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Nuove escursioni sulle orme del Perugino

Tra le innumerevoli iniziative che l’Umbria ha messo in campo per celebrare i 500 dalla morte del Perugino (tra cui va segnalata la Mostra monografica allestita presso la Galleria Nazionale dell’Umbria a Perugia) prende vita il progetto turistico “Il Perugino per tutti“, escursioni gratuite tra luglio e settembre in e-bike e navetta.

Si tratta di un nuovo percorso permanente che attraversa il ricco territorio di Foligno, Spello e Assisi e vede come protagonista il magnifico paesaggio umbro, per omaggiare un Maestro, il “Divin Pittore” Pietro Vannucci, che trasse ispirazione da paesaggi veri che idealizzò e poi rese immortali nei suoi capolavori: calanchi, scoscese scarpate, verdeggianti colline, fiumi, torrenti, boschetti, piccoli paesi e specchi d’acqua che sono tuttora riconoscibili nella sua terra natia.

“Il Perugino per tutti”: un’esperienza unica nelle terre umbre

L’obiettivo del progetto “Il Perugino per tutti”, patrocinato e finanziato dalla Regione Umbria con il cofinanziamento dei Comuni promotori di Foligno, Assisi e Spello, è quello di far vivere ai visitatori locali e ai turisti italiani e stranieri un’esperienza immersiva nelle terre umbre raccontate dal Perugino, proponendo un itinerario alla scoperta di quattro grandi opere d’arte del Maestro in ebike e navetta, percorrendo il ricco e affascinante paesaggio tra le città di Foligno, Spello e Assisi.

Le 9 escursioni (sei in navetta e tre in ebike) gratuite e su prenotazione obbligatoria, si svolgeranno dal 22 luglio al 9 settembre, e, traendo spunto dall’attenzione del Perugino per il paesaggio naturalistico e l’esaltazione degli elementi naturali, condurranno lungo un percorso itinerante in 3 tappe per 4 opere che rappresentano l’espressione dell’intera carriera dell’artista dagli esordi alla conclusione della sua attività.

Ad Assisi, l’opera del Perugino è custodita all’interno della Basilica di S. Maria degli Angeli: si tratta de ‘La Crocifissione’ (1485-1486). Il dipinto, frammentario, trova posto sulla parete posteriore esterna della chiesa della Porziuncola che faceva parte del coro nel 1485. Il coro viene abbattuto nel 1569, all’avvio dei lavori per la nuova monumentale Basilica.

Foligno, invece, l’opera del Maestro si trova all’interno dell’Oratorio della Nunziatella ed è ‘Il Battesimo di Cristo’ (1508-1513), un affresco che fa parte della decorazione voluta dal rettore della società dell’Annunziata Giovanni Battista Merganti per la cappella di San Giovanni Battista.

Infine, Spello conserva due opere del Perugino all’interno della Chiesa di Santa Maria Maggiore: la “Madonna col Bambino tra i santi Girolamo e Caterina d’Alessandria” (1521) e il dipinto “Cristo in pietà tra i santi Giovanni evangelista e Maria Maddalena” il quale, insieme a quello con la Vergine in Trono, viene assegnato sempre al 1521 quando Pietro Vannucci è ormai al termine della propria carriera artistica.

“Il Perugino per tutti”, a partire dall’estate 2023, si candida inoltre a diventare un percorso permanente ad anello da percorrere in e-bike, navetta/auto o a piedi, sviluppato attraverso la strutturazione dell’itinerario che collega le 3 città e le 4 opere del Perugino: promosso e sperimentato durante le 9 uscite estive, sarà un tracciato perenne, accessibile mediante una mappatura online dei punti di interesse, anche grazie alla creazione delle tracce GPX scaricabili gratuitamente.

Le interessanti iniziate collaterali

Per valorizzare ancora di più l’itinerario e la fruizione delle opere, ogni Comune ha previsto una serie di iniziative collaterali.

Nel dettaglio, a Foligno è stato realizzato il progetto di video mapping Omnis Acquae: l’Oratorio della Nunziatella si trasformerà, così, in uno spazio suggestivo in cui il visitatore potrà vivere un’esperienza unica ammirando l’opera del Perugino accompagnato dalla musica, circondato dai colori, immerso nella luce e nell’acqua.

Ad Assisi sono proposti laboratori ludici didattici, tecnologici, artistici e creativi per tutte le età con giochi ispirati all’arte e alla conoscenza delle opere del Vannucci anche con l’ausilio di attività di tecniche di pittura, disegno e affresco.
Durante il periodo estivo, inoltre, sarà disponibile l’itinerario “Assisi, Perugino per tutti”, alla scoperta dei luoghi e delle opere del Perugino e della sua scuola sul territorio del Comune.

Spello è stata redatta per l’occasione una guida tascabile dedicata al Perugino e all’arte rinascimentale nell’area comunale dal titolo “Pietro Perugino e il Rinascimento a Spello” (a cura del prof. Elvio Lunghi e con il contributo di Corrado Fratini, ed. Orfini Numeister) che verrà data in omaggio ai partecipanti ai tour.

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Cima Vezzena: la magnifica escursione per raggiungerla

Chi ama la natura, i profili maestosi delle montagne, l’aria pura e l’adrenalina nel vero senso della parola almeno una volta nella vita deve provare l‘escursione che conduce presso Cima Vezzena. Chiamata anche Pizzo di Levico, Spitz Verle o Spitz Leve è un monte che fa parte del comune di Levico Terme nel Gruppo degli Altipiani, in Trentino. E sulla sua sommità, oltre a un panorama splendido, mette a disposizione del visitatore persino una sorpresa.

Come raggiungere Cima Vezzena

Si può raggiungere Cima Vezzena concedendosi il privilegio di fare una delle escursioni più panoramiche del Trentino: passo dopo passo il viandante si ritroverà circondato da paesaggi magnifici.

Il punto di partenza è Passo Vezzena, un valico alpino delle Prealpi Vicentine a 1.402 metri sul livello del mare, situato sulla strada che collega Lavarone e Luserna con l’altipiano di Asiago. Da qui occorre seguire  le indicazioni per “Forte Verle” e “Cima Vezzena” e proseguire per circa 1 chilometro su una stradina asfaltata.

Bisogna poi immettersi in un grazioso sentiero che attraversa dei prati che, all’inizio dell’estate, pullulano di una varietà di erbe alpine in fioritura. Camminando su questo percorso ci si ritrova accanto all’ex forte austro-ungarico di Busa Verle, una struttura ormai in rovina situata a un’altitudine di 1.504 metri sul livello del mare e che appartiene al grande sistema di fortificazioni austriache al confine italiano.

Il percorso prosegue attraverso immensi prati fino a raggiungere il bosco che circonda Cima Vezzena, punto da cui inizia una ripida salita. La buona notizia è che c’è il bosco a proteggere dal sole e dal caldo, mentre a passo lento si sale fino a ben 1.850 metri di altitudine in cui questo stesso sentiero ricco di esuberante vegetazione si immette su una strada militare austroungarica che sale verso la cima.

A quel punto occorre sole proseguire la salita fino alla croce di Cima Vezzena dove ancora sopravvivono i ruderi di cemento dell’ex forte austroungarico di Cima Vezzena. Il colore del cemento sembra identico a quello della roccia naturale e fa davvero caso pensare che una fortezza un tempo inespugnabile sia ora in questo stato di totale rovina.

Per fortuna però c’è una vista panoramica sorprendente a far battere il cuore: si possono vedere i profili dalle Dolomiti di Brenta e del Gruppo del Lagorai; i picchi di Vigolana e Marzola che si specchiano sui laghi di Caldonazzo e di Levico; il Manderiolo e l’Ortigara; il Monte Verena, il Pasubio e persino le cime del Monte Baldo.

Informazioni utili

La prima cosa da sapere per fare l’escursione per raggiungere Cima Vezzena è che esistono due varianti:

  • la prima è di 10,5 chilometri da fare in circa 4 ore di cammino. È la più semplice e la meno impegnativa, tanto da essere alla portata di tutti;
  • la seconda – che è quella di cui vi abbiamo parlato – ha una lunghezza di 9,5 chilometri da compiere in approssimativamente 3 ore. È certamente un po’ più impegnativa per via del ripido sentiero in mezzo al bosco, ma senza ombra di dubbio offre uno scenario bellissimo.

Entrambe, tuttavia, permettono di raggiungere la terrazza panoramica situata su Cima Vezzena che farà venire la pelle d’oca per la sua sontuosa bellezza.

Se decidete di fare questa escursione in estate vi consigliamo di portarvi da bere in quanto lungo il percorso non ci sono punti di ristoro. Bisogna anche tenere a mente che la percorribilità dell’itinerario proposto è inevitabilmente soggetto a cambiamenti ambientali dovuti a eventi naturali e alle condizioni meteo.

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Estate nei rifugi di montagna più belli d’Italia

C’è chi in estate preferisce la montagna al mare. Se siete tra questi e sognate escursioni che vi emozionino a ogni scorcio, il Garda Trentino potrebbe essere proprio la meta che state cercando. Qui, dove la freschezza alpina incontra il tepore mediterraneo, il verde dei monti si specchia nel blu del lago e l’esperienza outdoor si intreccia al piacere del relax, ci si imbatte in rifugi panoramici posizionati su incantevoli percorsi, che regalano esperienze incredibili, di gusto, scoperte e meraviglia. Alcuni sono aperti tutto l’anno, ma è consigliabile informarsi sempre in anticipo. Intanto, scopriamoli.

I rifugi panoramici del Garda Trentino

Sorto in una zona storicamente utilizzata per il pascolo, a pochi chilometri da Riva del Garda e dalla frazione di Campi, il Rifugio Capanna Grassi si può raggiungere anche in auto, ma le emozioni maggiori si proveranno a piedi o su due ruote. Ad esempio lungo il sentiero “del Berghem” – ancora poco noto, ma spettacolare – che risale la valle del torrente Gamella, ricca di cascate. Adatto a camminatori esperti, il percorso conduce al sito archeologico di San Martino, uno dei più interessanti della zona, e prosegue fino a Capanna Grassi, molto frequentata dagli estimatori della cucina tradizionale trentina.

Sempre da Riva del Garda, così come dalla Valle di Ledro, si può arrivare al Rifugio Bocca di Trat “Nino Pernici”, antica caserma austriaca, sul crinale che divide la zona del Garda dalla valle, raggiungibile da entrambi i versanti. È meta di escursionisti e biker, attratti dai paesaggi ma anche dall’ottima cucina: qui si può assaggiare la polenta di patate, piatto forte della tradizione culinaria del posto e ammirare uno splendido panorama sulla valle, allargando lo sguardo sino al Lago di Garda e di Tenno.

A poca distanza da Riva del Garda, Arco, Torbole e Tenno, il Rifugio Monte Calino “San Pietro” è amato da residenti e ospiti del Garda Trentino per la facilità di accesso, l’ottima cucina e la spettacolare vista sul Lago di Garda. La struttura è stata ricavata dal romitorio dell’adiacente antica chiesa medioevale, ancora ben conservata, ed è punto di arrivo o di partenza per numerose escursioni. Come l’itinerario dedicato al Monte Calino, vicino a Tenno, un tragitto immerso nella vegetazione che, inizialmente, attraversa i ripidi campi coltivati e poi si immerge nel bosco, sempre diverso all’aumentare di quota. Oppure lo spettacolare bike tour attorno al Monte Misone, da Fiavè al Passo del Ballino e poi ancora, attraverso boschi ombrosi fin sopra il Lago di Tenno, meta imperdibile. Un ultimo tratto in salita conduce lungo le pendici sud-occidentali del monte, soleggiate e calde nel periodo estivo, e alla Sella di Calino.

È raggiungibile solo a piedi, invece, il Rifugio Prospero Marchetti, in prossimità della vetta del Monte Stivo, che domina il Garda Trentino. La fatica sarà ripagata: all’arrivo si aprirà uno dei panorami più sorprendenti, non solo sul Garda ma anche sulla cosiddetta “Busa”, la zona pianeggiante tra Riva del Garda, Arco e Torbole. Nei pressi del rifugio, inoltre, è installato un osservatorio con l’indicazione di tutte le cime circostanti: il Monte Baldo a sud, le Alpi di Ledro a sud-ovest, i ghiacciai dell’Adamello, del Carè Alto e della Presanella a nord-ovest, le Dolomiti di Brenta a nord, le piccole Dolomiti, la catena del Lagorai e Pasubio a est.

Da non perdere il rifugio Damiano Chiesa che dalla sommità del Monte Altissimo sovrasta tutta la parte settentrionale del lago di Garda, con una vista mozzafiato a 360 gradi. Gli escursionisti, infatti, incontreranno ad ogni passo splendidi scorci sul lago, ma anche preziose testimonianze storiche.

Infine, non può mancare una sosta al Rifugio XII Apostoli, vicino a Comano Terme, porta d’ingresso occidentale alle Dolomiti di Brenta. Edificato dalla Società Alpinisti Tridentini (SAT) nel 1908 nella conca di Pratofiorito, nei pressi delle vedrette di Pratofiorito e d’Agola, deve il suo nome alle dodici piccole conformazioni rocciose, simili a delle figure in preghiera, situate sul limitrofo passo omonimo. Il contesto ambientale è di rara bellezza così come l’orizzonte panoramico, ma il percorso di accesso risulta piuttosto aspro.

Garda Trentino Experience

Fino a ottobre, scoprire i rifugi del Garda Trentino e la vita che li caratterizza è ancora più entusiasmante grazie alle “Garda Trentino Experience”, iniziative differenti per tipologia, ambito e durata, pensate appositamente per assecondare le esigenze di tutti. Numerose le esperienze confermate anche per il 2023 che si svolgono in montagna – nei rifugi e non solo -, a cominciare dalle passeggiate al tramonto con cena tipica al rifugio o le visite nel “mondo dell’alpeggio” per tutta la famiglia.

A queste, si aggiungono curiose e coinvolgenti novità. Le immersioni nella natura assumono diverse declinazioni con un’esperienza in Val d’Algone, alle pendici delle Dolomiti di Brenta, alla scoperta della geologia della valle e dei suoi alberi monumentali, e non mancano le escursioni family friendly, per contemplare il sorgere del sole al rifugio San Pietro e deliziarsi con una ricca colazione.

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Dieci perle sul Lago di Como per una gita fuori porta

Vengono da tutto il mondo per vedere il Lago di Como, i suoi borghi, le sue ville d’epoca, i suoi giardini e i suoi scorci panoramici unici al mondo. Ecco perché dovremmo essre i primi a viistare questo angolo di paradiso che il nostro Paese ci regala.

Sono tantissimi i luoghi che si possono visitare, a seconda dei propri interessi e del tempo che si ha a disposizione. Ne abbiamo selezioati dieci (ce ne sarebbero molti di più, però) che vi consigliamo assolutamente di non perdere.

1. Varenna, il borgo degli innamorati

Questo delizioso borgo nella provincia di Lecco un tempo era un villaggio di pescatori. Oggi il suo centro storico ha uno splendido patrimonio artistico. Il cuore pulsante del borgo è la sua piazza centrale, sulla quale si affaccia la Chiesa di San Giorgio. L’edificio, risalente al XIII secolo, venne costruito sulle fondamenta di un antico tempio romano. Percorrendo le viuzze che si diramano dal centro storico di Varenna, arriviamo a ridosso del lago e rimaniamo affascinati da Villa Monastero (punto 10): suggestivo complesso architettonico del ‘500, un tempo fu convento di monache cistercensi. Ma il luogo più romantico di Varenna è senza dubbio la Passeggiata degli Innamorati: una breve passerella di metallo ad arco, ricoperta di piante rampicanti che, nei periodi caldi, si trasforma in un tripudio di colori e di profumi.

2. Villa del Balbianello

Si trova a Lenno, sulla sponda occidentale del lago, dove inizia la zona costiera denominata Costa della Tremezzina. Villa del Balbianello, che sembra uscita da un film di Hollywood, è un Bene del FAI ed è il più visitato d’Italia in quanto è una delle più spettacolari e scenografiche dimore sul Lago di Como. Decisamente il punto forte della villa è il suo enorme giardino. Le potature ardite, come quella a ombrello del grande leccio, sono un vero spettacolo. E poi la Loggia Durini, la monumentale struttura ad arco decorata da una rosa dei venti intarsiata e abbracciata da un Ficus Repens (dove è stata girata una celebre scena di “Star Wars“), e la Darsena, il porticciolo ricavato nelle rocce (chi ha la fortuna di giungere a Villa del Balbianello a bordo di un’imbarcazione potrà provare un’esperienza davvero esclusiva). All’interno della villa si trova Museo delle Spedizioni.

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Fonte: 123rf

Villa del Balbianello sul Lago di Como

3. Bellagio, il borgo tra i due rami del Lago di Como

Incantevole meta turistica e culturale, Bellagio è celebre per la sua posizione geografica davvero esclusiva: il borgo si trova sull’estremità settentrionale del Triangolo Lariano, proprio nel punto in cui si dipartono i due rami del Lago di Como. L’antico borgo, dove si susseguono suggestive abitazioni d’epoca, è percorso da vicoli e da caratteristiche scalinate acciottolate sulle quali si affacciano variopinti negozi di artigianato e tanti localini tipici. Sul lungolago si affacciano ristoranti e piccoli bar dove fermarsi nelle belle giornate ad ammirare il panorama a gustare le specialità locali. Una delle attività imperdibili a Bellagio è il giro in battello. Il tour del promontorio dura 20 minuti. Chi desidera. può raggiungere la sponda opposta nell’altrettanto delizioso borghetto di Varenna.

4. Villa Carlotta

Villa Carlotta, una delle più belle dimore storiche che si possono visitare in Italia, si trova a Tremezzo, in provincia di Como, e s’affaccia direttamente sul lago, con vista sul pittoresco borgo di Bellagio, da cui è raggiungibile in motonave. La vista dalla villa e dai giardini è meravigliosa e i colori della fioritura lasciano senza fiato. Non a caso, viene spesso scelta come location per matrimoni, anche per la terrazza panoramica che si affaccia sul lago. Villa Carlotta accoglie i visitatori con il suo magnifico parco botanico e le sue sale ricche di capolavori d’arte: è un luogo di rara bellezza, qui capolavori della natura e dell’ingegno umano convivono armoniosamente in 70.000 mq tra giardini e strutture museali. Il parco di Villa Carlotta (circa 8 ettari visitabili) è luogo di grande fascino, non solo per la posizione panoramica particolarmente felice, ma anche per l’armonica convivenza di stili, la ricchezza di essenze, le suggestioni letterarie che ne fanno una meta imperdibile per chi giunge sul Lago di Como. All’interno ci sono opere di Antonio Canova e dipinti di Hayez.

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Fonte: 123rf

Il parco di Villa Carlotta vista Lago di Como

5. Nesso, il borgo con la cascata

In questo borgo la natura è un tutt’uno con le abitazioni. Nesso è conosciuto per il suo celebre e incredibile orrido, una gola naturale e profonda scavata nella roccia che caratterizza l’intero territorio. Sorge esattamente sul punto di unione tra i due torrenti Tud e Nosé che, da questa fusione, creano l’omonima cascata che rende questo luogo unico. Questa spettacolare gola naturale, nata dalla profonda frattura nella roccia, esplode in una cascata con un salto di oltre 200 metri che divide il piccolo borgo in due parti, che Leonardo da Vinci, nel “Codice Atlantico”, descrisse come “incredibile”. Ma il borgo di Nesso, conserva tra le sue strade pittoresche, anche un incantevole patrimonio architettonico da scoprire. Da una lunga e ripida scalinata di pietra che costeggia le case colorate che caratterizzano il borgo di Nesso, si arriva all’antico Ponte della Civera, dal quale si può ammirare la cascata.

6. Villa Olmo

Meraviglioso esempio di stile neoclassico, è uno degli edifici più belli e affascinanti di Como. Ad arricchire il piacere della vista lo stupendo panorama che si apre sul Lago di Como. La villa prende il nome da un meraviglioso olmo centenario che svettava nel giardino, che purtroppo però oggi non esiste più. Negli anni ha ospitato numerosi eventi, tra cui l’Esposizione Internazionale per il centenario della morte di Alessandro Volta, numerosi congressi, spettacoli ed esposizioni artistiche. Oggi Villa Olmo è costituita da un corpo centrale – dove si possono visitare spesso esposizioni temporanee – l’ala laterale settentrionale, il casino meridionale e quello settentrionale, le serre, il complesso del Tennis, l’ostello internazionale e il Lido, nonché dal giardino.

7. Cadenabbia, una perla rara

Il nome di Cadenabbia pare derivi da “Ca’ dei Nauli” ovvero “Casa dei Barcaioli”. Anticamente, infatti, in questa località sorgeva una locanda dove erano soliti sostare i barcaioli (“nauli”) che, con i loro “comballi” (battelli mercantili a fondo piatto), trasportavano merci e derrate provenienti da Lecco e da Como ai paesi rivieraschi. Sta di fatto che, da quell’antica locanda, agli inizi del 1800, nacque il primo albergo per turisti, la Locanda Cadenabbia, oggi Grand Hotel Cadenabbia, ma divenuto allora Grand Hotel Bellevue, ospitando Imperatori, Re e Regine. Per lungo tempo Cadenabbia fu uno dei luoghi preferiti dagli inglesi che, qui, si stabilirono e che fondarono una comunità tanto importante da indurre a edificare una chiesa anglicana, la prima in Italia, consacrata nel 1891. Qui ha sede una delle dimore storiche più famose, Villa Carlotta (punto 4).

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Fonte: 123rf

Il borgo di Cadenabbia sul Lago di Como

8. Villa Melzi d’Eril

Si tratta di uno dei palazzi storci più belli del lago in uno dei borghi più affascinanti: Bellagio (punto 3). Situata sul litorale occidentale del Lago di Como, la villa è ancora abitata e, quindi, visitabile solo in alcune sue parti. Nei pressi di questo incantevole edificio è possibile visitare un piccolo museo che ospita numerosi reperti archeologici, dipinti e vasellami antichi. C’è comunque la possibilità di visitare l’incantevole giardino. L’immensa area verde di Villa Melzi ospita reperti di grande valore artistico e storico, tra cui statue egizie e urne di origine etrusca. Il giardino ospita persino una gondola veneziana, giunta qui a Bellagio per volontà di Napoleone. Tutto il parco è costellato di statue, busti e opere di epoche diverse, che si fondono con i giardini e le piante in un’atmosfera di puro incanto.

9. Corenno Plinio, il borgo medievale

Sono pochissimi gli abitanti di Corenno Plinio: giusto 16 persone, con un solo ristorante e pochissime attività. Sarà anche questa sensazione di abbandonarsi alla storia e al passato – oltre alla tranquillità e all’assoluta bellezza del posto – che affascina tanto i turisti stranieri che ogni settimana arrivano qui per godersi la vista del lago e perdersi tra le stradine del borgo. da un paio d’anni ai visitatori è chiesto di pagare un ticket d’ingresso. Costruito su un insediamento romano e a picco sul lago, la particolarità di questo paesino (che deve il nome al console romano Caio Plinio che a Como era nato e dove amava soggiornare) sono i gradini intagliati nella roccia, tant’è che oggi Corenno è anche soprannominato il Borgo dei mille gradini. Sarà proprio salendoli che respirerete la vera essenza di Corenno e, quando arriverete in cima al castello medievale, con la cinta e le due torri merlate, vi sembrerà di fare un tuffo nel passato. In questo incanto di borgo si trova anche il vecchio molo, in fondo alle scalinate. Qui sono ancora attraccate le barche dei pescatori, ma anche dei pochissimi abitanti.

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Corenno Plinio

10. Villa Monastero

A Varenna (punto 1) si trova uno degli esempi più interessanti di dimora in stile eclettico di fine Ottocento. Un tempo fu un convento di monache cistercensi. Si affaccia direttamente sul Lago di Como ed è circondata da un giardino botanico di grande impatto scenografico e valore simbolico. Si distingue, oltre che per la sua bellezza, per essere uno dei siti storico-paesaggistico-ambientali principali del territorio. Di proprietà della Provincia di Lecco, si estende lungo una stretta lingua di terra per circa due chilometri. Vi si possono ammirare numerose e rare specie arboree autoctone ed esotiche che oggi superano i 900 esemplari.

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Viaggi zaino in spalla? Ora puoi fare slackpacking

Uno dei modi più suggestivi di viaggiare è il backpacking, quello che noi comunemente chiamiamo “zaino in spalla”: economico ed emozionante, permette di addentrarsi nel cuore di luoghi incontaminati e andare alla scoperta di paesaggi meravigliosi, altrimenti irraggiungibili. Certo, non è un viaggio adatto proprio a tutti. Per questo, negli ultimi anni si sta diffondendo sempre più lo slackpacking, un nuovo modo di fare escursioni. E presto potrebbe diventare il vero trend delle vacanze all’aria aperta. Scopriamo di che cosa si tratta.

Slackpacking, il nuovo trend di viaggio

Per capire che cos’è lo slackpacking, facciamo un passo indietro. Quando si parla di viaggi zaino in spalla, si intende un’escursione più o meno lunga (può durare persino qualche settimana!) durante la quale ci si incammina con un grande zaino contenente tutto quello di cui si può avere bisogno durante questa esperienza. Dal cibo al cambio di vestiti, passando per tenda e sacco a pelo: insomma, ci si carica sulle spalle l’intero bagaglio che dovrà bastare per tutta la vacanza. Anche perché, nella maggior parte dei casi, ci si addentra in luoghi in cui non è certo facile trovare altro che – se si è fortunati – un po’ di cibo aggiuntivo.

Il backpacking è dunque una vera e propria avventura, che però non è adatta a tutti. Occorrono un buon allenamento, tanta voglia di camminare e una capacità di adattamento non indifferente. Viaggi di questo genere non sono solitamente alla portata di chi ha qualche difficoltà di salute, o anche di chi si muove in famiglia e ha dei bambini con sé. Ci sono esigenze diverse che hanno spinto verso la nascita dello slackpacking, un nuovo modo di viaggiare zaino in spalla che permette ad un più vasto numero di turisti di sperimentare escursioni all’aria aperta.

Lo slackpacking altro non è che un viaggio “leggero” che prevede l’aiuto di un collaboratore (può essere un amico desideroso anch’esso di avventure, o più semplicemente qualcuno appositamente pagato per fare questo lavoro). Chi si mette in marcia porta con sé uno zaino piccolino, nel quale ha a disposizione tutto ciò che può servirgli durante la giornata: una buona scorta d’acqua, qualche pasto da consumare in viaggio e un cambio d’abiti per eventuali emergenze, oltre a piccoli strumenti come una torcia o un coltellino da campeggio. Al resto pensa il collaboratore: è lui ad attendere il viaggiatore in un punto di ritrovo concordato in precedenza, portando con sé (in genere in auto) attrezzatura pesante come la tenda, il sacco a pelo o il fornelletto da campeggio.

I vantaggi dello slackpacking

Lo slackpacking diventa così un viaggio avventuroso alla portata di quasi tutti, assolutamente da provare. Il peso caricato sulle spalle è molto più leggero, e alla fine di una lunga giornata all’aria aperta c’è qualcuno che ci aspetta con tutto l’occorrente per la notte, oltre a cibo e abiti puliti che non dovremo avere nel nostro zaino. Al mattino seguente, non dovremo far altro che preparare quello di cui avremo bisogno per la nuova giornata e lasciare che del resto si occupi il nostro collaboratore, che si farà trovare ancora una volta alla fine del nostro percorso quotidiano.

Questo nuovo trend di viaggio è l’ideale per chi ama fare trekking, anche se non ha un ottimo allenamento. Lo si può adottare anche per fare qualche tappa particolarmente difficile di un lungo itinerario a piedi, da adottare dunque in alternanza con il backpacking “puro”. E anche le famiglie possono cimentarsi in questa avventura, scegliendo naturalmente percorsi adatti anche ai ragazzini – e sempre avendo con sé tutto quello che può essere necessario per i più piccoli. Tutti pronti per partire verso una nuova, emozionante escursione?

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Trekking ai laghi di San Giuliano, un’esperienza indimenticabile

Se amate il trekking e le escursioni al cospetto di una natura spettacolare, dovete assolutamente mettere in lista l’itinerario che conduce ai laghi di San Giuliano, nella favolosa cornice della Val Rendena.

Un angolo di paradiso tra le montagne trentine con vista unica sulle vette della Presanella, a circa 1940 metri di altitudine, raggiungibile salendo da Caderzone Terme.

I magnifici specchi d’acqua, intervallati dal rifugio di San Giuliano, sono due: a 1938 metri ecco il lago di San Giuliano, il più piccolo, e poco lontano il lago di Garzoné a 1942 metri.

Lo splendido itinerario in quota

L’escursione per raggiungere i laghi non è impegnativa, con un primo tratto in leggera salita e un pò’ più di dislivello nella seconda parte.

Il sentiero dona vedute panoramiche davvero uniche, con uno sguardo alla Val di Genova e al gruppo della Presanella su cui si staglia l’imponente Cima Presanella.

Si parte in auto da Caderzone Terme risalendo per circa 7 chilometri il versante della montagna e seguendo le indicazioni per il rifugio San Giuliano/Malga Campo: la strada, seppur asfaltata nella prima parte, non è molto larga per cui occorre prestare attenzione a eventuali auto nel senso opposto.
Con alcuni tornanti, si arriva al bivio per Malga Diana e si prosegue verso sinistra come da indicazioni per il rifugio.

L’ultimo tratto prima del parcheggio Poc dali Fafc a 1680 metri è sterrato per circa un chilometro e mezzo: in caso di auto non adatte, conviene fermarsi al termine della strada asfaltata e proseguire a piedi.

Il punto di partenza per la splendida escursione è il parcheggio: da qui, si cammina lungo la strada sterrata fino a Malga Campo (1780 metri di altezza). Già dopo pochi minuti nel bosco, si apre un panorama mozzafiato sulla Presanella e sui verdi pascoli della malga.

È il momento di imboccare il sentiero segnalato 230 che ritorna nel bosco e prosegue per 2 chilometri in piano, con qualche lieve saliscendi.

Nella seconda parte del percorso per i laghi di San Giuliano, occorre superare un dislivello di circa 250 metri: il sentiero inizia a salire con piccoli tornanti e, in breve, si arriva in quota mentre il bosco lascia spazio ai prati di Malga San Giuliano a 1968 metri.

Siamo al punto più elevato dell’itinerario da cui si raggiunge, in pochi minuti, il lago di San Giuliano con l’omonima chiesetta sulla riva e, poco dopo, il rifugio: uno scenario da cartolina!

Il sentiero diventa 211 e porta a costeggiare anche il lago di Garzoné: tra prati, boschi e rara bellezza, potete concedervi un piacevole picnic oppure un delizioso pranzo in rifugio.

Il giro ad anello sulla via del rientro

Anche se è possibile rientrare seguendo lo stesso percorso dell’andata, chi ha ancora energie da spendere dovrebbe cimentarsi  nel giro ad anello che prosegue lungo il sentiero 211, affianca il lago di Garzoné e comincia a salire per arrivare ai 2184 metri della Bocchetta dell’Acqua Fredda: dal rifugio San Giuliano sono 225 metri in salita per poco meno di 2 chilometri.

Il panorama è difficile da descrivere a parole con la vista sulle Dolomiti del Brenta e sui ghiacciai perenni del Carè Alto.

Seguendo ancora il sentiero 211, la discesa conduce al lago di Vacarsa e poi alla Malga Capostrill: chi ha lasciato l’auto al parcheggio Poc dali Fafc deve imboccare il sentiero 1 sulla sinistra mentre chi avesse parcheggiato alla fine della strada asfaltata deve proseguire in discesa sulla sterrata (sentiero 211), e poi svoltare a sinistra sempre lungo il sentiero che, in discesa, riporta al punto di partenza.

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Quiraing, dove fare l’escursione più bella della Scozia

Famosissima e magica, affascinante e selvaggia: sono tutti aggettivi che servono a descrivere la bellissima Isola di Skye, in Scozia. Non a caso, la più grande delle Ebridi Interne vanta alcuni dei paesaggi più iconici della Scozia, tanto che da queste parti è possibile fare l’escursione più bella di tutto il Paese più settentrionale del Regno Unito: quella in Quiraing.

Quiraing, cosa sapere

Il Quiraing è un imperdibile sentiero escursionistico isolato che si sviluppa nell’omonimo e meraviglioso altopiano e che si snoda attraverso una catena di montagne impetuose dell’Isola di Skye.

Di origine vulcanica, si trova per la precisione nella penisola di Trotternish dove alcune antiche frane avvenute nel tempo ci hanno oggi regalato guglie e torrioni suggestivi che si stagliano verticali sul verde.

Il sentiero si caratterizza per non essere molto lungo. In soli 3 chilometri, da condurre però su una strada tortuosa, avrete modo di passare dalla costa a un paesaggio montano selvaggio. Non da meno è la camminata che dal parcheggio sale fino al Quiraing, un’escursione di media difficoltà che va necessariamente compiuta con condizioni meteo favorevoli.

Quello che vi ritroverete di fronte sarà l’immagine che avete sempre sognato della Scozia: vette scoscese, cascate, vallate verdi e in lontananza l’infinità del mare.

In sostanza, gli amanti delle escursioni e dei paesaggi maestosi non potranno assolutamente rimanere indifferenti mentre compieranno questa esperienza. Due sentieri straordinari di cui uno fa il giro delle falesie, mentre l’altro permette di salire direttamente sull’altopiano regalando, al contempo, una vista mozzafiato sul mare e sui paesaggi circostanti.

Altre meraviglie da vedere sull’Isola di Skye

A detta di molti, il Quiraing è l’escursione più bella da fare in tutta la Scozia, ciò non toglie che questa isola mistica e selvaggia regali altrettanti siti d’interesse spettacolari.

Uno di questi è l’Old Man of Storr, una straordinaria formazione rocciosa che si affaccia sul Sound of Raasay. Alto ben 55 metri, si è formato nei secoli a causa dell’erosione dovuta agli agenti atmosferici. Inoltre, è anche  il punto più alto di tutta Skye.

Da non perdere è anche il Castello di Dunvegan, il più antico della Scozia e che si trova racchiuso in un paesaggio fiabesco: tra il mare e la roccia. Da queste parti è anche custodita la Fairy Flag, un drappo che si dice abbia sempre aiutato il clan MacLeod in battaglia.

Poi ancora il tramonto presso Neist Point, la punta occidentale dell’Isola di Skye. Qui svetta fiero un faro che mostra il suo aspetto più irresistibile proprio al calar del sole.

Infine, vi consigliamo di fare un salto alle meravigliose Fairy Pools, una straordinaria serie di avvallamenti, cascate e piccoli stagni cristallini. Si trovano ai piedi dei Monti Cuillins, vicino alla Glen Brittle Forest e sono davvero mitiche. Raggiungibili a piedi tramite un sentiero di ghiaia in buone condizioni per la maggior parte del tragitto, vi regaleranno alcuni dei ricordi più speciali del vostro viaggio nell’Isola di Skye.

Non resta che organizzare un’avventura in Scozia per scoprire il Quiraing, la sua escursione più bella, e tutte le meraviglie della rinomata Isola di Skye.

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Benvenuti sull’itinerario migliore d’Europa

L’itinerario per trekking, gite in mountain bike o escursioni a cavallo migliore d’Europa si cela nelle Fiandre, nel cuore del Parco Hoge Kempen, l’unico parco nazionale belga, dove la natura si mostra in tutto il suo splendore.

Il Parco, infatti, ha ricevuto, per la prima volta nella storia delle Fiandre, il riconoscimento di “Leading Quality Trail – Best of Europe” per il suo itinerario “National Park Trail”, certificazione assegnata dalla European Ramblers Association (ERA), organizzazione internazionale che rappresenta oltre 60 membri attivi nel settore dell’escursionismo.

L’ambito riconoscimento, che ha una validità di tre anni, viene conferito a seguito di un’attenta valutazione basata su rigorosi criteri di qualità, che ne garantiscono l’eccellenza sia in termini di qualità paesaggistica che di valore esperienziale e di segnaletica.

National Park Trail, il percorso migliore in Europa

Nationaal_Park_Hoge_Kempen

Il National Park Trail, accessibile da giugno 2022 e considerato l’itinerario europeo migliore, è una piacevole passeggiata ad anello che si sviluppa su 110 chilometri, suddivisa in 5 tappe di 20 chilometri ciascuna, comodamente percorribile in 4/5 giorni e, quindi, l’ideale per una breve vacanza o un weekend lungo all’aria aperta.

La facilità con cui si raggiunge (dista un’ora e mezza dalla capitale Bruxelles), le ottime condizioni del percorso, la varietà e la bellezza del paesaggio, e la dotazione di infrastrutture quali i pannelli informativi, la segnaletica e i punti di sosta hanno valso al parco fiammingo la certificazione che lo incorona sul podio d’Europa.

La passeggiata ad anello conduce alla scoperta dei luoghi più affascinanti del Parco Nazionale Hogen Kempen e ha in serbo molte sorprese: sette salite, vaste brughiere in fiore, splendide paludi, ampi laghi aperti, sinuose dune di sabbia e boschi profumati.
Ma non solo: è una delle poche zone delle Fiandre dove dimenticare il traffico e la frenesia della vita di tutti i giorni per più di 100 chilometri.

Gli escursionisti possono decidere a loro piacimento il numero di tappe e di chilometri, la direzione, la partenza e il punto di arrivo scegliendo se percorrere l’intero anello di 110 chilometri oppure varianti più brevi.

Inoltre, sia presso ogni cancello d’ingresso del Parco che lungo il percorso, sono disponibili parcheggio, servizi igienici, punti ristoro, pannelli informativi e strutture ricettive per il pernottamento: hotel, campeggi, B&B, villaggi vacanze, pole camping, case vacanza e altro ancora per andare incontro a tutte le esigenze.

Le cinque tappe da non perdere

Cycling couple with childeren near Nete_ Lier _ Sofie Coreynen

Le tappe ideali per ammirare i punti salienti del Parco Hoge Kempen sono cinque, tutte con inizio e arrivo presso un cancello d’ingresso.

Il punto di partenza ufficiale del National Park Trail è Kattevennen che si raggiunge facilmente attraversando il Molenvijver Park e la foresta.

Prima Tappa: KATTEVENNEN – PIETERSHEIM (23,8 chilometri)

Il percorso si snoda principalmente al cospetto di vasti boschi alle pendici meridionali dell’altopiano di Kempen.

Seconda Tappa: PIETERSHEIM – TERHILLS (23,9 chilometri)

Camminando da sud a nord lungo il bordo dell’altopiano di Kempen, si apre il favoloso paesaggio della brughiera e della valle di Ziepbeek.

Sul Mechelse Heide si gode di incredibili viste panoramiche e si intravedono le prime colline.

Terza Tappa: TERHILLS – DUINENGORDEL (22,6 chilometri)

Proprio come la seconda tappa, anche la terza si snoda da sud a nord lungo il bordo dell’altopiano di Kempen.

Il cammino inizia con tre salite e poi prosegue, attraversando la foresta Dilser, fino a Bergerven e Bosbeek.

Quarta Tappa: DUINENGORDEL – THORPARK (26,8 chilometri)

Il percorso inizia con una serie di dune sabbiose e paludi e continua immergendosi tra brughiere e foreste fino a raggiungere le colline minerarie di Thorpark da cui ammirare magnifici panorami.

Quinta Tappa: THORPARK – KATTEVENNEN (11 chilometri)

Infine, camminando lungo la valle Stiemerbeek e l’area forestale si raggiunge di nuovo Kattevennen.

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La più bella escursione da fare a piedi in autunno

È appena nato un sentiero, breve, facile, ma soprattutto immerso in una natura meravigliosa. Bellissimo da percorrere tutto l’anno, ma c’è un periodo in cui è davvero magico: l’autunno.

Quando i colori caldi della natura che sta andando in letargo, per poi tornare rinvigorita a primavera, dipingono i boschi con tutte le tonalità del foliage, dall’arancio al rosso al marrone, è questo il momento migliore per camminare sul sentiero Rebe (che in tedesco significa “vigna”), il sentiero del vino.

Il sentiero Rebe

Questo nuovo itinerario, disegnato dalla mano di Madre Natura che ha plasmato colline e filari di viti, collega la città di Bolzano, in Alto Adige, alle colline di Santa Maddalena, sull’Altipiano del Renon. Soltanto tre chilometri e mezzo, ma immersi tra vigneti e opere d’arte en plein air.

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Fonte: Ufficio stampa

Il sentiero Rebe, tra borghi e vigneti

Consiste in una piacevole passeggiata di circa 400 metri di dislivello che, per un’oretta e mezza, si snoda tra i filari, in parte sulla vecchia strada romana, che parte dai possedimenti del maso Waldgries, e che si aggiunge ai tantissimi percorsi tra i vigneti che fanno di questo territorio. Un itinerario perfetto per gli appassionati di vino, ma così facile da essere adatto a tutta la famiglia.

Un cammino tra natura e cultura

Il percorso, oltre a toccare alcuni siti di interesse storico-culturale, come i villaggi di Rencio e Signato e la chiesa di Santa Giustina, è costellato da una decina di interventi artistici, opere dello scultore gardenese Filipp Moroder Doss che ha lavorato al progetto chiamato “Scala del vino”. Ciascuna delle installazioni, che si inserisce perfettamente nel paesaggio, è dedicata a un tema, dall’irrigazione alle varietà di vino, a metà fra la lode alla tecnica e un senso quasi religioso del lavoro nei campi. In totale le opere sono dieci e scandiscono l’intero cammino.

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Fonte: Ufficio stampa

Una delle installazioni di Filipp Moroder Doss lungo il Rebe

Fra un’opera e l’altra sono state inserite anche delle tabelle con la spiegazione del paesaggio, dei vitigni tipici (dal Lagrein, il più basso, al Riesling, il più alto, passando tra filari di Merlot, Cabernet Sauvignon e Müller Thurgau), delle zone di coltivazione Doc e dei siti culturali che lambiscono il sentiero, per immergersi meglio nel territorio.

Non mancano ovviamente le soste per le degustazioni nelle varie cantine che s’incontrano lungo il percorso. E, dalla terrazza panoramica in cima, si gode di una vista magnifica su Bolzano e sulle Dolomiti.

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Valle dell’Orfento, nel cuore selvaggio della Majella

In Abruzzo c’è un luogo davvero unico per chi desidera fare escursioni nella natura, tra boschi e canyon, eremi e corsi d’acqua. È la splendida Valle dell’Orfento, situata sul versante nord-occidentale della Majella, e la si raggiunge dai numerosi sentieri che partono da Caramanico Terme, in provincia di Pescara. Lo scenario ideale dove trascorrere tranquille giornate immersi nel verde e ammirare paesaggi incantevoli.

Nella natura della Valle dell’Orfento

Agli inizi degli anni ’70, la Valle dell’Orfento è diventata Riserva Naturale dello Stato e attualmente ricopre una superficie complessiva di 2606 ettari. Qui troverete l’unico canyon della Majella, cuore verde d’Abruzzo, ad avere un corso d’acqua perenne, che dà vita a uno dei più affascinanti habitat di questo massiccio.

Lo scenario che si svela allo sguardo cambia a ogni passo. A bassa quota ci si imbatte in querce e faggi, mentre oltre i 1800-1900 metri di altezza c’è un’eccezionale presenza di pino mugo. Ad altitudini maggiori, le avversità climatiche diventano estreme e la copertura vegetale rada e sparsa. Il paesaggio qui assume un aspetto lunare, le specie vegetali che sono riuscite ad insediarsi sono tra le più rare, come la Stella alpina appenninica o la Soldanella minima sannitica che fioriscono tra le rocce. Tra le specie animali, nella Riserva è possibile incontrare cinghiali, tassi, volpi, faine, caprioli, cervi, l’aquila reale e il camoscio appenninico.

Le testimonianze storiche, tra eremi e capanne in pietra

Nel corso di centinaia di migliaia di anni, i fenomeni erosivi generati dalle acque del fiume sulle pareti calcaree hanno prodotto una serie di sgrottamenti e ripari sotto roccia che fin dalla preistoria hanno fatto da rifugio per le popolazioni. Ma le testimonianze più importanti, ancora evidenti, sono quelle risalenti al periodo medievale, quando eremiti in cerca di solitudine e silenzio raggiunsero la valle, edificando proprio nelle sue grotte eremi e piccoli romitori.

Se ne conoscono nove nella sola Valle dell’Orfento: alcuni non più accessibili e di cui non rimangono evidenze, altri particolarmente importanti e significativo. Attraversando i pascoli delle zone più basse, si incontrano le capanne in pietra a secco dalla caratteristica forma a “trullo” (tholos), punti di sosta e di stazzo dei pastori che hanno lasciato testimonianze peculiari del paesaggio agro-pastorale della Majella.

I percorsi più belli della Valle dell’Orfento

La Valle dell’Orfento è ricca di percorsi di diversa lunghezza e difficoltà che permettono di fare trekking ed escursioni nella splendida natura della Riserva. Le visite possono essere fatte in autonomia, seguendo la segnaletica presente, o con l’accompagnamento di guide locali.

Tra gli itinerari più suggestivi, c’è Il Sentiero delle Scalelle, una passeggiata piacevole ed emozionante che parte dalla frazione di Santa Croce e conduce fino al Ponte di Caramanico, seguendo il corso del fiume Orfento poco prima che questi si getti nell’Orta. Si cammina quasi sempre immersi in mezzo alla foresta e spesso circondati anche da felci.

Dalla frazione di Santa Croce di Caramanico Terme s’imbocca anche un suggestivo percorso ad anello che attraversa diversi campi coltivati, immettendosi poi dentro un fitto bosco di conifere. La parte terminale della passeggiata è sicuramente la più suggestiva, poiché permette di raggiungere una spettacolare gola scavata dal fiume. Un altro percorso ad anello conduce, invece, all’Eremo di Sant’Onofrio all’Orfento, di cui oggi resta solo parte del portale affrescato, la cornice del tetto ancora incastonata nella roccia e tracce di un piccolo campanile a vela.

Partendo, invece, dalla caratteristica frazione di Decontra, si raggiunge l’Eremo di San Giovanni, considerato uno dei più suggestivi d’Abruzzo dato che è stato completamente ricavato dalla roccia. È famoso anche per essere stato frequentato dall’eremita Pietro da Morrone, divenuto poi famoso come Papa Celestino V.  Un lavoro meticoloso ha fatto affiorare dalla pietra vani, altare e scale, ma anche un ingegnoso sistema di canali e vasche per la raccolta dell’acqua piovana. Questa escursione presenta circa 700 metri di dislivello e si presenta più impegnativa rispetto alle precedenti, per questo è raccomandata agli escursionisti più allenati. Fatica e vertigini valgono però la pena, perché questo splendido itinerario regala un’esperienza davvero unica e imperdibile, e panorami di paesaggi straordinari. Ma sono davvero tante e tutte imperdibili le meraviglie da scoprire qui, nella incontaminata Valle dell’Orfento.