivia Hon Thom, il mercato notturno Vui Fest e lo spettacolo di luci e fuochi d’artificio “Kiss of the Sea” organizzato ogni sera.

Phu Quoc

Fonte: iStock

Una spiaggia a Phu Quoc

Porto: la migliore metropoli sulla costa

Infine, l’ultima delle migliori mete per una vacanza al mare secondo i World Travel Awards è Porto, riconosciuta come una città costiera affascinante e seducente, in grado di attirare visitatori da tutto il mondo con la sua miscela unica di storia, cultura, paesaggi mozzafiato e una cucina riconosciuta a livello mondiale. Negli ultimi anni, la seconda città più grande del Portogallo ha assistito a un aumento costante di viaggiatori in cerca di luoghi capaci di offrire sia un panorama culturale stimolante che una fiorente scena gastronomica, quest’ultima in grado di unire i sapori tradizionali portoghesi con tocchi contemporanei.

Inoltre, Porto mostra un particolare impegno dal punto di vista della sostenibilità promuovendo soluzioni efficienti quali lo sviluppo di piste ciclabili e l’utilizzo del trasporto pubblico piuttosto che delle auto.

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Gränna, la Capitale svedese delle caramelle

Nel cuore della regione di Småland, ai piedi delle maestose montagne delle Grigne, si trova un piccolo ma affascinante paese che da oltre 160 anni è simbolo di una tradizione dolciaria unica: Gränna, la capitale svedese delle caramelle.

Famosa per la produzione delle polkagris, le iconiche caramelle a forma di bastone rosso e bianco, questa cittadina accoglie ogni anno migliaia di visitatori attratti dalla sua storia, dai suoi profumi e dalla possibilità di assistere alla realizzazione di queste prelibatezze artigianali. Ma la storia della polkagris non è solo una questione di dolcezza, è anche una testimonianza di coraggio, intraprendenza e tradizione femminile.

La nascita della polkagris, storia di resilienza

Tutto ha avuto inizio nel 1859, quando una giovane vedova, Amalia Eriksson, con una figlia di nome Ida da crescere, decise di reinventarsi per garantire un futuro a sua figlia. Amalia, che viveva a Gränna, iniziò a produrre dolci per matrimoni, battesimi e funerali, un’attività che presto divenne un successo. Ma ciò che rende la sua storia ancora più straordinaria è che, nonostante le leggi svedesi dell’epoca non permettessero alle donne di gestire un’impresa, Amalia riuscì ad ottenere la licenza per vendere i suoi dolci dal magistrato di Gränna e il benestare del sindaco per avviare la sua attività.

Il suo prodotto, la polkagris, inizialmente veniva preparato in piccole palline, ma ben presto Amalia cambiò forma, dando vita alla tipica caramella a bastone. La ricetta, che prevedeva una miscela di zucchero, aceto e acqua, veniva bollita, impastata e tirata fino a raggiungere la consistenza perfetta. Una parte dell’impasto veniva colorata di rosso, mentre l’altra, bianca, veniva aromatizzata con menta piperita. La polkagris, da subito amata per il suo gusto fresco e il suo aspetto vivace, divenne un simbolo non solo di Gränna, ma anche di un’imprenditoria femminile pionieristica che ha segnato la storia della città.

La polkagris oggi, una tradizione vivente

Oggi, a Gränna, la tradizione della polkagris è ben viva, e ogni anno attira in Svezia circa 800.000 visitatori. Il piccolo borgo, che conta poco più di 2.700 abitanti, è un vero e proprio centro di produzione per le caramelle a bastone, con 14 pasticcerie specializzate nell’arte di fare le polkagris. La qualità e l’autenticità di questi dolci sono talmente apprezzate che nel 2022 la polkagris di Gränna ha ricevuto l’Indicazione Geografica Protetta (IGP) dall’Unione Europea, una certificazione che ne tutela l’origine e la produzione esclusiva all’interno dei confini della cittadina.

Polkagris

Fonte: iStock

Le iconiche caramelle polkagris

Seppur il gusto classico alla menta rimanga il più amato, le caramelle sono oggi proposte in numerose varianti, dalle più tradizionali come la cannella, al più originale gusto whisky. Ma ciò che non cambia mai è l’approccio artigianale, che permette ai visitatori di assistere direttamente alla realizzazione delle caramelle nelle vetrine dei negozi. Gränna ha saputo trasformarsi da piccolo villaggio di pescatori a meta turistica di grande attrazione, senza mai perdere il legame con la sua tradizione dolciaria.

Gränna, perché è il cuore della dolcezza svedese

Per comprendere appieno il fascino di Gränna, è necessario immergersi nel suo clima natalizio, che durante le festività si trasforma in un magico mercato di Natale, dove le polkagris sono le indiscusse protagoniste. I negozi lungo la via principale, Brahegatan, sono un tripudio di colori e profumi, pronti ad accogliere i turisti desiderosi di assaporare la storia e il gusto della città. In questo periodo, è anche possibile assistere a concerti natalizi e visitare il museo dedicato alla fondatrice Amalia Eriksson, che racconta la sua vita e il suo impatto sulla comunità.

Un’altra curiosità riguarda il famoso Polkagris Day che si celebra ogni anno il 20 aprile, quando la produzione di polkagris inizia ufficialmente in vista della stagione delle festività. Durante questo giorno, la città si prepara all’arrivo della grande affluenza di turisti, con eventi speciali e attività che celebrano la storia di questa caramella leggendaria.

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Mercatini di Natale insoliti: benvenuti a Traben-Trarbach

I mercatini di Natale sono bellissimi un po’ dovunque in Europa e, più o meno tutti, siamo stati in un mercatino almeno una volta nella vita, soprattutto perché in Italia ne abbiamo davvero tantissimi. Ma siete mai stati in un mercatino di Natale sotterraneo? Dove si trova questo mercatino insolito se non in Germania, tra i paesi più visitati in questo periodo per la sua capacità di immergere i visitatori in atmosfere festive uniche e speciali?

Siamo nella cittadina di Traben-Trarbach, situata nelle vicinanze di Treviri, considerata una delle località più belle lungo il fiume Mosella. Fino a un secolo fa rappresentava un centro importante nel campo della produzione vinicola e, chi la visita soprattutto nei mesi caldi in bicicletta, è solito fermarsi nelle varie aziende vinicole per deliziose degustazioni.

Ed è legata alla sua tradizione vinicola la location di uno dei mercatini più insoliti della Germania, il mercatino del Vino della Mosella, allestito letteralmente sottoterra nelle cantine storiche della città.

Il mercatino natalizio sotterraneo di Traben-Trarbach

Il nome ufficiale del mercatino natalizio, considerato tra i più belli della Germania, è Weihnachtsmarkt che significa ‘Il mercato delle notti del vino’. Da qui abbiamo un indizio sulla sua location insolita: le ex cantine vinicole scavate sottoterra, le stesse che nel ‘900 hanno reso famosa questa piccola cittadina grazie al commercio del Riesling, uno dei vini bianchi più pregiati e riconosciuti al mondo, e dello Spätburgunder, un Pinot Nero.

Una volta entrati nelle cantine verrete accolti dai profumi invitanti del vin brûlé, delle mandorle tostate e del fresco abete: qui potrete passeggiare tra gli stand dove troverete, oltre all’ottimo vino che vi consigliamo di portare a casa come souvenir, anche specialità gastronomiche, prodotti artigianali e d’antiquariato e gioielli locali.

Inoltre, grazie all’acustica unica delle cantine, qui potrete vivere l’esperienza particolarmente suggestiva offerta dai concerti e dalle performance organizzate nei weekend e dedicate ai cori natalizi e alle musiche tradizionali.

Mercatino sotterraneo Germania

Fonte: Ufficio Stampa

Gli stand nel mercatino sotterraneo di Traben-Trarbach

Gli altri eventi natalizi in città

Una volta che avete visitato il mercatino, uscite all’aria aperta per divertirvi con le altre attività offerte dalla città. Per esempio, potete allacciare i pattini e scivolare sulla pista di ghiaccio situata di fronte al municipio: per tutto il mese di dicembre è stato organizzato un ricco programma di intrattenimento con musica dal vivo, visite di Babbo Natale e altri stand gastronomici nei dintorni per permettervi di provare le specialità locali o riscaldarvi con una tazza di vino caldo. Se viaggiate con i bambini, invece, troverete anche tante attività ludiche dedicate a loro come laboratori creativi e visite guidate.

Le date del mercatino di Natale a Traben-Trarbach

Potrete scoprire gli stand degli artigiani e gli espositori della Mosella ogni fine settimana dal 22 novembre 2024 al 1 gennaio 2025. Questi sono gli orari:

  • Dal 22 novembre al 22 dicembre, solo nei weekend: dalle 11:00 alle 21:00;
  • Dal 26 al 30 dicembre sono aperti tutti i giorni: dalle 11:00 alle 21:00;
  • Il 31 dicembre: dalle 11:00 alle 16:00;
  • Il 1 gennaio: dalle 11:00 alle 18:00.

Per accedere al mercatino sotterraneo è necessario acquistare un biglietto al costo di 5 euro per gli adulti, mentre i bambini sotto i 16 anni entrano gratis.

Mercatino sotterraneo vino Germania

Fonte: Ufficio Stampa

Le cantine vinicole allestite con cura per il mercatino

Come arrivare al mercatino di Natale a Traben-Trarbach

Traben-Trarbach è una cittadina situata in Germania, lungo le rive della Mosella. Per raggiungerla in auto vi basterà prendere l’autostrada A1 e seguire le indicazioni per Koblenz. Da qui proseguite verso la B50 in direzione di Traben-Trarbach. In treno, invece, potete salire su un treno regionale con destinazione Koblenz o Trier e poi cambiare per raggiungere Traben-Trarbach.

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Cincsor, il borgo della Romania trasformato in albergo diffuso

Tra le dolci colline della Transilvania, si cela un piccolo gioiello che sta rinascendo grazie al turismo: Cincsor, un borgo dal fascino antico, sta scrivendo un nuovo capitolo della sua storia. Grazie a un progetto di recupero e valorizzazione, questo villaggio sassone dimenticato è oggi una destinazione unica, dove tradizione, cultura e ospitalità si fondono in un albergo diffuso che attira visitatori da tutto il mondo. Qui, ogni casa restaurata racconta una storia e ogni angolo del borgo invita a scoprire un’atmosfera autentica e senza tempo.

Quarant’anni fa, Carmen Schuster lasciò il villaggio transilvano di Cincsor per trasferirsi in Germania Ovest alla ricerca di una vita migliore. Tuttavia, anni dopo, tornando in Romania per motivi di lavoro, fu sopraffatta da un desiderio irresistibile: rimanere e salvare la comunità sassone secolare che un tempo aveva chiamato casa.

Schuster appartiene a una minoranza etnica tedesca in Romania in via di estinzione, discendente dai Sassoni reclutati dai re ungheresi per colonizzare la Transilvania a partire dal XII secolo. “Dovevamo salvare la scuola, che era in rovina,” ha raccontato Schuster, oggi sessantenne, all’agenzia di stampa francese AFP. Con il marito Michael Lisske, ha dedicato oltre un decennio al meticoloso restauro del cuore storico di Cincsor, trasformando alcuni edifici in accoglienti guesthouse con l’obiettivo di ridare vita al villaggio.

La rinascita del villaggio dimenticato

Grazie agli sforzi della coppia, anche altri edifici del borgo sono stati restaurati, e il villaggio ha ritrovato il suo centro nevralgico attorno alla chiesa protestante, che ancora oggi ospita le funzioni religiose per i sette parrocchiani rimasti.

La storia di Cincsor si intreccia con quella della Transilvania, una regione caratterizzata da un’eredità unica. Prima della Seconda Guerra Mondiale, la Romania contava una comunità sassone di circa 300.000 persone. Oggi ne rimangono solo circa 10.000, molti dei quali emigrati negli anni ‘70 e ‘80 per sfuggire alla persecuzione sotto il regime comunista di Nicolae Ceaușescu. I villaggi sassoni abbandonati sono stati gradualmente ripopolati da romeni privi di legami con la storia secolare della regione.

Eppure, l’atmosfera unica di questi borghi storici ai piedi dei Carpazi non è mai svanita del tutto, tanto che molte delle loro chiese fortificate sono oggi riconosciute come Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. “Nel XV secolo, fortificarono le loro chiese per servire da rifugio in caso di attacchi,” ha spiegato Michael Lisske, ex insegnante. “I Sassoni non godevano di protezione regale, nonostante le promesse di libertà fatte dagli ungheresi che li avevano portati qui.”

Per Schuster, preservare l’eredità sassone rappresenta una “vittoria tardiva” contro il trattamento disumano e sprezzante subito sotto il regime comunista, che aveva fatto di tutto per cancellarla.

Il successo delle guesthouse

Le guesthouse gestite da Schuster sono diventate la principale fonte di occupazione per il villaggio, attirando turisti in una regione tradizionalmente legata all’agricoltura. Tra i 15 dipendenti, Ramona Amariei lavora come cameriera e sarta stagionale. Di origini rom, Amariei si sente orgogliosa di far parte di questa “famiglia” inclusiva. “Non c’è discriminazione,” afferma. Anche Adrian Boscu, chef del villaggio, contribuisce a questa rinascita reinterpretando antiche ricette sassoni con un tocco moderno e utilizzando prodotti locali. “Stiamo cercando di riportare in vita tradizioni che altrimenti andrebbero perse,” spiega.

Il successo delle guesthouse ha ispirato altri villaggi vicini a seguire l’esempio di Cincsor, restaurando il loro patrimonio secolare per rilanciare le economie locali. “Credo che l’idea si stia diffondendo,” ha dichiarato Schuster. “Ci sono molte persone con progetti interessanti.” Un esempio è la casa accanto, ristrutturata dal proprietario romeno Nicolas Mioque, tornato dalla Francia dopo 57 anni. “Schuster e suo marito hanno ridato vita al villaggio,” afferma Mioque, aggiungendo che senza le guesthouse Cincsor sarebbe un luogo “triste”.

Anche il Re Carlo III di Gran Bretagna, che vanta una discendenza dal famigerato principe Vlad l’Impalatore, possiede diverse proprietà nei dintorni, alcune delle quali vengono affittate ai turisti. La presenza reale conferisce ulteriore fascino alla regione, che continua a conquistare visitatori da tutto il mondo.

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Gli “Occhi di Dio” nella Cava di Prohodna, in Bulgaria

C’è un luogo in Bulgaria in cui lo stupore colpisce al primo sguardo, un posto in cui la storia, la natura e la suggestione hanno dato vita a qualcosa di magico e straordinario.

Stiamo parlando di Prohodna, una caverna celebre per molte ragioni, ma soprattutto perché è sul suo soffitto che si aprono due cavità particolari e uniche: gli Occhi di Dio. I due fori sono incredibilmente simili, per forma e vicinanza, a due occhi che si aprono verso il cielo e regalano a chi visita questo luogo la sensazione di trovarsi in un antro in cui la magia sembra diventare palabile.

È la natura che con il tempo ha saputo dare forma a qualcosa di incredibile e che merita assolutamente una visita. Se a questi fori, infatti, si aggiunge l’importanza storica del sito e il fatto che sia la destinazione perfetta per chi ama l’adrenalina, allora le ragioni per raggiungere la grotta carsica di Prohodna sono davvero tante.

La caverna di Prohodna che nasconde gli Occhi di Dio

Un luogo magico, quasi mistico, in cui lasciare che la fantasia abbia la meglio per assaporare pienamente la meraviglia di ciò che ci circonda. Siamo in Bulgaria, nella zona centro settentrionale di questo paese europeo: è qui che sorge la grotta carsica di Prohodna, sulla cui sommità si aprono le due straordinarie fessure ribattezzate Occhi di Dio.

Quest’area è molto celebre, intanto ci troviamo all’interno del Parco geologico Iskar-Panega, che è interessante per la speleologia, poi questa grotta pare essersi formata durante l’era Cenozoica e, più precisamente, nel Quaternario: quindi è interessante anche dal punto di vista storico, anche perché al suo interno si trovano tracce di vita umana durante la preistoria, segno che la grotta è stata abitata.

Occhi di Dio nella grotta di Prohodna

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Gli Occhi di Dio si trovano nella grotta di Prohodna

È anche molto vasta, pare che sia la grotta più grande della Bulgaria: è lunga 262 metri ed è una destinazione molto amata da chi pratica bungee jumping; infatti, è dal suo ingresso più grande (ne ha due), che è alto circa 45 metri, che si può praticare questa attività adrenalinica. Inoltre si tratta di una destinazione apprezzata anche dagli scalatori.

Ma il vero tesoro è celato sulla sua sommità e lo si può ammirare alla perfezione all’interno: sono gli Occhi di Dio, che sono stati cesellati dalla natura stessa per mezzo dell’erosione e che sono davvero spettacolari in ogni momento dell’anno o della giornata. Di notte, ad esempio, sembrano uno sguardo colmo di stelle e da lì si può ammirare anche la luna.

Come raggiungere la grotta di Prohodna

Per vedere con i propri occhi tanta meraviglia si deve raggiungere il villaggio di Karlukovo: la grotta di Prohodna, infatti, si trova a circa due chilometri di distanza. Se si arriva da Sofia, la capitale del Paese, ci vuole circa un’ora e mezza dal momento che i due siti distano tra loro circa 110 chilometri.

E, senza dubbio, si tratta di una destinazione molto interessante non solo per chi ama scoprire siti naturali affascinanti, ma anche per coloro che apprezzano location che abbiano una valenza storica. E la grotta Prohodna lo è per la sua storia antica, per il fatto che sia stata abitata nel corso della preistoria e anche per un certo aspetto mistico, si dice infatti nel passato più antico questo luogo fosse un sito religioso.

Un posto da raggiungere per rimanere affascinati dalla bellezza della natura e dalla sua capacità di creare luoghi incantevoli e che tolgono il fiato. Ma anche fragili: gli occhi si sono formati con l’erosione e con il tempo quella potrebbe continuare a modificarne l’aspetto.

Ingresso della grotta di Prohodna

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Ingresso della grotta di Prohodna in Bulgaria
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Romania e Bulgaria in area Schengen dal 1° gennaio: cosa cambia

A partire dall’1 gennaio 2025 sarà ancora più facile viaggiare in Romania e Bulgaria: entreranno ufficialmente in area Schengen. Un traguardo importantissimo e che rappresenta la conclusione di un lungo percorso iniziato con l’adesione all’Unione Europea nel 2007. Ma cos’è l’area Schengen e cosa cambia effettivamente per i viaggi da e per questi due Paesi?

Cos’è l’area Schengen

L’area (o spazio) Schengen è uno dei pilastri del progetto europeo. Il suo avvio risale all’ormai lontano 1985 e, inizialmente, ne facevano parte solo cinque paesi dell’Ue: Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo. Nel corso degli anni si è gradualmente ampliato, tanto da divenire persino la più vasta zona di libera circolazione al mondo.

In sostanza, i Paesi che si trovano all’interno dell’area Schengen aderiscono ad uno spazio che non prevede controlli alle frontiere interne: più di 400 milioni di persone possono circolare liberamente tra i Paesi membri.

Una piccola curiosità che, forse, non tutti sanno: il nome Schengen deriva da un omonimo villaggio del Lussemburgo, ovvero il luogo dove vennero firmati l’accordo, nel 1985, e la convenzione nel 1990.

Cosa cambia per i viaggiatori da e per Romania e Bulgaria

Con l’ingresso ufficiale di Romania e Bulgaria nell’area Schengen cambieranno tantissime cose anche a livello turistico. A partire dall’1 gennaio, infatti, verranno completamente eliminati i controlli alle frontiere terrestri.

Ciò vuol dire che anche questi due Paesi godranno di una piena libertà di movimento all’interno dell’area Schengen. Un aspetto da non sottovalutare poiché i vantaggi sono tantissimi, tra cui:

  • Riduzione dei tempi di attesa ai confini: in questo modo si facilitando il commercio e i viaggi, sia per chi esce da questi due Paesi sia per chi vuole entrarvi;
  • Incremento degli investimenti esteri: attratti da una maggiore integrazione nel mercato unico europeo;
  • Aumento del flusso di visitatori e un maggior sviluppo economico locale: la rimozione dei controlli alle frontiere terrestri facilita l’arrivo dei turisti;
  • Maggior libertà di viaggio: i cittadini rumeni e bulgari potranno viaggiare più liberamente all’interno dell’area Schengen, senza dover affrontare controlli alle frontiere. In sostanza, sempre più persone viaggeranno tra i Paesi europei.
  • Rafforzamento dei legami culturali e commerciali con gli altri Paesi europei: grazie a una maggiore facilità di movimento.

Va ricordato, inoltre, che per i cittadini dell’Unione Europea che viaggiano all’interno dell’Ue e dei Paesi dell’area Schengen basta la carta d’identità, poiché non è affatto necessario il passaporto.

Perché l’ingresso in area Schengen è avvenuto solo ora

Si tratta di una grande notizia per Romania e Bulgaria perché, pur essendo entrati nell’Ue nel 2007, entrambi i Paesi hanno dovuto affrontare un iter complesso per l’integrazione completa in questo spazio.

I motivi? Sussistevano diverse preoccupazioni legate alla corruzione e alla gestione dei flussi migratori, e quindi sono stati posti alcuni veti sulla loro adesione al 100%.

Ma solo fino a marzo di quest’anno, ovvero quando è stato compiuto un primo vero grande passo verso l’integrazione totale perché sono stati rimossi i controlli alle frontiere aeree e marittime. Il principio di un grande cambiamento, che diverrà totalmente effettivo a partire dall’1 gennaio dell’anno prossimo.

Quali sono i Paesi che fanno parte dell’area Schengen

Attualmente fanno parte dell’area Schengen i seguenti Paesi: Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera e Ungheria.

In sostanza, vi fanno parte 25 dei 27 Stati membri dell’Ue e 4 Paesi che, pur non avendo aderito all’Ue, sono membri dell’Associazione europea di libero scambio (Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera).

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Gli 8 migliori mercatini di Natale in Germania da visitare

L’atmosfera incantata dei mercatini di Natale tedeschi è un’esperienza che scalda il cuore e cattura i sensi. Ogni città, con il suo stile inconfondibile, invita grandi e piccoli a immergersi in un mondo di calde luci brillanti, profumi di spezie e sapori autentici.

Scopriamo subito, allora, alcune delle destinazioni più magiche per vivere appieno la tradizione natalizia in Germania nel 2024, tra storia, artigianato e delizie culinarie.

Berlino e lo sfarzoso mercatino di Gendarmenmarkt

Berlino ospita molti mercatini natalizi, tutti contraddistinti da un fascino particolare. Tra i più famosi, va senz’altro citato lo sfarzoso mercatino di Gendarmenmarkt, aperto dal 25 novembre al 31 dicembre 2024 (dal 2022 e anche per il 2024, a causa di un cantiere, ospitato nella vicina Bebelplatz), da domenica a giovedì dalle 12.00 alle 22.00, venerdì e sabato dalle 12.00 alle 23.00, e la Vigilia di Natale dalle 12.00 alle 18.00.

Da oltre vent’anni, attrae oltre 600.000 visitatori in un’atmosfera straordinaria, tra spettacoli e concerti giornalieri, prodotti artistici e di artigianato, piatti tradizionali bavaresi e austriaci, vini pregiati, specialità boeme e berlinesi nonché ristoranti gourmet.

Inoltre, la sera del 31 dicembre va in scena la tradizionale festa di Capodanno con il grandioso spettacolo pirotecnico.

Mercatino di Natale a Monaco: eleganza bavarese

Marienplatz (con la splendida cornice del municipio in stile neogotico) è il cuore pulsante del Natale a Monaco, dove il scintillante albero domina un mercatino ricco di tradizioni bavaresi. Aperto dal 25 novembre al 24 dicembre 2024, con radici che affondano nel lontano XIV secolo, si trasforma in un incantevole villaggio di bancarelle che propongono prelibatezze locali, come i bratwurst bavaresi e le birre artigianali.

E per gli appassionati del Presepe, questo è il paradiso! Infatti, qui sono di casa gli antichi mestieri e le tradizioni, oltre al più grande mercato dedicato all’oggettistica per il Presepe della Germania, dai doni dei Re Magi fino alla lanterna per la capanna.

Non manca l’Himmelswerkstatt (il “laboratorio celeste”) dove i ragazzi fino ai dodici anni possono divertirsi e dare sfogo alla loro creatività e fantasia.

Mercatino di Natale a Dresda: un viaggio nella storia

Fondato nel 1434, lo Striezelmarkt è il mercatino di Natale più antico della Germania. Nel centro storico di Dresda, accoglie i visitatori con la sua iconica piramide natalizia dell’Erzgebirge alta ben14,61 metri (la più grande al mondo) e le tradizionali bancarelle dove assaporare golosi prodotti tipici come lo Stollen, un dolce natalizio famoso in tutto il mondo, e godersi il meglio dell’artigianato tedesco, dai meravigliosi oggetti in legno intagliato dei Monti Metalliferi fino alle delicate decorazioni in vetro soffiato.

Passeggiare tra le luci e i canti natalizi rende l’esperienza un autentico “viaggio indietro nel tempo”, ideale per chi desidera un Natale autentico e romantico, arricchito dall’immancabile ruota panoramica con cui ammirare dall’alto le caratteristiche casette decorate.

Il mercatino è aperto dal 27 novembre al 24 dicembre 2024, tutti i giorni dalle 10.00 alle 21.00 (la Vigilia dalle 10.00 alle 14.00).

Il Christkindlesmarkt a Norimberga

Christkindlesmarkt Norimberga

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Il fascino del Christkindlesmarkt di Norimberga

Il Christkindlesmarkt di Norimberga è una vera e propria icona dei mercatini di Natale, che richiama ogni anno oltre due milioni di visitatori. Collocato nella Hauptmarkt, è celebre per l’apertura ufficiale affidata al “Bambin Gesù”, o “Angelo di Natale di Norimberga“, simbolo delle Festività, un grazioso angioletto biondo con i riccioli che porta i regali ai bambini. Oltre a essere un “angelo leggendario”, il Christkind è impersonato da una ragazza tra i 16 e i 19 anni, eletta ogni due anni per essere “Ambasciatrice del Natale”.

Le bancarelle, allineate con cura, offrono un assortimento senza pari di prodotti natalizi, quali le famose “Rauschgoldengel” (angeli dorati), le decorazioni in vetro e ceramica e i “Nürnberger Lebkuchen“, i tradizionali biscotti speziati.

Risalente al XVII secolo, il mercatino è aperto dal 29 novembre al 24 dicembre 2024. Visitarlo la sera permette di godere al meglio dell’illuminazione festosa e delle esibizioni musicali.

Natale a Colonia: luci lungo il Reno

Il mercatino di Natale presso la Cattedrale di Colonia è tra i più suggestivi del Paese, con il maestoso sfondo dell’edificio gotico che si erge sopra le oltre 160 bancarelle che propongono una vasta gamma di oggetti d’artigianato e prelibatezze, come i biscotti speziati e il famoso vin brulè servito in tazze a tema. Ma non solo: si possono scorgere gli artigiani al lavoro, acquistare specialità regionali e prodotti biologici certificati, nonché una vasta gamma di originali idee regalo come ceramiche, palline di vetro, sculture in legno, giocattoli, saponi e molto altro ancora.

A impreziosire ancora di più l’atmosfera, non mancano l‘albero di Natale più grande della Renania (alto circa 25 metri e illuminato da 7000 luci LED), 100 spettacoli natalizi con intrattenimento e musica, e la tradizionale giostra o ruota della fortuna per i bambini.

Aperto fino al 23 dicembre 2024.

Mercatini di Natale a Düsseldorf: eleganza e creatività

Düsseldorf accoglie i visitatori con un elegante mercatino in Marktplatz e scenografie mozzafiato lungo Königsallee. Aperto dal 23 novembre al 30 dicembre 2024, con orario continuato dalle 11.00 alle 20.00 dalla domenica al giovedì, mentre il venerdì e il sabato l’orario è prolungato fino alle 21.00. Chiusura prevista per il 25 dicembre mentre la Vigilia l’orario è ridotto dalle 10.00 alle 14.00.

Proprio qui svetta il più grande albero di Natale della città, tra le casette in legno dove dedicarsi allo shopping e gustare i biscotti alla cannella con una tazza di vin brulè. Il fascino vintage del carosello con cavalli sa far innamorare grandi e piccini.

Stoccarda: tradizione e innovazione

Natale a Stoccarda

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Mercatino di Natale a Stoccarda

Anche Stoccarda allestisce uno dei mercatini di Natale più grandi e spettacolari della Germania, con oltre 280 bancarelle lungo la Schlossplatz e dintorni, dove si possono trovare decorazioni natalizie artigianali e prodotti gastronomici unici.

Ma non è tutto.

Dai cori natalizi alle esibizioni di artisti di strada, fino alle giostre per bambini, Stoccarda propone esperienze indimenticabili per tutte le età, con spettacoli di luci e una pista di pattinaggio sul ghiaccio.

Aperto dal 27 novembre al 23 dicembre 2024, è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici.

Friburgo: un tocco di magia nella Foresta Nera

Friburgo, ai piedi della Foresta Nera, disegna un mercatino di Natale intimo e affascinante nel centro storico. Le bancarelle si snodano tra le pittoresche stradine, creando un’atmosfera da fiaba. Tra i prodotti in vendita, spiccano le ceramiche artigianali e i tessuti locali.

Non perdete l’opportunità di assaggiare le specialità della Foresta Nera, come il famoso Schwarzwälder Kirschtorte (la torta di ciliegie) e i caldi vini locali.

Il mercatino è aperto dal 28 novembre al 24 dicembre 2024. Dopo una passeggiata tra le bancarelle, potete approfittarne per esplorare i sentieri della Foresta Nera o per una visita al vicino Schauinsland, ideale per chi ama la montagna.