Categorie
castelli Europa Idee di Viaggio itinerari culturali Madrid Siviglia Spagna Viaggi viaggiare

Cinque motivi per cui l’Estremadura vale un viaggio

Nell’anno dell’overtourism, vi propongo una meta decisamente fuori rotta. L’Estremdura, regione interna della Spagna al confine col Portogallo, è la più bella scoperta che abbia fatto di recente. Ci sono tanti motivi per cui ve la consiglio e, spero, dopo aver letto le mie motivazioni vi faranno innamorare come è accaduto a me.
Premesso che stiamo parlando di una meta vicina, raggiungibile in meno di tre ore dall’Italia (si può volare su Madrid o Siviglia), è un viaggio che si può fare tutto l’anno.

Qui, infatti, ci sono bellissimi paesaggi naturali, con colline ricoperte di filari di ulivi e di vigne, con castelli medievali, come quello di Medellín e l’Alcazaba di Badajoz, ma è soprattutto per la sua cultura che si viene in Estremadura. Anche d’estate, quando le temperature raggiungono tranquillamente i 40°C (io ci sono stata a luglio), in realtà il clima è talmente secco da non essere affatto insopportabile.

Mérida, la Roma di Spagna

Il cuore pulsante e centro di tutto il viaggio nella regione dell’Estremadura è soprattutto la città di Mérida, detta anche la “Roma spagnola”, uno dei tre patrimoni Unesco della regione spagnola. Dopo la nostra Capitale, è la città con più siti archeologici risalenti all’epoca romana del mondo e la più ricca di monumenti romani ancora ben conservati. Colonia di quella regione chiamata Lusitania romana, fondata su un’importantissima direttrice chiamata Via de la Plata – che non c’entra nulla con l’argento – che collegava in Sud al Nord del Paese, era un luogo di relax dove si venivano a ritirarsi gli antichi romani dopo aver trascorso una vita combattendo, una meta per pensionati, insomma. Ed è proprio grazie a loro che sono stati eretti tutti quegli edifici, i servizi e i luoghi di divertimento che ancora oggi possiamo ammirare in tutta la loro imponenza.

merida-acquedotto-romano

Fonte: 123RF

L’acquedotto romano di Mérida

La città è ancora ricca di antichi edifici costruiti tra il I secolo a.C. e il I d.C. legati all’intrattenimento, dal circo per le corse con le quadrighe al teatro – il più antico del mondo a funzionare come teatro – con annesso anfiteatro per le lotte con gli animali feroci (non ci sono tracce di leoni, però), ma non mancano anche tutti quegli edifici utili alla vita di tutti i giorni, dall’acquedotto dei Miracoli ai templi (come quello dedicato a Diana), dalle porte d’ingresso alla città (l’Arco di Traiano) al ponte sul fiume Guadiana – che è più solido di quelli moderni – alle terme.

Ogni estate, il teatro e gli altri siti archeologici ospitano il Festival Internazionale di Teatro Classico di Mérida, il più antico celebrato in Spagna e considerato il più importante nel suo genere, che quest’anno è arrivato alla 70^ edizione, con decine di migliaia di spettatori ogni anno. Visitare Mérida è come fare un salto indietro di duemila anni. Gli scavi archeologici che non finiscono mai sono una continua scoperta e tutto ciò che viene ritrovato viene esposto nel conservato nel Museo nazionale di arte romana che ospita meravigliose sculture, mosaici praticamente intatti e migliaia di reperti tra monili, accessori e monete.

merida-festival

Fonte: Getty Images

Mérida durante il Festival Internazionale di Teatro Classico

Le terme dell’Estremadura

Se i romani avevano costruito le terme è perché questa regione è ricca di fonti termali naturali. In tutta l’Estremadura ci sono ben sei centri e, proprio alle porte di Mérida, si trova il Balneario di Alange, dichiarate Patrimonio dell’umanità nel 1993, con piscine di acqua termale interne ed esterne, trattamenti rilassanti ma anche inalazioni e fanghi. Le acque hanno proprietà terapeutiche antinfiammatorie e curano praticamente tutto, dai problemi respiratori alle infiammazioni reumatiche oltre ad aiutare a prevenire le malattie. Che vogliate fare un bagno di salute o solo rilassarvi a bordo piscina (esterna d’estate, interna d’inverno) questo stabilimento merita una visita.

Balneariio-alange

Fonte: @Balneario de Alange

Le splendide terme del Balneariio de Alange

Romane, naturali o medicali che siano, le terme sono sicuramente un’attrazione turistica della regione spagnola che fan parte della storia e del patrimonio. Molto frequentate sono anche i Baños de Montemayor nella Valle del Ambroz, nel Nord della regione, tra montagne e foreste lussureggianti, anche questi risalenti alla dominazione romana. Queste terme si distinguono non solo per la loro storia, la qualità delle acque e la struttura ma perché, allo scopo di attirare sempre più giovani, sono diventate il primo centro attivo dell’Estremadura.

La città vecchia di Cáceres

Terzo Patrimonio Unesco dell’Estremadura, gli occhi esperti dei cinefili riconosceranno subito in questa città una delle più famose location di “Game of Thrones” ma anche di “House of the Dragon”. La plaza de Santa María e la Cuesta de Aldana sono facilmente riconoscibili nel primo episodio del prequel. A imperitura memoria di ciò, nella Plaza de San Jorge è stata eretta una grande statua dei draghi. La città sorge tra la Sierra de la Mosca e la Serrilla e, per la sua estensione sul territorio (oltre 1.750 chilometri quadrati), è il Comune più grande non solo dell’Estremadura, ma dell’intera Spagna.

caceres-spagna

Fonte: 123RF

L’antica città di Cáceres, set del “Trono di spade”

La città è rinomata per essere la culla dello stile rinascimentale spagnolo che mescola elementi del Rinascimento italiano ad altri di gotico fiorito e di plateresco. La città vecchia (Ciudad Monumental) ha ancora le sue storiche mura ed è puntellata da moltissimi nidi di cicogne che spuntano ovunque. Il tessuto urbano è intervallato dalle maestose piazze come la storica plaza de Santa Maria, su cui si affacciano la Concatedral de Santa Maria la Mayor e numerosi palazzi, tra i quali quello vescovile e il Palacio de los Golfines de Abajo.

La cittadina di Zafra

Nel cuore della Bassa Estremadura, la cittadina di Zafra è un piccolo gioiello che merita assolutamente una visita. Soprannominata “Sevilla la chica” (la piccola Siviglia) e tappa fondamentale lungo la famosa Via de la Plata, era famosa per il mercato del bestiame di San Miguel che si tiene ancora oggi una volta all’anno. Un tempo era circondata da mura, delle quali si conservano solo tre delle otto porte originarie. Resta intatto il fitto reticolo di vicoli di case bianche che sfociano in piazzette alberate. La plaza Grande, con le sue arcate, si trova al centro della cittadina ed è collegata attraverso l’Arquillo del Pan a plaza Chica.

zafra-estremadura

Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

I vicoli bianchi di Zafra in Estremadura

Da non perdere è sicuramente l’Alcázar o Palazzo Ducale del XV secolo che oggi ospita il parador di Zafra all’interno del quale, come molti paradores spagnoli, oggi c’è un hotel di lusso e un ristorante dove assaggiare il tipico prosciutto dell’Estremadura (esattamente il prosciutto DO Dehesa de Extremadura, per cui può valere la pena fare questo viaggio). Ma lo si può anche visitare, entrando nel chiostro rinascimentale del cortile centrale, nella cappella riccamente decorata in stile moresco e salendo sui camminamenti da dove ammirare tutto il paesaggio collinare che sta intorno.

E poiché al cibo bisogna accompagnare anche del buon vino tinto locale, si può visitare la storica cantina El convento, magari con una degustazione di formaggi del territorio. Questa cantina ha la particolarità di avere una propria fonte d’acqua interna con cui fare il vino. Ma ha anche una peculiarità: sul tetto venivano un tempo allenati i tori per la corrida ed è di fatto una piccola arena (rettangolare).

Zafra-Parador

Fonte: ©Ente Spagnolo del Turismo Turespaña

Il castello o Palazzo Ducale di Zafra

El Capricho de Cotrina

Sembra che Antoni Gaudí sia passato di qua. Invece, questo luogo in mezzo al nulla, circondato dai campi, lungo la strada che porta a Los Santos de Maimona e a Badajoz, che davvero pochi turisti conoscono, è una vera chicca e una specie di cattedrale nel deserto. E c’è chi sostiene che l’artista di El Capricho de Cotrina, Don Francisco González Gragera, un operaio in pensione, non si sia ispirato al noto architetto del modernismo catalano ma che sia accaduto esattamente il contrario.

Fatto sta che una delle figlie disse al padre che desiderava una casa di campagna diversa dalle altre e l’uomo iniziò a realizzare quello che gli era apparso in un sogno e che trascrisse su un foglio di carta. Ci mise trent’anni a costruire questa casa-castello in puro stile Gaudí che ancora oggi appartiene alla famiglia e che può essere visitata su prenotazione.

El-Capricho-de-Cotrina-estremadura

Fonte: @SiViaggia – Ilaria Santi

El Capricho de Cotrina, un edificio stile Gaudí sulla strada per Badajoz
Categorie
aeroporti Europa Notizie Viaggi viaggiare

È allarme traffico aereo in Europa: sta aumentando troppo

Ultimamente si sentono numerose notizie riguardanti l’aviazione e il settore del turismo, nonché i voli: abbiamo scoperto di recente che Abu Dhabi presto avrà l’aeroporto più smart di tutti con i passeggeri identificati tramite dati biometrici, che i voli aumenteranno molto nei prossimi anni e che l’aereo si conferma come il mezzo di trasporto più sicuro di tutti.

Eppure, non ci sono solo belle notizie riguardanti gli aerei: come sottolineato dal presidente dell’ENAC, infatti, sembra che il traffico aereo in Europa sia aumentato più del dovuto, causando disagi non indifferenti. Scopriamo il perché più nel dettaglio.

L’ultimo trimestre di voli in Europa

Negli ultimi tre mesi, numerosi voli in Italia e Europa hanno subito ritardi e cancellazioni, causando notevoli disagi ai passeggeri. L’incremento significativo del traffico aereo ha generato caos negli aeroporti, che non erano preparati ad affrontare una tale mole di voli e passeggeri.

Secondo Pierluigi Di Palma, il presidente dell’ENAC, l’aumento del traffico non è stato accompagnato da un adeguato potenziamento delle infrastrutture, che ora si trovano in gravi difficoltà. L’intera infrastruttura aeroportuale europea, compresi aeroporti, compagnie aeree, gestori del traffico aereo e società di servizi, sta faticando a reggere il ritmo dell’incremento del traffico.

In particolare, il traffico è aumentato notevolmente nelle rotte che collegano i paesi dell’Europa meridionale, come Italia, Spagna e Grecia, molto frequentate durante le vacanze estive. I dati di Eurocontrol indicano che a giugno sono partiti più di un milione di voli dagli aeroporti europei, con un aumento del 5,2% rispetto all’anno precedente.

Le compagnie aeree low-cost hanno incrementato il numero di voli giornalieri, con un aumento significativo rispetto all’anno precedente, generando vere e proprie sfide organizzative per gli aeroporti. La mancanza di personale sia delle compagnie aeree, che del settore del controllo del traffico aereo ha contribuito ai ritardi, che hanno registrato un aumento del 28% rispetto all’anno precedente.

Le possibili soluzioni al problema

La carenza di personale è un problema persistente che compromette la capacità di gestire in modo efficiente il traffico aereo. Questa situazione è stata aggravata da un grave guasto informatico che ha colpito aeroporti e aziende in tutto il mondo, causando la cancellazione di migliaia di voli e l’accumulo di ritardi. Il blocco informatico è avvenuto lo scorso venerdì 18 luglio e il problema ha causato la cancellazione di oltre cinquemila voli, con conseguenze devastanti per il traffico aereo e malcontento e disagio per tutti i passeggeri.

Le compagnie aeree hanno cercato di aumentare i voli sfruttando al massimo la capacità degli aerei, causando spesso lo spiacevole inconveniente noto come overbooking, ma ciò ha portato a una maggiore congestione e accumulo di ritardi. Il presidente dell’ENAC Di Palma consiglia di prenotare voli in ore meno affollate e di evitare i giorni di punta per ridurre disagi e code negli aeroporti.

In passato, infatti, il tasso di riempimento di un volo era del 75% mentre oggi è del 90%, un aumento significativo. Il consiglio più opportuno per contenere questi disagi sarebbe quello di scegliere le partenze in aereo la mattina presto ed evitare il venerdì, la domenica e anche il lunedì.

Categorie
Europa Notizie Viaggi

A novembre verrà lanciato il sistema di ingresso/uscita (Ees) dell’Unione Europea

Dopo vari rinvii, finalmente è stata fissata la data: il prossimo 10 novembre l’Unione Europea inaugurerà il tanto atteso sistema di ingresso/uscita (EES). La conferma è arrivata direttamente dalla Commissaria europea per gli Affari Interni, Ylva Johansson, durante una visita all’agenzia eu-LISA a Tallinn, sede dell’infrastruttura tecnologica che gestisce il nuovo sistema biometrico che utilizzerà fotografie digitali e impronte digitali per registrare i viaggiatori provenienti da paesi extra-UE alle frontiere esterne dell’Unione Europea.

Inizialmente previsto per il 2022, il lancio è slittato più volte a causa di problemi tecnici e ritardi nell’installazione delle barriere automatizzate necessarie per i controlli alle frontiere internazionali dell’area Schengen. Sottolineando l’importanza e la complessità del progetto, Johansson ha dichiarato: “Il momento è finalmente arrivato. Ci sono stati momenti in cui avete creduto che non sarebbe mai successo, ma sta per accadere.

Tutto si sta mettendo a punto. Siamo nella fase finale di test. Ora c’è un vero e proprio slancio. Vettori, operatori, stazioni ferroviarie, aeroporti, tutti si stanno preparando per il grande giorno, quando tutti i posti di frontiera saranno connessi in tempo reale. Diremo addio ai timbri sul passaporto per dare il benvenuto ai controlli digitali per tutti i viaggiatori in arrivo dai paesi extra-UE, facilitando i viaggi e velocizzando i controlli alle frontiere.”

Come funziona il sistema EES

L’EES sarà adottato da tutti gli Stati membri dell’UE, con l’eccezione di Cipro e Irlanda, e sarà attivato anche in Islanda, Lichtenstein, Norvegia e Svizzera, che pur non essendo membri dell’UE fanno parte dell’area Schengen. Una volta operativo, rappresenterà un significativo cambiamento per i circa 700 milioni di viaggiatori extracomunitari che ogni anno attraversano le frontiere europee. Per contro, dovrebbe far sentire più sicuri i 450 milioni di cittadini che vi risiedono.

Al momento del passaggio alle frontiere esterne dell’UE, i viaggiatori dovranno scansionare il proprio passaporto o altro documento di viaggio presso chioschi self-service. L’EES registrerà informazioni dettagliate come nome del viaggiatore, dati biometrici, data e luogo di ingresso e di uscita. Le scansioni facciali e le impronte digitali saranno rilevate ogni tre anni e rimarranno valide per più viaggi durante questo periodo.

Il sistema sarà automatizzato e obbligatorio per coloro che non necessitano di un visto per entrare nell’area Schengen, come per esempio i britannici. Mentre invece non si applicherà ai cittadini o residenti nell’UE, né a chi è in possesso di un visto per soggiorni di lunga durata.

Obiettivo sicurezza

Il principale obiettivo dell’EES è rafforzare la sicurezza delle frontiere dell’area Schengen, permettendo di identificare più facilmente i viaggiatori che superano il periodo di permanenza consentito, che è di 90 giorni su 180. La Commissaria Johansson ha sottolineato l’importanza di questa nuova misura affermando: “Con l’EES sapremo esattamente chi entra nell’area Schengen con un passaporto straniero. Sapremo se le persone rimangono troppo a lungo e potremo contrastare l’immigrazione irregolare. L’EES renderà più difficile per i criminali, i terroristi o le spie russe usare passaporti falsi grazie all’identificazione biometrica, alle foto e alle impronte digitali”.

Il Sistema di Ingresso/Uscita (EES) rappresenta un passo fondamentale negli sforzi dell’Unione Europea per potenziare la sicurezza delle frontiere, mantenendo al contempo l’apertura della regione. Registrando in modo sistematico i dati di ingresso e uscita dei viaggaitori non appartenenti all’UE, l’EES offre un meccanismo più efficace per il controllo delle frontiere e facilita il monitoraggio dei soggiorni irregolari, contribuendo alla lotta contro l’immigrazione irregolare.

Categorie
Europa Grecia Idee di Viaggio itinerari culturali panorami Viaggi

Weekend a Ioannina, bellissima perla della Grecia

Non molto distante dal confine con l’Albania e sulle rive del lago Pamvotida si trova la città di Ioannina, una località greca che sorprende grazie alle sue bellezze storiche, ma anche naturali. Una bellissima città tutta da scoprire ed incastonata tra le montagne del Pindo ed i Monti Tessalici.

È una meta sicuramente poco conosciuta delle Grecia, ma che una volta scoperta, saprà entrare nel cuore dei suoi visitatori, che qui potranno immergersi nella cultura locale e godere di panorami mozzafiato.

Cosa vedere a Ioannina?

Questa storica città greca, che venne fondata nel lontano Cinquecento d.C, ha una storia davvero ricca e variegata. Durante i secoli ha vissuto momenti di grande splendore, che hanno lasciato segni indelebili nel suo patrimonio architettonico e culturale. Passeggiando, ad esempio, per le vie del Kastro, il centro storico cittadino, si percepisce la presenza di diverse civiltà che l’hanno abitato.

Il Kastro è un vero e proprio museo a cielo aperto. Qui, una delle prime tappe da non perdere in un weekend di visita in città, è la Moschea di Aslan Pascià, con una caratteristica architettura in stile ottomano. Venne costruita nel 1619 sui resti di una chiesa cristiana ed oggi è la sede del Museo Etnografico di Ioannina, all’interno del quale è possibile ammirare diversi reperti storici e costumi tradizionali locali.

C’è poi il Fetiye Cami, la moschea della Vittoria, realizzata durante la stessa epoca della precedente, ma anche diversi musei, come il Museo Archeologico, nel quale poter ammirare reperti che vanno dal Paleolitico fino all’età romana, ed il Museo Bizantino, dove trovare oggetti che raccontano la storia religiosa di questa città.

Simbolo di Ioannina è sicuramente la torre dell’orologio, situata nella piazza centrale della città antica, punto di riferimento per gli abitanti locali ed i visitatori, ma anche per gli appassionati di fotografia, che al tramonto potranno ammirare questa torre illuminata dal sole, per uno scatto unico.

Il lago Pamvotida

Dopo aver esplorato il Kastro, è il momento di immergersi nella natura di Ioannina e dei bellissimi paesaggi che la circondano. Queste bellezze naturali sono rappresentate soprattutto dal lago Pamvotida, il più grande della regione dell’Epiro e dove i visitatori, ma anche i cittadini locali, possono trovare pace e tranquillità. Il luogo ideale per una pausa rigenerante dopo la visita della città e per finire il weekend in bellezza.

Al centro del lago è presente una piccola isoletta, raggiungibile con un battello che parte direttamente dal proto di Ioannina, e dove è presente un piccolo borgo composto da case dallo stile tradizionale greco, colorato da fiori e piante.

La tradizione antica di Ioannina

Ioannina non è solo luogo di storia, ma anche di cultura e tradizioni vive. Uno dei luoghi migliore dove poter immergersi a pieno nella cultura e nelle tradizioni locali è sicuramente il bazar cittadino, un mercato in stile orientale, dove poter trovare prodotti locali artigianali, tessuti, molteplici spezie e soprattutto gioielli. Infatti, la città è famosa per la sua tradizione orafa, che ha radici antichissime. Gli artigiani di Ioannina sono rinomati per la loro abilità nella lavorazione dell’argento e nella creazione di pezzi unici, che è possibile acquistare nelle botteghe.

Attività ed escursioni

Un weekend fuori porta, alla scoperta di Ioannina, può dirsi completo se si ha la possibilità di immergersi nella natura di questa regione greca attraverso escursioni e trekking, attività molto amata dai visitatori, grazie anche alla possibilità di seguire diversi sentieri che si snodano tra foreste, gole e paesaggi naturali incredibili.

Una delle escursioni più spettacolari da Ioannina è sicuramente quella che porta alle gole di Vikos, poco distanti dalla città. Si tratta delle gole più profonde al mondo, che si vanno ad aggiungere a bellezze naturali in giro per l’Europa, come le gole del Verdon in Francia o le numerose gole italiane. Una volta arrivati a destinazione, la vista lascerà senza fiato tutti i camminatori.

Un’altra escursione da fare durante un weekend a Ioannina è anche quella che porta al sito archeologico di Dodoni, uno dei più antichi ed importanti oracoli della Grecia, dedicato alla divinità greca Zeus.

Visitare Ioannina è la giusta occasione per scoprire una parte della Grecia ancora poco conosciuta alla maggior parte dei viaggiatori, una chance per immergersi nella regione greca dell’Epiro e scoprire le sue spiagge e le sue bellezze naturali.

Gola di Vikos, in Grecia e nei pressi Ioannina, con il fiume Vikos che scorre tra la vegetazione verde

Fonte: iStock

Gole di Vikos, le gole più profonde del mondo
Categorie
Europa litorali mare Notizie vacanze Viaggi

Questa è stata incoronata la spiaggia più bella d’Europa

L’estate sta finendo, ma non la voglia di mare. Complici anche le temperature elevate che accompagnano questa fine di agosto, non potrebbe esserci momento migliore per concedersi ancora qualche giorno di relax. Senza bisogno di andare troppo lontano, rimanendo in Europa, dal Mediterraneo alla costa atlantica è un susseguirsi di spiagge da sogno che dopo il pienone delle ultime settimane sono più accoglienti che mai.

C’è solo l’imbarazzo della scelta, ma come scegliere a colpo sicuro la spiaggia perfetta per una vacanza senza preoccupazioni? Ci ha pensato il sito britannico di comparazione assicurativa Quotezone, che ha stilato una classifica delle dieci spiagge più popolari del continente, basandosi su parametri definiti come temperature dell’acqua e dell’aria, altezza delle onde, numero di recensioni a 5 stelle e costi medi giornalieri, per garantire vacanze accessibili e di alta qualità.

Nissi Beach, Cipro: la più bella d’Europa

In cima alla classifica si trova Nissi Beach ad Ayia Napa, Cipro, incoronata la spiaggia più bella d’Europa. Un angolo di paradiso rinomato per le sue acque cristalline e tranquille, grazie alla posizione all’interno di una baia, e per le temperature calde sia dell’acqua che dell’aria. Inoltre, può fregiarsi della Bandiera Blu, indice di pulizia e sicurezza dell’arenile, mentre la presenza di un’isola nelle vicinanze rende ancora più incantevole il paesaggio. Nissi Beach ha conquistato il primo posto nella graduatoria di Quotezone per tutte le metriche considerate, inclusi la temperatura media dell’acqua di 24,4°C e le oltre 4.330 recensioni a 5 stelle. Buono anche il rapporto qualità-prezzo, con un costo medio per una notte di circa 103 euro, comprensivo di pasti, trasporti e pernottamento.

Spiaggia di Mellieha Bay, Malta: ideale per famiglie

Seconda in classifica è la spiaggia di Mellieha Bay a Malta, valutata positivamente per la temperatura del mare, il comfort offerto e per le sue acque limpide, ideali per lo snorkeling e il nuoto. Incorniciata da una baia ampia e riparata, la più grande spiaggia di sabbia dell’isola è perfetta per le famiglie, che qui hanno una spesa media di 117 euro, compresi anche lettini, kayak e attività varie.

Spiaggia di Portoroz, Slovenia: un tesoro nascosto

La spiaggia di Portoroz, in Slovenia, è una delle gemme nascoste d’Europa. Questo pittoresco angolo dell’Adriatico si aggiudica il terzo posto con un’ottima combinazione di costi contenuti, acque calde e onde basse, ideali per i bambini piccoli. La spiaggia di ciottoli, situata nella zona resort di Portoroz, permette di rilassarsi e passeggiare sul lungomare. Con un costo medio di 93 euro per un soggiorno di un giorno, è la spiaggia più economica nella classifica di Quotezone.

Spiaggia di Elafonissi, Creta: fascino greco

In quarta posizione troviamo la spiaggia di Elafonissi, a Creta, famosa per la sua sabbia rosa e le acque azzurre e calme, che le valgono oltre 10.500 recensioni a 5 stelle. Spesso affollata, nonostante il costo medio giornaliero sia di 184 euro, è tra le mete più popolari di un’isola amatissima dai turisti per la sua bellezza e l’ampia gamma di servizi disponibili.

Zlatni Rat, Croazia: il Corno d’Oro

Situata sull’isola di Brac, in Croazia, Zlatni Rat è conosciuta come il Corno d’Oro per la sua forma triangolare che muta con le maree e le onde. Merita il quinto posto per il mix perfetto di bellezza e prezzo accessibile. Sebbene la spiaggia sia spettacolare, è infatti relativamente economica, con un costo medio di 96 euro al giorno.

Spiaggia La Pelosa, Sardegna: paradiso sardo

In sesta posizione, ecco l’idilliaca spiaggia La Pelosa, in Sardegna, famosa per le sue acque tranquille e l’impalpabile sabbia bianca, ma che per la sua eccezionale popolarità, confermata da più di 6.700 recensioni a 5 stelle, richiede prenotazioni anticipate, con un costo di ingresso di 3,50 euro. Inoltre, le sistemazioni nelle vicinanze sono piuttosto costose, con un prezzo medio di 166 euro per una notte.

Praia da Falesia, Algarve: meraviglia portoghese

Praia da Falesia sulla costa dell’Algarve, in Portogallo, è resa spettacolare dalle scogliere di arenaria rossa che si tuffano nelle acque blu brillanti del mare, formando suggestive piscine naturali. La spiaggia offre la possibilità di praticare diverse attività, tra cui il surf. Il costo medio giornaliero è di 137 euro, che riflette l’attrattiva e la qualità della località.

Playa de Maspalomas, Gran Canaria: dune nell’Atlantico

La Playa de Maspalomas, a Gran Canaria, è celebre per il suo faro e le dune ondulate lambite dalle acque dell’oceano Atlantico. Circondata da ristoranti e hotel, offre una vasta gamma di servizi e attrazioni che la rendendono una destinazione decisamente popolare tra i turisti in vacanza nell’isola. Si posiziona all’ottavo posto anche a causa del costo medio di 151 euro al giorno.

Bournemouth Beach, Inghilterra: la perla inglese

Bournemouth Beach, in Inghilterra, non è una meta balneare tradizionale, ma è molto amata dai britannici e non solo, tanto da conquistare circa 6.000 recensioni a 5 stelle. Nonostante le temperature fredde dell’acqua e dell’aria, la spiaggia offre viste incantevoli e una passeggiata vivace che le vale la nona posizione. Tuttavia, con un costo medio di 180 euro al giorno, è una delle opzioni più costose.

Plage de Palombaggia, Corsica: lusso francese

Infine, la deliziosa Plage de Palombaggia, in Corsica è la più costosa della classifica, con un costo medio di 233 euro per un soggiorno di un giorno. Decima posizione, quindi, per questa spiaggia famosa per le sue acque cristalline, la sabbia bianca, il paesaggio incantevole, che offre un’esperienza lussuosa ma con spese elevate per cibo, alloggio e trasporti.

Categorie
Curiosità Europa Lituania uccelli Vacanze natura Viaggi

Lituania, un paradiso per gli uccelli

Dal canapino acquatico alla beccaccia, fino all’aquila reale: in Lituania, dovunque guarderete, soprattutto in determinate stagioni, vedrete tantissimi magnifici esemplari di uccelli. Uno dei più piccoli gioielli d’Europa è infatti il paradiso dei birdwatcher perché possiede una ricca varietà di habitat, tra cui paludi, foreste e due dei paesaggi più mozzafiato dei Baltici: il delta del Nemunas e la penisola di Curonian, cosparsa di dune di sabbia.

La Lituania è il luogo ideale dal quale osservare la fauna ornitologica soprattutto perché è situata lungo la rotta migratoria dell’Est Baltico ed è in grado di offrire esperienze uniche e indimenticabili durante le intense migrazioni primaverili e autunnali. Dotato di un clima mite e di paesaggi diversificati, il paese è come una calamita per innumerevoli specie di uccelli, molte delle quali figurano in alto nelle liste dei desideri stilate dagli appassionati di birdwatching. Inoltre, molte specie presenti, che proprio in Lituania si riproducono regolarmente, sono considerate a rischio di estinzione come l’aquila di mare, il re di quaglie, la moretta tabaccata e il pagliarolo.

Dove fare birdwatching in Lituania

Ad attirare l’attenzione dei birdwatcher provenienti da ogni parte del mondo sono soprattutto i flussi migratori autunnali, quando milioni di uccelli lasciano i loro luoghi di riproduzione nell’emisfero settentrionale per svernare nell’Europa occidentale e meridionale, in Africa e in Asia. Questa tratta, conosciuta come Baltic Flyway, ha in Lituania una delle sue terrazze privilegiate dal quale ammirarla, ancora meglio se in compagnia di guide esperte che vi accompagneranno in questa esperienza unica.

In particolare, sono tre i luoghi privilegiati da tenere a mente per avvistare gli uccelli durante la migrazione: il Parco Nazionale di Curonian Spit, Capo Ventė e il Lago Žuvinas, non a caso conosciuto anche come il lago degli uccelli.

Parco Nazionale di Curonian Spit

Un paradiso rilassato e accessibile, oltre che uno dei più belli in cui fare birdwatching in Lituania, è il Parco Nazionale di Curonian Spit. Patrimonio UNESCO, famoso per le sue dune di sabbia, è anche il luogo perfetto dove osservare le diverse specie di uccelli interessate dal flusso migratorio grazie alle sue torri di avvistamento. Anche i non professionisti potranno divertirsi grazie alla presenza di postazioni informative ricche di informazioni e curiosità. Qui, la location ideale è soprattutto la Riserva Naturale di Nagliai, considerata la rotta più trafficata d’Europa e dove sarà possibile avvistare anche specie rare come i falchi pellegrini, i falchi dalle gambe rosse, le aquile marziali e gli storni rosei.

Parco Nazionale di Curonian Spit

Fonte: iStock

Vista aerea del Parco Nazionale di Curonian Spit

Capo Ventė

Capo Ventė conquista i professionisti e gli appassionati per il numero vertiginoso di uccelli che si possono avvistare nella sua area: ben mezzo milione ogni giorno durante l’alta stagione migratoria, che va da settembre a ottobre. Un luogo storico per gli appassionati di birdwatching: fu qui che, nel 1929, lo zoologo e biologo lituano Tadas Ivanauskas inaugurò la prima stazione di inanellamento per uccelli d’Europa. In questa zona avrete l’opportunità di avvistare diverse specie provenienti dalla Siberia e dirette a sud, come le poiane dalle zampe ruvide, e di regalarvi anche altre esperienze, come il tour in barca sul fiume Minija.

Lago Žuvinas

In fermento durante i flussi migratori è anche il Lago Žuvinas, situato all’interno di una riserva naturale. Questo è considerato soprattutto il paradiso degli uccelli acquatici e, grazie alla sua natura paludosa, rappresenta il luogo ideale dove, se si è fortunati, è possibile avvistare anche il rarissimo canapino acquatico.

Le cicogne, simbolo della Lituania

Di uccelli, in Lituania, se ne possono avvistare tantissimi, ma solo uno è considerato il vero simbolo del paese: l’elegante cicogna. Non una cicogna qualunque, bensì quella bianca, in quanto questo territorio ospita la più alta densità conosciuta al mondo, a dispetto di un drastico calo registrato nelle altre aree d’Europa. Secondo una ricerca, sono presenti 13.000 coppie nidificanti nelle aree agricole e in prossimità delle zone umide.

La Lituania offre l’habitat perfetto alla cicogna perché vanta foreste umide e terreni agricoli perfetti per le sue necessità. Il periodo ideale per avvistarla è sicuramente la primavera, in concomitanza con il ritorno di questa specie dalla migrazione invernale in Africa, dove ripartono intorno alla metà di agosto seguendo la rotta che dall’Est Europa e la Turchia porta fino alla Penisola araba. L’inverno della Lituania, infatti, è troppo rigido per la cicogna che oltre a preferire i luoghi caldi, non vola mai sopra il mare: in virtù della sua conformazione fisica e all’ampiezza delle ali, durante la rotta migratoria seguirà un percorso che la conduce sopra diversi paesi come Israele, la Siria e il Libano.

Nei mesi compresi tra maggio e agosto, invece, gli appassionati potranno ammirare questi animali nella loro quotidianità. Oltre ai corsi dei fiumi principali, i punti privilegiati per osservare le cicogne sono la foresta di Uzulenis (a pochi chilometri da Vilnius) e la foresta di Punia, a sud di Kaunas.

Cicogna bianca

Fonte: iStock

Un esemplare di cicogna bianca
Categorie
Cammini Europa Idee di Viaggio pellegrinaggi Spagna trekking turismo religioso vacanze avventura Valencia Viaggi

Camino de Levante: l’alternativa meno conosciuta al Cammino di Santiago

Sono oltre 446.000 mila le persone che, nel 2023, hanno percorso il Cammino di Santiago seguendo le frecce gialle e le conchiglie che segnalano la via ai pellegrini. Questo è considerato come uno dei pellegrinaggi più famosi al mondo che, visti i numeri, in base al periodo potrebbe risultare anche un po’ troppo affollato. Per fortuna esiste un’alternativa meno conosciuta chiamata il Camino de Levante. Il cammino inizia a Valencia e si snoda attraverso paesaggi diversi fino ad arrivare a Santiago, sull’Oceano Atlantico.

Un passo alla volta, il Camino de Levante vi permetterà di lasciarvi alle spalle la brezza del Mediterraneo, di attraversare la Spagna da est a ovest in 42 tappe lungo 1200 chilometri circa e di raggiungere la Galizia. Scarpe da trekking ai piedi, camminerete tra le bellezze di regioni molto diverse tra loro, ognuna dotata di una personalità e identità propria: Valencia, Castilla La-Mancha, Madrid, Castilla y Leon e infine la Galizia.

Ne avevate mai sentito parlare? Se cercate un pellegrinaggio meno affollato, questo è il percorso perfetto per voi. Inoltre, se siete fan di Cervantes, sappiate che il cammino attraversa anche la campagna di Don Chisciotte.

Il Camino de Levante da Valencia a Santiago

Nonostante ci sia una grande distanza tra Santiago de Compostela e la città di Valencia, punto di partenza del Camino de Levante, la Capitale del Turia ha preservato nel tempo il suo passato giacobino, esistente fin dal Medioevo. Valencia, infatti, ricoprendo l’importante ruolo di porto levantino, era considerata il luogo di sbarco ideale per i pellegrini provenienti da altre regioni d’Europa che desideravano iniziare qui il loro viaggio spirituale per incontrare a Santiago le spoglie dell’apostolo.

Questo movimento migratorio beneficiò del fatto che diversi ospedali per pellegrini furono istituiti in città nel XIV secolo, utilizzati anche da coloro che si imbarcavano sulla costa per Roma o Gerusalemme. Se deciderete di percorrere questo cammino, vi consigliamo di consultare il sito dell’Asociación “Amigos del Camino de Santiago” de la Comunidad Valenciana dove troverete tutte le informazioni utili e le tappe per organizzare al meglio la vostra esperienza.

Perché scegliere il Camino de Levante

A differenza di altri cammini più famosi, come il citato Cammino di Santiago, quello de Levante offre un’esperienza più intima e meno affollata. Un’avventura carica di fascino che ti permetterà di godere della tranquillità della natura, del silenzio dei sentieri e dell’ospitalità genuina degli abitanti dei paesi che incontrerai lungo il percorso. Più di ogni altro, questo è il cammino perfetto per staccare la spina dalla vita quotidiana, per riflettere e per entrare in contatto con se stessi e con i paesaggi che ci circondano.

La bellezza di questo cammino, oltre che nella calma, è racchiusa anche negli scenari che attraverserete. Dalle spiagge dorate di Valencia alle foreste lussureggianti della Castilla y León, ogni tappa vi sorprenderà con un nuovo scenario. Camminerete anche alla scoperta di luoghi meno noti, come Chinchilla de Monte-Aragón, Albacete e Zamora, città ricche di storia e tradizioni, e proverete le specialità tipiche di questi territori, dai piatti di pesce fresco della costa ai prodotti genuini dell’entroterra.

Categorie
Bielorussia Europa Idee di Viaggio Minsk Viaggi viaggiare

Quando visitare Minsk: clima e temperature per tutto l’anno

Nella tua bucket list di viaggio c’è Minsk da molto tempo ma ti stai chiedendo quale sia il momento migliore per visitarla? La risposta a questa domanda è semplice: non c’è un momento migliore per scoprire le bellezze che la capitale della Bielorussia ha da offrire poiché ogni stagione ha le sue peculiarità e i suoi validi motivi per farsi visitare. Completamente devastata durante la seconda Guerra Mondiale e in seguito ricostruita e riportata alla ribalta, Minsk è una destinazione dell’Europa Orientale ancora fuori dalle principali rotte turistiche ma che ha davvero tanto da offrire a chi sceglie di darle un’occasione. Primavera, estate, autunno o inverno; scegliere quando visitarla dipende molto dalle tue attitudini e dalle tue preferenze. Scopriamo quindi insieme cosa offre la capitale bielorussa stagione dopo stagione.

Clima a Minsk: una panoramica completa

Minsk è caratterizzata da un clima continentale umido con estati tra il mite e il caldo e con inverni freddi. Lo scorrere delle stagioni è ancora ben definito e si percepisce dall’ampio spettro di variazioni di temperatura e fenomeni atmosferici che si susseguono di mese in mese. In inverno il termometro può scendere di molto sotto lo zero mentre in estate la temperatura si mantiene piacevole anche nei mesi più caldi dell’anno. Tendenzialmente, le precipitazioni si concentrano in primavera e in autunno con frequenti piogge di intensità moderata; in inverno, invece, le nevicate sono copiose e abbondanti. Durante l’anno, la temperatura media varia da circa -4°C a gennaio a circa 18°C a luglio. Per decidere quando partire è utile sapere come si presenta la capitale bielorussa nelle varie stagioni, per scoprire le caratteristiche climatiche ma anche gli eventi e le ricorrenze che potrai incontrare nel tuo viaggio.

Minsk in primavera: tra parchi e natura

Se la tua stagione preferita è la primavera e ami osservare la natura circostante che si lascia alle spalle l’inverno indossando un nuovo vestito verde e rigoglioso o se ami passare il tuo tempo libero al parco, godendoti le giornate che si allungano stando all’aperto, allora questa è la stagione giusta per visitare la capitale bielorussa. Nello specifico, il clima e le temperature a Minsk sono così distribuite:

  • Marzo: -4°C, – 3°C
  • Aprile: 2°C, -11°C
  • Maggio: 8°C, -18°C

Nella ricostruzione di Minsk, a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, è stato dato ampio spazio a parchi e aree verdi e non c’è modo migliore di godersi il risveglio della natura passeggiando in uno di essi. Tuttavia, è da tenere a mente che marzo è un mese ancora molto freddo, la primavera arriva verso metà aprile con temperature medie che variano tra i 10 e 18°C. Questo è il momento migliore per visitare il Giardino Botanico Centrale e il Parco Gorky, una delle attrazioni principali della città la cui apertura risale al 1800. Oltre al risveglio della natura, la primavera vede anche un risveglio delle attività culturali in città. L’8 marzo in tutta la Bielorussia si festeggia la Giornata Internazionale della Donna, con feste, spettacoli ed eventi dedicati alle donne. Il 9 maggio si celebra la Festa della Giornata della Vittoria, un evento che commemora la vittoria dell’Unione Sovietica durante il conflitto mondiale e che si anima con parate militari, spettacoli pirotecnici ed eventi nelle piazze. Prima di partire per il tuo viaggio a Minsk ti consigliamo di visitare il sito dell’ente turistico per scoprire tutti gli eventi che si terranno nel periodo della tua permanenza.

Minsk in estate: feste e attività outdoor

Minsk è la meta estiva ideale per tutti quelli che non sopportano il caldo torrido che sta caratterizzando le estati della nostra penisola e per chi ama visitare le città accarezzato da una temperatura che non va mai oltre i 25°C, se non in casi eccezionali. Più precisamente, le temperature medie a Minsk sono, mese per mese:

  • Giugno: 12°C, 22°C
  • Luglio: 14°C, 24°C
  • Agosto: 13°C, 23°C

Le giornate più lunghe e soleggiate rappresentano la condizione perfetta per godere appieno dell’ampia gamma di cose da fare a Minsk, tra attività outdoor ed eventi culturali. La vivacità e il brio del periodo estivo sono percepibili attraverso la moltitudine di eventi musicali, sportivi, mercati en-plein-air e mostre all’aperto. Gli amanti delle attività outdoor possono trascorrere ore immersi nella natura scoprendo le bellezze naturali nei dintorni della capitale bielorussa come, ad esempio, il Lago Komsomolskoye, un meraviglioso specchio d’acqua da esplorare in sella a una bicicletta o, semplicemente, a piedi. I festival musicali che portano tra le strade della città la gioia della musica dal vivo sono numerosissimi ma possono variare di anno in anno, quindi, come sempre, consigliamo di visitare il sito dell’ente turistico di Minsk per restare sempre aggiornati. Per gli amanti del folclore, la notte tra il 6 e il 7 luglio si celebra Kupalle, una delle feste più antiche della tradizione bielorussa che celebra il solstizio d’estate. Durante questa notte, a Minsk, si svolgono balli, canti e rituali folcloristici antichi. Un festival simbolico e intriso di fascino che ti permetterà di scendere nelle profondità della cultura bielorussa e scoprirne i più antichi segreti.

Minsk in autunno: foliage, musei e cinema

L’autunno a Minsk arriva abbastanza velocemente salutando le temperature miti dell’estate e sostituendole con un calo sostanzioso del termometro. Il clima e le temperature a Minsk sono caratterizzate da queste variazioni medie:

  • Settembre: 9°C, 17°C
  • Ottobre: 4°C, 10°C
  • Novembre: 0°C, 3°C

Nonostante il drastico calo delle temperature, passeggiare per Minsk in autunno regala splendide esperienze. Camminare per i parchi della capitale o per i viali alberati che riempiono il centro città offre la possibilità di gustarsi l’esplosione di colori che questa stagione porta sulle fronde degli alberi. Inoltre, con i primi freddi, una visita a un museo può essere un’ottima idea per scoprire qualcosa di più di questa splendida città. Imperdibile il Museo Nazionale di Belle Arti – è il più grande museo della Bielorussia. Anche in autunno la città offre diversi eventi culturali che spaziano dalla musica al folclore, passando per l’enogastronomia e il cinema. Proprio quest’ultimo è il protagonista del Minsk International Film Festival, un evento culturale che attira professionisti del settore e appassionati di cinema da tutto il mondo.

Minsk in inverno: la magia del Natale arriva in città

Minsk innevata in pieno inverno

Fonte: iStock

La magia di Minsk in una suggestiva sera d’inverno

L’inverno a Minsk può essere complicato: lungo, molto freddo e a tratti buio, non è sicuramente di facile gestione. Tuttavia, è un vero paradiso per gli amanti degli sport invernali e per chi si scioglie davanti alle atmosfere natalizie. A livello di temperature a Minsk, i valori medi da dicembre a febbraio sono:

  • Dicembre: -5°C, -1°C
  • Gennaio: -8°C, -3°C
  • Febbraio: -8°C, -2°C

Le abbondanti nevicate creano un panorama invernale mozzafiato, tingendo i tetti e le strade di bianco e dando vita a un’atmosfera magica amplificata dalle luci e dalle decorazioni natalizie. Passeggiare per i tanti mercatini distribuiti nei punti più famosi della città alla ricerca di decorazioni per la propria casa – o di deliziosi regali per amici e parenti – accompagnati da musiche natalizie e dal profumo avvolgente di zenzero e cannella che si propaga nell’aria, è una vera e propria esperienza da provare. Se, invece, sei alla ricerca di un luogo dove poter dare sfogo alla tua passione per gli sport invernali allora Minsk fa per te. Dagli impianti di pattinaggio su ghiaccio alle stazioni sciistiche nei dintorni della capitale Bielorussa come Silichy e Logoysk, ce n’è per tutti i gusti. Non ti resta che attrezzarti di sci, snowboard o slittino e darti al divertimento; sia che tu stia viaggiando da solo, sia che tu sia in compagnia della tua famiglia o di amici. Nonostante le temperature rigide, gli eventi culturali non si fermano, punteggiando il calendario di appuntamenti da tenere a mente. Non si può non citare il Capodanno il quale, in tutta la città, viene celebrato con feste, eventi e concerti. Minsk è davvero un’ottima idea se vuoi passare un ultimo dell’anno alternativo.

Il clima a Minsk: qual è il periodo migliore?

Come dicevamo all’inizio, non c’è un periodo migliore di un altro per visitare la splendida capitale bielorussa. Tutto dipende da cosa ti piace fare e da quali sono le tue aspettative di viaggio poiché ogni singola stagione offre un’esperienza unica e diversa dalle altre. La primavera e l’autunno sono le stagioni perfette per chi ama passeggiare per la città e immergersi nella vita e nella quotidianità dei suoi abitanti. L’estate è l’ideale per chi ama le attività all’aperto e non rinuncia mai a prendere parte a qualche evento culturale, mentre l’inverno è il periodo dell’anno preferito da chi è alla costante ricerca di atmosfere di festa e per chi ama l’incanto dei paesaggi innevati. In generale, quando dovrai scegliere il momento migliore per visitare Minsk, dovrai tenere a mente le tue preferenze e le condizioni atmosferiche che caratterizzano i vari mesi dell’anno. Solo così potrai godere di un’esperienza unica e su misura per te. In sintesi, ecco una panoramica completa del clima a Minsk da tenere a mente prima di organizzare il tuo viaggio.

  • Primavera: fresca e gradualmente più mite, le sue temperature variano tra i -4°C e i 18°C e sono presenti precipitazioni moderate. Marzo è piuttosto freddo ma da aprile in poi le giornate si allungano e il clima diventa più piacevole.
  • Estate: mite e soleggiata con temperature che variano tra i 12°C e i 24°C. Le giornate sono calde, ma mai afose grazie agli occasionali temporali che rinfrescano le temperature.
  • Autunno: inizialmente mite ma progressivamente più freddo, con temperature che oscillano tra i 9°C e i -5°C. Settembre regala giornate tiepide ma da ottobre il clima diventa più rigido con piogge e nevicate già a novembre.
  • Inverno: freddo e nevoso, presenta temperature che spesso scendono sotto lo zero. Le giornate sono corte, le nevicate frequenti e abbondanti.
Categorie
Bielorussia Europa Idee di Viaggio Minsk Viaggi

L’Isola delle Lacrime: il luogo storico più toccante di Minsk

Ci sono luoghi che raccontano il loro essere storicamente importanti e toccanti fin dal loro nome. L’Isola delle Lacrime è, di certo, parte di questo gruppo. Di cosa si tratta?  In primis, va detto che non va confusa con Ellis Island, a New York, chiamata anch’essa Isola delle Lacrime per il suo intenso ruolo storico in fatto di immigrazione.

L’Isola delle Lacrime, che troverai in Bielorussia, è chiamata anche Isola del Coraggio e del Dolore: essa costituisce un parco storico e commemorativo sul fiume che attraversa la città di Minsk, la capitale del paese. Il suo intento è quello di ricordare i soldati caduti durante la guerra che tra l’allora Unione Sovietica (di cui la Bielorussia era parte integrante) e l’Afghanistan. Può un parco raccontare tanto della storia del carattere di una nazione? Certamente.

La storia dell’Isola delle Lacrime

Mettere l’Isola delle Lacrime nella propria lista delle cose da vedere a Minsk è qualcosa di fondamentali, proprio come altri luoghi celebri come il Gorky Park, per esempio. . Questa piccola porzione di terreno costituisce un’isola artificiale, creata sul fiume Svislač e collegata al resto della città da un ponte. Tra la fine degli Anni ’70 e la fine degli Anni ’80, l’Unione Sovietica fu pesantemente coinvolta in un conflitto con l’Afghanistan. Il conflitto si sviluppò lungo quello che, al tempo, era il confine tra le due realtà politiche.

Furono molti i soldati sovietici caduti durante quel conflitto e molti battaglioni erano bielorussi. Alla fine della guerra, nel 1989, venne messo in piedi il progetto di un memoriale che ricordasse il valore di quei soldati. L’Isola delle Lacrime venne ufficialmente inaugurata nel 1996, cinque anni dopo che la Bielorussia venne riconosciuta come nazione indipendente. Il fatto che il progetto si sia concluso dopo il Crollo del Muro di Berlino ha portato l’inserimento di alcuni elementi religiosi forti in questo contesto commemorativo.

L’Isola delle Lacrime e il ruolo dell’acqua

Perché realizzare addirittura un’isola artificiale per ospitare un memoriale bellico? La scelta è stata sicuramente di natura urbanistica ma c’è anche un motivo simbolico, legato al simbolismo tipico della cultura religiosa ortodossa. L’acqua del fiume che attraversa Minsk abbraccia, letteralmente, l’Isola delle Lacrime. L’acqua pulisce, l’acqua scorre. L’acqua è l’elemento che dona speranza quando si viene battezzati. Questi sono i tre principi alla base del posizionamento in quel dato posto lungo il fiume dell’Isola delle Lacrime. Questo parco commemorativo è un luogo dove il dolore può essere anche portato via dall’acqua.

Le statue dell'Isola delle Lacrime a Minsk

Fonte: iStock

Dettaglio delle statue dell’Isola delle Lacrime a Minsk

La Madre e l’Angelo: due simboli di dolore e forza

Il parco dell’Isola delle Lacrime, come molti altri memoriali di stampo sovietico fuori dalla Russia, accoglie i visitatori con una statua che rappresenta una madre. È tipico, infatti, dello stile commemorativo di quella parte del mondo ricordare i caduti e anche la figura delle loro madri, solitamente piegate dal dolore ma fiere nel riconoscere il sacrificio dei propri figli.

Simbolicamente, la statua della Madre rappresenta anche la Madrepatria che piange i propri cittadini caduti in battaglia. La particolarità dell’Isola delle Lacrime è che è stato scelto di rappresentare un gruppo di madri e non una singola figura.

Oltre a questo, all’ingresso del parco si viene accolti dalla statua di un angelo piangente. Le fattezze di questo angelo sono molto particolari perché ricorda molto più un bimbo che una stoica figura capace anche di consolare.

La cappella del Memoriale dell’Isola delle Lacrime

Il punto focale dell’isola è la cappella memoriale, un’imponente struttura in pietra che domina questo luogo costruito dall’uomo lungo il fiume. La cappella è realizzata in uno stile architettonico che ricorda una piccola chiesa ortodossa, ma molto più squadrata. Ci sono quattro arcate che si aprono su tutti i lati, simboleggiando l’accessibilità universale del ricordo e del dolore. Al centro della cappella, c’è un piccolo altare con un’icona che rappresenta la Vergine Maria in lutto, un simbolo delle madri che hanno perso i loro figli in guerra. Le icone, nella cultura ortodossa, sono l’espressione visiva di una preghiera e sono un elemento religioso particolarmente importante per i credenti.

La cappella è decorata anche con sculture di soldati, raffigurati in abiti militari sovietici, con espressioni di sofferenza e rassegnazione. Queste statue, realizzate con grande realismo, come è solito fare nello stile tipico dell’Europa dell’Est, ed evocano la tragedia del conflitto afghano e l‘inutile perdita di vite umane. Sotto ogni statua, i nomi dei soldati caduti sono incisi nella pietra, un tributo perpetuo alla loro memoria.

La cappella dell'Isola delle Lacrime a Minsk

Fonte: iStock

Isola delle Lacrime: la cappella del Memoriale

Le tradizioni particolari legate all’Isola delle Lacrime

Un luogo così storicamente potente come l’Isola delle Lacrime è diventato il “raccoglitore” di alcune consuetudini bielorusse, consolidatesi così tanto da diventare tradizioni. Quando una coppia di Minsk si unisce in matrimonio, per esempio, è diventato di uso comune che gli sposi si rechino in questo parco commemorativo dopo la cerimonia per donare il bouquet della sposa in segno di rispetto. Questo avviene anche se le famiglie degli sposi non hanno avuto coinvolgimento alcuno del conflitto russo-afgano.

Consigli per la visita all’Isola delle Lacrime di Minks

Se il tuo viaggio in Bielorussia ti porterà a restare un po’ nella capitale, visita l’Isola delle Lacrime e tieni presente alcune cose. Ovviamente non c’è biglietto d’ingresso per entrare in questo parco commemorativo e ti consigliamo di visitarlo durante le ore di luce, per poter ammirare tutti i dettagli delle statue e poter godere anche della bellezza della natura del parco.

L’Isola delle Lacrime si trova nell’area centrale di Minsk. La capitale della Bielorussia è una città grande e bene organizzata e non mancherai di trovare il giusto mezzo pubblico che ti porti a ridosso del ponte pedonale che ti condurrà, poi, sull’isola. La zona in cui si trova è chiamata Sobborgo Trinità e il parco è molto vicino al Teatro Nazionale dell’Opera e del Balletto della città.

Ricorda che, benché all’aperto, questo posto è considerato anche un luogo di culto. È bene restare in silenzio e rispettare il significato di quest’area Nei pressi della cappella dell’Isola delle Lacrime è buona usanza essere vestiti adeguatamente, come se si entrasse in chiesa. Nella cultura ortodossa, solo chi ha preso i voti può salire sull’altare: tienilo presente, soprattutto se la tua visita a questo luogo storico così toccante si svolgerà mentre qualche abitante di Minsk è lì con te.

Categorie
Europa Idee di Viaggio Malta spiagge vacanza natura vacanze Viaggi viaggiare

Cosa fare a Mellieha, tra spiagge e natura incontaminata

Situata nella parte nord dell’isola di Malta, in una posizione pittoresca adagiata sulla cima di un crinale fra St. Paul’s Bay e Mellieħa Bay, Mellieha rappresenta una meta turistica molto amata sia dai maltesi che dai turisti stranieri. Una piccola cittadina che, con i suoi poco più di 7.500 abitanti, offre lo scenario ideale in cui trascorrere una vacanza estiva all’insegna di mare, relax e divertimento. È qui che si trovano alcune delle spiagge più frequentate di tutto l’arcipelago maltese, come Ghadira Bay, oltre che parchi a tema per intrattenere le famiglie, siti storici e parchi naturali.

Questi i nostri consigli per scoprire cosa fare a Mellieha e tante informazioni utili per aiutarvi a pianificare al meglio il vostro viaggio.

Breve storia di Mellieha

Prima di raccontarvi cosa fare a Mellieha, facciamo un passo indietro nel tempo e immergiamoci nella sua storia. Le tracce degli insediamenti più antichi nell’area di Mellieha risalgono al 3000 a.C. Sono stati trovati resti di templi, grotte, tombe e utensili databili al periodo neolitico. Le grotte attorno alla città furono usate come abitazioni dalla popolazione locale fino all’inizio del Medioevo. Secondo la tradizione, intorno al 60 d.C., San Luca, in viaggio con San Paolo, ha fatto naufragio a Malta e, raggiunta una delle grotte di Mellieha, vi ha dipinto un’immagine della Vergine Maria.

Fu britannica per un paio di secoli, poi non britannica e indipendente, ma prima di allora rappresentava l’area meno abitata di Malta a causa della sua conformazione geografica che permetteva ai nemici facili approdi alla sua baia. E saranno proprio le ondate di invasori e coloni – fenici, arabi, italiani – a lasciare dietro di sé, sia in questa cittadina che sull’isola in generale, diverse eredità in termini di lingua, edifici e cibo.

Ghajn Tuffieha a Mellieha

Fonte: iStock

La torre sulla baia di Ghajn Tuffieha a Mellieha

Cosa vedere a Mellieha

Una vacanza a Mellieha è sinonimo di relax, ma non mancano alcune attrazioni storiche da visitare per arricchire le vostre giornate o parchi a tema dove trascorrere momenti spensierati insieme a tutta la famiglia.

Siti di interesse storico

Tra gli edifici più belli di Mellieha c’è sicuramente la chiesa parrocchiale, o Chiesa della Natività della Vergine Maria, realizzata con uno stile splendidamente barocco e risalente al XIX secolo. Con la sua imponenza domina il paesaggio affacciato sulla baia, mostrando con fierezza l’enorme cupola e le cinque campane importate da Milano. Al suo interno, invece, la chiesa contiene opere di artisti maltesi famosi all’epoca dei lavori di costruzione, come Giuseppe Cali.

Nella parte sud della chiesa potrete ammirare il Santuario di Nostra Signora di Mellieha, benedetto da Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita a Malta. La particolarità di questo santuario è che nasce come grotta naturale consacrata a chiesa cattolica e custode di un importante affresco in stile bizantino raffigurante la Madonna con Gesù Bambino posizionato sul braccio destro.

Con il suo colore acceso, un altro edificio storico che contraddistingue il paesaggio di Mellieha è la Torre Rossa o Torre di Sant’Agata. Lo scopo della fortificazione, eretta nel 1600, era il controllo e la difesa dello stretto tra Malta e Gozo: ospitava a Mellieha una guarnigione di 30 uomini, cinque cannoni e provviste in caso di assedio.

L’edificio è a base quadrata, con quattro grandi torri angolari che si ergono dalla base e le mura sono spesse quattro metri. Usata successivamente dagli inglesi come torre d’avvistamento, è stata impiegata durante entrambe le guerre mondiali. Il restauro, terminato nel 2001, l’ha riportata alle condizioni originarie ed è oggi aperta al pubblico, il quale può salire sulla cima per godere del panorama sulla baia.

Popeye’s Village, il villaggio di Braccio di Ferro

Costruito come set per il film dedicato a Braccio di Ferro e interpretato da Robin Williams, oggi questo villaggio affacciato su Anchor Bay rappresenta una delle attrazioni più visitate sull’isola di Malta. Si tratta di un parco divertimenti per bambini che offre tante attività diverse come spettacoli e giochi gonfiabili, mentre agli adulti propone una vista privilegiata sulla baia. I prezzi dei biglietti d’ingresso cambiano in base alla stagione, vi consigliamo quindi di controllare sul sito ufficiale per aggiornamenti.

Villaggio Popeye Malta

Fonte: iStock

Vista sul villaggio di Popeye

Riserva naturale di Ghadira

La Riserva naturale di Ghadira, situata vicino all’omonima baia, è un parco naturale con numerose specie animali e vegetali altamente protette dalle autorità e da una ONG locale, la Birdlife Malta. La riserva sorge su un’area di sette ettari composta da un lago salmastro e zone lagunari. Qui potete ammirare usignoli, gallinelle, anatre, martin pescatori, aironi, trampolieri e moltissimi passeriformi.

La riserva ospita anche molte specie animali e vegetali indigene, come il coniglio selvatico, il riccio, il camaleonte, il geco, il serpente leopardo e alcune piante alofite. La riserva di Ghadira ospita circa 140 specie di uccelli migratori che ogni anno trovano qui l’habitat adatto per una pausa durante il loro lungo viaggio.

Le spiagge di Mellieha

Le spiagge sul tratto di costa di Mellieha sono molto amate soprattutto perché composte prevalentemente da sabbia. La più grande è Ghadira Bay, perfetta per le famiglie che viaggiano con bambini perché le acque sono calme e poco profonde, ideali per fare il bagno in tutta sicurezza. Qui troverete anche bar e stabilimenti balneari dove affittare sdraio, ombrelloni o pedalò.

Da Mellieha potete raggiungere anche Paradise Bay, la quale offre una vista splendida su Comino e Gozo. Le sue acque cristalline sono perfette per nuotare e trascorrere una giornata all’insegna del relax ma, essendo molto piccola, consigliamo di arrivarci presto per assicurarvi un posto. Infine, una zona tranquilla dove prendere il sole è Armier Bay, suddivisa in Armier e Little Armier, frequentata soprattutto dai locali perché scomoda da raggiungere per i turisti che non possiedono un’auto.

Come arrivare a Mellieha

Una volta sbarcati all’aeroporto internazionale di Malta, il modo più economico per raggiungere Mellieha è prendere l’autobus della linea X1. Se invece preferite una soluzione più veloce, potete noleggiare un’auto o uno scooter. Se arrivate da La Valletta e non avete un veicolo a vostra disposizione, potete salire sull’autobus 41 o 42.