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Il Cammino Celtico, tra Irlanda e Galles a caccia di luoghi sacri

Negli ultimi anni, un numero crescente di viaggiatori sta riscoprendo l’antica arte del camminare, rivolgendosi a un turismo lento che valorizza il percorso tanto quanto la destinazione.

I cammini, spesso legati a rotte storiche e spirituali, offrono l’opportunità di esplorare luoghi sacri e immersi nella natura, lontano dai ritmi frenetici della vita moderna. Il pellegrinaggio a piedi, un tempo pratica di fede e introspezione, sta tornando in auge, attirando non solo i credenti, ma anche chi cerca un’esperienza autentica e rigenerante.

Tra l’Irlanda e il Galles, terre misteriose per eccellenza e contraddistinte da un passato millenario, è nato il Cammino Celtico, che unisce il pozzo sacro di Maedoc a Ferns, nel sud-est dell’Irlanda, con quello di St Non, vicino alla città cattedrale del Pembrokeshire di St Davids, per un totale di circa 260 chilometri, più il viaggio in traghetto di tre ore e mezza tra Rosslare e Fishguard.
Si tratta, probabilmente, della via percorsa dallo sciamano irlandese Saint Aidan (alias Maedoc), quando partì per studiare seguendo il mago gallese Saint David.

Come per ogni cammino che si rispetti, è disponibile un libretto da timbrare presso i punti di sosta e il suggerimento è quello di riempire una bottiglia al pozzo di Maedoc e portarla con sé.

Una magica esperienza da “pellegrino solitario” in Irlanda

La partenza è da Our Lady Island, antico luogo di pellegrinaggio nell’angolo sud-orientale dell’Irlanda, nella diocesi di Ferns, per dirigersi, lungo la costa, a Carnsore Point, la punta sud-orientale dell’Irlanda dove si incontrano l’Oceano Atlantico e il Mare d’Irlanda. In questo tratto, è possibile sperimentare la magica esperienza del “pellegrino solitario”, senza incontrare altre persone sulle ampie spiagge di ciottoli.

Gran parte del percorso in Irlanda si svolge su asfalto rurale e offre l’occasione di vivere esperienze autentiche e arricchenti: ad esempio, a Oulart Hill, in una sala del villaggio con il tetto di paglia, House of Stories, vanno in scena regolarmente spettacoli di poesia e canzoni.

Inoltre, in questa zona, risuona ancora l’eco della ribellione del XVIII secolo contro il dominio britannico che aveva portato alla breve repubblica di Wexford e della leggenda secondo cui Sant’Aidan portò con sé delle api quando tornò da St Davids: il miele era vitale a quei tempi.
Le leggi medievali in Irlanda regolamentavano nel dettaglio l’apicoltura fino al risarcimento dovuto se si veniva punti dall’ape di un vicino. Per celebrare i legami del Cammino con le api, verranno presto installate tre gigantesche arnie di legno che amplificheranno il suono delle colonie al loro interno.

L’arrivo in Galles

Whitesands Bay, Galles

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La spiaggia di Whitesands Bay in Galles

La seconda parte del pellegrinaggio inizia dal Pembrokeshire e il sentiero gallese segue per lo più la strada costiera, con alcune deviazioni per visitare i luoghi sacri, come salire sulla scogliera di Fishguard e attraversare vari siti neolitici e un’antica croce prima di raggiungere il pozzo sacro di Llanwnda.

Proseguendo, il paesaggio è plasmato da scogliere intervallate da profonde insenature isolate: si cammina attorno a Strumble Head, suggestivo promontorio sul Mare d’Irlanda, per poi arrivare a Trefin, affascinante e storico villaggio con una piccola spiaggia di ciottoli e un antico mulino.

La tappa successiva è la spiaggia di Whitesands Bay, ampia distesa di sabbia bianca verso il remoto promontorio roccioso di St Davids Head, ideale per il surf. Qui spiccano una cappella in rovina del VI secolo e, alle spalle, la collina dove si narra che San Patrizio abbia sentito la “chiamata” a tornare in Irlanda.

Il termine del sentiero è il pozzo di San Non sulla scogliera fuori St Davids (Non era la madre di San David che fu violentata e poi abbandonata a partorire da sola, così narra la leggenda, sulla scogliera durante una tempesta).

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La Foresta di Białowieża, alla scoperta dell’oasi dei bisonti

Tra la Bielorussia e la Polonia, la Foresta di Białowieża è un’antichissima foresta vergine: migliaia di anni fa, si estendeva su tutta l’Europa, e oggi è considerata uno dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco. La parte presente sul territorio polacco è protetta come parco nazionale, mentre in quello bielorusso la riserva copre 1.771 km². La zona di confine tra i due stati è chiusa ai turisti. Uno degli aspetti da conoscere è che è considerata un’oasi per i żubr, ovvero bisonti europei.

Foresta di Białowieża in Bielorussia, cosa sapere

Il patrimonio della foresta primordiale? Inestimabile: persino gli antichi Re polacchi ne ammiravano la bellezza e la potenza della natura sconfinata. Questo territorio ci porta alla scoperta di una foresta che ha assistito alla storia dell’uomo e dell’Europa: soprattutto, tra i boschi muschiosi, quasi impenetrabili, sembra di ritrovarsi in una di quelle favole che leggevamo da piccoli. L’area naturale della Foresta di Białowieża, che si suddivide, come abbiamo visto, tra la Bielorussia e la Polonia, si estende per circa 500mila ettari. Dal punto di vista della biodiversità, è un luogo unico al mondo.

Il Parco della Foresta di Białowieża si trova in Polonia, mentre nella parte bielorussa è possibile osservare diversi laboratori, tra cui una zona in cui i bisonti sono nel loro habitat naturale (sono stati reintrodotti nel 1929), e tra gli altri animali da vedere ci sono i cavalli allo stato quasi semi-selvaggio (konik), oltre a cinghiali, alci e animali indigeni. Alcune delle attrazioni da non perdere, invece, sono il museo regionale e il museo del Capodanno, oltre alla residenza di Dzied Maróz, ovvero “Nonno Gelo”, il Babbo Natale slavo. Se la parte polacca della foresta è visitata da circa 100mila turisti l’anno, sono molti meno, invece, quelli che si avventurano in Bielorussia.

L’antica foresta è l’oasi dei bisonti

Per comprendere l’importanza della Foresta di Białowieża, dobbiamo fare un punto importante: il bisonte europeo, fatta eccezione per le zone meridionali, era enormemente diffuso nel Vecchio Continente. Molte culture europee hanno testimoniato la presenza di questo animale lungo la storia: la specie andò incontro a un’estinzione piuttosto rapida a causa di due fattori, il primo dovuto al disboscamento (ricordi quando abbiamo detto che la foresta si estendeva per gran parte d’Europa?), il secondo per la caccia incontrollata.

La specie si è “salvata” dall’estinzione grazie a cinque mandrie di bisonti presenti nei giardini zoologici europei, fino a quando non è stata istituita la Società Europea per la Protezione del Bisonte, che ha in seguito reintrodotto i bisonti nel loro habitat naturale, ovvero la Foresta di Białowieża. Ci sono voluti anni per scongiurare (solo in parte, a dire il vero) il pericolo di estinzione.

Visitare il Parco Nazionale Belovezhskaya Pushcha in Bielorussia è sicuramente un regalo da farsi: una gita in giornata, per andare alla scoperta di un territorio antichissimo quanto potente, in cui la natura è sempre stata al centro di tutto. Oltretutto, qui sono presenti molti alberi secolari, con querce che superano i 500 anni: lungo i sentieri, ci si imbatte in abeti, pini, tigli e frassini.

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Visitare la Bielorussia: come ottenere il visto d’ingresso

Come visitare la Bielorussia? Secondo il nostro Ministero degli Affari Esteri, il Paese – l’ultimo aggiornamento risale al giugno 2024 – non presenterebbe profili particolarmente critici. Nonostante questo, vengono sconsigliati i viaggi in Bielorussia a causa della situazione di incertezza dovuta al conflitto che coinvolge Russia e Ucraina e in particolare, l’invito è quelli di evitare spostamenti all’interno del Paese verso i territori al confine con quest’ultima. Muoversi via terra da e per la Bielorussia poi non risulta in questo momento particolarmente semplice. Dal 1° marzo scorso il governo Lituano ha chiuso alcuni valichi di frontiera con la Bielorussia e quelli rimasti aperti, non sono comunque utilizzabili da pedoni o ciclisti. Al confine con la Polonia c’è un unico valico ancora aperto così come tra Bielorussia e Lettonia.

Visto di ingresso: esenzione temporanea fino al 31 dicembre 2024

La buona notizia, per chi volesse visitare il Paese, è che fino al prossimo 31 dicembre le autorità bielorusse hanno stabilito l’esenzione temporanea dell’obbligo di visto di ingresso, a favore dei cittadini italiani e di altri Paesi europei, in caso di una permanenza sul territorio inferiore ai 30 giorni. Naturalmente, bisogna avere un passaporto in corso di validità di oltre 6 mesi ma questa finestra ti sarà sufficiente per programmare qualche giorno nella bella capitale Minsk.

Fai attenzione però: l’esenzione del visto è valida per l’ingresso in Bielorussia qualunque sia il modo (via aereo o via terra), ma se decidessi di lasciare il Paese attraversando il confine via terra, dovrai richiedere il visto di uscita presso gli Uffici “Cittadinanza e Migrazione” del Ministero degli Interni bielorusso competenti per il territorio.

Panorama sulla campagna bielorussa

Fonte: iStock

Vista panoramica sul Parco Nazionale Prypyatski

I requisiti necessari per l’ingresso in Bielorussia

Al momento dell’ingresso in Bielorussia, oltre ad esibire il passaporto, dovrai dimostrare di essere in possesso di una somma ritenuta adeguata al periodo della tua permanenza, sia in euro che in rubli bielorussi, per una cifra di circa 20€ al giorno o 600€ per una permanenza di 30 giorni. E dovrai anche mostrare di aver sottoscritto un’assicurazione medica con un massimale non inferiore ai 10.000€. In caso non l’avessi stipulata prima di partire, potrai comunque sottoscriverla in aeroporto ad un prezzo abbastanza contenuto, meno di un euro al giorno. Inoltre, per soggiorni superiori ai 10 giorni consecutivi, lo straniero dovrà essere registrato presso l’ufficio immigrazione competente per il territorio. Nessuna paura però, questa procedura viene normalmente svolta dagli hotel e dalle strutture di accoglienza in generale, il che ti permetterà di affrontare il tuo viaggio con serenità e di scegliere il periodo migliore per partire. Sarà tua cura invece presentarti agli uffici competenti in caso di soggiorno presso una casa privata. Le sanzioni, per chi non procedesse alla registrazione, vanno dalla semplice ammonizione alla sanzione pecuniaria fino all’espulsione dal Paese.

Come richiedere il visto d’ingresso in Bielorussia

Ad ogni modo, se non rientri nei parametri per poter viaggiare nel Paese senza visto, potrai richiederlo presso l’Ambasciata della Repubblica della Bielorussia che si trova a Roma. È il caso di uno stopover in Bielorussia superiore alle 24 ore durante, per esempio,  un viaggio da e/o per la Federazione Russa. Per poter transitare nel Paese dovrai esibire i biglietti di andata e ritorno, le carte di imbarco e il visto d’ingresso russo.

Chi deve richiedere il visto

Dovrai necessariamente richiedere un visto d’ingresso all’Ambasciata per soggiorni turistici superiori ai 30 giorni, presentando la documentazione richiesta, un passaporto in corso di validità e una fototessera recente. Il rilascio del visto di ingresso presso l’aeroporto internazionale di Minsk è previsto solo a seguito dell’invito da parte di una persona fisica o giudirica bielorussa, che a sua volta dovrà presentare un’apposita domanda presso il relativo dipartimento del Ministero degli Affari Esteri bielorusso non meno di cinque giorni prima dell’arrivo del visitatore straniero. Anche nel caso di un semplice transito nel Paese, via terra, è richiesto il visto di transito della durata massima di 48 ore.

Quando non serve il visto

Non avrai bisogno del visto d’ingresso in caso di semplice transito per voli internazionali, sempre che sia inferiore alle 24 ore e non si esca dall’aeroporto. Questo vale anche per i voli diretti o di rientro dalla Federazione Russa.

cattedrale Minsk

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Visita la cattedrale dello Spirito Santo di Minsk

Gli effetti delle sanzioni UE

Le sanzioni imposte dall’Unione Europa alla Bielorussia dal giugno di quest’anno comportano una serie di limitazioni, in particolare il divieto di transito per auto fino a 9 posti, sia in entrata (con targa di un Paese UE) che in uscita dalla Bielorussia (con targa BY). L’esclusione per le auto di capienza superiore vale per i viaggi di natura umanitaria ma le specifiche a questa esenzione, da far valere con le autorità di frontiera polacche, lituane e lettoni, non sono state ancora comunicate.

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Le torri-orologio più famose d’Europa

Il modo in cui teniamo il tempo è cambiato molto nel corso dei secoli: dalle antiche meridiane agli orologi da polso, fino agli smartphone. Gli strumenti per misurare il tempo, in passato come nel presente, ricoprono un ruolo importante nella nostra vita quotidiana e alcuni di questi hanno mantenuto intatto il loro fascino diventando vere e proprie attrazioni da visitare e fotografare. Stiamo parlando delle torri-orologio, costruite nel Medioevo in molte città d’Europa le quali investirono in queste costruzioni e le posizionarono nelle aree principali del centro cittadino.

Seppur non siano più il principale punto di riferimento per controllare l’ora, queste strutture scultoree sono luoghi architettonici imperdibili e noi di SiViaggia abbiamo raccolto le torri-orologio più famose d’Europa da inserire nei vostri itinerari fotografici.

Big Ben, Londra

Il Big Ben segna il tempo di Londra da 300 anni e rappresenta uno dei suoi simboli più fotografati, oltre che una delle torri-orologio più famose al mondo. Tuttavia ‘Big Ben’ non è il nome dell’intera struttura, bensì è il soprannome della Grande Campana contenuta all’interno dell’orologio stesso. Dal 2012, la torre è stata ufficialmente ribattezzata Elizabeth Tower come omaggio alla Regina Elisabetta II. Alto 96 metri, l’orologio fu costruito tra il 1834 e il 1858 e nel 1987 ottenne il riconoscimento come Patrimonio UNESCO. I rintocchi del Big Ben sono parte integrante della vita quotidiana dei londinesi e, in occasione del nuovo anno, suonano sempre 12 volte. Non preoccupatevi se siete lontani: il suono dei rintocchi può essere sentito a 20 chilometri di distanza!

Orologio astronomico (Staromestska Radnice), Praga

Anche lo splendido orologio astronomico di Praga (Staromestska Radnice) incanta i cittadini e i visitatori della città dal lontano 1410. Situato sul lato sud del municipio in Piazza della Città Vecchia, è considerato uno dei più belli d’Europa grazie ai suoi dettagli particolari. Vanta un meraviglioso quadrante astronomico, ossia una struttura a forma di astrolabio atta a indicare l’ora e a calcolare la posizione del sole, dei pianeti e delle stelle nel cielo. Sopra il quadrante sono state aggiunte le statue dei dodici apostoli che, ogni sessanta minuti, escono dalle finestre poste in alto, animandosi insieme ad altre figure che rappresentano i vizi capitali: uno spettacolo molto atteso dai turisti in visita. Ancora più dettagliato è il quadrante del calendario, in cui vengono rappresentati i mesi dell’anno inserendo scene di vita quotidiana all’interno di dodici medaglioni.

Orologio Praga

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Dettaglio dell’Orologio Astronomico di Praga

Orologio Astronomico, Messina

L’Orologio Astronomico è contenuto all’interno del campanile del duomo di Messina ed è considerato il più grande e complesso al mondo. Tra le attrattive più famose della città, fu progettato dalla ditta Ungerer di Strasburgo e inaugurato nel 1933. Il meccanismo, il quale si attiva ogni giorno alle 12, funziona attraverso un particolare sistema di leve e contrappesi che consente il movimento delle statue in bronzo situate sulla facciata e legate alle tradizioni civili e religiose della città. Il campanile può essere visitato al suo interno, dove si accede anche a un belvedere che permette di godere di una vista a 360 gradi sulla città.

Torre dell’Orologio, Sighișoara

Porta d’accesso al centro storico della città, la Torre dell’Orologio di Sighișoara è alta 64 metri e può essere avvistata da qualsiasi punto. Questo non è un caso: la torre, infatti, fu costruita allo scopo di difendere l’ingresso principale alla cittadella, diventando successivamente municipio fino al 1556. È considerato uno dei monumenti più rappresentativi di tutta la Transilvania oltre che l’unico della Romania dotato di figure. Anche quest’orologio è stato arricchito di dettagli: vanta un meccanismo con diverse statuine raffiguranti la Pace, la Giustizia, la Legge, il Boia e i diversi pianeti. Oggi custodisce al suo interno il Museo della Storia, dove passeggiando tra le diverse sale potrete approfondire il passato della città.

Torre orologio Sighișoara

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Torre dell’Orologio nel centro di Sighișoara

Torre dell’Orologio (Saat Kules), Izmir

Anche in Turchia c’è una torre-orologio davvero particolare perché arricchita di fini decorazioni in stile ottomano. Stiamo parlando della Saat Kules a Izmir, costruita nel 1901 come dono del Sultano Abdulhamid per celebrare il 25° anniversario della sua ascesa al trono e situata in piazza Konak, proprio nel cuore della città. La torre è contraddistinta da quattro fontane con tre rubinetti ciascuna disposte intorno alla base in uno schema circolare. Le colonne, invece, sono ispirate a disegni moreschi. La torre dell’orologio, considerata la sua importanza, è diventata il simbolo di Izmir tanto da apparire sul retro delle banconote da 500 lire turche dal 1983 al 1989.

Zytglogge, Berna

Il simbolo del centro storico di Berna è la torre dell’orologio chiamata Zytglogge che, ogni ora, offre uno spettacolo a tutti i visitatori: un corteo di marionette medievali composto da orsi danzanti, giullari e galli canterini. Oltre a monitorare il tempo, l’orologio misura tutte le distanze nel cantone svizzero. Patrimonio UNESCO, la torre è stata costruita tra il 1218 e il 1220, mentre l’orologio è più recente, ma resta comunque uno dei più antichi della Svizzera perché il suo meccanismo risale al 1530. Chi è interessato può scoprirlo anche all’interno partecipando a un’interessante visita guidata.

Zytglogge Berna

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Dettaglio della Zytglogge, la torre dell’orologio di Berna

Orologio di San Marco, Venezia

Una delle più originali costruzioni veneziane è sicuramente l’Orologio di San Marco, progettato dall’architetto Codussi in una posizione non casuale: la torre, infatti, grazie al grande arco che la sorregge, permetteva di individuare più facilmente l’accesso alle mercerie, principale via di comunicazione tra il centro politico e religioso della Serenissima (piazza San Marco) e il centro mercantile (Rialto). L’orologio è talmente affidabile che è stato scelto nel 1858 come cronometro ufficiale della città di Venezia, al quale ogni altro orologio doveva essere perfettamente sincronizzato. Oltre a visualizzare l’ora del giorno, inoltre, mostra anche il segno zodiacale dominante e la fase lunare.

Torre Rognosa, San Gimignano

In un borgo famoso per l’alto numero di torri che ne costituiscono lo skyline, non poteva certo mancare una torre principale dotata di orologio. Siamo a San Gimignano e la struttura in questione è Torre Rognosa, simbolo del potere cittadino, la torre insuperabile dimora di chi aveva “rogne”. Situata nella centralissima Piazza del Duomo come parte integrante del duecentesco Palazzo Vecchio del Podestà, è alta ben 52 metri e rappresenta la seconda più alta di tutta la città. Le torri di San Gimignano erano il simbolo del potere delle diverse famiglie e, anche se alcune provarono a erigerne di altrettanto elevate, vennero dopo poco ridotte in altezza. E il nome? ‘Torre Rognosa’ deriva dalla sua funzione come carcere che ospitava tutti coloro che avevano “rogne”, ossia problemi con la giustizia.

Zimmer Tower, Lier

Per l’ultima torre andiamo in Belgio, dove nella città di Lier si trova una splendida struttura chiamata Zimmer Tower. A costruirlo nel 1930 fu l’astronomo e orologiaio Louis Zimmer (da qui il nome) che lo donò alla città in onore del 100° anniversario dell’indipendenza del Paese. La facciata è composta da 12 quadranti che circondano un segnatempo centrale progettati per mostrare l’ora ufficiale, le fasi lunari, lo zodiaco, le stagioni e le maree. Una curiosità? La lancetta meccanica è la più lenta al mondo!

Orologio Zimmer Tower Lier

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Lo splendido orologio della Zimmer Tower a Lier
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Cosa fare a Honningsvåg, e oltre, in Norvegia

Nell’estremo nord della Norvegia, un luogo magico e suggestivo, in grado di offrire esperienze indimenticabili direttamente dal Circolo Polare Artico. Si tratta di Honningsvåg, una piccola e remota comunità di circa 3000 abitanti, che si affaccia su un vasto orizzonte di mare e scogliere frastagliate, per un panorama mozzafiato. Ma cosa fare in questo remoto borgo della Norvegia? Ecco le principali attività per esplorare queste fantastiche terre.

Alla scoperta di Honningsvåg

Il borgo di Honningsvåg, oltre ad essere il principale porto peschereccio della zona, è sicuramente un luogo tutto da visitare. Imperdibile è l’esperienza che si può vivere al Norkappmuseet, dove è possibile conoscere la storia locale, grazie alla presenza di un’esposizione di antichi reperti, e tutto ciò che riguarda gli insediamenti umani che per secoli hanno combattuto contro le difficili condizioni climatiche pure di abitare queste terre. Inoltre, è un’ottima destinazione per gli amanti dell’arte, in quanto presenti numerose opere di artisti locali.

Non lontano da questo museo è presente un altro simbolo di questa città. La Honningsvåg Kirke, un’antica chiesa neogotica risalente agli ultimi anni del 1800 e che è anche una delle poche strutture rimaste intatte dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ciò ha trasformato questa struttura in un punto di riferimento molto importante per la comunità locale, sia dal punto di vista storico, che spirituale.

Escursioni all’aperto e nei dintorni per gli amanti della natura

Nonostante questa cittadina abbia delle modeste dimensioni, viene considerata la base ideale per partire alla scoperta della natura spettacolare del territorio circostante. Durante l’inverno Honningsvåg, quando si affrontano notti lunghe e la luce del giorno si riduce a poche ore, diventa un paradiso per gli amanti degli sport invernali. I safari sulla neve con i cani da slitta o le escursioni in motoslitta sono esperienze uniche, da provare assolutamente, e che permettono di esplorare la tundra artica e osservare gli animali che la abitano.

In estate, invece, ci sono giornate interminabili, che offrono una luce continua, invitando i visitatori a lunghe passeggiate ed escursioni. Durante questo periodo la pesca è un’attività molto popolare, a cui è possibile partecipare durante le uscite in mare. Da non perdere anche l’escursione a Knivskjellodden, il punto più settentrionale dell’Europa continentale. Anche se meno famoso dell’avventurosa Capo Nord, da qui è possibile godere di una vista unica sul mare del Nord, circondati solo dalla natura selvaggia.

Capo Nord: la fine del mondo

A poca distanza da Honningsvåg, circa 32 chilometri in auto, si trova Capo Nord, probabilmente il vero motivo per cui la maggior parte dei viaggiatori decide di spingersi fin quassù e visitare queste terre artiche. È un promontorio che si trova a 307 metri sul livello del mare ed è probabilmente la meta più iconica di tutta la Norvegia. Capo Nord è in grado di regalare ai proprio visitatori un’esperienza unica, tra isolamento e vastità. Infatti, non c’è nulla oltre quella scogliera: solo un mare infinito che si estende fino al Polo Nord.

Capo Nord, come anche Honningsvåg, è il luogo ideale dove vedere la famosa aurora boreale, con la sua danza di luci colorate che riesce ad illuminare il cielo notturno durante i mesi più bui, da Settembre a metà Aprile.

Oltre Honningsvåg: alla scoperta del Finnmark

Per chi avesse più tempo a disposizione, oltre a visitare la cittadina di Honningsvåg, è possibile scoprire altre meraviglie della contea più settentrionale della Norvegia, ovvero Finnmark. È possibile partire alla scoperta di altre piccole città come Hammerfest, che altro non è che la città più settentrionale del mondo, oppure avventurarsi verso Alta, dove esistono ancora i resti della prima popolazione che visse in quest’area. Per gli amanti della natura, poi, a breve distanza da Capo Nord è possibile visitare la riserva naturale di Gjesværstappan, dove vivono alcuni degli uccelli marini più grandi dell’Europa Settentrionale.

Honningsvåg è molto più di una semplice tappa verso Capo Nord: è un luogo in cui il paesaggio selvaggio riuscirà a far vivere ai propri ospiti un’esperienza indimenticabile, ai confini del mondo.

Vista dall'alto della città di Honningsvåg in Norvegia, con una montagna verdeggiante sullo sfondo

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Vista di Honningsvåg e della natura circostante
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Ottobre al caldo, le migliori mete del mondo per una vacanza al sole

L’estate, seppur rovente, è una di quelle stagioni che sa mancare di più una volta che se ne va: non fa in tempo a finire che già se ne ha nostalgia. I primi climi freschi che porta l’autunno, infatti, fanno da subito tornare la voglia di caldo, il desiderio di sdraiarsi al sole e trascorrere giornate in infradito all’insegna dell’allegria. Per fortuna c’è un’ottima notizia: durante il decimo mese dell’anno, in alcuni luoghi del mondo c’è ancora la bella stagione: ecco dove andare ad ottobre al caldo e al sole (cambiamento climatico permettendo) prendendo in considerazione i vari continenti, ad eccezione dell’Antartide.

Ottobre al caldo in Europa

Ottobre, per l‘Europa, è bassa stagione e questo consente di viaggiare in maniera più tranquilla (ed economica) in diversi Paesi del continente. Se al Nord il freddo comincia ad essere importante, al Sud ci sono località dove l’estate pare quasi infinita, ed ideali per trascorrere vacanze in totale relax.

Isole Canarie

Non si può parlare di caldo in Europa senza menzionare le Isole Canarie, arcipelago spagnolo al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, pieno di spiagge di sabbia bianca e nera che tolgono il fiato. Tra Tenerife, Gran Canaria, Lanzarote, Fuerteventura, La Palma, La Gomera, El Hierro e La Graciosa, la scelta è davvero ampia, ma quel che è certo è che in ognuna di esse si può godere di 10 ore di sole al giorno e una media di 26°C, clima ideale per vivere il mare, fare trekking e visitare luoghi che entrano dritti nel cuore.

Malta

Non è di certo da meno Malta, suggestivo arcipelago situato tra la Sicilia e la costa del Nordafrica, pieno di fortezze, templi megalitici e l’Ħal Saflieni Hypogeum, un complesso sotterraneo di sale e camere mortuarie che risale a tempi antichissimi. Non mancano le spiagge da sogno e la possibilità di fare escursioni in mezzo alla natura, condite da un clima che si aggira intorno ai 26°C e un mare particolarmente caldo (perfetto per fare bagni indimenticabili).

Malta, Laguna Blu

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La Laguna Blu presso l’Isola di Comino, a Malta

Costa del Sol

La Costa del Sol (il cui nome evoca senza dubbio un paradiso caldo) è una suggestiva regione costiera spagnola che si affaccia sul mar Mediterraneo, tra la punta Tarifa e Cabo de Gata. Non è un caso, quindi, che in molte delle sue destinazioni ad ottobre si possa ancora godere del mare, ma anche di una serie di eventi che rendono il soggiorno particolarmente frizzante. Del resto, da queste parti il sole brilla per ben 320 giorni all’anno.

Ottobre al sole in Africa

In molte località dell’Africa ottobre è un mese da sogno per gli amanti del mare, perché qui è caldo sia di giorno che di notte. Inoltre, questo è un mese che per diverse zone segna il momento ideale per fare safari, perché gli animali selvatici sono più facili da avvistare.

Egitto

A poca distanza dall’Italia e assolutamente perfetto per ottobre è l’Egitto, con temperature che possono tranquillamente raggiungere i 33°C. Spettacolari in questo periodo sono Marsa Alam, con spiagge paradisiache e una natura incontaminata, e Sharm el-Sheikh, probabilmente la meta più nota e amata del Paese per chi è in cerca di mare da sogno.

Mauritius

Mauritius è un’isola dell’Africa orientale con spiagge, lagune e barriere coralline che non si fanno dimenticare facilmente. Ma non è tutto, perché è anche un Paese impreziosito da montagne che ospitano il Black River Gorges National Park, con foreste pluviali, cascate e sentieri escursionistici. A ottobre, a Mauritius, ha inizio l’estate ed è il periodo in cui l’isola fiorisce creando uno spettacolo più unico che raro.

Mauritius, spiaggia

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Un meraviglioso paesaggi di Mauritius

Seychelles

Le Seychelles sono ben di 115 isole che galleggiano nell’oceano Indiano, al largo dell’Africa orientale. È quasi inutile dirlo, ma sono la culla di numerose spiagge, barriere coralline, riserve naturali ed animali rari come la tartaruga gigante di Aldabra. Sono il vero e proprio sinonimo di Paradiso in Terra, che durante il mese di ottobre lo è anche per il meteo: il tempo è stupendo e le temperature si aggirano tra i 24°C ed i 30°C.

Ottobre al caldo in Asia (nella sua interezza)

L’Asia è pressoché infinita: è il continente più vasto al mondo, con una superficie di oltre 4,4 volte più grande di quella dell’Europa e pari a circa un terzo di tutte le terre emerse. Tale premessa ci fa capire che da queste parti è davvero molto facile trovare mete calde ad ottobre, alcune piuttosto vicine all’Italia mentre alte molto lontane.

Dubai

Dubai è uno dei sette emirati che formano gli Emirati Arabi Uniti ed è conosciuta per essere un cuore pulsante in mezzo al deserto: è la città dei record, dei grattacieli e della modernità, ma anche la località ideale per vivere il fascino misterioso delle notti arabe, scoprire la tradizione artigianale e rilassarsi tra la meraviglia delle sue spiagge, spesso affiancate da eleganti resort. Le temperature non sono da meno, poiché si aggirano intorno ai 30° C.

Raja Ampat

Raja Ampat, arcipelago formato da circa 1.500 isole in Indonesia, rappresenta il punto di incontro tra l’Oceano Pacifico e il Mediterraneo Australasiatico, tanto da essere un luogo così bello che pare quasi impossibile credere che sia vero. Difficile da raggiungere, è considerato una sorta di ‘Amazzonia del mare’, per via di una una fittissima concentrazione di vita marina. Ottobre è un buon mese per andarci, grazie a temperature che vanno dai 26 ai 33°C.

Oman

L’Oman è un Sultanato dell’Asia sud-occidentale che si fa amare per il suo pressoché infinito territorio desertico puntellato da oasi, che sorgono sui letti dei fiumi e lunghi tratti di costa sul golfo Persico (Arabico), il mar Arabico e il golfo di Oman. E ottobre è un mese in cui il viaggiatore può godere di un clima favorevole, quasi privo di umidità e caldo asfissiante: le temperature sono perfette anche per trascorre qualche giorno sulle sue affascinanti spiagge.

Oman, il mare

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Un’immagine della costa dell’Oman

Ottobre al sole in America, (Nord, Centro e Sud)

Anche l’America, a ottobre, permette di atterrare in mete magiche e dove il bel tempo consente di rilassarsi su spiagge da sogno che è difficile trovare altrove. Chiamata Continente Nuovo o Nuovo Mondo, è ricca anche di isole da cartolina che in questo periodo sono più belle che mai.

Miami

Iniziamo questo viaggio in America da Miami, futuristica città che sorge sul capo sudorientale della Florida, piena di spiagge abbaglianti accarezzate da acque cristalline, centri commerciali modernissimi e anche splendidi paesaggi naturali e siti storici particolarmente interessanti. Le temperature? Si aggirano tra i 25 e i 28°C: assolutamente piacevoli.

Suriname

Il Suriname è il Paese più piccolo e meno visitato dell’America del Sud, ma ciò non toglie che sia spettacolare e ideale da scoprire ad ottobre, anche perché qui si possono vivere esperienze tipiche, originali e stimolanti. In queste zone, inoltre, è possibile prendere parte a una miriade di opportunità, impreziosite da paesaggi naturali mozzafiato, monumenti storici, antiche piantagioni e spiagge selvagge e incontaminate. È bene sapere, infine, che in questo Paese è caldo durante tutto l’anno e che ad ottobre si registrano piogge inferiori rispetto ad altri periodi.

Cuba

Chi non conosce Cuba? Uno spettacolare Paese dell’America Centrale posto tra il mar dei Caraibi, il golfo del Messico e l’oceano Atlantico. Ma non è di certo tutto, perché questo luogo, oltre al sole e alle spiagge bianche, offre storia, cultura, patrimonio architettonico, paesaggistico e artistico. Sappiate infine che è la meta ideale da visitare a ottobre grazie a temperature miti, gradevoli e caratterizzate da undici ore di luce al giorno.

Varadero, Cuba

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La bellissima Varadero, a Cuba

Ottobre al caldo in Oceania

Anche l’Oceania permette di passare un ottobre al sole e al caldo in molte delle sue località. Del resto, questo continente è sì la patria dell’Australia, ma anche della maggior parte delle isole dell’Oceano Pacifico, tradizionalmente suddivise in Melanesia, Micronesia e Polinesia.

Lizard Island

Ottobre è ancora un periodo ottimale per visitare Lizard Island, fazzoletto di terra al largo della costa del Queensland, che insieme ad altre piccole isole fa parte del Lizard Island National Park. Qui si fanno vacanze di lusso, ma ciò non toglie che si soggiorni in una di quelle che è considerata una delle più belle isole in assoluto del Pacifico. In questa zona ci sono ben 24 spiagge, ma anche affascinanti sentieri che portano al cospetto di luoghi da sogno.

Isole Salomone

Le Isole Salomone sono tantissime: se ne contano circa un centinaio e galleggiano tutte nel Pacifico del Sud. Particolarmente amate per la loro diversità culturale, tanto da vantare un patrimonio di tradizioni unico in tutta l’area del Pacifico, offrono un mare bellissimo. Tuttavia, qui è possibile trovare anche isole montuose ricoperte di foreste tropicali, o completamente disboscate, e atolli corallini. Ottobre è un mese ancora ottimale per scoprirle, poiché è meno afoso e con una concentrazione di piogge inferiori rispetto ad altri momenti dell’anno.

Fiji

Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato di raggiungere le Fiji, arcipelago formato da più di 300 isole che regala paesaggi frastagliati, spiagge piene di palme e barriere coralline puntellate da lagune limpide. Un vero paradiso, quindi, e che a ottobre mette ancora a disposizione una fase ideale per viaggiare: pur essendo un mese di “transizione”, si caratterizza per essere caldo, con una media giornaliera di 25,4°C.

Fiji, spiaggia

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Isola Dravuni, Fiji.
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Perché visitare la Slovenia in autunno è un’ottima idea

Negli ultimi anni la Slovenia ha scalato moltissime classifiche, soprattutto per quanto riguarda i viaggi sostenibili. Molti dei suoi paesaggi sono protetti da politiche ben precise, comprese le sue antiche foreste e le cime innevate, per non parlare della capitale Lubiana, dove più del 75% è occupato da lussureggianti parchi e aree verdi. La presenza della natura è tangibile e, seppur ogni stagione sia quella giusta per scoprire il territorio sloveno, quella autunnale lo è ancora di più.

La presenza turistica è minore in luoghi bellissimi e fiabeschi come il lago di Bled, mentre i paesaggi si colorano delle tonalità tipiche del foliage e di cui è possibile fare esperienza partecipando ai tanti eventi, soprattutto gastronomici, che costituiscono il calendario autunnale della Slovenia. Tra caldarroste, vini e parchi nazionali, ecco perché visitare questo Paese in autunno è un’ottima idea.

Eventi gastronomici imperdibili

Se c’è un evento che gli amanti del cibo non possono perdere, questo è sicuramente la Settimana dei Ristoranti, organizzato due volte l’anno: in primavera e in autunno. Si tratta di un’occasione unica per scoprire la cucina slovena d’eccellenza provando i menù proposti da oltre 100 ristoranti selezionati accuratamente da una giuria che utilizza come criteri valori quali sostenibilitàqualità. Della durata di dieci giorni, per partecipare vi basterà prenotare un tavolo nel ristorante o nella trattoria che desiderate scegliendole dal sito ufficiale.

L’autunno in Slovenia significa anche vendemmia e l’evento da segnare in agenda è il Festival della Vecchia Vite organizzato nel quartiere di Lent a Maribor. È qui che si trova il vitigno “žametovka” risalente a 450 anni fa e considerato la vite più antica del mondo. Questa è anche un’opportunità per visitare la città, costruita in stile mitteleuropeo sulle rive del fiume Drava. E se avete in programma un viaggio a Lubiana, approfittatene per immergervi nei colori autunnali della collina Katarina, il regno delle castagne.

I parchi naturali sono immersi nel foliage

La Slovenia rientra sempre nella top 10 delle destinazioni più sostenibili d’Europa e non stupisce, quindi, che la natura sia al centro delle esperienze per la maggior parte delle persone che la visitano. Molti parchi, bellissimi tutto l’anno, lo diventano ancora di più quando immersi nei colori del foliage, come la Riserva Naturale di Zelenci. Circondata dalle cime delle Alpi Giulie, la riserva può essere visitata passeggiando su una passerella in legno che permette di scoprirla senza recare danni alla natura.

Dichiarata riserva naturale nel 1992, è situata su 15 ettari di natura incontaminata ed è famosa per il suo lago dai colori verde smeraldo, una sorgente naturale che filtra attraverso strati di roccia sedimentaria dal sottostante torrente Nadiza. Infatti, l’intera riserva prende il nome dal colore del lago: Zelenci significa verde in sloveno. Se a questo quadro di per sé perfetto aggiungete i colori dorati e arancioni dell’autunno, il tutto diventa ancora più meraviglioso.

Riserva Naturale Zelenci

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Riserva Naturale Zelenci in autunno

Relax alle terme

Una vacanza autunnale in Slovenia è tante cose: ottimo cibo, vino di qualità, foliage, ma anche relax. I centri termali sono tantissimi e offrono la possibilità di organizzare un viaggio all’insegna sia del benessere che delle attività all’aria aperta. Questa è la stagione dove è ancora piacevole passeggiare nella natura, soprattutto con la consapevolezza che, una volta tornati in hotel, c’è una vasca calda ad aspettarci. Un soggiorno alle terme vi aiuterà anche a prepararvi all’arrivo dell’inverno: nelle diverse strutture disponibili vengono offerti trattamenti pensati appositamente per rinforzare il sistema immunitario.

E, se state viaggiando con bambini, la Slovenia offre tanti centri termali pensati per accogliere sia gli ospiti adulti che i più piccoli, offrendo a entrambi attività ed esperienze create esattamente per loro. In autunno, per esempio, vengono organizzati non solo tour a piedi e in bicicletta, ma anche tante iniziative dedicate ad Halloween.

I luoghi più famosi sono meno affollati

Il lago di Bled è sicuramente uno dei luoghi più famosi della Slovenia e non è difficile capire il perché: sembra uscito letteralmente da una favola. Il lago, circondato dalle montagne, è una cartolina perfetta con il suo castello, l’isolotto con la chiesa al centro e tanta vegetazione rigogliosa tutt’attorno. Non stupisce, quindi, che sia anche una delle mete slovene più affollate durante la stagione estiva, soprattutto considerando che alcune delle sue aree sono balneabili.

Ecco perché visitarlo in autunno è un’ottima idea: i visitatori diminuiscono e il paesaggio si colora con le tonalità autunnali. Fate una passeggiata ad anello per ammirarlo dai diversi punti di vista e non dimenticate di fare pausa in uno dei café per assaggiare l’iconica Bled Cake.

Un altro luogo famoso da vedere in autunno è il lago di Bohinj, dove potete regalarvi un rilassante giro in barca oppure approfittare delle temperature ancora piacevoli per avventurarvi in qualche escursione nei dintorni. Tra quelli più belli ci sono sicuramente il sentiero che conduce al paesino di Stara Fužina, alla cascata di Savica o in cima al monte Peč.

Lago di Bohinj

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Il lago di Bohinj in autunno
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È iniziato l’Oktoberfest, tutte le cose da sapere

L’estate è ormai finita, ma l’autunno prevede ogni anno un appuntamento fisso divertente e gustoso che ha luogo in Germania per celebrare una delle bevande più amate al mondo: la birra. Parliamo dell’Oktoberfest, un evento diventato ormai iconico che per un periodo trasforma la città di Monaco in una birreria all’aperto, riunendo tantissime persone da tutta Europa. L’allegro festival popolare tedesco giunto alla 189° edizione è iniziato il 21 Settembre e qui di seguito vi diciamo tutto quello che dovete sapere per partecipare e godervi questa grande festa nel modo giusto.

Le origini dell’Oktoberfest

L’Oktoberfest è una festa popolare annuale (la più grande al mondo) che si tiene ogni anno in Germania da metà o fine settembre fino alla prima domenica di ottobre. Quest’anno terminerà il 6 ottobre. Di solito dura tra i 16 e i 18 giorni in media ed è finalizzata a festeggiare tutto ciò che è bavarese: il cibo, la musica e, naturalmente, la birra. L’evento ha inizio in modo ufficiale quando il sindaco di Monaco spilla un barile e vengono servite solo birre provenienti dai sei birrifici originali di Monaco (Augustiner, Hacker-Pschorr, Hofbräu, Löwenbräu, Paulaner e Spaten-Franziskaner).

Oktoberfest di Monaco

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Una sera all’Oktoberfest di Monaco

Il festival si tiene ogni anno a Monaco, a Theresienwiese, uno spazio fieristico nel quartiere Ludwigsvorstadt-Isarvorstadt della città, vicino al centro storico. L’Oktoberfest non è in realtà considerato un festival della birra in Germania, ma piuttosto una festa popolare popolare tra le famiglie e tra coloro che vogliono gustare un boccale o due in compagnia.

È interessante notare che l’Oktoberfest è nato nell’ottobre del 1810 per celebrare il matrimonio del principe ereditario di Baviera, che in seguito divenne re Luigi I, con la principessa Therese von Sachsen-Hildburghausen. Oggi è un’occasione di intrattenimento con giostre, giochi e balli, oltre a sfilate di diversi birrifici, cerimonie, spettacoli di canto e ovviamente birra e cibo per tutti. Non esiste un dress code preciso per l’Oktoberfest, ma è certo che incontrerete molti dirndl e lederhosen, tipi di abbigliamento tradizionale del luogo.

Come partecipare

Non c’è bisogno di un biglietto per entrare all’Oktoberfest, ma meglio procurarsi dei contanti per acquistare cibo o pagare le giostre all’interno dell’evento poichè gli sportelli bancomat interni tendono ad avere commissioni piuttosto elevate. Per accedere all’area del festival infatti l’accesso è gratuito, però per visitare l’Oide Wiesn, ovvero l’area speciale con tendoni e attrazioni che richiamano il passato, il costo è di 4 euro a persona. Ci sono controlli di sicurezza all’ingresso, quindi potrebbe esserci la fila. Nonostante il nome suggerisce il mese di ottobre, nel corso degli anni questa festa è stata anticipata alla fine di Settembre per sfruttare al meglio il clima più caldo. Dopotutto la birra fresca è preferita da molti sotto il sole per trovare refrigerio.

L’Oktoberfest ha anche adottato misure per diventare più attento all’ambiente, nel nome della sostenibilità. Gli sforzi includono la riduzione dei rifiuti, iniziative di riciclaggio e l’approvvigionamento sostenibile di cibo e bevande. Il programma completo dell’Oktoberfest 2024 si può consultare sul sito ufficiale Oktoberfest.it e come ogni anno si prevede una discreta affluenza.

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Spagna, nuove regole per entrare dal 1° ottobre: cosa serve

Dopo i disordini e le manifestazioni in seguito all’overtourism, la Spagna ha preso una decisione che ha sorpreso l’Europa. A partire dal 1° ottobre per visitare il Paese, anche solo per un giorno, i turisti dovranno fornire una serie di dati personali e sensibili. Le regole cambiano, come annunciato dal governo, monitorando l’ingresso dei visitatori secondo modalità mai messe in atto precedentemente. Un Paese da sempre noto per la sua solarità e accoglienza, chiude parzialmente le porte per cercare di limitare i danni dovuti a un turismo di massa a quanto pare troppo invasivo.

Nel 2023 la Spagna ha registrato circa 85 milioni di turisti, ovvero il 18,7% in più del 2022. Questo ha significato un record di spesa turistica di 108.662 milioni di euro che rivela che ogni turista in media ha pagato 1278 euro durante la propria vacanza. I dati hanno confermato che la maggior parte dei visitatori recenti provengono dal Regno Unito, seguito dalla Francia e poi l’Italia al terzo posto.

Ingresso in Spagna: cambiano le regole

Secondo i nuovi provvedimenti presi dal governo di Madrid il settore turistico spagnolo dal mese di ottobre dovrà adottare alcune importanti misure straordinarie. Gli hotel, le compagnia di noleggio auto, i proprietari di strutture ricettive come Airbnb dovranno richiedere al turista circa 40 tipi di informazioni personali. Non si tratta solo di dati personali come il documento o le generalità tradizionali, ma anche il numero del conto in banca e altri dettagli che minacciano la privacy dell’individuo. E tutto questo è richiesto anche solo per il soggiorno di una notte.

Queste misure restrittive, stando alle recenti dichiarazioni pubbliche del governo spagnolo, sono state prese per limitare il pericolo del terrorismo e della criminalità. Ma non mancano le polemiche e il rischio di tenere lontano i viaggiatori stranieri non è da sottovalutare, poichè potrebbero essere scoraggiati dall’impegno richiesto anche solo per una vacanza di un weekend.

Barcellona

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Barcellona

Privacy a rischio e non solo

Oltre alla minaccia della privacy, chi vuole visitare la Spagna d’ora in poi dovrà mettere in conto anche un aumento del budget. Infatti, come riportato da El Pais, i turisti dovranno pagare una tassa di soggiorno comunale per ogni tipo di pernottamento, che si tratti di un hotel, di una pensione o una casa in affitto, persino una crociera e il campeggio. Inoltre è prevista anche una tassa di soggiorno negli stabilimenti turistici della Generalitat di una cifra variabile a notte per gli alberghi con meno di quattro stelle e di 3,50 per quelli di categoria più elevata.

Chi segue la Spagna

Non è solo la Spagna ad adottare misure restrittive in Europa. Infatti il Regno Unito che già si è sempre tenuto fuori dall’Unione europea, a partire dal mese di aprile 2025 ha previsto di far pagare a ogni turista una tassa di 10 sterline per entrare nel Paese. Questa decisione che risponde al nome di Eta sarebbe utile per tutelare le frontiere come una sorta di visto con validità di due anni da quando viene concesso. Il periodo di soggiorno però non deve superare i 60 giorni continuativi.

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Terme low cost della Repubblica Ceca

Visitare le terme low cost della Repubblica Ceca è un’opportunità imperdibile per chi ha intenzione di regalarsi un’esperienza di relax e benessere senza spendere una fortuna. Nel Paese ci sono ben 36 località termali distribuite su tutto il territorio, che raccontano la tradizione secolare nelle cure termali ancora viva in questo Paese e che lo rendono una delle destinazioni più attraenti per chi cerca dei trattamenti rigeneranti a prezzi accessibili. Infatti, i trattamenti estetici partono da soli 5 euro fino ad arrivare a prezzi che vanno da 30 a 100 a notte per un pernottare in hotel di lusso: una cifra decisamente più bassa rispetto gli standard di molte altre mete del continente europeo.

Le terme della Boemia: un triangolo di benessere

La principale area termale della Repubblica Ceca si trova nella Boemia occidentale, poco distante dalla meravigliosa capitale Praga, in quello che viene definito come il triangolo delle terme. Questo triangolo include tre celebri località termali, ognuna con caratteristiche uniche e che la rendono una meta estremamente affascinante e, soprattutto, adatta a diverse esigenza di benessere. Le strutture in questa città oltre che essere conosciute per le proprietà curative delle sorgenti termali locali, sono anche molto apprezzate per la loro architettura raffinata e la loro eleganza, immerse in paesaggi verdi, e per essere comunque una meta low cost termale in Repubblica Ceca. Ecco quali sono le località che compongono il triangolo di benessere:

1. Karlovy Vary

Questa località è la più famosa delle tre, molto conosciuta soprattutto per la sua alta concentrazione di sorgenti termali ed acque minerali curative. La città stessa è un piccolo gioiello ed è la meta perfetta per chi cerca un semplice soggiorno di relax, grazie anche ai numerosi e diversi percorsi naturalistici che si snodano attraverso i Monti Metalliferi circostanti, montagne famose per l’estrazione dell’argento e per le enormi riserve di altri materiali, come uranio e stagno.

Edificio a Karlovy Vary, località termale low cost in Repubblica Ceca

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Karlovy Vary, località termale low cost della Repubblica Ceca

2. Marianské Lázně

La seconda località che compone il triangolo delle terme ceco è Marianské Lázně ed è molto conosciuta per essere stata frequentata in passato da numerosi membri dell’aristocrazia europea, oltre a personaggi storici famosi come Copin e Goethe. In città è possibile godere di un’ampia gamma di trattamenti, ma è particolarmente rinomata per le sue cure ginecologiche ed urinarie, grazie alle acque caratterizzate da una grande varietà di ferro e all’uso di fanghi e gas naturali.

3. Františkovy Lázně

Infine, Františkovy Lázně, la più piccola e pittoresca delle tre località, molto famosa per la sua atmosfera tranquilla ed il fascino della sua architettura classica. Questo centro termale low cost è circondato da diversi boschi, che danno l’impressione ai visitatori di trovarsi in un’altra epoca. Qui si concentrano, soprattutto, le cure per il cuore, grazie alle proprietà delle sorgenti termali ed ai fanghi che favoriscono circolazione e benessere cardiaco.

Jáchymov e Teplice: acque al radon e relax

Poco distanti dal famoso triangolo delle terme, si trovano altre località termali meno conosciute rispetto alle precedenti, ma allo stesso modo low cost. Si tratta di Jáchimov, ad esempio, che è nota per l’uso terapeutico delle acque al radon, una scoperta pionieristica nel campo delle cure termali. Nonostante l’idea di immergersi in questo gas naturale possa sembrare insolita, questi trattamenti hanno un beneficio enorme per la cura del corpo, soprattutto per coloro che soffrono di disturbi articolari, reumatici ed infiammazioni.

Un’altra destinazione da prendere assolutamente in considerazione è Teplice, che è, fra l’altro, una delle più antiche località termali di tutta l’Europa. Infatti, già a partire dal Medioevo, le sue acque erano note per le elevate proprietà curative, specialmente nei confronti di disturbi motori e circolatori. Oggi, come nel passato, la località è frequentata da molte persone provenienti da tutto il mondo, attratte dalle sue strutture moderne e, soprattutto, dall’efficacia delle sue terapie e dai pacchetti wellness offerti da queste strutture low cost della Repubblica Ceca.

Terme della Moravia, una scoperta sorprendente

Oltre alla regione della Boemia, esiste un’altra località termale molto importante della Repubblica Ceca, accessibile per i suoi costi moderati, è la regione della Moravia. Si trova al confine con la Polonia e la cittadina principale, Luhacovice, è sicuramente la più rinomata. Questa città, infatti, è famosa per le sue sorgenti di acque minerali, che vengono considerate fra le più efficaci di tutta l’Europa, in un contesto paesaggistico davvero affascinante e ricco di edifici in stile liberty.

La storia termale della Moravia è molto affascinante. Infatti, già a partire dal Diciannovesimo secolo, questa regione era all’avanguardia nelle tecniche di idroterapia e Jesenik ne era un esempio lampante. Il centro termale venne realizzato da Priessnitz, un pioniere nella medicina naturale, e grazie a lui questa città fu uno dei primi luoghi al mondo ad utilizzare l’acqua fredda per trattamenti curativi. Ancora oggi, queste strutture, offrono terapie curative basate sull’acqua, abbinate a moderni trattamenti di benessere che includono anche percorsi detox e trattamenti per lo stress.

Le terme low cost della Repubblica Ceca rappresentano una scelta ideale per chi desidera un soggiorno all’insegna di relax e benessere grazie alla vasta scelta di destinazioni fra cui è possibile scegliere, senza dover affrontare costi proibitivi. Qui è possibile scegliere fra strutture che propongono trattamenti specifici per diverse patologie, ma anche programmi wellness personalizzati.

Due donne in una piscina all'aperto alle terme alle prese con un trattamente rigenerante in piscina

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Trattamento termale in una piscina all’aperto

Queste località termali sono la località perfetta se si decide di passare un weekend rigenerante o anche periodi più estesi e vanno sicuramente inserite in un itinerario alla scoperta di questo fantastico Paese che è la Repubblica Ceca. Insomma, un luogo da scoprire oltre alla capitale Praga, grazie anche al contesto storico e culturale in cui queste strutture si inseriscono, rendendo il viaggio ancora più affascinante, tra scenari naturali di rara bellezza per un’esperienza che offre l’opportunità di combinare il benessere fisico con la scoperta delle tradizioni e della cultura locale.

Dunque, per chi cerca una vacanza in grado di unire relax, benessere e cultura ed è sempre alla ricerca di destinazioni adatte a tutti i tipi di portafoglio, le terme low cost della Repubblica Ceca rappresentano la soluzione perfetta, fra trattamenti a prezzi competitivi, città storiche ed eleganti strutture in cui poter soggiornare. Non resta altro che preparare la valigia e partire per queste località termali!