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Lo spettacolo delle stelle va in scena in questi teatri del mondo

Le stelle ci affascinano da sempre. Lo fanno perché in loro riponiamo i nostri sogni e i desideri e perché sotto di esse ci sentiamo tutti cittadini dello stesso mondo, senza distinzione alcuna. Lo fanno anche perché illuminano il cammino, creando suggestivi e incantati sentieri che ci spingono a esplorare i luoghi che già conosciamo anche durante la notte.

I cieli stellati sono diventati col tempo le nostre destinazioni di viaggio preferite, mete ambite e proposte dall’astroturismo per vivere esperienze incantate. E se chi sotto alla volta celeste non smetterebbe mai di starci, neanche di giorno, ecco che può recarsi in tutti quei luoghi che mettono in scena la magia degli astri e dei pianeti.

Stiamo parlando dei planetari, teatri del mondo che hanno come obiettivo quello di rappresentare il cielo, le stelle e ai pianeti, per permetterci di esplorare in maniera ravvicinata tutto ciò che ancora non conosciamo, ma che esiste proprio sopra le nostre teste.

cupola planetario antico di Roma

Ex planetario di Roma nell’aula ottagona delle Terme di Diocleziano

Planetari: teatri di stelle per osservare la volta celeste

È qui, in questi teatri di stelle, che gli spettacoli più belli del cielo vengono riprodotti. È sempre qui che possiamo incantarci, di nuovo, davanti alle meraviglie che appartengono al mondo che abitiamo.

I planetari sono luoghi di grande fascino e suggestione. Il loro compito è proprio quello di far conoscere ai visitatori la volta celeste, le stelle e i pianeti, attraverso proiezioni dettagliate e minuziose che si susseguono davanti agli occhi degli osservatori.

Grandi, piccoli, maestosi o spettacolari, indipendentemente dalle grandezze, tutti i planetari si configurano come luoghi magici dove grandi e bambini possono sognare ad occhi aperti. E nel mondo ce ne sono tantissimi, pensate che solo in Europa occidentale se ne contano oltre 350. In Italia, secondo l’Inaf, ce ne sono circa 100.

il più grande Planetario del Mondo

Shangai, il più grande Planetario del Mondo

I planetari più belli del mondo

Elencare tutti i planetari esistenti al mondo è quasi una missione impossibile, tuttavia abbiamo scelto quelli che, per un motivo o per un altro, ci sembrano le tappe di viaggio perfette e obbligate per tutti gli amanti delle stelle.

Il primo non può che essere quello di Shangai, il più grande planetario al mondo inaugurato nel 2021. La struttura, che fa parte del Museo della Scienza e della Tecnologia della città si snoda per oltre 5000 metri quadrati e garantisce un’esperienza ultraterrena.

Ci spostiamo ora a Berlino, in uno dei quartieri più alla moda della città. È qui, nel Prenzlauer Berg, che troviamo lo Zeiss-Großplanetarium, un teatro di stelle che risale al 1987 e che è considerato il planetario più grande dell’Europa centrale. A contendersi il primato, però, c’è anche il Carl-Zeiss-Planetarium di Stoccarda, un teatro con una cupola piramidale, e immerso in un parco naturale, che può ospitare fino a teatro a 200.000 spettatori.

Anche l’Italia ha i suoi planetari che, per bellezza, sembrano quasi fare concorrenza ai cieli stellati del mondo. Segnaliamo, tra i più avanzati tecnologicamente, quello di Città della Scienza, molto più di un’attrazione turistica. Ogni giorno, qui, vengono messi in scena spettacoli che svelano i misteri dell’universo, non mancano ovviamente le riproduzioni fedeli e dettagliati del cielo e delle stelle.

A Roma troviamo uno dei teatri di stelle più suggestivi del continente. Fondato nel 1928, e ospitato nell’aula ottagona delle Terme di Diocleziano, il planetario della capitale è ospitato all’interno dell’edificio del Museo della civiltà romana. Dopo una lunga ristrutturazione il planetario di Roma è tornato a trasportare le persone nell’universo, tra le stelle, le galassie e i pianeti.

Ultimo, ma non per importanza s’intende, è il planetario Galileo Galilei situato a Buenos Aires, proprio lungo la rotta delle stelle. Circondato da laghi e verde Situato nella parte finale del bosco di Palermo, è lì che vi aspetta per mostrarvi l’universo

Planetario Galileo Galilei a Buenos Aires

Planetario Galileo Galilei a Buenos Aires

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Destinazioni Lapponia Viaggi

Nel paradiso della Lapponia, magia bianca

La prima cosa che si fa quando si arriva in Lapponia d’inverno è scaricare la app dell’aurora boreale. Indica la percentuale di possibilità che si ha di avvistarla. È l’obiettivo numero uno di chi organizza un viaggio nel Nord Europa in questa stagione e che, tra un’attività e l’altra, controlla l’”aurora forecast” (le previsioni) per la serata. Ma non è detto che si abbia la fortuna di vederla, specie se c’è la luna piena e il cielo è molto luminoso. L’aurora, dicono chi vive da queste parti, c’è sempre, ma a volte non è visibile a occhio nudo. Capita, quindi, di tornare a casa senza averla vista. Ma ciò non significa tornare delusi da un viaggio in Lapponia.

Una delle prime cose che s’impara è che, nonostante le ore di luce nella stagione invernale siano poche, la neve che permane per mesi riesce a illuminare tutto. E non se ne sente poi la mancanza.

In ogni caso, il periodo migliore per andarci è verso la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, quando le giornate si allungano – c’è sole dalla mattina presto fino almeno alle 18-18.30 – e le temperature si fanno più sopportabili (zero gradi o poco più), in modo da potersi godere il paesaggio e poter fare tutte le incredibili attività sulla neve e sul ghiaccio che solo qui si possono fare.

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Haparanda-Tornio d’inverno

Inoltre, non è necessario andare molto a Nord per visitare la Lapponia. La Lapponia, sia svedese sia finlandese, inizia dal Golfo di Botnia, la parte settentrionale del Mar Baltico – sul quale si può camminare quando il ghiaccio è spesso almeno un metro, ed è un’esperienza decisamente insolita, anche un po’ da brividi – e soprattutto si può salire su una nave rompighiaccio. La zona di confine tra le città di Haparanda (in Svezia) e Tornio (in Finlandia) sono i punti di partenza per scoprire un paesaggio bianco, fatto di boschi di pini e betulle, di fiumi e corsi d’acqua – i due Paesi sono separati dal fiume Tornio (o Torne) – di case di legno rosse (principalmente) e di saune, di renne e di Husky. Tutto ciò che ci si aspetta da un’esperienza lappone.

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Una nave rompighiaccio nel Mar Baltico

Husky e renne: gli animali della Lapponia

Lapponia=Babbo Natale=renne. E qui, naturalmente, ci sono. A pochi chilometri da Haparanda, sull’isola Seskarö, la più grande e più abitata dell’arcipelago di Haparanda, Kim Innala fa salire gli ospiti a bordo dello “snow train” trainato da una motoslitta, attraversa il mare ghiacciato e li conduce nel bosco dove lui e gli altri allevatori di renne della comunità sami di Liehittäjä le fanno svernare, prima di portarle al pascolo estivo. Incontrarle è un’emozione, nutrirle anche. Essere accerchiati da decine di renne affamate non deve spaventare, sono estremamente docili, basta stare alla larga dalle loro corna. Sull’isola vivono anche alcune alci, che si possono avvistare, con un po’ di fortuna, addentrandosi nel bosco.

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Le renne sull’isola Seskarö in Svezia

Per salire sulla slitta trainata dagli Husky, si attraversa il confine e si arriva in Finlandia, all’Old Pine Husky Lodge, di proprietà dell’italiano Alessandro Maccari, che vive in questo Paese da 25 anni. Venuto per lavorare alla Nokia, non se n’è più andato. Ha rilevato qualche anno fa un antico villaggio sorto lungo la strada che un tempo collegava Stoccolma a San Pietroburgo, detta “strada dell’alcool” perché da qui passava il “pirto” che era alcool puro. Il lodge era un punto di sosta e di ristoro per gli antichi commercianti che passavano da qui. Ancora oggi, l’abitato più vicino si trova a 35 km di distanza. Negli anni, gli edifici di legno furono usati per diversi scopi, anche religiosi, tanto che fu eretta una piccola chiesa di legno, finché Alessandro non decise di aprire una sorta di albergo diffuso e di organizzare attività turistiche (c’è persino una pizzeria in mezzo al bosco). L’allevamento di Husky è una delle varie attività offerte, ma ce ne sono tante altre, tra cui la caccia all’aurora boreale.

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Sulla slitta trainata dagli Husky

Si sale sulla slitta in due, uno guida, l’altro si siede dentro e si occupa di scattare foto e fare video. Quando si molla il freno che è bloccato nella neve, gli Husky scalpitanti schizzano come dei fulmini. L’esperienza non dura più di mezz’ora, chi vuole può anche fare un’ora ma tra concentrazione e mani strette strette sulla slitta 30 minuti sono più che sufficienti. Il percorso ad anello si snoda attraverso il bosco innevato, ogni curva è un brivido. Davvero imperdibile.

Attività sul ghiaccio nella Lapponia svedese

Tantissime sono le attività che si possono praticare sulla neve e sul ghiaccio della Lapponia svedese d’inverno. La più adrenalinica è sicuramente la motoslitta, che si può praticare sul versante finlandese del villaggio di Kukkola, un paese diviso in due dal fiume e dal confine tracciato all’inizio dell’800, quando la Svezia fu costretta a cedere parte del suo territorio (quello che ora è la Finlandia) alla Russia. Nordic Safaris organizza escursioni sul fiume ghiacciato da una parte all’altra del confine guidando verso l’isola in mezzo al fiume che, con la neve e il ghiaccio, non sembra neppure un’isola. L’importante è seguire sempre la scia lasciata dal capofila che sa dove il ghiaccio è più spesso – almeno un metro – evitando di guidare fuoripista.

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Il villaggio di Kukkola sul lato svedese

Per chi preferisce attività meno adrenaliniche, si può fare sci di fondo e passeggiare tra i boschi e sul fiume ghiacciato fino ad arrivare alle rapide che non si gelano mai. D’estate, qui, si pratica la pesca al salmone ed è una delle attività più rappresentative della zona. Ma a pesca si può andare anche d’inverno. Si fa un buco nel ghiaccio con una trivella a mano finché non si trova l’acqua. Poi, con una piccola canna da pesca ci si siede ad aspettare e ci si scalda con la vodka. Chi è fortunato e riesce a fare abboccare un pesce all’amo poi può farselo cucinare sulla griglia portatile.

Sicuramente un’esperienza unica da fare nella Lapponia di Haparanda e Tornio è quella a bordo di una rompighiaccio, una nave appositamente studiata per navigare in mari, laghi o fiumi la cui superficie è coperta di ghiaccio. Questo tipo di imbarcazione veniva impiegata fin dagli inizi dell’esplorazione polare in quanto la particolare forma dello scafo è in grado di aprire lo strato di ghiaccio, e oggi è divenuta anche un’attrazione turistica che si può fare solo nella Lapponia meridionale perché s’affaccia sul Mar Baltico. L’esperienza dura qualche ora e, chi lo desidera, può anche indossare una speciale tuta galleggiante e gettarsi nell’acqua gelata, senza che questa faccia passare una goccia d’acqua e senza rischiare di annegare perché la tuta serve proprio galleggiare.

Saune e case rosse su sfondo bianco

Chi dice Svezia o Finlandia dice sauna. Una volta si nasceva nella sauna. Oggi non è più così, ma fin da piccoli s’impara che fa bene e la si fa almeno due/tre volte alla settimana. Ecco perché in qualunque hotel di qualunque livello sia la sauna non manca mai.

Nell’albergo Cape East, che si trova nel punto più orientale della Svezia, sulla riva del Torne appena fuori dal centro di Haparanda, c’è la sauna più grande al mondo. Non è chiusa, ma divisa su tanti livelli ognuno dei quali ha una temperatura diversa.

Nella parte svedese di Kukkola si trova l’hotel Kukkolaforsen, a gestione familiare, dove ci sono ben 12 saune, tra cui quella a legna, un piccolo museo della sauna e vi ha sede l’Accademia svedese della sauna.

Viaggiare in Lapponia d’inverno, in auto o slitta trainata dagli Husky o motoslitta o anche a piedi, è come attraversare un quadro Naïf. Dall’infinita distesa di neve bianca si stagliano boschi di conifere, case di legno rosse e piccole costruzioni da cui spunta un comignolo: quelle sono le saune. Se vi siete domandati perché spesso le abitazioni da queste parti siano rosse, ecco la spiegazione. Il colore rosso, usato fin dall’antichità, è dovuto a un materiale ferroso che veniva estratto dalle miniere e mescolato all’intonaco. Serviva a proteggere il legno dagli agenti esterni. Si usa ancora oggi e quelle casette di legno sembrano davvero uscite da un libro di fiabe.

Dove c’è il Kukkolaforsen, sulle rive del fiume Tornio, un tempo c’era un antico villaggio di pescatori. Ancora ancora oggi ci sono delle case (rosse) che risalgono alla fine del ‘700, la ghiacciaia, l’affumicatoio (tuttora usato), il mulino, il fienile che ospita il museo della pesca e la torre dell’orologio e le casette che ospitano le stanze e i miniappartamenti dell’hotel, benché nuovi, sono anch’essi di legno rosso.

Haparanda-Tornio, due Paesi una Lapponia

Benché la cittadina di Haparanda sia in Svezia e quella di Tornio in Finlandia, non c’è una vera e propria divisione tra le due e tra i due Paesi (si parla persino una lingua comunque chiamata Meänkieli, “la nostra lingua”, e c’è un’unica bandiera con i colori di entrambe le Nazioni). Il luogo più iconico – e instagrammabile – si trova a Victoria Square dove un grosso cuore rosso divide il territorio finlandese da quello svedese.

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Il cuore di Victoria Square tra Tornio e Haparanda

Appena si va fuori città, non ci si rende nemmeno conto di trovarsi un Paese piuttosto che in un altro. Qui è tutta Lapponia. Ciò che cambia veramente è il fuso orario che è spostato di un’ora (la Finlandia è un’ora avanti), tanto che al confine il Capodanno si festeggia due volte. Cambia la valuta, perché in Svezia si usa ancora la Corona mentre in Finlandia l’euro. Inoltre, la Finlandia è più costosa e alcuni prodotti è meglio acquistarli in Svezia. Insieme le due città contano all’incirca 32.000 abitanti.

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La città di Haparanda in Svezia

Per il resto, sono due città gemelle, le più settentrionali al mondo (si trovano a circa 100 km a Sud del Circolo Polare Artico). Se Tornio nel 1600 era già una città (e per anni la più ricca di Svezia), non era così per Haparanda che, ai tempi, non era nient’altro che un villaggio, finché la Finlandia non divenne russa e servì come avamposto.

Tra gli edifici più antichi di Haparanda c’è lo Stadshotell, il più antico albergo cittadino nella Lapponia svedese, che un tempo fungeva anche da municipio. Dalle sue camere, dalla sontuosa sala da ballo e dai suoi ristoranti sono passati Capi di Stato, celebrity e spie. Si trova nel centro cittadino. Una curiosità: l’Ikea più a Nord del mondo si trova a 800 metri dall’hotel.

Tornio è un po’ più grande, ha anche un quartiere storico di antiche case di legno dove oggi sono sorti atelier e locali di artigiani. C’è anche il Museo della Valle del Tornio che racconta la storia della città e del territorio e di quando, 10anni fa, da queste parti non c’era nient’altro che ghiaccio. Della presenza russa è rimasto qualche edificio, come l’ex caserma di mattoni rossi che nel 1914 è diventato il Grand Hotel Mustaparta.

Proprio nel 2021 ha festeggiato il 400° anniversario e uno dei ricordi è una grossa scultura d’acciaio che rappresenta un salmone che è divenuto un po’ il simbolo di Tornio.

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Il pesce d’acciaio, nuovo simbolo di Tornio, in Finlandia

Come arrivare nella Lapponia svedese

Haparanda e Tornio sono la porta della Lapponia svedese e finlandese. Haparanda dista un’ora e mezza di auto dalla città di Luleå, raggiungibile in aereo facendo scalo a Stoccolma, mentre Tornio è raggiungibile in mezz’ora dall’aeroporto di Kemi (al momento chiuso per mancanza di voli) facendo scalo ad Helsinki o da quello di Rovaniemi, che dista un’ora e mezza. Ci sono anche collegamenti ferroviari sia da Stoccolma sia da Helsinki.

Una volta arrivati si può noleggiare un’auto, ma per chi non è pratico di guida su neve o ghiaccio (qui la prova viene fatta già alla scuola guida quando si è giovani) il consiglio è quello di affidarsi a un autista locale che è sicuramente più abituato.

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Tra realtà e magia: i luoghi delle favole

Sono tanti i motivi che ci portano a scegliere una destinazione piuttosto che un’altra. A volte ci lasciamo suggestionare dai racconti di viaggio delle persone, altre volte sono le fotografie postate sui social network a incantarci oppure i libri che leggiamo, che raccontano in maniera minuziosa luoghi ancora inesplorati. In questa scelta, che non è mai uguale a quella precedente, anche i cartoni animati giovano un ruolo fondamentale trasformandosi in vere e proprie fonti d’ispirazioni per i nostri viaggi.

Se pensiamo ai cartoni Disney che hanno accompagnato la nostra infanzia – e che ci meravigliano tutt’ora – quante volte abbiamo fantasticato di essere proprio in quei luoghi, tra le strade e i paesini, tra i castelli, i draghi e le principesse?

Una fantasia, questa, che in parte è realizzabile perché sono molti i cartoni Disney che fanno riferimento a città e luoghi del mondo ben precisi. E sono proprio questi che ci permettono di fare un viaggio tra realtà e magia, come nelle favole.

Riquewihr

Riquewihr

Viaggio nel mondo delle favole

Nonostante il mondo incantato dei cartoni sia frutto di menti creative e visionarie, è vero anche che proprio gli ideatori di queste favole hanno attinto dalle meraviglie del mondo che abitiamo per trovare le loro ispirazioni che si manifestano, a volte, anche in maniera piuttosto visibile.

Le è un esempio la splendida cattedrale di Parigi, simbolo dell’architettura gotica e della città stessa, è la protagonista assoluta di uno dei cartoni animati più intensi e commoventi prodotti dalla Disney. Ed è proprio lei a fare da sfondo al Gobbo di Notre Dame. E che dire della lussureggiante ed enigmatica foresta di Sherwood? Un viaggio qui, nella Contea di Nottinghamshire a poche ore da Londra, può trasformarsi in un’esperienza straordinaria tra fascino, mistero e leggende legate a Robin Hood.

Torniamo in Francia, invece, per scoprire un borgo gioiello che sembra uscito da una fiaba, e in effetti a lui una delle favole più belle della Disney si è ispirato. Ci troviamo nella regione di Alsazia, e più precisamente a Riquewihr. Viuzze strette e acciottolate, colorate a graticcio che si affacciano sulle strade, una fontana e una torre: vi ricordano qualcosa? Si tratta proprio del villaggio di Belle – La Bella e la Bestia – che ha ispirato gli illustratori del celebre lungometraggio animato.

E che dire del castello di Neuschwanstein? In questo caso non ci sono dubbi, basta guardarlo anche in foto per capire che è proprio lui, l’iconico castello di Walt Disney diventato il simbolo delle favole per antonomasia.

A questi luoghi si aggiungono la Florida, che ha fatto da sfondo alle avventure dell’elefantino Dumbo e l’incredibile e straordinaria Grande Barriera Corallina in Australia, proprio dove nuotava il pesce Nemo. Impossibile, poi, non pensare al Taj Mahal  che si è trasformato, come per magia, nel palazzo del sultano di Aladdin.

Taj Mahal 

Taj Mahal

Il planisfero Disney

I luoghi che hanno fatto da sfondo ai cartoni animati della Disney, e che sono ispirati a città, paesi e villaggi esistenti, sono tantissimi. E proprio per soddisfare la voglia di conoscerli tutti, l’artista Eowyn Smith ha creato una mappa per i viaggiatori più curiosi, un vero e proprio planisfero per organizzare un viaggio fiabesco.

Scopriamo che la Francia ha ispirato, oltre al Gobbo di Notre Dame e La bella e la bestia, anche gli Aristogatti e Cenerentola. Il Regno Unito, invece, fa da sfondo a favole leggendarie come La spada nella roccia, Peter Pan, il già citato Robin Hood e Alice nel Paese delle Meraviglie.

Tarzan e il Re Leone sono ambientati in Africa, mentre Nemo e Bianca e Bernie in Australia. E in Italia? Nel nostro Paese troviamo solo un film d’animazione, ma questo ci basta perché è tra i più celebri e famosi classici della Disney: Pinocchio.

Giardino Garzoni a Collodi

Giardino Garzoni a Collodi

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Un weekend in solitaria a Valencia

Oggi vi porto alla scoperta di Valencia, la terza città più grande della Spagna, dopo Madrid e Barcellona. È facilmente raggiungibile dall’Italia grazie ai numerosi voli diretti, operati dalle principali compagnie aeree, anche low cost. Tanti la amano anche di più della sua cugina Barcellona e la scelgono per trasferirsi in quanto è meno cara, è una città a misura d’uomo, con tanti spazi verdi, un clima mite tutto l’anno e perfetta da esplorare in bicicletta. Vanta infatti una rete di piste ciclabili lunga ben 156 km che collega tutti i quartieri della città. Una valida alternativa ai pedali sono i motorini elettrici o il sistema di trasporto pubblico: è efficiente ed economico, soprattutto acquistando la Valencia Tourist Card.

Valencia è una città molto eclettica, vi sorprenderà con i suoi quartieri storici, i suoi mercati immensi, le sue lunghissime spiagge e la sua architettura futuristica. Davvero ce n’è per tutti i gusti! Anche gli amanti del buon cibo non rimarranno delusi: questa è la patria della paella e solo qui troverete quella originale. Insomma, Valencia è la meta perfetta per un weekend in solitaria di inizio primavera.

 

I classici da non perdere a Valencia:

Iniziate l’esplorazione di Valencia dal suo centro storico, la Ciutat Vella (Città Vecchia). Qui si trova il suo cuore pulsante, Plaza de la Virgen, che ospita l’imponente Cattedrale dedicata a Giacomo I e all’Assunzione di Santa Maria. Non tutti sanno che qui è custodito il leggendario Santo Graal, la coppa con la quale Gesù Cristo celebrò l’Ultima Cena. Merita sicuramente una visita anche il Miguelete, la torre campanaria annessa alla Cattedrale. Percorrendo una scala a chiocciola di 207 gradini, potrete godere di una delle migliori viste dall’alto della città. Una curiosità: al di fuori della Cattedrale, di fronte alla Porta degli Apostoli, ogni giovedì a mezzogiorno si riunisce il Tribunal de las Aguas (il Tribunale delle Acque). Dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, è una delle più antiche istituzioni di giustizia orale ancora in funzione in Europa. Il Tribunale discute le controversie tra gli agricoltori ed emette sentenze relative all’uso dell’acqua per irrigare. 

Continuate l’esplorazione del centro storico passeggiando tra le vie di Barrio del Carmen, uno dei quartieri più antichi di Valencia. Qui troverete numerosi ristoranti, tapas bar e locali notturni, che lo rendono uno dei luoghi della movida valenciana. Ma ovviamente non mancano i monumenti storici, come il Convento del Carmen e le Torri de Serranos, una delle dodici porte delle antiche mura della città. Oltrepassando la porta troverete uno dei punti di accesso al meraviglioso Jardín del Turia, il parco urbano più grande della Spagna. Costruito all’interno dell’antico letto del fiume Turia, è lungo ben 9 km e attraversato da 18 ponti. È il polmone verde della città, con prati verdi dove rilassarsi, viali alberati da percorrere a piedi o in bicicletta e zone per praticare attività ludiche e sportive. Tra queste non perdete il parco giochi a forma di un gigante Gulliver di 70 metri, dove potrete arrampicarvi e scivolare come piccoli Lillipuziani. Percorrendo il Turia verso est raggiungerete uno dei simboli di Valencia, la futuristica Ciudad de las Artes y las Ciencias. Progettata dall’architetto valenciano Santiago Calatrava durante gli anni ‘90, è composta da 5 differenti strutture espositive, dedicate alla scienza, alla natura e alle arti: il Palazzo delle Arti Regina Sofia (teatro dell’opera), l’Hemisfèric (cinema IMAX e planetario), l‘Umbracle (giardino), il Museo della Scienza Principe Felipe e l’Oceanogràfic (parco marino). I vari edifici sono collegati da viali pedonali e circondati da bellissimi specchi d’acqua, che rendono la Ciudad de las Artes y las Ciencias uno dei luoghi indimenticabili di Valencia.

I quartieri più alla moda di Valencia:

La Ciutat Vella è sicuramente un must da visitare durante un weekend in solitaria a Valencia, ma alle porte del centro storico si trovano alcuni quartieri particolarmente interessanti che meritano di essere esplorati, sia di giorno sia di sera. Tra i quartieri più alla moda c’è il barrio di Ruzafa. Ristrutturato e ammodernato a partire dal 2013, è oggi considerato il “Soho” valenciano. Di giorno troverete negozi vintage e boutique di lusso, librerie particolari e mostre fotografiche, mentre di sera avrete solo l’imbarazzo della scelta tra tapas bar, ristoranti stellati e locali con musica dal vivo. Un altro quartiere molto in voga tra i giovani è Benimaclet, il barrio universitario per eccellenza. Si trova fuori dal centro storico, ma è facilmente raggiungibile in autobus o in metro. È un quartiere multiculturale che ha ancora l’atmosfera da paese, ma che è diventato di tendenza grazie ai numerosi caffè letterari dall’atmosfera bohemien e ai bar e pub che lo rendono la zona ideale per un’uscita serale.

Le spiagge più belle di Valencia:

Durante un weekend in solitaria a Valencia non si può non fare un salto in spiaggia. La città offre infatti chilometri e chilometri di coste e spiagge sabbiose a pochissimi passi dal centro. La spiaggia cittadina più famosa è sicuramente la Malvarrosa, raggiungibile in autobus, metro o bicicletta. Lunga più di un chilometro e larga 50 metri, è perfetta per godersi una giornata di sole e relax, grazie ai numerosi servizi presenti (noleggio di lettini e ombrelloni, bar e ristoranti). Alle sue spalle, un meraviglioso Paseo Maritimo, ombreggiato da palme, permette di passeggiare in tutta tranquillità o andare in bicicletta, respirando il profumo dell’aria di mare. Percorrendolo tutto si raggiunge la zona della Marina, dove si trovano numerosi bar, ristoranti e discoteche. Se cercate una spiaggia più tranquilla e meno affollata, percorrete la Malvarrosa verso nord e raggiungete la sua naturale continuazione, la spiaggia La Patacona. Dista solo 3 km dal porto di Valencia, ma si trova nel comune di Alboraya, patria dell’horchata, una bevanda golosa e rinfrescante, preparata con acqua, zucchero e succo di chufa, un particolare tubero che cresce in questa zona. 

A pochi chilometri da Valencia, in direzione sud, si estende un’altra area molto rinomata per le sue spiagge: il Parco Naturale dell’Albufera. Qui si trovano Playa Pinedo e Playa El Saler, perfette per gli amanti della natura incontaminata, con pinete e dune sabbiose, dove poter praticare anche il nudismo.

La paella più buona di Valencia:

Non si può visitare Valencia senza assaggiare uno dei piatti simbolo della città e di tutta la Spagna: la paella. Il nome deriva dalla “paellera”, la pentola di ferro a due manici nella quale la pietanza viene cotta e servita in tavola. La paella è un piatto a base di riso, verdure e zafferano, con l’aggiunta di carne o di pesce. La versione tradizionale valenciana è rigorosamente con carne di pollo e coniglio (e talvolta lumache), ma è diffusissima anche la paella de mariscos, ovvero con i frutti di mare. La varietà di riso utilizzata prende il nome di riso bomba e viene coltivata nelle numerose risaie presenti nel Parco Naturale dell’Albufera. Ecco perché uno dei posti dove assaggiare una paella da leccarsi i baffi è il piccolo paesino di El Palmar. Raggiungibile dal centro di Valencia con l’autobus n. 25, è un luogo di pace dove ci sono più ristoranti che abitanti. Approfittate della gita fuori porta anche per prendere parte a un’escursione in barca sul lago, magari al tramonto. Ovviamente anche in città si trovano ottimi ristoranti dove gustare una paella degna di questo nome. Provate uno dei numerosi ristoranti nei pressi del Mercato Centrale, ma cercate di evitare i menù turistici a prezzi troppo bassi. Se invece volete provare la paella di pesce, scegliete un ristorante sul lungomare della Malvarrosa e godetevi un pranzo in riva al mare.

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Città delle luci: luoghi che risplendono anche di notte

Luci bellissime, che di notte splendono più che mai: tutte le città ne hanno in gran quantità, ma alcune diventano un vero spettacolo nel momento stesso in cui il sole scende sotto la linea dell’orizzonte. E sono proprio queste le destinazioni più suggestive di un viaggio alla scoperta dell’incanto della luce.

Da Parigi a New York, maestosa bellezza notturna

La città delle luci per eccellenza non può che essere la splendida Parigi, chiamata Ville Lumière: un nome romantico che ci ispira suggestioni d’amore, ma che ha invece a che fare con qualcosa di molto più prosaico (e non di certo meno importante). Se da un lato richiama infatti il ruolo fondamentale che la città ebbe in quel periodo storico conosciuto come Illuminismo, dall’altro ci ricorda che Parigi è stata una tra le prime metropoli al mondo a portare la luce nelle strade.

L’illuminazione stradale a gas trovò qui grande risonanza, approdando anche nei vicoli più stretti e meno frequentati, grazie all’opera del luogotenente Gabriel Nicolas de la Reynie risalente al XVII secolo. Certo, ciò non toglie una visione più romantica di Parigi come città delle luci: di notte, i suoi splendidi edifici si vestono a festa. Dalla Torre Eiffel agli Champs-Elysées, dalle sue bellissime passeggiate lungo la Senna ai vicoletti di Saint Germain, la luce è la grande protagonista di emozioni indescrivibili.

Parigi

Parigi

Per trovare un luogo che altrettanto ci ispiri magia dobbiamo volare oltreoceano e scoprire il fascino notturno di New York. La bellezza della Grande Mela non si spegne al tramonto, ma anzi diventa ancora più suggestiva. Il chiaro di luna che si riflette tra i rami di Central Park si mescola con le sfavillanti illuminazioni di una città che, di notte, diventa elegante e sofisticata. Per poter ammirare questo spettacolo, non c’è niente di meglio che concedersi un aperitivo in un lussuoso rooftop bar: dall’alto, l’incanto è davvero unico.

Le insegne luminose tracciano un lungo percorso tra le vie principali della città, e in lontananza lo skyline è magico. Manhattan e il Ponte di Brooklyn sono senza dubbio tra i panorami più affascinanti di cui si possa godere. E la Statua della Libertà, sotto la candida luce lunare, assume sembianze incredibili: un tassello di storia che, di notte, sembra ancora più bello.

New York

New York

Da Las Vegas a Singapore, la vita notturna

Ancora negli Stati Uniti, c’è un’altra metropoli che merita l’appellativo di città della luce. Stiamo parlando, ovviamente, di Las Vegas: patria di casinò e insegne luminose da capogiro, di notte si trasforma completamente rivelando il suo lato più peccaminoso. Hotel sfarzosi e sale da gioco accendono le loro luminarie più brillanti, quasi fossero in competizione gli uni con le altre. Secondo uno studio, sono necessari circa 15mila km di neon per illuminare tutta la città: non è forse un caso che dallo spazio sia ben visibile, unica al mondo nel suo brillare nel bel mezzo del deserto.

Las Vegas

Las Vegas

Ed eccoci infine a Singapore, città scintillante di giorno e ancor più vivace di notte. Al calar del sole, l’imperdibile spettacolo dei Gardens by the Bay è qualcosa di meraviglioso. L’enorme parco nel cuore della metropoli è famoso soprattutto per i suoi superalberi, gigantesche strutture a forma di pianta (alcune alte fino a 50 metri) che ospitano centinaia di specie vegetali. La sera, subito dopo il tramonto, è qui che accade la magia: migliaia di luci colorate si accendono, in un gioco affascinante sulle note di bellissime musiche che creano uno show incredibile.

Singapore

Gardens by the Bay

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Cerchi sempre il sole? Ecco le città più luminose d’Europa

Vivere e viaggiare inseguendo il sole non è un’utopia, né un’impresa impossibile soprattutto se si sceglie di raggiungere determinate destinazioni. Quello che vi proponiamo oggi è un vero e proprio itinerario della felicità che inizia e finisce nelle città più soleggiate d’Europa.

Sono numerose le evidenze scientifiche che confermano che il sole è, probabilmente, la più potente medicina naturale che abbiamo a nostra disposizione. Fin dall’antichità, infatti, i raggi della stella del sistema solare venivano “utilizzati” contro numerose patologie del corpo e dell’anima.

Se anche voi utilizzate il sole come rimedio naturale contro la noia e lo stress di una quotidianità sempre più caotica, allora non vi resta che organizzare viaggi e vacanze in quelli che sono i fortunati luoghi baciati dal sole in Europa e anche in Italia. Scopriamoli insieme.

Alicante

Le città più soleggiate d’Europa

Uno studio condotto dal portale Holidu ha messo sul podio delle città più soleggiate d’Europa Alicante, l’anima della Costa Blanca. La deliziosa città portuale, preziosa testimone di incontri tra culture, storie e civiltà, vanta una media di 349 ore di sole al mese con una temperatura vicina ai 20 gradi.

Eppure la città spagnola deve fare i conti con delle concorrenti agguerrite, stiamo parlando delle Isole Canarie, descritte come le isole con il clima migliore del mondo. Le giornate nell’arcipelago spagnolo al largo della costa nord-occidentale dell’Africa sono infatti molto lunghe e soleggiate con temperature miti durante tutto l’anno, che oscillano tra i 19º e i 24º. Con oltre 3000 ore di sole, le Isole Canarie sono considerate il territorio più soleggiato in tutta Europa. Se desiderate vivere una tiepida primavera tutto l’anno questo è il luogo giusto per organizzare una vacanza in ogni stagione.

Ultima, ma non per luce, s’intende, è Lisbona. “Non ci sono per me fiori che siano pari al cromatismo di Lisbona sotto il sole” aveva detto il poeta e scrittore Fernando Pessoa parlando della terra che gli ha dato i natali. La capitale del Portogallo, infatti, è stata ribattezzata la città della luce perché durante i mesi più caldi è inondata letteralmente dai raggi del sole che brillano sulle strade e sugli edifici esaltando i suoi mille colori.

Lisbona

Lisbona

Città che brillano al sole in Italia

Ci spostiamo ora in Italia, nel Paese conosciuto come la terra del mare, del sole e del buon cibo. L’appellativo di città del sole va a Napoli, anche se non è del capoluogo campano il primato. È la Sicilia, invece, la regione più luminosa del nostro stivale vantando diversi paesi in provincia di Siracusa e Ragusa che possono garantire un altissimo numero di ore di sole. Non è un caso che, proprio questi territori, si trovano nella parte meridionale più vicina all’equatore.

Ma c’è una città deliziosa, bagnata dai due mari Mediterraneo e Ionio, che detiene il primato assoluto. Stiamo parlando di Pachino che, secondo l’Enea, negli scorsi anni ha registrato valori di radiazione solare che superano i 6000 Megajoule. Se avete in mente di raggiungere la cittadina siciliana non dimenticate di portare con voi la protezione solare.

Pachino

Pachino

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Londra: alla ricerca di carica e benessere nel verde cittadino

Chi l’ha detto che visitare una capitale europea debba essere solo una corsa continua tra musei e monumenti principali? Impariamo a dedicare anche nei brevi viaggi un po’ di tempo per il nostro benessere; utilizziamo la natura che abbiamo a disposizione per prenderne il massimo beneficio.

Cose da fare a Londra nel verde cittadino che non ti aspetti:

Passeggiare tra le piante officinali di Chelsea Physic Garden

Ci troviamo a West London, in una delle zone più eleganti della città, poco distanti dall’Albert Bridge, uno dei ponti più belli e direi anche meno conosciuti che attraversano il Tamigi, in perfetto stile vittoriano e siamo diretti al Chelsea Physic Garden: il più antico orto botanico di Londra, fondato nel 1673 dalla Società dei Farmacisti, dove si coltivano piante officinali da usare in medicina e dove si può visitare il giardino roccioso dedicato alle piante alpine. Ci sono diverse zone in cui passeggiare: serre, aiuole, giardino erboristico medicinale; pare che, vista la vicinanza con il Tamigi, ci sia un microclima così unico da permettere la coltivazione di piante che non crescono in nessuna altra zona del Regno Unito. Passeggiate e respirate a pieni polmoni, la presenza di una varietà così numerosa di piante porterà sicuramente un contributo importante al vostro umore. Anche se sicuramente vi verrà voglia di fotografare ogni cosa, cercate di fare un uso consapevole della tecnologia per poter immergervi a fondo nella natura. Vi consiglio una pausa nel loro bellissimo caffè, dove è possibile anche comprare un cestino per il pic nic e scegliere il posto preferito del giardino per degustarlo.

Una passeggiata consapevole a Barkeley Square tra i suoi platani secolari

Ci troviamo in zona Mayfair, uno dei quartieri più eleganti ed esclusivi di Londra, nella bellissima Barkeley Square, dove si può passeggiare tra i platani orientali secolari di Londra, pensate che furono piantati nel 1789. Durante la stagione in cui sono coperti dalle foglie è uno spettacolo davvero unico, sembrerà di essere avvolti dalla natura, protetti da una coperta di verde. Dopo una passeggiata consapevole in cui ci immergiamo totalmente in questo regalo della natura vi suggerisco di scegliere una delle panchine della piazza per leggere un libro, meditare o ascoltare della musica in una cornice davvero unica.

In bicicletta su Regent’s Canal

Sarò anticonvenzionale, ma il mio corso d’acqua preferito a Londra non è il Tamigi, ma il Regent’s Canal, lo trovo più intimo, attraversa quartieri, viuzze, case galleggianti e in ogni suo tratto è diverso da quello precedente. Solitamente lo esploro a piedi in piccoli punti, ma se volete davvero fare un’esperienza unica è possibile percorrerlo in bicicletta, tutto o fino a dove vi reggono le gambe, magari al ritorno si può prendere la metropolitana.

Vi suggerisco un itinerario che attraversa buona parte della città spostandoci da est ad ovest. Partiamo da Limehouse Basin l’antica zona portuale in cui il canale si immerge nel Tamigi, una zona piena di barche e antiche costruzioni. Procedendo verso nord oltre il Victoria Park si arriva al Hertford Union Canal, qui inizia il Mile End Park una distesa di trentadue ettari di verde: si tratta di una zona completamente bombardata durante la Seconda guerra mondiale e che, successivamente, è stata destinata a parco naturale reso unico dalle numerose specie di uccelli e farfalle. Costeggiando il Victoria Park arriviamo nella zona di Hoxton, che amo molto, hipster, alla moda e piena di street art. Vi suggerisco una pausa pranzo al Hoxton Street Market, luogo molto alternativo e nei weekend è davvero piacevole. Dirigendovi verso ovest attraversiamo Angel, quartiere che negli ultimi anni è diventato residenza di una Londra molto ricercata, innovativa e giovane. Lungo il canale ci sono tantissimi palazzi con enormi vetrate dove sbirciare un po’ la vita altrui, immensi loft adibiti a coworking, dove tutti noi vorremmo lavorare almeno un giorno e bellissime house boat con fioriere sparse nei posti più impensati. Attraversiamo la nevralgica King’s Cross, dove è possibile approfondire la storia del canale visitando il London Canal Museum. Se invece volete immergervi nella natura a piedi attraversate la sponda e dirigetevi verso Camley Street Natural Park: una riserva naturale incontaminata. Torniamo su strada e pedalando ancora un po’ arriviamo a Camden Town, luogo iconico per la nascita di idee, tendenze e musica, è ancora un posto perfetto per fare shopping e scovare qualche stranezza che in Italia ancora non è arrivata.

londra in bici

Tour in bicicletta a Londra ©VisitBritain/Jacob Niblett

Fare night kayak sul Tamigi

Anche se forse Londra non è la prima location che ci viene in mente quando pensiamo ad un’escursione in kayak, l’esperienza potrebbe sorprendervi. Durante la bella stagione le giornate londinesi sono molto più lunghe delle nostre e questo vi dà la possibilità di godervi una passeggiata in kayak lungo il Tamigi tra il tramonto e il crepuscolo che dura ben tre ore. Avventura magnifica e irripetibile: inizia a St Mary’s Church nel quartiere di Battersea e finisce verso Greenwich. Il Parlamento, St Paul’s, Bank Side, il Tower Bridge e l’Old Naval College sono solo alcuni dei monumenti iconici che potrete osservare dall’acqua.

kayak sul tamigi

Kayak sul Tamigi nei pressi della Tower Bridge, Londra. ©VisitBritain/Mollie Bylett

Forest Bathing e arrampicata sugli alberi ad Harcourt Arboretum

Avete mai sentito parlare di Forest Bathing? Significa letteralmente bagno nella foresta ed è una pratica di origine giapponese, tutti gli alberi, alcuni tipi in particolare, sprigionano nell’aria delle sostanze che inalate contribuiscono al nostro benessere, ci aiutano a rilassarci, hanno un effetto antiossidante e rafforzano il nostro sistema immunitario. Due ore di passeggiate un paio di volte alla settimana ci rimettono in armonia con la vita. Spesso non è necessario andare fuori città o spostarsi di chilometri, lo si può fare anche nei parchi cittadini, ad esempio a Londra un luogo perfetto è Harcourt Arboretum, 130 acri di terreno con una vastità di specie impressionante. Oltre a poterlo fare in autonomia, il parco organizza delle sessioni settimanali di Forest Bathing che durano tre ore e uniscono pratiche di respirazione, di yoga, di meditazione e camminate consapevoli. Ci sono anche giornate dedicate all’arrampicata sugli alberi, in totale sicurezza, con elmetti, imbracature e corde.

Fare yoga all’aperto sui tetti di Londra

Ormai è noto a tutti che fare yoga con costanza abbia un grosso impatto sul nostro benessere e farlo all’aperto moltiplichi questi benefici. Ovviamente è possibile praticare yoga in ogni parco di Londra o in maniera autonoma o unendosi ai moltissimi gruppi che facilmente si trovano su piattaforme web. Esiste, tuttavia, anche un altro modo di praticare yoga all’aperto a Londra ed è farlo sui rooftop della città. È una nuova tendenza forse più legata alla moda che al benessere, però vi permetterà di fare un’esperienza unica e godere, in molti casi, di una vista invidiabile della città.

Ecco alcuni suggerimenti dove praticare yoga sui rooftop: allo Sky Garden, si trova nella parte superiore del Walkie Talkie, solitamente durante la settimana si inizia molto presto, verso le 6.30, ma nel weekend c’è anche la possibilità di fermarsi per il brunch alla Darwin Brasserie. Al The Shard farete letteralmente yoga nell’edificio più alto di Londra, direi l’aria migliore per i vostri respiri. Le lezioni sono organizzate ogni sabato sulla piattaforma di osservazione dove c’è la punta di vetro dell’edificio, perfetto per chi vuole sentire la sensazione di volare sulla città. Si può praticare anche sul Peckham’s Bussey Building: sui tetti del Rooftop Film Club e il Frank Cafe.

Spero che i miei consigli su come avere un’esperienza immersiva nella natura nella splendida cornice di Londra vi siano piaciuti, ricordatevi sempre di cercare il benessere e la natura in ogni vostra giornata, anche in viaggio.

Regent’s Canal, Londra ©VisitBritain/Tommy Ga-Ken Wan

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Brescia: alla scoperta della Leonessa d’Italia

Per anni sottovalutata dal mondo del turismo, Brescia è in realtà una città ricchissima di cultura, arte e storia, che non ha niente da invidiare alle più celebri città d’arte italiane; ve la consiglio come alternativa per un classico weekend gateaway, sono sicura che ne resterete alquanto sorpresi.

Brescia, fu soprannominata Leonessa d’Italia dai poeti Aleardi e Carducci, per il coraggio e la forza dimostrati dai suoi abitanti durante l’insurrezione (le famose Dieci Giornate di Brescia: 23 marzo – 1° aprile 1849) contro l’oppressione austriaca. Passeggiando per le vie del suo centro storico saltano subito all’occhio i resti di epoche antiche, i contrasti di stili architettonici e le testimonianze di un passato ricco di storia e di cultura. Fondata nel lontano 1200 a. C., fu successivamente dominata dai Galli, dai Romani (che la chiamarono Brixia), dagli Ostrogoti, dalla Serenissima Repubblica di Venezia e infine dall’Impero Austriaco, per poi essere annessa al Regno d’Italia nel 1860. È proprio per questo motivo che a Brescia troviamo un tempio romano, un castello medievale, due Duomi ed edifici in stile veneziano. Una ricchezza che merita di essere vista almeno una volta nella vita.

Come raggiungere a Brescia

Ben collegata grazie alla presenza di numerose infrastrutture, Brescia è facilmente raggiungibile in auto, in treno o in aereo. Si trova infatti sull’autostrada A4 Milano-Venezia e dista solo 1 ora di auto sia da Milano che da Verona. Anche il treno è un’ottima alternativa per raggiungere la città; servita sia da treni regionali sia dall’alta velocità, la stazione ferroviaria si trova a soli 15 minuti a piedi dal centro storico. Se arrivate da lontano, gli aeroporti più vicini sono quello di Bergamo Orio al Serio e quello di Verona. Da qui la soluzione migliore è noleggiare un’auto per esplorare non solo Brescia, ma anche i suoi meravigliosi dintorni, che vanno dalla Franciacorta, rinomata in tutto il mondo per gli ottimi vini, al Lago d’Iseo, con i suoi piccoli borghi da esplorare e le sue passeggiate immerse nella natura.

Cosa vedere a Brescia in un weekend:

Il centro storico di Brescia è abbastanza raccolto e si gira comodamente a piedi. Iniziate il tour della città da via dei Musei, dove si trovano due siti dichiarati Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. Si tratta del Museo di Santa Giulia e del Parco Archeologico di Brescia Romana. Partite dal Museo di Santa Giulia e dedicate almeno un paio di ore a esplorarlo. Realizzato all’interno di un complesso monastico di origine longobarda, il percorso espositivo racconta quasi 3000 anni di storia della città, dalla preistoria fino ai giorni nostri. Qui potrete ammirare due bellissime domus romane con i loro mosaici, la statua in bronzo della Vittoria Alata (risalente al primo secolo), imponenti affreschi cinquecenteschi realizzati sulle pareti del Coro delle Monache e la Croce di Desiderio, simbolo della Brescia longobarda. A pochi metri di distanza dal Museo si trova il Parco Archeologico Romano, il più importante del Nord Italia, che vi lascerà sicuramente stupiti. Tra i vari reperti a cielo aperto, spiccano il Tempio Capitolino e il Teatro Romano. Costruiti per ordine dell’imperatore Vespasiano nel 73 d. C., raccontano dell’importanza che aveva l’antica Brixia in epoca romana. Proseguite il giro del centro storico spostandovi verso Piazza Paolo VI, anche conosciuta come Piazza del Duomo, e lasciatevi sorprendere dalla presenza di ben due Cattedrali. A Brescia infatti troverete un Duomo Vecchio e un Duomo Nuovo, uno vicino all’altro, in un magnifico contrasto di stili architettonici unico al mondo.

Brescia è tristemente nota anche per un’altra piazza molto famosa, Piazza della Loggia, dove nel 1974 un attentato terroristico provocò la morte di 8 persone e centinaia di feriti. Vicino al punto in cui scoppiò la bomba, oggi è stata posizionata una lapide commemorativa e, sulla strada che porta al Castello, sono state incastonate più di 400 targhe che ricordano altrettante persone vittime del terrorismo degli ultimi 40 anni. Ammirate Piazza della Loggia anche per la presenza di edifici in stile veneziano risalenti al 1400 e per la torre dell’orologio. Sulla sua cima sono posizionate due statue maschili in bronzo, chiamate in dialetto bresciano i macc de le ure, che scandiscono le ore della giornata battendo il martello su una campana. Come ultima tappa del vostro giro di Brescia, recatevi al Castello. Si trova sul Colle Cidneo ed è facilmente raggiungibile dal centro storico percorrendo una passeggiata in salita di 10-15 minuti. L’ingresso al Castello è gratuito. Sono a pagamento solo i musei che si trovano al suo interno: il Museo del Risorgimento e il Museo delle Armi. La fortezza è veramente ben conservata e vi sembrerà di fare un tuffo nel lontano Medioevo. Attraversate il ponte levatoio, esplorate i tunnel sotterranei e godetevi una passeggiata rilassante nei suoi giardini. Trovandosi in posizione rialzata, dal Castello si può osservare tutto il centro di Brescia che si estende ai suoi piedi. Salite al Castello per l’ora del tramonto e ammirate le case, i palazzi e i monumenti che si tingono di rosa e approfittate del punto di ristoro per fare un aperitivo con il mitico pirlo bresciano… e non osate chiamarlo Spritz!

Cosa mangiare a Brescia:

Dopo tanto girovagare per la città perché non provare qualche piatto tipico della cucina bresciana? L’arte e la storia non sono infatti l’unico motivo per visitare la città di Brescia. Nel centro storico troverete numerosi ristoranti che offrono i piatti della tradizione. Come antipasto avrete solo l’imbarazzo della scelta: taglieri di salumi e formaggi nostrani o dell’ottimo pesce del vicino Lago di Iseo. I primi sono generalmente composti da ingredienti poveri, ma combinati per creare piatti sostanziosi e ricchi di gusto. Meritano un assaggio i famosi casonsèi alla bresciana, una pasta ripiena di pangrattato e formaggio grattugiato, a forma di mezzaluna, condita con abbondante burro fuso e salvia. Per un bis di primi da veri golosi, provate anche i malfatti, degli gnocchi di pane e spinaci, brutti da vedere, ma veramente saporiti grazie all’immancabile condimento di burro e salvia.
Se avete ancora fame, ordinate come secondo la carne allo spiedo oppure il tipico manzo all’olio. Con questo tipo di cottura, la carne rimane morbida e viene servita con un intingolo delizioso, perfetto accompagnamento per la polenta. A Brescia la polenta si mangia taragna, ovvero preparata l’aggiunta di farina di grano saraceno e condita generalmente con burro e formaggio. Per gli amanti del vino, non lasciatevi sfuggire un assaggio dei migliori DOC del territorio. Tra i vini rossi ricordiamo il Cellatica e il Botticino, mentre per chi ama le bollicine, è d’obbligo ordinare una bottiglia di Franciacorta, il primo spumante metodo classico italiano ad avere ottenuto la DOCG, riservata solo ai vini di eccellenza. Dopo un pasto così sostanzioso, prima di mangiare il dolce, serve una bella passeggiata. Approfittatene quindi per raggiungere la Pasticceria Veneto, aperta nel 1971 da un giovane Iginio Massari, diventato poi il grande maestro pasticciere che tutti noi oggi conosciamo. Se volete assaggiare i dolci della tradizione, provate una fetta di bussolà, un ciambellone aromatizzato con limone e vaniglia, tipico del periodo natalizio, ma che ormai si trova tutto l’anno. Altrimenti provate le deliziose praline di cioccolato, i biscotti al burro o i dolci a base di frutta secca. Il miglior modo per concludere in dolcezza la vostra giornata alla scoperta di Brescia!

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5 motivi per cui ti innamorerai di Bristol

Nominata più volte tra le migliori e più felici città del Regno Unito, Bristol è una meta ideale da scoprire e riscoprire, grazie allo spirito indipendente e alternativo, alla vivace vita notturna e alla sua popolazione friendly.

L’iconico Ponte sospeso di Clifton, la Cattedrale, i musei cittadini, le architetture delle epoche vittoriana e georgiana, la Cabot Tower: sono tanti i monumenti e le attrazioni da non perdere in città, oltre ai percorsi gastronomici, agli eventi e alle opportunità di shopping.

Chiunque l’abbia visitata sogna di tornarci il prima possibile. Vuoi scoprire il suo segreto?

Sono almeno 5 i motivi per cui perderai la testa per Bristol.

La creatività esplosiva

Banksy è nato qui. O almeno questo sembrano confermare voci e leggende sul più famoso street artist del mondo, la cui identità resta tuttora sconosciuta. Sono numerosissime le sue opere e i suoi tag sui muri della città ed è possibile andare alla scoperta dei suoi capolavori semplicemente passeggiando, meglio se muniti di una mappa.

Se ami la street art e i graffiti non puoi perdere l’UpFest, Urban Paint Festival, uno dei più grandi eventi europei dedicati agli artisti di strada. I loro dipinti sulle facciate, gli edifici e i negozi cittadini trasformano Bristol in un colorato museo all’aperto, sfondo perfetto per foto memorabili.

Le luci e i colori del Bristol Light Festival ti lasceranno senza parole: le spettacolari installazioni in location uniche trasformano le notti cittadine in momenti magici e irripetibili. E il tasso di romanticismo schizza alle stelle.

Il mitico Bristol Sound

La musica scorre nel sottosuolo di Bristol come l’acqua del fiume Avon che l’attraversa. Dagli anni ’90 tutto il mondo ha iniziato ad apprezzare il Bristol Sound, movimento culturale underground tra i cui protagonisti c’erano i Massive Attack, Tricky, The Wild Bunch e i Portishead.

L’offerta di musica dal vivo in città è vasta, interessante e spazia tra più generi.

Hai voglia di una serata di relax e divertimento? Ecco i tre locali da frequentare:

Il Louisiana, a pochi passi dal centro, è un locale in vero stile New Orleans con un’ottima acustica e un’eccellente selezione di gruppi emergenti. Sul palco si sono esibiti, negli anni, anche i Muse, i Coldplay, i Kings of Leon e i White Stripes.

Il Thekla, piccolo, anzi piccolissimo, è un gioiellino ricavato all’interno di una vera imbarcazione cargo attraccata nel porto di Bristol. È uno dei club più esclusivi della città e ogni serata è un successo.

L’Old Duke, nel centro di Bristol, è il posto in cui andare per ascoltare musica jazz. Aperto ogni sera e sempre affollato, da mezzo secolo propone concerti con ospiti sempre diversi.

Le emozioni nella natura

Praticare lo yoga sul SUP per mettere alla prova il tuo equilibrio, surfare con le onde artificiali a The Wave, organizzare un’escursione sull’isola di Steep Holm per osservare il falco pellegrino, programmare un percorso in bici o in barca per andare alla scoperta dei dintorni della città: un viaggio a Bristol offre tantissime occasioni per attività all’aria aperta e momenti nella natura. Una visita alla SS Great Britain, la prima nave a vapore con scafo metallico ad avere attraversato l’Oceano Atlantico, ti regalerà l’emozione di un tuffo nel passato (e potrai anche arrampicarti sulle sartie).

Lo shopping su misura

C’è il Cabot Circus, il centro commerciale futuristico dal soffitto di vetro, e i negozi indipendenti di Clifton Village. Ci sono le boutique vintage dell’Old Market Quarter, centro della scena LGBTQ locale, e le bancarelle di St Nicholas Market. Bristol soddisfa i desideri di ogni amante dello shopping. Non temere, ce n’è per tutti i gusti e per tutte le tasche.

L’animo bohémien

Trova il tempo per una passeggiata nell’elegante sobborgo di Clifton, tra le case dalle architetture vittoriane, georgiane e regency, oppure rilassati su una banchina del Bristol Harbour, godendoti i colori del porto. Ti sentirai avvolgere dallo spirito più libero, anticonformista e allegro della città. E se hai voglia di un po’ di follia, la Bristol International Balloon Fiesta, l’incredibile festival dedicato alle mongolfiere, ti porterà con la testa tra le nuvole.

È l’anno giusto per partire per Bristol! Scopri tutte le informazioni per il tuo viaggio su VisitBritain.

case a Bristol

Veduta aerea di Bristol. ©VisitBritain/Max Renaud

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In Svizzera, sulle tracce di Sherlock Holmes

Il nome di Sherlock Holmes continua a ispirare migliaia di persone in tutto il mondo, grazie alle intramontabili avventure nate dalla penna del grande Sir Arthur Conan Doyle. E quando si pensa al detective, la nostra mente vola subito alle atmosfere della nebbiosa Londra di fine ‘800. Ma non tutti sanno che, in realtà, sul finire della sua carriera investigativa ha lasciato traccia di sé anche in Svizzera.

Sherlock Holmes, le cascate dove morì

Ebbene sì, quando Conan Doyle decise di porre fine alla vita del suo personaggio più riuscito, scelse un’ambientazione decisamente d’eccezione. Reduce da un viaggio nel cuore della Svizzera, dove rimase colpito dai panorami mozzafiato, condusse proprio qui il suo Sherlock Holmes nella sfida più impegnativa, quella per distruggere il suo nemico Moriarty. E ancora oggi ricordiamo il paesino di Meiringen come il luogo in cui l’investigatore trovò la morte, gettandosi in spumeggianti cascate avvinghiato alla sua nemesi.

Il piccolo borgo si trova nella regione dell’Oberland, immerso tra le Alpi Bernesi che offrono un paesaggio da favola. Impossibile non innamorarsi della splendida natura che lo circonda, dei rigogliosi boschi che si inerpicano tra le montagne e dei pascoli verdeggianti prese d’assedio da ricche greggi. L’attrazione principale è senza dubbio la cascata Reichenbach, una serie di tuffi scroscianti che si infrangono tra le rocce, in una cornice da sogno. Ad originarla è il torrente Rychenbach, nel tratto che precede la sua unione con il fiume Aar.

Cascata Reichenbach

La cascata Reichenbach

Per poter ammirare da vicino l’incredibile potenza della natura, è possibile usufruire della moderna comodità della funicolare, che conduce sin sulla vetta della cascata, alta ben 250 metri. Quassù, secondo quanto narrato dallo scrittore Arthur Conan Doyle, il suo eroe si trovò a combattere la sua ultima battaglia. Una stella appesa tra le rocce segna il punto esatto in cui sarebbe avvenuto lo scontro finale, lasciando così che la nostra immaginazione prenda il volo davanti ad un panorama da mozzare il fiato.

Panorama Meiringen

Il panorama della cascata Reichenbach

Meiringen, il villaggio svizzero di Sherlock Holmes

Ma la bellissima cascata Reichenbach non è l’unico luogo che ricorda Sherlock Holmes, in questo piccolo angolo di Svizzera. Tutto il villaggio di Meiringen è costellato di piccoli e grandi omaggi al più celebre investigatore mai esistito nella letteratura. Il più suggestivo è il Museo di Sherlock Holmes, inaugurato nel 1991 (in cui ricade il centenario della sua morte) nel seminterrato della piccola chiesa inglese situata nel centro storico del paese. Al suo interno, tanti splendidi cimeli citati nelle opere di Conan Doyle, e non solo.

Sebbene il museo sia davvero piccolino, vi è una meravigliosa ricostruzione (decisamente dettagliata) del salotto vittoriano in cui Sherlock Holmes e il suo fido Watson trascorsero tante ore, impegnati a risolvere i loro misteri. E in un attimo sembra di trovarsi davvero al 221B di Baker Street, dove tutto ebbe luogo. Fuori dalla chiesa, invece, si può ammirare una bellissima statua in bronzo a dimensione reale dell’investigatore. Non mancano piccole particolarità come il caratteristico cappello indossato da Holmes e la sua inseparabile pipa. E c’è di più: sulla statua sono incise minuscole figure che riportano ciascuna ad una delle 60 storie che ebbero proprio Sherlock come protagonista. Un viaggio nel mistero che inizia da qui.

Meiringen Sherlock Holmes

La statua di Sherlock Holmes, a Meiringen