Categorie
Curiosità luoghi misteriosi Massachusetts Nord America Viaggi

Halloween nella città delle streghe: il grande ballo ha inizio

Affacciata sulla sulla baia del Massachusetts, e situata nella contea di Essex, esiste una città che cela tra i suoi vicoli e i quartieri una storia tanto infausta quanto drammatica che non può essere dimenticata.

Si tratta della città delle streghe, proprio quella in cui si diede vita alla storica caccia a partire dal 1961. Mentre da una parte delle giovani donne dichiaravano di essere diventate le vittime di un maleficio, dall’altra molte altre venivano arrestate davanti al tribunale istituito appositamente per la causa, e condannate a torture o morte.

Un capitolo nero, questo, che riguarda la storia dell’umanità intera che però, nei secoli si è trasformato in un vero e proprio fenomeno culturale che non ha lasciato indenni gli amanti dell’occulto e tutti i viaggiatori affascinati dai luoghi del mistero. Perché oggi Salem è anche questa, non solo la città delle streghe, ma una destinazione affascinante e suggestiva da raggiungere, magari proprio in occasione di Halloween e del grande ballo delle streghe.

Benvenuti a Salem

Situata a circa 30 chilometri da Boston, Salem è diventata con gli anni la meta prediletta di tutti i viaggiatori affascinanti dal mistero e dalla magia. A lasciarsi suggestionare dalla città del Massachusetts, non sono solo gli avventurieri amanti del brividi e gli appassionati di storia, ma anche i registi che proprio qui hanno scelto di ambientare alcune pellicole cult del settore.

Salem, infatti, ha fatto da sfondo ai celebri film come Hocus Pocus, la Seduzione del Male e Le streghe di Salem, attirando ancora di più l’attenzione di persone provenienti da ogni parte del mondo.

Sono tanti i viaggiatori che qui si recano in ogni stagione dell’anno. Sono affascinati sicuramente dalle attrazioni storiche e naturali che appartengono ai territori del New England, ma anche e soprattutto dalla possibilità di poter ripercorrere le orme delle streghe che sopravvivono nel Witch Museum, che traccia la storia del processo, e la Witch House, la casa delle streghe un tempo appartenuta al giudice Jonathan Corwin, nonché l’unico edificio rimasto a testimonianza del periodo della caccia alle streghe.

Come dicevamo sono numerosi i viaggiatori che raggiungono la città di Salem, inserendola negli itinerari del dark tourism, e indagare così sul grande mistero della stregoneria. E se è vero che questo affascina durante tutto l’anno, è vero anche che c’è un periodo specifico in cui la magia diventa assoluta protagonista: Halloween. È durante la notte più spaventosa di sempre, infatti, che viene organizzando un grande evento: il ballo delle streghe.

Museo delle streghe

Fonte: iStock/pabradyphoto

Museo delle streghe, Salem

Il grande ballo delle streghe

C’è qualcosa di straordinariamente suggestivo che accade a Salem quando l’autunno arriva, e non è solo lo spettacolo dei colori messo in scena da Madre Natura. A ottobre, infatti, la città del Massachusetts inaugura tutta una serie di eventi che celebrano, commemorano e indagano le streghe.

A partire dal 1982, infatti, la Camera di Commercio della città in collaborazione con il Witch Museum, organizza il Salem Haunted Happenings Festival, una manifestazione che dà vita a una serie di eventi misteriosi e affascinanti che coinvolgono cittadini e viaggiatori di ogni età. Ci sono feste, concerti e mercatini, e tantissime occasioni per ripercorrere la storia del processo, ma anche per esplorare la magia e la stregoneria.

Appuntamenti incredibili immersi in un’atmosfera suggestiva che culminano con un grande e imperdibile evento organizzato in occasione di Halloween: il ballo delle streghe. Salem Witches Halloween Ball, questo il nome ufficiale della manifestazione, attira ogni anno viaggiatori, persone e “streghe” provenienti da ogni parte del mondo per trascorrere una notte all’insegna della musica, del divertimento, del mistero e della magia. Chi ha il coraggio di partecipare?

La casa delle streghe, Salem

Fonte: iStock/traveler1116

La casa delle streghe, Salem
Categorie
castelli Curiosità Viaggi

Intorno a questo castello cresce una siepe gigantesca: è spettacolare

Se siete appassionati di storie di principesse, regnanti, cavalieri e battaglie, allora probabilmente in cima alle vostre travel wish list ci sono tutti quei luoghi dove campeggiano a vista grandi e maestosi castelli.

Ce ne sono tantissimi in tutto il mondo. Alcuni sono iconici, perché conservano storie leggendarie che ancora oggi ci appassionano, altri sono sensazionali perché assomigliano per forme e lineamenti ai castelli che hanno fatto da sfondo alle favole più belle. Ce ne sono altri ancora, invece, che catturano la nostra attenzione per i misteri, le curiosità o altri fatti bizzarri che li riguardano.

E a proposito di cose strane, sapevate che nel Regno Unito esiste un castello bellissimo che è circondato da una delle siepi più alte e spettacolari del mondo? Scopriamolo insieme.

Il Castello Rosso nel Regno Unito

Il nostro viaggio di oggi ci conduce nel Regno Unito, proprio nella terra dei castelli. Ce ne sono così tanti, che si snodano su tutto il territorio, che fare un elenco preciso sembra quasi una missione impossibile.

Alcuni sono così celebri, e già scelti come meta di viaggio, che non hanno bisogno di presentazioni. Ma ce ne sono altri che sono meno popolari, ma non per questo meno straordinari.

Il castello che vogliamo raggiungere oggi, insieme a voi, si trova nei dintorni di Welshpool, una cittadina gallese nella contea di Powys. Le origini dell’edificio risalgono al XII secolo quando i principi della contea vollero erigere questa fortezza. L’aspetto che vediamo oggi, però, è frutto di diverse ristrutturazioni effettuate nelle epoche dei Tudor e degli Stuart.

Nato come residenza fortificata dei principi di Powys, il castello oggi rappresenta uno dei migliori esemplari meglio conservati di fortezza del Galles, motivo per il quale è entrato a far parte del National Trust.

Se siete appassionati di castelli e di fortezze, non potete non inserire una visita a questo edificio in occasione di un viaggio in Galles. Il castello di Powis, conosciuto anche come Castello Rosso, è situato su uno sperone roccioso ed è contraddistinto dal colore rosa ed è immerso in una campagna lussureggiante e rigogliosa. Ad attirare l’attenzione dei visitatori, però, è soprattutto il suo giardino. Un’area meravigliosa che ospita giardini pensili, terrazzamenti all’italiana e siepi grandiose, di diverse forme e grandezze.

Un’area meravigliosa che ospita giardini pensili, terrazzamenti all’italiana e siepi grandiose, di diverse forme e grandezze.

Ed è proprio una di queste siepi ad aver attirato la nostra attenzione. Una grande muraglia naturale e verticale che si inerpica sul muro che circonda il castello per 14 metri.

I giardinieri del National Trust a lavoro sulla siepe che circonda castello di Powis

Fonte: IPA

I giardinieri del National Trust a lavoro sulla siepe che circonda il castello di Powis

Una montagna vegetale intorno al castello

È maestosa e imponente, sicuramente unica al mondo, stiamo parlando della straordinaria siepe che circonda una parte del Castello di Powis e che svetta verso il cielo per 14 metri di altezza.

Le sue dimensioni sono così ampie che, a prima vista, sembra quasi di trovarsi di fronte a una montagna verdeggiante situata a ridosso dell’edificio.

Le origini di questa siepe topiaria, costituita da diversi esemplari tra cui tasso e larice, sono antichissime e affondano le loro radici nel XVIII secolo, quando gli arbusti furono piantanti. Con gli anni, la forma insolita di questa barriera naturale, e la sua secolare storia, l’hanno trasformata in una vera e propria attrazione turistica, forse la più suggestiva dell’intero giardino.

Così ogni anno durante la stagione autunnale una squadra di giardinieri esperti nel National Trust, lavora per potare questa siepe spiccando il volo grazie a un braccio meccanico che li porta fino in cima. Per completare il lavoro ci vogliono circa 10 settimane. Il risultato però è sempre straordinario!

La potatura della siepe del castello di Powis

Fonte: IPA

La potatura della siepe del castello di Powis
Categorie
Curiosità location serie tv Luoghi da film Viaggi

Le location insolite della fiction Tv “Sopravvissuti”

La fiction televisiva RAI “Sopravvissuti” racconta le vicende di un gruppo di sopravvissuti a una tragedia avvenuta in mare a bordo di un’imbarcazione chiamata Arianna. È ambientata a Genova e dintorni.

Grazie alla Genova Liguria Film Commission che ha dato una mano alla produzione a trovare location insolite, il pubblico ha la chance di scoprire attraverso il piccolo schermo alcuni luoghi davvero curiosi e poco noti del Capoluogo ligure.

Puntata dopo puntata emergono dettagli sempre più curiosi su questa splendida città ligure che sta vivendo una vera rinascita.

Le case panoramiche dei protagonisti

Gli splendidi palazzi, spesso con vista mozzafiato sulla città e sul mare, dove vivono i protagonisti sono uno più bello dell’altro. Luca (interpretato da Lino Guanciale) vive in una bella palazzina Liberty nella zona del Lido, la spiaggia dei genovesi, tra via Giordano Bruno e corso Italia, con una terrazza panoramica che regala una vista impagabile.

Una vista meravigliosa ce l’ha anche Anita (l’attrice Pia Lanciotti), madre di uno dei dispersi, Gabriele, che vive in un appartamento tutto vetrato all’ultimo piano di un palazzo nella zona della Cattedrale di San Lorenzo con vista sul porto.

Non solo Porto antico

Protagonista assoluto è il porto di Genova, dove è ambientata la partenza della barca Arianna e il ritorno del relitto. Questa insenatura naturale, che per secoli è stata teatro del più importante commercio del Mediterraneo, oggi è il cuore turistico e culturale del Capoluogo ligure.

Tuttavia, più ci si addentra nella vicenda più i flashback mostrano i dettagli degli ambienti intorno ai quali è incentrata la storia. Il cantiere navale dove è stata costruita l’Arianna e dove lavorano molti dei protagonisti di “Sopravvissuti” è stato ricreato nei silos dei Magazzini del Cotone, nel Porto antico di Genova, dove si svolge ogni anno il Salone nautico ma che ospita anche locali e cinema che molti spettatori avranno già riconosciuto.

Questi edifici furono costruiti nel 1800 come magazzini per il deposito del cotone con tanto di binari ferroviari per trasportare la merce arrivata via mare fuori città. Sono stati sistemati nel 1992 in occasione dell’Expo Colombiana per il 500° anniversario della scoperta dell’America.

Sempre in una parte del Porto antico è stato ambientato l’hangar dove i sopravvissuti incontrano i loro famigliari: si tratta del padiglione B Jean Nouvel della fiera di Genova che fa parte del nuovo Waterfront di Levante, il progetto pensato da Renzo Piano per riqualificare il lungomare genovese dal punto di vista architettonico e tecnologico.

Altre location inedite

La figlia di Luca, Maia, e uno dei sopravvissuti, Nino, frequentano la stessa scuola. L’edificio usato per il Liceo scientifico statale Carlo Cattaneo è in realtà l’Albergo dei Poveri, nel quartiere di Castelletto, sulle alture di Genova. L’edificio del 1600 è nato proprio per ospitare i poveri della città e non ha mai cambiato destinazione d’uso. Poco lontano si trova uno degli edifici più famosi di Genova che spesso viene inquadrato dalle telecamere durante le panoramiche sulla città.

Si tratta del Castello Bruzzo, una villa commissionata dall’ingegner Pietro Micheli (un tempo si chiamava appunto “villa Micheli”) all’architetto Gino Coppedè nel 1904 e che riprende il modello del Castello Mackenzie, sempre a Genova e Bene del FAI. Oggi è sede di eventi.

Categorie
Curiosità Viaggi

La città italiana dove tutti hanno lo stesso (famoso) cognome

Nel mondo esistono moltissime città peculiari, che si contraddistinguono per le più svariati meraviglie, particolarità o stranezze. E proprio di una (apparente, almeno) stranezza parleremo oggi, andando a scoprire una città italiana dove tutti (o quasi) hanno lo stesso cognome.

E no, non è un cognome qualsiasi. Al contrario, è molto noto perché a portarlo è anche un attore e regista di origini italiane che nel corso della sua carriera è stato nominato agli Oscar e ha vinto un Golden Globe.

La storia di una città piccola ma da scoprire

Di quale cognome e di quale città stiamo parlando? Il cognome è Tucci, proprio quello dell’attore Stanley Tucci, e la città (piccolissima) è Marzi. Si tratta di un Comune italiano che conta appena 962 abitanti e si trova nella provincia di Cosenza, in Calabria. Non tutti la conoscono, ma Marzi è davvero suggestiva: risale al 984 dopo Cristo e ha visto passare tanta, tanta storia tra i suoi vicoli.

Uno scorcio di Marzi, in Calabria

Pare che i suoi abitanti, un tempo, andassero alla ricerca di un’antica divinità (probabilmente Ecate) che a loro giudizio dimorava in questo luogo che si contraddistingueva per la pace e per il torrente che scorreva sereno e incantevole. Il centro della cittadina è stato anche teatro di drammi, come quello del terremoto del 1948, che lo distrusse.

Marzi e il “cittadino” Stanley Tucci

Ma cosa c’entra questo comune in Calabria con Stanley Tucci? Come abbiamo già detto, il cognome più diffuso (quasi metà del paese lo porta) è proprio quello dell’attore e regista. Nel corso della serie originale della CNN Searching for Italy, l’attore si è recato a Marzi con i suoi genitori, Stanley Tucci Junior e Joan Tropiano, sulle tracce dei suoi nonni.

Il paese di Marzi in Calabria, dove molti si chiamano Tucci

Il nonno di Stanley, Stanislao Tucci, viveva nella città e il padre dell’attore cercava di rintracciare la casa dove aveva abitato da bambino, ma la “caccia” al luogo è stata difficile, perché in moltissime porte compariva il famoso cognome, spiazzando un po’ l’allegra combriccola, che si è però goduta ogni momento e ha anche “approfittato” dell’ospitalità delle persone del luogo.

La curiosa ricerca della casa, però, ha portato la giornalista Christiane Amanpour (che accompagnava l’attore e i suoi genitori) a volerne sapere di più sulla presenza così elevate di questo cognome nella città.

Marzi e Tucci: combinazione inscindibile

In effetti, Christiane Amanpour ha scoperto che almeno metà della popolazione di Marzi si chiama Tucci. Una cosa che, a ben pensarci, non è del tutto stupefacente: la città è piccina e Tucci è un nome molto, molto diffuso in questo angolo di mondo, anche per via di antichi legami di parentela e di sposalizi tra famiglie provenienti da nuclei molto vicini.

Panoramica di Marzi, in Calabria

L’esplorazione del luogo, però, è servita ad accendere i riflettori sul borgo che, in realtà, è una è piccola perla compresa nella valle del fiume Savuto. Dunque, la particolarità del cognome è un’ottima scusa per il turismo, che si spera arrivi copioso in quel di Marzi, una cittadina che tra storia, buona cucina e pace ha da offrire davvero tanti spunti e tanta bellezza.

Categorie
Curiosità itinerari culturali location serie tv Monumenti Viaggi

Ora puoi dormire nel palazzo di Sissi apparso su Netflix

Fuggire dal solito tran tran, viaggiare verso un luogo storico e dimorare all’interno di vero palazzo nobiliare sarebbe bellissimo, vero? Immaginatevi, allora, quanto possa essere suggestivo dormire nel palazzo di Sissi visto su Netflix, quella straordinaria location barocca perfettamente incastonata nella campagna bavarese.

Ora smettete di immaginare e iniziate a pensare di farlo davvero, perché sì, Palazzo di Weissenstein, dimora imponente edificata nel 1700, apre le porte per far soggiornare ospiti che vogliano essere trattati come nobili e… come imperatori e imperatrici, naturalmente.

Il Palazzo di Sissi e la sua storia

Sì, nonostante nella serie tv Netflix il Palazzo di Weissenstein sia la dimora della principessa/imperatrice ottocentesca Sissi, in realtà è stato costruito nel secondo decennio del 1700. Era una delle dimore più invidiate dell’antica Germania, per la sua bellezza e la sua pace: non a caso fu costruito per divenire la residenza estiva dei principi-vescovi di Bamberga.

Il Palazzo, costruito da due dei più grandi architetti germanici dell’epoca (Johann Dientzenhofer e Johann Lucas von Hildebrandt) lo immaginarono e lo realizzarono con una pianta a ferro di cavallo, una grande corte d’onore, delle splendide scuederie curvilinee e un parco sul retro, che assicura serenità e privacy.

Il Palazzo di Weissenstein, location della serie tv dedicata a Sissi: ora ci si può dormire

I suoi interni, se possibile, sono ancor più suggestivi. Ogni sala è decorata con grande fasto e lo Scalone D’Onore, che si sviluppa su tre piani, è sormontato da colonne corinzie scanalate. Nella volta sopra lo Scalone è stato realizzato un affresco (firmato da Johann Rudolph Byss e Giovanni Francesco Marchini) che raffigura le divinità dell’Olimpo e i continenti conosciuti fino ad allora.

All’interno del palazzo si trovano anche di capolavori rinascimentali e barocchi di grandi pittori europei, tra cui Pieter Bruegel il Vecchio, Rembrandt e Van Dyck Rubens e Tiziano.

L’apertura al pubblico del Palazzo di Sissi

Vista la sua opulenza e la sua bellezza non è un caso che il Palazzo di Weissenstein sia uno dei luoghi chiave di Sissi nella serie Tv “L’imperatrice”. L’edificio era più che degno di essere trasformato nella reggia imperiale della Principessa, con degli standard di sfarzo davvero elevati. Ora però l’erede della tenuta, la Contessa Benedicta von Schönborn-Wiesentheid, ha deciso di aprirlo al pubblico collaborando con Airbnb.

Il Palazzo di Weissenstein, location della serie tv dedicata a Sissi: ora ci si può dormire

«Sissi – ha dichiarato la Contessa – era un’icona fashion, una sportiva, una viaggiatrice, una poetessa, ma è stata anche un’eroina tragica uccisa dalla lama di un assassino. Questa è l’occasione per poter condividere un piccolo assaggio del suo mondo». Agli ospiti sarà messa a disposizione una stanza solitamente chiusa, decorata e allestita con arredi che trasporteranno gli ospiti proprio al tempo di Sissi.

Come dormire nel Palazzo di Sissi?

Ma come si fa a dormire nel Palazzo di Sissi? Come abbiamo detto, la Contessa Benedicta von Schönborn-Wiesentheid ha scelto di collaborare con Airbnb, che a partire a partire dal 2 novembre 2022 alle ore 19 (CET) lo renderà disponibile nella sezione Dimore Storiche o cliccando sull’apposito collegamento.

Il Palazzo di Sissi dove si può dormire

Il soggiorno comprende anche un tour esclusivo del Palazzo, con l’accesso ad aree generalmente chiuse al pubblico e dunque inaccessibili. Tra queste anche la “Sala delle Conchiglie”, dove sono previste una cena e una colazione in stile imperiale.

Categorie
Curiosità linee aeree offerte vacanze Viaggi

Offerta early booking easyJet: prenota ora la prossima estate

easyJet ha annunciato la programmazione estiva del 2023 per iniziare a pensare alle prossime vacanze. Con l’occasione, ha lanciato anche un’offerta low cost con voli a partire da 29,99 euro.

Si potrà volare dal 9 maggio al 30 settembre 2023 dall’Italia verso decine di mete, una più bella dell’altra.

Saranno ben 70 le destinazioni raggiungibili con i collegamenti diretti della compagnia verso 18 Paesi tra Europa, Nord Africa e Medioriente.

Mete per l’estate 2023

Per chi conosce già la meta di viaggio della prossima estate, è un’occasione unica per prenotare un biglietto aereo a tariffe assolutamente convenienti. Come la Grecia, per esempio, che è sempre piuttosto costosa, soprattutto man mano che le vacanze estive si avvicinano. easyJet vola verso le isole greche partendo dagli aeroporti di Milano Malpensa, Napoli e Venezia.

il mare in Grecia

Fonte: iStock

Estate a Mykonos

Anche la Croazia sta diventando sempre più gettonata. E anche più costosa. I voli in offerta sono validi anche per mete come Dubrovnik e Spalato raggiungibili da Milano e da Napoli.

E naturalmente ci sono i nostri mari, quelli splendidi della Sardegna, della Puglia, della Calabria e della Sicilia, che non hanno nulla da invidiare ai Caraibi. Anche questi in offerta, per chi ha già in programma un’estate al Sud.

Mete invernali

Senza aspettare la prossima, estate, ci sono posti dove andare anche quest’inverno, tra cui due nuove rotte assolutamente imperdibili. La prima è Madeira, soprannominata il “giardino galleggiante” per la sua natura incontaminata e il clima sempre primaverile. Nel bel mezzo dell’Atlantico, possiamo definirla una meta “esotica”, ideale per chi ama la natura e fare attività all’aria aperta, dal trekking alle spiagge di origine vulcanica. Il primo volo decollerà il 4 dicembre da Malpensa.

L’altra meta, perfetta per le famiglie – ma non solo – è Rovaniemi, il villaggio di Babbo Natale. Un luogo magico che farà felici tutti i bambini che finalmente potranno incontrare il vecchietto che ogni notte di Natale porta loro i doni. Ma sia la cittadina sia tutta questa zona della Lapponia Finlandese è pura magia, e regala esperienze uniche: dalla slitta trainata dalle renne (o dagli Husky) alla pesca nel ghiaccio, dai villaggi Sami alle bubble room da dove ammirare lo spettacolo dell’aurora boreale al calar della sera. I voli per questa meta da sogno sono programmati per tutto il mese di dicembre e di gennaio.

Rovaniemi

Fonte: 123RF

Rovaniemi, la casa di Babbo Natale
Categorie
arcobaleni Curiosità lago Posti incredibili Viaggi

Il lago italiano che ha rubato i colori all’arcobaleno

Esiste un posto di incantevole bellezza, nel nostro Paese, incastonato tra i fitti boschi di abeti che si snodano alle pendici delle Dolomiti. Si tratta di un lago che incanta lo sguardo e riscalda il cuore perché ha rubato i colori all’arcobaleno.

È lo stesso specchio d’acqua che custodisce una leggenda tanto antica quanto affascinante, che oggi esattamente come ieri rende questo lago uno dei luoghi più magici del nostro stivale da vedere almeno una volta nella vita.

Il suo nome è Lago di Carezza, ed è uno scrigno prezioso che si estende ai piedi del massiccio del Latemar, lì dove i colori della natura che lo circondano si riflettono nell’acqua cristallina creando un gioco di luci e riflessi che lascia senza fiato.

Il Lago di Carezza

Esistono dei luoghi che sono così belli da non sembrare reali. Panorami plasmati dalle mani sapienti di Madre Natura che custodiscono la grande bellezza che appartiene al mondo che abitiamo. Il Lago di Carezza è uno di questi.

Situato nell’alta Val d’Ega, a un’altezza di 1534 metri, questo specchio d’acqua si snoda tra i fitti boschi che puntellano le pendici del Latemar. Il lago fa parte del comune di Nova Levante e si trova a circa 20 chilometri da Bolzano.

Esplorarlo è una vera e propria esperienza sensoriale, che travolge e sconvolge, che incanta e meraviglia. Non solo per lo scenario che lo circonda, che è un vero e proprio patrimonio naturalistico, ma anche per quei colori che brillano sotto la luce del sole e ricreano un paesaggio da fiaba, proprio lì dove è custodita tutta la magia delle Dolomiti.

Privo di immissari visibili, e alimentato dalle sorgenti sotterranee, questo specchio d’acqua viene chiamato nella lingua ladina Lec de Ergobando, che vuol dire lago arcobaleno, perché in effetti i suoi colori ricordano proprio le suggestive tinte che appaiono in cielo quando si verifica questo fenomeno atmosferico.

Il lago arcobaleno che nasconde una leggenda

Il Lago di Carezza è raggiungibile percorrendo un sentiero di circa 30 minuti che conduce proprio lì, sulle sponde di uno degli specchi d’acqua più belli d’Italia.

Magico in autunno, suggestivo in primavera, straordinario in estate e in inverno: visitare il lago è sempre un’ottima idea, in qualsiasi periodo dell’anno. Proprio con l’alternarsi delle stagioni, infatti, i suoi colori si modificano, diventano più intensi o delicati, e regalano ogni volta un paesaggio inedito e straordinario.

Non è un caso che sia stato ribattezzato Lec de Ergobando, perché i colori che tingono le sue acque sembrano proprio essere stati rubati a un arcobaleno. Tutto merito delle montagne circostanti che si riflettono nelle acque cristalline e che brillano sotto il sole, dando vita a un effetto ottico che ricorda l’arcobaleno.

I colori prismatici che hanno reso questo lago famoso in tutto il mondo, sono spiegati anche da una leggenda antica e suggestiva che viene tramandata da generazioni. Secondo la credenza popolare, infatti, un tempo il Lago di Carezza era abitato dalla bellissima ninfa Ondina che con il suo canto melodioso accompagnava il tragitto dei numerosi viandanti che giungevano fin qui. Si narra che un giorno, la sua voce, arrivò fino all’orecchio del mago Masarè che si innamorò perdutamente di lui.

Come dono d’amore, e con l’aiuto della strega Lanwerda, il mago costruì un arcobaleno scintillante dal Catinaccio al Latemar fingendosi un gioielliere per attirare l’attenzione della ninfa. Ma quando Ondina lo vide corse a nascondersi tra le acque e da quelle non uscì più. Disperato e addolorato dal rifiuto, Masarè distrusse l’arcobaleno e gettò i suoi frammenti nel lago.

Categorie
Curiosità luoghi misteriosi tradizioni Trentino Alto Adige Trento Viaggi

Tra tradizioni e fiabe: il Natale in Valsugana

C’è un periodo dell’anno che, probabilmente più di altri, ci catapulta in un mondo fatto di calore, colori e sogni che si avverano: il Natale. E c’è una zona d’Italia in cui tutto questo diventa ancor più magico poiché qualsiasi cosa sembra sospesa tra tradizione e fiaba: la Valsugana, in provincia di Trento.

Un territorio impreziosito da una natura maestosa e puntellato da tipici borghi che durante le festività indossano il loro vestito più bello. Piccole realtà dove le piazze si riempiono di luci, note e profumi grazie agli incantati Mercatini di Natale.

I migliori mercatini di Natale della Valsugana

L’atmosfera che caratterizza questa fase dell’anno dona alla Valsugana un’attrattiva irresistibile e fa sì che la fantasia diventi realtà.

Graziose casette di legno, ricche di oggetti imperdibili e prodotti tipici che conquistano qualsiasi papilla gustativa, a partire da novembre andranno a incoronare diverse località, permettendo al visitatore di scoprire in maniera ancora più intima una zona davvero speciale.

Tra i migliori Mercatini di Natale da visitare ci sono quelli di Levico Terme dal 19 novembre 2022 al 6 gennaio 2023.

Quest’anno festeggeranno la loro ventunesima edizione che avrà luogo all’interno del Parco Secolare degli Asburgo, il più importante giardino storico dei Grandi Giardini Italiani. Un angolo sontuoso di questa località termale che in occasione dell’inaugurazione dei Mercatini Natalizi rievocherà il periodo asburgico, attraverso sfilate e balli di corte in costume.

L’occasione perfetta, sia per i più grandi che per i più piccoli, per lasciarsi trasportare dalle emozioni, ma anche per scoprire l’eccellenza dei prodotti artigianali, i sapori di montagna, gli alberi secolari ricoperti di luci, il profumo di spezie, ottimi vin brûlé e i sorrisi degli artigiani.

Ma non è finita qui, perché per tutto il periodo dell’Avvento sono in programma anche tanti altri appuntamenti: la mostra di presepi, la festa della polenta, la rassegna di musiche natalizie con i cori della Valsugana, ciaspolate sul Lagorai e molto altro ancora.

Parco terme Levico mercatini casette neve turisti

Un altro luogo di questo territorio da non perdere è Pergine Valsugana dove dal 12 novembre di quest’anno al 6 gennaio del 2023 prenderà vita Perzenland & La Valle Incantata – Mercatino di Natale dei Canopi.

Una vera e propria festa dalle atmosfere che il mondo intero ci invidia. Vi basti pensare che, secondo una leggenda, durante il periodo antecedente l’Avvento gli Gnomi Minatori delle miniere scavate attorno a Pergine scendevano a Valle per mettere in vendita giochi, decori, dolcetti e prodotti artigianali e fare festa insieme ai Perginesi.

Ed è proprio su queste note fiabesche che nasce il Mercatino di Natale di Pergine Valsugana, un appuntamento che ripercorrere questa suggestiva leggenda facendo incontrare gli artigiani più antichi del territorio con i giovani artigiani e artisti che con la loro fantasia creano opere d’arte e oggetti di uso quotidiano.

E il cibo? Niente Paura! Saranno presenti anche diverse casette con prodotti di questo amabile territorio del Trentino. Vi basterà dirigervi nella pittoresca Piazzetta dei Sapori e scegliere cosa assaggiare, ma solo ed esclusivamente grazie al supporto di stoviglie e materiale lavabile. Un modo speciale per fare una sorta di viaggio nel tempo.

Un evento davvero particolare e il cui clima è reso ancor più misterioso e pregno di fascino grazie alla presenza dei Krampus, particolari diavoli in grado di dare vita a veri e propri spettacoli indimenticabili.

Poi ancora rassegne musicali e corali, racconti di leggende sotto l’albero e la tradizionale Feuernacht, la notte dei Minatori con appuntamenti di musica e danza.

Infine, ci saranno tanti eventi e laboratori dedicati ai più piccoli, come la lanternata di Natale, i laboratori per scrivere la letterina che verrà depositata direttamente nella cassetta di Babbo Natale, quelli di disegno sulla pace e la fratellanza tra i popoli. E ancora gli Elfi che gireranno per il Mercatino pronti a raccontare storie e fare fotografie insieme ai visitatori. Così come la possibilità di poter ammirare le vetrine di Pergine in cui saranno allestiti presepi tipici, mentre alcuni weekend verranno dedicati agli animali, con l’esperto che spiegherà l’utilità dell’animale specifico nei tempi antichi e moderni.

Insomma, visitare la Valsugana a Natale vuoi dire vivere davvero la magia di questa festività, ma anche scoprire storia e tradizioni di una terra che sembra uscita direttamente da un sogno.

Mercatino Natale Levico
Categorie
Curiosità itinerari culturali Viaggi viaggiare

Maestose sculture stanno trasformando il Paese in una galleria en plein air

C’è un territorio, tanto vasto quanto variegato, dove la natura regna sovrana. Si tratta di una destinazione tanto suggestiva e affascinante che rappresenta la meta più ambita di un viaggio destinato a rimanere impresso nella memoria.

Stiamo parlando dell’Outbback australiano, quel vastissimo territorio che si estende nella parte occidentale del Paese e che occupa un terzo del suo suolo.

È qui che, nel bel mezzo di quella che è l’opera più vasta mai creata da Madre Natura, imponenti sculture che svettano verso il cielo stanno trasformando il volto del territorio, rendendo il Western Australia un museo a cielo aperto dalle dimensioni stratosferiche.

Gallerie d’arte a cielo aperto nel Western Australia

Un viaggio nei territorio che si snoda nella parte occidentale dell’Australia è destinato a trasformarsi in un’esperienza incredibile e unica al mondo. E questo è vero soprattutto adesso che, quello sterminato paesaggio plasmato da Madre Natura, sta cambiando il suo volto grazie all’azione dell’uomo.

All’interno di uno scenario che con i secoli è diventato patrimonio naturale, storico e culturale di inestimabile valore, infatti, sono comparse sculture e creazioni maestose e impressionanti che hanno l’obiettivo di raccontare il territorio, i valori, la storia e le persone che lo popolano.

Capolavori artistici che entrano di diritto nella lista di cose da vedere in un viaggio del Western Australia, non solo perché con le loro dimensioni segnano dei record mondiali, ma anche e soprattutto per il loro significato.

Public Silo Trail

Fonte: Tourism Western Australia

Public Silo Trail

Tra statue giganti e silos dipinti: le meraviglie del Western Australia

Se state pensando di organizzare un viaggio nel selvaggio ovest dell’Australia, allora, non potete non inserire nel vostro itinerario di viaggio le seguenti destinazioni.

Da novembre Mandurah non è più la stessa. La città australiana situata a circa un’ora di auto da Perth, infatti, ha dato ufficialmente il benvenuto a nuovi e inediti cittadini. Si tratta dei Protettori dell’ambiente, enormi sculture in legno, alte fino a cinque metri, che raccontano la storia della comunità locale. A firmare questi capolavori, che si integrano perfettamente nella natura circostante e usano solo materiali riciclati per rispettare l’ambiente, è stato l’artista danese Thomas Dambo.

Anche nei dintorni della cittadina di Menzies, nella regione del Golden Outback, qualcosa è cambiato. Nei pressi del lago salato di Ballard, infatti, sono state innalzate 51 sculture in acciaio a grandezza naturale e dislocate in circa 10 chilometri di percorso. A firmare l’incredibile installazione, che prende il nome di Inside Australia, è stato lo scultore Antony Gormley che si è ispirato, per ciascuna scultura, a uno dei 131 abitanti del luogo.

Un viaggio nel Western Australia, però, non può non includere il Public Silo Trail, un percorso delle meraviglie che permette ai viaggiatori di esplorare una vera e propria galleria d’arte a cielo aperto immersa in un territorio selvaggio e incontaminato. I vecchi silos industriali, che si snodano tra Northam, Ravensthorpe e Albany, sono stati trasformati in capolavori artistici, grazie all’arte dei murales, che raccon la storia delle persone e del territorio locale.

L’ultima tappa di questo viaggio ci conduce nella cittadina di Collie, nel South West. È qui che la galleria a cielo aperto trova il suo compimento in quello che è uno dei più grandi murales di tutto il mondo. Lungo la diga di Wellington Dam, infatti, esiste una gigantesca opera d’arte che misura 8000 metri quadrati e che raccoglie circa 40 murales di artisti australiani che celebrano l’acqua e la sua importanza.

Collier Mural Trail

Fonte: Tourism Western Australia

Collier Mural Trail
Categorie
Curiosità Viaggi

Giornata internazionale del Caffè: il giro del mondo con Volagratis.com fra curiosità e segreti

Una tazza di caffè non è mai semplicemente una bevanda: è un modo per viaggiare in giro per il mondo, attraverso aromi e sentori. Lo sa bene Volagratis.com che in occasione dell’International Coffee Day che si celebra il 1 ottobre, ha deciso di stilare un itinerario alla scoperta delle mete legate alla storia e alla cultura del caffè.

Il giro del mondo con una tazzina di caffè

Da Venezia e Napoli, passando per il Vietnam e la Svezia, sino all’Etiopia, sono 10 i luoghi selezionati da Volagratis.com fra leggende, storia e arte dei chicchi di caffè.

Un caffè a Venezia

Venezia fu, secondo una teoria, la prima città italiana in cui arrivò il caffè. Leggenda vuole che nel 1585, Francesco Morosini, di stanza a Costantinopoli, portò il caffè in Laguna dopo un lungo viaggio. Nel 1683, in Piazza San Marco, venne fondata la più antica Bottega del Caffè d’Europa e in 70 anni in città ne nacquero altre 206, così tanto che il Senato dovette intervenire per limitarle. Tra queste c’è il leggendario Caffè Florian, fondato nel 1720, luogo di passaggio di artisti e intellettuali come Charles Dickens, Ernest Hemingway, Silvio Pellico e Rousseau. Fu proprio in questo locale che venne servita l’ultima tazzina a Casanova, prima che abbandonasse Venezia.

Un caffè a Trieste

Trieste vanta una storia lunghissima legata al caffè, così tanto da aver dato origine a un vocabolario particolare legato alla tazzina. Se si visita la città, infatti, per ordinare un espresso bisognerà chiedere “un nero”, mentre aggiungendo all’ordinazione “in bì” lo potrete avere servito in vetro. Chi non può rinunciare al cappuccino invece dovrà ordinare un caffelatte.

Un caffè a Napoli

A Napoli il caffè si diffuse ufficialmente dopo la metà del ‘700. In realtà la bevanda era conosciuta da tempo e, per via del suo colore nero, veniva considerata opera del diavolo. Sino a quando, nel 1771, il caffè venne servito durante un banchetto nella Reggia di Caserta insieme al kipferl (il cornetto). L’accoppiata fu così fortunata che si diffuse in tutto il Regno e nelle vie di Napoli iniziarono a spuntare locali che servivano il caffè. Fra i più famosi troviamo il Gran Caffè Gambrinus, il Gran Caffè La Caffettiera e il Gran Caffè Cimmino dove si trova la “Bibbia del Caffè”.

Un caffè in Svezia

In Svezia, la pausa caffè è chiamata Fika ed è un fenomeno sociale che ricorda la pausa caffè all’italiana, assumendo però una ritualità diversa. Obbligatoria in tutti i luoghi di lavoro, la Fika viene considerata un modo per socializzare ed essere produttivi. Proprio per questo gli svedesi si prendono tutto il tempo di cui hanno bisogno, sorseggiando una tazza di caffè filtrato, scuro e senza zucchero, accompagnato a torte e pasticcini, denominati Fikabröd.

Un caffè in Turchia

Chiamato anche Turk Kahvesi e considerato “patrimonio immateriale dell’umanità”, il caffè turco è un’istituzione. In passato, quando veniva servito presso il Sultano, prevedeva l’arrivo dei “gran caffettieri” (kahveci başı), considerati più importanti anche del primo ministro. Alla bevanda è legata poi un’antica tradizione che riguarda la richiesta di matrimonio. Il pretendente e la sua famiglia si presentano a casa della futura sposa per chiederne la mano al padre e durante l’incontro la giovane prepara il caffè. Le tazzine sono zuccherate, tranne quella dello sposo in cui viene messo del sale. L’uomo deve berlo senza lamentarsi, testimoniando così la pazienza che avrà nella vita coniugale.

Un caffè in Austria

Presso la corte asburgica fu Franz Koltschitzky, grande viaggiatore, a riconoscere il potenziale del caffè. Si fece regalare dei sacchi dall’Imperatore, fiutando l’affare, e aprì “Zur blauen Flasche”, la prima bottega in Occidente in cui veniva servito il famoso “vino d’Arabia. Inizialmente i viennesi non apprezzarono la bevanda, così l’imprenditore decise di aggiungerci latte e miele, dando vita al Wiener Melange che si diffuse con successo.

Un caffè in Vietnam

In Vietnam la preparazione del caffè avviene con ritmi lenti e la bevanda è ricca di aromi e note di mandorla con la presenza del burro di cacao e dello zucchero nella tostatura. Il caffè tipico vietnamita, denominato ca phe nau, viene servito con del latte condensato e ghiaccio, ma è possibile assaporare anche le varianti con uovo o yogurt. Nel Paese inoltre si trova il World Coffee Museum, un museo che racconta l’antica tradizione del caffè vietnamita.

Un caffè in Colombia

In Colombia possiamo trovare ben 14 diverse varietà di caffè, una per ogni dipartimento. La prima e più antica testimonianza sulla pianta nel Paese è del sacerdote gesuita José Gumilla che nel 1723 ne parlò nel libro “El Orinoco ilustrado”. Non solo: dal 1927 la Colombia vanta un gruppo di coltivatori di caffè visionari: la Federación Nacional de Cafeteros (Fnc), dove a ricoprire ruoli di prestigio sono soprattutto donne.

Un caffè in Brasile

In Brasile il caffè è arrivato grazie a un mazzo di fiori. Secondo un’antica leggenda nel Settecento un diplomatico portoghese donò alla moglie di un governatore un bouquet. Al suo interno inserì anche alcuni chicchi di caffè nella speranza di riuscire a sedurla. Il seguito della storia non è conosciuto, da quel momento però la passione per il caffè si diffuse in tutto il Paese. Nelle caffetterie del Brasile non si beve un espresso, ma il Caffè Brasiliano, dove gli ingredienti principali sono caffè, latte, cacao e Baileys. L’amore per questa bevanda è così forte che nel 2001 è stato creato un francobollo all’aroma di caffè.

Un caffè in Etiopia

Secondo la leggenda in Etiopia il caffè sarebbe stato scoperto dal pastore Kaldi. L’uomo aveva notato il comportamento strano delle sue capre dopo aver mangiato delle bacche rosse. Decise dunque di assaggiare i frutti e ne scoprì l’effetto energizzante. Oggi il caffè in Etiopia è legato a tradizioni e cerimonie uniche. I chicchi vengono lavati e tostati, poi si brucia dell’incenso in una ciotola di coccio. L’infuso viene bollito e lasciato raffreddare, arricchito con spezie e servito nelle tazzine dai colori accesi, le “Fingiàn”.

Contenuto offerto da Volagratis