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Capodanno 2025 a Torino, tutti gli eventi per festeggiare in allegria

Torino si prepara a dare il benvenuto al 2025 con un cartellone ricco di eventi e festeggiamenti che trasformeranno la città in un grande palcoscenico di allegria, spettacolo e convivialità. Dalle piazze animate dai concerti ai teatri ricchi di cultura, dai veglioni gourmet alle feste in discoteca, ogni angolo della città si anima di luci, musica e divertimento per celebrare la notte più attesa dell’anno. Ecco una carrellata delle esperienze imperdibili per trascorrere un Capodanno memorabile nel capoluogo piemontese.

Cosa fare a Capodanno a Torino, tutti gli eventi

Il centro dei festeggiamenti per il Capodanno 2025 è piazza Castello, che ospiterà anche quest’anno il tradizionale concerto all’aperto. La notte del 31 dicembre, la piazza si riempirà di energia con musica dal vivo che spazia dalle esibizioni di band locali ai grandi artisti nazionali e internazionali, la cui line-up non è stata ancora annunciata. Il countdown verso la mezzanotte sarà come sempre un’esperienza collettiva coinvolgente, con dj set, spettacoli di luci e performance varie, che culminerà in brindisi, scambi di auguri e tanta allegria.

E non finisce qui: il pomeriggio del primo gennaio, la stessa piazza accoglierà un concerto di musica classica e lirica, una celebrazione in grande stile dei 140 anni dall’unificazione della Nazione e degli 80 anni della Liberazione. Un omaggio alle radici culturali di Torino, arricchito dalla collaborazione con il Museo del Risorgimento.

Per molti torinesi, e non solo, trascorrere la notte di San Silvestro a teatro è una tradizione irrinunciabile. Dai giochi di luce e magia agli show ispirati ai grandi maestri della musica, fino alle risate travolgenti della commedia, quest’anno i teatri torinesi hanno proposte davvero per tutti i gusti.
Per le famiglie e gli amanti della magia, la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani presenta un Variety Magic Show ricco di sorprese. Artisti di fama internazionale porteranno in scena illusioni mozzafiato, momenti di comicità, bolle di sapone che danzano nell’aria e una teatralità che incanta grandi e piccoli.

La Fondazione Cirko Vertigo regala al pubblico un tributo poetico e musicale unico con Che bello café, in programma al Teatro Café Müller alle 22,30. Uno spettacolo che immagina un incontro immaginifico tra Domenico Modugno e Fabrizio De André, due leggende della musica italiana. L’omaggio celebra il trentennale della scomparsa di Modugno e i venticinque anni da quella di De André, mescolando le loro voci e storie in un racconto onirico che tocca il cuore.

Per chi preferisce una serata di risate, a Venaria Reale il Teatro della Concordia accoglie il pubblico con un’esplosione di comicità grazie ad Antonello Costa, che porta sul palco i suoi personaggi più amati, tra cui il siculo Don Antonino, il rapper Mc Adelio e il lookmaker Rocco, accompagnati da coreografie accattivanti e numeri musicali. Si inizia alle 21,00 con un’accoglienza calorosa e si prosegue fino a notte inoltrata, con un brindisi di mezzanotte e un buffet dolce e salato.

Il Teatro Monterosa propone un Gran Galà di Capodanno con la compagnia Volti Anonimi e lo spettacolo Vittorio Levante in servizio ad ogni istante. La serata inizia alle 21,30 con una pièce teatrale ricca di umorismo e coinvolgimento, che lascia spazio, allo scoccare della mezzanotte, a un brindisi festoso accompagnato da panettone, pandoro e pasticcini. Il calore della tradizione si fonde con il piacere della scoperta, creando un momento di convivialità e gioia.

Per gli amanti della musica d’autore, il Teatro Carignano propone un ritorno alle atmosfere seducenti di Fred Buscaglione. Lo spettacolo Fred, diretto da Arturo Brachetti, vede Matthias Martelli e Fabrizio Bosso reinterpretare l’universo ironico e malinconico di questo innovatore della musica italiana. Con sonorità jazz e swing che si fondono alla tradizione melodica italiana, il pubblico viene trasportato in un viaggio tra whisky, donne e sigarette, elementi iconici di un’epoca affascinante. Un’esperienza che invita a iniziare il nuovo anno con la forza evocativa dell’arte.

Vita notturna e discoteche a Torino

Locali notturni eleganti, atmosfere esclusive e serate animate dai migliori DJ promettono di trasformare la notte di San Silvestro sotto la Mole in un’esperienza unica. Ogni location offre qualcosa di speciale per accogliere il 2025 con stile e allegria.

Al Tam Club la serata inizia con un cenone musicale che combina sapori raffinati e intrattenimento live, creando l’atmosfera perfetta in vista della festa vera e propria. Allo scoccare della mezzanotte, la pista si accende con il DJ set di Wallace, che mixa reggaeton e musica commerciale per un pubblico over 20. La posizione centrale del locale rende il Tam Club la scelta ideale per chi desidera ballare e divertirsi a Capodanno in città.

Immerso in un contesto esclusivo tra giardini e piscina, il Royal Club propone un Capodanno all’insegna dell’eleganza e della raffinatezza. La serata prende il via con un gran cenone servito in un ambiente sofisticato, mentre il brindisi di mezzanotte segna l’inizio di una festa indimenticabile. Con la sua combinazione di ambienti interni e spazi all’aperto, questa location è ideale per chi cerca un’atmosfera intima e ricercata a due passi dal centro.

Per chi invece preferisce immergersi in atmosfere esotiche, il Bamboo Dinner è una valida alternativa. Tra le discoteche più in voga di Torino, si distingue per il design ispirato all’Oriente e le ampie sale arredate con cura. Il programma della serata inizia con un gran cenone servito al tavolo. Allo scoccare della mezzanotte, il brindisi inaugura la festa, che prosegue con un DJ set capace di accontentare un pubblico dai 20 ai 50 anni.

La combinazione di eleganza, cucina pregiata e musica coinvolgente fa del Bamboo una delle scelte più apprezzate, ma per chi cerca un’esperienza più dinamica, la meta perfetta è The Beach. Affacciato sul Po, propone una serata che unisce un cenone gourmet a un party scatenato fino all’alba. La cena inizia alle 20 e si conclude con un brindisi di mezzanotte accompagnato da un buffet di panettoni con crema. Dalle 23,30, la pista si anima con un DJ set travolgente e drink inclusi per tutti i partecipanti. La location, famosa per le sue serate estive, si trasforma in un punto di ritrovo imperdibile per chi desidera iniziare il nuovo anno ballando.

Brindisi
Brindisi di Capodanno

Dove fare il Cenone di Capodanno a Torino

Il Motor Village di Mirafiori apre le porte a un Capodanno pensato per le famiglie, all’interno del raffinato Bistrot Gerla. Qui, il Gran Cenone di Capodanno include vino illimitato e si conclude con un brindisi di mezzanotte, seguito da una serata danzante con DJ set. L’atmosfera accogliente e festosa del Bistrot crea l’ambiente ideale per una celebrazione in compagnia.

Per chi invece cerca una serata fuori dagli schemi, l’Envy Lounge & Secret Garden, immerso nel verde dell’Environment Park, propone un Capodanno con Delitto. La serata prende il via con un intrigante spettacolo interattivo nella suggestiva Sala Cocktail, caratterizzata da pareti a vetri con vista sul giardino. Dopo il brindisi di mezzanotte, il ritmo si accende con un DJ set nella Sala Ristorante, trasformando la location in un vivace punto d’incontro tra mistero e festa.

Anche il Ristorante Woody’s propone un Capodanno con Delitto, portando in scena lo spettacolo “L’Ape Regina nella salsa”. Tra piatti prelibati e un’ambientazione teatrale, il pubblico viene coinvolto in una storia avvincente che si intreccia con il cenone. Allo scoccare della mezzanotte, il brindisi segna l’inizio della festa, lasciando spazio a un’atmosfera di festa e convivialità.

HOME Family Restaurant ha pensato a una serata per grandi e piccini. Mentre gli adulti si godono il Gran Cenone di Capodanno, i più piccoli sono accolti nell’area Bimbolandia, con animatrici dedicate e baby dance. Dopo cena, la festa si accende con musica revival e commerciale, creando un mix perfetto di intrattenimento per ogni età.

Nella splendida cornice di Piazza Vittorio Veneto, il Saudade Brazilian Restaurant invita a un Gran Cenone Brasiliano tra sapori esotici e tirmi carioca. Aperitivi di benvenuto, piatti tipici serviti con lo spettacolare rituale della spada e un intrattenimento travolgente con spettacoli dal vivo e DJ set promettono una notte indimenticabile.

Per una serata raffinata, il Boston Art Hotel combina eleganza e festa con un programma che parte da un aperitivo di benvenuto e prosegue con un Gran Cenone di Capodanno accompagnato da musica live e DJ set. Chi desidera festeggiamenti all’insegna del comfort può scegliere di pernottare in questa struttura a quattro stelle e iniziare il primo giorno del nuovo anno con una sontuosa colazione.

L’Hotel Emporio, a pochi minuti dal centro città, si distingue invece per il suo evento dedicato ai giovani tra i 20 e i 35 anni. Qui, il Cenone di Gala si accompagna a piatti gourmet, mentre la serata prosegue con musica dal vivo, DJ set e drink illimitati. L’atmosfera esclusiva e vivace rende questa proposta una delle più ricercate per chi desidera ballare fino all’alba, chiudendo in bellezza un Capodanno ricco di emozioni.

Come muoversi a Torino a Capodanno

La notte di Capodanno sono regolarmente in funzione i bus di tutte le linee notturne, che portano dai capilinea periferici al capolinea centrale in piazza Vittorio Veneto con fermate nelle vicinanze dei principali locali notturni: LINEA W1 ARANCIONE, da piazza Massaua e ritorno; LINEA N4 ROSSA, da via delle Querce (Falchera) e ritorno; LINEA S4 AZZURRA, da piazzale Caio Mario e ritorno; LINEA S5 VIOLA, da piazza Cattaneo e ritorno (raggiunge San Salvario) ; LINEA S18 BLU, da via Artom (Mirafiori sud) e ritorno; LINEA N8 ORO, da piazza Sofia e ritorno; LINEA N10 GIALLA, da via Massari e ritorno; LINEA W15 ROSA, da via Brissogne e ritorno; LINEA W60 ARGENTO, da piazza Manno e ritorno; LINEA E68 VERDE, da via Cafasso e ritorno. La prima partenza dai capolinea periferici è alle 00.00, l’ultima alle 4.00, mentre la prima partenza da piazza Vittorio Veneto è all’1.00, l’ultima alle 5.00.

Durante tutto il periodo delle feste, inoltre, la metropolitana amplia i suoi orari nei giorni infrasettimanali. Quindi anche la notte di Capodanno le ultime partenze saranno a mezzanotte (normalmente invece l’ultima corsa della metro passa alle 21,30)

Il clima di Torino a Capodanno

A Torino, il clima di Capodanno è tipicamente invernale, con temperature che oscillano tra 0°C e 5°C, contribuendo a creare un’atmosfera suggestiva. Incorniciata dalle Alpi innevate, la città può regalare cieli limpidi e frizzanti, ma anche giornate coperte con occasionali piogge leggere, o magari una spruzzata di neve, che aggiungono un tocco di fascino in più alle strade illuminate dalle luminarie e agli eventi festivi.

Per godere al meglio delle celebrazioni all’aperto, è consigliabile vestirsi a strati e prepararsi a temperature rigide, soprattutto nelle ore serali. Tuttavia, il freddo torinese non smorza l’entusiasmo: con le piazze animate, i mercatini di Natale ancora aperti e i caffè storici pronti ad accogliere i visitatori, il clima diventa parte integrante della magia del capoluogo piemontese durante le feste.

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Anche Parigi sfida l’ovetourism: le iniziative

Parigi è una meta sempre molto ambita dai turisti di tutto il mondo in ogni periodo dell’anno, ma ora anche la Francia ha deciso di contrastare l’overtourism per preservare il patrimonio artistico e culturale della capitale. Da sempre milioni di visitatori sono sedotti dal suo fascino intramontabile, ma i recenti avvenimenti nel settore turistico hanno incoraggiato alcuni provvedimenti che dovrebbero aiutare a mettere un freno alla presenza di visitatori provenienti da varie parti del mondo.

La città, infatti, sta introducendo multe salate e un limite al numero di notti all’anno in cui una proprietà può essere affittata. Nel maggio 2024 il governo francese ha approvato una legge che rende più difficile affittare proprietà su alcune piattaforme online per brevi periodi e il sostegno dei partiti è arrivato subito, portando all’applicazione del provvedimento prima di tutto a Parigi.

Il turismo di massa a Parigi: nuove regole

Attualmente sono oltre 95.000 gli annunci su Airbnb a Parigi, per dare un’idea della mole di richieste. La città conta molti appartamenti in affitto per soggiorni brevi, ma non tutti sembrano avere la licenza ufficiale richiesta dalla legge. Su queste strutture le nuove regole contro il turismo di massa potrebbero cambiare qualcosa e permettere un controllo maggiore sui soggiorni e pernottamenti dei turisti in città.

Le varie agenzie di affitto continueranno a fare il loro lavoro, ma a partire dal 2025 per gli host cambieranno alcune cose, come per i viaggiatori. Questo cambiamento è un tentativo di limitare il numero di appartamenti e case utilizzati come affitti per le vacanze, regolamentare il settore degli affitti e aiutare a risolvere i problemi di alloggi a prezzi accessibili in città.

Nel 2023 si sono registrati oltre 47mila turisti, metà dei quali dall’estero. Meno persone potrebbero ridurre la pressione su monumenti e attrazioni iconiche della città come la Tour Eiffel e Notre Dame. Nel frattempo anche chi abita a Parigi ha le sue difficoltà con i rincari della vita quotidiana e molti provano a lasciare la città per il carovita. Quindi l’overtourism non è la riposta a tutto quello che non va a Parigi in questo periodo storico.

Cosa cambia per i viaggiatori

Con il nuovo anno, potrebbe essere più difficile trovare un posto dove stare nella Città dell’Amore. I piccoli boutique hotel di Parigi probabilmente vedranno un aumento delle prenotazioni al posto degli affitti per le vacanze, ma il numero di visitatori potrebbe essere ridistribuito verso altre città della Francia come Lione o Bordeaux.

Sicuramente i parigini saranno contenti di questa novità, ma l’Associazione europea delle case vacanza ha sottolineato che “le regole devono essere basate su prove e devono essere adeguate“, cercando di non prendere di mira un operatore del settore per risolvere problemi locali troppo complessi. Chi vorrà visitare Parigi nei prossimi mesi, quindi, potrà optare per gli alberghi piuttosto che cercare un appartamento in affitto, e questo prevede costi più elevati.

Cosa cambia per le strutture ricettive

Dal 1° gennaio 2025 gli host senza licenza saranno multati fino a 100.000 euro, mentre le proprietà non correttamente registrate come affitti turistici potrebbero essere multate fino a 20.000 euro. Anche le società di concierge, spesso utilizzate per gestire gli affitti, potrebbero essere multate, secondo quanto riportato da Euronews.

Ci saranno anche nuovi limiti al numero di notti prenotabili in un affitto turistico a breve termine: saranno ridotti da 120 a 90 notti all’anno, che è già il limite in città come Londra e San Francisco, e saranno in vigore anche multe salate per chi affitta una proprietà per più di 90 notti.

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Migliaia di sculture di panda danno il benvenuto ai turisti all’aeroporto di Hong Kong

Ammettiamolo, chi non ama i panda? Ad amarli in modo particolare, però, c’è Hong Kong dove durante il mese di dicembre sarà possibile vederne a migliaia sparsi per tutta la città. Non stiamo parlando di panda veri e propri, ma di sculture realizzate appositamente da AllRightsReserved, la mente creativa dietro il progetto diventata famosa in passato grazie alla realizzazione di altre sculture giganti iconiche come 100% Doraemon & Friends Tour Hong Kong e Double Ducks.

La cerimonia d’apertura dell’evento Panda Go! Fest Hk si è tenuta oggi all’aeroporto di Hong Kong, dove i turisti sono stati accolti in modo particolarmente speciale con i 2.500 esemplari sparsi per la pista. Il panda non è un animale scelto a caso. Molti di voi magari ricorderanno la notizia che ha fatto sciogliere i cuori di tutto il mondo relativa alla nascita dei due cuccioli di panda nati nel parco a tema locale Ocean Park. Questi due cuccioli, oltre a essere particolarmente teneri, ricoprono anche un ruolo centrale dal punto di vista simbolico e politico.

Le sculture, dopo l’inaugurazione all’aeroporto, verranno esibite in altre parti della città in date ben precise. Dove e quando vederle? Ve lo sveliamo di seguito!

Dove vedere le sculture dei panda giganti

Un totale di 2.500 sculture di panda sono apparse oggi all’aeroporto di Hong Kong e per tutto il mese di dicembre saranno esibite in altrettante location sparse per la città insieme ad altri personaggi speciali come Ying Ying (la madre dei cuccioli gemelli), Le Le (il padre), Keke e An An (i nuovi cuccioli ricevuti dalla Cina) e gli adorabili panda gemelli. Dietro l’evento Panda Go! Fest Hk si cela la creatività di AllRightsReserved che ha scelto il numero 2.500 per un motivo ben preciso: si tratta di un omaggio alla popolazione mondiale di panda giganti che quest’anno ha superato i 2.500 esemplari.

Le sculture, alle quali si potrà accedere gratuitamente, saranno esibite in diversi luoghi iconici della città a partire da Avenue of Stars il 7 e l’8 dicembre, un popolare quartiere dello shopping, il 14 e il 15 dicembre a Ngong Ping 360 a Lantau Island, il 21 e il 22 dicembre all’Ocean Park dove si trovano i cuccioli di panda reali insieme ai loro genitori e alla coppia di cuccioli arrivata quest’anno. Infine, l’ultima mostra è prevista il 25 e il 26 dicembre a Sun Yat Sen Memorial Park.

Fate attenzione ad alcune sculture in edizione speciale: in occasione dell’evento sono stati coinvolti anche artisti famosi come Pharrell Williams, Huang Bo, Du Juan e Kasing Lung ai quali è stato chiesto di contribuire alla creazione di modelli speciali che poi verranno venduti e i ricavi utilizzati per continuare la lotta alla conservazione del panda, animale in via di estinzione.

Panda Hong Kong aeroporto

Fonte: GettyImages

I panda all’aeroporto di Hong Kong

Perché il panda è un simbolo importante per Hong Kong

Il panda, nella sua tenerezza, rappresenta anche un mezzo importante, soprattutto dal punto di vista turistico. Sembrerebbe, infatti, che la presenza dei cuccioli gemelli e degli altri panda, seppur tenuti in cattività e dispendiosi economicamente, possa aiutare il Paese ad attirare più visitatori. L’obiettivo è quello di rivitalizzare l’economia puntando al turismo e a quella che viene considerata la mascotte non ufficiale della Cina. Inoltre, il panda è anche uno strumento da non sottovalutare dal punto di vista diplomatico proprio nei rapporti che Hong Kong ha con Pechino.

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I presepi più belli d’Italia: quali sono e quando vederli

L’Italia è la patria del Presepe, uno storico simbolo natalizio, in grado di unire fede, tradizione ed arte. Ogni regione italiana offre ai visitatori diverse interpretazioni di questa arte, uniche e suggestive, in rappresentazione della Natività. Queste creazioni sono spesso intrecciate alle tradizioni storiche e la cultura del territorio. Ecco una lista di quelli che possono essere considerati fra i migliori presepi d’Italia, con le loro caratteristiche principali, la storia che li contraddistingue e come visitarli.

Il presepe napoletano di San Gregorio Armeno

Napoli, si sa, è una città vibrante e vivace, con le sue vie che riescono a trasmettere energia pure a tutti i visitatori. Nel magnifico centro storico cittadino si trova una stretta via in grado di far vivere ai passanti un’atmosfera magica ed unica. Si tratta di via San Gregorio Armeno, conosciuta anche come la strada dei maestri presepisti, dove sono presenti numerose botteghe artigianali che offrono statuine uniche, che spaziando dai personaggi della Natività a rappresentazioni ironiche e moderne di personaggi pubblici, come attori e sportivi. Sono tutte statuine in terracotta, dipinte a mano e con vestiti con abiti in stoffa cuciti a mano.

Il presepe napoletano è famoso in tutto il mondo per la sue ricchezza di dettagli, tra scende di vita quotidiana ed ambientazioni realistiche, con un’attenzione maniacale verso i particolari, che trasformano queste opere in vere e proprie opere d’arte.

È possibile visitare le botteghe in via San Gregorio Armeno tutto l’anno, ma passeggiare qui durante il periodo natalizio è qualcosa di indimenticabile. Inoltre, durante questo periodo dell’anno, la viabilità risulta difficoltosa a causa del notevole afflusso di visitatori e proprio per questo motivo sono state istituite delle giornate a senso unico pedonale: da Venerdì 29 Novembre a Domenica 1 Dicembre 2024, dalle ore 9:00 alle ore 20:00, da Venerdì 6 a Domenica 8 Dicembre, 2024 dalle ore 9:00 alle ore 20:00, da Venerdì 13 a Domenica 15 Dicembre 2024, dalle ore 9:00 alle ore 20:00, da Giovedì 19 a Lunedì 23 Dicembre 2024, dalle ore 9:00 alle ore 20:00 e Martedì 24 dicembre, dalle ore 9:00 alle ore 14:00.

L’antico presepe vivente di Greccio

Greccio si trova nel cuore della regione Lazio: un bellissimo borgo medievale immerso tra le colline verdi della Valle Reatina. Questo piccolo angolo italiano viene conosciuto anche come la “Betlemme Francescana”. Qui a Greccio, infatti, San Francesco d’Assisi diede vita al primo presepe vivente della storia, una tradizione che viene portata avanti nei secoli e che pian piano si è diffusa in tutto il mondo.

Questa antica tradizione viene portata tutt’oggi avanti dalla popolazione locale, con una spettacolare rievocazione storica, in grado di coinvolgere tutta la comunità. Oltre al presepe vivente è possibile visitare anche il Santuario di Greccio, incastonato nella roccia, luogo dove, secondo la leggenda, il Santo diede vita al primo presepe. È anche possibile visitare il Museo Internazionale del Presepio, a Greccio, dal 30 Novembre 2024 al 6 Gennaio 2025, dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 13.30 alle 18.30, al costo di 3€ per il biglietto intero e 2€ per il ridotto.

La rievocazione storica si terrà a nei giorni 7,8,14,15,21,22,26,27,28 e 29 Dicembre 2024 alle ore 17.20 e 18.20, il 24 Dicembre alle 23.00 (singolo spettacolo) ed i giorni 1,4,5 e 6 Gennaio 2025 alle ore 17.20 e 18.20.

Custonaci ed il presepe vivente nella grotta di Mangiapane

In Sicilia, nel piccolo borgo di Custonaci, in provincia di Trapani, si trova la grotta di Mangiapane. Si tratta di una grotta storica, che ogni anno, nel periodo dell’Avvento, diventa lo scenario perfetto per un presepe vivente unico, in grado di unire fede e tradizione storica locale. Infatti, per la quarantesima edizione, questa rievocazione storica prende vita, grazie anche ad oltre ottanta figuranti ed artigiani del luogo, in costume d’epoca, tra case rurali e stalle realizzate tra l’Ottocento ed il Novecento.

Questa rappresentazione storica della Natività è in grado di attrarre migliaia di turisti nella regione, tanto che, nel 2006, il Presepe vivente di Custonaci è stato riconosciuto come fra i Beni immateriali della Regione Sicilia. Inoltre, per gli appassionati di fotografia, in occasione di questo evento viene organizzato il concorso fotografico “Grotta d’Oro”, che premia, appunto, gli scatti migliori che hanno come oggetto questa magnifica rievocazione storica.

È possibile assistere a questa rappresentazione dal 24 al 29 Dicembre 2024 e dal 4 al 6 Gennaio 2025, previo acquisto di un biglietto d’ingresso al costo di 12€ per gli adulti e di 6€ per i bambini dai 4 ai 10 anni, e dalle 16.00 in poi, ogni mezz’ora, fino alle 20.00.

Grotta di Mangiapane dove si svolge il presepe di Custonaci, uno dei migliori presepi d'Italia

Fonte: iStock

Grotta Mangiapane, dove si svolge il Presepe vivente di Custonaci

Il presepe nei Sassi di Matera

I Sassi di Matera, Patrimonio dell’Umanità UNESCO, sono da diversi anni utilizzati come ambientazione perfetta per un presepe vivente. Queste antiche grotte in tufo si trasformano in una scenografia unica ed indimenticabile, che rievoca la Betlemme di duemila anni fa, per un luogo scelto numerose volte dal grande cinema, consacrando la città come la “Gerusalemme del Sud Italia”.

Questo famoso presepe, dal titolo “Il presepe d’Italia: luce sul futuro” ha raggiunto la sua quattordicesima edizione e si snoda per un percorso di circa un chilometro e mezzo, attraverso queste suggestive grotte ed il Sasso Caveoso, con oltre 200 rievocatori storici di tutta Italia che danno vita ad uno spettacolo unico ed indimenticabile, con scene di vita quotidiana dell’antichità e con l’evento centrale della Natività.

È possibile assistere a questa fantastica rappresentazione storica nel mese di Dicembre 2024 nei giorni 7,8,14,15,21,22,28 e 29 ed il 4 e 5 Gennaio 2025 acquistando il biglietto intero al costo di 12€. Sono disponibili anche biglietti ridotti al prezzo di 5€, per i ragazzi dai 6 ai 10 anni, e gratuito per gli under 5.

A Matera, dove ogni anno accorrono migliaia di turisti da tutto il mondo, è possibile visitare anche numerose serie di mostre di presepi artistici all’interno di antiche chiese.

Gubbio ed il Presepe più grande del mondo

Incastonata tra le colline umbre si trova anche il bellissimo borgo di Gubbio, cittadina non solo famosa per il suoi gigantesco albero di Natale, ma anche per il suo straordinario Presepe diffuso, che trasforma il centro storico in un’enorme rappresentazione della Natività. Precisamente, nel quartiere di San Martino, fra le vie medievali del centro di Gubbio, si trova il Presepe più grande del mondo, a grandezza naturale. Questi personaggi, calati nelle scene di vita quotidiana dell’epoca, sembrano quasi vivere insieme agli abitanti del borgo e ogni anno attirano numerosi turisti. Come da tradizione, il Presepe viene inaugurato l’8 Dicembre e sarà visitabile, con ingresso libero, fino al 6 Gennaio 2025.

Inoltre, a completare questa bellissima cornice natalizia, ci pensa anche l’Albero di Natale più grande al mondo: un’installazione luminosa che da ormai oltre quarant’anni illumina il vicino Monte Ingino grazie a numerosi volontari che colorano il paesaggio con illuminando oggetti di vario tipo.

Ognuno di questi presepi racconta una storia unica ed è in grado di intrecciare tradizioni locali, arte e fede. Tutti i visitatori potranno vivere emozioni uniche, scoprendo alcuni tra i migliori presepi d’Italia.

Statue a grandezza naturale del Presepe di Gubbio, fra i migliori presepi d'Italia

Fonte: iStock

Statue a grandezza naturale del Presepe diffuso di Gubbio
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Curiosità Viaggi

Quali paesi europei parlano meglio l’inglese?

Alcune delle destinazioni più gettonate d’Europa possono rappresentare una sfida per chi si trasferisce senza conoscere la lingua locale. Imparare una nuova lingua è un processo che richiede tempo e dedizione, e molte persone si affidano all’inglese come soluzione temporanea mentre cercano di padroneggiare la lingua del Paese ospitante.

Infatti l’inglese, essendo la seconda lingua più diffusa al mondo, rappresenta spesso una “scialuppa di salvataggio”. Tuttavia, la sua comprensione non è uguale in tutto il Vecchio Continente, con alcune nazioni che sono più accessibili di altre.

Ma quali sono i Paesi europei dove è più facile comunicare in inglese e quali, invece, richiedono una conoscenza della lingua del posto fin dall’inizio?

L’English Proficiency Index: uno strumento per valutare le competenze linguistiche

Ogni anno, la società di istruzione globale Education First (EF) pubblica l’English Proficiency Index (EPI), una classifica dettagliata che valuta la conoscenza dell’inglese nei vari Paesi del mondo. La classifica si basa sui risultati ottenuti da milioni di parlanti non nativi che partecipano agli Standard English Tests di EF.

L’edizione del 2024 ha analizzato i dati di 2,1 milioni di partecipanti e ha assegnato a ciascun Paese un punteggio su una scala di 800 punti. L’indice offre una panoramica chiara delle competenze linguistiche globali e mette in luce dove l’inglese è più diffuso, nonché le tendenze emergenti e le aree di miglioramento.

I risultati hanno mostrato un calo generale della conoscenza dell’inglese in Europa, un declino piuttosto evidente tra le donne e gli studenti, che hanno registrato punteggi inferiori rispetto agli anni precedenti. Nonostante il trend negativo, il continente europeo continua a dominare la classifica mondiale, con nove dei dieci Paesi con la migliore padronanza dell’inglese.

I Paesi europei con la migliore conoscenza dell’inglese

I Paesi Bassi si confermano al primo posto sia in Europa sia nel resto del mondo, con un punteggio di 636 punti: un risultato che sottolinea l’eccellenza del sistema educativo che ha reso l’inglese una componente fondamentale della formazione scolastica e universitaria. La padronanza non è diffusa soltanto nelle grandi città, ma anche nelle aree rurali, e ciò rende il Paese molto accogliente per chi non parla olandese.

Al secondo posto troviamo la Norvegia, con un punteggio di 610, seguita dalla Svezia, che si è classificata quarta con 608 punti. Entrambi i Paesi nordici vantano una lunga tradizione nell’insegnamento dell’inglese, spesso introdotto già nelle prime fasi della scuola primaria. Si tratta, insomma, di un approccio che ha reso l’inglese una seconda lingua del tutto naturale per gran parte della popolazione.

Oltre ai Paesi nordici, altre nazioni europee si sono distinte per l’elevata competenza in inglese. La Croazia, il Portogallo, la Danimarca, la Grecia e l’Austria rientrano nella categoria di “competenza molto elevata”.

Nella categoria di “competenza elevata” spiccano invece Germania, Romania, Belgio, Finlandia e Polonia. In questi Paesi, l’inglese è spesso utilizzato nel mondo del lavoro e dell’istruzione superiore, fattori che contribuiscono a mantenere un buon livello di competenza generale.

Le difficoltà linguistiche nei Paesi più visitati

Nonostante l’Europa sia in generale ben posizionata nella classifica EPI, alcune tra le destinazioni turistiche più famose presentano livelli di competenza più bassi. La Francia, ad esempio, ha registrato un declino costante negli ultimi anni. Nel 2021, il Paese si trovava ancora nella categoria “competenza elevata”, al 31° posto a livello mondiale. Nel 2022, è scesa a “competenza moderata”, con un punteggio di 541 punti e una posizione globale di 34°. Nel 2023, la situazione è peggiorata ancora, e si è ritrovata al 43° posto a livello mondiale e al 34° in Europa, con 531 punti. Quest’anno, il calo è continuato, con la Francia che si è posizionata al 49° posto, con soli 524 punti, il livello più basso tra tutti i Paesi dell’Europa settentrionale inclusi nello studio.

Anche l’Italia presenta una situazione simile, posizionandosi al 46° posto con 528 punti. Sebbene l’inglese venga insegnato nelle scuole, la pratica quotidiana resta limitata, soprattutto al di fuori delle principali città turistiche. La Spagna, con 538 punti, si posiziona al 36° posto, mostrando un leggero miglioramento rispetto agli anni precedenti, ma ancora lontana dai livelli delle nazioni nordiche.

Nonostante le posizioni relativamente basse nelle classifiche nazionali, le grandi città offrono spesso un’esperienza diversa. Parigi e Madrid, ad esempio, rientrano nella categoria di “competenza elevata”, grazie alla presenza di un turismo internazionale e di ambienti lavorativi multilingue. Roma, invece, si colloca ancora nella categoria “competenza moderata”.

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Curiosità Napoli Notizie Viaggi viaggiare

Ticket d’ingresso a 5 euro per San Gregorio Armeno: la proposta di Napoli

L’overtourism sta diventando un rischio per molte città italiane, compresa Napoli. Soprattutto in determinati periodi, come l’estate, la città si trasforma in un mare infinito di persone che arrivano con ogni mezzo possibile, dall’aereo al treno, fino alle navi da crociera. Queste, ogni giorno, almeno durante l’alta stagione, portano in città ben 7 milioni di persone. Per avere un’idea della situazione basta camminare tra i vicoli stretti e lastricati del centro storico: essendo non abbastanza larghi per gestire il flusso di pedoni, questi ultimi si vedono costretti a fare slalom nel traffico napoletano che, come ben sappiamo, non è tranquillissimo.

Non stupisce, quindi, che anche Napoli stia iniziando a prendere spunto da altre città, in primis Venezia, per provare a trovare una soluzione che permetta sia di migliorare le condizioni di vita dei residenti, sia la fruibilità delle bellezze della città da parte dei turisti.

Ticket d’ingresso a San Gregorio Armeno: la proposta

Anche Napoli, come Venezia, si vede sempre più costretta a introdurre il ticket d’ingresso per accedere al centro storico, dai Decumani a San Gregorio Armeno, la famosa via dei presepi. Ad avanzare la proposta è stato il consigliere comunale Gennaro Esposito che, non a caso, è anche il presidente del Comitato Vivibilità Cittadina di Napoli. Si tratta di una soluzione che chiunque abbia visitato la città negli ultimi anni poteva immaginare, una proposta che potrebbe ridurre l’overtourism e permettere ai residenti di vivere le loro strade senza dover combattere con la folla.

Nel dettaglio, la proposta è quella di introdurre un ticket di ingresso soprattutto nei periodi in cui è previsto un flusso maggiore di persone, come Natale e il Giubileo 2025, per poi investire i ricavati nel miglioramento dei servizi pubblici, della sicurezza, dell’igiene urbana e del patrimonio artistico e monumentale. Sempre secondo la proposta, il ticket potrebbe essere acquistato tramite un’apposita piattaforma digitale creata per gestire in modo efficace le prenotazioni e i pagamenti e che, allo stesso tempo, permetta di applicare eventuali esclusioni ed esenzioni per residenti, studenti, lavoratori e altre categorie vulnerabili.

I vantaggi per la città e il contrasto all’overtourism

È lo stesso Gennaro Esposito a raccontare che, per attraversare una via del centro storico, ha impiegato 30 minuti in quanto era impossibile muoversi a causa dell’occupazione del suolo pubblico da parte di persone che mangiavano sedute su tavoli improvvisati. Questo è solo un esempio delle diverse situazioni quotidiane che avvengono a Napoli, soprattutto in vie famose come Spaccanapoli e la zona di San Gregorio Armeno. Queste risultano talmente affollate che passeggiare è praticamente impossibile, in particolare per persone con disabilità o in altre situazioni fragili.

L’introduzione del ticket ha, quindi, diversi obiettivi: tra i più importanti citiamo la gestione dei flussi turistici nei periodi di maggiore confluenza, garantire una qualità della vita migliore ai residenti, riducendo lo stress derivante dal sovraffollamento, dall’inquinamento e dall’usura degli spazi pubblici, e incentivare un turismo più sostenibile e responsabile riducendo quello tipico giornaliero e “mordi e fuggi”.

Dell’overtourism, soprattutto quest’estate, ne abbiamo sentito parlare parecchio ed è un tema che probabilmente, noi che amiamo viaggiare, continueremo ad ascoltare per capire come muoverci e visitare i luoghi in modo diverso, per esempio in bassa stagione e attraverso esperienze autentiche a contatto con le realtà locali.

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Non solo Italia, i Paesi che aiutano a riconnettersi con le proprie radici

Viene chiamato “turismo delle radici” quando si intraprende un viaggio che mira a un ricongiungimento con i propri luoghi di origine. Più popolare che mai oggi, questo fenomeno si basa su dei test che offrono stime su percentuali della provenienza del DNA di un individuo per coloro che non hanno una conoscenza diretta della propria genealogia. In questo modo possono esplorare i luoghi in cui le loro famiglie potrebbero aver avuto origine. Dopo la pandemia di Covi-19, in particolare, c’è stato “un aumento drammatico complessivo dei viaggi multi-generazionali, poiché le famiglie hanno cercato davvero di riconnettersi attraverso il viaggio dopo molti mesi, e in alcuni casi anni, senza viaggiare”.

Inoltre, l’ascesa del viaggio delle radici viene considerata un’alternativa sostenibile all’overtourism. In particolare, l’Unione Europea, che registra i tassi più alti di turismo al mondo, ha chiesto ai suoi stati membri di promuovere il turismo delle radici che spesso può portare i visitatori a cercare villaggi più piccoli e regioni poco turistiche, che a loro volta stimolano lo sviluppo economico locale.

Il turismo delle radici: le agenzie di viaggio specializzate

Anche le agenzie di viaggio specializzate in viaggi e tour del patrimonio stanno diventando sempre più popolari. Nel 2021 Kensington Tours ha collaborato con Ancestry.com per creare una serie di viaggi culturali in luoghi come Italia, Germania, Giappone e Ghana, in collaborazione con un genealogista professionista, per fornire un’analisi più completa dei siti che potrebbero contenere più storia e significato per un viaggio sulle origini della famiglia.

Questi viaggi hanno iniziato a guadagnare popolarità nel 2022, una volta terminata la pandemia e revocate le restrizioni di viaggio a livello globale“, ha affermato Debra Loew di Kensington Tours. Mentre molti Paesi europei promuovono i viaggi sulle radici da decenni, altri offrono modi nuovi e specifici per mettere in contatto i visitatori con le loro origini. Ecco alcuni dei luoghi che aiutano meglio i viaggiatori a tornare alle proprie radici.

Italia

Quasi 80 milioni di persone in tutto il mondo possono far risalire le proprie origini all’Italia e il Ministero del Turismo italiano incoraggia a tornare, definendo il 2024 “l’Anno delle radici italiane nel mondo“. Hanno persino lanciato il sito web Italea per rendere più facile per i visitatori trovare maggiori informazioni sulle 20 regioni del Paese, con suggerimenti su come scoprire le storie delle origini familiari. I tour operator hanno visto risultati impressionanti dalle iniziative.

I viaggi culturali sono stati il ​​fondamento della mia attività, rappresentando oltre il 95% della nostra attenzione” ha affermato Marino Cardelli che ha fondato l’agenzia di viaggi Experience BellaVita nel 2018. “Questo lavoro è diventato più di un’attività: è una vocazione profondamente gratificante che mi consente di aiutare i clienti di tutto il mondo a riconnettersi con le loro radici italiane. La maggior parte dei miei clienti cerca città specifiche in Italia per scoprire le storie familiari e offriamo servizi di genealogia dedicati per assisterli“.

Fa notare che rintracciare la storia familiare in Italia può essere complesso, anche perché molti italiani emigrarono nei primi anni del 1900 e le loro case originali potrebbero essere state distrutte durante le guerre mondiali. Tuttavia l’Italia ha ampi registri civili e parrocchiali risalenti fino al 1400 che possono fornire informazioni utili e talvolta persino portare a localizzare parenti ancora in vita.

Ghana

Fonte: iStock

Paesaggio del Ghana

Ghana

Questo Paese dell’Africa occidentale, un tempo epicentro della tratta degli schiavi transatlantica, accoglie da tempo i membri della diaspora africana per tornare alle proprie radici, tra cui The Year of the Return nel 2019 e The Joseph Project nel 2007. L’ascesa dei test del DNA è stata un particolare motore di crescita dei discendenti africani che cercano di comprendere meglio le regioni specifiche o i gruppi etnici da cui potrebbero provenire le loro famiglie.

A causa della sua storia come porto chiave durante la tratta degli schiavi, il Ghana segna spesso una tappa importante nel viaggio delle radici verso l’Africa. Tra il XVI e il XVIII secolo, decine di migliaia di schiavi all’anno passavano attraverso luoghi come il castello di Elmina, le ultime celle di detenzione continentali prima di essere inviati su navi verso il Nord e il Sud America. Oggi tour culturali come Door Of No Return Ancestral Journey di Kensington offrono visite a quei siti storici, insieme a incontri con esperti per esplorare storie di gruppi etnici e eredità specifiche dei visitatori e conoscere la loro migrazione, i loro costumi e le loro culture.

Scozia

Più di 40 milioni di persone che vivono in tutto il mondo possono rivendicare un’ascendenza scozzese di qualche tipo, secondo Visit Scotland, e di conseguenza, milioni di viaggiatori tornano ogni anno per riconnettersi con le loro radici. In particolare, il 70% dei visitatori “a lungo raggio” (quelli provenienti da più lontano come Canada, Stati Uniti, Australia e Asia) afferma che la storia e la cultura sono il motivo della loro visita, e molti di coloro che ci vengono riferiscono di aver provato una sensazione di “ritorno a casa” o di appartenenza dal momento in cui mettono piede sul suolo scozzese. La Scozia ha anche assistito a un aumento dei viaggi basati sulla genealogia e sulla storia basati su popolari serie tv ambientate nel Paese come Outlander.

Per i viaggiatori che conoscono i nomi di alcuni dei loro antenati, il sito governativo Scotland’s People offre cordoni ricercabili per nome e anno. Altri, che potrebbero iniziare con un cognome scozzese distintivo, possono provare a ricercare il nome del loro clan; una piccola attività con sede a Leith, Scots Clan, offre un elenco completo dalla A alla Z di ogni clan, con motti, tartan e persone e luoghi associati. Con oltre 30 siti e 5.000 anni di storia, l’Explorer Pass offerto da Historic Environment Scotland è un modo per scoprire luoghi che potrebbero essere degni di nota per la famiglia, come Campbell Castle o gli antenati ancora più antichi dell’insediamento preistorico e norreno di Jarlshof.

Scozia

Fonte: iStock

Kilchurn Castle in Scozia

India

Con la più grande diaspora del mondo, con circa 18 milioni di persone nate nel Paese registrate come residenti all’estero, l’India ha buone ragioni per attrarre sia quei cittadini che altri con origini indiane per una visita. Più di recente il governo ha lanciato il Pravasi Bharatiya Express, un nuovissimo treno turistico proprio per coloro che hanno un’origine indiana. Tuttavia bisogna avere un’età compresa tra 45 e 65 anni per qualificarsi per il viaggio, la cui partenza è prevista per il 9 gennaio 2025, una data scelta per commemorare il ritorno del Mahatma Gandhi dal Sudafrica all’India nel 1915.

Sebbene il treno abbia una capacità di soli 156 passeggeri, il viaggio di tre settimane toccherà importanti siti turistici e religiosi in tutto il Paese, tra cui Ayodhya, Patna, Gaya, Varanasi, Mahabalipuram, Rameshwaram, Madurai, Kochi, Goa, Ekta Nagar (Kevadia), Ajmer, Pushkar e Agra. Le candidature possono essere inviate al governo che coprirà la maggior parte dei costi per i selezionati.

È probabile che questi tipi di investimenti continueranno mentre l’India concentra i suoi sforzi turistici sulla promozione del patrimonio. Il Paese ha già assistito a una spinta post-pandemia, con una crescita del 46% sia nel turismo in entrata che in uscita, secondo Trevolution Group. Dietro questa tendenza, il rapporto ha visto un grande balzo negli indiani americani che tornano nel Paese per vedere amici e parenti, suggerendo che il viaggio delle radici continuerà a essere un motore di crescita del turismo per il Paese.

Stati Uniti

Sebbene gli Stati Uniti e il Canada abbiano entrambi visto molta immigrazione europea come colonie britanniche, il costo di quell’immigrazione per gli indigeni è stato troppo spesso spazzato via. Spesso costretti ad andare lontano dalle loro terre locali, gli indigeni non avevano altra scelta che vivere altrove. Oggi alcuni uffici del turismo hanno compiuto sforzi significativi per accogliere di nuovo i discendenti, lavorando in collaborazione con i leader indigeni locali per preservare e condividere l’importante storia con i discendenti sfollati e altri visitatori della regione.

Un esempio è l’area che ora è Macon, Georgia, che un tempo era composta da 60 villaggi che formavano la Muscogee (Creek) Nation. Tuttavia, l’Indian Removal Act del 1830 trasferì forzatamente la Muscogee Nation in Oklahoma. Tuttavia l’importanza del sito storico originale non è mai andata perduta e l’ufficio turistico Visit Macon ha lavorato in collaborazione con la Muscogee Nation per preservare siti storici come l’Ocmulgee Mounds National Historical Park che ospita 17.000 anni di storia indigena.

Le parti interessate hanno entrambe spinto affinché l’area venisse designata come parco nazionale e, se ciò fosse concesso, diventerebbe uno dei primi parchi del Paese ad essere co-gestito da una tribù indigena. I cittadini della Muscogee Nation sono tornati nella loro terra non solo come visitatori, ma anche come partecipanti attivi alle iniziative edilizie e alle celebrazioni per la città di Macon. Il National Park Service assume regolarmente cittadini Muscogee (Creek) e la priorità è data ai membri della Nation per le posizioni disponibili. A settembre 2024 sono stati svelati i primi segnali stradali che condividono sia il nome inglese che Creek, con altri 100 che saranno installati nel distretto del centro nei prossimi mesi.

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Riapre il Parco Archeologico di Gabii a Roma

Che Roma sia al centro dell’attivo dibattito sull’overtourism non stupisce considerate le sue bellezze storiche e artistiche. I visitatori continueranno ad arrivare a milioni, soprattutto in vista dell’inizio del Giubileo 2025 previsto per il 24 dicembre con l’apertura della prima Porta Santa alla Basilica di San Pietro. È inevitabile, quindi, la creazione di nuovi programmi turistici pensati per stimolare i visitatori a scoprire siti e attrazioni meno conosciute. Tra questi c’è “Unexpected Itineraries” e l’inaugurazione, prevista per il 23 novembre, del nuovo percorso dedicato al Parco Archeologico di Gabii, chiuso per molti anni e riaperto solo in occasione di eventi e giornate particolari.

Questo progetto, portato avanti con un investimento pari a 1,2 milioni di euro, ha come obiettivo quello di valorizzare i luoghi meno conosciuti di Roma e promuovere un turismo sostenibile e digitale.

Unexpected Itineraries: alla scoperta di una Roma poco conosciuta

Con l’obiettivo di allontanare i turisti dal centro storico di Roma e dare un po’ di respiro alla città, tra le maggiori destinazioni colpite dall’overtourism, è stato creato un nuovo progetto chiamato “Unexpected Itineraries” che partirà il 23 novembre. Presentato a Firenze dall’assessore al Turismo, Sport, Moda e Grandi eventi di Roma Capitale, Alessandro Onorato, al forum “Il ruolo delle città nella governance del turismo”, il progetto è stato pensato per rendere più sostenibile e digitale il turismo nelle principali città d’arte italiane che ospitano siti Patrimonio Unesco, come Roma.

Gli itinerari creati sono in totale sette, i quali verranno presentati uno alla volta fino ad aprile 2025. Tra questi citiamo l’Esquilino, da via Statilina all’Aquario Romano, il fiume Almone e la zona del Gazometro con Garbatella, Tor Marancia e i murales, il Parco degli Acquedotti e Forte Bravetta, tutti siti ricchi di storia, ma ancora poco conosciuti. Il primo a essere inaugurato sarà il Parco Archeologico di Gabii che, dopo anni di chiusura, potrà essere finalmente visitato tutti i giorni.

La riapertura del Parco Archeologico di Gabii

Non è un caso che a inaugurare il progetto sia proprio il Parco Archeologico di Gabii. È da anni che i cittadini e non solo richiedono degli interventi per valorizzare e rendere fruibile il sito, uno dei più significativi e importanti parchi archeologici del territorio del comune di Roma. Quest’area archeologica, infatti, situata lungo la via Prenestina antica, a circa 20 chilometri dalla Capitale, era uno dei centri politici e culturali più importanti del Lazio in epoca protostorica, insieme a Tibur, Preneste e ad altre città che controllavano la bassa valle dell’Aniene, del Sacco e del Liri.

Grazie al progetto “Unexpected Itineraries”, sarà possibile accedere al sito tutti i giorni. Tra tutti gli investimenti, infatti, quasi 10 milioni di euro arriveranno alla Città di Gabii che consentiranno di tenere il parco aperto quotidianamente e di rilanciare una zona, compresa la vicina città medievale di San Vittorino, ancora poco conosciuta non solo dai turisti stranieri, ma anche italiani.

Chi visiterà il parco archeologico, soprattutto in occasione del Giubileo 2025, potrà scoprirlo con i nuovi percorsi che saranno arricchiti da una segnaletica interattiva e da un’app multimediale bilingue che accompagnerà i turisti durante la loro visita, offrendo informazioni storiche e culturali dettagliate e rendendo l’esperienza più coinvolgente.

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Bodø, la panchina con vista sull’aurora boreale è un sogno. Come raggiungerla

L’aurora boreale è tornata a dare spettacolo infiammando i cieli dei Paesi del nord Europa e non solo. Tra le destinazioni più magiche da raggiungere in questo periodo c’è sicuramente Bodø, la “capitale” del Nordland norvegese che deve la sua fama anche e soprattutto alla fervente scena culturale.

Questa città, situata a nord del Circolo Polare Artico, è infatti una delle mete più affascinanti e attraenti per chi giunge in Norvegia. Non solo perché è il perfetto punto di partenza per chi vuole esplorare la natura selvaggia del territorio, ma anche perché è una destinazione in continua evoluzione, soprattutto dal punto di vista artistico e culturale, come dimostra il titolo di Capitale Europea della Cultura del 2024.

Insomma, i motivi per raggiungere la città sono tantissimi e, a questi, se ne aggiunge uno davvero magico. Sulla spiaggia di Ausvika infatti, ad appena 10 minuti da Bodø, sono state installate delle panchine con vista sull’aurora boreale. La visione è un sogno a occhi aperti.

Osservando l’aurora boreale in Norvegia: il posto più bello

Organizzare un viaggio in Norvegia, in ogni periodo dell’anno e in tutte le stagioni, è sempre un’ottima idea, lo è perché il Paese scandinavo offre tutta una serie di paesaggi mozzafiato che si snodano tra le montagne, i ghiacciai e i profondi fiori lungo la costa. Farlo adesso, però, permette ai viaggiatori di vivere esperienze davvero uniche che lasciano senza fiato.

Questo, infatti, è il periodo perfetto per andare a caccia di aurora boreale, dato che l’attività di questo fenomeno è intensa come non mai. Gli spettacoli del cielo sono più frequenti e vivaci, e lo saranno fino al 2026, registrando un picco importante che si verifica ogni 11 anni circa.

I luoghi da raggiungere per contemplare lo show della natura a testa in su sono tantissimi, tra questi spicca la Norvegia settentrionale che, con i suoi cieli tersi e l’inquinamento luminoso ridotto al minimo, si candida a destinazione perfetta per ammirare l’aurora boreale.

E se è vero che a guardare la lista dei luoghi da raggiungere non c’è che l’imbarazzo della scelta, è altrettanto vero che c’è un posto che, più degli altri, regalerà agli avventurieri un’esperienza unica e irripetibile.

Sulla spiaggia di Ausvika – una delle più suggestive e affascinanti del Paese – sono state infatti installate delle panchine che affacciano direttamente sull’aurora boreale. Qui, ad appena dieci minuti da Bodø, il designer Sander Kommedahl ha voluto regalare un sogno a cittadini e viaggiatori di tutto il mondo.

Le sedute, progettate con l’obiettivo di permettere di godere lo show nel migliore dei modi, si affacciano sul mare e sul cielo, e possono essere utilizzate da chiunque in maniera gratuita.

Panchina sull'aurora boreale, Norvegia

Fonte: Nadia Nordskott/visitnorway.com

Le panchine con vista sull’aurora boreale in Norvegia progettate dal designer Sander Kommedahl

Come avvistare l’aurora boreale: consigli utili

Bodø, e più in generale la Norvegia del nord, è la destinazione perfetta da raggiungere in questo periodo. Come abbiamo anticipato, infatti, il fenomeno dell’aurora boreale è ora nel suo picco massimo. Questo vuol dire che le probabilità di avvistare quella danza dalle infinite sfumature che infiamma il cielo sono più alte che mai.

Ma qual è il momento migliore per avvistare l’aurora boreale? I mesi ideali per ammirare il fenomeno sono quelli che vanno da ottobre a fine marzo. Per godere dello spettacolo in tutta la sua bellezza è consigliabile scegliere un luogo buio, lontano quindi dalle luci cittadine e da qualsiasi altra fonte luminosa, e volgere lo sguardo verso nord. Prima di partire per la caccia consigliamo, inoltre, di controllare le previsioni: la visione appare in tutto il suo splendore quando il cielo è terso e privo di nuvole.

La panchina con vista sull'aurora boreale a Bodø

Fonte: Nadia Nordskott/visitnorway.com

Spiaggia di Ausvika, Bodø
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Perché le rotte degli aerei sono curve?

Ci sono domande che chi viaggia si sarà posto spesso, magari però non trovando mai la risposta. Una di queste potrebbe essere proprio quella in merito alle rotte degli aerei che non vediamo mai come linee dritte che uniscono un punto della mappa all’altro, ma come curve. A osservarle sembra quasi che i velivoli compiano un viaggio più lungo e articolato per giungere a destinazione, ma la verità è che non è così.

C’è una spiegazione a quella curvatura e la traiettoria ha anche un nome, ovvero ortodromia, ma davvero seguono quella direzione?

Questa è la spiegazione delle rotte che compiono gli aerei e del perché vengono rappresentate così.

Perché le rotte degli aerei sono curve?

È capitato a tutti coloro che sono saliti su un velivolo, ma anche a chi ha seguito i viaggi di amici e parenti su apposite app:, infatti osservando le rotte si nota un particolare: non sono linee rette ma curve.

E no, non è un errore e neppure un percorso più lungo. Si chiama, infatti, ortodromia ed è quella traiettoria, in genere e se possibile la più breve, che unisce l’aeroporto di partenza e quello di arrivo, il fatto che non sia dritta è dovuto semplicemente al fatto che la terra è sferica e per questo motivo il percorso più breve potrà essere rappresentato solo così. Nella pratica, ovviamente, l’aereo segue un percorso dritto e in genere il più veloce. Anche se ci sono delle eccezioni.

Quando l’aereo non percorre il tragitto più breve

Se c’è una linea curva più comoda e veloce per raggiungere la destinazione, è anche vero che non è quella che viene sempre percorsa dai velivoli. Infatti, la rotta di viaggio viene tracciata tenendo in considerazione anche altri fattori come il meteo: se i venti sono favorevoli o se ci sono delle perturbazioni allora potrebbe convenire modificare il percorso. Lo stesso vale per zone di guerra o a rischio conflitto, sopra le quali non si passa.

Ci sono tantissimi fattori che incidono su quella linea “curva” che vediamo sulla mappa, compreso anche il percorso che compiono gli altri velivoli poiché il cielo è molto trafficato, proprio come un’autastrada, e gli aerei si devono muovere all’interno di specifici percorsi al fine di evitare incidenti.

Tenuto conto di tutti i dettagli più importanti che, ripetiamo, sono meteo, Paesi che si sorvolano e rotte degli altri aerei, verrà tracciata l’ortodromia. Che apparirà sempre come una linea curva, ma solo perché la Terra ha una forma sferica. Attenzione però, anche questa è solo una rappresentazione, infatti per essere più precisi nella realtà è un ellissoide, ovvero è leggermente schiacciata nei punti in cui ci sono i poli.

Perché la traiettoria degli aerei è curva

Fonte: iStock

Tutto quello che devi sapere sulla traiettoria degli aerei

Le altre curiosità di volo

Oltre alla forma della Terra, che determina la rappresentazione delle traiettorie di volo, ci sono altre curiosità che chi sale su un aereo non sempre conosce.

Ad esempio, la forma dei finestrini, che non sono così per ragioni estetiche: gli oblò sono ovali perché così possono contrastare la decompressione ed evitare le crepe, mentre le luci verdi e rosse sulle ali servono a rendere più visibile il velivolo nel corso della notte.

Un’altra cosa da sapere, e che forse tranquillizzerà molti, è che il portellone non può essere aperto durante il volo, questo a causa della pressione tra esterno e interno. Così come non si può rimanere chiusi nel bagno: una levetta esterna permette al personale di bordo di aprire la porta in caso di necessità.