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Sono partite le vendite per la crociera che farà il giro del mondo nel 2026

Sembra quasi un’avventura d’altri tempi, uscita da un romanzo che ha fatto battere il cuore di migliaia di lettori: il giro del mondo, tuttavia, è una realtà che ormai da anni è ben consolidata, soprattutto nel settore crocieristico. E proprio in questi giorni MSC Crociere ha dato il via alle vendite per la sua nuova World Cruise 2026, che partirà dall’Italia tra poco più di due anni. Andiamo alla scoperta di questo viaggio pazzesco.

World Cruise 2026, un’esperienza unica

Il giro del mondo in crociera è un’avventura che non tutti possono permettersi, anche semplicemente per il tempo che richiede: si tratta di un viaggio della durata di quasi quattro mesi, che porta alla scoperta di luoghi meravigliosi e di culture lontanissime dalla nostra. MSC Crociere ha appena aperto le vendite per i biglietti della World Cruise 2026, una lunga vacanza in mare aperto  con tantissime tappe in tutto il mondo, per visitare le più belle città e i panorami incontaminati che anche gli altri continenti hanno da offrirci.

Si parte il 4 gennaio 2026 da Civitavecchia e, il giorno successivo, da Genova: la World Cruise è un itinerario di 119 giorni, che toccherà ben 47 destinazioni in 32 Paesi diversi, per un totale di oltre 36mila miglia nautiche. Il tutto a bordo di MSC Magnifica, una delle veterane della flotta targata MSC Crociere, dotata di centinaia di suite e cabine super confortevoli, ben 12 bar e 5 ristoranti gourmet, oltre ad un’area relax, ad una grande piscina all’aperto e ad una vasta offerta di intrattenimento per grandi e piccini.

“MSC Magnifica navigherà per quattro mesi, attraverserà l’Equatore due volte e visiterà una serie di suggestive destinazioni che saranno sicuramente in grado di soddisfare i più grandi desideri degli ospiti” – si legge in una nota diramata dalla compagnia di navigazione. L’avventura include non solamente il lungo itinerario a bordo, ma anche 7 notti con pernottamento in altrettante località sparse per il mondo e un pacchetto di 15 esperienze da vivere a terra, tra cui – ad esempio – un tour panoramico di San Francisco, una visita tra le meraviglie di Tokyo e un po’ di shopping a Creta.

Le tappe del giro del mondo in crociera

La World Cruise 2026 si prospetta dunque un’avventura strepitosa, ora non ci resta che scoprire l’itinerario e tutte le tappe più affascinanti in giro per il mondo. La prima parte del viaggio è dedicata all’Europa meridionale, ammirando il panorama delle coste mediterranee di Italia, Francia e Spagna, prima di toccare il Portogallo e addentrarsi tra le impetuose acque dell’oceano Atlantico. Dopo una sosta a Funchal, la MSC Magnifica si dirige in Sud America e, attraverso il canale di Panama, tocca l’oceano Pacifico, per un mese di incredibili paesaggi.

Dal Centro e Nord America, con tappa notturna a San Francisco, la nave affronta di nuovo una lunga traversata oceanica – con tappa ad Honolulu – per la seconda parte del viaggio. Raggiunte le coste australiane, l’avventura prosegue in Estremo Oriente tra le Filippine, Taiwan e il Giappone. Dopo una magnifica esperienza a Tokyo, ha inizio la terza e ultima parte dell’avventura: la crociera si dirige verso il Medio Oriente, con altre tappe in Cina, Vietnam, Malesia, Singapore e India. Lasciandosi incantare dalla bellezza tra passato e futuro dei Paesi Arabi, ci si appresta a fare ritorno nel Mediterraneo, con un’ultima sosta in Grecia prima del rientro.

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L’aurora boreale incanta l’Italia: le cause di questo magnifico evento

Improvvisamente, come una di quelle sorprese che non ti aspetteresti mai di ricevere nella vita, tra le 18:00 e le 19:00 del 5 novembre 2023 nei cieli italiani è apparsa una specie di magia della natura: l‘aurora boreale. Un fatto rarissimo alle nostre latitudini, una sorta di miracolo che ha fatto alzare il naso all’insù a milioni di italiani increduli di fronte a questa danza di luci che illuminava l’oscurità.

Dove è stata avvistata l’aurora boreale in Italia

L’aurora boreale aveva già fatto capolino nel nostro Paese, e con più precisione tra le vette delle Alpi, a fine settembre di quest’anno. Ma il 5 novembre la sua preziosa luce ha inondato gran parte della Penisola, arrivando persino nei cieli della Puglia.

Un evento eccezionale non solo per le sue caratteristiche, ma anche perché è estremamente raro alle nostre latitudini. Con massima visibilità tra le 18:00 e le 19:00, il cielo italiano si è tinto di rosso, di rosa e di viola, ma anche quello dell’Austria, della Romania, della Slovenia e di altri Paesi del nostro continente.

Per gli abitanti delle zone non abituate a tutto questo (Italia compresa) è stata una notte impossibile da dimenticare. E non a caso i social si sono riempiti di immagini di utenti completamente estasiati da questa magia del cielo.

C’erano foto dalla Lombardia, dall’Alto Adige, dalla Toscana, dalle Marche, dalla Puglia e molto altro ancora.

Come è possibile che sia arrivata in Italia

L’aurora boreale in Italia era stata avvistata anche negli anni passati. Per molti dei nostri nonni, infatti, era un presagio non di certo fortunato. Ma la verità è che è possibile, estremamente raro, ma possibile.

L’aurora boreale è il frutto dell’interazione tra il campo magnetico terrestre e il vento solare. Ci sono dei momenti dell’anno in cui quest’ultimo è particolarmente intenso e, quando ciò accade, vengono espulse delle particolari particelle cariche. Un’attività che è del tutto normale, il giusto ciclo della natura, ma quando queste particelle colpiscono la Terra che succede la magia: producono dei disturbi nel campo magnetico terrestre – il cui nome scientifico è tempeste geomagnetiche o tempeste solari – che provocano aurore boreali.

Tendenzialmente queste tempeste avvengono a latitudini più settentrionali, dove le luci della notte sono verdi, perché le particelle cariche emesse dal Sole interagiscono con le molecole di ossigeno presenti nell’atmosfera a 100-300 km di quota.

La sera del 5 novembre è però accaduto che la tempesta geomagnetica fosse abbastanza intensa, tanto da arrivare a interagire anche con singoli atomi di ossigeno presenti oltre i 400 km di quota.

È stato così che nei cieli italiani è apparsa un’aurora boreale di colore rosso: avvenendo più in alto è risultata visibile anche a maggiore distanza, compreso appunto il nostro Paese.

Non è ancora possibile dare una risposta precisa sul perché nei cieli d’Italia si siano avvistate due aurore boreali in meno di due mesi. Le uniche certezze è che in questa fase dell’anno il Sole si sta avvicinando alla sua massima attività magnetica, una situazione che mette la nostra stella madre nella condizione di essere molto attiva a livello di brillamenti e di espulsioni di particelle che provocano l‘aurora boreale.

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Viaggiatori smemorati: gli oggetti più strani dimenticati nei taxi

“Chi vuole viaggiare felice deve viaggiare leggero”, scriveva Antoine de Saint-Exupéry in quella frase che nasconde una delle più grandi verità per gli esseri umani. Un’affermazione, questa, che può conoscere diverse interpretazioni, più metaforiche o letterali. Ma la verità è che ci sono molte persone che proprio non riescono a rinunciare al comfort fornito da tutti quegli oggetti utilizzati nel quotidiano, neanche quando sono in viaggio.

Così, tra borse straripanti di prodotti di varia natura e valigie che a mala pena riescono a chiudersi affrontiamo le nostre avventure. Le stesse che possono diventare frustranti e “drammatiche” quando perdiamo o dimentichiamo qualcosa durante un viaggio: confermate?

E succede molto più spesso di quanto vorremmo, di smarrire qualcosa durante un viaggio intendiamo. Lo confermano le nostre esperienze e anche FREENOW, fornitore di mobilità, che ha stilato la lista dei Paesi e delle città più smemorate d’Europa e l’elenco degli oggetti più strani dimenticati nei taxi. Vediamo quali sono.

Italiani, popolo di viaggiatori smemorati

Tutta colpa della fretta, o della distrazione, quella che ci fa smarrire le cose. Quando siamo in viaggio o, più semplicemente, ci spostiamo da una parte all’altra della città con un taxi. Il momento in cui si è più smemorati, secondo FREENOW, è il lunedì mattina e non fatichiamo a immaginare i motivi. Tra gli oggetti smarriti più frequentemente ci sono i telefoni, le borse e le chiavi. La cosa più strana dimenticata in un taxi? Una piscina gonfiabile.

Succede anche a noi italiani, molto più spesso di quanto crediamo. Secondo la lista dei Paesi più smemorati d’Europa, il Belpaese conquista la quarta posizione seguendo Francia, Grecia e Regno Unito che si piazzano sul podio. I più attenti, invece, sono Spagna, Germania e Polonia, particolarmente propensi a prendersi cura dei loro effetti personali. Al 5° posto, invece, troviamo l’Irlanda.

Diversa è, invece, la classifica delle città più smemorate d’Europa, dove l’Italia è presente solo con una città: Milano. Conquistano il podio, invece, Dublino, Londra e Madrid. Seguite poi da Barcellona, Parigi, Varsavia, Berlino, Atene, Amburgo e Valencia.

Gli oggetti più strani dimenticati in taxi

Cellulare e chiavi, come abbiamo anticipato, sono gli oggetti più dimenticati dai passeggeri nei taxi, ma insieme a questi troviamo tutta una serie di cose davvero particolari. Qualche esempio? Una piscina gonfiabile e un contratto di lavoro.

Secondo le analisi “Lost & Found” di FREENOW non sono poche le cose dimenticate ogni giorno dai passeggeri dei taxi, soprattutto nel mese di dicembre. Massima attenzione, quindi, a chi viaggia con regali di Natale al seguito.

Cellulari, borse e chiavi, dicevamo, conquistano il podio, seguiti poi da auricolari, cuffie e Airpods, portafogli e occhiali da sole e da vista. Alla lista dei più comuni si aggiungono anche i gioielli. Tra gli oggetti più strani dimenticati a bordo di un taxi, invece, troviamo una piscina gonfiabile e l’ecografia di un bambino, un contratto di lavoro e una ferita finta insieme a un tubetto di colla. Seguono Extension per capelli, una scimmia di marmo, panini con parmigiano e pancetta, lampada UV per unghie, un tutore medico per il collo e persino un martelletto neurologico del medico.

Una di queste cose vi è familiare? Niente paura: sul sito e sull’app FREENOW potrete reclamare i vostri oggetti smarriti!

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Abruzzo, mangiare in un trabucco cullati dalle onde

Tra le innumerevoli bellezze naturalistiche e paesaggistiche, l’Abruzzo vanta anche la Costa dei Trabocchi, un magico tratto di litorale che si snoda lungo la Strada Statale 16 Adriatica, in provincia di Chieti, che da Francavilla al Mare arriva a San Salvo passando per Ortona, Fossacesia, San Vito Chietino e Vasto.

Un luogo romantico e unico, costellato da spiagge tra le più affascinanti della costa adriatica e dalle iconiche strutture in legno che le danno il nome, i trabocchi (o trabucchi) appunto, simili ad antiche palafitte a pelo d’acqua, utilizzate in passato dai pescatori.

Oggetto di restauro, oggi per la maggior parte sono riconvertiti in ristoranti e offrono, così, l’occasione unica di gustare prelibati piatti, cullati dal suono delle onde e con lo sguardo perso nel blu.

I Trabocchi: di cosa di tratta

Sono simboli della costa chietina, antichi strumenti per la pesca che narrano la storia e la tradizione del popolo abruzzese, edificati lungo le spiagge e ancorati agli scogli e alle rocce, industriose costruzioni in legno impiegate per pescare senza dover uscire con la barca (e che, per alcuni pescatori, diventavano la casa in cui abitare).

Tra i mezzi da pesca più antichi del mondo, si pensa risalgano addirittura ai Fenici. In ogni caso, le prime testimonianze della presenza dei trabocchi sul litorale d’Abruzzo sono del XV secolo, all’interno di un’opera religiosa sulla vita di Pietro da Morrone, il futuro papa Celestino V.

Parlando della struttura vera e propria, si compongono di una piattaforma in legno che si protende sul mare, con un paio (o più) di lunghi bracci definiti “antenne”, ai quali si lega il “trabocchetto”, una rete a maglie strette.
Un complesso sistema di argani consentiva poi di immergere la rete in acqua e sollevarla con il pescato.

Il loro nome potrebbe derivare dal latino “trabs” ovvero “legno, trave” in riferimento alle travi in legno di pino d’Aleppo usate per costruirli, un materiale molto resistente e presente in grande quantità nel territorio.

Uno dei simboli indiscussi dell’Abruzzo, vennero cantati da D’Annunzio, originario di Pescara, nell’opera “Il Trionfo della Morte “come macchine che parevano vivere di vita propria”.

Le meraviglie della Costa dei Trabocchi

punta aderci vasto

Fonte: iStock

Punta Aderci, Vasto, Abruzzo

Diamo ora un’occhiata al favoloso litorale che ospita i trabocchi, partendo da Ortona, con invidiabili spiagge di morbida sabbia dorata e raccolte baie selvagge lambite da un mare limpido e cristallino.
Da segnalare, senza alcun dubbio, Punta dell’Acquabella, “un nome una garanzia”, Punta Ferruccio, spiaggia di ciottoli, Lido dei Saraceni e Lido Riccio.

Proseguiamo fino a incontrare San Vito Chietino, di origine medievale, tuttora custode di un centro storico disegnato da scorci unici sulla costa, chiesette antiche e le tracce delle mura difensive.
Qui emozionano il Promontorio del Turchino, dalle onde color turchese, spiagge di fine sabbia alternate a baie di roccia e ciottoli, e l’Eremo delle Portelle, o Eremo Dannunziano, dove il Vate trascorse un periodo della sua vita.

Rocca San Giovanni, tra i Borghi Più Belli d’Italia, vanta litorali eccezionali che si fregiano della Bandiera Blu, Fossacesia, dall’antico centro storico, ha il suo fiore all’occhiello nel litorale incastonato nella tranquilla baia “Golfo di Venere”, Torino di Sangro ospita la Riserva Naturale Regionale Lecceta, di 180 ettari, e stupendi arenili in località “Costa Verde” e “Le Morge”.

Infine, dall’abitato di Casalbordino si giunge a Punta Aderci, nel territorio comunale di Vasto, magnifico promontorio custode della Riserva Naturale Regionale di Punta Aderci con alcune delle spiagge più apprezzate d’Italia.

Invece Vasto, è suddivisa in Vasto Vecchia, su di una collina a 144 metri di altezza, e in Vasto Marina, gettonata località balneare adatta a tutti per trascorrere rigeneranti giornate in spiaggia.

Dove mangiare in Abruzzo al suono delle onde

Tavolo allestito sul trabocco in Abruzzo

Fonte: iStock

Tavolo allestito sul trabocco in Abruzzo

Come accennato, moltissimi trabocchi oggi sono ristoranti di pregio, in cui assaporare una cucina tradizionale ma moderna a base di ingredienti freschi nella meravigliosa cornice del Mare Adriatico.

A Fossacesia, ad esempio, la sensazione di mangiare “in mezzo al mare” la dona il Trabocco Pesce Palombo, citato già negli anni Venti e ricostruito, secondo i canoni originali, a seguito della mareggiata che lo distrusse nel 1979.
Gestito dalla famiglia Verì, propone una cucina che unisce la tradizione della cucina marinara e di terra all’innovazione e utilizza le materie prime che il mare e il mercato offrono sulla base della stagionalità.
Il menu fisso comprende aperitivo, antipasto, primo e secondo a scelta, frutta fresca e dolci tipici.

Appartiene alla famiglia Verì anche il Trabocco Punta Cavalluccio, sulla costa di Rocca San Giovanni in località Cavalluccio, dove i piatti vengono preparati con pescato locale sulla base di antiche ricette della cucina marinara.
Il menu, a prezzo fisso, si arricchisce con un’ampia carta dei vini (oltre 60 etichette) e una location che non lascia indifferenti.

A Rocca San Giovanni in Contrada Vallevò troviamo il Trabocco Sasso della Cajana, a conduzione familiare, per gustare piatti genuini e freschi preparati con il pescato dell’Adriatico e dei pescatori della zona.
La vista è superba e il menu fisso con antipasti freddi e caldi, un primo, frittura di pesce, dolci e caffè.

Ancora a Rocca San Giovanni, il Trabocco Punta Isolata, dal panorama mozzafiato, propone un’esperienza culinaria di grande qualità con menu fisso a base di pesce abbinato ai migliori vini della Costa Teatina.
Abbondanti antipasti freddi e caldi, primo, due portate di secondo e contorni, per gustose ricette della tradizione.

A San Vito Chietino, in Via Cristoforo Colombo, si trova il Trabocco Punta Fornace cui si accede direttamente dalla spiaggia.
Romantico, con il suono del mare in sottofondo, offre una vasta gamma di antipasti, sia caldi che freddi, e un ricco menu che cambia in base al pescato e include una decina di antipasti, un primo, un secondo con contorno, frutta, dolce e caffè.

A Marina di San Vito, ecco il Trabocco San Giacomo, “sospeso tra cielo e mare”, inaugurato il 2 agosto 2015.
Il menu, che può variare a seconda del pescato del giorno, prevede antipasti freddi e caldi, primo del giorno, secondo, dolce della casa.

Infine, incastonato nel “Golfo di Venere”, a nord di Fossacesia, il Trabocco Punta Punciosa ospita il ristorante “Le 17 lune”, gestito da Monica e Loris.
I piatti rappresentano la tipica cucina abruzzese della costa adriatica, con ottimo pesce fresco dell’Adriatico.

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In Cina esiste una metropolitana che passa attraverso i palazzi

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per immergerci negli scenari naturali che lasciano senza fiato, per raggiungere i luoghi simbolo di città e Paesi interi, per toccare con mano i capolavori artistici e architettonici, e per scoprire la cultura e le tradizioni di popolazioni lontane. Ma lo facciamo anche perché il desiderio di vivere esperienze uniche e irripetibili è così forte da spingerci ad attraversare il mondo intero.

Ed è proprio dall’altra parte del globo che oggi vogliamo andare insieme a voi, per raggiungere una destinazione che è fuori dai radar turistici ma che offre ai viaggiatori un’avventura davvero particolare, sicuramente uguale a nessun’altra.

Ci troviamo a Chongqing, una grande città situata nel sud-ovest della Cina e adagiata sulle sponde dei fiumi Yangzi e Jialing che proprio qui si incontrano. Raggiunta soprattutto come punto di imbarco per le crociere verso le Tre Gole, la città in realtà offre un’esperienza inedita e assai bizzarra che non tutti conoscono. Qui, infatti, esiste una metropolitana che passa attraverso i palazzi abitati. Pronti a salire a bordo?

Chongqing, un’esperienza al di fuori dall’ordinario

Chongqing, come abbiamo anticipato, non rientra tra le destinazioni più gettonate tra i viaggiatori che giungono in Cina. Eppure questa megalopoli sa sorprendere come poche altre città al mondo sanno fare.

Una sosta qui può permettere agli avventurieri di immergersi nella cultura locale, di scoprire il passato del territorio e vedere come questo convive alla perfezione con il presente. Nella Chicago cinese, così ribattezzata per la sua importanza dal punto di vista economico, è possibile passeggiare per le vie pedonali del centro storico, ammirare il grande complesso a cupola della Grande Sala del Popolo che si affaccia sull’omonima piazza e visitare il vicino Museo delle Tre Gole che conserva i manufatti ritrovati durante la costruzione della diga e altre opere antica.

A Chongqing ci si muove, soprattutto, con i trasporti pubblici. La città, infatti, vanta una delle reti di bus più ampie del Paese alla quale si aggiunge anche una metropolitana. Ed è proprio a bordo di questa che iniziamo il nostro viaggio per vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario.

La linea 2 della metropolitana che attraversa la città, infatti, passa attraverso un palazzo di 19 piani abitato da centinaia di persone. Nello stesso stabile poi, esattamente tra il sesto e l’ottavo piano si trova la stazione di Liziba, una delle fermate della metro.

La metropolitana che attraversa i palazzi

Le fotografie che ritraggono questa particolare opera ingegneristica non mentono, né tanto meno sono opera di un fotomontaggio: a Chongqing la metropolitana attraversa davvero un edificio abitato. Ogni giorno, infatti, gli inquilini del palazzo assistono al passaggio della linea 2 che transita ogni 2 minuti.

Anche se negli ultimi anni la metropolitana si è trasformata in una vera e propria attrazione turistica, le ragioni che si nascondono dietro alla sua costruzione non hanno niente a che fare con il turismo. L’intenzione del progetto, infatti, era quella di guadagnare spazio sul territorio urbano senza stravolgere il quartiere. Così è stato ridotto al minimo l’inquinamento acustico e la metro è stata installata. Oggi gli abitanti di quel palazzo possono vantare il fatto di avere una fermata della metro a due passi da casa, mentre i turisti possono provare l’ebbrezza di attraversare un edificio abitato a bordo di una carrozza a tutta velocità.

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Tree Hotel: dormire in un nido d’uccello nella foresta svedese

Organizzare un viaggio in Svezia è sempre un’ottima idea, lo è perché il Paese scandinavo è un concentrato di bellezze naturalistiche che incantano e sorprendono a ogni passo compiuto. Da una parte ci sono le isole che si snodano lungo la costa, dall’altra i laghi fiabeschi che caratterizzano l’entroterra. Tutto intorno, poi, si snodano vaste foreste e rilievi glaciali che circondano le città.

Meta prediletta degli amanti della natura, il Paese offre moltissime esperienze inedite tutte da vivere e condividere. Alcune di queste passano inevitabilmente anche per gli alloggi, che non solo solo luoghi del riposo e del ristoro, ma diventano parte integrante e caratterizzante delle avventure di viaggio. In Svezia, infatti, esistono molte sistemazioni integrate col paesaggio per garantire agli ospiti un contatto vero e autentico con la natura selvaggia.

Ed è proprio di un alloggio così che vogliamo parlarvi oggi, di un tree hotel immerso in un paesaggio primordiale nella zona settentrionale del Paese. Molto più di una casa sull’albero, ma un vero e proprio nido d’uccello incastonato nella foresta svedese. Il vostro sogno a occhi aperti comincia qui.

Dormire in un nido d’uccello nella foresta svedese

Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di una destinazione ancora poco battuta dal turismo di massa, quella che ci conduce sulle sponde di un fiume che corre nelle profonde foreste della Svezia settentrionale. Ci troviamo a Granö, un piccolo insediamento urbano che conta poco più di 200 abitanti e che si snoda nel comune di Vindeln, a Västerbotten.

Proprio qui, immersa in una natura incontaminata e selvaggia esiste una piccola struttura ricettiva perfettamente integrata con l’ambiente circostante, un villaggio dove la vita scorre lenta e dove tutti sono invitati a lasciare alle spalle lo stress cittadino per contemplare le meraviglie di Madre Natura. Diversi gli alloggi proposti, tra cui anche diverse case sull’albero.

“Vivi come un uccello”: è questo l’invito ai viaggiatori di Granö Beckasin che tra gli alloggi propone proprio quattro bird nests, case sorrette tra gli alberi che per forme, lineamenti e concept sono ispirate ai nidi d’uccello che popolano la foresta.

Un alloggio da sogno nella natura

Dormire all’interno di un nido d’uccello è un’esperienza davvero unica, perfetta per tutti coloro che cercano un rifugio lontano dalla città e dai ritmi frenetici che caratterizzano la quotidianità. Gli alloggi sull’albero di Granö Beckasin affacciano direttamente sul fiume che attraversa il territorio e sulla foresta svedese, una delle zone più selvagge dell’intero Norrland.

Le case, costruite con materiali naturali e riciclabili sono semplici, ma dotate di ogni comfort. Non mancano, ovviamente, ampie vetrate panoramiche per godere della bellezza dei dintorni a ogni ora del giorno e della notte.

La struttura è aperta tutto l’anno, tuttavia consigliamo di raggiungerla in inverno per toccare con mano la magia di questa stagione che trasforma il Paese in una cartolina incantata. Ma non è tutto perché da ottobre a marzo gli ospiti possono ammirare tutta la bellezza dell’aurora boreale che infiamma i cieli della Svezia restando nel proprio nido, tra gli alberi.

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Questo luogo italiano è secondo solo alla Tour Eiffel

Non serve andare lontano per scoprire che, a due passi da casa, esistono delle meraviglie dell’ingegneria di cui andare molto fieri. È il caso del Ponte della Becca, un ponte di ferro nell’Oltrepò Pavese, secondo, per struttura, solo alla celeberrima Tour Eiffel simbolo, agli occhi del mondo, non solo di Parigi ma di tutta la Francia.

Perché questo ponte non è dunque il simbolo almeno della Lombardia, se non dell’Italia? E dire che quando fu costruito, tra il 1910 e il ’12, sulla confluenza dei due fiumi Po e Ticino, era un’opera unica nel nostro Paese. Ancora oggi, a distanza di oltre un secolo, resta la struttura in ferro più grande del mondo, dopo la Tour Eiffel, appunto.

Il Ponte della Becca

Lungo poco più di un chilometro (1,081 metri, per la precisione, tre volte l’altezza della Torre Eiffel), collega i due Comuni di Linarolo e Mezzanino, in provincia di Pavia. Fu costruito per un motivo molto più pratico di un’esposizione universale (motivo per cui fu costruita la struttura parigina). Serviva, infatti, per agev0olare il trasporto di merci, in particolare l’uva proveniente dall’Oltrepò diretto in tutta la Lombardia.

Prima della costruzione del Ponte della Becca, si usava un sistema di trasporto su acqua per mezzo di zattere e poi di traghetti che, però, non era molto affidabile in quanto proprio nel periodo di trasporto dell’uva spesso si verificavano delle piene dei due grandi fiumi. Nell’Oltrepò Pavese si produce ancora oggi dell’ottimo vino, in particolare Pinot Nero, Croatina, Barbera e Riesling.

Il progetto del ponte fu affidato all’ingegnere svizzero Jules Röthlisberger, che qualche anno prima aveva progettato un altro ponte in Italia, il Ponte San Michele sull’Adda (anche chiamato ponte Röthlisberger), una rinomata opera di archeologia industriale. L’inaugurazione dell’opera avvenne il 7 luglio del 1912 alla presenza di Vittorio Emanuele di Savoia, cugino di re Vittorio Emanuele III.

Il ponte subì gravi danni durante la Seconda guerra mondiale a causa dei bombardamenti, ma fu subito ricostruito tale e quale e ancora oggi resta il Ponte della Becca dei primi del Novecento.

Negli ultimi anni, sono stati riscontrati più volte dei cedimenti, che hanno obbligato le autorità a limitare il transito dei mezzi sul ponte. Infatti, sono state installate delle barriere limitatrici di larghezza fatte di cemento con sbarre che impediscono il transito al traffico pesante.

Anche senza sapere nulla quando s’imbocca il Ponte della Becca sembra di entrare nella Tour Eiffel: la sua struttura tubolare con la travatura reticolare, nata dalla necessità di impiegare strutture sempre più leggere per superare lunghezze sempre più grandi, è proprio quella della cugina francese.

Una gita nell’Oltrepò Pavese

Chi avesse in mente di organizzare una gita fuori porta nella zona dell’Oltrepò Pavese non può perdersi questa chicca tutta italiana. Il periodo consigliato per visitare questa zona della bassa Lombardia è in autunno o in primavera, magari percorrendo la bellissima Strada del Vino e dei Sapori dell’Oltrepò Pavese.

Oltre a scavallare, in auto o, meglio ancora, in moto, le dolci colline vitate, si possono visitare le tantissime le cantine della zona, fermarsi in uno dei numerosi agriturismi che spesso offrono anche alloggi in mezzo alla natura.

Ma non solo. Qui è possibile andare in bicicletta costeggiando i campi coltivati e i vigneti a perdita d’occhio, visitare deliziosi borghi e castelli. Tra i più belli c’è Varzi, un borgo bellissimo caratterizzato dalle sue imponenti torri non lontano dal Castello di Oramala, un elegante maniero che nasconde, ancora oggi, strane storie di fantasmi.

Il Castello di Cigognola, invece, che domina il paesaggio dell’Oltrepò Pavese, è un’elegante dimora aristocratica (privata) restaurata e rimaneggiata in stile neogotico che si può visitare e che ospita una famosa cantina dove fare degustazioni e acquistare vini.

Molto bello è infine il piccolo borgo medievale di Zavattarello, dominato dal Castello dal Verme, immerso in una natura incontaminata, dove regnano pace e serenità.

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Il glamping nella natura artica sotto l’aurora boreale

Gli alloggi, ormai lo sappiamo, non sono più dei semplici luoghi destinati al riposo e al ristoro, ma sono diventati parte integrante e caratterizzante delle nostre avventure di viaggio. Case sull’albero, baite nella foresta, hotel a tema e glamping di lusso: queste sono solo alcune delle esperienze offerte che, da sole, valgono l’intero viaggio.

Ed è proprio di un alloggio così che vogliamo parlarvi oggi. Di una struttura ricettiva unica che si ispira alla vita degli indigeni, alle loro tradizioni e alla loro cultura. Un glamping delle meraviglie incastonato in una delle scenografie naturali più belle di tutto il Paese, quella della Lapponia svedese.

Proprio qui, nella parte più settentrionale del Paese scandinavo, è possibile vivere una delle esperienze più magiche di una vita intera, quella che permette di dormire in una tenda nella natura artica sotto l’aurora boreale.

Dormire in una tenda sotto l’aurora boreale

Il nostro viaggio di oggi ci porta in una terra sconfinata e meravigliosa, caratterizzata da paesaggi mozzafiato, da cieli cangianti, foreste e rilievi glaciali. Ci troviamo in Svezia, e più precisamente nella provincia più settentrionale del territorio. Proprio qui, tra ghiacciai, foreste, hotel di ghiaccio e pianure artiche, è possibile vivere esperienze straordinarie che consentono di perdersi e immergersi nella suggestiva Lapponia svedese.

Incontaminata e selvaggia, questa terra è una destinazione obbligata per tutti coloro che desiderano vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario a stretto contatto con la natura. Si tratta, inoltre, di una meta imprescindibile per tutti i cacciatori di aurore boreali.

L’offerta ricettiva, qui, è davvero unica. Nella Lapponia svedese, infatti, è possibile pernottare all’interno dell’hotel di ghiaccio più grande del mondo, ma anche dormire direttamente nella natura sotto l’aurora boreale che infiamma i cieli di notte.

Proprio nel cuore della riserva naturale di Sjavnja, nel comune di Gällivar, esiste un glamping unico nel suo genere che permette agli ospiti di immergersi nella cultura indigena Sami, la più antica di tutto il Nord Europa.

La struttura, che prende il nome di Sápmi Nature Camp, ospita diverse lavvu, le tende caratteristiche dei Sami, ed è incastonata in un paesaggio solitario e silenzioso che è il simbolo della natura artica. Alloggiare qui, in quella che è una delle più grandi aree selvagge e incontaminate del Paese, toccando con mano la cultura indigena, è un’esperienza davvero che diventa ancora più magica quando l’aurora boreale infiamma i cieli e li tinge di meraviglia.

Il glamping nella natura artica

Se volete vivere e condividere un’esperienza al di fuori dall’ordinario, allora, il Sápmi Nature Camp è l’alloggio giusto per la prossima avventura di viaggio. Qui, circondati da un paesaggio primordiale, e in compagnia della popolazione Sami che qui è cresciuta, potrete scoprire le meraviglie che snodano a nord del Circolo Polare Artico.

Potrete dormire all’interno di una tenda caratteristica, rilassarvi dentro la bastu (sauna) situata a pochi metri dagli alloggi e visitare gli allevamenti di renne della comunità di Unna Tjerusj Sámi.

Ad accogliervi ci saranno la neve e il ghiaccio, ma anche un pittoresco paesaggio che di notte si accende di magia. Il glamping, infatti, si trova lontano da ogni fonte di inquinamento luminoso e questo vi permetterà di avere un accesso privilegiato sul cielo stellato e sull’aurora boreale.

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L’hotel che ha stregato Fitzgerald nasconde un inquietante segreto

È innegabile: a colpo d’occhio l’Omni Grove Inn Hotel ha tutte quelle particolari caratteristiche che ci possono ricordare lo spaventoso Overlook Hotel del film Shining. Infatti, sorge fra le montagne del North Carolina, che lo abbracciano e lo circondano, ha uno svettante tetto rustico e rosso ed è circondato da un suggestivo parco verde con siepi ben curate. Ma non finisce qui, perché questo hotel, dove in passato ha soggiornato lo scrittore Francis Scott Fitzgerald condivide con l’Overlook anche un segreto inquietante e… spettrale.

La fama dell’Omni Grove Inn Hotel

Iniziamo, però, togliendo ogni dubbio su eventuali svolte dell’orrore: la presenza che cammina e si manifesta tra nell’Omni Grove Inn Hotel non sarebbe affatto pericolosa. Niente di simile ai terribili spiriti arrabbiati tanto ben descritti da Stephen King e da Stanley Kubrik, dunque, e ciò è chiaro anche dalla fama della struttura ricettiva, che è stata più volte premiata come una delle più belle e lussuose del North Carolina e che, per inciso, conta anche su una serie di servizi a dir poco incantevoli.

L'Omni Grove Park Inn

Ristoranti raffinatissimi e un centro benessere d’eccellenza rendono l’Omni Grove Inn ancora oggi uno dei ritiri più apprezzati per una clientela di un certo livello, che può anche approfittare di escursioni nei boschi o di prenotare un angolo del giardino tutto per sé solo per meditare. Fatta questa doverosa precisazione, andiamo a lei, alla vera protagonista della storia: l’entità, il fantasma, lo spirito che si muove tra le stanze dell’hotel, che prende il nome di Pink Lady.

La Pink Lady e la sua storia

Per conoscere la storia della Pink Lady dobbiamo fare un passo indietro, a quando, nel 1913, vennero costruiti il Grove Park e la sua locanda (quella che oggi è l’Omni Grove). La posizione privilegiata e il fatto che il proprietario del luogo fosse Edwin Wiley Grove, creatore di un tonico contro la malaria, convinsero molta gente del fatto che il posto era salubre, oltre che incantevole. È per questo che, come abbiamo accennato, Francis Scott Fitzgerald vi soggiornò a lungo.

E non fu il sole: anche George Gershwin e Harry Houdini decisero di passarci del tempo, elogiando la sua atmosfera avvolgente, romantica e al contempo elegante. Con il passare del tempo, sempre più persone iniziarono a soggiornarvi e la locanda, di conseguenza, si ampliò. Dopo gli ampliamenti, però, pare che un’ospite, una donna giovane e dai lineamenti gentili, venne invitata dal suo amante a passare qualche notte insieme. Tuttavia, la donna non se ne andò più. Non è chiaro però il motivo: la leggenda narra che cadde da un balcone, lasciando sgomente le persone che trovarono il suo corpo ancora avvolto in un morbido vestito da ballo rosa.

Da allora la Pink Lady aleggia per le stanze dell’hotel e negli ultimi 100 anni tantissime persone dicono di averla vista: in particolare, lo spirito sembra legato alla stanza 545 che, secondo la leggenda, è proprio quella da cui cadde.

Un fantasma di buon cuore

Le cronache degli avvistamenti dipingono la Pink Lady in due modi: o viene percepita come una semplice nebbiolina rosa che si solleva e scompare o appare proprio come una ragazza dai capelli raccolti, con il caratteristico abito rosa e uno sguardo estremamente dolce. Sembra anche che prediliga più la compagnia dei bambini che quella degli adulti e che sia di conseguenza più propensa a rivelarsi a loro o ad apparire vicino ai loro letti, specie se sono ammalati.

L'Omni Grove Park Inn

Si dice che, nonostante sia del tutto innocua, la Pink Lady si diverta a fare dei piccoli scherzi. Niente a che vedere con ciò che succede in alcune case infestate da brivido, ma pare che ogni tanto alcune luci, i condizionatori o piccoli dispositivi elettrici facciano le bizze accendendosi e spegnendosi da sole. Inoltre, sembra che sia un fantasma molto ordinato: ama rassettare gli oggetti nelle stanze, riordinandoli nei momenti più disparati del giorno e della notte. Verità o leggenda? A voi l’ardua sentenza!

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Oroscopo: il Sagittario è il segno zodiacale che ama di più viaggiare

Chi è nato tra il 22 novembre e il 21 dicembre ha un chiodo fisso in testa: viaggiare. Le persone nate sotto il segno del Sagittario, è risaputo, sono le viaggiatrici per eccellenza. Essendo un segno di Fuoco, il Sagittario ama molto il movimento, l’avventura e la contemplazione.

Sagittario, il segno dei viaggiatori

Indipendente e anche un po’ indisciplinato, chi è nato sotto il segno del Sagittario non si lega mai troppo ai luoghi e alle persone. Inoltre, essendo adattabile e molto flessibile, ciò fa del Sagittario uno dei segni con cui è più semplice andare d’accordo. Quando poi sente aria di routine, è il momento in cui prende e fugge altrove.

Estremamente dinamismo, le persone del Sagittario viaggiano sempre da una parte all’altra del globo, non si accontentano mai di visitare una sola città, ma ne vuole vedere tante, a volte troppe. Il Sagittario può anche attraversare Paesi, varcare confini e superare tranquillamente i diversi fusi orari. avete a che fare con una persona nata sotto questo segno non vi annoiate di certo.

Altri segni amanti di viaggi

Se il Sagittario è il segno dello zodiaco dedito ai viaggi, ce ne sono altri che non disdegnano certi tipi di vacanze. Come le crociere, per esempio. In cima al podio tra gli amanti delle vacanze in crociera c’è il segno del Cancro. Secondo un’indagine condotta da Crocierissime, il 9,2% delle prenotazioni totali di una crociera viene effettuato da una persona nata tra il 22 giugno e il 22 luglio.

Segno d’Acqua, i nati sotto il segno del Cancro hanno un forte legame con il loro elemento e quindi con il mare e con le caratteristiche principali di calma ed emotività. Non a caso, infatti, il Cancro è il segno cardinale che si trova all’inizio dell’estate e si distingue per il suo grande legame con gli affetti familiari. La crociera si adatta molto bene alle sue esigenze, grazie alle possibilità di relax e divertimento (per tutte le età), in un ambiente caloroso e accogliente, in cui il Cancro ha l’opportunità di trascorrere momenti con famiglia e amici.

Non sono da meno i nati sotto il segno della Vergine (23 agosto-22 settembre). La scorsa estate i Vergine che hanno fatto una crociera sono stati l’8,7%. Questo genere di vacanza offre la possibilità di organizzare in anticipo le giornate a bordo in ogni minimo dettaglio, senza lasciare spazio a sorprese non gradite. Tipici di questo segno sono difatti l’ordine e la precisione.

E infine ci sono i nati sotto il segno del Leone (23 luglio-23 agosto), noti per il carisma e lo spirito sociale. A bordo di una nave sono spesso al centro dell’attenzione e si dimostrano entusiasti nei confronti di spettacoli e attività interattive, a cui partecipano da protagonisti. Essendo amanti del lusso e dello sfarzo, per i Leone è perfetta una crociera tra le isole dei Caraibi.