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Il borgo italiano che è entrato nel Guinness dei Primati

Non è la prima volta che questo piccolo comune italiano sale sul tetto del mondo aggiudicandosi il Guinness World Records. È esattamente la seconda, infatti, e la cosa che colpisce di più è che è un luogo dove vivono solo 1778 anime.

Perdasdefogu, il paese dei record

Siamo a Perdasdefogu, un comune della provincia di Nuoro, in Sardegna, situato a 599 metri sul livello del mare tra le meraviglie dell’Ogliastra. Un posto che si era già conquistato il Guinness World Record nel 2014 per la famiglia più longeva del globo (nove fratelli che insieme facevano 837 anni). E oggi sale di nuovo sul tetto del mondo aggiudicandosi il Guinness World Records di Londra come paese con la più alta concentrazione di centenari in tutto il pianeta.

In totale sono otto i cittadini “nativi e residenti” che hanno raggiunto o superato il secolo di vita sul totale degli abitanti, pari a 0,449%, in pratica più di 4 centenari ogni mille abitanti. Guida la classifica un uomo di  104 anni, la chiude un altro di 100 anni appena compiuti.

Ogliastra, una delle Blu Zone del mondo

Come detto in precedenza Perdasdefogu è situato in Ogliastra, una provincia della Sardegna che oggi è considerata una delle cinque Blu Zone a livello mondiale, ossia un’area demografica e/o geografica del mondo in cui la speranza di vita è notevolmente più alta rispetto alla media mondiale.

Le altre sono i’Isola di Okinawa in Giappone, la Penisola di Nicoya in Costa Rica, Icaria in Grecia dove nel 2009 uno studio ha scoperto la più alta percentuale di novantenni nel pianeta, oltre a una percentuale del 20% minore di casi di cancro e il 50% di percentuale in meno per quanto riguarda le malattie al cuore, e Loma Linda in California.

Perdasdefogu, cosa sapere e vedere

Il toponimo è “pietre da fuoco”, vale a dire le pietre calcaree usate nelle fornaci per produrre calce. I suoi quasi duemila abitanti sono soliti chiamare il paese Foghesu, che tradotto è ‘fornace’. Perdasdefogu si distingue per essere un centro montano di origine medievale circondato dai ‘Tacchi’, rilievi calcarei dalla forma singolare.

Camminando tra le sue vie è possibile scoprire edifici ottocenteschi e case in pietra con al centro la classicheggiante parrocchiale di San Pietro apostolo, costruita a fine XIX secolo. Nella parte alta del paese si erge, invece, la Chiesa di San Sebastiano con forme proto-romaniche dell’XI secolo.

Nella periferia sorge da metà XX secolo il poligono interforze di Quirra, centro militare e di ricerca scientifica, integrato nella vita del paese. Accanto, invece, prende vita il parco di Bruncu Santoru con boschi di lecci e macchia mediterranea, popolati dal cervo sardo.

Imperdibili da queste parti sono Sa Brecca de is Tapparas, una sorta di canyon o grotta a cielo aperto, e le Grotte di Is Angurtidorgius. Meravigliosi anche i paesaggi solitari del Salto di Quirra e dei ‘tacchi’ di Jerzu. Immerse tra le querce, le Cascate di Luesu, tra cui il ‘salto’ di 70 metri di Su Strumpu.

Insomma, Perdasdefogu è il paese con la più alta concentrazione di centenari nel mondo, ma anche un luogo da scoprire poiché circondato da bellezze uniche.

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Borghi Curiosità Idee di Viaggio panorami Viaggi

Il borgo immerso tra dolci colline e panorami da sogno

Un piccolo gioiello medievale incastonato nel cuore del Chianti, dove lo sguardo si perde tra dolci colline, panorami mozzafiato, poderi e vigneti. Uno borghi più belli della Toscana e d’Italia, scrigno di tesori inediti immerso in suggestivi scenari, che regala passeggiate in un tempo sospeso, fatte di quiete, antiche tradizioni enogastronomiche e qualche piccola curiosità. Oggi vi portiamo alla scoperta di una perla imperdibile.

Alla scoperta di Montefioralle, gioiello medievale della Toscana

Anticamente, così come si legge in un documento del 1115, si chiamava “Monteficalle”, probabilmente per via delle piante di fico che ricoprivano le pendici della collina intorno al castello. Sembra, poi, che il nome sia stato cambiato in Montefioralle, perché quest’ultimo suonava più elegante e aristocratico dell’originale. Questo piccolo e incantevole borgo medievale sorge appena sopra Greve in Chianti, il cui territorio, a metà strada circa tra Firenze e Siena, è considerato porta d’accesso privilegiata alla celebre area vinicola.

Sviluppatosi per anelli concentrici intorno al cassero feudale, alla sommità del colle, il paese è racchiuso in una cinta muraria di forma ellittica, in buona parte ancora perfettamente conservata, che presenta i resti di alcune torri, oggi trasformate in abitazioni, e le tre porte di accesso, tutte aperte direttamente nelle mura, datate tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo.

Il castello di Montefioralle si trova al centro di una zona che racchiude preziose testimonianze di vita romana. La sua origine risale al 931 circa, quando, nel viaggio da Cluny a Roma, il monaco tedesco Tanchelmo fondò su questa un monastero fortificato, sullo stile dell’architettura militare germanica. Nel 1325, Castruccio Castracani prese con la forza l’abbazia fortificata e ne modificò l’architettura, rinforzando la cinta con un secondo ordine di mura e aumentando il numero delle torri.

Successivamente, passando sotto il controllo di Firenze prima e Siena poi, fino a diventare definitivamente fiorentino, Montefioralle ha avuto e conservato a lungo una certa importanza politica. Oggi, questo grazioso paesino, inserito nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia (in cui ci sono 8 new entry), conta circa 100 abitanti ed è la destinazione perfetta per chi cerca il silenzio intervallato solo dalle dolci melodie della natura.

Cosa fare e vedere a Montefioralle

Passeggiando tra suggestivi vicoli di pietra, sui quali si affacciano le caratteristiche case che si inerpicano per il borgo di Montefioralle, verrete rapiti dalla bellezza del paesaggio toscano che lo circonda. In centro, nella parte più alta, si può visitare la Chiesa di Santo Stefano, di grande interesse artistico e architettonico, poiché al suo interno custodisce opere di pittori del XV e del XVII secolo.

Tra gli edifici più imperdibili c’è la casa tradizionalmente indicata come appartenente alla famiglia fiorentina dei Vespucci, di cui era parte il celebre navigatore Amerigo, accreditato come colui che diede il nome all’America.

Durante una visita a Montefioralle avrete, poi, l’occasione unica di degustare il Chianti Classico e i prodotti tipici della zona, partecipando a eventi unici, come la “Festa delle Frittelle”, che si tiene ogni anno nel mese di marzo, e la manifestazione “I vini del Castello”, il cui prossimo appuntamento è previsto per il 20 e 21 Maggio 2023.

Borgo immerso dolci colline panorami sogno

L’incantevole borgo di Montefioralle, perla della Toscana

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Curiosità lusso ristoranti Viaggi

Sapore di lusso: viaggio tra i ristoranti più costosi del mondo

Esperienze gourmet che inebriano i sensi e che appagano l’unico vizio capitale concesso, location straordinarie, immersive e sublimi, vini accurati, champagne servito in calici di cristallo e uno scontrino da capogiro, come è giusto che sia, dato che ci troviamo all’interno dei ristoranti più costosi del mondo.

Quelli in cui tutto è curato in maniera maniacale, dalla scelta delle materie prime all’impiattamento, passando per le stoviglie, le tovaglie e le sedute. E che dire delle location? Si tratta di luoghi dove la bellezza, il lusso e l’eleganza regnano sovrani, incontrano la tradizione e sposano la tecnologia. Templi sacri del cibo che promettono l’esperienza enogastronomica più esclusiva da concedersi almeno una volta nella vita.

Ma dove si trovano questi ristoranti? Quali avventure culinarie propongono? E soprattutto, quali sono i costi da sostenere per mangiare qui? Scopriamolo insieme.

Sublimotion

Sublimotion

Benvenuti a Ibiza: nel ristorante più costoso del mondo

Esistono luoghi proibitivi, e per questo ancora più affascinanti, suggestivi e seducenti come il Sublimotion. Classifiche e liste stilate da riviste internazionali, come Chef’s Pencil e Forbes, per citarne alcune, sono tutte d’accordo sul fatto che il locale di Ibiza sia il ristorante più costoso del mondo.

Quello delle Isole Baleari non è un semplice ristorante, ma una vera e propria esperienza immersiva fatta di luci, colori e proiezioni. La sala dei pasti, progettata dallo chef e architetto Paco Roncero propone un’avventura ibrida in bilico tra mondo virtuale e reale. Un viaggio onirico accompagnato dai più sublimi sapori. Quanto costa? Circa 1600 euro a persona.

Masa: uno spettacolo culinario a New York

Nella lista dei ristoranti più costosi del mondo troviamo anche Masa di Takayama. Si tratta di uno dei locali di cucina giapponese più celebri del mondo e si trova a New York. L’esperienza promessa è quella di fare un viaggio all’interno del Giappone più autentico attraverso una cucina spettacolo e una degustazione sublime. Il costo di questa esperienza è di circa 650 euro a persona.

Ultraviolet di Paul Pairet: tra sogno e realtà

Un menù fusion che prende in prestito le migliori tradizioni culinarie dall’occidente e dall’Asia: è questa la proposta di Ultraviolet di Paul Pairet, ristorante di Shanghai. Ma chi crede che l’esperienza si limiti al sapore si sbaglia. Attorno a ogni tavolo, infatti, ci sono delle pareti in movimento che proiettano immagini, luci e colori, volte a stimolare i sensi e a trasportare gli ospiti in universi paralleli a suon di bocconi. Il costo? A partire da 540 euro a persona.

Ultra Violet di Paul Pairet

Ultra Violet di Paul Pairet

Kitcho Arashiyama: un viaggio nei sapori del Sol Levante

Ci spostiamo ora a Kyoto, per immergerci nella tradizione e nel fascino intramontabile dell’antica capitale del Giappone. È qui che troviamo il ristorante Kitcho Arashiyama di Kunio Tokuoka che, attraverso le proposte culinarie, promette di far vivere il sogno del Sol Levante a ogni occidentale. Il costo dell’esperienza? Dai 320 ai 1000 euro.

Guy Savoy, il ristorante stellato di Parigi

Ultimo, ma non meno importante s’intende, è il ristorante Guy Savoy di Parigi, di proprietà dell’omonimo chef (ce n’è anche uno a Las Vegas che mantiene gli stessi standard di qualità). Dalla location ai dettagli, passando per un proposta in continuo aggiornamento, questo ristorante promette un viaggio culinario tra innovazione, tradizione e ispirazione con menù che sfiorano i 1000 euro. In alternativa, c’è sempre il menù degustazione che costa solo 530 euro.

Guy Savoy

Guy Savoy

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Curiosità Viaggi

I Paesi esotici dove viaggiare senza troppe limitazioni

Viaggi in ripresa verso destinazioni esotiche e oltreoceano. Le maglie delle restrizioni si allentano sempre più, e spostarsi non richiede, ormai, misure e limitazioni come nel recente passato. La Farnesina ha confermato che non sono più in vigore «le misure restrittive connesse agli spostamenti per l’estero, con particolare riferimento agli spostamenti da o verso i Paesi dell’Elenco E». Cuba, Malesia, Maldive, Brasile e Thailandia sono paradisi sempre più accessibili.

In Malesia aboliti i test Covid-19

Ad aprile sono stati aperti i confini ai turisti internazionali, mentre ora la Malesia ha cancellato tutte le restrizioni anti Covid-19. Le misure sono state abolite a partire dal 1° maggio. Per i viaggiatori che hanno completato il ciclo vaccinale di tre dosi non serviranno più test Covid-19, e neppure le mascherine all’aperto. Resta obbligatorio indossarle negli spazi chiusi, compresi i centri commerciali e i mezzi pubblici. L’utilizzo delle mascherine è consigliato all’aperto nei luoghi affollati. Chi ha il booster, ha contratto un’infezione da Covid-19 da 6 a 60 giorni prima della data di partenza, e i ragazzi di età pari o inferiore a 12 anni non dovranno osservare alcun protocollo sui test pre-partenza e all’arrivo in Malesia.

Chi non ha completato il ciclo vaccinale, invece, dovrà sottoporsi a tampone e osservare una quarantena obbligatoria di cinque giorni. Non saranno più necessarie l’assicurazione di viaggio, e il check -in tramite l’app di tracciamento MySejahtera.

Aperture in Thailandia: niente più tamponi e quarantene

Anche la Thailandia spinge sull’acceleratore della riapertura. I viaggiatori internazionali -italiani compresi -infatti, non saranno più chiamati ad effettuare test molecolari e ad osservare la quarantena una volta arrivati a destinazioni. Si potrà entrare senza effettuare nessun test Rt-Pcr all’arrivo. Sono state disposte nuove regole per viaggiatori vaccinati e non vaccinati.

Chi è completamente vaccinato:

  • non dovrà sottoporsi a quarantena né a test,
  • ottenere il Thailand Pass (al link https://tp.consular.go.th/)
  • possesso di un certificato di vaccinazione Covid-19
  • polizza assicurativa con copertura non inferiore a 10.000 dollari Usa.

Chi non è vaccinato o non completamente vaccinato:

  • non dovrà sottoporsi a quarantena né a test,
  • ottenere il Thailand Pass (al link https://tp.consular.go.th/)
  • possesso di un certificato di vaccinazione Covid-19
  • polizza assicurativa con copertura non inferiore a 10.000 dollari Usa.
  • osservare una quarantena di 5 giorni
  • sottoporsi a un test Rt-Pcr al quinto giorno dal loro arrivo.

I non vaccinati o completamente vaccinati con test Rt-Pcr negativo effettuato entro 72 ore dal viaggio, potranno comportarsi come i soggetti vaccinati.

Più libertà in Brasile

Mare e spiagge da Rio de JaneiroRecife e Fortaleza, le mete preferite dagli italiani. Ma anche la foresta amazzonica, il Mato Grosso e il parco nazionale di Iguaç. Destinazioni oggi facilmente raggiungibili e senza restrizioni. Il Brasile è tra i 10 Paesi al mondo più vaccinati contro il Covid-19 ( il 75% della popolazione è vaccinata con ciclo completo, ndr). I viaggiatori italiani potranno raggiungere il Brasile senza nessun test Pcr per entrare nel Paese. Per soggiorni inferiori ai 90 giorni serve più neppure il visto.

Cuba, al centro del turismo italiano

Turismo balneare, città d’arte, villaggi in fermento, destinazioni tutte da scoprire e di nicchia: Cuba è una delle mete più apprezzate dai turisti italiani che tornano alla Isla Grande con grande entusiasmo. Tendenza confermata anche durante i giorni della Bit di Milano, la Borsa Internazionale del Turismo. Cuba è tra le  destinazioni più sicure al mondo: il 90% della popolazione è vaccinata contro il Covid, ed entrare nel Paese, ormai, non richiede grosse limitazioni. Non sono più necessari né test Pcr né green pass

In Tunisia tutto pronto per un’estate senza limitazioni

Tunisi, La Medina e il Museo del Bardo, Sousse, Monastir, l’Antica Cartagine, Douz: tutte attrazioni imperdibili in Tunisia, Paese in cui le proposte, di certo non mancano, e sono anche alternative al “semplice” mare d’estate. Le misure di sicurezza sanitaria, anche in questo caso, sono state allenate di parecchio. Tutti i turisti possono entrare e girare con il green pass europeo o con il certificato vaccinale ma è sufficiente anche un semplice test molecolare effettuato nelle 24 ore precedenti la partenza.

Maldive: il resort a cielo aperto accoglie i turisti stranieri

Il concetto di privacy e distanziamento è sempre stato contemplato, anche nei mesi di massima affluenza. Alle Maldive è tutto pronto per accogliere i viaggiatori internazionali desiderosi di fare ritorno in quel paradiso definito “one island-one resort”. Non solo resort di lusso, ma anche guesthouse da vero insider, per chi ama la vacanza a contatto con la gente del posto, oppure ancora i liveaboard per passare da atollo in atollo con barca privata. Si contano 1.192 isole coralline nell’Oceano Indiano e il distanziamento naturale, come dire: è assicurato. Addio tampone: per visitare le Maldive non è più in vigore l’obbligo presentare il risultato negativo di un Pcr test.

Spagna e Isole: le regole sempre più semplici

Spiagge vellutate, mare cristallino, movida e città d’arte. La Spagna semplifica le norme di ingresso dei turisti italiani e stranieri. Anche sulle isole spagnole sarà più facile approdare. Chi è munito di green pass, ora non dovrà più compilare il modulo Spain Travel Health (documento che invece resta obbligatorio per i viaggiatori dai 12 anni in sù che non hanno il certificato Covid Ue), e quindi neppure il Qr code da presentare all’arrivo nel Paese, via mare o aereo (dove verrà misurata la temperatura). I vaccini sono considerati validi a partire dal 14° giorno dall’ultima dose effettuata e al 270° è necessario il booster, non per i minori di 18 anni.

Caraibi: ad Anguilla si allentano le restrizioni per i turisti

Ad Anguilla è via libera ai turisti vaccinati. Per raggiungere l’isola caraibica è richiesta la prova di vaccinazione completa (ultima dose ricevuta più di 14 giorni prima della data di arrivo), oltre al risultato negativo del test Covid-19. Non occorrerà più alcun permesso sul portale di Ivisit Anguilla, ma presentare documentazione sul ciclo vaccinale e un test negativo Naa/Pcr/Rna effettuato entro 3 giorni dal viaggio o un test antigenico rapido eseguito entro 2 giorni dal viaggio. Il test all’arrivo non sarà necessario per le persone che sono state vaccinate completamente negli ultimi sei mesi. I visitatori non vaccinati di età inferiore ai 18 anni possono entrare ad Anguilla solo se accompagnati da viaggiatori completamente vaccinati.

Malesia

 

 

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Curiosità Viaggi

Sembra di stare a Venezia, ma in realtà ci troviamo all’interno di un hotel

C’è la laguna e ci sono le gondole, c’è il campanile di San Marco e anche il ponte di Rialto. Ci sono tutti quei dettagli che ci trasportano nella città più bella, romantica e suggestiva del mondo, la nostra Venezia. Ma non lasciatevi ingannare dalle fotografie di questo articolo, perché quella che vedete in copia non è La Serenissima, ma solo una delle sue tante copie replicata, in questo caso, in uno dei più grandi resort del mondo.

Ci troviamo a Las Vegas, tra le luci della città che non dorme mai, in una delle strade più trafficate, frequentate e movimentate dell’intero territorio, la celebre Strip. È qui che sorge il più grande hotel a 5 stelle degli Stati Uniti d’America con oltre 4000 stanze e un casinò che si estende per 11000 metri quadrati. È proprio qui, dove un tempo sorgeva il vecchio hotel Sands, ora si trova un resort ispirato in tutto e per tutto alla città di Venezia.

L’obiettivo è presto detto, quello di permettere ai viaggiatori di tutto il mondo di immergersi nella bellezza straordinaria dell’Italia, a due passi dalla modernità e dal fragore seducente di Las Vegas. Ma sarà in grado l’hotel a equiparare tutto il fascino della laguna italiana? Scopriamolo insieme.

The Venetian

The Venetian

La Laguna americana

Quando si passeggia su Las Vegas Strip, è impossibile non notare questo grande complesso turistico. Nella zona antistante all’ingresso, infatti, campeggiano le riproduzioni fedeli del campanile di San Marco e il Ponte di Rialto. Ma è solo entrando al suo interno che è possibile vivere un’inedita esperienza, quella che trasporta gli ospiti in un’altra città situata dall’altra parte del mondo. Un lago artificiale, che prosegue all’interno della struttura diramandosi in un canale, viene percorso dalla gondole, proprio come quelle che abbiamo visto a Venezia.

Non ci sono dubbi: The Venetian, questo il nome del grande hotel e resort, è riproduzione fedele della nostra laguna e non è l’unica. Basta pensare alla Venezia nascosta di Macao, o alla Venice californiana e ancora a quel campanile di San Marco, o meglio la sua copia, a Maracaibo.

Ma qui, a Las Vegas, non ci vuole poi molto per rendersi conto di essere lontani anni luce dalla città italiana, come dimostrano quelle piscine sempre sospese in aria, quei locali aperti a ogni ora del giorno e della notte e quel grande casinò sempre brulicante di gente.

Eppure, chi ci è stato, giura di aver avuto davvero la sensazione di essere a Venezia, anche se questa è durata per pochi istanti. E questo basta a funzionare dato che The Venetian ospita ogni anno almeno un milione di turisti.

The Venetian

The Venetian

The Venetian: l’esperienza

Un gondoliere americano intona le celebri canzoni italiane davanti alla hall accogliendo così i viaggiatori provenienti da tutto il mondo. Perché preferiscono una copia, all’originale, questo ci è sconosciuto. Fatto sta che il progetto funziona e nonostante il broncio di chi a Venezia ci ha trascorso una vita intera, The Venetian è un successo.

Del resto l’obiettivo è solo uno, quello di omaggiare Venezia e la bellezza che nei secoli non è sfiorita mai. Un motivo di orgoglio, ma anche un fardello, dato che proprio la laguna è stata considerata una delle città più fragili del mondo.

L’esperienza, dicevamo, forse non sarà paragonabile a quella che si vive nel capoluogo veneto, eppure è unica. Lo è perché le acque dei canali artificiali brillano al sole e incantano, perché le suite e le camere d’hotel sono ricche di dettagli che rimandano allo stile veneziano, alla sua storia, alla sua essenza. E lo è perché bastano due passi all’esterno per ritornare tra quelle esplosioni di suoni, colori e visioni che caratterizzano Las Vegas a ogni ora del giorno e della notte. Insomma, due città in un colpo solo, non male per tutti i viaggiatori del mondo.

The Venetian

The Venetian

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Alpi città Cuneo Curiosità montagna Notizie Piemonte Viaggi

Il museo diffuso più grande delle Alpi

C’è una zona del nostro Paese che è un pullulare di meraviglie, un susseguirsi di borghi molto interessanti, castelli sontuosi, complessi monumentali importantissimi, musei imperdibili e una natura che toglie il fiato, un patrimonio così vasto e speciale che ha fatto sì che proprio qui prendesse vita il museo diffuso più grande delle Alpi.

Il Museo Diffuso Cuneese

Parliamo della provincia di Cuneo in Piemonte dove è nato, nel 2016, il progetto ‘Museo Diffuso’ da un’idea della Fondazione San Michele di Cuneo e dal Rotary Club di Cuneo, in collaborazione con i Rotary Club di Cuneo Alpi del Mare, Bra, Canale Roero, Mondovì, Barcellonette.

L’obiettivo è chiaramente la promozione turistica di questo particolare territorio, ma mettendo a sistema chiese e monumenti attraverso la realizzazione di un portale web contenente videoguide in tre lingue (italiano, inglese, francese) raggiungibile attraverso l’utilizzo di QR CODE. In poche parole, tramite una semplice applicazione scaricabile gratuitamente su smartphone e tablet è possibile accedere al portale e usufruire della guida in autonomia direttamente in loco.

Un progetto la cui forza principale è essere modulabile e implementabile nel tempo e nello spazio: l’ingresso di nuovi interlocutori può portare a un ampliamento dell’offerta, mantenendo però sempre una linea uniforme e riconoscibile.

Augusta Bagiennorum cuneese

Augusta Bagiennorum, resti del teatro romani

Provincia di Cuneo, cosa vedere assolutamente

Imperdibile, in questa zona, è certamente l’area archeologica di Augusta Bagiennorum in località Roncaglia a Benevagienna. Un’antica città fondata alla fine del I secolo a.C. e riscoperta a fine Ottocento, per opera di Giuseppe Assandria e Giovanni Vacchetta che, affittando i campi dai contadini, condussero diverse campagne di scavo.

La città romana aveva forma di trapezio ed era cinta su tre lati da un fossato e da una palizzata in legno. Oggi, tra le cose più belle da ammirare ci sono un teatro che all’epoca era in grado di contenere circa 3.000 spettatori e il Museo Archeologico allestito negli spazi dell’elegante Palazzo Lucerna di Rorà, nel centro di Benevagienna.

Un’altra tappa imperdibile è Mondovì Breo con la chiesa dei Santi Pietro e Paolo che si affaccia su una delle piazze più caratteristiche del borgo. Sorge a ridosso del colle, in una posizione rialzata rispetto all’abitato, ed è incassata tra le case che le fanno da corona.

Gli interni, invece, presentano una bella decorazione pittorica e pregevoli esempi di scultura. Particolarmente interessanti sono i busti ritratto del parroco don Giovanni Gazzano e del benefattore don Marco Antonio Bruno situati lungo la navata centrale.

Mondovì cuneese

La città di Mondovì

Bellissimo anche il Complesso monumentale di San Francesco a Cuneo, ossia l’edificio medievale più importante della città. Basti pensare che si trova in un quartiere che era uno dei più antichi della città e ospitava una chiesa dedicata al Santo di Assisi già alla fine del Duecento.

A Fossano, invece, già all’inizio del XIV secolo esisteva una Confraternita del Cristo Crocefisso che distribuiva elemosine e accoglieva bisognosi e pellegrini forestieri. Qui, tra il 1730 e il 1739, venne edificata una chiesa con una facciata dalle forme mosse e che, all’interno, presenta decorazioni che furono affidate ai fratelli Pietro Antonio e Giovanni Pietro Pozzo per le finte architetture, Michele Antonio Milocco per gli affreschi, Cipriano Beltramelli e Bernardino Barelli per gli stucchi.

A Montà d’Alba da non perdere è il Santuario dei Piloni che si compone di diversi nuclei appartenenti a epoche differenti. Nonostante uno stato di profondo abbandono che ha caratterizzato tutto il complesso fino agli anni Ottanta, oggi la struttura è stata completamente recuperata e restaurata, a tal punto da diventare uno dei siti più frequentati del Roero.

Tracce di Medioevo a Manta con Santa Maria del Castello, di cui non si conosce la data di edificazione, ma che si ritiene sia stato costruita tra 1416 e 1426. All’epoca la chiesa era ad aula unica, ma nel tempo venne più volte rimaneggiata: la copertura lignea fu sostituita da una volta a botte e furono aperte cappelle laterali, come quella dedicata alla Madonna del Rosario che fu poi demolita nel 1958, ma della quale ancora si vede l’arco di ingresso.

Manta piemoente

Veduta del Castello di Manta

Non possono mancare di certo i paesaggi come quello di Castelmagno dove sorge un santuario che risulta essere frequentato già dal periodo romano. La Valle Grana, infatti, era certamente nota ai Romani come un’importante crocevia grazie alla possibilità di passare alla Valle Stura e alla Valle Maira attraverso il passo di Valcavera e il colle del Mulo.

Infine a Cussanio il Santuario della Madonna della Provvidenza che si raggiunge percorrendo uno scenografico viale a doppia fila di carpini, da cui si gode un’ottima visuale sul complesso.

Tutte le novità di quest’anno

Quest’anno al Museo Diffuso Cuneese si sono aggiunte meraviglie come il Complesso Museale di San Francesco in Cuneo, di cui vi abbiamo parlato sopra;  il Museo Casa Galimberti di Cuneo, che si distingue per essere un luogo unico per leggere la storia non solo della città, ma dell’intera Nazione; Via Roma e Piazza Galimberti sempre in Cuneo città che sono, rispettivamente, il cuore pulsante del capoluogo piemontese e la piazza più amata dai cuneesi;  l’Area Archeologica e il Museo della Necropoli di Valdieri, dove si sviluppano particolari insediamenti di carattere naturalistico, come testimoniano la presenza della Riserva del Ginepro Fenicio e del Sentiero delle Farfalle; l’Area Archeologica e il Museo Archeologico di Bene Vagienna, di cui vi abbiamo parlato sopra, e il Museo degli Usi e della Gente di Montagna di Serra di Pamparato, che sorge all’interno di un palazzo storico risalente al XVIII secolo.

Nel corso della primavera verrà ultimato anche l’ultimo contenuto video dedicato al Forte di Vinadio e alle fortificazioni della Valle Stura. Il sito, quindi, si arricchisce di una nuova sezione dedicata in modo specifico all’archeologia. Ad oggi sono oltre 30 le videoguide realizzate, per un totale di 38 località coinvolte e 513 contributi video dedicati. Infine, per il 2022 il Rotary Club Cuneo si occuperà di coinvolgere nel progetto alcuni siti di Villar San Costanzo quali la Parrocchiale di San Pietro in Vincoli, la Riserva Naturale dei Ciciu e l’Abbazia di San Costanzo al Monte, mentre l’ATL si focalizzerà sulle città di Cuneo, Fossano, Borgo San Dalmazzo e Mondovì.

Un vero e proprio Museo Diffuso da non perdere e che si trova nel cuore delle nostre Alpi.

Castelmagno cuneese

Il santuario di Castelmagno

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Scoperta in Italia una nuova necropoli

Gli scavi archeologici hanno portato alla luce antiche testimonianze che coprirebbero due secoli di storia. Si tratta di 17 sepolture riconducibili tra I secolo a.C. e V secolo d.C. che la Soprintendenza ha inserito in un contesto ancora poco esplorato, se non addirittura completamente sconosciuto. Una necropoli dal grande valore storico che ora sarà oggetto di studi approfonditi.

A Pomezia scoperta una necropoli romana

Siamo a Pomezia, nel territorio dell’Agro Romano a sud di Roma, circondata dai Castelli romani. Qui, durante i lavori in un cantiere sul cavalcavia della linea Roma-Formia, è emersa una necropoli romana. Un sito archeologico sino ad ora ignoto ed inatteso, che si va ad aggiungere a quelli già presenti e riconosciuti del territorio, come l’antico sito di Lavinium (nella foto sotto) ritrovato a seguito di una campagna archeologica condotta dall’Università Sapienza di Roma a partire dal 1957, quando sono emersi la tomba di Enea, le mura e una porta della città, le Terme, ed un deposito votivo dedicato a Minerva. Lavinium, a sud di Roma, fu considerata la città fondata da Enea e dagli esuli troiani. Le nuove scoperte, come è intenzione dell’amministrazione della città di Pomezia, dovrebbero confluire proprio nel Museo civico archeologico Lavinium, per poter essere completamente fruibile dai turisti.

Gli scavi e le indagini archeologiche

La sensazionale scoperta archeologica è avvenuta tra gennaio e febbraio scorso, durante alcuni lavori sul cavalcavia della linea ferroviaria Roma-Formia. La Soprintendenza chiamata come ente ufficiale nella valutazione dei reperti venuti alla luce, ha specificato che il nuovo sito appartiene “a un contesto finora completamente ignoto”, databile tra il I secolo avanti Cristo e il V dopo Cristo.

Le indagini da parte di archeologi e operai della società Eos Arc, sotto la direzione scientifica della funzionaria archeologa Francesca Licordari, sono immediatamente partite. Come primo step è stato analizzato stratigraficamente un intero appezzamento, il più ricco di reperti. SI tratta di un’area particolarmente grande ed estesa, in cui sono emersi gli elementi più antichi emersi sino a questo momento. Con tutta probabilità, quel luogo potrebbe riservare ulteriori sorprese. Ad oggi sono riemerse un asse viario su cui sono ancora ben visibili i solchi carrai diverse strutture murarie, che potrebbero probabilmente far parte di una antichissima villa rustica.

Il tesoro di Pomezia: diciassette tombe e un anello antico

Il patrimonio archeologico italiano, immenso e di grande valore storico culturale, si arricchisce ulteriormente con la recente scoperta di Pomezia. Questo sito a sud della capitale, sino ad ora sconosciuto, è composto da 17 sepolture: tombe differenti sia per tipologia che per dimensioni,  che sono state realizzate tra il III e il V secolo dopo Cristo. Ciò che è certo è che in queste sepolture venne tumulato almeno un defunto di fede cristiana, come testimoniato dal ritrovamento di un anello con cristogramma chiaro simbolo cristiano. L’area, tuttavia, potrebbe celare ulteriori necropoli o testimonianze secolari di grande rilievo: gli scavi hanno interessato soltanto una piccola parte della zona, quindi si tratta di un territorio esplorato soltanto in parzialmente, in cui potrebbero venire alla luce nuovi tesori nascosti per secoli.

sito archeologico Lavinio

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Scilla e Cariddi: la leggenda senza tempo sospesa tra le due sponde

Passano i secoli ma la leggenda di Scilla e Cariddi non smette di stuzzicare la fantasia degli appassionati di mitologia antica. Una storia costellata di passione, amori non corrisposti, sete di vendetta e un finale drammatico. Ma non importa, le gesta mitologiche delle creature che abitano lo stretto Reggio- Messina è incredibile così. Due vicende che si intrecciano a causa del triste epilogo che le unisce e le rende celebri.

La leggenda di Scilla e Cariddi

Scilla, ninfa dalla bellezza sconvolgente, viene trasformata dalla maga Circe in un orrendo mostro ed infesta le acque dello Stretto insieme a Cariddi, devastante creatura marina creata da Zeus capace di ingoiare e rigettare l’acqua del mare causando mortali vortici. A spezzare la bellezza di Scilla è la gelosia di Circe con un sortilegio che dà vita ad uno dei miti che più alimentano il fascino e il mistero dello Stretto.

La vicenda di Scilla

La leggenda narra che vicino agli scogli di Zancle, Scilla incontrò Glauco, pescatore trasformato in una divinità marina per aver mangiato l’erba che ridava vita ai suoi pesci e poi istruito all’arte della profezia da Oceano e Teti. La ninfa, terrorizza dall’essere per metà umano e per metà pesce, scappò via, nonostante i tentativi di Glauco di spiegarle la sua vicenda.

la leggenda di scilla e cariddi

La baia di Scilla

La vendetta di Circe e la nascita del mito

In preda alla disperazione, Glauco si rivolse alla maga Circe, dea figlia di Elio e della ninfa Perseide, famosa per i suoi incantesimi in grado di cambiare le sembianze degli uomini. Egli desiderava un bell’aspetto per attrarre l’amata Scilla a sé. Ma l’unico risultato che Glauco ottenne fu quello di scatenare la gelosia della maga che tentò di sedurre l’uomo-pesce. Rifiutata da Glauco, Circe scatenò la sua furia su Scilla trasformandola in un feroce mostro munito di sei teste di cane latranti.

La punizione di Cariddi

Secondo la leggenda, in preda alla disperazione Scilla si rifugiò in una grotta sotto la Rocca dove sorge il Castello e che esiste ancora oggi. In prossimità di alcuni scogli, a pochi chilometri da Cariddi che abita la sponda Sicula. Prima di essere un mostro, Cariddi era una naiade, figlia di Poseidone e Gea, dedita alle rapine e famosa per la sua voracità. Un giorno rubò a Eracle i buoi di Gerione e ne mangiò alcuni. Così Zeus la fulminò, gettandola poi in mare, dove mutò in un gigantesco mostro marino spaventoso. Cariddi divenne così la creatura più temuta, infestando le acque della sponda messinese con la sua furia.

leggenda scilla cariddi

Lo stretto di Messina e gli scogli infestati da Scilla e Cariddi

La leggenda ha da sempre spaventato marinai i viaggiatori, rendendo lo stretto tra Reggio e Messina famoso in tutto il Mediterraneo. Visitando le località è possibile ammirare gli scogli e le grotte in cui si nascondono i mostri marini e apprezzare la magia e il brivido della leggenda. Ma non solo, in queste zone è possibile godere della vista di un mare stupendo e di un entroterra ricco di sorprese e bellezze da visitare. Non lasciatevi spaventare, godetevi la bellezza di questi posti incredibili diventati leggenda già nell’antichità.

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Lo spettacolo più bello della natura è una corsa che si tiene sott’acqua

Cos’è che ci spinge a prendere un aereo e a volare dall’altra parte del mondo? I parchi naturali e i deserti, i gioielli architettonici, le straordinarie fioriture di primavera e poi, ancora, i cieli stellati che illuminano la notte. C’è chi si mette in viaggio per scoprire le straordinarie opere costruite dall’uomo e chi per ammirare gli spettacoli messi in scena da Madre Natura. Ma c’è chi lo fa anche per assistere a quelli che sono considerati i fenomeni più incredibili del nostro pianeta.

La corsa delle sardine è uno di questi. Si tratta della più grande migrazione del regno animale che si tiene ogni anno in Sudafrica nel periodo che va tra giugno e luglio.

Centinaia, migliaia e miliardi di pesci stretti in banchi occupano chilometri e chilometri di mare per iniziare la loro corsa altri luoghi. È proprio in questa occasione che viaggiatori, turisti e sub professionisti si recano dall’altra parte del mondo per prendere parte a questa entusiasmante avventura.

La corsa delle sardine

La corsa delle sardine è una delle migrazioni animali più spettacolari del mondo, nonché la più grande del regno marino. Dall’inizio di giugno e fino alla metà di luglio, questi pesci si mettono in viaggio per lasciare le acque fredde del banco di Agulhas, dove hanno deposto le uova, per recarsi verso la costa orientale del SudAfrica.

I loro spostamento dà vita a uno spettacolo di incredibile bellezza che viene immortalato ogni anno da viaggiatori e fotografi professionisti che giungono nel Paese proprio per ammirare la migrazione.

Annoverata tra i fenomeni naturali più incredibili del nostro pianeta, la corsa riguarda precisamente la specie sudafricana Sardinops sagax. Gli animali si riuniscono in banchi massicci creando una scia ben visibile, sia dal litorale che ad altezza aerea, che misura oltre 7 km di lunghezza, 1,5 km di larghezza e 30 metri di spessore.

Migrazione delle sardine: quando e dove

La straordinaria migrazione delle sardine avviene ogni anno, tra i mesi di giugno e luglio. Palcoscenico di questo spettacolo fuori dall’ordinario è il mare azzurro e cristallino del Sudafrica. La corsa è ben visibile nei pressi del Waterfall Bluff, un’area di ripide scogliere costiere a Lusikisiki Eastern Cape non lontano dalla costa.

Secondo una leggenda popolare e locale, la migrazione delle sardine inizia quando sbocciano i fiori dell’aloe sulla terra. È quello il momento in cui gli abitanti del luogo capiscono che il fenomeno sta per prendere vita.

E quando questo periodo tanto atteso arriva, i pescatori si mettono sulle loro barche per ammirare lo spettacolo della natura, insieme a loro anche turisti e viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo. Sotto le acque limpide e trasparenti non ci sono solo le sardine, ma tanti altri predatori che arrivano e irrompono in questa striscia animata. Sono i delfini e gli squali ramati, ma anche gli uccelli che si tuffano nel mare per pescare.

Quello che balza agli occhi è uno spettacolo naturale di intensa meraviglia: il sole splende alto nel cielo e illumina le acque terse, mentre le sardine corrono più veloce che possono per raggiungere la loro nuova casa.

corsa delle sardine

Corsa delle sardine

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Curiosità Viaggi

La più piccola capitale del mondo si trova in un paradiso terrestre. La riconoscete?

Megalopoli, borghi, paesini e villaggi: ogni giorno ci mettiamo in viaggio per raggiungere i luoghi più conosciuti o quelli più remoti del mondo che abitiamo, per lasciarci incantare dalla sue meraviglie, per toccare con mano le tradizioni, le culture e i patrimoni immensi che appartengono alle popolazioni che li preservano. Ci lasciamo ispirare dalle fotografie che vengono pubblicate sui social network, dalle guide e dai consigli che ci danno gli amici. Altre volte siamo spinti solo dalla curiosità.

Ed è proprio la curiosità che ci ha portati alla scoperta di uno dei luoghi più straordinari del mondo. Una città che sorge su un’isola incredibile e che vanta il record di essere la capitale più piccola del mondo. Il suo nome è Victoria e si trova in uno dei paradisi terrestri più spettacolari della terra.

Victoria, la più piccola capitale del mondo

È la capitale più piccola del mondo – anche se si contende il primato con Adamstown, Pitcairn – eppure conserva un fascino senza tempo che non tutti conoscono. I viaggiatori, infatti, la utilizzano come punto di scalo per poi raggiungere i luoghi di vacanza più celebri. Del resto ci troviamo a Mahé, l’isola più grande dell’arcipelago delle Seychelles, quella bagnata dall’Oceano Indiano e caratterizzata da spiagge di sabbia bianca, acque dalle mille sfumature di azzurro e resort incredibili.

Vista su Mahé da Victoria

Vista su Mahé da Victoria

Situata sulla costa est di Mahé e affacciata sul mare e sulle isole del Parco Nazionale Marino di S.te Anne, la piccola Victoria è spesso ignorata dai viaggiatori che scelgono l’isola per vacanze all’insegna di pace e relax.  Eppure la capitale più piccola del mondo è un gioiello tutto da scoprire.

Basta una giornata, o forse due, per innamorarsi di Victoria, una piccola città che si snoda su una superficie di appena 8,9 chilometri quadrati. Eppure è qui, tra architetture coloniali, edifici colorati e mercati, che è possibile entrare in contatto con l’anima più autentica dell’isola, con le sue tradizioni, le usanze e la cultura.

Cosa vedere a Victoria

Accantonate per un momento le spiagge da sogno di Mahé, dedichiamoci alla scoperta di Victoria. Fondata nel 1778 dai coloni francesi, la piccola capitale dell’arcipelago è il più grande insediamento urbano delle Seychelles. Si raccoglie attorno a due centri urbani, che si snodano rispettivamente intorno all’orologio e intorno al mercato.

Le due parti della città sono raggiungibili a piedi, con una passeggiata che attraversa strade gremite di gente, bar, ristoranti e negozi caratteristiche dove si svolge la vita quotidiana.

Victoria, Torre dell'Orologio

Victoria, Torre dell’Orologio

La Torre dell’Orologio merita assolutamente una visita perché è considerata l’attrazione della città. Se vi sembra di averla già vista non vi sbagliate, si tratta di una riproduzione dell’orologio situato sul Vauxhall Bridge a Londra.

Il mercato, invece, è l’anima pulsante della città, la sua parte più autentica. Un’esplosione di colori e profumi, e un via vai continuo di gente, caratterizzano il Sir Selwyn Selwyn-Clarke Market. Qui è possibile trovare banchi di frutta, verdura e pesce, spezie e prodotti artigianali. Non mancano chiacchiere con i produttori locali e con i clienti abituali per conoscere i segreti dell’isola.

Degno di visita e anche il Seychelles National Botanical Gardens, il giardino botanico di Victoria che conserva ed espone tutte le specie vegetali che appartengono a questa isola.

Ultimo, ma non meno importante è il tempio indù Vinayagar, l’unico di tutto l’arcipelago delle Seychelles. Eretto in nome del dio indù, l’edificio è stato costruito solo negli anni ’90 ed è l’attrazione più fotografata di tutta la città.

Tempio di Victoria

Tempio indù Vinayagar