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Escursione sul Rucu Pichincha a Quito: cose da sapere

A nord di Quito, il vulcano Pichincha domina la capitale dell’Ecuador e ha dato il nome alla provincia di cui la città fa parte. Il vulcano è in realtà composto da due cime distinte, il Rucu Pichincha (noto come “Vecchio Pichincha” in quechua), a 4.698 m, e il Guagua Pichincha (noto come “Bambino Pichincha”), a 4.784 m. È quindi il più basso e antico dei due quello direttamente accessibile dalla funivia di Quito.

L’escursione sul Rucu Pichincha

I Pichincha sono vulcani gemelli, si trovano a pochi chilometri a ovest di Quito e sono molto visibili dalla capitale dell’Ecuador. I due vulcani sono ben distinti: il Gagua Pichincha, che significa BABY Pichincha, è il più alto e ancora attivo, mentre il Rucu Pichincha è più basso e più vicino a Quito, ma inattivo. L’ultima eruzione del Gagua è avvenuta nell’ottobre 1999 e ora si può notare la nuova cupola formatasi sul fondo del cratere. Possono essere scalati in maniera indipendente in due diverse escursioni, da affrontare con le dovute accortezze. Sono diventati un importante simbolo storico e turistico di Quito e dell’Ecuador. Entrambi, il Guagua e il Rucu Pichincha, offrono condizioni eccellenti per un acclimatamento morbido, magari in vista di altre escursioni sulle vette del continente, e viste mozzafiato su Quito e sull’Avenida dei Vulcani. Molte piante, colture endemiche colorate e diversi uccelli andini decorano il paesaggio sempreverde del Páramo.

sentiero rucu pichincha

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In cammino verso la cima del Rucu Pichincha

In passato, il sentiero per il Rucu era considerato piuttosto pericoloso, con bande che si aggiravano intorno alla montagna e aggredivano i viaggiatori. Visto che la scalata di questo vulcano stava diventando sempre più popolare tra i turisti, il governo ecuadoriano ha fatto un ottimo lavoro per rendere la zona più sicura: ora è possibile percorrerla a piedi senza temere aggressioni. Per iniziare la salita, dovrai arrivare fino alla stazione della funivia di Quito, con cui salirai fino ai 4000 metri di Cruz Loma. Una volta lì, dovrai prendere il sentiero lungo il fianco orientale della montagna che ti condurrò a una zona di ghiaia ripida prima di raggiungere la cima del Rucu Pichincha a 4627 metri. Qui potrai fare una pausa prima di tornare indietro verso la funivia e fare rientro in città.

Il sentiero per il Rucu Pichincha

Il sentiero che porta al vulcano è abbastanza facile da trovare. Basta seguire il tracciato mantenendo la splendida vista di Quito sulla destra e presto si vedrà l’indicazione per il vulcano Pichincha. Il percorso da seguire è ben visibile, a causa della vegetazione scomparsa per via del calpestio (ma a volte diventa meno chiaro man mano che ci si avvicina alla cima). All’inizio il sentiero sale e poi scende, superando alcune colline erbose da cui si gode una vista mozzafiato su Quito, che occupa tutta la valle. A questo punto ci si rende conto che l’escursione non sarà una semplice passeggiata! L’altitudine è già superiore a 4100 mt. e la respirazione è difficile. A poco a poco, il paesaggio diventa più roccioso, selvaggio e austero. Man mano che si sale di quota, le condizioni meteorologiche possono peggiorare, il vento si fa più forte, le nuvole colpiscono il viso e l’ossigeno viene a mancare.

Dopo un po’, il sentiero escursionistico si trasforma in un percorso di arrampicata. È un po’ sorprendente quando, dopo aver seguito un sentiero ben battuto fino a quel momento, ci si trova improvvisamente di fronte a rocce che bloccano il cammino. Ci si chiede se si debba aggirarle, scalarle? La risposta è sì, bisogna scalarle. Quando si inizia a scalare le parti rocciose, la vetta non è lontana. E il pendio diventa davvero ripido. Iniziano le difficoltà respiratorie. Ora siamo a 4500 metri, il solo camminare diventa molto difficile. La soluzione è quella di fare tante brevi pause per riprendere fiato.

teleferica rucu pichincha

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Sali sul vulcano Pichincha con la comoda teleferica

Dove si trova?

Il Rucu Pichincha si trova a cinque miglia a ovest di Quito ed è facilmente raggiungibile con un’escursione giornaliera. Il modo migliore e più veloce per arrivare è noleggiare un’auto o prendere un taxi fino alla funivia. Da lì, potrai decidere se salire con la teleferica (il viaggio costa circa 10 euro) o a piedi. In questo caso, il primo tratto dell’escursione è di circa 5 km fino al punto di arrivo della funivia. Anche se seguire il sentiero è abbastanza semplice, questa parte dell’escursione non è uno scherzo, perché in alcuni tratti è molto ripida e con la necessità di superare dei punti particolarmente rocciosi. Fai attenzione al meteo ovviamente perché se le nuvole iniziano a scendere potresti non riuscire più a vedere molto e a non seguire correttamente il percorso, che nel tratto finale diventa più arduo e necessita di una buona visibilità per essere affrontato in sicurezza. Quando si arriva in cima ci si può riposare all’interno della caffetteria e sedersi a godere del panorama (e dell’impresa appena compiuta).  Inoltre, si possono fare alcune attività come altalene panoramiche e noleggiare biciclette. Sicuramente, la vista panoramica è il motivo principale per cui si affronta la salita alla vetta del Rucu Pichincha. Per arrivare sulla vetta del vulcano gemello, il Guagua, ti servirà un veicolo 4×4 con il quale arrivare fino a una zona pianeggiante dove iniziare a camminare fino alla cima. Prima di raggiungere il bordo del cratere e la vetta, osserverai gli effetti dell’ultima eruzione, come la nuova cupola formatasi nel 1999.

quito panorama

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Vista dall’alto sulla bellezza di Quito

Come prepararsi all’alta quota?

Il nostro consiglio è quello di stare a Quito per almeno 2 o 3 giorni prima di tentare la scalata, per permettere al tuo corpo di produrre abbastanza globuli rossi. Sarebbe ancora meglio visitare alcuni luoghi nei dintorni di Quito a un’altitudine maggiore, per stimolare ancora meglio il processo di acclimatamento. Questa escursione dovrebbe essere fatta al mattino, perché spesso il tempo si guasta nel pomeriggio. Consigliamo vivamente di essere pronti a salire non appena la funivia apre, per avere le migliori possibilità di avere bel tempo e una splendida vista dalla cima. Questa escursione può risultare estremamente lunga, soprattutto se si sceglie di non usare la funivia e nel tuo equipaggiamento non potranno mancare stivaletti da trekking, giacca da pioggia, filtro per l’acqua, repellente per insetti, cappello, occhiali da sole e crema protettiva. Il bello di questa escursione è che potrai percorrere la strada più o meno lunga, e sarà comunque estremamente gratificante. Si rimane sbalorditi dalla vista non solo su Quito, ma anche dei vulcani. Può sicuramente essere considerato un percorso di media-alta difficoltà, per il quale è necessario essere ben preparati, ma ne vale indubbiamente la pena. Arrivare in cima è una sensazione fantastica. La mancanza di ossigeno svanisce e viene sostituita dalla gioia. Ci si sente davvero orgogliosi di non aver mollato. E in cima, è bello poter camminare di nuovo su un terreno pianeggiante!

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Funicolare Sant Joan, cosa devi sapere per programmare una visita

Tra le montagne, nel cuore della natura selvaggia, ammirando panorami che levano il fiato: c’è un luogo in Catalogna che regala una vista spettacolare, di quelle che è difficile dimenticare. Per godere di tanta bellezza basta salire sulla funicolare Sant Joan, per un viaggio che dura pochi minuti ma che resterà impresso per sempre tra i ricordi di viaggio più indelebili.

E se il percorso è importante e va goduto appieno, anche la destinazione è affascinante: arrivati in cima la vista abbraccia il mondo intorno a sé, si può visitare un piccolo museo, oppure partire per una delle tante escursioni possibili tra queste montagne.

Tutto quello che c’è da sapere per una giornata a Montserrat, a bordo di una funicolare con vista da favola e nel cuore autentico della Catalogna.

La funicolare Sant Joan, un viaggio vertiginoso verso la vetta

Tra le montagne, nel cuore della natura, osservando il mondo spalancarsi intorno a sé. Succede in SpagnaCatalogna, poco distante da Barcellona, dove si può salire sulle montagne e ammirare tutto dall’alto. Per farlo si deve raggiungere il monastero di Montserrat e da lì salire ancora sulla funicolare Sant Joan. Una volta su questi vagoni si vivrà un’esperienza unica, vertiginosa e da sogno.

Il viaggio dura poco e la funicolare si inerpica sul fianco della montagna fino a raggiungere la cima, da dove la vista spazia sulla Catalogna regalando agli occhi uno scenario pazzesco e unico.

Vale assolutamente la pena salire anche solo per poter colmare lo sguardo di tanta meraviglia, ma la vista spettacolare non è l’unica cosa che si può fare una volta raggiunta la cima della montagna. Infatti dalla stazione (inaugurata nel 1918) vi è un edificio che ospita il museo Aula de la Natur, all’interno del quale si può approfondire la conoscenza di quali specie animali e vegetali vivono nel parco naturale della zona, ma non solo dal momento che raccoglie anche nozioni sul clima e sulla storia.

E poi da qui partono tante escursioni, per poter vedere con i propri occhi la meraviglia di questo paesaggio montano, conoscerlo meglio e tornare arricchiti dal viaggio.

La stazione a monte della funicolare di Sant Joan

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Sant Joan, la stazione a monte

Funicolare Sant Joan, cosa c’è da sapere

Alcuni dati interessanti in merito a questo percorso riguardano i numeri. A partire dalla distanza che si percorre una volta saliti sulla funicolare Sant Joan, che ammonta di 503 metri, con una pendenza che arriva a toccare il 65 %. Una volta terminato il viaggio si arriva a circa 1000 metri di altitudine, sul Piano delle Tarantole.

Questo percorso è stato inaugurato nel 1918 con l’obiettivo di unire il monastero sottostante con l’eremo di Sant Joan, nel punto in cui vi è anche il belvedere da cui la vista abbraccia il territorio circostante.

Nel corso del tempo questo impianto è stato oggetto di ammodernamenti ed è stato dotato di veicoli che permettono ai passeggeri di ammirare al meglio il paesaggio anche durante il viaggio.

Come raggiungere il monastero di Montserrat

Ma per intraprendere questo viaggio bisogna prima compierne un altro ed è quello per raggiungere il monastero di Montserrat. Si parte da Barcellona per raggiungere la stazione di Monistrol de Montserrat e da lì si sale sulla ferrovia a cremagliera, che porta nel cuore della montagna, dove si trova l’edificio religioso anche meta di pellegrinaggio.

La salita lungo il pendio dura circa 15 minuti e, grazie ai vetri panoramici, si può assaporare la bellezza della natura. Inoltre, è bene sapere che il treno parte circa ogni 20 minuti, ma è bene informarsi prima in base al periodo.

La storia di questo impianto è abbastanza antica e affonda le sue radici nella necessità di rendere più facile l’accesso al monastero. E questo è un luogo in cui si fondono la storia, la cultura e la bellezza naturale, creando un sito che vale la pena raggiungere per potersi immergere nell’anima della Catalogna.

Montserrat da dove parte la funicolare Sant Joan

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Montserrat, da qui parte la funicolare che porta a Sant Joan

Cosa vedere una volta raggiunto Montserrat

Una volta arrivati con la cremagliera a Montserrat, e prima di procedere con la salita grazie alla funicolare Sant Joan, ci sono tantissime cose da ammirare per poter rendere questa gita ancora più speciale.

Qui, infatti, si trova il santuario della Vergine Maria di Montserrat, ma anche il monastero benedettino che ha circa 1000 anni. Qui giungono anche i pellegrini per poter pregare la Madonna Nera, celebre scultura romanica del XII secolo che ha una grandezza di circa 95 centimetri. Legata alla figura della Madonna, inoltre, c’è una antica leggenda secondo la quale la prima immagine della Vergine Maria sia stata trovata da un gruppo di bambini con un gregge in una grotta. Visto che questa statua era impossibile da trasportare, il vescovo avrebbe ordinato la costruzione del santuario.

Da non perdere anche il museo all’interno del quale si possono ammirare opere di celebri artisti come Caravaggio, Degas, Picasso e Dalì, oltre a una collezione di resti archeologici e a mostre temporanee.

Un sito importante dal punto di vista culturale, storico, religioso e naturalistico e da cui partire per un’altra tappa, quella lungo la funicolare Sant Joan.

Le escursioni dalla funicolare

Raggiunta la stazione della funicolare di Sant Joan si possono intraprendere delle interessanti escursioni alla scoperta della bellezza selvaggia di queste cime.

Una di queste porta nel punto più alto: Sant Jeromi che è a 1236 metri sopra il livello del mare. La durata di questo percorso è di circa 2 ore e mezza. Dura, invece, solo 20 minuti quella che porta all’eremo di Santa Magdalena da cui godere di una vista altrettanto favolosa. Questi sono solo alcuni dei percorsi che si possono intraprendere, per poter vivere da vicino il paesaggio e scoprire scorci nuovi.

Ma se si decide di tornare indietro, si può ripartire dal monastero e successivamente salire su un’altra funicolare che permette di raggiungere un altro luogo altrettanto affascinante. Stiamo parlando della funicolare di Santa Cova che, infatti, fa da collegamento tra il santuario di Montserrat e la grotta proprio quella dove, secondo, la leggenda i pastorelli hanno trovato l’immagine della Vergine Maria. Si può raggiungere anche a piedi, ma la comodità del mezzo è impareggiabile. Per raggiungere questo luogo speciale, inoltre, non si sale in maniera vertiginosa verso l’alto ma si scende lungo un percorso di 262 metri.

La vista da Sant Joan

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La splendida vista da Sant Joan
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Weekend di ottobre tra i monasteri e i luoghi sacri dell’Emilia Romagna

Ottobre è un mese pieno di eventi, perché entriamo nel vivo della stagione autunnale, un periodo meraviglioso dell’anno in cui il paesaggio si tinge dei colori del foliage e le tavole si arricchiscono di prodotti eccezionali, come la zucca, i funghi e le castagne.

In Emilia-Romagna, la regione italiana con il maggior numero di prodotti Dop e Igp (ben 44), il mese di ottobre è carico di eventi, come quelli proposti ogni fine settimana dall’iniziativa chiamata Monasteri Aperti. In questo caso, infatti, il progetto mira a valorizzare il territorio della regione tramite un percorso di riscoperta dei più antichi e bei monasteri locali, attraverso itinerari che percorrono i luoghi sacri più iconici.
Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta e quali sono le oltre 80 manifestazioni in programma.

L’Emilia-Romagna e gli eventi sui luoghi sacri

Sono più di 80 gli eventi che l’iniziativa Monasteri Aperti promuove in Emilia-Romagna nei weekend del mese di ottobre: saranno previste tantissime attività outdoor, come escursioni a passo di trekking lungo i cammini religiosi, visite guidate a santuari e luoghi sacri, esibizioni musicali a tema sacro e scoperte gastronomiche di ricette monastiche della tradizione locale.
L’iniziativa, promossa da Apt Servizi Emilia-Romagna in collaborazione con la Conferenza Episcopale della Regione Emilia-Romagna e il circuito dei Cammini dell’Emilia-Romagna, ha lo scopo di promuovere il territorio e i suoi luoghi sacri più simbolici anche grazie ad attività peculiari come le lezioni di scrittura carolina, le escursioni nel Circuito dei 21 Cammini e Vie di Pellegrinaggio dell’Emilia-Romagna e molto altro, da Piacenza a Rimini, attraversando anche le città di Ferrara e Ravenna.

Tutti gli eventi di Monasteri Aperti nei weekend di ottobre

Piacenza

Il Monastero di Bobbio, nei pressi di Piacenza, vi aspetta sabato 5 ottobre per assistere al concerto di cornamuse “Rosa sine spina”, dove verranno suonati da abili musicisti alcuni interessanti manoscritti di epoca medievale.

Parma

A Parma, i primi 3 sabati del mese di ottobre la Diocesi propone una visita allo splendido Battistero, mentre nelle quattro domeniche del mese il Centro Studi e Archivio della Comunicazione – CSAC dell’Università di Parma aprirà al pubblico la trecentesca Abbazia di Valserena. Sabato 5 e domenica 6 ottobre, invece, i visitatori saranno accolti nella Chiesa di San Francesco del Prato, per l’evento guidato sopra i ponteggi, che permetterà di ammirare più da vicino l’abside e gli affreschi dell’edificio religioso.
Abbazia di Valserena, Parma

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La monumentale Abbazia di Valserena
Sempre nel parmense, lungo la Via dei Linari, ogni domenica del mese è aperto al pubblico il Monastero di Lagrimone, dove incontrare persino le suore Clarisse di clausura, oppure passeggiare nella Valle dei Cavalieri, alla Pieve di Zibana e lungo il Ponte di Lugagnano.
A Langhirano, sempre in provincia di Parma, i monasteri aperti saranno due, nelle domeniche del 13, 20 e 27 ottobre: il Monastero di Lagrimone e la Badia Benedettina di Torrechiara. Alla fine dell’escursione è anche previsto un pranzo al Refettorio della Badia di Torrechiara.
A Busseto, invece, sabato 5 ottobre ci si potrà dare al trekking in città sulle tracce di bellissimi luoghi di culto e in direzione del Monastero di Santa Maria degli Angeli, sulla Via Francigena. Domenica 20 ottobre, invece, la Cappella Ducale di San Liborio della Reggia di Colorno permetterà una visita guidata che spiega la vita monastica del Convento dei Frati Domenicani, mentre a Fidenza nel venerdì del 18 ottobre si potrà visitare il Convento dei Frati Minori Cappuccini.

Reggio Emilia

A Campagnola Emilia, nella provincia di Reggio Emilia, si trova la chiesa di Sant’Andrea al Castellazzo, conosciuta come la “chiesa matildica dimenticata”. Matilde di Canossa vi soggiornò nel 1108 e sarà possibile visitarla nel weekend del 5 e 6 ottobre. Il 12 ottobre, invece, si terrà l’iniziativa “Casina e le sue Pievi”, un viaggio tra le antiche Pievi reggiane dell’XI/XII secolo, con tappa alla Pieve di Santa Maria Assunta in Pianzo. 

Domenica 6 ottobre a Rubiera si potrà scoprire un antico ospitale e il Santuario che ospita la più grande collezione di Ex voto d’Italia, lungo la Via Romea Germanica Imperiale. Sempre il 5 ottobre, ci sarà una visita guidata alla Pieve di Toano, con vista sul Castello di Carpineti e sulla Pietra di Bismantova. Nella stessa Pieve si svolgeranno diversi eventi nelle date del 5, 12, 13, 19 e 27 ottobre. 

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Il Castello di Carpineti in provincia di Reggio Emila

Inoltre, il 5 ottobre apriranno le porte l’Abbazia e il Monastero Benedettino di Marola, mentre il 12 ottobre si potrà accedere all’Eremo benedettino ai piedi della Pietra di Bismantova, recentemente ristrutturato.

Modena

A Serramazzoni, in provincia di Modena, domenica 5 e 19 ottobre i visitatori potranno esplorare la seicentesca Chiesa di San Geminiano accompagnati da una guida. Nell’Abbazia di Nonantola, invece, si terranno diverse attività: sabato 12 ottobre ci sarà un laboratorio per bambini nel giardino abbaziale, dove un tempo sorgeva l’antico chiostro. Per gli adulti, nelle domeniche 6 e 27 ottobre, sono previste visite guidate all’Abbazia e al museo, oltre a un laboratorio di scrittura carolina e miniatura del capolettera.

Bologna

A Bologna, il Convento di San Martino Maggiore organizza sabato 5 ottobre un pellegrinaggio pensato per i più piccoli. Lo stesso luogo, sabato 26 ottobre, offre una visita guidata alla Basilica, al chiostro e alla sacrestia, con il supporto di una guida esperta. 

Domenica 13 ottobre, si potrà partecipare a un cammino che attraversa alcuni dei luoghi di fede più suggestivi dei Colli Bolognesi, partendo dalla Basilica di San Martino Maggiore e passando per la Chiesa di San Martino a Casalecchio di Reno, con una tappa al Santuario della Madonna di San Luca. 

Inoltre, domenica 6 ottobre, nel Complesso conventuale di San Martino Maggiore si terrà la XXVIII Edizione della Rassegna Internazionale dei Vespri d’organo.

Ferrara

“La via dello spirito” è un percorso che ripercorre le antiche rotte dei pellegrini medievali, partendo dall’Abbazia di Pomposa a Codigoro (FE) e arrivando fino al Lido delle Nazioni nel Delta del Po. Questo suggestivo itinerario sarà al centro di un’escursione organizzata per sabato 5 ottobre. 

Abbazia di Pomposa a Codigoro, Ferrara

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La bellissima Abbazia di Pomposa a Codigoro, in provincia di Ferrara

Domenica 6 ottobre, lo stesso tema ispirerà una gita che parte dalle Valli di Comacchio per arrivare al Santuario della Madonna del Bosco. Sempre il 6 ottobre, ad Argenta (FE), sarà possibile visitare il Santuario della Celletta e assistere a una conferenza che ne ripercorre la storia.

Forlì-Cesena

In Alto Savio, provincia di Forlì-Cesena, ci sono diverse proposte. Ogni weekend, dal venerdì alla domenica, è possibile prenotare due giorni di escursioni lungo la Via Romea Germanica, seguendo il percorso descritto dal Monaco Alberto di Stade nel 1236. Il programma prevede due tappe che attraversano l’Appennino: una con partenza da Santa Sofia e arrivo a Bagno di Romagna, o seguendo la via storica da Civitella, e l’altra da Bagno di Romagna a La Verna. Lungo il cammino si visitano l’Eremo di Corzano e la Basilica di Santa Maria Assunta di Bagno di Romagna. Inoltre, il 4 ottobre a Bagno di Romagna si terrà una conferenza sulla Via Romea Germanica con video e letture tratte dagli Annales Stadenses del 1250.

Domenica 6 ottobre sarà organizzato un trekking di 20 km lungo il Cammino di San Francesco, in occasione degli 800 anni della imposizione delle Sacre Stimmate, partendo da Bagno di Romagna fino al “Sacro Monte”. Sempre il 5 ottobre, un’escursione porterà i partecipanti dal Cippo delle vittime dell’eccidio del Carnaio fino al Santuario di Corzano e alla chiesa parrocchiale di San Pietro.

Domenica 27 ottobre, è prevista una passeggiata lungo una mulattiera con visita guidata al Santuario e alla Rocca di Corzano, concludendo con la Sagra dello Zambudello, una salsiccia tradizionale. Il 5 ottobre si potrà anche visitare il Museo d’Arte Sacra della Basilica di Santa Maria Assunta. Il 5 e 6 ottobre, a Mercato Saraceno, saranno aperte pievi e chiese ricche di opere d’arte, e lo stesso weekend vedrà anche l’apertura del Santuario della Madonna del Cantone e dell’Eremo di Montepaolo.

Inoltre, il 13 ottobre a Castrocaro Terme è prevista un’apertura straordinaria della Fortezza che custodisce la Chiesa di Santa Barbara.

Ravenna

Domenica 13 ottobre, nel pittoresco borgo di Brisighella (RA), sarà possibile partecipare a una visita guidata che esplora il Convento dell’Osservanza, inclusi la chiesa, le celle e il chiostro. A Rimini, nei weekend del 12-13 e 26-27 ottobre, apriranno le porte la Chiesa di San Bernardino e l’antica sagrestia con il Crocifisso del XVIII secolo di Innocenzo da Petralia. Durante la visita, sarà possibile incontrare le suore clarisse che risiedono nel Convento e condividere momenti con le monache di clausura.

Il 12 ottobre, a Sant’Agata Feltria (RN), si terrà un incontro dedicato al monachesimo femminile. Nello stesso mese, tutte le domeniche, a Santarcangelo di Romagna sarà accessibile il Monastero delle Sante Caterina e Barbara, parte del Cammino di San Francesco. Qui si potrà visitare la grotta circolare sotto il complesso monastico e camminare lungo l’antica via medievale che attraversa l’orto del Convento.

Infine, a Pennabilli (RN), domenica 27 ottobre, si terrà una visita guidata al Monastero Servi del Paraclito e al Museo del Montefeltro.

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Il Grand Canyon e la Death Valley negli USA

Gli Stati Uniti, grazie anche alla loro vasta estensione e la grandissima varietà di panorami e caratteristiche geografiche, ospitano alcune delle meraviglie naturali più spettacolari al mondo. Tra queste è possibile visitare i parchi nazionali americani. Luoghi unici, che possono offrire ai viaggiatori un’incredibile varietà di esperienza e paesaggi mozzafiato che portano ad un’immersione totale con la natura.

Questi parchi sono imperdibili, ma due fra tutti, sicuramente, sono degni di nota: il Grand Canyon e la Death Valley. Questi due giganti naturali attraggono, grazie alle loro caratteristiche, milioni di visitatori ogni, provenienti da tutto il mondo, tutti con il desiderio comune di avventurarsi fra i territori incontaminati alla ricerca di panorami spettacolari, escursioni nella natura e scoperte culturali e geologiche. Ecco alcune delle informazioni più importanti che bisogna sapere prima di visitare questi due giganti americani, per partire preparati direzione USA.

Il Grand Canyon: maestosità e geologia senza tempo

Il Grand Canyon si trova in Arizona ed è, senza dubbio, uno dei luoghi più iconici del mondo. Questo canyon, così immenso da sembrare infinito, è stato scavato dal fiume Colorado nel corso di milioni di anni, e si estende per circa 450 chilometri di lunghezza, con una profondità massima che in alcuni punti supera anche i 1800 metri di altezza. Insomma, si tratta di un vero e proprio spettacolo naturale.

Decidere di visitare il Grand Canyon è come entrare in una cattedrale naturali, dove le formazioni rocciose e stratificate sono in grado di raccontare una storia geologica più che millenaria, in una gamma di colori incredibili, che varia dal rosso intenso al giallo ocra e al grigio.

Il South Rim, che è la parte più meridionale del Grand Canyon, è la più accessibile e la più frequentata dai turisti, grazie ad una rete di sentieri ben segnalati, che permette di esplorare il parco anche a piedi e di raggiungere alcuni dei punti panoramici più spettacolari. Per gli amanti della fotografia, alla ricerca di uno scatto memorabile del Grand Canyon, il Mather Point e l’Hopi Point sono i punti più importanti. Infatti, queste sono due delle terrazze naturali più amate dai turisti, in quanto è possibile vedere il sole che tinge le pareti del canyon con tonalità calde, creando, così, uno spettacolo che lascia tutti senza fiato. Questa parte meridionale del Grand Canyon, inoltre, è sede di numerosi centri che offrono informazioni approfondite sulla sua storia e sulla geologia del territorio.

Il North Rim, invece, che è la parte più settentrionale, è meno frequentato. Questa lato del canyon è aperto solo da Maggio ad Ottobre ed è in grado di offrire ai viaggiatori un’esperienza più intima e più selvaggia. Il North Rim si trova a circa 300 metri di altitudine, quindi più alto rispetto al lato meridionale del Grand Canyon, ed è famoso per la sua vegetazione rigogliosa e per i punti panoramici come il Bright Angel Point e il Cape Royal, punti da cui si possono osservare viste mozzafiato del fiume Colorado e dell’immensità del luogo.

Vista dal basso di uno dei Canyon nel Grand Canyon negli USA

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Grand Canyon, Stati Uniti

Attività alla scoperta del Grand Canyon

È possibile vivere il Grand Canyon e scoprire i suoi fantastici paesaggi partecipando a diverse attività. Per gli appassionati di escursionismo, ad esempio, il Bright Angel Trail è uno dei percorsi più celebri, anche se tra i più impegnativi. Seguendo questo sentiero è possibile attraversare i terreni tortuosi del canyon e raggiungere il fiume Colorado, partecipando ad una delle esperienze più uniche al mondo, a contatto con la natura. Per chi, invece, è meno allenato, un’altra suggestiva opzione è quella del South Kaibab Trail, che, nonostante sia più breve, riesce a regalare panorami incredibili lungo tutto il suo percorso.

Per tutti coloro che, invece, vogliono osservare il Grand Canyon da un’angolatura diversa, è possibile scegliere fra diverse opzioni. La prima è sicuramente quella di sorvolare il parco partecipando ad un tour in elicottero, che permette di godere di una vista unica dall’alto. L’altra opzione è data dalla possibilità di scegliere di provare il rafting lungo il Colorado, dove affrontare le rapide tra le imponenti pareti di roccia circostanti. Mentre, la terza opzione, per un’esperienza alquanto vertiginosa, è quella del Grand Canyon Skywalk, ovvero una passerella di vetro sospesa ad oltre 1200 metri di altezza, sulla quale camminare letteralmente sul vuoto ed osservare il canyon che si spalanca sotto i piedi.

Oltre ai classici itinerari, poi, da non perdere nel Grand Canyon c’è una gemma nascosta: le Havasu Falls, un luogo da favola composta da un insieme di cascate turchesi e situate all’interno della riservi degli Havasupai. Per raggiungere queste cascate è necessario, però, camminare lungo un trekking impegnativo: uno sforzo assolutamente ripagato all’arrivo, grazie alla presenza dell’acqua fresca e limpida che scorre tra le rocce rosse e crea delle piscine naturali uniche.

Il fascino unico della Death Valley

Dalla maestosità e l’immensità del Grand Canyon, si passa verso l’affascinante desolazione di uno dei luoghi più estremi ed inospitali non solo degli Stati Uniti, ma dell’intero mondo: la Death Valley.

Questo territorio si trova fra il bellissimo stato della California, dove è presente la meravigliosa città di San Francisco, e lo stato del Nevada ed è il punto più basso e caldo di tutto il Nord America, con le temperature estive che arrivano anche i 56° gradi, rendendolo il luogo più caldo al mondo. Nonostante tutto, ovvero il suo nome così suggestivo e la sua fama di essere un luogo ostile, la Death Valley rimane una delle destinazioni più affascinanti degli Stati Uniti: un luogo caratterizzato da paesaggi quasi surreali e meraviglie naturali che sembrano appartenere ad un altro pianeta.

Cosa non perdere assolutamente nella Death Valley?

Sono diversi i punti che i visitatori di questo parco naturale statunitense non devono assolutamente perdere. Fra questi troviamo, ad esempio, il, che si trova addirittura a ben 86 metri sotto il livello del mare, è una vastissima distesa salata che si estende a perdita d’occhio dal coloro bianco quasi accecante. Si tratta di uno dei luoghi più affascinanti al mondo, specialmente al tramonto, quando le ombre delle montagne circostanti si allungano su tutto il sale cristallino.

C’è anche il Zabriskie Point, un’altra icona della Death Valley, che offre una vista spettacolare sulle formazioni rocciose, caratterizzate da colori caldi ed ondulati e che formano un luogo perfetto per ammirare l’alba o il tramonto e vivere una delle esperienze più indimenticabili di cui si possa godere. Inoltre, nelle sue vicinanze, sono presenti altri punti panoramici ed attrazioni da non perdere come il Dante’s View, una postazione in grado di regalare un panorama mozzafiato sulla valle e sulle montagne circostanti, ed il Mesquite Flat Sand Dunes, ovvero delle dune dorate e che offrono una delle immagini più iconiche del parco, dove camminare al tramonto e godere di un’esperienza magica.

Infine la Artist’s Palette, un’altra meraviglia della Death Valley, un’area dalle rocce multicolori che riesce a stupire per le sue incredibili tonalità di verde, rosa, viola ed arancione. Si tratta di uno spettacolo cromatico risultato della presenza di diversi minerali nella roccia e che può essere ammirato dalla famosa Artist’s Drive.

Vista del Bradwater Basin al tramonto

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Bradwater Basin al tramonto

Storia e misteri del deserto arido statunitense

Nonostante il suo aspetto così inospitale, la Death Valley ha una lunga storia di insediamenti umani. Qui, infatti, le tribù native americane, come i Timbisha Shoshone, abitarono queste terre per secoli, grazie alla loro profonda conoscenza del territorio, di vitale importanza per la sopravvivenza. Tutt’oggi una piccola comunità di questa tribù vive  nella valle e mantiene vive le tradizioni della loro cultura.

Cosa dire, invece, delle origini di questo nome così “particolare’? Il nome Death Valley fu dato dai cercatori d’oro nel lontano 1849, quando alcuni pionieri che si misero in viaggio verso la California rimasero intrappolati nella valle, anche se solo una persona perse la vita. L’appellativo rimase per gli anni a venire come monito ed avvertimento della pericolosità del territorio. Successivamente, nonostante questo, la Death Valley divenne un centro di estrazione mineraria molto importante per gli Stati Uniti: qui, infatti, veniva estratto il borace, un minerale utilizzato nella produzione di saponi e detergenti. Oggi di questa attività rimangono solo i resti delle miniere e vecchi vagoni

Il clima estremo e la vita nella Death Valley

La Death Valley, come già affermato in precedenza, è il luogo più caldo del pianeta. Nonostante queste condizioni estreme, la valle è abitata da alcune specie animali. Fra queste si trovano il Kit Fox, la volpe del deserto, ed il coyote, che hanno sviluppano negli anni strategie di adattamento straordinarie a questo ecosistema. Come gli animali, anche la flora della Death Valley è sorprendente, grazie alla presenza di piante come il creosoto ed il mesquite, che riescono a sopravvivere a queste temperature per le loro radici profonde decine di metri.

Vista da un punto panoramico della Death Valley, con persone che camminano lungo il sentiero

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Vista dall’alto della Death Valley

In rare occasioni, quando le piogge invernali sono più abbondanti della media e con l’arrivo della stagione primaverile, la Death Valley riesce a trasformarsi in un meraviglio prato fiorito. Si tratta di una fioritura straordinaria, un fenomeno che ha preso il nome di Super Bloom.

Entrambi i parchi nazionali sono gestiti con grande attenzione, soprattutto per preservare l’ambiente così particolare ed allo stesso tempo fragile. Per minimizzare l’impatto che può avere l’affollamento turistico, ad esempio, il Grand Canyon ha introdotto in sistema di navette gratuite che permette di visitare l’intero parco senza dover per forza utilizzare la propria automobile.

Misure come queste sono necessarie per preservare la bellezza di queste due destinazioni naturali così iconiche degli Stati Uniti. La Death Valley ed il Grand Canyon potrebbero essere la destinazione ideale per un’avventura immersi nella natura, è ora di prenotare le prossime vacanze!

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Escursione a Cajon del Maipo, cosa sapere (e le attività da non perdere per nessuna ragione)

Cajon del Maipo è uno dei luoghi più amati al mondo dagli escursionisti: questo canyon comprende il bacino superiore del fiume Maipo, oltre ai fiumi confluenti El Volcàn, Yeso e Colorado. Come destinazione turistica per escursionisti e campeggiatori, ci sono molte cose da sapere: prima di tutto, bisogna prenotare un tour, per un viaggio unico tra i villaggi tipici, dove è possibile osservare la riserva circondata dalle maestose montagne. I tour durano circa 10 ore – impegnano una giornata – e ciascuno offre attrazioni specifiche. Ti portiamo alla scoperta di Cajon del Maipo in Cile.

Cosa sapere prima di prenotare un’escursione a Cajon del Maipo

Cajon del Maipo è un canyon abbastanza stretto, ma il panorama è a dir poco pittoresco e mozzafiato: per chi vuole fuggire dalla frenesia di Santiago del Cile per un giorno, non possiamo non suggerire una visita in questa landa selvaggia, tra le cittadine di montagna. Il suggerimento che ti diamo per non perdere nulla è di prenotare l’escursione che più si addice ai tuoi interessi: per esempio, c’è la possibilità di andare alle sorgenti termali di Cajon del Maipo da Santiago del Cile.

L’aspetto più interessante del territorio è che offre delle opzioni su misura di tutti: da chi è amante del brivido e dell’avventura, fino a chi preferisce un’escursione più misurata. Tra fiumi e passi di montagna, le valli di Cajon del Maipo si trovano a un’ora dalla Capitale del Cile: ti attendono attività di rafting, escursionismo, alpinismo. Se ami gli sport all’aria aperta, è decisamente la gita in giornata da non perdere.

Cosa vedere a Cajon del Maipo

Iniziamo da El Morado National Monument: è un’area che comprende il canyon Rio Morales e le colline adiacenti: flora e fauna sono pronti a stupirti con specie vegetali ed esemplari di uccelli, ma ricorda che il parco è chiuso da maggio e settembre per le condizioni climatiche. Il periodo migliore per visitarlo è da dicembre a marzo.

San José de Maipo è uno di quei pittoreschi villaggi di montagna dove l’identità è forte: cultura, cucina locale, panorami immersi nella natura. Questa destinazione è particolarmente amata dai turisti per il cibo (tra cui le empanadas cotte nei forni di argilla) e la presenza di vigneti e birrifici.

El Yeso, invece, si trova nelle profondità di Cajon del Maipo: fare un’escursione ammirando le sue acque turchesi è un’opportunità da non perdere. Il sentiero non è difficile ed è adatto anche a coloro che non sono soliti fare trekking. Si può persino pescare, oppure fare un pic nic con tutta la famiglia. Si percorre la strada El Volcàn, passando per la città di San Gabriel: qui poi ci sarà ad attenderti il bacino di acqua cristallina e colline innevate. Un modo per connettersi con il Cile più “segreto” e autentico.

Le sorgenti termali del Cajon del Maipo rimangono una delle attrazioni più famose: il panorama è idilliaco, c’è la possibilità di rilassarsi e dimenticare qualsiasi stress o tensione, ed è possibile persino ammirare la cascata Velo de la Novia. Ovviamente, ti attende un pranzo cileno genuino, per scoprire i sapori del territorio.

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Le gite da fare in giornata per stare all’aria aperta con la famiglia

Per staccare dalla routine quotidiana, non c’è niente di meglio che una gita in famiglia per ritrovare energia e serenità. L’Italia, con la sua infinita ricchezza di luoghi incantevoli, offre l’occasione perfetta per esplorare destinazioni straordinarie anche in una sola giornata.

Che siate appassionati di storia e arte, o preferiate perdervi tra paesaggi naturali mozzafiato, non mancano di certo le mete pronte a sorprendervi. Preparatevi a vivere momenti indimenticabili, capaci di unire grandi e piccini in un’esperienza unica e coinvolgente!

In Valle Adamè per ammirare le cime più maestose dell’Adamello

Gli amanti delle mete green e della fauna montana non possono non rimanere stregati da Valle Adamè, una delle zone più caratteristiche e incantevoli che abbracciano il massiccio dell’Adamello, a un’ora e mezza da Brescia.

Attraversata dal Torrente Poglia che scorre sinuoso tra le piane alluvionali e precipita in fragorose cascate cristalline lungo i gradini glaciali, rappresenta un vero e proprio capolavoro in cui la sapiente opera della natura si manifesta in tutta la sua imponenza, dalla maestosa seraccata che domina la testata della valle, fino alle cime rocciose che compongono le catene delle Levade e del Salarno. I segni delle antiche glaciazioni sono chiaramente visibili in ogni angolo, dalla tipica forma a ‘u’ della valle ai “coster” su cui si ergono i contrafforti montuosi.

Un prezioso spettacolo per gli occhi e per il cuore, dove si alternano cime rocciose, ghiacciai, fiumi e altre bellezze naturali tra cui fiori e cespugli di rododendro che in estate e primavera colorano l’intera valle, ideale per respirare aria sana, oltre a godere di una vista incredibile.

In Garfagnana, tra borghi, laghi e riserve naturali

Adatta per una gita di una giornata anche la Garfagnana, incastonata tra le Alpi Apuane e la catena principale dell’Appennino Tosco-Emiliano.

Non a caso, i punti di interesse sono davvero molti: tra fortezze, borghi, grotte e riserve naturali c’è soltanto l’imbarazzo della scelta.

Qualche esempio? Il Parco dell’Orecchiella, per fare un giro tra i suoi rifugi, oppure la Grotta del Vento, per scoprire le rocce calcaree, l’Eremo di Calomini, santuario grotta a strapiombo sulla vallata della Turrite, o il leggendario Ponte del Diavolo nelle vicinanze di Borgo a Mozzano.

Senza contare poi tutti i borghi toscani, sempre ricchi di fascino e storia, come Castelnuovo di Garfagnana, Bagni di Lucca, Barga e Coreglia Antelminelli. Per stare all’aria aperta, un’ottima scelta è anche il Lago di Vagli, sotto le cui acque si nasconde il suggestivo “paese fantasma” di Fabbriche di Carragine.

A Catinaccio, tra panorami e tramonti mozzafiato

Tra la Val di Tires in Alto Adige e la Val di Fassa in Trentino si nasconde una gemma poco conosciuta ma perfetta per gli amanti della natura e dell’avventura: il Catinaccio, fiabesca località che vanta un territorio incredibile con ben 10 cime, 11 rifugi, 10 passi e 5 vie ferrate, così da offrire agli escursionisti e agli appassionati di trekking un’esperienza diversa ogni giorno.

Immersa in un’atmosfera di pace e quiete, è altresì avvolta da un’aura leggendaria. Infatti, si narra che le montagne siano in realtà le rose incantate del giardino del re degli gnomi, Laurino, pietrificate ma che al tramonto riprendono vita tingendosi di rosa e rosso. Il Catinaccio è davvero un luogo magico, dove provare un contatto profondo con la natura incontaminata.

Caorle, borgo marinaro senza tempo

Caorle, Veneto

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Caorle, famosa località balneare veneta

Caorle, antico borgo dall’anima marinara lungo l’Alto Adriatico, è imperdibile per chi desidera immergersi in un mix di storia, natura, folclore e sapori autentici.

Ancora oggi, la tradizione della pesca scandisce le giornate: nel pomeriggio, le barche cariche di pesce fresco vi approdano per rifornire il mercato ittico e la cucina locale, ovviamente basata sui doni del mare, è una delizia da gustare con calma, ma solo dopo aver esplorato il pittoresco centro storico o la suggestiva Chiesa della Madonna dell’Angelo, un santuario che si erge su un promontorio roccioso affacciato sul mare.

Ma non è tutto: la vicina laguna di Caorle è un’area protetta ricca di fascino: qui si possono ancora ammirare le tipiche abitazioni in legno e canna dove un tempo vivevano i pescatori con le famiglie, un tuffo nel passato che rende la visita ancora più speciale.

Riva del Garda, la località perfetta per rigenerarsi

Riva del Garda, incastonata sulla sponda settentrionale del Lago di Garda, è la destinazione perfetta per chi desidera fare il pieno di energia e benessere, ma anche per ritrovarsi al cospetto di panorami difficili da descrivere a parole.

Qui, tra corsi di yoga, massaggi rigeneranti e attività di sport dolce, ogni occasione è quella giusta per ricaricare corpo e mente, il tutto plasmato dalla bellezza naturale del lago e delle montagne tutt’intorno. Le passeggiate lungo le sponde del lago o sui sentieri montani donano momenti di relax e avventura da condividere con tutta la famiglia.

Tra monti e lago, ecco la bellezza della Conca dell’Aviolo

Nel cuore ell’Alta Val Paghera, la Conca dell’Aviolo è uno dei gioielli più affascinanti della provincia di Brescia e del massiccio dell’Adamello.

Tale angolo pittoresco regala innumerevoli percorsi per chi desidera esplorare la sua straordinaria bellezza. Il lago Aviolo, con le sue acque cristalline, è la tappa da mettere in lista per una pausa rilassante, magari mentre si osservano i camosci che popolano le vette.

Ma la Conca dell’Aviolo custodisce anche un’importante testimonianza storica: poco sotto il rifugio spicca un’area fortificata con trincee risalenti alla Prima Guerra Mondiale, in particolare alla Guerra Bianca, il conflitto alpino. Un’opportunità unica per gli appassionati di storia e montagna, che qui trovano un connubio perfetto tra natura e memoria storica.

Nel regno delle Dolomiti per scoprire lo Stelvio

Stelvio

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Magnifico Passo dello Stelvio

Raggiungere lo Stelvio, Patrimonio Mondiale dell’Unesco, è un’esperienza che ripaga appieno ogni chilometro percorso lungo la spettacolare strada panoramica: l’aria pura sembra avvolgervi, invitandovi a respirare profondamente e a lasciare andare ogni pensiero.

Il Parco Nazionale dello Stelvio offre un’ampia scelta di sentieri, ideali anche per i più piccoli. Inoltre, ogni giorno si possono vivere momenti unici partecipando a laboratori interattivi, visite guidate e molte altre attività pensate per avvicinare grandi e piccini alla natura. È un’occasione preziosa per scoprire il territorio e ammirarne le meraviglie, in un contesto idilliaco.

Gita a tutta fantasia al parco di Bomarzo

Se desiderate trascorrere una giornata fuori dall’ordinario con la famiglia dirigetevi verso Bomarzo, in provincia di Viterbo, e visitate il curioso Parco dei Mostri, incantevole giardino le antiche sculture in basalto, sparse tra il verde, narrano storie di tempi lontani.

È un luogo affascinante e surreale, dove creature mitologiche, divinità e mostri fantastici prendono forma nella pietra, regalando a chi lo visita un viaggio magico attraverso leggende e simbolismi. Il top per chi cerca una meta originale, capace di stupire.

Tra architettura e natura: Rovigo e il Delta del Po

Siete appassionati di arte e cultura? Allora scegliete Rovigo dove, ogni anno, i musei si animano con mostre d’arte e fotografia e le strade del centro storico, con le loro antiche porte, chiese e monumenti, nascondono tesori che meritano di essere scoperti passo dopo passo.

Ma la città non è l’unico richiamo: a breve distanza si estende il meraviglioso Delta del Po, che ha ispirato grandi registi come Antonioni, Rossellini, Avati e Mazzacurati e che, con i suoi paesaggi sconfinati, è ideale per essere esplorato con escursioni in barca, alla scoperta della fauna autoctona e delle case rurali che raccontano la storia del territorio. Per rendere l’esperienza ancora più indimenticabile, attendete l’ora del tramonto, quando i colori del cielo dipingono la natura di tonalità calde e avvolgenti: la magia è assicurata.

La Cascata delle Marmore, un vero spettacolo della natura

Cascata delle Marmore, Umbria

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Le spettacolari Cascata delle Marmore

A pochi chilometri da Terni, la Cascata delle Marmore, una delle meraviglie naturali più celebri d’Italia e la cascata più alta d’Europa, è perfetta per fuggire dalla routine e svagarsi a contatto con la lussureggiante vegetazione del parco naturale.

Passeggiando lungo i sentieri, avrete la possibilità di ammirare non solo lo spettacolo maestoso delle acque, ma anche di scorgere le tracce di antiche civiltà grazie ai resti archeologici e industriali, nonché opere idrauliche che testimoniano il profondo legame tra l’uomo e l’ambiente circostante.

In Valtellina, all’aria aperta tra i vigneti

Infine, un’altra idea per una giornata originale è la visita ai vigneti della Valtellina, dove l’arte vitivinicola si sposa con panorami unici.

I terrazzamenti che caratterizzano la splendida valle alpina si estendono per chilometri e danno vita a un paesaggio incantevole che sembra non avere fine. Qui, nelle cantine più rinomate, vengono organizzate visite guidate per vedere da vicino come nasce il pregiato “Valtellina Superiore“.

Ad esempio, luoghi come Carmine di Poggiridenti e Calvario, a Tresivio, propongono un’immersione totale nei segreti della produzione vinicola, permettendo di assaporare la storia e la tradizione di queste terre. Dopo aver apprezzato i sapori locali, perché non approfittarne per una passeggiata rigenerante tra le montagne tutt’intorno, dove la natura diventa il perfetto sfondo per una pausa di relax e benessere? Una fuga in famiglia tra vigneti e montagne, che unisce il piacere del buon vino alla bellezza incontaminata del paesaggio valtellinese.

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Via delle Genti, l’itinerario artistico sul Lago Maggiore

Il Lago Maggiore diventa scenario di un progetto di valorizzazione culturale che ruota intorno a Via delle Genti, una strada che in antichità collegava il Verbano e la Svizzera e oggi si estende per 16km e unisce le città di Ghiffa, Oggebbio, Cannero Riviera e Trarego Viggiona. Finanziata da Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando “Territori in luce”, questa iniziativa darà visibilità a quattro installazioni artistiche che dialogheranno con il territorio, e darà la possibilità ai visitatori di partecipare a masterclass, escursioni a tema e altre attività turistiche. Tutto per far conoscere i punti di interesse della zona, sia a livello culturale sia naturalistico.

Via delle Genti: un itinerario tra passato e presente

Oggi la Via delle Genti è un itinerario a mezza costa lungo le alture del Verbano e garantisce panorami mozzafiato sul Lago Maggiore. Percorrendo il sentiero ci si imbatte in villaggi in pietra con una magia d’altri tempi come Oggebbio e i borghi di Cannobio e Cannero per poi raggiungere Trarego Viggiona ad alta quota. Quest’ultima permette di scoprire i tracciati delle trincee della Linea Cadorna e godere della vista dal Monte Carza.

Patrimonio UNESCO, questo percorso tocca i centri di Deccio, Novaglio e Comologno, fino a Cannero Riviera, famosa per la coltivazione degli agrumi. Continuando tra centri abitati e natura si percorre un paesaggio naturale tra boschi e prati fino a Carmine Superiore, un piccolo paese arroccato che regala uno scorcio unico sui Castelli di Cannero. L’antica via poi porta anche a Molineggi, Cannobio, Solivo e, una volta oltrepassato il fiume Cannobino, si può arrivare fino a Marchile e Formine.

Un programma ricco

Oggebbio, Cannero Riviera, Trarego Viggiona con la Pro Loco di Ghiffa e altri luoghi della zona hanno pianificato un programma ricco per portare artisti e operatori culturali con esperienza a vivere un’avventura collettiva emozionante e didattica. L’arte celebrerà la memoria storica, naturale e culturale di questa area del Piemonte, attraverso una collaborazione attiva intorno alla Via delle Genti. Le opere stanno prendendo vita in questo periodo, poichè dovranno essere presentate al pubblico tra Ottobre e Novembre.

Lago Maggiore vista

Fonte: 123RF

Panorama sul Lago Maggiore

Opere d’arte in progress

Ghiffa ha optato per la Land Art con la residenza a cura di Artieri da Torino che dal 2016 fa progetti per riqualificare gli spazi pubblici trascurati. Questo punterà sulla creazione di micro-architetture lignee che celebrino la storia locale e delineino un percorso e nuovi spazi nella zona del Sacro Monte di Ghiffa.

Il 5 e 6 Ottobre è in programma una masterclass pensata come un “cantiere collettivo” con artisti e cittadini coinvolti. Oggebbio invece ospiterà l’opera di Fabio Petani, un artista piemontese conosciuto in tutto il mondo che crea murales ricchi di elementi floreali e forme geometriche. In particolare egli interverrà su un muraglione di contenimento stradale per sottolineare il valore storico e culturale. nonché paesaggistico, della riva piemontese del Lago Maggiore.

Cannero Riviera sarà protagonista di una installazione di Visual Mapping per mettere in risalto punti strategici del patrimonio locale, prendendo spunto dal Museo Etnografico, le attività economiche e produttive dei dintorni e dalla natura. L’idea al centro del progetto è quella di valorizzare il rapporto tra uomo e ambiente sotto la guida di Edoardo Argentieri, visual artist, graphic designer e illustratore toscano.

Infine Trarego Viggiona prevede di coinvolgere Trarego, Cheglio e Viggiona per un racconto audiovisivo del territorio. Il turista potrà esplorare quei luoghi scoprendo anche dettagli meno noti e informazioni insolite con pannelli descrittivi lungo il percorso con codici Qr Code all’interno delle pensiline delle fermate degli autobus. L’artista romano Walter Paradiso se ne occuperà in qualità di esperto di documentazione video nelle aree interne d’Italia.

 

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Cosa vedere nella regione della Carnia

Incastonata nell’angolo nord occidentale del Friuli Venezia Giulia, al confine a ovest con il Veneto e a nord con l’Austria, si trova la Carnia, un dedalo di paesaggi di montagna straordinari, valli incantate e borghi dal fascino antico, ricco di storia e con una prelibata tradizione culinaria. Alle famiglie, agli amanti dello sci, della bici e di passeggiate ed escursioni a stretto contatto con la natura una vacanza in Carnia, in estate così come in inverno, assicura autenticità, tranquillità e benessere.

Ecco le cose da vedere e le attività da fare durante un viaggio nel territorio della Carnia.

Cosa vedere e cosa fare in Carnia

Considerato il capoluogo della Carnia, Tolmezzo è un borgo ricco di storia e di tradizioni e anche un ideale luogo di soggiorno per scoprire le valli circostanti. Nel centro storico del paese meritano una visita il Duomo settecentesco dedicato a San Martino e i numerosi edifici nobiliari, tra cui il Palazzo Campeis, con il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni Popolari. Inoltre, tra i vicoli del vicino borgo rurale di Ileggio si possono ammirare il cinquecentesco Mulin de Flec, ancora funzionate e la Pieve di San Floriano, una chiesa rurale risalente al IX-X secolo.

Nel cuore della Carnia, si trova anche Arta Terme, nota stazione termale, dove soggiornò persino il poeta e scrittore Giosuè Carducci. Grazie alle acque sulfuree, in particolare dell’acqua “Pudia”, è una destinazione perfetta per un soggiorno sia terapeutico sia di benessere, a cui abbinare d’inverno lo sci e d’estate passeggiate nella natura o escursioni in bici alla scoperta del territorio. Meritano una visita anche la vicina Zuglio, sulla sponda destra del torrente But, il più importante sito archeologico della Carnia, e il borgo di Cabia, famoso per i formaggi della latteria e per lo sliwovitz, un distillato di prugne.

Sutrio è un caratteristico borgo di montagna, aderente all’Associazione Borghi Autentici d’Italia, che si trova nella Valle del But. Questo borgo è molto affascinante per le sue case tradizionali in pietra e qui l’atmosfera diventa ancora più suggestiva nel periodo delle festività natalizie, quando per le vie del paese vengono allestiti presepi lignei, di ogni genere e tipo, persino a dimensione naturale. Legata alla tradizione della lavorazione del legno, la prima domenica di settembre si svolge la manifestazione “Magia del legno”. Sutrio è una piacevole destinazione per una vacanza in estate così come in inverno.

Sutrio, Carnia

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Panorama di Sutrio, in Carnia

Chi non ha sentito parlare del Monte Zoncolan, una delle tappe più famose del Giro d’Italia? La salita che da Ovaro porta in cima è tanto impegnativa che il monte è stato soprannominato “Kaiser”, ma non preoccupatevi, perché vi sono anche vie più rilassanti, quali la Funivia Ravascletto-Zoncolan in inverno e il sentiero “Gjalinar” in estate. Ravascletto è, quindi, la meta ideale per una vacanza bianca, grazie alle bellissime piste da cui è circondata, e per una vacanza attiva in estate, quando godere di bellissimi paesaggi montani, tra passeggiate e pedalate in MTB, più o meno impegnative.

Capoluogo della Val Pesarina è Prato Carnico, composto da 10 paesini e circondato da imponenti montagne dolomitiche che superano i 2.000 metri d’altezza. Una delle frazioni più conosciute è Pesariis, dove da più di quattro secoli si fabbricano orologi. Alla bellezza del luogo, si aggiunge la peculiarità di una passeggiata tra le vie di questo borgo, decorate da orologi pubblici di ogni genere, con relativa descrizione. Un itinerario unico nel suo genere, che culmina nella visita al Museo dell’Orologeria: una realtà davvero sorprendente.

Forni Avoltri è il comune più a nord del Friuli Venezia Giulia ed è famoso per il Centro Biathlon, nel quale si sono disputati numerosi eventi sportivi a livello nazionale e internazionale. Si tratta in realtà di due borghi e il nome è legato alla loro storia: i forni, in cui si fondevano i minerali estratti dal monte Avanza, e Avoltri, che fu il primo nucleo abitativo dei minatori. Numerose sono le passeggiate attraverso oasi faunistiche e laghetti alpini, fino al monte più alto del Friuli Venezia Giulia, il Coglians, così come tante sono le possibili escursioni in bici, contando anche sulle strutture ricettive del Club Bike Experience, dotate di tutti i servizi e comfort ideali per i cicloturisti.

Per una vacanza all’insegna della tranquillità immersi in un paesaggio mozzafiato, Sauris è la meta ideale, dove fare escursioni a piedi nei boschi, tra torrenti e malghe, pescare lungo i fiumi o fare canoa sull’omonimo lago. Interessanti da visitare sono il Santuario di Sant’Osvaldo a Sauris di Sotto e a Sauris di Sopra la Chiesa di San Lorenzo e il Centro Etnografico. Un’attenzione particolare merita la tipica architettura delle case, unica nel suo genere: le case in pietra e legno vengono, infatti, costruite con la tecnica block bau, ovvero con tronchi di legno sovrapposti e incastrati agli angoli. Da non perdere la degustazione del prosciutto crudo locale, un po’ affumicato, e della birra artigianale.

Forni Sopra e Forni Sotto erano una volta un unico comune, infatti le due località, che si trovano nell’alta Val Tagliamento, distano solo 8 km. Forni di Sotto è il comune più esteso della Carnia e si suppone essere già abitato in epoca pre-romana, i ruderi del castello sono ancor oggi visibili nella località detta Chiastelàt; completamente raso al suolo nel 1944 dai nazisti fu poi ricostruito conservando le fontane delle tre borgate in cui era suddiviso. Forni di Sopra, pittoresco paese di montagna con case in pietra e antiche chiese, è dominato dalle vette delle Dolomiti Friulane, che regalano paesaggi mozzafiato, ed è una delle mete sciistiche più amate dagli appassionati di sci, snowboard e ciaspole. Durante l’estate entrambe i comuni sono mete ideali per le vacanze dei walker e biker che qui possono scegliere, dopo un percorso in bici lungo i sentieri di fondovalle o un’escursione nel Parco delle Dolomiti Friulane, Patrimonio Unesco, di soggiornare nelle strutture ricettive dei Club Bike Experience e Walking Hotels Experience qualificate, attrezzate e studiate ad hoc per le loro esigenze. Inoltre, per coloro che vogliono misurare il loro coraggio con lanci nel vuoto e percorsi acrobatici sospesi tra gli alberi e molto altro, non può mancare una visita al Dolomiti Adventure Park.

La cucina della Carnia

Anche in campo gastronomico la Carnia ha un carattere distintivo rispetto al resto della regione, con la sua cucina ricca di cereali, legumi, ortaggi, erbe aromatiche, che si trovano nei boschi e nei prati di questa terra. Assolutamente da gustare sono i Cjarsòns, ravioli ripieni di ricotta, erbe e altri ingredienti come spinaci, uvetta, formaggio grattugiato, uova, spesso tendenti al dolce,, cotti in acqua bollente e conditi con burro fuso, ricotta affumicata e cannella. Squisiti sono i formaggi, come il Formadi Frant o il formaggio di malga, e i salumi, come il Prosciutto di Sauris affumicato, da abbinare alla birra artigianale locale.

Sauris, Carnia

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Il prosciutto tipico della Carnia
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Settimana nazionale dell’escursionismo del CAI tra le Dolomiti

Le Dolomiti saranno il meraviglioso scenario della 25esima edizione della Settimana nazionale dell’escursionismo del Club Alpino Italiano (CAI), uno degli eventi più attesi dagli appassionati di montagna. Dall’11 al 15 settembre, Auronzo di Cadore (Belluno) accoglierà oltre un migliaio di escursionisti e cicloescursionisti provenienti da tutta Italia e non solo, che potranno esplorare alcuni dei sentieri più affascinanti e panoramici delle Dolomiti.

Escursioni tra le montagne Patrimonio dell’Unesco

In programma ci sono ben 27 escursioni a piedi, anche su vie ferrate, e in bicicletta aperte a chiunque desideri vivere la montagna, indipendentemente dall’esperienza o dall’età. I percorsi attraversano luoghi iconici come le Tre Cime di Lavaredo, le Marmarole, il Sorapiss, il Cristallo e i Cadini di Misurina. Dalle alture più impervie ai sentieri più accessibili, la manifestazione si propone di coinvolgere escursionisti alle prime armi, famiglie con bambini, appassionati di ciclismo in montagna e persone con disabilità.

La base operativa dell’evento sarà la struttura “La Gregoriana”, situata nella foresta di Somadida, in una posizione privilegiata a pochi chilometri da Auronzo, da cui si possono raggiungere facilmente le Tre Cime di Lavaredo, Patrimonio dell’Umanità Unesco, uno dei simboli delle Dolomiti.
“Ogni anno la Settimana nazionale rappresenta il punto di riferimento per tutto l’escursionismo Cai, durante la quale camminare e pedalare sui sentieri, arricchendosi, socializzando gli uni con gli altri e scambiandosi buone pratiche ed esperienze di frequentazione sostenibile dei territori montani”, afferma Laura Colombo, Vicepresidente generale del Cai con delega all’escursionismo. “L’edizione 2024 ci porterà sulle Dolomiti, territorio da conoscere e frequentare con consapevolezza, rispettando l’ambiente e immergendosi in una cultura che affonda nei secoli”.

Gli eventi in programma

Tra gli appuntamenti più attesi della settimana spiccano vari raduni tematici, a cominciare dal Raduno nazionale seniores, l’11 settembre, giunto alla quinta edizione, che coinvolgerà circa 350 partecipanti Over 65 in cinque escursioni appositamente studiate per questa fascia di età.
Parallelamente, inizierà anche il Raduno nazionale Giovani, che vedrà persone sotto i 40 anni impegnate in un percorso di tre giorni lungo il Marmarole Runde, un anello panoramico che abbraccia tutto il gruppo montuoso delle Marmarole.

Dal 12 al 14 settembre si svolgerà il 16esimo Raduno nazionale cicloescursionismo, con circa 50 appassionati di mountain-bike che affronteranno percorsi differenziati per difficoltà e dislivello. Il 14 settembre sarà invece la giornata dedicata al primo Raduno nazionale Family Cai, pensato per le famiglie, che prevede un’escursione sui Cadini di Misurina con una sessantina di partecipanti tra adulti e bambini, che vivranno un’esperienza all’insegna del divertimento e della scoperta della montagna.

Accessibilità in montagna

Uno dei momenti più significativi della settimana sarà rappresentato dal Raduno nazionale di escursionismo adattato, previsto per il 14 e 15 settembre, rivolto alle persone con disabilità motoria o cognitivo-comportamentale, che non possono camminare autonomamente, e ai loro accompagnatori. Il sabato pomeriggio si terrà un incontro-dibattito sull’accessibilità dei sentieri dolomitici, un tema di grande importanza per rendere la montagna un luogo aperto a tutti.

La domenica, i partecipanti potranno cimentarsi in escursioni sui sentieri attrezzati con ausili fuoristrada, permettendo così anche a chi ha ridotta mobilità di godere delle bellezze naturali delle Dolomiti. A questa iniziativa sono attese circa 400 persone, compresi gli accompagnatori, in un’esperienza di inclusione e condivisione.

Appuntamenti culturali

Oltre alle escursioni, la Settimana dell’escursionismo del CAI prevede una serie di appuntamenti culturali, scientifici e divulgativi che si terranno ogni sera presso La Gregoriana. Nel dettaglio, l’11 settembre sarà presentato il progetto “Villaggi Montani del CAI”, mentre il giorno successivo sarà dedicato a un approfondimento sulle Dolomiti come musei all’aperto della Grande Guerra.

Il 13 settembre, si terrà un incontro dedicato alla figura della donna in montagna, con un excursus storico e antropologico; mentre il 14 settembre, la scrittrice Cristine Noacco presenterà il suo libro “Dolomiti. Alte vie per l’anima”. Per tutta la durata dell’evento, si potranno ammirare le suggestive immagini di Lando Arbizzani esposte nelle mostre fotografiche “Dolomiti Unesco” e “Dolomiti a volo d’aquila”.

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Il nuovo Sentiero dei mulini nella Valle Anterselva

Nella Valle Anterselva, una laterale idilliaca della più rinomata Val Pusteria, è nato un nuovo itinerario da percorrere a piedi per scoprire la natura di questa vallata tanto bella quanto poco battuta. Il nuovo sentiero tematico, che ha anche dei risvolti storici, è il Sentiero dei mulini. Attraverso gli antichi mulini di grano, che si incontrano lungo il percorso lungo circa 1,6 chilometri, gli escursionisti possono immergersi in un paesaggio idilliaco e scoprire, grazie a una guida virtuale, tutti i segreti della tradizione contadina di questa zona dell’Alto Adige.

Il Sentiero dei mulini

Il Sentiero dei mulini “Tränkabachl” si snoda lungo un percorso pittoresco tra i Comuni di Anterselva di Sopra e Rasun Anterselva, nella regione dolomitica del Plan de Corones, ricco di significato storico. I mulini di grano, accuratamente restaurati, sono i protagonisti di questo bellissimo percorso. Inoltre, l’area intorno al Tränkabachl fungeva da luogo di raduno delle pecore. Gli animali venivano radunati qui prima di essere condotti ad altitudini più elevate. Il sentiero culturale offre quindi non solo un paesaggio idilliaco, ma anche una visione dello stile di vita tradizionale e della storia culturale della regione altoatesina.

Il grado di difficoltà di questo sentiero è molto basso. Si parte da una quota già di 1316 metri per raggiungere quella massima di 1433 metri. Per percorrere questo chilometro e mezzo o poco più ci si impiega circa mezz’ora, ma chi desidera fare delle tappe può metterci anche più tempo. In ogni caso, è fattibile da chiunque.

Sentiero-dei-mulini-malga

Fonte: AT Anterselva – @Plaickner Josef

Una malga lungo il sentiero dei mulini

Valle Anterselva, la “valle blu”

Meno nota e battuta della famosissima Val Pusteria e del vicino Plan de Corones, la Valle Anterselva è un piccolo angolo appartato di Alto Adige rimasto incontaminato. La valle è circondata da lussureggianti pascoli alpini, boschi di abeti rossi e di pini e da malghe di montagna, incorniciati dal Gruppo delle Vedrette di Ries, con le sue 38 cime che sfiorano i 3000 metri. E proprio qui s’incontrano incantevoli mondi d’acqua, motivo per cui viene anche chiamata Valle Blu.

Infatti, l’acqua che ghiaccia alle grandi altezze d’inverno su ghiacciai quando arriva la bella stagione si scioglie scendendo a valle creando oltre al Lago di Anterselva, uno dei più bei laghi di montagna delle Alpi al confine con l’Austria, e il lago Obersee presso il Passo Stalle, anche fragorose cascate, come la Klammbach e la Egger, pittoreschi laghi di montagna, ruscelli, come il rio Anterselva, sorgenti di acque – anche curative – e percorsi d’acqua.

Fonte: AT Anterselva – @Plaickner Josef

L’idilliaca Valle Anterselva anche detta Valle Blu