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Via Francigena del Sud: slow travel per scoprire il meridione

Zaino in spalla! L’esperienza di viaggio diventa lenta e si fa camminando, un passo dopo l’altro, nel vero spirito dello slow travel. I camminatori aumentano ogni anno, un segno evidente che l’escursionismo in grado di unire benessere fisico e interiore con la voglia di riscoprire il territorio italiano è un bisogno condiviso.

In questo contesto, i percorsi di pellegrinaggio della Via Francigena del Sud, sempre più apprezzati anche da viaggiatori solitari e dai non religiosi, offrono la possibilità di avventurarsi in zone meno conosciute dell’Italia, ma ricche di bellezze culturali, storiche e naturali. Se la Via Francigena del Medioevo univa Canterbury e Roma, proseguendo fino a Gerusalemme attraversando l’Italia da nord a sud, quella specifica del sud collega Roma alla Puglia con tappa finale nel bellissimo borgo di Santa Maria di Leuca.

Attraversando campi di grano, antiche vie consolari, ulivi, borghi medievali, aree archeologiche, naturalistiche e castelli, i 930 km della Via Francigena del Sud offrono un viaggio imperdibile alla scoperta della cultura e delle tradizioni del sud Italia. 45 tappe da percorrere a piedi, come da tradizione, o in bici, tra Lazio, Campania e Puglia.

Lungotevere a Roma

Fonte: 123rf

Lungotevere Vaticano a Roma

La Via Francigena del Sud: la storia e informazioni utili

Il cammino, riconosciuto come «Itinerario culturale del consiglio d’Europa», nasce come estensione della Via Francigena classica. Oltrepassando San Pietro si prosegue verso la Puglia, dove vi erano i porti d’imbarco per la Terra Santa. La Via Francigena del Sud ripercorre un itinerario cristiano, l’Itinerarium Burdigalense, racchiuso in un racconto del 333 d.C. e scritto da un anonimo pellegrino durante il viaggio da Burdigala, l’attuale Bordeaux, fino a Gerusalemme.

Nel racconto è presente il viaggio di ritorno del devoto che, dopo aver raggiunto la Terra Santa attraverso la Via Balcanica, sbarca a Otranto e risale la Penisola percorrendo l’antica Via Appia Traiana.

Quando percorrerla

Il Sud Italia è caratterizzato generalmente da un clima temperato, anche se in estate le temperature possono alzarsi in modo considerevole. Può essere percorsa tutto l’anno, contribuendo a un turismo fuori stagione che valorizza determinate zone solitamente molto affollate nei mesi estivi. I periodi da evitare saranno quindi quelli più caldi, come luglio e agosto, e quelli più freddi, soprattutto sulle tratte che percorrono l’Appennino e il Gargano, dove le temperature sono più rigide e potrebbero esserci eventuali nevicate alle quote più alte.

Le tappe della Via Francigena del Sud

Credenti o laici, sulla Via Francigena del Sud camminano uomini e donne per le ragioni più disparate o semplicemente perché spinti da una irrefrenabile voglia di scoperta e benessere. Ma quali sono le tappe? Di seguito forniamo una panoramica delle tratte per ogni regione, consigliandovi di approfondire nei siti ufficiali per avere maggiori informazioni su mappe, luoghi dove dormire e fare sosta.

Via Francigena del Sud nel Lazio

Come i pellegrini di mille anni fa, la Via Francigena del Sud comincia da Roma e dalla via Appia Antica. Lasciandosi alle spalle San Pietro e le rovine della civiltà imperiale si intraprende un percorso che, attraversando il Parco Regionale dei Castelli Romani, i laghi di Nemi e Albano, conduce a Velletri, al borgo medievale di Sermoneta e all’abbazia di Fossanova.

Dopo aver ritrovato il passato dell’antica Roma a Terracina si raggiunge il golfo di Gaeta e Formia, dove si comincia a percepire lo spirito della Campania. Arrivati a Minturno infatti, antica città-porto che ancora oggi conserva un’atmosfera suggestiva, il percorso si addentra nel Casertano.

Via Francigena del Sud in Campania

Il tratto campano è lungo circa 250 km e attraversa le provincie di Caserta, Benevento e Avellino. Dalla città romana di Sessa Aurunca si arriva a Teano, culla dell’Unità d’Italia perché teatro dello storico incontro tra Giuseppe Garibaldi e il re Vittorio Emanuele II. Da qui si percorrono le tappe a Statigliano e Alife fino a Telese Terme e giungendo infine all’arco di Traiano di Benevento. Da qui, la strada prosegue verso l’entroterra raggiungendo Buonalbergo, nel cuore della valle del Miscano, e attraversando il confine con la Puglia.

Via Francigena del Sud in Puglia

L’ultimo tratto, il più lungo, è quello che taglia in due questa splendida regione: tra le tappe più affascinanti spicca Canosa di Puglia, da dove parte un sentiero circondato di ulivi che conduce ad Adria. Nei pressi di Bari, la strada torna ad affacciarsi sul mare e prosegue diritta verso Brindisi e Lecce. Una delle ultime tappe è Otranto, da dove troviamo il percorso che finalmente porta a Santa Maria di Leuca.

Percorsi lungo la Via Francigena del Sud per chi ha pochi giorni

Per alcuni sono spirituali o religiosi, altri sono attirati soprattutto dalla storia, dalla cultura e dai paesaggi naturali, in entrambi i casi non è necessario percorrere le tappe tutte assieme per vivere un’esperienza soddisfacente e rigenerante. Per chi ha pochi giorni e vuole trascorrerli alla scoperta della Via Francigena del Sud, è possibile suddividerla in piccole tappe tematiche perfette per un weekend o dai 5 ai 10 giorni di cammino.

Gli amanti del mare fuori stagione possono intraprendere la tratta da Brindisi a Santa Maria di Leuca per godersi la cultura gastronomica e le architetture barocche del Salento, percorribile in una settimana circa. Se invece è la sete di storia a condurre gli escursionisti sulla Via Francigena del Sud, il percorso da Roma a Velletri regala luoghi suggestivi: dal Parco Regionale dell’Appia Antica a Castel Gandolfo, fino ai laghi Albano e Nemi.

Per chi vuole scoprire una Campania inedita, invece, la tratta da Sessa Aurunca a Troia conquisterà i camminatori con un’esperienza di 10 giorni tra borghi, castelli, vallate e vestigia romane.

Santa Maria di Leuca

Fonte: iStock

Vista del porto a Santa Maria di Leuca

 

 

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Estate in Svizzera: le novità che ci attendono

State già pensando alla meta delle vostre prossime vacanze estive? Se amate la natura, allora approfittate delle tantissime novità che propone la Svizzera: esperienze incredibili per tutti i gusti, dall’alta montagna ai sentieri escursionistici perfetti sia per i più esperti che per le famiglie. Ci sono molte località da esplorare, per vivere un’avventura autentica e assaporare le bontà tradizionali (o addirittura qualche prelibatezza gourmet). Scopriamo le novità per l’estate 2024.

Svizzera, le novità per chi ama la natura

Tra laghi turchesi e montagne bellissime, la Svizzera offre paesaggi naturali incontaminati davvero da sogno. Una delle novità più suggestive è la nascita del nuovo sentiero tematico Eiger Walk of Fame, nel Canton Bernese: si tratta di un percorso dedicato al mondo dell’alpinismo, con una vista mozzafiato sull’Eiger e sul meraviglioso territorio di Grindelwald. Il punto di partenza è la stazione di Eigergletscher: il cammino, intervallato da interessanti pannelli informativi, termina a Fallboden, da dove si può poi raggiungere il valico alpino Kleine Scheidegg.

Un’altra opportunità da non perdere, per un’avventura nella natura selvaggia, è il nuovo sentiero escursionistico Parc Ela Trek, che attraversa i passi alpini del Parc Ela, un immenso parco naturale. Sono ben 17 tappe di un giorno ciascuna, un lungo cammino che conduce alla scoperta di paesaggi incontaminati. Partendo da Tiefencastel, si toccano luoghi meravigliosi come il Santuario d’alta quota di Ziteil, il Piz Lunghin e il Passo della Forcellina. Si tratta di un’escursione impegnativa, ma offre la possibilità di soggiornare in piccoli alloggi di montagna ad oltre 2.000 metri di altitudine. Una vera magia!

Tra gastronomia stellata e funivie panoramiche

Alla natura incontaminata volete abbinare un’esperienza gastronomica indimenticabile? La meta perfetta è Glacier 3000, una delle più famose località sciistiche della Svizzera: situata, come si evince dal nome, a ben 3.000 metri di quota, vanta nevi perenni anche in estate e una vista mozzafiato su 24 cime montuose imponenti. È quassù, ad un passo dal cielo azzurro, che in estate aprirà la nuova architettura firmata dallo svizzero Mario Botta, all’interno della quale si troveranno due ristoranti – per altrettante avventure culinarie.

Al quarto piano sarà presente il ristorante Botta, per chi vuole assaporare la cucina gourmet locale. Mentre al terzo piano il Le 3 offrirà lauti pasti di montagna… al passo con la tecnologia: si potrà ordinare e poi pagare semplicemente mediante codice QR. Naturalmente, la gastronomia è solo una parte della meraviglia che vi attenderà. Non perdetevi la vista panoramica sulla terrazza di 250 metri quadrati, da cui potrete godere dello spettacolo incredibile del ponte tibetano Peak Walk by Tissot, un’esperienza solo per i più coraggiosi.

Infine, perché non regalarvi un tour in funivia? Il turismo slow è sempre più di moda, ed è su questa scia che, qualche mese fa, è stato inaugurato il nuovo Eiger Express. Si tratta di un viaggio tra le montagne, lungo la linea più alta d’Europa: si potrà raggiungere lo Jungfraujoch, ad un’altezza di ben 3.454 metri. Il percorso dura appena 15 minuti, dal terminal di Grindelwald alla stazione di Eigergletscher. A bordo della funivia potrete ammirare il panorama incredibile dell’Eiger, e una volta giunti a destinazione rimarrete incantati dalla vista dell’Oberland Bernese.

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Castel Trosino e le sue Cascatelle: il binomio perfetto per una gita nelle Marche

Dopo essere nato a quasi duemila metri tra le vette dei Monti della Laga, in Abruzzo, il torrente Castellano scende tortuosamente verso Ascoli Piceno, nelle Marche.

Pochi chilometri fuori dalla città delle cento torri le sue acque turchesi lambiscono un grandioso contrafforte di roccia bianca, sulla cui sommità svetta il campanile di una chiesa e tutt’attorno le case brune, con le facciate costruite con il travertino tipico del luogo. È Castel Trosino, un borgo senza tempo testimone del passato.

A poca distanza, in primavera e in estate, si possono sentire gli schiamazzi dei ragazzi e delle ragazze impegnati fra tuffi e bagni nelle piscine naturali d’acqua dolce scavate dal torrente poco più a monte.

Allo stesso tempo, nei pressi del borgo, il silenzio perenne e affascinante avvolge una grande necropoli longobarda, a sua volta retaggio del momento di massimo splendore di questo angolo d’Italia nel corso della storia.

Il borgo di Castel Trosino

Più che un borgo, Castel Trosino è poco più di un villaggio. Gli abitanti permanenti sono nell’ordine di una decina o due, le sue strade si esauriscono in qualche vicolo e un paio di piazze comunicanti.

In questo piccolissimo angolo ereditato direttamente dal medioevo, incastonato su uno sperone di roccia a strapiombo rispetto alla gola dove scorre il Castellano, si respira una bellissima atmosfera. Merito della conservazione del contesto originale del borgo, con gli edifici interamente fabbricati e mantenuti in pietra di travertino.

Fonte: Lorenzo Calamai

La chiesa di San Lorenzo Martire a Castel Trosino

Vi si entra solamente a piedi o in bicicletta, dopo aver eventualmente lasciato l’auto nel parcheggio della chiesa che sorge di fronte all’ingresso del paese. Si oltrepassa l’arco che apre una breccia nelle possenti mura e si è catapultati in un contesto totalmente medievale.

Se in epoca romana l’area dell’odierno abitato era già conosciuta per le sorgenti di acque termali che si gettano nel torrente Castellano conferendo alle acque il tipico colore turchese, fu nel VI secolo che Castel Trosino si sviluppò come fortificazione utile all’avvistamento vista la sua particolare posizione. Feudo longobardo dipendente dal Duca di Spoleto, rappresentò il baluardo militare nella valle del Castellano.

La porta di accesso e i resti della cinta muraria visibili oggi sono quelli che vennero risparmiati alla fine del Quattrocento dalla presa del castello operata dalle milizie dello Stato della Chiesa, che distrusse invece gran parte delle fortificazioni presenti.

Fonte: Lorenzo Calamai

La leggenda narra che Manfredi di Svevia abbia soggiornato a Castel Trosino

Oltrepassata la Taverna del Longobardo, bar e ristorante punto di riferimento dell’intera cittadina, vi troverete nella piazza principale, con di fronte la chiesa di San Lorenzo Martire, un bel pozzo decorato da archi in ferro battuto e il balcone di una casa bassa, conosciuta come la Casa di Re Manfrì, dove la tradizione narra che abbia soggiornato anche Manfredi di Svevia, figlio di Federico II e Re di Sicilia.

Secondo alcuni interpreti della Divina Commedia, peraltro, le spoglie di Manfredi, morto nella battaglia di Benevento del 1266 e qui sepolto in un primo tempo, giacciono in un imprecisato punto sul greto del Castellano, che scorre sotto la rupe su cui si erge Castel Trosino.

Il tesoro di Castel Trosino

Una mattina di aprile del 1893 un contadino di Castel Trosino, Salvatore Pignoloni, prese carro, aratro e i suoi buoi e si diresse nella vigna che coltivava presso la cosiddetta contrada Santo Stefano, poco fuori dal borgo medievale.

Durante l’aratura, però, i suoi attrezzi finirono in una profonda fossa, rivelando ossa, scheletri e oggetti preziosi. Fu l’accidentale avviò della scoperta di quello che venne allora chiamato il tesoro di Castel Trosino: una grande necropoli longobarda, datata tra il VI e il VII secolo dopo Cristo.

Fonte: Mauro Orsini con licenza CC BY 2.5

Castel Trosino, vista d’insieme

Erano circa 240 i corpi sepolti e le seguenti ricerche archeologico hanno permesso grandi progressi nel determinare le modalità di convivenza sullo stesso territorio delle popolazioni longobarde e di quelle romano-bizantine. All’interno delle fosse era presente una gran quantità di piccoli oggetti come spille, anelli, orecchini, fibule e altri piccoli ornamenti preziosi. La maggior parte di questi si trova oggi al Museo Nazionale dell’Alto Medioevo a Roma, altri sono arrivati fino al MET di New York, mentre molto altro può essere scoperto presso il vicino Museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno.

La necropoli vera e propria è ancora oggi visitabile, con ampi pannelli didattici che raccontano la storia del ritrovamento e approfondiscono usi e costumi delle antiche sepolture cerimoniali. Inoltre, una radura nel bosco offre una bella vista d’insieme sul borgo di Castel Trosino.

Per raggiungere la necropoli occorre percorrere la Strada provinciale di Valle Castellana che collega Ascoli e Castel Trosino. Scendendo dal borgo verso la città si lascia l’auto in corrispondenza di una strada in cemento sulla destra e la si percorre a piedi per qualche minuto, addentrandosi nel bosco.

Le Cascatelle di Castel Trosino

Il Castellano è una vera e propria benedizione nei mesi caldi dell’anno. Le sue acque chiare e fresche attraversano tumultuose il territorio montagnoso al confine tra Marche e Abruzzo, per poi offrire il meglio agli appassionati di wild swimming in una serie di piscine naturali d’acqua dolce una più spettacolare dell’altra tra Castel Trosino e Ascoli Piceno.

Arrivando da Ascoli Piceno e superano il borgo di Castel Trosino lungo la Strada provinciale di Valle Castellana, si prosegue per circa 700 metri, fin quando non si trova sulla destra una strada bianca che scende verso il basso con un brusco tornante. È il luogo migliore dove lasciare l’aiuto e percorrere a piedi l’ampia strada sterrata che conduce al letto del Castellano.

Fonte: Lorenzo Calamai

A bagno nelle acque turchesi del Castellano

Qui si può facilmente guadare il fiume e imboccare il sentiero battuto dai frequenti passaggi. In circa 10 minuti di camminata nella vegetazione ripariale, si arriva a un’ampia radura, dove una cascata artificiale genera un’ampia polla d’acqua color turchese e offre il trampolino ideale per un tuffo liberatorio.

Le Cascatelle di Castel Trosino sono una delle mete preferite dai locali per una gita nel fine settimana. Come in un moderno anfiteatro, ci si dispone sulle rocce tutte attorno alla piscina naturale, assistendo in totale relax alle gare di tuffi fra ragazzi e bambini.

Fonte: Lorenzo Calamai

Cascatelle di Castel Trosino

Nell’area di un chilometri quadrato, dunque, Castel Trosino offre un borgo medievale estremamente scenografico dove perdersi in una atmosfera senza tempo, una affascinante necropoli longobarda dove esplorare le vestigia di una storia vecchia di 1500 anni e un contesto naturale accessibile ma selvaggio, dove potersi riconnettere con il verde degli alberi e l’azzurro delle acque: un contesto ideale per una giornata di vacanza diversa dalle altre.

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Gite di Pasquetta: idee per una giornata fuori porta

Il weekend di Pasqua è entrato nel vivo, una perfetta occasione per ritagliarsi un momento di relax, staccare dagli impegni quotidiani e godersi una gita fuori porta insieme alla famiglia o con gli amici.

E Pasquetta, il Lunedì dell’Angelo, meteo permettendo, è da sempre una giornata che ricorda la primavera e che invita a uscire all’aria aperta o, comunque, a organizzare una giornata fuori casa. Ecco, allora, una selezione di idee per godersi al meglio questa piacevole data di festa.

I Castelli Aperti in Piemonte

Anche per il 2024, torna l’attesa e apprezzata rassegna piemontese “Castelli Aperti“, proprio in occasione delle festività pasquali, con la sua 29esima edizione: saranno visitabili, da adesso fino all’autunno, ben 80 siti storici e beni tra castelli, palazzi, giardini, borghi, ville e musei.

In particolare, alcune aperture di Pasquetta sono:

  • Rocca di Arignano (TO) su prenotazione dalle 10.00 alle 12.00;
  • Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) dalle 10.00 alle 18.00 con ultimo ingresso alle 17.00;
  • Castello di Pralormo (TO) dalle 10.00 alle 18.00;
  • Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo (TO) dalle 10.00 alle 19.00 su prenotazione;
  • Castello dei Paleologi – Civico Museo Archeologico di Acqui Terme (AL) dalle 10.00 alle 19.00;
  • Castello Sannazzaro a Giarole (AL) alle 11.30 e alle 15.30;
  • Castello Falletti di Barolo e WIMU Wine Museum (CN) dalle 10.30 alle 19.00;
  • Castello dei Principi D’Acaja a Fossano (CN)  con tour alle ore 11.00, 15.00 e 16.30;
  • Castello della Manta (CN) dalle 10.00 alle 18.00;
  • Castello dal Pozzo a Oleggio Castello (NO) al mattino su prenotazione.

I Giardini di Villa della Pergola ad Alassio, Liguria

Hanno riaperto sabato 23 marzo 2024 i magnifici Giardini di Villa della Pergola ad Alassio, una delle mete più gettonate della Riviera Ligure di Ponente e sono visitabili con visite guidate a prenotazione obbligatoria.

Gli esperti giardinieri accompagneranno alla scoperta della storia del Parco, illustrando le collezioni e le specie botaniche più rare. Si tratta di un tour davvero entusiasmante, al cospetto di quasi 500 varietà di agapanti, della romantica fioritura dei glicini, 40 varietà di agrumi e molta altra bellezza.

La Caccia al Tesoro Botanico in Lombardia

Lunedì 1 Aprile in Lombardia significa anche “Caccia al Tesoro Botanico“, a cura di Grandi Giardini Italiani, una giornata dedicata alle famiglie per conoscere da vicino l’affascinante mondo della botanica e divertirsi a risolvere indovinelli ed enigmi.

I giardini che aderiscono all’iniziativa sono 18:

  • Villa del Grumello (Como)
  • Villa Carlotta (Tremezzina, CO)
  • Villa Pizzo (Cernobbio, CO)
  • Villa Melzi d’Eril (Bellagio, CO)
  • Parco della Fondazione Minoprio (Vertemate con Minoprio, CO)
  • Villa Cipressi (Varenna, LC)
  • Villa Monastero (Varenna, LC)
  • Giardino di Palazzo Arese Borromeo (Cesano Maderno, MB)
  • Giardino Botanico A. Heller (Gardone Riviera, BS)
  • Rocca di Lonato del Garda (Lonato del Garda, BS)
  • Il Vittoriale degli Italiani (Gardone Riviera, BS)
  • Parco Comunale Angelo e Lina Nocivelli (Verolanuova, BS)
  • Rocca di Angera (Angera, VA)
  • Villa Arconati-FAR (Bollate, MI)
  • BAM-Biblioteca degli Alberi Milano (Milano)

Pasquetta al Castello di Avio (Trento)

Castello di Avio, Trentino Alto Adige

Fonte: iStock

Il Castello di Avio, Trentino Alto Adige

Bene FAI, quello di Avio è uno dei castelli più suggestivi del Trentino, in invidiabile posizione panoramica sul Monte Vignola che domina tutta la vallata fino quasi a Verona.

In occasione di Pasquetta, dalle 10.00 alle 18.00 al via la “caccia alle uova” all’interno delle splendide sale con cicli di affreschi di scuola veronese e nei magnifici giardini. Non manca lo speciale mercatino enogastronomico e di artigianato a tema né la possibilità di organizzare un picnic acquistando il cestino presso la Locanda del Castello.

Visita all’Abbazia di Santo Spirito a Sulmona (L’Aquila)

In Abruzzo, il 1 aprile può essere l’occasione giusta per una tappa all’Abbazia di Santo Spirito al Morrone, a 5 chilometri dal centro di Sulmona, per secoli centro della vita religiosa, culturale e civile del territorio nonché il più importante insediamento della Congregazione dei Celestini.

Alle 0re 11.00, è prevista “L’Abbazia del Papa Eremita”, visita guidata su prenotazione del complesso monumentale con la mostra multimediale ‘Maiella Domus Christi Domus Naturae’.

Una Pasqua Magica al Castello di Lunghezza (Roma)

Coincide con Pasqua e Pasquetta la riapertura del parco a tema “Fantastico Mondo” nello scenario del magico maniero di Lunghezza (Roma), un mondo di eventi, spettacoli, avventure immersive, tutto dal vivo.

Un momento davvero favoloso con l’arrivo in calendario per la nuova stagione della splendida Sirenetta e il suo simpatico amico granchio, la Principessa Tiana, con tanto di Ranocchio, l’incontro nella sua “segreta” Sala dei Ghiacci con la Regina Elsa e l’immancabile Olaf.

Quale occasione migliore per festeggiare Pasquetta con un picnic sui prati verdi adorni di margherite? E magari fare un brindisi con Principesse e Supereroi.

Pasquetta all’Oasi degli Astroni

Un’ottima scelta per trascorrere Pasquetta all’aria aperta con la famiglia o con gli amici nella città metropolitana di Napoli è la visita all’Oasi WWF Cratere degli Astroni di Agnano, una meraviglia naturalistica plasmata dal vulcano spento, dal bosco secolare e dai laghi vulcanici.

È proprio questo il periodo in cui “esplode la primavera” ed è un autentico piacere immergersi nel cuore della riserva che ospita centinaia di animali tra cui 130 specie di uccelli, cinque specie di rapaci diurni, numerosi rettili, mammiferi, libellule e fino a 55 specie di farfalle.

Festa al “paese dove non puoi essere triste”

In provincia di Reggio Calabria, esiste un “paese dove non puoi essere triste”: si tratta di Borgo Croce, frazione di Fiumara, una realtà ricca di colori dove “si respira l’atmosfera di famiglia”, ci si dimentica della tecnologia e della frenesia quotidiana, si parla con la gente, e ci si “riappropria di sé stessi”.

In occasione di Pasquetta, relax e divertimento in uno “spazio senza tempo”: dalle ore 12.00, panini con salsiccia e prodotti tipici, e animatrice per bambini. Dalle ore 15.00, dj set con Paolo Cammera.

Lunedì 1 aprile nel verde di Palermo

Palermo

Fonte: iStock

Veduta aerea di Palermo

Il Lunedì dell’Angelo 2024 a Palermo si festeggia dalle 10.00 alle 18.00 nel verde del Parco di Villa Tasca, nel cuore della natura pur rimanendo in città.

L’oasi apre le porte per far trascorrere una giornata di relax e svago tra i sei ettari di prati e alberi secolari del capoluogo con molte attività pensate sia per famiglie che per gruppi di amici e un menu che prevede box con prelibatezze di verdure oppure carne.

Sul Trenino Verde in Sardegna

Infine, proprio il giorno di Pasquetta 2024, riprende a viaggiare il Trenino Verde di Sardegna, sulla tratta tra Macomer e Tresnuraghes, dopo il periodo di sospensione a causa dei lavori di manutenzione.

L’appuntamento è per le ore 9.00 alla stazione di Macomer per un viaggio emozionante lungo i territori plasmati dall’antica tradizione pastorale fino all’Abbazia cistercense di S. Maria di Corte per poi proseguire alla volta di Tinnura, Paese dell’Arte, e arrivare a Tresnuraghes.

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Ripartono le “Gite in treno” e i “Treni del mare” in Lombardia

Scoprire e riscoprire la Lombardia in treno, con itinerari che uniscono al viaggio esperienze uniche di visita, cultura, arte, divertimento e sport, più corse verso i laghi nei weekend e collegamenti diretti con le Riviere Liguri di Levante e Ponente. Dal 30 marzo ripartono le “Gite in treno” e i “Treni del mare”. Ecco le tappe di questa imperdibile iniziativa.

Le “Gite in treno” per la primavera/estate 2024

Con la primavera tornano le “Gite in treno” di Trenord, percorsi proposti per promuovere un turismo di prossimità in Lombardia, suddivisi in quattro cluster tematici: “laghi”, “divertimento e relax”, “trekking”, “città d’arte”. Sono compresi percorsi treno + battello sui grandi laghi lombardi – Como, Maggiore, Garda, Iseo – e pacchetti che uniscono al viaggio l’ingresso ai più grandi parchi divertimenti della regione, Gardaland e Movieland The Hollywood Park.

Gli sportivi e amanti delle escursioni possono usufruire di opzioni come il biglietto “Viandante sul lago”, che comprende il viaggio in treno fino a Lecco e la libera navigazione fra gli scali fino a Colico, consentendo di alternare tratti in battello a camminate fra i diversi borghi sul Lario, avventurandosi sul bellissimo percorso di trekking “Sentiero del Viandante”.

Dal weekend di Pasqua e Pasquetta, Trenord potenzia il servizio nei festivi sulle linee dirette verso i laghi. Saranno aggiunte due corse sulla linea Milano-Gallarate-Arona-Domodossola e due sulla linea Milano Cadorna-Laveno Mombello Lago, per aumentare i collegamenti fra il capoluogo lombardo e il Lago Maggiore. Due corse in più circoleranno, invece, sulla linea Milano Cadorna-Como Lago, per i turisti diretti sul Lario.

Questi potenziamenti si affiancano alle sette corse aggiuntive introdotte negli anni scorsi nei giorni festivi, sulla linea Milano-Brescia-Verona, che raggiunge il Lago di Garda, e che ora sono state inserite stabilmente nell’orario.

In treno per una gita fuori porta: le proposte più belle

Tra le proposte per delle splendide escursioni vicino a Milano e navigazione dei laghi della Lombardia c’è il Bellagio Tour, lungo quella che viene chiamata “la rotta delle ville sull’acqua”. Si potranno ammirare imponenti residenze storiche come Villa d’Este o Villa Carlotta, ma anche scorci naturali unici e piccoli borghi tipici, da un punto di vista insolito e privilegiato, quello del lago.

Chi punta al binomio divertimento e relax, può scegliere tra diverse offerte entusiasmanti, come quella che permette di raggiungere in treno la Funicolare Como-Brunate e visitare uno dei gioielli della Lombardia, un balcone con vista sulle Alpi. Ad appassionati di trekking, sportivi e pellegrini diretti alle tappe lombarde della Via Francisca del Lucomagno, l’antico cammino storico che collega il centro Europa alla Pianura Padana, e della Via Francigena, l’antica via che da Canterbury giunge a Roma, Trenord riserva invece uno sconto dedicato per raggiungere in treno i due itinerari. Non mancano i collegamenti con le città d’arte, per riscoprire, in maniera comoda e sostenibile, le bellezze dei centri della nostra regione, visitando mostre, musei e monumenti.

“Treni del mare” fra Lombardia e Liguria

Dal 30 marzo ripartono anche i ‘Treni del mare’, che torneranno a collegare Lombardia e Liguria ogni sabato e nei festivi. Le tratte speciali, da Milano e da città come Bergamo, Treviglio, Como, Monza, Seregno, Gallarate, Busto Arsizio, Legnano, Pavia e Voghera porteranno i passeggeri direttamente alle spiagge della Riviera di Levante e di Ponente.

L’offerta sarà di cinque coppie di treni al giorno, effettuate in collaborazione da Trenitalia e Trenord. Grazie a questa iniziativa, sarà ancora più facile raggiungere la splendida Baia di San Fruttuoso, un gioiello al centro del Parco naturale regionale di Portofino e dell’Area Marina Protetta.

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Poggio Scali, un’escursione di primavera nel Parco nazionale delle Foreste Casentinesi

Il confine fra Toscana ed Emilia Romagna corre lungo la dorsale dell’Appennino, eppure quelle montagne non conoscono linee tracciate sulle carte geografiche, tant’è che è possibile ammirare splendidi panorami naturali su ognuno dei due versanti.

Si prenda ad esempio Poggio Scali, una vera e propria terrazza immersa nel Parco delle Foreste Casentinesi, posta esattamente sul confine tra le due regioni. La vista dei boschi e dei colli che lo contornano da una parte e dell’altra del confine regionale lo rendono un luogo speciale, senza la necessità che nessuna linea di demarcazione artificiale gli doni particolarità.

Poggio Scali è infatti una splendida radura che si apre tra i boschi che coprono questa porzione di Appennino Tosco-romagnolo, con ampi prati sui quali stendersi ad ammirare la natura circostante. Ci si arriva percorrendo un tranquillo sentiero escursionistico che non richiede particolare preparazione fisica e tecnica, costeggiando una riserva naturale integrale.

Si tratta di un percorso di trekking ideale per una giornata primaverile, quando il verde tenue dei faggi denota l’avviarsi della natura verso la bella stagione, e tutt’intorno ci si accorge della rinascita dopo il letargo invernale.

Come arrivare a Poggio Scali

Vari sentieri conducono a Poggio Scali e al suo prato a 1520 metri di altitudine, una delle vette più alte dell’Appennino Tosco-romagnolo, secondo solo al Monte Falco e al Monte Falterona. Per una escursione di bassa difficoltà, con una lunghezza di circa 12 chilometri fra andata e ritorno e una durata stimata di percorrenza intorno alle 4 ore, partite dall’Eremo di Camaldoli, un monastero nelle vicinanze di Poppi (AR) risalente all’XI secolo.

Per raggiungerlo recatevi a Ponte a Poppi, la zona bassa della succitata e caratteristica cittadina che sorge in cima a un colle ed è uno dei borghi più belli del Casentino, una delle vallate che separa Firenze da Arezzo. Da qui l’evidente cartellonistica vi aiuterà a salire, in circa 25 minuti di auto, all’Eremo.

Secondo la tradizione l’Eremo di Camaldoli sarebbe stato fondato da San Romualdo intorno al 1012, e la regola che regge il monachesimo ivi praticato è tratta proprio dagli insegnamenti del fondatore, monaco benedettino che dette origine alla Congregazione camaldolese. Oggi l’Eremo è diviso fra una parte dove alcuni monaci praticano ancora l’eremitismo e una parte visitabile, tra cui l’antica cella di San Romualdo, una chiesa con opere d’arte di stile barocco e un emporio con i prodotti del monastero, come profumi e liquori.

Fonte: Lorenzo Calamai

Una splendida escursione con il verde della primavera che torna a colorare i fusti degli alberi

Il sentiero che collega Camaldoli a Poggio Scali è peraltro parte della Viae Sancti Romualdi, un cammino da Sant’Apollinare in Classe, in provincia di Ravenna, fino a Fabriano in 30 tappe sulle orme del santo.

Una volta giunti di fronte all’edificio religioso basterà lasciare l’auto in uno dei tanti posteggi allestiti all’esterno. Il luogo è molto conosciuto, facilmente raggiungibile e particolarmente prediletto dalle famiglie per una gita domenicale, per cui, se possibile, preferite giorni feriali e arrivi in mattinata per trovare comodamente il vostro posto auto.

Nei pressi del cimitero dell’Eremo si trovano le indicazioni per Poggio Scali, manutenute dal CAI.

L’escursione

Le difficoltà principali di questa escursione si trovano subito all’inizio del percorso. Poggio Scali, come detto, si trova sul crinale che divide la Toscana dall’Emilia Romagna, e il sentiero 00 è il Sentiero di spartiacque appenninico, per definizione quel sentiero che percorre appunto il crinale della catena montuosa.

Per raggiungerlo si deve affrontare un tratto iniziale con discreta pendenza in salita che potrebbe tagliarvi immediatamente le gambe. Prendetela con filosofia, mettete le marce ridotte e andate su del vostro passo: la parte più dura è lunga poco più di un chilometro ed è totalmente immersa in uno splendido bosco di larici, che vi delizieranno le narici con il loro profumo balsamico.

Dopo l’attacco del sentiero, il resto dell’escursione è molto tranquillo: si attraversa una lunga parte di brevi saliscendi, mentre i larici lasciano il posto ai faggi e alle betulle, con occasionali radure di splendidi prati dal colore verde acceso.

Camminando lungo il crinale, però, sono quasi nulle le opportunità di affacciarsi oltre la coltre alberata che circonda il sentiero. Diventa poi impossibile nell’ultima parte del sentiero, quando questo è costeggiato dal territorio della Riserva naturale integrale di Sasso Fratino, la prima in Italia, istituita nel 1959.

Fonte: Lorenzo Calamai

Una delle poche radure sul percorso che permettono di affacciarsi verso la Romagna

Una riserva naturale integrale è un’area nella quale non sono ammesse attività dell’uomo che non siano  la ricerca scientifica, quindi nemmeno l’attraversamento della medesima. Quella di Sasso Fratino è particolarmente importante perché conserva uno dei pochi tratti di foresta ancora intatti, con la presenza di aspri pendii rocciosi e nessun accesso che l’hanno così riparata dall’intervento della mano umana. Dal 2007 la Riserva di Sasso Fratino fa parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO come parte del sito seriale “Foreste primordiali dei faggi dei Carpazi e di altre regioni d’Europa“.

Niente paura, però: la vostra fame di panorama sarà esaudita poco dopo. Una bacheca in legno con informazioni sulla affascinante fioritura del botton d’oro è il segnale per svoltare a destra e salire la breve rampa in salita che porta sulla vetta di Poggio Scali, a 1520 metri sul livello del mare.

Da qui lo sguardo può spaziare dai monti sopra Firenze in lontananza, verso sinistra, alla strada che sale al Passo della Calla, frontiera fra Toscana ed Emilia Romagna, fino alle colline del forlivese, al Lago di Ridracoli e alle valli che declinano verso Cesena.

Fonte: Lorenzo Calamai

Poggio Scali è la terza vetta dell’Appennino Tosco-romagnolo

Il prato che si stende tutto intorno il cocuzzolo della collina è l’ideale per apprezzare un bel picnic e riposare le gambe prima di rimettersi in cammino, ma attenzione: è qui che tra la fine di aprile e i primi di maggio si può assistere alla splendida fioritura del botton d’oro, nome scientifico Trollius Europaeus, un fiore tipico degli ambienti montani ma non particolarmente diffuso, specie in Italia. Nel Parco delle Foreste Casentinesi è presente solo a Poggio Scali. La sua forma particolarmente elegante rende la sua fioritura affascinante.

Ritorno all’Eremo di Camaldoli e dintorni

Per il ritorno ci sono alcune opzioni alternative al compiere lo stesso percorso dell’andata, ma prevedono tutte almeno un paio di chilometri di strada asfaltata prima di tornare presso l’Eremo di Camaldoli, per cui il suggerimento è di rimanere nella natura e tornare per la stessa via dell’andata.

Dopo la discesa, una fermata ideale prima di riprendere l’auto è al piccolo emporio dell’Eremo, dove potrete trovare una ampia selezione di prodotti dei monaci camaldolesi.

Scendendo di nuovo a valle verso il Casentino, non dimenticate di effettuare una visita ai tanti bei borghi che punteggiano la vallata, a cominciare da Poppi, uno dei più caratteristici del territorio.

Cittadina che fa parte del club de I Borghi più belli d’Italia, Poppi ha un retaggio medievale che si intuisce a prima vista grazie alla slanciata torre del castello che rappresenta il simbolo e il centro del paese.

Fonte: Lorenzo Calamai

Il castello dei Conti Guidi a Poppi

Si tratta del Castello dei Conti Guidi, la famiglia nobile che per tre secoli comandò su Poppi e dintorni. Nella piana di fronte a queste mura si combatté nel 1289 la Battaglia di Campaldino, una delle decisive battaglie del Medioevo con cui Firenze divenne egemone sulle altre città toscane. Vi partecipò notoriamente Dante Alighieri, nelle fila dei guelfi fiorentini che risultarono vittorioso, come avrebbe poi raccontato nel canto V del Purgatorio.

La somiglianza con il Palazzo Vecchio di Firenze ha portato a supporre che anche questa costruzione sia attribuibile ad Arnolfo di Cambio, mentre altre attribuzioni ne hanno conferito la paternità a Lapo di Cambio, suo padre. Oggi il castello è visitabile ed ospita una cappella notevolmente affrescata, una sala museale dedicata alla Battaglia di Campaldino con un minuzioso plastico che ricostruisce lo scontro armato e una prestigiosa biblioteca.

Fuori dal castello un’ampia piazza alberata offre una splendida visuale a 360 gradi sulla vallata casentinese, che si tinge di diversi colori a seconda delle stagioni. Il chiosco adiacente al castello è il luogo ideale per chiudere con un degno finale una memorabile giornata di primavera.

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Lago Albano, per una perfetta gita fuori porta

C’è sempre tempo per fare una gita fuori porta, ma spesso non si sa quale direzione prendere. Noi di SiViaggia abbiamo scelto di consigliare un posto ideale a chi si trova nel Lazio, un bacino d’acqua spettacolare e anche ricco di interessanti testimonianze storiche: il Lago Albano.

Lago Albano, info utili

Il bellissimo Lago Albano è di origine vulcanica e sorge in provincia di Roma nell’area dei Castelli Romani, sui Colli Albani. Dalla curiosa forma di un ovale allungato, viene spesso erroneamente chiamato Lago di Castel Gandolfo e colpisce per le sue acque all’apparenza scure e tetre, date anche della sua impressionante profondità massima di ben 168 metri.

Originatosi dall’unione di due crateri, è alimentato esclusivamente da piogge, falde acquifere e sorgenti sotterranee e caratterizzato da ripide coste in cui soggiornano diversi uccelli acquatici e fauna ittica. Anzi, sui suoi costoni rocciosi nidifica uno dei predatori alati più spettacolari che ci siano: il Falco Pellegrino.

Le sue affascinanti coste, tra le altre cose, sono popolate sin dall’età del bronzo, e per questo sono ricche di interessanti resti archeologici, sia preistorici che romani. Ne sono un esempio il Villaggio delle Macine, l’antico emissario artificiale del lago considerato, finora, il più grande sito archeologico palafitticolo d’Italia, e il ninfeo detto del Bergantino, che sorge nel più ampio complesso della Villa di Domiziano.

Lago Albano, provincia di Roma

Fonte: iStock

Una bellissima veduta del Lago Albano

Cosa fare

Al Lago Albano non ci si annoia mai, perché qui le cose da fare sono davvero tantissime. Innanzitutto, è una delle mete preferite dei pescatori locali (e non solo) perché le sue acque sono popolate da una variegata fauna ittica. Allo stesso tempo, è il luogo perfetto per passare qualche ora in pace e relax, mentre si è circondati da una natura raggiante e dall’allegria contagiosa di chi vive in zona.

Soddisfazioni le possono ottenere anche coloro che vogliono dedicarsi a una camminata dolce, perché il lago è impreziosito da una sorta di “passeggiata” che conduce a scoprire scorci pittoreschi che entrano dritti nel cuore.

Non mancano i ristoranti con vista per gustare la tipica (e buonissima) cucina romana, come anche un piccolo e grazioso porticciolo da cui ammirare tutta la bellezza circostante e scattare qualche bella foto ricordo.

Il Lago Albano è anche perfetto per fare sport: vi si può praticare la vela, grazie anche alla presenza di circoli velici sul lungolago, e la canoa. In più, è qui che sorge il circolo federale della FICK (Federazione Italiana Canoa e Kayak), dove si allena la nazionale italiana. Ma del resto presso questo lago si tennero le gare di canottaggio delle Olimpiadi di Roma del 1960.

Sul lungolago di Castel Gandolfo e la strada sterrata con cui esso prosegue poco dopo l’emissario romano, capita molto spesso di incontrare gruppi di podisti e ciclisti. Inoltre, c’è anche la possibilità di praticare mountain bike, grazie alla presenza di sentieri e strade sterrate che portano dinnanzi a spettacoli naturali e storici.

I borghi che si affacciano sul lago

Se si decide di fare una gita fuori porta verso il Lago Albano, il consiglio è anche quello di visitare gli antichi borghi che si affacciano sulle sue placide sponde. Uno di questi è Albano Laziale, dal quale il lago prende il nome, mentre l’altro è Castel Gandolfo, che regala un panorama su questo bacino davvero unico nel suo genere.

Albano Laziale, cosa vedere

Fonte: iStock – Ph: Manuela Finetti

Un angolo di Albano Laziale

Albano Laziale possiede origini antichissime: si pensa che il suo nome derivi da Albalonga, la mitica città fondata da Ascanio, figlio di Enea, e narrata nell’Eneide di Virgilio. È un borgo sempre animato anche grazie alle tante manifestazioni di interesse turistico, legate soprattutto alla tradizione del territorio, che si svolgono durante tutto l’anno.

Con una piacevole passeggiata è possibile scoprire il suo grazioso centro storico, pregno di monumenti dai diversi stili, come quello medievale, barocco e fino ad arrivare ai resti e alle rovine antiche.

Tra i punti di interesse da non perdere, vale senza ombra di dubbio dedicare il proprio tempo alla chiesa seicentesca di Santa Maria della Stella e ella celebre Tomba degli Orazi e Curiazi, situate l’una di fronte all’altra sotto alla trafficata Via Appia Nuova.

Immerso nel verde, offre anche tanti buonissimi prodotti tipici come il broccolo capoccione, una varietà di broccolo che presenta un’infiorescenza molto grande e che è l’ingrediente dei broccoli attufati, uno dei piatti più rinomati della tradizione gastronomica locale.

Castel Gandolfo è forse il borgo più famoso tra i due, anche perché qui è presente la residenza estiva dei Pontefici, ma la verità è che è pieno di ville e altre residenze d’epoca che lasciano senza fiato. Tra queste vanno necessariamente citate la Villa di Domiziano e la Fattoria Vaticana.

Degni di nota sono anche il Palazzo Papale, la splendida chiesa di San Tommaso di Villanova e la fontana, entrambe progettate dal Bernini, e la più antica buca della posta d’Italia. Non mancano di certo gli emozionati punti panoramici per ammirare il Lago Albano e i boschi da cui è incorniciato.

Le leggende del lago

I laghi, specialmente quelli vulcanici, sono sempre avvolti da un particolare alone di mistero. Anche il Lago Albano lo è, tanto che sulla sua nascita ed evoluzione aleggiano ben due leggende diverse. La prima narra che nel lontanissimo 396 a.C., prima della caduta di Veio, gli indovini pronosticarono che nel momento in cui l’acqua del Lago Albano avesse seguito un percorso insolito, i romani sarebbero riusciti a conquistare Veio.

Si dice che fu proprio per questo motivo che gli antichi romani iniziarono lo scavo dell‘Emissario del Lago Albano, un cunicolo lungo 1800 metri che faceva seguire alle acque di questo bacino un percorso diverso dal normale. In seguito, Marco Furio Camillo riuscì ad espugnare Veio.

Un’altra leggenda narra invece che un’anziana signora, accusata di stregoneria, si sia suicidata gettandosi da un precipizio che si affaccia ancora oggi sul Lago Albano. Secondo molte persone, anche adesso si riesce ad udire la sua voce chiamare dal basso, intenta ad invitare i visitatori a buttarsi a loro volta, ma la verità è che è solo un luogo che pare incantato e dai profili misteriosi.

Insomma, il Lago Albano è pregno di meraviglie da visitare, ma anche di quel pizzico di mistero che gli dona un fascino unico nel suo genere.

Castel Gandolfo, cosa vedere

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / U. COLNAGO

Una magica veduta di Castel Gandolfo
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Le gite fuori porta da fare il primo giorno del nuovo anno

Se siete stanchi di cenoni e pranzi infiniti e preferite iniziare l’anno nuovo con una mini-vacanza rigenerante, una gita fuori porta è quello che ci vuole per ricaricare le pile prima di dire addio alle feste e tornare alla routine quotidiana. Il modo perfetto per cominciare a fare subito il pieno di ricordi speciali, andando alla scoperta di luoghi che riservano sorprese a ogni angolo.

Gite fuori porta a Capodanno, tra borghi e terme

In provincia di Piacenza, è possibile immergersi in una splendida atmosfera medievale visitando il borgo di Grazzano Visconti, il suggestivo villaggio riconosciuto “Città d’arte” dalla Regione Emilia-Romagna nel 1986, dove il tempo sembra essersi fermato. Oltre a perdersi tra le stradine bianche, le casette dalle facciate affrescate, i portici e i suggestivi musei, fino al 7 gennaio i visitatori possono ancora godere delle iniziative natalizie, come la pista di ghiaccio, l’area spettacoli con jumping e tanto altro.

Se, invece, desiderate ancora immergervi nell’arte presepiale, il borgo di Ossana vi aspetta con un suggestivo percorso di oltre 1600 presepi. Si trova all’imbocco della Val di Peio, ai piedi delle cime del gruppo della Presanella. Siamo in provincia di Trento, in uno dei Borghi più Belli d’Italia, dove in questo periodo dell’anno si può intraprendere un suggestivo percorso che guida i visitatori lungo le corti del paese, fino al cuore pulsante della rassegna, il Castello di San Michele. Quisi può ammirare un grande presepe realizzato all’interno delle sue mura, in cui sono narrati episodi realmente accaduti in una notte di Natale durante la Prima Guerra Mondiale.

A circa un’ora e mezza da Firenze, si trova Calamecca, il borgo ritrovato nel comune di San Marcello Piteglio, in provincia di Pistoia. Grazie anche alla sua posizione un po’ defilata nel cuore della montagna pistoiese, ha conservato il fascino e la lentezza di un tempo lontano. Intorno al paese c’è la Macchia Antonini, un’area naturale protetta a 962 metri s.l.m, raggiungibile in auto ma anche a piedi attraverso il bosco.

Trascorrere il primo giorno dell’anno tra i gioielli lambiti dalle acque dei laghi Maggiore e d’Orta può regalare emozioni indelebili. Merito del progetto “Isole di Luce” che mira fortemente a promuovere e a valorizzare il patrimonio turistico e culturale dell’Isola dei Pescatori, che si affaccia sul Lago Maggiore, e dell’Isola di San Giulio, unico fazzoletto di terra “galleggiante” del Lago d’Orta, perla della provincia di Novara. Uno spettacolo che proseguirà fino all’Epifania, creando un’atmosfera di fiaba attorno a questi luoghi d’antica bellezza.

Anche il Capodanno alle Terme è una valida alternativa per iniziare come si deve l’anno nuovo e rilassarsi dopo pranzi e cenoni in famiglia. Immersa nel meraviglioso Parco Nazionale dello Stelvio, Bormio è un vero e proprio paradiso per chi cerca relax e benessere, grazie alle sue rinomate terme ad alta quota, richiamo turistico molto importante al pari dei moderni impianti sciistici.

Gite fuori porta a Capodanno: ciaspolate ed escursioni

Se siete amanti delle escursioni e desiderate trascorrere il primo giorno dell’anno a contatto con la natura, regalatevi una salita sul Monte Comer, nelle Prealpi Bresciane e Gardesane. Il percorso si sviluppa lungo le mulattiere e attraversa boschi e piccoli borghi. Lungo il sentiero è d’obbligo una tappa al bellissimo Eremo di San Valentino, a picco sul lago, che sembra incastonato nella roccia. Una volta in cima, potrete ammirare panorami stupendi sul Lago di Garda e sul Monte Baldo.

Se invece desiderate vivere l’esperienza di una escursione con le ciaspole adatta a tutta la famiglia, le Dolomiti, con le distese candide attorno al Catinaccio e al Latemar, sono una destinazione perfetta. Tanti i percorsi in mezzo alla natura, facili, pianeggianti, ideali per le vacanze sulla neve anche con bambini.

Il Lago di Barrea, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo, è invece la cornice ideale per fantastiche escursioni o passeggiate in bicicletta, circondati dalle vette dell’Appennino. Se, infine, siete in Sicilia, le escursioni nei dintorni di Petralia Sottana, nel cuore del massiccio centrale del Parco delle Madonie. sono uno dei modi migliori per vivere intensamente la natura fin dal primo giorno dell’anno.

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Le mete low cost di Natale per viaggi last minute

Se non avete ancora organizzato un viaggio o una gita fuori porta per le vacanze di Natale, il modo migliore e più pratico di viaggiare è salire su un treno che vi porterà a destinazione.

E, se pensate che ormai sia troppo tardi per prenotare perché non ci sarà più posto, vi sbagliate di grosso. Trainline ha pubblicato il report delle tratte ferroviarie più prenotate per le vacanze natalizie e anche di quelle dove c’è ancora disponibilità di posti a sedere.

L’Italia risulta essere il Paese dove si effettuano più prenotazioni last minute. Secondo i dati di Trainline, infatti, nel 2022 gli italiani hanno prenotato in media solo cinque giorni prima della partenza al contrario dei francesi che sono più pianificatori (dieci giorni prima), degli spagnoli (12 giorni prima) e dei tedeschi (15 giorni prima).

Le tratte ferroviarie dove trovare ancora posto

Tra le destinazioni dove si può ancora andare ci sono Venezia e Bologna, se si parte da Milano, e Napoli, se si parte da Bologna o da Firenze.

Visitare Venezia in giornata

Prima che scatti il ticket d’ingresso per entrare a Venezia, un viaggio in questa splendida città unica al mondo è d’obbligo. Partendo da Milano, in due ore e mezza si arriva alla stazione di Santa Lucia e, dopo aver attraversato il Ponte della Costituzione o Ponte di Calatrava, si è giunti in città. Eletta migliore città d’Europa del 2023 dal Daily Telegraph, la nostra intramontabile e romantica Venezia è unica per il suo patrimonio artistico, culturale, architettonico e paesaggistico. Un vero e proprio scrigno che racchiude autentici tesori dell’arte mondiale.

È l’unica città dove le strade quasi non esistono, sostituite dall’acqua che prende la forma di canali e lagune, tanto che ci si muove quasi solo a piedi o con i vaporetti. Venezia è Patrimonio dell’Unesco dal 1987, non solo per il valore storico, culturale e artistico che rappresenta, ma anche per il paesaggio naturale che offre a chi ha la fortuna di visitarla.

In una giornata si può passare da piazza San Marco alla Basilica, da Palazzo Ducale al celeberrimo Caffè Florian, con una gita in gondola sul Canal Grande, passando sotto il Ponte di Rialto e visitando sia le Gallerie dell’Accademia sia la Collezione di Peggy Guggenheim. Qui trovate altre cose da fare in 24 ore a Venezia.

Bologna in un giorno

Proprio quest’anno, Bologna ha ricevuto l’Urban Award come città più sostenibile d’Italia. Da Milano in un’ora si arriva a Bologna Centrale dove si può noleggiare una bicicletta ed esplorarla in lungo e in largo attraverso i suoi mille chilometri di Bicipolitana, un’unica ciclabile, la più lunga d’Italia, con percorsi sicuri e continui che servono sia ai cittadini sia ai turisti e che, spesso immersi nella natura, portano anche fuori città.

Il Capoluogo emiliano è un concentrato di storia medievale e rinascimentale e nasconde ancora molti angoli segreti. Molti sono i motivi per cui Bologna dovrebbe assolutamente finire nella whislist delle prossime destinazioni da visitare. La sua cucina è senza dubbio al vertice dell’interesse dei turisti, vista l’importanza dell’enogastronomia nell’era moderna dei viaggi. Ed è a questo proposito che, tra le tappe consigliate per chi arriva in città, ci sono i suoi mercati all’aperto e, ovviamente, FICO Eataly World, un parco a tema dedicato interamente alle prelibatezze italiane.

Ma Bologna è molto di più: il suo complesso di portici, lungo ben 62 km, è riconosciuto Patrimonio Unesco ed è uno dei suoi simboli distintivi. Così come anche le 24 torri medievali di pietra, che svettano nello skyline.

Napoli in 24 ore

Con tre ore di treno da Firenze e tre e mezza da Bologna si arriva a Napoli. Il viaggio è fattibile anche in giornata, ma se si riesce a fermarsi almeno una notte il weekend diventa meno frenetico e si possono visitare molti più luoghi. Certo, non tutti.

Se non ci siete mai stati, concentratevi sulle tappe più turistiche: il centro storico, la Cappella San Severo, la Cappella di San Gennaro, San Gregorio Armeno, che nel periodo natalizio con i suoi presepi è il top, Palazzo Reale, piazza del Plebiscito, il Teatro San Carlo e il lungomare di Mergellina.

Se avete già visitato queste meraviglie napoletane, allora potete dedicare più tempo per esplorare Spaccanapoli, i Quartieri Spagnoli, i sotterranei di Napoli (ci sono diversi accessi, il più noto è quello in via dei Tribunali) e visitare con tutta calma il Museo archeologico dove sono custoditi reperti degli scavi di Pompei.

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I ponti del 2024: quando andare in vacanza (nell’anno bisestile)

Se per moltissimi italiani le vacanze estive sono sacre, durante il resto dell’anno ogni occasione è buona per concedersi una breve gita fuori porta. E i ponti sono perfetti: ci consentono di partire senza dover prendere alcun giorno di ferie – o comunque usandone pochissimi, se proprio vogliamo allungare il viaggio. Vediamo dunque quando cadono le festività nel 2024, che sarà un anno bisestile.

Tutti i ponti del 2024

Il prossimo anno sarà leggermente meno soddisfacente rispetto al 2023, per tutti coloro che non si lasciano sfuggire nemmeno un ponte. Tuttavia ci saranno moltissime occasioni da sfruttare per andare in vacanza, approfittando delle feste per non consumare le proprie ferie. Si parte già alla grande con il 1° gennaio: Capodanno sarà infatti un lunedì, offrendoci 3 giorni consecutivi (assieme a sabato 30 e a domenica 31 dicembre 2023) un bel weekend da trascorrere in famiglia. Nulla da fare invece per l’Epifania, dal momento che il 6 gennaio sarà un sabato.

Carnevale sarà l’occasione perfetta per divertirsi con i più piccoli – o per tornare noi stessi un po’ bambini: il giorno clou dei festeggiamenti sarà Martedì Grasso, che il prossimo anno si festeggerà il 13 febbraio. Ed eccoci a Pasqua, che cadrà domenica 31 marzo: assieme al sabato precedente e al lunedì 1° aprile (Pasquetta), avremo 3 giorni liberi. La primavera sarà ricca di opportunità, dal momento che la Festa della Liberazione si terrà giovedì 25 aprile. Ovvero, aggiungendo un solo giorno di ferie ne avremo ben 4 per un weekend fuori porta. Mentre la Festa dei Lavoratori sarà mercoledì 1° maggio: chi può usufruire di 2 giorni di ferie, potrà partire addirittura per 5 giorni.

La Festa della Repubblica cadrà domenica 2 giugno, dovremo quindi accontentarci di un semplice fine settimana. Diversa la situazione per Ferragosto: essendo giovedì 15 agosto, potremo aggiungere un venerdì di ferie e goderci 4 giorni al mare. Dovremo poi attendere il 1° novembre, ovvero la festa di Ognissanti, per un altro ponte: essendo di venerdì, avremo 3 giorni consecutivi da trascorrere in casa (o in vacanza). Per l’Immacolata Concezione, invece, avremo soltanto domenica 8 dicembre. Va meglio per Natale e Santo Stefano, che cadranno rispettivamente mercoledì 25 e giovedì 26 dicembre: con un solo giorno di ferie ne avremo ben 5, se invece possiamo prenderne 2 (lunedì 23 e martedì 24 dicembre) faremo 6 giorni di vacanza.

Dove andare in vacanza

Insomma, anche il 2024 sarà ricco di splendide occasioni per tutti coloro che amano viaggiare, seppur solo per qualche giorno alla volta. Quali sono le mete perfette per un weekend (o un ponte) fuori porta? Per quello di Capodanno, ci si può rilassare in qualche destinazione termale per sfruttare i benefici delle acque geotermiche e stare un po’ al caldo. Oppure si può andare in montagna, per concedersi qualche discesa mozzafiato sulle più belle piste da sci. Pasqua e Pasquetta, che apriranno la primavera, sono l’occasione ideale per immergersi nella natura e fare un bel picnic.

I ponti di aprile e maggio ci offrono l’opportunità di andare alla scoperta delle splendide città d’arte e dei piccoli borghi italiani. Chi ha qualche giorno di ferie potrà anche scegliere una meta estera, tra le più belle capitali europee. A Ferragosto, invece, si va come da tradizione al mare con gli amici. L’arrivo dell’autunno, con il ponte di Ognissanti, ci spinge a cercare di nuovo qualche attività all’aria aperta, per godere degli ultimi raggi di sole e ammirare lo spettacolo del foliage. E tra Natale e Capodanno, via libera ad un city break in Europa o di nuovo ad una vacanza sulla neve.