Categorie
Curiosità Puglia Viaggi viaggiare

Ostuni, dal recupero di un vecchio frantoio alla scoperta del territorio: la storia di Domus Oleorum

Ostuni, conosciuta come la “città bianca“, è un tesoro della Puglia con le sue case dipinte a calce e il suo incantevole centro storico. Nonostante la città punti moltissimo sul turismo e sulla promozione del territorio, per l’economia locale continua ad essere molto importante l’agricoltura, specialmente di ulivi e viti. Ostuni, infatti, è sinonimo di tradizione olearia, un’arte antica tramandata di generazione in generazione.

Il lavoro della famiglia Pomes

Con grandissima passione, la famiglia Pomes dal 1902 produce olio d’oliva, portando sulle tavole un olio extravergine di oliva (EVO) che rappresenta la quintessenza del territorio ostunese. L’azienda, giunta alla quarta generazione, continua a tramandare questa tradizione, producendo un olio che conserva tutte le caratteristiche organolettiche del luogo d’origine. Il legame tra olio e terra è al centro della missione della famiglia, che lavora per mantenere viva la tradizione e per offrire prodotti di qualità superiore che portano i sapori autentici della Puglia sulle tavole di tutto il mondo. Ma tutto questo non può prescindere dalla conoscenza e valorizzazione del territorio che li ha cresciuti.

La nuova vita dell’antico frantoio di famiglia

Con queste premesse e dalla volontà di unire produzione, tradizione e territorio, è nato il progetto Domus Oleorum, che ha ridato vita all’antico frantoio di famiglia, trasformandolo in un Experience Lab unico nel suo genere. Situato in un’area di 220 mq, questo spazio è stato recuperato proprio per diventare un simbolo del territorio e della sua tradizione olearia, culturale e gastronomica. Il frantoio, che risale ai primi del ‘900, è stato ristrutturato grazie ad un cantiere lungo due anni, che ha mantenuto la struttura originale e rispettato i caratteri architettonici originali.

La famiglia Pomes ha investito risorse e passione in questo progetto, con l’obiettivo di creare un luogo dove la tradizione incontra l’innovazione. Questo impegno riflette la dedizione della famiglia a preservare e promuovere la ricchezza del loro territorio. Così oggi Domus Oleorum non è solo un frantoio, ma un centro dove si svolgono attività che celebrano l’olio e la cultura del cibo pugliese.

Degustazione e corsi per scoprire una tradizione centenaria

Domus Oleorum offre una varietà di esperienze suddivise in tre aree principali, ognuna dedicata a un aspetto dell’esperienza enogastronomica pugliese.

EVO Experience

In questa area, i visitatori possono immergersi nell’arte della degustazione dell’olio EVO. Un maestro oleario guida i partecipanti nella scoperta delle differenze organolettiche tra vari tipi di olio, includendo degustazioni di tre oli monovarietali e un olio blend. Inoltre, si tengono corsi per la creazione di oli aromatizzati, offrendo un’esperienza educativa e gustativa unica.

Wine Experience

Qui è possibile degustare i migliori vini pugliesi, guidati da un sommelier. I partecipanti possono esplorare 13 diverse etichette di vini, dai bianchi ai rosati, fino ai rossi e ai vini spumanti metodo classico. Le degustazioni sono accompagnate da un aperitivo pugliese a base di prodotti locali, offrendo un viaggio sensoriale attraverso i sapori della regione​​.

Experience Lab

In questo spazio si tengono corsi di degustazione di olio e vino, laboratori di cucina pugliese, e attività di team building. Due le proposte food, con l’Apulian Food Experience, durante la quale una signora pugliese mostra come preparare i piatti della tradizione, dalle orecchiette ai panzerotti, abbinati all’olio giusto. La Food Experience, con tre differenti menù, è la proposta di degustazione per compleanni, cene di lavoro o cerimonie. La Cocktail Experience invece è tenuta da uno dei più bravi bartender di Ostuni, che insegna a preparare tre cocktail con gli olii, per capire gli abbinamenti e proporre agli ospiti un aperitivo diverso dal solito​​.

Fonte: Olio Pomes

Domus Oleorum

Ostuni, da Domus Oleorum alla scoperta del territorio

Domus Oleorum va ancora oltre e offre l’opportunità di esplorare Ostuni e i suoi dintorni attraverso tour organizzati. In collaborazione con alcuni partner sul territorio, i visitatori possono scoprire la città anche in modo atipico e autentico, per esempio a bordo di un’Ape car elettrica, un mezzo iconico e ecologico che consente di godere delle bellezze del territorio in modo sostenibile. Il tour include una visita ai principali punti di interesse della città e termina con un’esperienza enogastronomica presso Domus Oleorum.

Queste proposte combinano l’avventura con la scoperta della cultura e delle tradizioni locali, permettendo ai visitatori di vivere un’esperienza completa, immersiva nella bellezza naturale e nella ricchezza culturale di Ostuni e dei suoi dintorni​.

Domus Oleorum rappresenta un punto di incontro tra tradizione e innovazione, offrendo esperienze uniche che celebrano la cultura e la gastronomia pugliese. Con il suo impegno nella valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze, Domus Oleorum è una destinazione imperdibile per chi desidera scoprire i veri sapori e la vera essenza della Puglia.

Categorie
Curiosità metropoli New York Viaggi viaggiare

Che differenza c’è tra New York e Manhattan

Molti turisti, e persino alcuni newyorkesi, utilizzano i termini Manhattan e New York come se fossero intercambiabili. In realtà, c’è una distinzione fondamentale. Manhattan, infatti, si riferisce al distretto più famoso, il cuore pulsante e luogo iconico di New York City, e rappresenta solo una parte di questa città, famosa in tutto il mondo per le sue mille sfaccettature.

New York: la metropoli a cinque distretti

La città di New York è composta da cinque distretti differenti: Manhattan, Brooklyn, il Queens, il Bronx e Staten Island. Questi quartieri, o boroughs, come vengono definiti in inglese, costituiscono la vera essenza della città, una metropoli che accoglie oltre otto milioni di persone, proveniente da tutto il mondo, e che si sviluppa su una superficie di 789 chilometri quadrati.

Ognuno di questi cinque grandi distretti ha una sua grande personalità e le attrazioni meritano di essere scoperte, per cui limitarsi a visitare solo Manhattan sarebbe un vero peccato, soprattutto per tutti coloro che vogliono conoscere a fondo l’autentico spirito newyorkese.

Manhattan: il cuore di New York

Manhattan, invece, si può definire il vero e proprio cuore pulsante di New York. È un’isola di circa 90 chilometri quadrati, tra il fiume Hudson e l’East River, collegata ottimamente al resto della città ed al New Jersey da numerosi ponti e tunnel.

Il distretto di Manhattan è senza ombra di dubbio il centro economico, culturale e turistico di New York, dove si trova la maggior parte delle attrazioni turistiche della città. Qui, ad esempio, si trovano alcuni dei luoghi più iconici, come la famosa e suggestiva  piazza Times Square, Central Park, una vasta parentesi di verde fra i grattacieli newyorkesi, l’Empire State Building, il primo edificio ad essere alto più di 100 piani ed inaugurato nel 1931, simbolo della città e della potenza industriale americana, oppure l’iconico Museo di Storia Naturale di New York, set del film di successo “Una Notte al Museo”.

Queste, e tante altre attrazioni, rendono l’isola di Manhattan una tappa fondamentale per chi decide di visitare la città di New York per la prima volta. Inoltre, questo distretto è suddiviso a sua vola in tre aree principali:

  • Upper Manhattan: che include il quartiere residenziale di Harlem, famoso per la sua forte cultura afroamericana, ma anche per la scena musicale Jazz che lo contraddistingue, e l’immenso e verde Central Park;
  • Midtown Manhattan: qui si concentrano i grattacieli e le istituzioni più importanti di New York, come l’Empire State Building, di si è parlato in precedenza, ed il Rockefeller Center, formato da ben 19 edifici commerciali, conosciuto in tutto il mondo per la pista di pattinaggio ed il maestoso albero di Natale installati durante il periodo dell’Avvento, che rendono unica l’esperienza di passare Natale a New York;
  • Lower Manhattan, questa zona è famosa per essere la sede dell’importante distretto finanziario della città di New York, con la presenza della Borsa di Wall Street, oltre che per il Memoriale dell’11 Settembre, un museo tanto imponente, quanto toccante e che racconta la storia del World Trade Center.

Manhattan e New York: perché questa confusione?

Molti visitatori identificano l’isola di Manhattan nella vera e propria città di New York City proprio a causa della presenza delle principali attrazioni turistiche appena elencate, ma anche per la più elevata densità di strutture ricettive e ristoranti, che rendono questo distretto la scelta più comoda per chi desidera visitare la Grande Mela.

Dunque, ciò che hanno in comune New York e Manhattan è che la seconda fa parte della prima, ma entrambe non sono complementari l’una all’altra. Quando si decide di vistare New York, conoscere tale differenza può far realmente risparmiare molto denaro. Ad esempio, si potrebbe pernottare nei quartieri del Queens o di Brooklyn, che fanno sempre parte di New York, ma che sono collegati ottimamente all’isola principale, zone dal fascino unico, che meritano di essere scoperte.

Skyline dell'isola di Manhattan, a New York City

Fonte: iStock

Skyline di Manhattan
Categorie
Curiosità itinerari culturali Viaggi viaggiare

Sapete quali sono le lingue più parlate al mondo?

Conoscere le lingue del mondo, parlarle, riuscire ad esprimersi in Paesi diversi dal nostro, è il sogno di tutti i viaggiatori. Perché attraverso la complessità delle parole si riesce a carpire un po’ dell’anima e dell’autenticità dei luoghi che si vogliono scoprire. E, quindi, sapere anche quali sono le seconde ligure più parlate nel globo o, addirittura, le prime o quelle che vengono maggiormente studiate ci restituisce una traccia interessante e ci offre anche degli spunti di riflessione. Magari proprio su quale nuovo idioma potremmo provare a conoscere anche noi.

Le classifiche più interessanti in merito alle lingue nel mondo: dalle seconde più parlate, a quelle più diffuse, sino a quelle maggiormente studiate.

Le lingue più parlate: la situazione nel mondo

La varietà linguistica presente sul nostro pianeta è estremamente affascinante e approfondirla ci permette di conoscere di più dei luoghi che vogliamo scoprire. Interessante è sapere, ad esempio, qual è la classifica delle lingue più parlate che vede l’egemonia dell’inglese con una percentuale del 18,8%. A seguirlo è il cinese mandarino (parlato dal 13,8% delle persone), mentre in terza posizione si piazza l’hindi con il 7,5%.

Ma quali sono gli altri idiomi maggiormente parlati? In quarta posizione si trova lo spagnolo con il 6,9%, poi il francese con il 3,4%, l’arabo con il 3,4% (stessa percentuale che ha anche il bengalese. Seguono il russo parlato dal 3,2% della popolazione, il portoghese che si assesta alla medesima cifa e l’urdu con il 2,9%.

Si tratta di dati che sono stati riportati da The World Factbook, una ricerca annuale stilata dalla Central Intelligence Agency. Sulla stessa ricerca, ma precedente, MoveHub aveva stilato una mappa del mondo mostrando dove le seconde lingue fossero parlate in maniera maggiore. Da quella ricerca, aggiornata al 2021, era emerso che la seconda lingua più parlata e più comune era l’inglese, diffuso in ben 55 Paesi del mondo. A seguire il francese, diffuso come seconda lingue in 14 stati diversi e, al terzo posto, il russo in 13. Seguono spagnolo e creolo (8 Paesi) e arabo (6 Paesi). Interessante sapere che l’italiano è il secondo idioma in ben tre Stati del mondo: Argentina, Libia e Liechtenstein, quindi sparsi tra Sud America, Africa ed Europa.

La prima lingua più parlata

La classifica cambia di poco se andiamo a indagare su quali sono le prime lingue più parlate. Una stima precedente (datata 2018) indica che a guidare la classifica è il cinese mandarino (12,3%), seguito dallo spagnolo (6%), dall’inglese (5,1%) e dall’arabo (5,1). Anche questi numeri sono forniti dalla The World Factbook della Central Intelligence Agency.

Altri dati interessanti, che vengono forniti, sono quelli che evidenziano che le sei lingue delle Nazioni Unite, nello specifico arabo, cinese mandarino, inglese, francese, russo e spagnolo castigliano, nel 2022 erano la lingua principale o la seconda del 49,6% circa della popolazione di tutto il mondo.

Dati del 2023, invece, sottolineano che in tutto il globo siano parlate 7.168 lingue vive.

Quali sono le più studiate al mondo

Se le più parlate le abbiamo scoperte, è divertente conoscere anche quali sono le più studiate. Un articolo del Washington Post del 2015 ha stilato una classifica di quelle che sono le lingue su cui si concentra maggiormente lo studio. Come si può immaginare al primo posto si trova l’inglese, seguito da francese, cinese, spagnolo, tedesco, italiano e giapponese.

Una classifica più recente e datata 2022 è quella fornita da Babbel, piattaforma per lo studio delle lingue, che indica come quella maggiorente studiata sempre l’inglese, ma seguita da spagnolo, francese, tedesco, giapponese, italiano, coreano, cinese, russo, hindi.

Categorie
Curiosità mete storiche Notizie Pompei siti archeologici Viaggi vulcani

Pompei contro l’overtourism: scatta il limite di ingressi a 20mila al giorno

L’antica città di Pompei è uno dei luoghi più suggestivi e, come direbbero alcuni, più inquietanti d’Italia. D’altronde stiamo parlando dei resti di quello che avvenne nel 79 d.C., quando l’eruzione del Vesuvio, che tuttora incombe minaccioso all’orizzonte, decimò la popolazione seppellendo la città sotto uno strato di detriti vulcanici. Raggiungibile facilmente da Napoli, e considerata la sua storia e drammatica bellezza, non stupisce che chiunque organizzi un viaggio in Campania desideri vedere il sito dal vivo.

E infatti, i dati degli ultimi anni dimostrano proprio questo, obbligando la gestione del parco a prendere dei provvedimenti che si traducono in un limite d’ingresso pari a 20.000 persone al giorno. Il direttore del Parco Archeologico di Pompei ha dichiarato che l’obiettivo è quello di puntare a “un turismo sostenibile, gradevole e non di massa”.

Limite d’ingresso a Pompei dopo un’estate da record

Sulla scia dei tanti provvedimenti presi quest’anno in diverse parti d’Italia per provare a contrastare il fenomeno dell’overtourism, dalla Fontana di Trevi a Roma al traffico alternato sulla Costiera Amalfitana, l’ultima notizia vede come protagonista Pompei. Il parco archeologico ha assistito a un’estate da record con oltre 4 milioni di visitatori in generale e oltre 36.000 visitatori in occasione di una delle prime domeniche del mese a ingresso gratuito.

Il direttore del parco archeologico, Gabriel Zuchtriegel, ha dichiarato che i visitatori del sito ora superano in media i 15.000-20.000 ogni giorno, e il nuovo tetto giornaliero impedirà che il numero aumenti ulteriormente. Al riguardo ha inoltre affermato: “Stiamo lavorando su una serie di progetti per alleviare la pressione umana sul sito, che potrebbe comportare rischi sia per i visitatori che per il patrimonio, così unico e fragile”.

Secondo i dati riportati dal Ministero della Cultura, le visite al parco archeologico hanno visto una crescita del 33,6% rispetto all’anno precedente, con una media giornaliera di circa 11.200 persone.

Biglietti nominativi e limite d’accesso giornaliero

Quest’estate Pompei è stata particolarmente affollata, oltre che protagonista di atteggiamenti scorretti da parte dei turisti, come il visitatore britannico sorpreso a incidere le iniziali sue e della sua famiglia su una delle case millenarie della città. Considerate la situazione, la gestione del parco archeologico si è vista costretta a prendere dei provvedimenti: dal 15 novembre i biglietti per il parco saranno nominativi e ogni giorno ne verranno rilasciati al massimo 20.000, con specifici slot temporali durante l’estate.

Tra gli obiettivi dei gestori del parco, oltre preservare il sito, c’è quello di incoraggiare i turisti a visitare altri siti archeologici legati a Pompei, come Stabia, Oplontis e Boscoreale, offrendo un servizio gratuito di navetta nell’ambito del progetto “Grande Pompei”. Al riguardo, il direttore del parco ha dichiarato: “Le misure di gestione dei flussi, di sicurezza e la personalizzazione delle visite fanno parte di questa strategia. Puntiamo a un turismo lento, sostenibile, piacevole e non di massa, e soprattutto diffuso sul territorio intorno al sito Unesco, ricco di gioielli culturali da scoprire.”

Il provvedimento viene applicato anche e soprattutto le prime domeniche di ogni mese, quando l’ingresso al parco è gratuito. In queste giornate, in caso di forte afflusso di visitatori nella mattinata, le casse saranno chiuse per un’ora al raggiungimento di 15.000 visitatori entro le ore 12.00, al fine di impedire una eccessiva presenza simultanea di turisti, che potrebbe mettere a repentaglio la sicurezza e la salvaguardia del sito e favorire il deflusso in uscita.

Parco Pompei

Fonte: iStock

Parco Archeologico di Pompei dall’alto

Come accedere al parco: ingressi, costi e orari

Il provvedimento che limita l’accesso a Pompei a 20.000 visitatori al giorno non ha influito sui costi e sulle modalità d’ingresso a uno dei parchi archeologici più belli d’Italia.

Per accedere avete a disposizione tre ingressi: Porta Marina è quello principale, situato direttamente di fronte alla stazione ferroviaria di Pompei Scavi, oltre che il più popolare tra i turisti, soprattutto per via di tutte le strutture disponibili come chiosco informativo, negozi di souvenir e noleggio audioguide; il secondo è Piazza Anfiteatro, situato a 15 minuti a piedi da Porta Marina, considerato l’ingresso ideale per visitare il sito perché sarete condotti direttamente all’anfiteatro, al foro e ad altri luoghi importanti di Pompei; infine c’è Piazza Esedra, l’ingresso meno affollato utilizzato soprattutto per le visite di gruppo.

Il Parco Archeologico di Pompei è aperto dal 1 aprile al 31 ottobre, dalle 9:00 alle 19:00 con ultimo ingresso alle 17:30, dal 1 novembre al 31 marzo dalle 9:00 alle 15:30. Il sito resta chiuso il 25 dicembre, il 1 gennaio e il 1 maggio.

Per acquistare i biglietti vi consigliamo di farlo online e con largo anticipo, soprattutto considerando il nuovo provvedimento di cui vi abbiamo parlato in questo articolo. Avete diverse opzioni: il biglietto salta fila con visita guidata al costo di 36,75 euro, il biglietto d’ingresso classico a 23,90 euro, con audioguida a 31,90 euro e combinato con Ercolano a 37,90 euro.

Infine, vi consigliamo di visitare Pompei all’inizio della giornata, poco dopo l’apertura, perché il sito sarà meno affollato, oltre che in un giorno feriale e in bassa stagione.

Categorie
Curiosità Londra Natale Viaggi

Le luci di Natale trasformano Londra, ecco dove ammirare lo spettacolo e vivere la magia

Londra è già una città stimolante e bellissima, ma a Natale diventa irresistibile con decorazioni straordinarie e migliaia di luci che trasformano ogni strada in un luogo incantato. All’inizio di novembre inizia la magia e varie accensioni si susseguono in un fitto calendario, quando le temperature si fanno più rigide e gli edifici assumono un aspetto diverso dal solito, avvolgendo i passanti in un’atmosfera di festa.

Il centro di Londra, in particolare, celebra lo spirito natalizio con creazioni artistiche e installazioni che lasciano a bocca aperta. Dagli angeli di Regent Street alla neve di stelle di Oxford Street, il grande albero di Natale di Trafalgar Square e tanto altro, lo spettacolo è assicurato. Vediamo insieme dove ammirare le luci di Natale a Londra.

Leicester Square, dal mese di novembre

Leicester Square è il centro nevralgico di Londra per i turisti e non solo. In inverno la piazza si anima ancora di più e grandi stelle illuminate vengono distese lungo le strade della zona per le feste a partire dal mese di novembre. Il mercatino di Natale al centro della piazza è ormai un’istituzione con alcuni chalet in legno che possono dare qualche idea di regali o prodotti tipici. Inoltre si può assistere all’emozionante spettacolo di La Clique nello Spiegeltent.

Leicester Square

Fonte: iStock

Natale a Leicester Square

South Bank, dal 5 novembre

Passeggiando lungo South Bank dal 5 novembre si può ammirare vedere la zona lungo il fiume splendidamente illuminata con ghirlande di scintillanti e luci natalizie. Le opere d’arte illuminate sparse per la zona come parte della mostra Winter Light (5 novembre – 2 febbraio) arricchiscono gli chalet in legno che vendono un vin brulé take away al Winter Market del Southbank Centre dal 5 novembre al 26 dicembre. Inoltre si può assistere a uno spettacolo a tema nella Royal Festival Hall.

South Bank Natale

Fonte: iStock

Natale a South Bank

Oxford Street, dal 5 novembre

Lasciati stupire da alcune delle più spettacolari luci natalizie di Londra e ammira le vetrine stagionali in Oxford Street. Le luci natalizie di Oxford Street presentano stelle luminose sostenibili che illuminano i cieli sopra la famosa strada a partire dal 5 novembre. Se si riescono ad acquistare i biglietti per Winter Wonderland  che si svolge dal 21 novembre al 5 gennaio, a pochi passi di distanza, si possono vivere una serie di attività e immergersi in un intrattenimento natalizio imperdibile.

Natale Oxford Street

Fonte: Getty Images

Natale a Oxford Street

Carnaby Street, dal 7 novembre

Esplora una delle zone più cool della capitale che si illumina durante uno spettacolo di luci immersivo ogni ora. Dal 7 novembre Carnaby Street si trasforma per offrire ai passanti la possibilità di scattare foto bellissime di fronte all’originale esposizione, prima di esplorare le boutique indipendenti circostanti, perfette per un po’ di shopping natalizio. Quest’anno l’esposizione “Into the Light” prevede alcune sculture illuminate realizzare con 60.000 luci LED a basso consumo energetico che verranno usate per i prossimi cinque Natali.

Natale Carnaby Street

Fonte: iStock

Natale a Carnaby Street

Regent Street, dal 7 novembre

Vivi la magia del Natale mentre le splendide luci natalizie di Regent Street illuminano il West End di Londra, regalando uno scenario avvolto da uno scintillio stagionale. I magnifici spiriti eterei scintillano su tutta la via e per le strade circostanti fin dal 1954, mentre i passanti vanno a caccia di regali di lusso e decorazioni natalizie british. Dal 7 novembre lo spettacolo è assicurato.

Natale a Regent Street

Fonte: iStock

Luci di Natale a Regent Street

St. James e Piccadilly, dal 7 novembre

Passeggiate per St James’s e Piccadilly per scoprire le graziose luci natalizie ispirate alla statua di Anteros, il dio greco dell’amore ricambiato è possibile dal 7 Novembre. Per godervi un ulteriore divertimento stagionale potete fare un salto da Fortnum & Mason per un po’ di shopping natalizio o sorseggiando un drink festivo al The Ritz.

Natale a Londra

Fonte: iStock

Luci di Natale a Piccadilly

Covent Garden, dal 12 novembre

Passeggiate per le strade acciottolate di Covent Garden e Seven Dials, che si trasformano in un paese delle meraviglie invernale durante il periodo festivo. Le luci natalizie di Covent Garden, con campane gigantesche, palline e palle a specchio che illuminano la piazza del XIX secolo colpiscono dritto al cuore, e non dimenticate di fermarvi ad ammirare lo splendido albero di Natale. Dal 12 novembre tutto questo è possibile con l’installazione di ben 260.000 luci.

Natale a Covent Garden

Fonte: iStock

Luci di Natale a Covent Garden

Marylebone Village, dal 13 novembre

Osservate le luci scintillanti e le ghirlande di Marylebone Village, mentre la zona chic celebra la stagione natalizia dal 13 novembre. L’evento Merry Marylebone dalle 15 alle 20 darà il via allo spettacolo con musica dal vivo, bancarelle e attività di intrattenimento per grandi e piccoli. Passeggiate tra le boutique pittoresche e i ristoranti di lusso adornati con ghirlande invernali, ornamenti e luci durante una visita a questo famoso centro commerciale.

Marylbone Village Natale

Fonte: Getty Images

Marylebone Village

Kew Gardens, dal 13 novembre

I Kew Gardens non restano indifferenti alle feste di Natale e dal 13 novembre accenderanno uno straordinario spettacolo di luci, trasformando i giardini in un luogo incantato che catturerà l’attenzione di tutti coloro che passeranno da quelle parti.

Kew Gardens Natale

Fonte: Getty Images

Natale a Kew Gardens

Mercato di Old Spitalfields, dal 13 novembre

Old Spitalfields Market accenderà le luci il 13 novembre alle 17.30 con tanti ospiti invitati a godersi lo spettacolo e un po’ di sano shopping natalizio con musica dal vivo, face painting gratuito e laboratori di artigianato per i bambini. Ci sarà anche da mangiare e gustare prelibatezze come le torte salate accompagnate dal vin brulle e alcune soluzioni di street food gustose.

Mercato Londra Natale

Fonte: iStock

Mercato Old Spitalfields

Bond Street, dal 14 novembre

Bond Street è uno dei quartieri dello shopping più lussuosi della capitale, ornato da spettacolari luci natalizie, che quest’anno presentano l’iconica bottiglia Chanel Nº5 in collaborazione con il marchio. Dopo aver ammirato lo splendore delle luci natalizie di Bond Street, si possono apprezzare gli addobbi dei negozi esclusivi e le vetrine vestite con i loro abiti più belli per le feste. Dal 14 novembre al 12 gennaio questo spettacolo è disponibile.

Shard, dal 14 novembre

Lo spettacolo annuale di luci natalizie dello Shard, Shard Lights, quest’anno sarà accompagnato da canti natalizi ogni sera tra le 17:30 e le 12:00 dal 14 novembre al 31 dicembre. Potrete ascoltare Gareth Malone OBE dirigere un coro di sei persone per la smagliante esibizione di accensione di We Wish You a Merry Christmas.

Shard Lights

Fonte: iStock

Shard Lights a Londra

Savile Row, dal 14 novembre

Dal 14 novembre la famosa sartoria di Savile Row celebra il Natale con addobbi e luci costituire da cesoie giganti. Queste illumineranno la via, dopo che lo scorso anno avevamo creato una decorazione che rendeva omaggio alla storia della sartoria per strada.

Savile Row

Fonte: 123RF

Savile Row a Londra

Belgravia, dal 17 novembre

Le vie piene di boutique di Belgravia vengono trasformate per la stagione delle feste, lasciando i passanti stupiti di fronte alle luci natalizie che brillano nei cieli invernali. Puoi cercare la tua vetrina stagionale preferita e metterti in posa accanto alle installazioni luminose per un post Instagram unico. Dal 17 novembre si può ammirare questo spettacolo.

Belgravia Londra

Fonte: 123RF

Natale a Belgravia, Londra

Chelsea, dal 16 novembre

Le luci a Chelsea si accenderanno dal 16 novembre per offrire uno spettacolo affascinante, grazie a uno spettacolo di luci natalizie dal fascino davvero unico e speciale: da ammirare assolutamente.

Mayfair, da definire

Lasciatevi incantare dalle luci natalizie di Mayfair che sembrano uscite da un quadro. Nel mese di novembre potete ammirare una serie di esposizioni abbaglianti in tutta Mayfair e l’iconico arco che illumina South Molton Street, prima di dedicarvi allo shopping natalizio.

Mayfair

Fonte: iStock

Natale a Mayfair

King’s Cross, da definire

Visitare King’s Cross e Coal Drops Yard a Natale vuol dire anche lasciarsi incantare da fantastiche installazioni a tema con il periodo. A novembre puoi aspettatati un’entusiasmante serie di divertimento festivo, tra cui un albero di Natale decorato, vivaci mercatini di Natale e attività in tutto il quartiere alla moda.

King's Cross Natale

Fonte: iStock

Natale a King’s Cross

Trafalgar Square, dal 5 dicembre

Impossibile non notare il grande e luminoso albero di Natale che ogni anno viene allestito a Trafalgar Square, una delle piazze più frequentate di Londra. Quest’anno le luci saranno accese dal 5 dicembre con un concerto di canti nella vicina St. Martin in the Fields per celebrare l’evento.

Trafalgar Square Natale

Fonte: iStock

Natale a Trafalgar Square
Categorie
Curiosità Viaggi

Starbucks e gli altri: le catene di caffè più famose del mondo

“Il caffè è un piacere, se non lo si beve in un bel posto che piacere è?”, si potrebbe dire parafrasando un vecchio spot pubblicitario. E non a caso nel mondo sono sempre più diffuse le catene di bar e caffetterie, con l’Italia che, soprattutto negli ultimi anni, si è inserita a pieno diritto nella competizione. Anche grazie al nostro inconfondibile espresso, che una buona fetta del pianeta ci invidia.

Già nel 2017 i punti vendita sparsi sul nostro territorio erano quasi duemila, dimostrazione di come anche il Belpaese sia ormai abituato a questo tipo di attività commerciale. Ma è soprattutto all’estero che il caffè in franchising è una realtà consolidata, inarrivabile per il bar a gestione familiare. Starbucks è il leader del mercato, ma alle sue spalle il principale competitor è di origini italiane, anche se nel nostro Paese è praticamente sconosciuto. Vediamo quali sono tutte le principali catene di bar e caffetterie del mondo, tra le quali troviamo anche delle eccellenze tutte italiane.

Costa Coffee, catena dal cuore italiano

Qual è la catena di caffetterie di origini italiane che compete direttamente con Starbucks? Si tratta di Costa Coffee, fondata a Londra nel 1971 dai fratelli italiani Sergio e Bruno Costa: i suoi punti vendita sparsi per il Pianeta erano oltre 3.400 nel 2022, un numero secondo solo a quello di Starbucks (nel Regno Unito, invece, è più grande rispetto al leader mondiale).

Nel 2019 è stata acquisita da Coca-Cola, rafforzando così la sua presenza a livello internazionale. Basti pensare che ora è presente in più di 41 Paesi attraverso sedi in franchising.

Costa Coffee è molto apprezzata dai clienti per la qualità delle proprie materie prime, con la lenta tostatura dei chicchi di caffè, figlia della tradizione italiana, e per le sue specialità come il Costaccino. E a proposito di Italia, nell’aprile 2024 la catena è finalmente sbarcata anche a Roma Fiumicino con il suo primo punto vendita dello Stivale, in particolare al Terminal 3 dell’Aeroporto Internazionale “Leonardo da Vinci”.

Costa Coffee e la St. Paul's Cathedral di Londra

Fonte: ANSA

Negozio Costa Coffee vicino alla St Paul’s Cathedral di Londra

McCafé, celebre in tutto il mondo

Impossibile non conoscere anche il celebre McCafé, la filiale di McDonald’s fondata nel 1993 specializzata nell’offerta di bevande a base di caffè espresso di alta qualità, bibite e tante varietà di dolci. I punti vendita McCafé sono ormai tantissimi e fanno concorrenza a Starbucks: sono presenti in oltre 30 Paesi del mondo con un’importante fetta in Italia, che conta ben 610 negozi dedicati alla caffetteria (nel 2024).

Tim Hortons, la catena canadese

Altri grandi competitor in fatto di bar e caffetterie sono i canadesi di Tim Hortons (attivi dal lontano 1964), che nel Paese della foglia d’acero hanno addirittura superato il colosso McDonald’s nel campo della ristorazione di massa. Parliamo di numeri? Questa catena conta più di 5.700 negozi (nel 2023).

Lavazza, orgoglio italiano

Tra i maggiori competitor della catena con il logo Starbucks troviamo anche l’orgoglio italiano dei bar Lavazza. La casa torinese, nata nel 1894, nel 2023 ha avuto ricavi di circa 3,1 miliardi in tutto il mondo e ha sedi operative in diverse nazioni.

A Torino, inoltre, è possibile visitare il Museo Lavazza, che offre agli ospiti un’esperienza immersiva nella cultura del caffè e dei suoi rituali attraverso un percorso multisensoriale che ripercorre la storia dell’azienda e si immerge a 360° nel mondo del caffè.

Dunkin’ Donuts, Gloria Jean’s Coffees e Caribou Coffee

Altri colossi della caffetteria internazionale concorrenti di Starbucks sono la società australiana Gloria Jean’s Coffees (con più di 600 negozi in 40 diversi Paesi in tutto il mondo) e le due statunitensi Caribou Coffee (con più di 750 shops) e Dunkin’ Donuts.

Proprio Dunkin’ Donuts, fondata nel 1950, è la più importante catena statunitense specializzata nella vendita delle variopinte ciambelle zuccherate, oltre che nella caffetteria. Basti pensare che conta più di 13.200 punti vendita in circa 40 diversi Paesi. Anche se risulta essere abbastanza nota anche in Italia, tutt’oggi non ha punti vendita nel Bel Paese.

Dunkin' Donuts: le tipiche ciambelle colorate e il caffè

Fonte: iStock

Dunkin’ Donuts

Altre catene famose in Europa

Tornando in Europa, vanno quantomeno menzionati Tchibo, leader del settore in Germania e che vanta quasi 1.000 punti vendita soprattutto nell’Europa Centrale, e Caffè Nero, considerato il caffè preferito dai britannici. Questa catena londinese vende in buona parte del Vecchio Continente e recentemente è sbarcata anche negli Usa e in parte dell’Asia, per un totale di circa 1.000 bar.

Anche l’Italia punta a crescere grazie a Segafredo (che ha già 600 bar Segafredo Zanetti Espresso sparsi per il Pianeta) e Illy, presente in 34 nazioni del mondo con i suoi Illy Caffè, negozi posizionati in luoghi suggestivi, spesso nel cuore dei centri storici cittadini.

Categorie
aurora boreale Curiosità Europa Idee di Viaggio Norvegia turismo enogastronomico Viaggi viaggiare

Trondheim, cosa ammirare in questa magica città norvegese

Trondheim è una pittoresca e colorata città della Norvegia (il top per chi ama fare foto) che vanta tante attrazioni da visitare, molte delle quali detengono anche alcuni curiosi primati. È la terza più grande del Paese, di cui in passato è stata anche Capitale, e persino la più settentrionale delle grandi città norvegesi. Oggi Trondheim è molto amata dai turisti che sono in cerca del buon cibo grazie alle sue tipicità a tavola, da coloro che desiderano avvistare l’aurora boreale, e dai viaggiatori che puntano a scoprire località uniche nel loro genere. Ecco cosa vedere a Trondheim.

Nidaros Domkirke, l’antica cattedrale

Nidaros Domkirke, che a noi italiani appare impossibile da pronunciare, è l’affascinante cattedrale della città e, parlando di primati, è anche il più grande edificio medievale in Scandinavia, la struttura gotica più settentrionale d’Europa e la chiesa più importante della Norvegia.

Costruita a partire dal 1066, nel corso degli anni è stata vittima di diversi incendi, ma oggi si presenta come una struttura in cui convergono diversi stili architettonici medievali. A colpire particolarmente è senza ombra di dubbio la sua facciata gotica, impreziosita da un numero pressoché infinito di nicchie che ospitano statue, un grande rosone centrale e due imponenti torri.

Bakklandet, luogo pittoresco

Bakklandet è un grazioso quartiere cittadino in cui sembra di essere approdati in un paesino rimasto fermo nel tempo: pieno di minute casette in legno (un tempo magazzini) dipinte con colori pastello, offre diverse gallerie, negozi, bar e ristoranti, tutti abbelliti da piante e panchine.

Il visitatore non può non notare anche tantissime porte rosse, conosciute come “il portale della felicità”, che conducono in strade strette di ciottoli, quasi fosse veramente un villaggio delle fiabe.

Bakklandet, Norvegia

Fonte: iStock

Il pittoresco quartiere di Bakklandet

Erkebispegården, elegante palazzo

In norvegese si chiama Erkebispegården, mentre in italiano è il Palazzo dell’Arcivescovo. Sorge dietro alla cattedrale e può vantare il titolo di edificio secolare più antico della Scandinavia. La sua è una struttura molto curiosa, perché ha la forma di una U e presenta anche una facciata in muratura perfettamente conservata.

Attualmente ospita un museo che mostra moltissimi oggetti risalenti a centinaia di anni fa, ma anche sculture, resti rinvenuti duranti gli scavi condotti negli anni ’90 del secolo scorso e molto altro ancora.

Festning Kristiansen, in cima a una collina

Festning Kristiansen è un’affascinante fortezza che sorge in cima a una collina da cui ammirare un panorama emozionante. Il visitatore si ritroverà al cospetto di una struttura bianchissima e minimalista, ma certamente unca nel suo genere.

La sua è una storia davvero molto particolare: è stata costruita dopo che un grande incendio, avvenuto nel 1681, ha devastato Trondheim. Poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, fu utilizzata dai tedeschi come prigione e patibolo per i membri della Resistenza Norvegese.

Stiftsgården, palazzo in legno

Lo Stiftsgården rappresenta un altro importante primato per la città: è il più grande palazzo in legno che svetta nei cieli della Scandinavia. Del resto, qui vi sono ben 140 stanze e oggi è utilizza come residenza ufficiale della famiglia reale quando viene in città.

Il palazzo dispone anche di un bellissimo giardino pubblico, da molti ritenuto come uno degli angoli più incantevoli di Trondheim.

Gamle Bybro, affascinante punto panoramico

Chi ama i panorami non può di certo perdersi Gamle Bybro, un ponte che fa credere di essere capitati in una struttura navale e che offre una vista sulla guglia di Nidarosdomen, sulle file di magazzini disposte sul lungofiume e molto altro ancora.

In sostanza chi adora fare foto non deve saltare questa tappa, perché questo ponte è davvero una location che offre scorci assolutamente pittoreschi.

Gamle Bybro, Norvegia

Fonte: iStock

Gamle Bybro, il ponte della città vecchia

Rockheim, museo della musica contemporanea

Come dice il nome, il Rockheim è un museo dedicato alla musica e, più precisamente, al pop e al rock (con particolare focus sugli artisti norvegesi). È stato ricavato all’interno di un grande ex-magazzino e si fa riconoscere per la presenza di un tetto sporgente ornato di copertine di dischi.

Torvet, piazza pittoresca

Molto interessante è anche Torvet, la piazza principale della città, in cui si tengono vari mercati ed eventi pubblici. Accoglie il visitatore con un’altissima colonna sulla cui cima riposa la statua di Olav I Tryggvason, il fondatore di Trondheim.

Sinagoga di Trondheim, tuttora attiva

Anche qui c’è un curioso primato: la Sinagoga di Trondheim è la più settentrionale d’Europa. Il suo interno è stato sistemato anche come un piccolo museo, che illustra la storia della comunità ebraica locale, purtroppo decimata dall’Olocausto. Un importante luogo di culto tuttora attivo e nato a seguito della ristrutturazione di una vecchia stazione ferroviaria del 1864.

Ringvemuseet, all’interno di un maniero

Il Ringvemuseet è un interessante museo che sorge dentro a un bellissimo maniero del XVIII secolo, dal quale poter ammirare anche un emozionante panorama sulla città e il suo fiordo.

Qui il visitatore può scoprire una collezione di ben 1500 strumenti musicali disposti in magnifiche stanze riccamente arredate. Ma non è finita qui, perché  ci sono anche 13 ettari di giardini botanici.

Trøndelag Folk Museum, museo all’aperto

Infine vi consigliamo il Trøndelag Folk Museum, un bellissimo museo all’aperto che comprende ben ottanta edifici storici tipicamente norvegesi. Possiamo quindi dire che, anche in questo caso, si parla di primato: è una delle più grandi e importanti attrazioni della Norvegia.

Ad emozionare particolarmente il visitatore sono anche le rovine di Sverresborg Slot (Castello di Sverresborg) e mulini e fattorie “abitati” da volontari che indossano abiti tradizionali.

Trondheim, Norvegia

Fonte: iStock

Veduta di Trondheim
Categorie
Curiosità Europa Notizie Venezia Viaggi

Aumenta a 10 euro il costo del ticket per entrare a Venezia

L’Italia e gran parte dell’Europa stanno adottando nuove misure per contrastare l’overtourism che si è sviluppato di recente. Dopo le proteste e le polemiche che hanno puntato i riflettori sulla Spagna, il nostro Paese torna ad attirare l’attenzione con l’ingresso a pagamento della famosa città di Venezia che aumenterà a partire dalla Pasqua 2025. Il sindaco Luigi Brugnaro ha annunciato questa novità durante un incontro a Ca’ Farsetti, sede del municipio, illustrando il calendario della città per il prossimo anno in relazione al ticket di ingresso.

Il ticket di ingresso a Venezia: quando bisogna pagarlo

I turisti, quindi, per visitare la città dei dogi tra il 18 aprile e il 4 maggio e nei weekend di maggio, giugno e luglio per ingressi dalle 8.30 alle 16, dovranno obbligatoriamente pagare il contributo previsto. Chi vorrà visitare la città lagunare, infatti, dovrà versare un contributo di cinque euro, se prenota quattro giorni prima del suo arrivo, o dieci euro se prenota nei tre giorni prima della sua visita.

Questa novità è arrivata in seguito alla legge di Bilancio del 2019, aggiornata poi nel 2023 per “definire un nuovo sistema di gestione dei flussi turistici e disincentivare il turismo giornaliero a Venezia in alcuni periodi, in linea con la delicatezza e l’unicità della città” come ha dichiarato il sindaco. Non sono mancate le polemiche lo scorso aprile quando è stata avviata la sperimentazione del ticket di ingresso per Venezia. Sono stati chiesti sforzi economici e investimenti per arginare il problema e non chiedere soldi ai visitatori, ma al momento la decisione sembra presa.

Per la precisione, il calendario del 2025 per il pagamento è il seguente:

  • Aprile: 18, 19, 20, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 28, 29, 30 e 31;
  • Maggio: 1, 2, 3, 4, 9, 10, 11 e 16, 17, 18 e 23, 24, 25 e 30, 31;
  • Giugno: 1, 2, 6, 7, 8 e 13, 14, 15 e 20, 21, 22 e 27, 28, 29;
  • Luglio: 4, 5, 6 e 11, 12, 13 e 18, 19, 20 e 25, 26, 27.
Venezia vista

Fonte: 123RF

Venezia sulla Laguna

Chi deve pagarlo e cosa succede se non si paga

Da 29 giorni quindi sale a 54 il numero delle date in cui si dovrà pagare il ticket di ingresso a Venezia, ma non sono state stabilite soglie massime o limiti di presenze. L’idea è che la richiesta economica possa funzionare da deterrente per i turisti che eviteranno di affollare la zona durante il giorno. Tra il 25 aprile e il 13 luglio 2024 sono stati versati circa 440.000 ticket di ingresso con un guadagno complessivo di oltre 2 milioni di euro contro una stima iniziale di 700.000 euro.

A partire dal 18 aprile 2025 dovranno pagare il ticket di ingresso di dieci euro tutte le persone con più di 14 anni che viaggeranno con qualsiasi mezzo dalle ore 8.30 alle 16 e che prenoteranno poco prima del loro arrivo in città. Il costo resterà più basso ( quindi di cinque euro) per chi pagherà almeno con quattro giorni di anticipo. È bene sapere, inoltre, che il ticket è previsto solo se si visita Venezia in giornata (e quindi senza pernotto). In più, per il 2024 e il 2025, non servirà per accedere alle isole minori.

Per chi non paga è prevista una sanzione dai 50 ai 300 euro, oltre al costo del biglietto.

Chi può chiedere l’esenzione

Per prenotare il ticket basta andare sul sito del comune di Venezia, dove è possibile richiedere anche l’esenzione. Possono non pagare il ticket i residenti o le persone nate nel comune di Venezia o nella regione Veneto, i minori di 14 anni e i titolari della Carta europea della disabilità e relativi accompagnatori. Inoltre i turisti che pernottano a Venezia non devono pagare il ticket poiché è già prevista una tassa di soggiorno di 3 euro a persona a notte nel costo dell’albergo o dell’affitto di un appartamento (bisogna comunque ricordarsi di registrarsi sul portale della città).

Sono esenti anche i lavoratori, pendolari, studenti, soggetti e componenti di famiglie di chi paga l’Imu nel Comune di Venezia, e coniugi e parenti fino al terzo grado di residenti a Venezia. Anche chi deve fare terapie o visite mediche in città ed eventuali accompagnatori, chi deve partecipare a competizioni sportive e i visitatori del Salone Nautico e partecipanti alla Vogalonga. Esenti anche i funzionari e amministratori in visita istituzionale, i volontari, le forze armate in servizio, i locatari, persone in visita alle carceri e persone convocate per motivi di giustizia.

Ticket di ingresso: in quali zone serve?

Il ticket di ingresso è previsto per entrare nella città di Venezia e sulle isole maggiori della laguna. Per raggiungere Piazzale Roma, Tronchetto, la stazione Marittima. per le isole minori come il Lido di Venezia, Murano, Burano, Torcello, Sant’Erasmo, Mazzorbo, Poveglia, la Certosa, San Servolo e altre non serve. Le grandi navi da crociera sono una questione in fase di analisi, poichè di solito non transitano davanti piazza San Marco, quindi per il momento dovranno pagare il ticket sono i turisti che scendono dalla nave e si fermano a Venezia in giornata.

Categorie
Curiosità Idee di Viaggio resort Santo Domingo spiagge tramonti Viaggi viaggiare

Bayahibe, cosa vedere nei dintorni di Santo Domingo

Incastonata in una baia di rara bellezza, tra spiagge di sabbia bianca e palme di cocco che ondeggiano al vento, non c’è da stupirsi che Bayahibe sia tra le destinazioni di punta della Repubblica Dominicana. Quello che un tempo era un pittoresco villaggio di pescatori sulla costa sud-orientale dell’isola caraibica, oggi è una popolare meta turistica con numerosi hotel e resort frequentati ogni anno da migliaia di visitatori, attratti dalle meraviglie naturali di quest’angolo di paradiso dagli spettacolari tramonti che dipingono il cielo di colori cangianti.

Le spiagge da sogno di Bayahibe

Con la sua sabbia finissima bagnata dalle acque cristalline dei Caraibi, questo tratto di costa dominicana è davvero un paesaggio da cartolina. Le spiagge di Bayahibe si caratterizzano per la loro tranquillità e per la ricchezza della vita marina, e sono pertanto l’ideale per rilassarsi, fare il bagno, praticare snorkeling o immersioni.

Tra le spiagge più famose della zona troviamo Playa Dominicus, lunga e molto frequentata, è stata la prima spiaggia dominicana a potersi fregiare dell’ambita Bandiera Blu. Si estende per chilometri, con ampi spazi sabbiosi su cui rilassarsi al sole o praticare sport acquatici. Le acque trasparenti e poco profonde la rendono perfetta per nuotare e fare snorkeling, ammirando la ricca fauna marina che popola il magnifico reef. Playa Dominicus è particolarmente apprezzata dai turisti per la sua vivacità e per la presenza di numerosi servizi, tra cui ristoranti, bar e hotel.

Più piccola e intima rispetto alla sua vicina, Playa Bayahibe conserva un’atmosfera più autentica e rilassata. La spiaggia è caratterizzata da una vegetazione rigogliosa che crea un’ombra naturale, ideale per chi cerca un po’ di tranquillità. Anche qui le acque sono calme e limpide, perfette per fare il bagno e rilassarsi. Il pontile di Playa Bayahibe è uno dei principali punti di partenza per le escursioni in barca verso le isole di Saona e Catalina, dove si possono scoprire spiagge ancora più isolate e incontaminate. La sera, si anima con la vita notturna locale, offrendo l’opportunità di assaporare la cucina dominicana e ballare al ritmo della musica caraibica.

La paradisiaca Isola di Saona

Situata al largo di Bayahibe, la meravigliosa Isola di Saona è una delle mete più idilliache e frequentate della Repubblica Dominicana. Nonostante la crescente popolarità degli ultimi anni, ha tuttavia saputo mantenere intatta la sua strepitosa bellezza naturale grazie al fatto di essere parte del Parque Nacional Cotubanamá che ne preserva l’integrità ambientale e l’autenticità, senza il rischio di una massiccia urbanizzazione. Sull’isola non sono presenti hotel né resort, non circolano automobili e l’energia elettrica proviene esclusivamente da fonti rinnovabili.

Le uniche costruzioni che si trovano su Saona sono i piccoli insediamenti di Catuano, una base navale situata all’estremità occidentale, e Mano Juan, il villaggio principale nella parte meridionale, abitato da una piccola comunità di circa 300 persone, che conserva l’atmosfera di un tranquillo paese di pescatori, con le tradizionali case in legno dipinte a colori pastello che conferiscono alla località un ulteriore fascino pittoresco.

I turisti che visitano l’Isla Saona, oltre a crogiolarsi al sole sulle sue spiagge incontaminate di sabbia bianchissima, possono dedicarsi anche all’osservazione della straordinaria fauna marina che popola i fondali: stelle marine giganti, pesci tropicali e banchi di corallo rendono le acque che circondano l’isola un vero paradiso per gli amanti dello snorkeling e delle immersioni.

Isola di Saona

Fonte: iStock

La spiaggia dell’Isola di Saona, Repubblica Dominicana

L’escursione in barca all’Isola di Saona

Il viaggio in barca verso l’Isla Saona è un’esperienza in sé. Lungo il tragitto si possono osservare le mangrovie costiere popolate di uccelli, spiagge deserte, alcune barriere coralline e grotte del Parque Nacional Cotubanamá. Una delle tappe più spettacolari durante l’escursione è la sosta nella più grande piscina naturale della Repubblica Dominicana, situata nello stretto di Catuano, che separa l’Isola di Saona dalla terraferma. Qui, il fondale di sabbia bianca poco profondo e le acque turchesi offrono un’esperienza indimenticabile, consentendo ai visitatori di avvicinarsi alle stelle marine giganti adagiate sul fondale e nuotare tra banchi di pesci tropicali dai colori sgargianti.

Isola Catalina, autentica perla caraibica

Più piccola ma non meno affascinante dell’Isola di Saona, l’isola Catalina è un’altra perla caraibica al largo di Bayahibe. Situata a meno di tre chilometri dalla costa, è facilmente raggiungibile in barca e offre ai visitatori una combinazione perfetta di spiagge incontaminate, acque cristalline e barriere coralline che attirano appassionati di snorkeling e immersioni, che hanno anche la possibilità di esplorare relitti di navi affondate, tra cui quello del pirata William Kidd. Grazie al fatto di essere un monumento nazionale protetto, l’isola di Catalina è rimasta in gran parte intatta, con un ecosistema marino ricco e vario.

Immersioni a Bayahibe, un paradiso sommerso

Le acque al largo di Bayahibe sono rinomate tra i subacquei di tutto il mondo per la loro eccezionale bellezza. Grazie alla protezione garantita dal Parco Nazionale Cotubanamá, i fondali marini sono ricchi di coralli molli e duri, habitat di una moltitudine di pesci tropicali. I centri immersioni locali offrono esperienze indimenticabili per sub di tutti i livelli: dai principianti agli esperti, ognuno può trovare il proprio angolo di paradiso sommerso. Tra i punti di immersione più popolari ci sono il relitto della St. George, una nave affondata a una profondità di circa 40 metri, oggi popolata da coralli e pesci che la rendono un’attrazione affascinante per i sub più esperti.

Anche i principianti possono vivere esperienze entusiasmanti nei siti di immersione di Dreams Shallow e El Faro, che con una profondità massima di una quindicina di metri, offrono la possibilità di esplorare in sicurezza i fondali ricchi di coralli e pesci tropicali. Per chi desidera vivere un’esperienza altamente adrenalinica, le immersioni nelle grotte di acqua dolce del Parco Nazionale offrono l’affascinante opportunità di nuotare tra stalattiti e stalagmiti nella grotta di Chicho.

Nella giungla del Parque Nacional Cotubanamá

Oltre alle sue spiagge da sogno, Bayahibe offre anche la possibilità di esplorare la giungla tropicale circostante. Il Parque Nacional Cotubanamá è una vasta area protetta che ospita una grande varietà di flora e fauna, tra cui varie specie di uccelli tropicali e farfalle dai colori vivaci. Percorrendo i sentieri che attraversano la foresta, si possono scoprire antiche grotte, alcune delle quali erano abitate dai Taino, gli indigeni che popolavano l’isola prima dell’arrivo degli europei.
Uno dei sentieri più affascinanti conduce alla grotta di Chicho, un luogo misterioso e suggestivo dove si possono osservare stalattiti e stalagmiti mentre si nuota in acque fresche e cristalline. L’escursione è adatta anche alle famiglie e in generale a chi desidera immergersi nella storia e nella natura del luogo.

In barca sul fiume Chavon

Gli amanti della natura non possono perdersi anche un’escursione lungo il fiume Chavon, che sfocia a breve distanza da Bayahibe. Famoso per essere stato scelto come set cinematografico di film come “Apocalypse Now”, il corso d’acqua offre una pausa rilassante dalla vita di spiaggia. Le escursioni in barca lungo il fiume permettono di immergersi completamente nella natura, tra paesaggi suggestivi e uccelli esotici che si posano sugli alberi.

Categorie
Curiosità itinerari culturali Monumenti Parigi Tour Eiffel Viaggi

L’appartamento nascosto in cima alla Tour Eiffel

La Tour Eiffel fu terminata nel 1889 ed è considerata il simbolo di Parigi, oltre che uno dei monumenti più famosi al mondo. Alta più di 300 metri, dopo la sua inaugurazione suscitò meraviglia, stupore, fascino e, probabilmente in alcuni esponenti dell’élite francese, anche un pizzico di gelosia. L’ingegnere e imprenditore Gustave Eiffel, che finanziò il progetto e ne acquistò il brevetto (sapevate che non fu lui il vero progettista della torre?) fece costruire in cima un appartamento segreto per condurre esperimenti e intrattenere visitatori illustri.

Immaginate la reazione della società parigina del tempo quando scoprì l’esistenza di una mini casa con una delle viste migliori sulla città! Oggi non rappresenta più un’esperienza elitaria e i turisti in visita nella capitale francese possono sbirciare e vederne gli interni. Scopriamo insieme la storia dell’appartamento segreto in cima alla Tour Eiffel e come visitarlo.

L’appartamento privato di Gustave Eiffel

Parigi e la Tour Eiffel sono un connubio indissolubile e Gustave Eiffel, talmente conscio dell’importanza che avrebbe ricoperto questa incredibile struttura in ferro, decise di viverci letteralmente dentro. L’appartamento che costruì per se stesso è situato al terzo livello della torre. Non era un ambiente enorme, ma accogliente e arredato secondo l’estetica del XIX secolo. Cuscini, carta da parati con motivo paisley, una libreria e un pianoforte a coda contribuivano a creare l’atmosfera perfetta dove Gustave Eiffel poteva accogliere i suoi ospiti e dedicarsi ai suoi esperimenti. Insieme all’appartamento fu costruito, infatti, un laboratorio dotato di attrezzature sperimentali.

Nel suo libro “La Torre Eiffel a trecento metri”, Henri Girard ha scritto: “Eiffel ha ricevuto innumerevoli richieste per affittare quello straordinario pied-à-terre rifiutando tutte le offerte perché nessun’altra abitazione avrebbe potuto offrire al suo proprietario un luogo lontano dai rumori e dalla sofferenza umana. Da qui si può guardare sugli splendori di Parigi e di notte cullati dal canto del vento, ci si addormenta con la luce delle stelle eternamente vigili”. La società parigina non vedeva l’ora di mettere mano all’appartamento, diventato uno dei più esclusivi della città, ma non ci riuscì mai. Gustave Eiffel lo usò semplicemente per se stesso scegliendo con cura la sua compagnia, come Thomas Edison.

Appartamento segreto Tour Eiffel

Fonte: Getty Images

L’appartamento segreto sulla cima della Tour Eiffel

Come visitare l’appartamento sulla Tour Eiffel

All’interno del ‘Bureau de Gustave Eiffel‘, situato al terzo e ultimo piano della Tour Eiffel, viene rappresentata anche la figlia Claire. Il terzo piano della Tour Eiffel è diviso in due: il livello inferiore è aperto a tutti e offre una terrazza da dove i turisti possono ammirare il panorama parigino, mentre dietro ai vetri si nasconde l’appartamento segreto, oltre ai tre laboratori: uno per le previsioni meteo, uno per l’astronomia e uno per lo studio della fisiologia.

Se acquistate i biglietti per raggiungere la cima della torre, la visita dell’appartamento segreto è incluso nel prezzo. Tuttavia non potete accedere al suo interno, ma semplicemente ammirarlo da un vetro che ne preserva gli arredi e l’ambiente, rimasti uguali al tempo in cui Gustave Eiffel vi trascorreva le sue giornate, ma non la notte. Nella stanza, infatti, non era presente un letto.