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5 consigli per dormire comodi in tenda

Immersi nella natura incontaminata e avvolti nel silenzio della notte, gli amanti dei viaggi in campeggio possono avventurarsi in vacanze memorabili in giro per l’Italia, o nel resto del mondo, con zaino in spalla, tenda, sacco a pelo e torcia. Una modalità di viaggio che permette di risparmiare sul budget, ma che, inevitabilmente, comporta una buona dose di spirito di adattamento.

Chiaramente, dormire in tenda non è come riposare in un morbido letto di hotel o di un lussuoso glamping, ma chi l’ha detto che l’esperienza in campeggio debba essere per forza scomoda? Esistono ormai numerosi trucchi per rendere più agevole il “letto” in cui rilassarsi dopo lunghe camminate o giornate passate al mare. Noi ti sveliamo i 5 consigli più importanti per dormire comodi in tenda.

Controlla le previsioni meteo

La prima cosa da fare prima di partire per una vacanza in campeggio è controllare le condizioni meteo: pioggia, vento forte, umidità, sole intenso o temperature molto basse possono influire sulla qualità del sonno in tenda se non si prendono le giuste precauzioni. Devi essere pronto a tutto e prevenire eventuali disagi dovuti al clima esterno, in modo da munirti di tutto il necessario per affrontare le intemperie, il freddo o l’eccessivo calore.

Per esempio, se ti recherai in un luogo freddo, conta di portare anche un piumino pesante, una coperta di scorta per riscaldarti e uno scaldino elettrico o l’intramontabile borsa dell’acqua calda. Se è prevista molta pioggia, è bene preparare la tenda con teli impermeabili e con il giusto isolamento dal terreno per contrastare l’umidità.

Procurati un letto comodo

Dormire in una tenda non significa per forza essere scomodi tutta la notte. Esistono tante opzioni che permettono di evitare di dormire direttamente a contatto con il suolo duro, ricreando invece un letto morbido e accogliente. È possibile optare per l’uso di materassi gonfiabili (o autogonfiabili), pratici e poco ingombranti, che consigliamo sempre di testare prima del campeggio. Esistono anche i materassi ad acqua o in lattice, che si arrotolano molto facilmente. Ognuno è adatto a specifiche esigenze di riposo.

In genere, per garantire la massima comodità durante un weekend in tenda, lo spessore del materasso gonfiabile dovrebbe aumentare in maniera proporzionale al peso corporeo della persona che deve sostenere: ogni 10 chili 1 centimetro di spessore, perciò per 80 chili l’ideale sarebbe un materassino di circa 8 centimetri. Ma per vacanze più lunghe rispetto a un weekend, il consiglio è quello di optare per materassi più alti, attorno ai 20 centimetri: sono più confortevoli e morbidi.

Ecco un altro consiglio: recupera anche un piccolo cuscino (se il materasso non lo ha già incorporato). E se lo dimentichi? Nessun problema, può sempre essere ricreato sfruttando una maglietta, che puoi “riempire” con altri abiti in modo da creare un fagotto morbido su cui poggiare la testa.

Monta la tenda nel modo corretto

Non c’è nulla di peggio che dormire in una tenda pendente, montata sopra a un suolo scosceso o mal fissata al terreno. Sembra scontato, ma spesso si sbaglia proprio a installare la tenda. Il consiglio fondamentale è di montarla sempre in una zona pianeggiante: è importante che, una volta sdraiati, la testa risulti più sollevata rispetto ai piedi.

Inoltre, è necessario assicurarsi di piantare in maniera appropriata i picchetti nel suolo e tirare adeguatamente le corde. A tal proposito, non dimenticare tutta l’attrezzatura necessaria al montaggio di una tenda: martello, picchetti (anche di riserva), telo da posizionare alla base della tenda (per proteggere il fondo incanalando l’acqua piovana), corde, coltellino tascabile, tenda parasole, pompa ad aria e kit di riparazione per materassi gonfiabili.

Mantieni la tenda asciutta e arieggiata

Avete controllato il meteo ed è previsto un bell’acquazzone? Se ti prepari con la giusta attrezzatura non dovrai temere di risvegliarti in una pozza d’acqua nel bel mezzo della notte. Posiziona un telo impermeabile sia sopra la tenda (per evitare che l’acqua penetri dalle cuciture), sia sotto la base.

Ma è importante anche mantenere la tenda arieggiata e pulita, soprattutto se non si dorme soli e la calura estiva fa sudare più del solito. Oltre a curare la propria igiene personale (portando con sé anche delle salviette umidificate per rinfrescarsi all’occorrenza), ricordati anche di arieggiare la tenda prima di recarti a dormire, soprattutto in estate, quando al calar del sole le temperature si fanno più fresche dopo una lunga giornata afosa.

Riparati dai rumori

Hai il sonno leggero e non riesci ad addormentarti se continui a sentire i cinguetti degli uccelli e altri suoni emessi dalla natura o da altri campeggiatori vicini alla tua tenda? Ecco la soluzione: porta con te i tappi per le orecchie. Sono economici e piccoli, e ti faranno riposare senza fastidiosi disturbi acustici.

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Come arrivare dall’aeroporto di Kos in città

È baciata dal sole tutto l’anno e le sue spiagge sono un paradiso terrestre e meta di molti viaggi diretti in Grecia. Stiamo parlando di Kos (in italiano Coo) la terza isola più grande del Dodecaneso. Sono tanti i nomi con i quali viene chiamato questo lembo di terra bagnato dalle acque del mediterraneo, dal quale prende il suo splendido clima: “piccola Rodi”, “giardino dell’Egeo” o “isola di Ippocrate”.

Se state organizzando un viaggio in questo affascinante paradiso terrestre, ecco tutto quello che dovreste sapere per spostarvi dall’aeroporto, in comodità e risparmiando, verso la città di Kos.

L’aeroporto di Kos e i voli diretti dall’Italia

L’aeroporto internazionale di Kos Ippokratis (KSG), situato nella zona centromeridionale dell’isola, prende il nome da colui che è considerato il padre della medicina, ovvero Ippocrate, che nacque proprio in quest’isola.

Arrivare a Kos è facile. L’aeroporto è collegato a molte delle principali città europee, oltre che ad Atene e Salonicco, in Grecia. Dall’Italia, i voli diretti a Coo partono dagli aeroporti di Napoli, Roma, Bologna, Verona, Bari, Milano Malpensa, Venezia e Pisa. Alcuni collegamenti diretti sono solamente stagionali e spesso i biglietti vanno a ruba. Per questo motivo il consiglio è quello di prenotare il volo con largo anticipo.

Situato vicino ai villaggi di Antimachia e Kardamena, l’aeroporto dell’isola dista circa 26 chilometri dalla città di Kos.

State organizzando il vostro viaggio a Coo e una volta atterrati avete intenzione di raggiungere la città? Ecco tutto quello che dovreste sapere sui trasporti in quest’isola greca.

Come spostarsi dall’aeroporto di Kos

Una volta atterrati all’aeroporto di Kos, potrete scegliere una delle tre opzioni di trasporto offerte per gli spostamenti verso il centro cittadino dell’isola di Ippocrate: prendere un autobus (o bus navetta), noleggiare un’auto oppure prendere il taxi.

Autobus

La scelta più comune per la maggior parte dei viaggiatori ricade sull’autobus. I mezzi pubblici, gestiti dalla società Ktel Kos Sa, raggiungono sia la città che le altre località disseminate nell’isola, come Mastihari, Marmari, Pyli e Tigaki.

La corsa in autobus dura all’incirca 40 minuti (anche se possono verificarsi ritardi in situazioni di traffico particolarmente intenso) ed effettua solo una fermata al porto di Mastihari prima di raggiungere la stazione centrale di Kos, in via Pisandrou. Il costo del titolo di viaggio, acquistabile direttamente a bordo o nelle reception di molti hotel, è di soli 3,50 euro a persona per tratta singola.

Il numero e gli orari delle corse variano in base ai giorni della settimana. La domenica le corse sono ridotte e l’ultimo autobus parte alle ore 16 dall’aeroporto, mentre da Kos l’ultimo viaggio parte alle ore 17. Per trovare tutte le informazioni sugli orari delle corse, vi consigliamo di visitare il sito web ufficiale della compagnia di trasporto.

Taxi

Un’alternativa all’autobus per raggiungere la città di Kos dall’aeroporto è il taxi. Meno economico rispetto alla prima soluzione, il servizio taxi (presente fuori dal terminal aeroportuale) vi permette di raggiungere qualsiasi punto dell’isola e per questo è consigliato soprattutto a coloro che soggiornano fuori dal centro cittadino.

Di contro, oltre al costo ben più elevato rispetto all’autobus (una corsa in taxi verso Kos parte da circa 35/40 euro), riuscire a trovare un taxi disponibile può richiedere un’attesa anche molto lunga. Per questo, se optate per un taxi il consiglio è quello di prenotare il viaggio in anticipo.

Noleggio auto

La scelta che permette di visitare comodamente ogni angolo di questa perla del mediterraneo è il noleggio di un’automobile. Fuori dall’aeroporto si trovano varie compagnie che prestano tale servizio. Vi consigliamo di prenotare l’auto in anticipo, in modo da essere sicuri della sua disponibilità e per risparmiare sul prezzo del noleggio.

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Cos’è un volo open jaw e come fa risparmiare sulle destinazioni multiple

Ci sono diversi modi per risparmiare durante un viaggio, cominciando dai piccoli trucchi che si possono adottare sulla prenotazione dell’hotel, o quelli per non spendere troppo nei trasporti: una voce di costo importante all’interno del budget delle vacanze, soprattutto se state organizzando un viaggio che prevede di toccare più città e luoghi all’interno di una determinata regione.

Optare per voli offerti dalle compagnie aeree low cost e scegliere periodi di bassa stagione sono consigli ormai noti. Non tutti, però, conoscono un altro modo per risparmiare sul prezzo di un volo aereo mentre si organizzano viaggi itineranti: il volo open jaw. Ma di cosa si tratta? E perché potrebbe alleggerire il costo del viaggio e renderlo più comodo?

Cos’è un volo open jaw

Letteralmente traducibile in “mascella aperta”, il volo open jaw indica un particolare tipo di voli multi-tratta costituiti da un itinerario a triangolo: l’aeroporto di arrivo e di partenza, in questo caso, non coincidono. In altre parole, comportano un percorso di andata che non corrisponde esattamente a quello di ritorno.

Un esempio? Pensiamo a un volo Roma-Madrid per l’andata e un volo Barcellona-Roma per il ritorno. Le due città di arrivo e di ripartenza non sono le stesse, ma devono trovarsi nella stessa aerea geografica ed essere collegate tra loro anche da mezzi alternativi all’aereo. Questo spostamento tra le due città, chiamato “surface sector”, è a carico del viaggiatore, che si muove in maniera autonoma.

I voli open jaw possono essere distinti in tre tipologie diverse:

  • Destination open jaw: il punto di origine è unico, mentre il punto di ripartenza cambia (Roma-Porto, Lisbona-Roma)
  • Origin open jaw: il punto di origine e di arrivo finale sono diversi (Roma-Lisbona, Lisbona-Napoli)
  • Double open jaw: differiscono sia le città di partenza che quelle di destinazione, seguendo uno schema quadrangolare (Roma-Lisbona all’andata, Porto-Napoli al ritorno)

Voli open jaw e stopover: come abbinarli per risparmiare

Il volo open jaw è ottimo per risparmiare sulle spese di viaggio, soprattutto quando viene abbinato allo stopover.

Cos’è lo stopover? Si tratta dello scalo intermedio di un volo, che però deve essere abbastanza lungo (in genere non meno di 24 ore) così da permettere al viaggiatore di esplorare un’altra destinazione, senza costi di trasporto aggiuntivi.

Si può dunque prenotare un volo open jaw effettuando due separate prenotazioni, come se fossero due voli di sola andata, oppure con un biglietto unico che includa uno stopover. Ecco un esempio: Milano-Londra (stopover), Londra-Los Angeles (destinazione), Los Angeles-San Diego (con tragitto autonomo), San Diego-Milano.

Come prenotare voli open jaw?

Prenotare una connessione multi-città con i voli open jaw è generalmente più economico rispetto alla prenotazione di un classico volo di andata e ritorno o di due prenotazioni per singole tratte. I biglietti aerei aperti, infatti, permettono ai viaggiatori di scegliere, in modo totalmente libero, la città dalle quale ripartire una volta atterrati nella destinazione di andata.

Ma come possiamo prenotare i voli open jaw? Innanzitutto, per trovare i voli open jaw dobbiamo utilizzare l’opzione multi-city (multi-città) nei motori di ricerca dei voli. Si possono inserire diversi aeroporti e destinazioni sia per l’andata che per il ritorno, in modo da comporre il proprio itinerario ideale. È importante, nella fase di ricerca, includere anche gli aeroporti e le città secondarie e vicine alla meta che vorremmo visitare, in modo da prendere in considerazione anche ipotetici voli più economici (tenendo però presente che in tal caso aumenterebbero i costi di trasporto da e per l’aeroporto).

La maggior parte delle compagnie aeree consente di prenotare voli open jaw e stopover senza costi aggiuntivi, permettendo l’accumulo di miglia e consentendo così di visitare un’ulteriore destinazione “gratuitamente”. Il consiglio è quello di verificare sui portali dei singoli vettori le regole adottate per la gestione di queste categorie speciali di voli.

Ecco dunque che la soluzione dei voli open jaw, abbinati agli stopover, richiede un po’ di studio. Ma regala anche grandi soddisfazioni: in fondo permette di aggiungere al proprio viaggio un’ulteriore destinazione (o più di una), senza pagare ulteriori spese di trasporto.

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Le origini e il successo del Bed & Breakfast

Dormire in un Bed and Breakfast è oggi una forma di pernottamento ben consolidata: essere accolti in case e strutture che riportano a una dimensione familiare e autentica è il concetto che sta alla base della nascita di questa forma di accoglienza.

Sempre più turisti, nel corso degli anni, scelgono i B&B per le proprie vacanze, che siano giovani viaggiatori o famiglie con bambini. Ma vi siete mai chiesti da dove arrivino queste alternative ai classici hotel? Andiamo alla scoperta della storia dei Bed & Breakfast, che ha origine in tempi antichi.

Storia del grande successo dei B&B: le origini

Le origini dei Bed & Breakfast risalgono ai primi decenni del Novecento nelle campagne inglesi e irlandesi d’Europa. In realtà, già prima del XX secolo, nel Vecchio Continente, i viaggiatori erano soliti pernottare in locande e monasteri, che offrivano un posti letto e pasti caldi agli avventori: una formula embrionale di quelli che sarebbero poi diventati i Bed & Breakfast che conosciamo noi oggi.

È a partire dagli anni ’20 del Novecento che si diffondono nel Regno Unito e in Irlanda luoghi di accoglienza a basso costo e in ambienti conviviali. All’epoca, molti giovani partivano per andare alla ricerca di lavoro verso le città. Così, le famiglie iniziavano a rendere le loro stanze da letto vuote disponibili per i viaggiatori che cercavano un caldo riparo e qualcosa da mangiare. Lo stesso fenomeno iniziava a prendere piede anche in America, dove le famiglie aprivano la porta delle proprie case alle persone di passaggio anche per poter guadagnare qualche somma di denaro nel difficile periodo della Grande Depressione.

Nei decenni successivi, dopo la Seconda Guerra Mondiale, il fenomeno dei B&B si diffonde maggiormente: in Inghilterra e in Irlanda molte famiglie ospitavano i soldati americani che attendevano di rientrare in patria e, successivamente, offrivano riparo e colazione ai turisti che visitavano queste terre. Erano soprattutto le donne a intraprendere questa attività di accoglienza, con un’attenzione particolare nella decorazione delle stanze offerte e nella preparazione di ricche e gustose colazioni per i propri ospiti.

Bed and Breakfast, Two and Six” era l’insegna tipica appesa alle porte o alle finestre delle case che accoglievano i viaggiatori: un cartello che comunicava l’offerta di letto e colazione a 2,6 scellini (il significato di “Two and Six”).

A partire dagli anni Cinquanta in fenomeno dei Bed & Breakfast si è allargato notevolmente in tutto il Nord Europa, in America e in Australia, nonostante in certe zone venissero nominati diversamente. Si chiamavano paradores, minskukus, pousados, gasthaus o pensioni, ma il concetto di fondo era sempre lo stesso: offrire agli ospiti una stanza in cui dormire all’interno di una casa, con una ricca colazione ad attenderli al mattino, il tutto in un ambiente familiare e a prezzi economici.

La diffusione dei B&B in Italia

In Italia, invece, è soltanto dagli anni ’90 che si sono affermati come valida alternativa ai classici hotel. La formula di accoglienza dei B&B, inizialmente casuale e poco organizzata, si è consolidata con il passare del tempo anche nello Stivale, dimostrando di poter essere una formula vincente e apprezzata da moltissimi viaggiatori di tutte le età.

In tempi più recenti, questo concept si è evoluto notevolmente tanto che oggi esistono anche B&B di design che fanno invidia a molti alberghi e boutique hotel, dimostrando che eleganza e autenticità possono essere la combinazione perfetta per una vacanza diversa, a contatto con le persone del luogo visitato e in ambienti che ci fanno sentire come a casa, ben accolti e trattati come ospiti speciali.

Bed & Breakfast oggi: l’offerta competitiva

Il segreto del loro successo duraturo è quello di promulgare un’ideale di accoglienza autentico, in cui il viaggiatore ha la possibilità di essere accolto quasi come fosse un amico di vecchia data o un ospite speciale.

Dal semplice letto con colazione, i servizi offerti dai Bed & Breakfast si sono evoluti e sono aumentati in numero e qualità, così come i canali di promozione. Di conseguenza, anche i prezzi delle stanze offerte sono aumentati rispetto all’economicità delle prime soluzioni.

Il B&B è diventato così un punto di riferimento nel mercato turistico, proponendo ai propri clienti un’offerta all’avanguardia e attenta ad ogni minimo dettaglio ed esigenza. Vivere il luogo che si intende visitare attraverso il contatto diretto con gli abitanti locali e le loro tradizioni, permette di stabilire un legame speciale tra persone e un impatto positivo sull’esperienza di viaggio.

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Soggiorno in hotel: si può scendere in pigiama nella sala colazioni?

Che le vacanze, nella maggior parte dei casi, facciano rima con relax è un dato di fatto. C’è però chi prende un po’ troppo alla lettera questo concetto, e arriva a sfidare il buon gusto: vi è mai capitato di trovare, al buffet della colazione, gente vestita ancora con i pantaloni del pigiama? Oppure persone che portano ai piedi le ciabatte in spugna offerte dall’hotel?

Quando si soggiorna in una struttura alberghiera, ci si sente un po’ come a casa propria, questo è vero: ma siamo sicuri che sia ammesso proprio tutto, compreso scendere in pigiama nella sala colazioni?

Come presentarsi nella sala colazioni in hotel

Capita che gli ospiti di un albergo facciano colazione immediatamente dopo il risveglio e che, al posto di indossare un paio di pantaloni e una maglietta, decidano di recarsi al buffet con lo stesso “outfit” con cui sono andati a dormire la sera prima.

Ecco allora che potreste ritrovarvi a sorseggiare una tazza di caffè fumante accanto a una signora in pigiama o in vestaglia da notte, con tanto di ciabattine di spugna offerte dall’hotel ai piedi. Ma davvero ci si può presentare in pigiama nella sala colazioni?

Sebbene non ci sia un vero e proprio regolamento che lo vieti, a meno che la struttura ricettiva lo preveda espressamente, non è molto educato nei confronti degli altri ospiti presenti presentarsi nella sala colazioni con tale vestiario. Sì, perché anche se siamo in vacanza, non dovremmo mai dimenticare il buon gusto e il rispetto per il prossimo.

Ecco allora qualche consiglio per vestirsi in maniera adeguata durante l’appuntamento mattutino con la colazione, suggeriti anche dagli esperti di etichetta e buone maniere. In generale, è richiesto di presentarsi in modo pulito e ordinato, indossando un abbigliamento che sia in linea con il tipo di attività che si andrà a fare durante la giornata. Ai piedi evitare le ciabatte e non presentarsi nemmeno a piedi nudi (sì, succede anche questo).

Fa eccezione, invece, la colazione nelle strutture termali, dove può essere consentito dal regolamento dell’hotel l’accesso alle aree comuni in accappatoio e ciabatte della Spa.

L’alternativa alla sala colazioni: mangiare in camera

Consumare un pasto in una sala con altre persone sconosciute, impone naturalmente un impegno a curare la propria persona come segno di rispetto verso sé stessi e gli altri. Ma se proprio non avete voglia di cambiarvi e volete dormire quei dieci minuti in più, in molte strutture alberghiere è previsto anche il servizio di colazione in camera.

Attenzione però, perché anche in questo caso sarebbe comunque educato presentarsi al personale incaricato di portare la colazione in camera in maniera pulita e ordinata.

Il galateo a colazione: come comportarsi in hotel

Abbiamo detto che presentarsi nella sala colazioni vestiti ancora con il pigiama e le ciabatte è di cattivo gusto e andrebbe assolutamente evitato. Ma esistono anche altre regole del galateo di questo pasto mattutino condiviso con altre persone. È importante essere puntuali, ad esempio, senza presentarsi negli ultimi 5 minuti disponibili all’interno della fascia oraria della colazione. Inoltre, è buona educazione salutare le altre persone che condividono il vostro tavolo, oltre al personale di sala che vi sta servendo.

Vi è mai capitato, mentre stavate facendo colazione, di avere vicino una persona che non smetteva di parlarvi e farvi domande? È bene evitare di disturbare gli altri commensali, soprattutto se ci si è svegliati da poco e non si ha voglia di socializzare in quel momento. E non alzate mai troppo la voce mentre parlate ad altre persone. Ma l’educazione passa anche dal rispetto della fila al buffet e dal servirsi senza esagerare nel riempire di pietanze il proprio piatto.

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I messaggi segreti da conoscere prima di salire su una nave da crociera

Quante volte vi siete trovati su una nave da crociera e non avete saputo decifrare i vari messaggi scambiati dall’equipaggio di bordo? In realtà, a parte la classica richiesta di soccorso “May-day“, che tutti abbiamo imparato a conoscere guardando celebri film ambientati in mare, poche persone conoscono tutti gli altri messaggi in codice o segnali acustici che vengono emessi durante una crociera, che risultano quindi incomprensibili.

Ma perché il personale di bordo utilizza messaggi segreti per comunicare al suo interno? L’intento è quello di non far capire ai passeggeri il reale significato delle parole in codice per evitare di creare panico e allarmare inutilmente le persone a bordo della nave. Raramente, infatti, i pericoli e le emergenze che capitano sulla crociera riguardano tutte le persone a bordo: può capitare che qualcuno si senta male, che ci sia un principio di incendio in un punto specifico della struttura, o che ci sia addirittura una rissa a bordo.

Conoscere i segnali in codice può aiutare a comprendere questi messaggi in codice e viaggiare più tranquilli e consapevoli di ciò che sta accadendo sulla nave. Vediamoli tutti.

Segnali per indicare incendi e altri allarmi di sicurezza

Uno degli allarmi lanciati sulle grandi navi da crociera riguarda possibili incendi che si possono sviluppare a bordo. In realtà, non c’è un messaggio univoco utilizzato da tutte le compagnie, ma vi indichiamo quelli più comuni. Se vi trovate a bordo delle navi della Carnival Cruise Line, per esempio, e sentite pronunciare “Alpha Team, Alpha Team, Alpha Team“, vuol dire che c’è un’emergenza antincendio.

Molte compagnie, sempre per dare tale allarme al personale di bordo, usano la terminologia “Bravo, Bravo, Bravo” (anche per indicare un altro incidente grave), mentre sulle navi della Disney Cruise Line, il codice per segnalare un incendio, possibile o già in atto, è “Red Parties, Red Parties, Red Parties“.

La stessa emergenza antincendio può essere lanciata anche tramite squilli intermittenti del campanello d’allarme generale per dieci secondi, seguiti da un fischio continuo per altri dieci secondi. Questi segnali acustici sono utilizzati dalle Celebrity Cruises anche per indicare l’abbandono della nave.

A bordo delle Royal Caribbean, se sentite annunciare “Charlie, Charlie, Charlie“, significa che si sta verificando una minaccia alla sicurezza, in generale. Infine, le parole “Kilo, Kilo, Kilo“, sempre sulla Royal Caribbean, invitano l’equipaggio a riunirsi nelle stazioni di emergenza. Questo messaggio dato al personale di bordo può essere comunicato anche tramite segnale acustico: sette brevi suoni seguiti da un lungo suono della sirena della nave e del sistema di allarme interno.

Messaggi per emergenze mediche

Le crociere ospitano centinaia di persone durante il loro viaggio in mezzo al mare e possono succedere emergenze mediche di qualsiasi genere e gravità. Sulla Royal Caribbean, il codice per lanciare un’emergenza medica a bordo è “Alpha, Alpha, Alpha“, mentre su molte altre crociere in generale sentirete parlare di “Codice Blu“. Sulle navi Celebrity, invece, l’emergenza medica è segnalata con il messaggio in codice “Star Code, Star Code, Star Code“.

Altri messaggi: uomo in mare, rischio collisione e pericoli

Oltre agli incendi, ai rischi per la sicurezza e alle emergenze mediche, in una crociera possono verificarsi altre situazioni di pericolo o emergenza che richiedono l’intervento del personale di bordo.

Mr Mob“, per esempio, significa che c’è un uomo in mare, pericolo che può essere anche segnalato con tre fischi prolungati della nave e il campanello d’allarme generale (nel codice Morse è “Oscar”). Infatti, sulle navi Royal Caribbean e Celebrity, l’uomo fuoribordo è indicato dal codice “Oscar, Oscar, Oscar“.

Se sentite il messaggio in codice “Delta, Delta, Delta“, il personale sta comunicando che si sta verificando un possibile rischio biologico a bordo della nave.

Un altro codice di emergenza che si potrebbe sentire in nave è quello che recita “Echo, Echo, Echo“: nelle navi Royal Caribbean significa che c’è il rischio di una collisione con un’altra nave o con la costa, oppure indica che si sta iniziando ad andare alla deriva. Altre compagnie, invece, usano lo stesso codice per indicare che c’è il pericolo di vento molto forte durante la permanenza della nave nel porto. Questo segnale avvisa l’equipaggio di tenersi pronto per avviare determinate manovre di sicurezza.

Purell, Purell, Purell“, seguito da una posizione, sulle navi Celebrity indica che c’è da pulire del vomito in un punto specifico, mentre se sentite pronunciare le parole “Zulu, Zulu, Zulu“, significa che c’è in corso una rissa in qualche punto della nave.

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La top 10 dei trucchi per viaggiare bene (spendendo poco)

Viaggiare alla scoperta degli angoli più belli del mondo è meraviglioso, ma spesso risulta anche molto costoso se non si adottano le giuste strategie per limitare i costi.

I viaggiatori più esperti avranno già provato alcuni dei trucchi per riuscire a spendere il meno possibile ottenendo comunque il massimo dei servizi, ma non si finisce mai di imparare. Qui condividiamo 10 suggerimenti e strategie utili a chiunque voglia viaggiare, ma con un occhio al portafogli e senza rinunciare a vivere intensamente l’esperienza. Vediamoli tutti, dalla prenotazione di un volo al soggiorno in un hotel, fino alle dritte sugli acquisti e sulle attività da fare.

Prenota in anticipo (o last minute): quando è conveniente

Partiamo dalla domanda che tutti prima o poi si sono chiesti: quando è meglio prenotare un volo o una stanza d’hotel?

Molti cercano di monitorare il comportamento degli algoritmi utilizzati dai siti web di prenotazione, ma non è mai semplice avere una risposta univoca. In linea generale, il consiglio è quello di prenotare in anticipo, anche se alcuni studi sostengono che prenotando i voli nazionali circa 21 giorni prima della partenza (3 settimane) e i voli internazionali 28 giorni prima, si riescono a spuntare i prezzi migliori.

Una strategia opposta, ma spesso efficace, è quella di prenotare last minute. Aspettare fino all’ultimo minuto, in realtà, è anche un rischio, poiché non è assicurato che i prezzi si abbassino realmente. Ma se siete flessibili con le date di partenza, allora ricorrere a questa strategia potrebbe premiarvi con ribassi dovuti ai posti non venduti in aereo o alle stanza ancora vuote in hotel.

Inoltre, sembra che gennaio sia il mese migliore per prenotare: in questo periodo dell’anno, infatti, i siti e i tour operator aggiornano le offerte e lanciano i pacchetti vacanza più convenienti, dopo il picco delle festività natalizie e prima delle feste di Carnevale, di Pasqua e dei ponti).

Prenota online da una finestra in incognito

Moltissime compagnie aeree e siti web di prenotazione online utilizzano particolari algoritmi che tracciano il comportamento degli utenti per aggiustare i prezzi offerti in riferimento a un determinato prodotto o servizio. Come sappiamo, tante persone collegate nello stesso momento oppure uno stesso utente che utilizza più browser diversi, ottengono spesso tariffe differenti tra loro.

Ecco il consiglio: impostate la modalità ‘incognito’ nel browser di ricerca, oppure cancellate i cookie dei siti, in modo tale da prevenire il possibile aumento dei prezzi dovuto alle attività di ricerca precedenti, che vengono tracciate.

Vola solo con il bagaglio a mano

Ogni volta che andate in viaggio partite con una valigia grande colma di vestiti, ma puntualmente quando tornate a casa vi rendete conto di averne usati la metà. Perché non partire invece soltanto con un bagaglio a mano? Con un po’ di attenzione e selezionando solo le cose essenziali per il viaggio, potrete partire con un piccolo trolley o uno zaino capiente, risparmiando i soldi del trasporto dei bagagli.

Un’alternativa è quella di preparare una valigia per due persone nel caso in cui viaggiate in coppia. Sembra impossibile, ma vi assicuriamo che non lo è affatto grazie ad alcuni trucchi salvaspazio.

Monitora le offerte e utilizza codici sconto

Ogni realtà, ormai, propone ai propri clienti programmi fedeltà e offerte mirate. I clienti più affezionati a un hotel o a una compagnia aerea, spesso, ricevono promozioni e codici sconto da sfruttare per le loro prossime vacanze. Ma esistono anche altri siti web e aziende partner, che attivano offerte e promozioni per l’acquisto di biglietti aerei, valigie, pernottamenti in hotel o in appartamenti, tour guidati nelle città e tanto altro.

Iscriversi alle newsletter di siti di prenotazione online o di compagnie aeree, inoltre, può aiutare a tenere monitorate tutte le offerte in corso.

Contatta direttamente la struttura ricettiva

Siamo abituati a prenotare tutto con un semplice tocco sullo smartphone: voli, treni, hotel, appartamenti, entrate a musei e tanto altro. Se è vero che internet rende tutto più facile e veloce, è anche vero che ci sono alcuni casi particolari nei quali, chiamando direttamente la struttura ricettiva dove si vorrebbe effettuare una prenotazione, si riesce a spuntare un prezzo più vantaggioso rispetto a quello online. A maggior ragione, questo può succedere se si tratta di una struttura nella quale avete già pernottato in passato.

Evita di fare acquisti in aereo o aeroporto

State per tornare a casa da una vacanza memorabile, ma proprio la memoria vi ha fatto un brutto scherzo e vi siete dimenticati di prendere il souvenir a quella persona cara che vorreste far felice. Ecco che allora si pensa di acquistarlo in aeroporto, all’ultimo minuto, prima di pendere il volo di rientro. Attenzione però, perché acquistando in aeroporto, pagherete quell’oggetto a un prezzo più alto del dovuto.

Cercate di segnarvi un promemoria per cercare il regalino perfetto per amici e parenti, da comprare durante la vacanza nelle località dove vengono prodotti e venduti. Questo gesto può farvi risparmiare decine di euro e il vostro regalo sarà ancor più personalizzato e speciale.

Oltre che i souvenir, anche cibo e bevande costano generalmente di più sia in aeroporto che nel velivolo. Cercate di portare con voi qualche snack o un panino da casa per risparmiare almeno sul mangiare.

Fai sapere che è un’occasione speciale

Compleanno, anniversario o viaggio di nozze: con nonchalance e senza essere insistenti, potreste far sapere alla struttura ricettiva oppure agli assistenti di volo in aereo che siete in viaggio per festeggiare un’occasione importante. Spesso sono previste offerte speciali o per lo meno un upgrade o qualche piccolo omaggio.

Cerca le attività gratuite del luogo

Siamo abituati a visitare luoghi turistici e partecipare ad eventi organizzati e molto noti a pagamento, ma non ci soffermiamo mai a pensare a quante altre attività piacevoli, ma gratuite, esistano. Basta cercare un po’ più approfonditamente per scovare concerti, feste, tour guidati e altri eventi culturali organizzati dalle aziende di promozione turistica o dalle Pro Loco italiane. E spesso si tratta di attività gratuite o comunque poco costose, ma ben organizzate e mirate alla valorizzazione delle realtà locali, che si tratti di piccoli paesi, località di mare o città d’arte.

Con un po’ di ricerca, troverete anche i giorni o gli orari nei quali determinati musei hanno l’entrata gratuita o a prezzo ridotto.

Scegli il trasporto pubblico

Si sa, per comodità spesso si sceglie di noleggiare un’auto che ci porterà alla scoperta della destinazione che vogliamo visitare. Molte città, però, hanno una rete di mezzi pubblici molto efficiente e ci si può spostare tranquillamente anche senza auto o taxi, soprattutto in estate. Certo, la comodità non è la stessa di un’automobile, ma l’opzione del trasporto pubblico può farvi risparmiare centinaia di euro sul budget del viaggio.

Fai attenzione al roaming

Se dovete viaggiare al di fuori del Vecchio Continente, fate molta attenzione all’uso del telefono: se nell’Unione Europea il roaming è ormai gratuito e possiamo telefonare e navigare in internet senza paura, una volta usciti dai confini l’uso del telefono potrebbe trasformarsi in un salasso. Il consiglio è quello di acquistare una SIM locale per non avere brutte sorprese tra gli addebiti della vostra compagnia telefonica. In alternativa, sfruttate le reti wi-fi pubbliche sparse per le città, anche se risulta molto meno comodo e anche più rischioso per la protezione dei dati.

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Cibi in aereo: ecco quali alimenti si possono portare a bordo

Stai per partire ma vuoi sapere qual è il cibo consentito in aereo? Prima di fare acquisti o preparare le valigie è bene sapere che ci sono alimenti che puoi portare con te, mentre altri sono vietati. Molto dipende anche da dove si è diretti, se si intendono trasportare nel bagaglio che viene caricato nella stiva, oppure in quello a mano che viene fatto viaggiare insieme ai passeggeri.

Domande e dubbi che sorgono spontanei non solo quando si ritorna da una vacanza, e magari si desidera acquistare qualche prelibatezza da portare a casa, ma anche quando si parte e si pensa alle lunghe ore di volo, oppure si necessita di una dieta speciale.

Tutte le cose da sapere per capire quale cibo è consentito portare in aereo e quale no.

Bagaglio a mano: i cibi consentiti e le regole da seguire

La prima regola da seguire è quella di informarsi con la propria compagnia di volo; infatti, potrebbero esserci delle differenze tra una e l’altra per quel riguarda i cibi che è consentito (o meno) portare con sé nel bagaglio a mano.

Generalmente è possibile portare tutti i cibi confezionati come patatine, merendine, snack di vario genere, panini e dolci: vanno conservati in sacchetti trasparenti e chiusi. Per quello che riguarda i cibi liquidi, però, attenzione: come altre cose che si portano nel proprio bagaglio a mano, infatti, non devono superare i 100 ml. In questo ambito rientrano tantissime tipologie di alimenti, oltre alle bevande ci sono infatti i semiliquidi: dai formaggi molli, alle marmellate, fino ai sottaceti e le salse. Ovviamente tutto quello che viene acquistato in aeroporto non viene sottoposto a queste limitazioni.

La stessa quantità vale anche per gli alcolici che si vogliono portare nel bagaglio a mano: se viene superata si devono trasportare nelle valigie in stiva, prestando attenzione alle regole tra i vari paesi in cui si viaggia.

Quando si viaggia in aereo con i bambini: i cibi consentiti

Quando si viaggia in aereo con i bambini si devono portare con sé diverse cose. Sono utili per trascorrere le ore di volo serenamente e senza che possano risultare pesanti per i piccoli viaggiatori, ma neppure per gli altri.

Soprattutto se si viaggia con bimbi piccini è necessario avere con sé gli alimenti di cui necessitano. La buona notizia è che si possono portare sugli aerei i cibi per loro. Sono consentiti: omogenizzati, latte (di ogni tipologia, quindi sia liquido che in polvere), succhi di frutta, ma devono rispettare anche questi le regole di quantità richieste anche per gli altri prodotti. Quindi meno di 100 ml, in confezione trasparente e ben sigillata.

Bagaglio in stiva: cosa possiamo portare

E per quello che riguarda il bagaglio che viene fatto viaggiare in stiva? Quali sono i cibi consentiti? La risposta è quasi tutti e senza quantità limite. Ma attenzione: c’è un però. Infatti, bisogna stare molto attenti alle regole doganali e alle limitazioni che ci possono essere tra i vari Paesi.

Cibo e bevande: come comportarci nei viaggi fuori dall’Unione Europea

Come ci si deve comportare quando si viaggia da un paese al di fuori dell’Unione Europea verso l’Italia? È importante conoscere in anticipo quali sono gli alimenti che non si possono trasportare, neppure nel bagaglio che viene fatto viaggiare in stiva, perché questo evita di fare spese inutili, acquistando prodotti che poi non potranno tornare a casa con noi.

Ad esempio, se si torna in Italia da un viaggio al di fuori del territorio dell’UE non sono consentiti cibi come insaccati, salumi, formaggi di tutti i tipi, carne, latte e tutto ciò che potrebbe avere tra gli ingredienti questi alimenti. Il consiglio è quello di informarsi prima e di dire sempre cosa si ha con sé, per evitare situazioni spiacevoli. Si possono portare, invece, in quantità limitata: frutta e verdura, uova, prodotti a base di uova, miele, pesce o di prodotti a base di pesce.

Se si viaggia all’interno dell’Unione Europea – ricorda il sito Your Europe – si possono trasportare: “Prodotti a base di carne o prodotti lattiero-caseari a condizione che siano destinati al consumo personale. Ciò vale anche per le piante o i prodotti vegetali, come i fiori, la frutta o la verdura, purché siano stati coltivati in un paese dell’UE e siano esenti da parassiti o da malattie”.

Quindi quali sono gli stati che non hanno restrizioni tra loro? Oltre ai 27 paesi che fanno parte dell’Unione, vengono inclusi nell’elenco: Andorra, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, San Marino e Svizzera.

Australia e Usa, i cibi che non sono consentiti

Se si sta programmando una vacanza in Australia o negli Stati Uniti è bene sapere che esistono limitazioni specifiche. Infatti, ci sono diversi cibi che non sono consentiti.

Se si vola verso l’Australia non bisogna portare con sé frutta (fresca e secca), verdura, salumi, semi, spezie ed erbe e non solo nel bagaglio a mano, ma anche per quello che riguarda le valigie che vengono imbarcate in stiva.  La lista è abbastanza corposa e non comprende solamente i generi alimentari; quindi, è sempre bene sapere prima cosa è vietato e dichiarare cosa si è portato con sé. A tal proposito, viene fornita quella che si chiama Incoming Passenger Card, una carta in cui segnare tutte le cose che si stanno importando in Australia, si tratta di un passaggio fondamentale in cui essere molto sinceri per evitare situazioni spiacevoli. Tutto ciò che è vietato verrà fatto gettare via in appositi contenitori.

Regole simili si applicano all’ingresso degli Stati Uniti. Anche in questo caso ci sono dei cibi che non è consentito importare. La lista è abbastanza corposa e comprende: carne, pollame, pesce, tutti i prodotti lattieri freschi, uova, frutta e verdura, piante, semi, prodotti a base di carne. Invece si possono portare con sé creme, salse, sughi pronti, prodotti da forno, lette per bambini e succhi, solo per fare qualche esempio.

Ovviamente sempre tutto nel limite dei viaggi personali, se le quantità non sono limitate infatti si applicano altre regole. Le violazioni – se non dichiarate – possono comportare multe. Per questa ragione è sempre importante informare il personale se si hanno con sé dei cibi, che in questo caso verranno distrutti.

La regola più importante da seguire, quindi, è quella di informarsi prima di partire per evitare spiacevoli situazioni all’arrivo.

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Fusi orari, un mondo di sigle (UTC, GMT, PST): ecco cosa significano

Quando si viaggia si deve fare continuamente i conti con i cambi di fuso: paese che vai – infatti – orario che trovi. Più le vacanze vengono fatte vicino a casa, ad esempio all’Italia, meno grande sarà la differenza, ma appena ci si allontana un po’ le ore di scarto possono essere davvero tante e influire anche sulla sensazione di riposo e sul ritmo sonno-veglia.
Nulla di preoccupante e che un po’ di preparazione pre viaggio non possa sistemare, ovviamente, ma comunque s tratta di aspetti a cui fare attenzione per agevolarsi prima della partenza.

Ci sono tante sigle diverse che indicano il fuso orario: da quello usato in Italia (e in tante altre parti di Europa), a quello che è stato adottato in zone lontane nel mondo: la guida per conoscerle e per capirle.

Il tempo coordinato universale: la sigla UTC

È quello da cui partono tutti gli altri fusi orari, stiamo parlando del tempo coordinato universale noto anche con la sigla UTC e corrisponde a quello di Greenwich, dove è stato posto il meridiano 0. Noto anche con la sigla GMT, ovvero tempo medio di Greenwich, l’UTC ha una differenza molto importante con quest’ultima.

Infatti, se il tempo coordinato universale si basa sugli orologi atomici, il GTM sui fenomeni celesti. Il secondo, quindi, ritarda sempre di pochissimo rispetto al primo. Qual è il fuso orario dell’Italia? UTC +1.

Il fuso orario in Italia e non solo: la sigla CET

Abbiamo detto che in Italia il fuso orario, rispetto a quello preso come riferimento per tutto il mondo, è UTC + 1, ma questa zona (come accade per le altre) ha una propria sigla specifica: CET, ovvero Central European Time. Viene usato per Francia, Danimarca, Germania, ma anche per Marocco, Repubblica del Congo e molti altri paesi. Va ricordato che questo scarto di un’ora rispetto a Greenwich avviene solo con l’ora solare: quando scatta quella legale (nei paesi che la osservano) le ore passano a due.

Un dettaglio interessante, che poi fa parte di una delle diverse curiosità sul fuso orario: la Spagna, come il Portogallo, dovrebbe essere sul meridiano 0, ma a causa di una decisione di Franco presa nel 1942, oggi osserva lo stesso fuso orario italiano. Ecco perché i loro pasti avvengono circa un’ora dopo rispetto ai nostri.

Le altre sigle che si usano nel mondo

I fusi orari nel mondo sono 24, le differenze rispetto al tempo coordinato universale sono molto più numerose e segnano che le lancette possono andare avanti non solo di ore ma anche di mezz’ora o 45 minuti. Chiaramente ci sono stati che hanno più orari: maggiore è la loro estensione, infatti, più è facile che da una parte all’altra ci siano differenze (anche) importanti. Era il caso della Russia, che aveva 11 zone diverse, poi ridotte a nove. O gli Stati Uniti che ne hanno – anche loro – nove.

Ma quali sono le sigle? EET (East European Time), si colloca a UTC + 2 e comprende – tra i tanti – Egitto, Bulgaria, Finlandia, Grecia, Mozambico, Ucraina, e una parte della Russia. MSK, Moscow Time, invece è a UTC+3 e include Mosca e San Pietroburgo, Arabia Saudita, Iraq e Somalia solo per citare qualche paese. L’Iran, invece, si colloca a UTC +3,30. L’India, che è uno Stato molto esteso, adotta un unico fuso orario: la sua sigla è IST, che si traduce in India Standard Time. Viene utilizzata anche dallo Sri Lanka.

A UTC+8, poi, si trova il AWST, l’Australian Western Standard Time che viene utilizzato dall’Australia (zona occidentale), dalla Cina, una zona della Russia e molti altri.  UTC +9,30, invece, è la sigla del ACST – Australian Central Standard Time, UTC + 10 corrisponde a AEST – Australian Eastern Standard Time.

Le altre sigle sono: BEST, Bering Standard Time, che si pone – rispetto al tempo coordinato universale a -11 – ed è adottato da Isola Jarvis, Isole Midway, Samoa Americane e alcune altre zone.

A UTC – 10 vi è il HST, Hawaii-Aleutian Standard Time, adottato da parte della Polinesia Francese e degli Stati Uniti, segue AKST – Alaska Standard Time a UTC-9, PST – Pacific Standard Time a UTC-8 che copre parte del Canada, degli Stati Uniti, del Messico così come lo fa il MST – Mountain Standard Time, che si colloca a -7 rispetto al tempo coordinato universale. A -6, invece, vi è il CST – Central Standard Time che corrisponde a zone del Messico, degli USA e alcuni Stati del centro e sud America. Il EST – Eastern Standard Time, viene utilizzato sulla costa orientale degli Stati Uniti, ma anche in parte del Canada e in alcuni Paesi del centro e su America: si colloca a -5 rispetto al meridiano zero.

AST – Atlantic Standard Time è a UTC -4 e corrisponde all’orario che si trova in Anguilla, Antigua e Barbuda, Bermuda, Bolivia, Brasile e molti altri posti. In Canada, a Terranova, infine vi è UTC -3,30 ovvero il NST – Newfoundland Standard Time.

Fuso orario e ora legale

Esistono, poi, zone con fusi orari diversi, con scarti di mezzora o 45 minuti. In generale tutti i fusi orari possono essere modificati quando viene adottata l’ora legale che, va ricordato, non viene utilizzata in tutti i Paesi del mondo dando vita a un mosaico abbastanza vario di orari.

Per questo, prima di partire, è bene sapere quanto grande sarà la differenza rispetto all’Italia (o l’altro Stato da cui si parte) e – se ci si trova nel periodo dell’ora legale – se questa viene adottata oppure no.

Ma non solo: è importante anche capire in quale momento dell’anno viene applicata. Prendiamo come esempio gli Stati Uniti: qui l’ora legale non viene utilizzata in tutti i paesi e dal 2007 è stato stabilito che prenda il via la seconda domenica di marzo e finisca la prima domenica di novembre, un’estensione che si traduce – rispetto al passato – in quattro settimane in più. In Europa le cose stanno diversamente, infatti viene adottata in maniera abbastanza uniforme lo stesso calendario, che prevede che l’ora legale prenda il via l’ultima domenica di marzo, mentre la fine è prevista l’ultima domenica di ottobre.

Insomma: paese che vai orario (e regole) che trovi: quindi prima di partire è bene fare il punto e capire quale sarà quello o quelli a cui fare riferimento durante il nostro viaggio.

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Come fare il check-in per una crociera

State finalmente avverando quel sogno nel cassetto che avevate da tempo, ossia partire per una entusiasmante crociera alla scoperta di molteplici località nel mondo: potrete esplorare città vibranti, paesaggi naturali, culture differenti, storie di vita e tradizioni antiche e moderne, tutte in un unico viaggio itinerante attraverso mari e oceani.

Ovunque scegliate di vivere l’esperienza della vostra prima crociera, prima di partire è necessario preparare tutta la documentazione di viaggio, effettuare il check-in e il controllo bagagli, proprio come serve fare anche prima di viaggiare con un aereo. Ma quali sono le regole da seguire? E come fare il check-in per una crociera? Ecco tutte risposte ai dubbi.

Documentazione necessaria per viaggiare in crociera

Prima di procedere con il check-in, che vi permette di registrare anche i bagagli che porterete a bordo, è importante raccogliere e preparare tutta la documentazione che dovrete presentare per salire sulla nave. Avrete quindi bisogno di:

  • Numero di prenotazione
  • Carta d’identità o passaporto a seconda di quali tappe ai porti effettuerai, oltre a eventuali visti (se necessari)
  • Eventuali biglietti aerei se prevedi il ritorno in aereo
  • Etichette per i bagagli
  • Modulo d’imbarco (se fai il check-in online, altrimenti ti viene consegnato consegnano in fase di imbarco al porto)

Il modulo di imbarco e le etichette per i bagagli si ottengono tramite check-in, che può essere effettuato nel porto di partenza, oppure comodamente online. Vediamo come procedere.

Check-in al porto per la crociera

Tutti i passeggeri che partecipano a una crociera devono provvedere a effettuare il check-in e procedere con il controllo bagagli: questo avviene per una questione di sicurezza, garantendo così un maggiore controllo su chiunque salga sulla nave.

Durante la procedura, ogni passeggero deve confermare i propri dati personali e quelli relativi ai bagagli che si porteranno a bordo. A tal proposito, ogni compagnia navale ha le proprie regole per quanto riguarda il numero di bagagli da imbarcare e il loro rispettivo peso. In linea generale, solitamente ogni passeggero ha diritto a un bagaglio a mano e a un bagaglio più grande di circa 20-30 chili.

Effettuare il check-in per una crociera è piuttosto semplice, ma è importante verificare di avere con sé il proprio documento d’identità e la conferma della prenotazione.

Ogni porto ha un’area apposita dedicata ai check-in. È quindi necessario presentarsi ai desk della compagnia di navigazione con la quale si viaggia, nei quali esibire la propria documentazione. Il personale addetto effettua un controllo dei dati e chiede poi di posizionare i bagagli sul nastro trasportatore, che li pesa. Attenzione a non superare i limiti di peso, poiché potrebbero essere richiesti pagamenti extra o potrebbe addirittura venire negato l’imbarco dei bagagli troppo pesanti.

Una volta controllata la valigia, il personale appone l’etichetta di riconoscimento. Gli stessi bagagli vengono infine recapitati all’interno delle cabine di ciascun passeggero.

Check-in online per la crociera: comodo e veloce

Molte compagnie di navigazione hanno iniziato ad offrire un servizio di check-in online sul proprio sito web, in modo da velocizzare le procedure d’imbarco. Anzi, il web check-in in alcune compagnie è ormai obbligatorio.

Ma come fare il check-in online per una crociera? La procedura è molto semplice e veloce. I passeggeri dovranno accedere al sito della compagnia di navigazione, compilare i moduli di imbarco inserendo il numero di prenotazione e confermando i propri dati personali, insieme a quelli relativi ai bagagli da imbarcare. Potrebbe essere richiesto anche un recapito d’emergenza durante la procedura di check-in. Infine, servirà stampare la conferma dell’avvenuto check-in e il modulo d’imbarco, che verranno inviati al passeggero generalmente entro 48 ore dalla partenza.

In genere, nella fase di check-in si deve stampare anche il tagliandino di riconoscimento da apporre autonomamente sulle valigie, che dovranno comunque passare dalla fase di controllo bagagli nel porto. È molto importante verificare sempre di inserire i dati corretti, poiché la modifica dei moduli o la mancata segnalazione di un bagaglio possono richiedere costi aggiuntivi che possono risultare anche piuttosto dispendiosi.

Partire per una crociera è semplice, ma è importante conoscere a fondo tutte le procedure per non farsi trovare impreparati e per arrivare con il giusto anticipo. Uno degli errori più comuni, infatti, è quello di sottovalutare la durata dell’imbarco e di arrivare all’ultimo minuto: come accade per i voli aerei, bisogna fare attenzione a non rimanere chiusi fuori dal gate. In genere, dovrete tenere a mente che l’imbarco sulla nave inizia 4 ore prima della partenza e si conclude entro massimo 1 ora prima di salpare.