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Come in un quadro: la montagna che ha rubato i colori all’arcobaleno

Sono tantissimi i viaggi che organizziamo ogni giorno e che ci portano alla scoperta dei luoghi più sensazionali del mondo. Eppure, proprio quando crediamo di aver visto tutto, ecco che le meraviglie del pianeta che abitiamo ci sorprendono ancora una volta con la loro grande bellezza, così immensa da sembrare finta o artificiale. E invece è reale, così come lo è splendida montagna Vinicunca che ha rubato i colori all’arcobaleno e di quella si è abbigliata.

Immaginate di avere davanti agli occhi una terra variopinta e surreale su quella poter camminare. È quello che accade quando si raggiunge la Montaña de Siete Colores, un massiccio montuoso situato a 5200 metri sul livello del mare e che appartiene alle Ande, che a guardarlo sembra essere una cartolina dipinta a mano dai migliori illustratori

Qui, numerosi viaggiatori provenienti da tutte le parti del mondo giungono ogni giorno dell’anno per ammirare quei colori, per lasciarsi incantare dal meraviglioso spettacolo messo in scena dalla natura che, come un pittore, ha dipinto le montagne con vigorose e intense pennellate.

Vinicunca

Vinicunca

La montagna delle meraviglie

Per ammirare con i nostri occhi questa meraviglia che appartiene al pianeta, dobbiamo recarci in Perù, al cospetto delle Ande. Nella regione di di Cusco, e più precisamente tra le province di Quispicanchi e Canchi, troviamo Vinicunca, anche conosciuta col nome di Montaña de Siete Colores.

Un caleidoscopio di colori si apre davanti allo sguardo di chi osserva. L’arancione, il blu, il viola, il rosso e il giallo si intrecciano al marrone e al rosa in maniera indissolubile tra i monti. E sembra quasi di poter camminare su un arcobaleno.

Vinicunca

Vinicunca

Vinicunca, l’arcobaleno sotto ai nostri piedi

Trovarsi al cospetto della montagna arcobaleno è un’esperienza unica, da fare almeno una volta nella vita. A guardare questa meraviglia del mondo è facile lasciarsi trasportare dalle suggestioni che uno scenario così magico può provocare.

In realtà quello che si nasconde dietro ai colori che caratterizzano questa montagna delle Ande è stato ampiamente spiegato dalla scienza. Le striature che splendono sotto il sole non sono altro che il risultato dei diversi minerali che nel corso di milioni di anni si qui sono depositati e poi sovrapposti.

Ossido di ferro, manganese, zolfo, calcio, magnesio, rame ossidato e granito hanno creato questi sette colori che oggi rendono la montagna una delle più suggestive del mondo intero.

A rendere ancora più suggestiva la montagna arcobaleno è stato il fatto che questa, per molti secoli, è rimasta nascosta sotto uno spesso strato di ghiaccio, come se fosse un tesoro a proteggere. Una volta che questo si è sciolto però ha mostrato al mondo intero uno scenario meraviglioso, inedito e sensazionale.

Oggi Vinicunca è diventato un luogo da esplorare e da scoprire, per perdersi e immergersi nelle meraviglie del nostro mondo. Tuttavia, l’esplorazione della montagne delle Ande prevede può risultare abbastanza impegnativa, meglio quindi se ci si avvale della presenza di guide esperte.

Lungo il tragitto di quella valle incantata, è possibile incontrare gli animali che popolano l’altopiano da secoli, tra i quali il vicuña e l’alpaca, e i villaggi delle comunità locali.

Vinicunca

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Bruxelles: i giardini delle meraviglie spalancano le porte

Sono solo tre le settimane che abbiamo a disposizione per entrare, attraversare e osservare quelle che sono tra le più grandi serre del mondo, un vero e proprio giardino delle meraviglie che ospita e conserva da secoli alcune delle piante più rare e pregiate della terra. Benvenuti nelle Serre Reali di Laeken.

Ci troviamo a pochi chilometri da Bruxelles, 5 per la precisione. È qui che durante lo straordinario risveglio della natura in primavera, che si trasforma in una vera e propria attrazione di viaggio per i cittadini di tutto il mondo, che le serre reali aprono le porte per pochi giorni.

Ed è proprio questa parziale accessibilità a rendere questo microcosmo così speciale. La scelta di limitare le visite a un solo periodo all’anno è fatta proprio per mantenere inalterato il fragile equilibrio che caratterizza ogni specie vivente che ha trovato nelle Serre Reali di Laeken la sua casa.

Serre Reali di Laeken

Serre Reali di Laeken

C’era una volta il giardino del re Re

Correva l’anno 1873 quando, l’architetto Alphonse Balat venne chiamato dal Re Leopoldo II per progettare un complesso di serre all’interno del castello di Laeken che doveva essere l’ultimo tassello della sua residenza belga. La richiesta era chiara, quella di creare un luogo straordinario destinato a incantare negli anni a venire. E così è stato fatto.

Le Serre Reali di Laeken, costruite secondo i dettami dell’Art Nouveau, si configurano come una piccola e grandiosa città di vetro incastonata in un panorama che lascia senza fiato. Padiglioni monumentali si alternano a cupole di vetro, ampi portici e vetrate dalle linee sinuose, che creano un paesaggio ondulato e fuori dall’ordinario.

Straordinarie all’esterno, incantate all’interno. Le serre di Bruxelles sono nate per ospitare la collezione privata delle piante del Re, e da quel giorno di tanti secoli fa non hanno mai smesso si assolvere questo dovere. Oltre alle collezioni antiche, che vivono ancora qui oggi, si aggiungono tutta una serie di esemplari rari e preziosi che provengono da ogni parte del mondo.

Serre Reali di Laeken

Serre Reali di Laeken

Serre Reali di Laeken: cosa vedere e quando andare

Le Serre Reali di Laeken rappresentano davvero un unicum in tutto il mondo, non solo perché sono ospitate all’interno di un edificio che è diventato col tempo un gioiello dell’Art Nouveau, ma anche perché le collezioni di piante lo trasformano in una dele più grandi serre del mondo.

Una tappa imperdibile e imprescindibile in un viaggio a Bruxelles, dato che si trova solo a 5 chilometri dalla capitale, sia per le sue fattezze architettoniche che per la presenza di piante rare e uniche. C’è solo un momento dell’anno, però, in cui questi giardini delle meraviglie aprono le porte ai visitatori consentendo l’esplorazione di quell’immenso complesso che si snoda per oltre 3 ettari.

È qui, tra i padiglioni e i viali alberati, che troviamo le piante africane, le palme, le rose e le azalee nonché la più grande collezione di camelie. Alcune specie sono conservate nel giardino principale, quelle che invece richiedono in una manutenzione speciale sono protette nelle serre.

Sono tantissime, infatti, le cure che un’abile squadra di giardinieri dà alle piante ogni giorno, da anni, per preservare questo microcosmo naturale di bellezza. Un universo al quale possiamo accedere durante quel breve periodo di primavera. Tra aprile e maggio, infatti, le porte delle Le Serre Reali di Laeken si aprono a tutti. Ed è in quel momento che possiamo vedere avverarsi la magia.

Serre Reali di Laeken

Serre Reali di Laeken

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Il misterioso campanile sperduto nelle campagne

Gli abitanti lo chiamano “Ciucarun”, che nel dialetto del posto vuol dire “grande campanile”. Siamo in Piemonte, nella Serra Morenica d’Ivrea, dove il campanile di San Martino si innalza suggestivo e solitario in mezzo a un verdeggiante pianoro panoramico. È l’unico edificio sopravvissuto all’abbandono dell’antico villaggio di Pearno, in seguito alla costituzione del borgo fortificato di Bollengo, in provincia di Torino, nel 1250. La torre campanaria è anche ciò che rimane della chiesa dedicata a San Martino.

La storia del campanile solitario

Sfortunatamente, non si hanno documenti certi riguardo l’origine del Ciucarun. Uno dei primi in cui viene citato lo splendido campanile e la relativa chiesa, della quale – come dicevamo – non vi è più traccia, si riferisce alla fondazione di Bollengo risalente alla metà del Duecento. Nello specifico, si tratta dell’ingiunzione alla popolazione di Paerno e di altri villaggi vicini di trasferirsi nel nuovo borgo fortificato.

Bisogna attendere fino al XV secolo per avere notizie certe su San Martino quando, un documento del 1477, affermava che la chiesa, da parrocchia autonoma, veniva declassata a semplice oratorio. Fino a che, nel 1731, un decreto vescovile ne ordinò la demolizione. A restare in piedi fu soltanto la torre campanaria, che ancora oggi si può ammirare in tutto il suo antico splendore, anche grazie anche all’intervento di restauro messo in atto dal Comune di Bollengo nel 2000. A contribuire a dare al monumento solitario una visibilità maggiore è stato anche il suo ingresso nel circuito dell’Ecomuseo AMI – Anfiteatro Morenico d’Ivrea.

Realizzato in stile romanico, tra l’XI ed il XII secolo, il Ciucarun svetta tra la natura e il cielo per un’altezza di sei piani, cinque dei quali delimitati da cornici di archetti pensili in cotto. Dal basso verso l’alto si può notare la tipica successione di feritoie, monofore e bifore, oggi tutte murate, fatta eccezione per quella della cella campanaria. Alla base della torre, sul lato ovest, è visibile una porta ad arco, ora murata, che costituiva uno degli accessi al campanile, mentre tracce di muratura confermano la presenza della chiesa annessa. All’interno c’è traccia di una piccola cappella absidata, aspetto comune ad altri campanili coevi, come quello dell’abbazia di Fruttuaria.

Tra le bellezze dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea

Visitare il Ciucarun, significa anche andare alla scoperta di un territorio ricco di fascino e costellato di chiese e monumenti preziosi, immersi nella natura. Il campanile di San Martino è, infatti, una delle attrazioni dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea (AMI), situato nella parte centro-settentrionale del Canavese, splendido angolo del Piemonte, a ridosso dei massicci alpini valdostani: una delle più rilevanti conformazioni geologiche di origine glaciale del mondo per estensione, caratterizzazione morfologica e livello di conservazione. L’offerta, qui, è davvero variegata, tra musei, castelli, siti archeologici, beni religiosi, parchi, aree umide, laghi e tanti luoghi in cui praticare sport e attività outdoor, nonché ecovillaggi.

Gli amanti delle escursioni hanno a disposizione un sistema di itinerari di tipo naturalistico-sportivo, per chi desidera esplorare il territorio a piedi, in mountain bike e a cavallo, seguendo l’intero arco collinare principale dell’AMI, che comprende la Serra d’Ivrea, le morene frontali e quelle della Valchiusella. I panorami che si ammirano tra questi sentieri sono assolutamente unici.

Misterioso campanile sperduto campagne

Il solitario campanile di San Martino, detto “Ciucarun”

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Le location della serie Tv “The Gilded Age”

Dallo stesso ideatore di “Downton Abbey”, Julian Fellowes, è nato il period drama “The Gilded Age” trasmesso su Sky Serie e su Now. Racconta, però, una storia americana, in un periodo di grandi cambiamenti a livello economico, sociale e produttivo ma anche di crescente conflittualità tra vecchi e nuovi ricchi, all’alba della modernità.

La serie è ambientata in una New York del XIX secolo e in alcune location rimaste ancora tali e quali, come Newport, nel Rhode Island, Troy, nello Stato di New York, e nell’iconica Long Island.

Le location di “The Gilded Age”

Attenzione, spolier – Proprio nel Rhode Island, infatti, sono state individuate alcune proprietà che rappresentavano al meglio il periodo storico e l’ambiente in cui si svolgono gli episodi di “The Gilded Age”. Vere e proprie mansion, ricche e opulente, come quella chiamata The Breakers, con la sua sontuosa sala da ballo e sala da biliardo e le pareti di platino che sono state usate per la casa dei Russell.

Lo sviluppo dell’industria e del trasporto diede vita a una nuova classe di benestanti che portavano i nomi di Vanderbilt, Morgan, Ford, Carnegie e Rockefeller, solo per citarne alcuni. In quegli anni, tra il 1870 e il 1910, si riusciva a fare fortuna molto velocemente e a spendere e spandere conducendo uno stile di vita sontuoso, emulando quello dell’aristocrazia europea.

Altre splendide e famose dimore di Newport dove sono state girate delle scene sono Rosecliff, la cui architettura è ispirata al Grand Trianon di Versailles e che oggi è una casa-museo; Chateau-sur-Mer, una delle case più antiche e più grandi della città che si trova sulla via principale, Bellevue Avenue, anch’essa in realtà un museo; Marble House, il cui portico ricorda quello della Casa Bianca, apparteneva al miliardario filantropo William Kissam Vanderbilt; The Elms, una copia del castello francese Château d’Asnières ad Asnières-sur-Seine, nell’Alta Senna, e infine Hunter House, la meno sontuosa di tutte, almeno all’apparenza, anche se all’interno nasconde affreschi e decorazioni come capitelli, camini e scalinate.

La stanza da letto di George Russell nella spettacolare mansion sulla Fifth Avenue altro non è che quella vera di Consuelo Vanderbilt, l’unica figlia femmina del celebre milionario, a Marble House. La sala da biliardo a The Breakers è quella dove Russell confabula con Patrick Morris nel secondo episodio. E nella sala della musica, sempre di The Breakers, sono state girate le scene della sala da ballo dei Russell.

La cucina di The Elms è spesso inquadrata ed è quella dei Russell, dove lavora il loro chef francese. La camera da letto color zucca del Chateau-sur-Mer è servita come appartamento di Oscar van Rhijn, figlio di Agnes (l’attore Blake Ritson).

Queste ville fanno tutte parte del circuito di dimore storiche chiamato Newport Mansions, che ha permesso di ambientare le scene senza dover apportare alcuna modifica agli interni che già erano perfetti così com’erano. Non appena è uscita la serie negli Stati Uniti è stato creato appositamente un percorso intitolato “The Gilded Age”, proprio per visitare i set dove è stata girata la serie con delle pratiche audioguide.

La trama di “The Gilded Age”

Dopo la morte del padre, Marian Brook (l’attrice Louisa Jacobson Gummer) accompagnata dalla fidata Peggy Scott, un’aspirante scrittrice alla ricerca di un nuovo inizio, si trasferisce dalla Pennsylvania a New York. A ospitarla sono le sue ricche e aristocratiche zie, Agnes van Rhijn (Christine Baranski) e Ada Brook (Cynthia Nixon, la Miranda di “Sex & the City” e del sequel “And Just Like That“). Tuttavia, ben presto Marian si trova coinvolta in una guerra tra una delle zie, l’incarnazione vivente della tradizione, e i suoi ricchissimi vicini, un magnate dell’industria ferroviaria e l’ambiziosa moglie, George e Bertha Russell.

Una curiosità: il termine “Gilded Age” fu coniato dallo scrittore americano Mark Twain e si riferisce a quel sottile alone di benessere che in realtà nascondeva una realtà molto meno attraente.

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La mansion The Elms nel Rhode Island

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C’è una villa in Brianza dove sembra di tornare indietro nel tempo

In Brianza, poco a Nord di Milano, c’è una villa dove sembra di tornare indietro nel tempo. Si tratta di Villa Sormani Marzorati Uva e si trova nel Comune di Missaglia.

Ancora oggi, i discendenti della famiglia, il Conte e la Contessa Uva, abitano questa splendida dimora immersa in un parco secolare e i cui cancelli vengono aperti regolarmente al pubblico per visite guidate e tanti eventi, per far rivivere ai visitatori le esperienze di un tempo.

La storia di Villa Sormani Marzorati Uva

La villa ha una storia antichissima. Fu costruita sui resti di un castrum romano, dove venne edificato il palazzo del ‘300. Proprio nella cappella adiacente alla villa, la Chiesa di Santa Croce, durante i lavori di restauro del 1965, dietro una nicchia sono stati trovati i resti di un soldato romano, con tanto di punta di giavellotto, una frombola (una sorta di fionda), una moneta che risale all’anno 22 d.C. e diverse offerte votive.

Villa Sormani Marzorati Uva

Villa Sormani Marzorati Uva e il suo parco

Si dice che il fantasma del soldato si aggiri ancora oggi per il palazzo. Anche sotto le fondamenta della chiesetta è stato rinvenuto un ossario risalente alla grande peste raccontata dal Manzoni. All’interno della villa c’è persino un pozzo profondo 40 metri dove, volendo, ancora oggi si può attingere acqua.

Visitare la villa

Il tour guidato della villa è un viaggio indietro nel tempo che si mescola a racconti, aneddoti personali e misteri mai svelati. La visita dà accesso ad alcune delle stanze aperte al pubblico, ancora arredate come una volta e colme di cimeli storici: la Sala delle uniformi (dove è esposta l’uniforme da Ussaro Imperiale asburgico del Conte Carlo Sormani, primo Conte di Missaglia), la Sala da pranzo, la Sala del tè, la Sala da biliardo, le camere con i letti a baldacchino e la Sala della musica.

Le visite private vengono organizzate tutto l’anno su prenotazione. Durante l’ultima “Visita in villa“, la narrazione della storia attraverso i secoli è stata rappresentata da alcuni figuranti, in splendidi costumi ottocenteschi, che hanno fatto rivivere i personaggi e ciò che accadeva 150 anni fa in quegli ambienti della villa rimasti immutati nel tempo. Al racconto, sono seguiti balli nella Sala da ballo, tra valzer e quadriglia. Il prossimo appuntamento è il 10 aprile.

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Eventi in costume a Villa Sormani Marzorati Uva in Brianza

Musica da camera in villa

È proprio nella Sala della musica che vengono organizzati dei suggestivi concerti da camera, “La grande opera in villa“, con pochi fortunati ospiti e i cantanti in costume d’epoca, realizzati dalla sartoria teatrale Bianchi che fornisce anche La Scala di Milano, che si esibiscono a pochi passi dagli spettatori. Dal “Rigoletto” e “La Traviata” di Verdi alla “Madama Butterfly” e “La Bohème” di Puccini, il calendario è fitto di appuntamenti (i prossimi sono “Madama Butterfly” il 20 marzo, con la soprano giapponese Hiroko Morita che si è esibita nei più importanti teatri del mondo, e il 24 aprile, “La Traviata” il 27/03 e “La Bohème” il 3/04).

A partire dall’11 giugno, per quattro sabati consecutivi, ci sarà un concerto del nuovo e meraviglioso “Festival Vivaldi” che si terrà nella trecentesca cappella di Santa Maria in Villa oppure nel parco, di fronte alla suggestiva Grotta dei giochi d’acqua. Le date successive sono il 18 giugno, quando verrà rappresentato un inedito manoscritto scoperto nella Sächsische Landesbibliothek di Dresda, il 2 e il 9 luglio. Il festival diventerà un evento annuale.

Proprio come accadeva nel ‘700, quando i mecenati invitavano i musicisti a esibirsi per il loro ristretto gruppo di ospiti, magari addirittura in anteprima assoluta, prima di presentare le opere al vasto pubblico, così esclusive sono queste rappresentazioni rivolte a pochi fortunati spettatori. Seduti sulle poltroncine di velluto, circondati da quadri, arazzi e carte da parati ci si sente come dei principi.

Eventi culturali in villa

Tante sono le occasioni per visitare Villa Sormani Marzorati Uva. Ogni anno, a settembre, si tiene “Ville aperte in Brianza“, che offre l’occasione di visitare una ventina di dimore storiche private tra cui anche Villa Sormani Marzorati Uva. E, quest’anno, per la prima volta, oltre all’edizione autunnale, ci sarà anche quella primaverile che si terrà dal 30 aprile al 1° maggio.

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Gli eventi a Villa Sormani Marzorati Uva a Missaglia

D’estate, nel parco viene inscenata una ricostruzione storica con una promenade e un pic-nic degni di un set cinematografico, in cui rivivere gli ambienti e il contesto in cui si viveva la vita nei secoli scorsi.

Poi vengono organizzati eventi culturali, tra cui reading, come “Verdi racconta verdi”, interpretato dal drammaturgo, regista e attore Massimiliano Finazzer Flory, che si terrà prossimamente. Infine, ogni quattro anni si svolge il Premio Arte e cultura Villa Sormani, giunto quest’anno alla quinta edizione, che ha visto tra i vincitori lo stesso Finazzer Flory, Pupi Avati, Alberto Zangrillo e molti altri.

Chi desidera rivivere il passato, immergendosi per un giorno in un ambiente fatto di pizzi e crinolina, di pic-nic sull’erba e tè delle cinque, sentendosi come il protagonista di un “costume drama” stile “Downton Abbey” o “Bridgerton” non può quindi perdersi questa esperienza. Se indosserete una mantellina nessuno ci farà caso.

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Paperino e Fiumelatte: i paesi italiani con i nomi più strani sono questi (e non solo)

È un’avventura inedita, stravagante e a tratti bizzarra quello che ci permette di scoprire il BelPaese attraverso un itinerario che segue i nomi più particolari dei paesi italiani. Sapevate, per esempio, che sul lago di Como c’è un piccolo territorio che prende il nome di Fiumelatte? E che a Prato c’è una località che è stata ribattezzata, ufficialmente, come Paperino?

E no, se ve lo state chiedendo, non si tratta di un libro di fiabe che racconta le vicende degli abitanti che vivono in paesini e borghi dai nomi inventati, ma di località deliziose che si snodano lungo tutto lo stivale.

Alcuni di questi nomi, ispirati a fiori, cibi e personaggi inventati, sembrano il preludio a una poesia visiva che si apre davanti ai nostri sguardi. La stessa che ci spinge a raggiungere destinazioni che forse ignoravamo. Pronti a geolocalizzarvi nei luoghi italiani dai nomi più stravaganti?

I Paesi italiani con i nomi più stravaganti

Il nostro itinerario non può che cominciare proprio dal Lago di Como, dal piccolo paesino che prende il nome di Fiumelatte. Le origini di questo sono date proprio dall’omonimo corso d’acqua che bagna il borgo e che, attraversando le fessure delle rocce che dominano il paese, si presenta agli occhi di lo guarda come un grande e schiumoso fiume di latte.

Situata a sud est del capoluogo veneto di Rovigo, troviamo una piccola cittadina dal nome Occhiobello. Riconosciuta per i suoi edifici storici che si affacciano sulle strade cittadine, non facciamo fatica a immaginare che il suo nome non sia altro che il preludio alla bellezza del territorio.

Stanchi delle solite mete? Che ne dite di una breve sosta a La California? Non quell’americana, s’intende, ma quella italiana situata nel comune italiano di Bibbona, a Livorno. potrete sempre vantarvi di aver fatto un viaggio lontano dalle solite mete.

A pochi chilometri da Prato, invece, troviamo una piccola frazione che prende il nome di Paperino. le fonti più accreditate attribuiscono le origini del nome al termine papyrus, che vuol dire giunco. Quello che è certo è che il nome si rivela davvero d’ispirazione.

Restiamo in Toscana, questa volta per raggiungere le meravigliose Crete Senesi. È qui che esiste un piccolo borgo dal nome davvero originale: Belsedere. Si sarà forse ispirato ai lineamenti sinuosi e sensuali delle colline? L’ipotesi ci sembra più che plausibile.

Al confine tra Perugia e Gubbio esiste, invece, un luogo ricco di suggestioni e misteri, così come lo è il suo nome. Protagonista di numerose leggende, non troppo rassicuranti, Casa del Diavolo resta uno dei luoghi più affascinanti dell’intera regione.

Ci spostiamo ora nel profondo Sud, per andare alla scoperta di una cittadina soleggiata e ridente il cui nome è tutto un programma. Stiamo parlando di Donnadolce, una frazione di Ragusa, che solo a pronunciarla mette già il buon umore.

E di luoghi da scoprire e riscoprire la Sicilia ne è piena. Provate a fare una deviazione a Trapani, allontanandovi dai sentieri turistici più battuti. È qui che troverete il Purgatorio, nel senso più letterale del termine.

Se ancora non ne avete abbastanza di questo stravagante tour tra i paesi con i nomi più strani in Italia, non vi resta che fare una sosta a Buonvicino, a Cosenza. Il nome di questo paesino calabrese promette davvero bene.

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Curiosità Viaggi

L’inglese è la lingua straniera più studiata al mondo, ma l’italiano cresce: il Report Linguistico di Preply

Il Report Linguistico 2021 di Preply, piattaforma globale di apprendimento delle lingue, ci porta alla scoperta degli idiomi più studiati. La lingua più ricercata resta l’inglese con il 28% degli studenti impegnati ad apprenderla sul portale, troviamo poi l’italiano, che entra nella top 5 grazie all’Eurovision.

Le lingue più studiate su Preply

L’inglese è la lingua straniera più studiata al mondo (28%). I motivi? Lavoro (49,4%) e formazione (29,7%). Lo spagnolo nel frattempo conquista terreno (10%), trainato dagli Stati Uniti: il 24,7% degli studenti statunitensi sceglie lo spagnolo, contro il 16,7% che preferisce l’inglese.

Preply studente

Preply mette in contatto oltre 20.000 insegnanti con decine di migliaia di studenti provenienti da tutto il mondo. Il suo Report Linguistico 2021 ci racconta la diffusione delle lingue e la voglia di studiarle.

Fra le lingue più studiate al mondo troviamo poi il francese (7%). Nel 25% questo idioma si studia per lavoro, grazie alla sua crescente importanza nell’economia mondiale. Gli studenti di francese su Preply arrivano da Paesi che hanno dei legami storici con la Francia, come Marocco, Algeria, Canada e Nigeria.

La quarta lingua in classifica è il tedesco, mentre l’italiano arriva al quinto posto. Viene studiato non solo per motivi di lavoro, ma anche per conoscere meglio la cultura del Paese. Ad aumentare l’interesse la vittoria dei Maneskin all’ultimo Eurovision e l’arrivo della manifestazione a Torino il prossimo maggio. Gli studenti di italiano su Preply vengono in particolare dagli Stati Uniti, dalla stessa Italia, dalla Gran Bretagna, dalla Germania e dalla Polonia. Infine spicca l’arabo, la lingua più diffusa in Nord Africa e Medio Oriente.

L’importanza della scelta degli insegnanti di lingua

Non solo la lingua da imparare, a questa scelta si affianca quella dell’insegnante. Per il Report Linguistico 2021 di Preply i criteri più importanti sono prezzo, esperienza e personalità. L’indagine evidenzia che il 34-59% degli utenti cerca un insegnante che corrisponda al proprio budget, mentre il 42% degli studenti punta su chi ha più esperienza. La personalità è un fattore chiave per il 28-40% delle persone. Le qualità migliori? Gentilezza, pazienza e simpatia.

Maggiore attenzione inoltre alla provenienza dell’insegnante: un quinto degli studenti preferisce i madrelingua e per il 19% è importante la località del docente. Un esempio? Chi studia portoghese brasiliano preferisce un docente di San Paolo, piuttosto che di Lisbona.

Preply tutor

Non vanno poi dimenticati stile e metodo di insegnamento (importanti per l’11% degli intervistati), mentre il 10% dei futuri studenti cerca un insegnante che abbia seguito un percorso di studi particolare o abbia ottenuto certificazioni specifiche.

Apprezzata dagli studenti di tutto il mondo Preply offre un fattore fondamentale: la flessibilità. Consente infatti di prenotare le lezioni in qualsiasi momento sia del giorno che della notte, accordandosi direttamente con gli insegnanti.

Preply premia gli insegnanti con gli NFT

Per valorizzare il ruolo dei suoi docenti, Preply ha deciso di premiare, fra gli oltre 20.000 tutor presenti sulla piattaforma, i tre migliori insegnanti in inglese, francese e spagnolo che hanno completato 11.000 ore di lezione nel corso dell’anno. Un modo per riconoscere competenza e professionalità.

Preply

Per farlo ha coniato tre NFT esclusivi su Opensea, consegnati ai vincitori tramite il “Crypto Wallet”, un modo per sottolineare, ancora una volta, l’importanza dell’apprendimento online. Ma non è finita qui, perché a chi possiede dei token Preply regalerà nei prossimi mesi tanti vantaggi esclusivi fra cui biglietti per eventi, accesso a corsi di apprendimento oppure a beta test di prodotti.

Contenuto offerto da Preply.

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I passeggeri più noiosi in volo: il nuovo studio

In molti credono che fare l’assistente di volo sia uno dei lavori più belli del mondo. Probabilmente queste persone hanno ragione, ma quando lo dicono non si rendono conto che è comunque un lavoro rivolto al pubblico e che, come tale, presenta qualche grana. Proprio su questa linea è stato condotto un nuovo studio che svela quali sono i passeggeri più noiosi in volo, ma questa volta dal punto di vista dei viaggiatori stessi.

L’identikit dei passeggeri più noiosi in volo

A condurre questa nuova ricerca è stato Only Wanderlust, un sito web di risorse di viaggio, che ha recentemente intervistato più di 1.500 viaggiatori chiedendo loro un’opinione su quali fossero i passeggeri più fastidiosi a bordo di di un aereo. A tal proposito è stata stilata una lista di viaggiatori fastidiosi:

  • il calciatore: colui che prende a calci il tuo sedile;
  • il poco pulito: il passeggero con un cattivo odore corporeo;
  • l’urlatore: i passeggeri che parlano ad alta voce;
  • l’appoggiatore: i viaggiatori che per spostarsi si appoggiano al tuo sedile;
  • il brillo: quelli che bevono un bicchieri di troppo in volo;
  • i bambini o i neonati: ma solo quando piangono;
  • il reclinatore: colui che abbassa il sedile proprio davanti a te;
  • il profumato: il passeggero che ha decisamente esagerato con il profumo;
  • i no mask: i passeggeri che non indossano correttamente le mascherine;
  • il ronfatore: il passeggero che russa;
  • il maleodorante: il passeggero che rimuove calze o scarpe e, ahinoi, non si è lavato i piedi;
  • l’impaziente: i passeggeri in piedi e che prendono i bagagli non appena l’aereo atterra;
  • il pasto BYO: il passeggero che porta con sé e mangia del cibo puzzolente;
  • le vesciche deboli: le persone che si alzano regolarmente dai loro posti;
  • il chiacchierone: il vicino di posto che parla continuamente durante il volo;
  • il ladro di bracciolo: il vicino che, puntualmente, si ruba il tuo bracciolo;
  • il troppo rilassato: il passeggero che mette i piedi sopra o tra il tuo sedile;
  • l’applauditore: i passeggeri che applaudono quando l’aereo atterra;
  • l’occupatore: i passeggeri che non appena si siedono allargano le gambe;
  • il gufo notturno: i viaggiatori con schermi luminosi di telefoni o tablet durante i voli che avvengono di notte.

La discussione dei risultati ottenuti

Inutile nasconderlo. A tutti, almeno una volta nella vita, è capitato di interfacciarsi con uno – a volte di più – di questi passeggeri, ma anche di mettere in atto alcuni dei comportamenti sopraelencati.

Infatti, nonostante la lista stilata, molte delle persone intervistate -due persone su tre – hanno giustamente affermato che anche se fastidioso, tutte le persone hanno il diritto di sdraiarsi durante un volo. Per questo motivo la società che ha condotto lo studio ha deciso di contattare diverse compagnie aeree per chiedere il loro contributo.

I vettori presi in considerazione hanno detto tutti essenzialmente la stessa cosa: “non esiste una politica sul diritto di reclinarsi“. Alla luce di tutto questo hanno deciso di dare un piccolo consiglio a tutti i viaggiatori che si ritrovano a bordo il passeggero soprannominato “il reclinatore“: “Se il viaggiatore sdraiato di fronte a voi è davvero problematico, il consiglio è di chiedergli educatamente di alzare il sedile. In caso di nessuna risposta, potreste rivolgervi con gentilezza all’assistente di volo“.

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Trekking tra le stelle in un magico luogo d’Italia

Paesaggi da fiaba, soffici distese innevate, cime maestose, e cieli stellati più che mai. In Val di Sole, ogni stagione offre avventure speciali: dalle piste da sci in inverno, alle camminate in mezzo alla natura rigogliosa, d’estate, in questa valle trentina c’è sempre qualcosa da fare per divertirsi e scoprire bellezze e paesaggi. Un primato, su tutti, la  Val di Sole ce l’ha: qui ci sono i cieli più belli d’Italia, senza alcun tipo di inquinamento luminoso. Da qui l’idea di invitare turisti ed appassionati di camminata, a vivere magiche notti di astrotrekking, ossia una passeggiata in notturna, in mezzo a boschi e su sentieri, ammirando i corpi celesti.

Astrotrekking in Val di Sole

Se esiste un luogo in cui le stelle si vedono ad occhio nudo, senza neppure il bisogno di sofisticati telescopi o punti di osservazione, questo è la la Val di Sole, in Trentino. Qui, come confermato dagli amanti dell’astro-turismo, esistono i cieli più belli d’Italia dove osservare le stelle e la Via Lattea. Ad Ossana, in special modo, in ogn stagione vengono organizzati diversi astrotrekking: abbigliamento comodo, scarponcini da trekking (nella stagione invernale meglio indossare scarponi da neve), racchette (ma non è obbligatorio) e si cammina con il naso all’insù per ammirare i corpi celesti, luminosissimi, che appariranno come per magia. L’esperienza inizia ovviamente all’imbrunire, circondati da boschi e montagne illuminate di bagliori iridescenti. Il silenzio e il contatto con la natura faranno il resto.

Non solo ad occhio nudo si potranno ammirare le stelle, ma durante il percorso si approfondiranno le visite con l’ausilio di telescopi e laser che daranno la possibilità di toccare quasi con mano la via Lattea. Un affascinante percorso in cui guide esperte ed astronomi sveleranno i segreti di pianeti, costellazioni e corpi celesti. Le escursioni di astrotreking sono semplici e non richiedono particolare preparazione atletica, quindi adatte a tutta la famiglia.

Ossana: il borgo con il cielo più stellato d’Italia

Non è un caso se la Val di Sole è la patria dell’astro-turismo. Il Comune di Ossana, in provincia di Trento, infatti, è stata certificata come meta, fra I “Cieli più belli d’Italia” , titolo che viene riservato ai quei luoghi ideale in cui ammirare costellazioni e Via Lattea. La vista, qui, tra le Dolomiti del Brenta, circondati dalla Val di Peio, Vermiglio e il Passo del Tonale, è davvero unica. La Certificazione “I cieli più belli d’Italia” è la prima certificazione italiana, ideata da Astronomitaly per valorizzare i luoghi che mirano a diventare destinazioni d’eccellenza per l’ astro-turismo  attraverso servizi e l’impegno a tutelare il patrimonio celeste.

Ad Ossana, borgo antico dominato dal suo castello che svetta alle pendici del Gruppo della Presanella, d’estate e d’inverno ci sono molte possibilità di divertimento e relax, tra passeggiate , escursioni ed antiche tradizioni locali tutte da scoprire. Buon gusto, sagre, hotel con spa, sport outdoor e, appunto, cieli immensi. Il merito di questo cielo così splendente e bello, è dell’assenza totale di inquinamento luminoso che caratterizza questa valle incontaminata, meta sempre più ambita dai turisti.

Ossana

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Camminare nel vuoto: chi ha il coraggio di passeggiare qui su?

Ci sono avventure non proprio alla portata di tutti, destinate solamente alle persone più coraggiose, che non si lasciano impressionare da ciò che, inevitabilmente, suscita in noi un brivido. Per gli amanti dell’adrenalina, cosa c’è di meglio di una passeggiata nel vuoto? Ecco alcune splendide passerelle di cristallo, dove ammirare gli abissi e lasciarsi travolgere dall’emozione.

Tra passerelle sospese nel vuoto e pavimenti di cristallo

L’idea di camminare sospesi sopra un burrone è qualcosa che, in fondo, vorremmo provare tutti. Ed è possibile farlo in tutta sicurezza, approfittando di alcune meravigliose strutture create appositamente per regalare emozioni uniche ai più ardimentosi. È il caso, ad esempio, del ponte di vetro situato sul Monte Tianmen, nel cuore della Cina: qui il panorama è mozzafiato, tra ripide pareti rocciose e profondi canyon che si aprono, letteralmente, sotto i nostri piedi. Nel 2016 è stata inaugurata una lunga passerella interamente di cristallo, sospesa a ben 300 metri di altezza. A quanto pare, la sua funivia (la più lunga al mondo) non era sufficientemente da brividi.

Monte Tianmen

Il ponte di cristallo sul Monte Tianmen

Decisamente più piccola, ma non certo per questo meno affascinante, è la passerella che permette di affacciarsi sul panorama meraviglioso dell’isola de La Gomera, una delle perle delle Canarie. Stiamo parlando del belvedere di Abrante, che con i suoi 400 metri di altezza sulla Valle di Agulo spunta tra le rocce del nord dell’isola. In realtà è poco più di un terrazzo interamente realizzato in vetro trasparente, da cui galleggiare nel vuoto spingendo lo sguardo verso l’oceano.

E se volete proprio concedervi un’esperienza indimenticabile, approfittate della Jin Mao Tower di Shangai: al piano situato a 340 metri d’altezza si apre un terrazzo con pavimento in vetro, del tutto privo di ringhiere. Per potervisi affacciare, è necessario imbragarsi e indossare un elmetto, sempre sotto l’attenta supervisione di addetti che ne garantiscono la sicurezza.. Ma la vista dallo skywalk è unica al mondo.

Belvedere La Gomera

Il belvedere sull’isola de La Gomera

Piscine mozzafiato e balconi da brividi

Certo, tutte queste citate finora sono esperienze piuttosto impegnative (effettivamente adatte a chi ha un pizzico di coraggio in più). Ma basta solo un po’ di curiosità per assaporare l’ebrezza del vuoto, tra piscine sospese sull’abisso e balconi che si affacciano sul nulla. Ad esempio, i residenti della Market Square Tower di Houston (in Texas) possono godere della Sky Pool: si tratta di una vasca che si estende per 3 metri dalla facciata dell’edificio, all’altezza di circa 150 metri dal suolo. Costruita in plexiglas trasparente, permette di guardare la città sottostante.

Senza dover andare troppo distanti, l’Hotel Hubertus (immerso nel panorama delle Dolomiti) offre una Sky Pool riscaldata a dir poco incredibile: si tratta di un’infinity pool situata a 12 metri d’altezza, sul cui fondale si apre una finestra in cristallo che permette di godere di una splendida vista sulla natura circostante. È invece tra le Alpi francesi che si trova un’attrazione turistica fantastica, chiamata Step into the Void. Non è altro che una stanza di vetro situata ad un’altitudine di oltre 3800 metri, da dove ammirare le montagne innevate (purché non si soffra di vertigini).

A Tokyo, all’interno del suo Sky Tree, è possibile invece passeggiare su un pavimento di vetro che rappresenta sicuramente l’osservatorio più affascinante della città. È situato al 450esimo piano, e vi si può godere di una vista panoramica a 360°. Mentre in Messico esiste una struttura residenziale a dir poco bizzarra: si tratta della Hernandez Silva Penthouse, un attico extralusso che possiede un bagno decisamente originale. Si tratta di un cubicolo di mattoni rossi, originariamente destinato ad essere un ascensore. Il suo pavimento in vetro si apre sulle profondità del palazzo.

Step into the Void

Step into the Void, sulle Alpi francesi