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Una fuga romantica nel cuore di Giulianova

Siete alla ricerca di un luogo speciale dove trascorrere una fuga romantica? L’Hotel Bellavista Relax è la scelta ideale.

Situato nei pressi del suggestivo centro storico di Giulianova, lontano dalla frenesia della costa, ma comunque a soli un chilometro dal litorale giuliese, questo boutique hotel è un’oasi di tranquillità che offre una vista panoramica mozzafiato sulla costa adriatica. Le colline circostanti donano un tocco di magia e un’atmosfera romantica, mentre la vicinanza alle montagne abruzzesi permette di esplorare scenari naturali di incomparabile bellezza.

Le sei camere del Bellavista Relax, Perla, Oro, Argento, Ambra, Rubino e la Suite Swarovski, sono autentici gioielli di design.

Dettaglio della stanza Swarovski dell'Hotel Bellavista Relax
Dettaglio della stanza Swarovski dell’Hotel Bellavista Relax

L’arredamento, un mix intrigante di stile barocco moderno e contemporaneo, crea un’atmosfera unica e avvolgente. Ogni camera è dotata di un terrazzo privato, il luogo perfetto per ammirare l’alba, gustare un aperitivo o una cena romantica, o semplicemente rilassarsi di fronte alla vista panoramica.

Ma ciò che rende questo luogo davvero speciale è l’attenzione dedicata ai suoi ospiti. Il personale cortese e premuroso è sempre pronto a soddisfare ogni richiesta, garantendo servizi personalizzati per offrire un soggiorno unico e indimenticabile. È possibile prenotare un aperitivo di benvenuto, una cena privata sul terrazzo panoramico o addirittura gustare ostriche e champagne nella romantica cornice della Suite Swarovski, completa di vasca idromassaggio in camera.

Dettaglio vista panoramica dell'Hotel Bellavista Relax
Dettaglio vista panoramica dell’Hotel Bellavista Relax

La colazione sarà sempre una piacevole sorpresa, con il servizio in camera che permette agli ospiti di iniziare la giornata nel relax assoluto. Per chi vuole concedersi un momento di puro benessere, è possibile richiedere un massaggio rigenerante direttamente nella propria stanza. La vostra esperienza sarà arricchita anche dalla possibilità di cenare al ristorante Bellavista che vi permetterà di gustare deliziosi piatti preparati con ingredienti freschi e locali.

Bellavista Relax è un luogo perfetto per un weekend romantico anche per la sua posizione strategica. Soggiornando presso l’hotel è possibile esplorare tutte le attrazioni turistiche della zona, come il famoso centro di produzione di ceramiche di Castelli, o raggiungere il mare e le spiagge di Giulianova.

Regalatevi un’esperienza indimenticabile all’insegna del relax e della bellezza, con una vista mozzafiato sul mare che renderà il vostro soggiorno davvero magico.

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Safari e mare: come organizzare un viaggio in Kenya

Un viaggio in Kenya è un sogno per moltissimi turisti in tutto il mondo e i motivi sono facili da capire: la meraviglia dei parchi nazionali e le spiagge da favola.

Si tratta di una meta ideale per chi ama unire mare cristallino e natura selvaggia e vivere una vacanza avventurosa di cui serbare il ricordo per tutta la vita.

Ma come si organizza un indimenticabile viaggio in Kenya tra safari e mare? Vediamo più nel dettaglio.

I consigli utili prima di partire

La pianificazione del viaggio è un momento cruciale e sono varie le domande che sorgono prima di partire: quando andare? Come arrivare? Quali sono i documenti necessari? E la sicurezza?

Chiariamo punto per punto.

Quando andare in Kenya

Il Kenya si trova al centro dell’Africa, più o meno nella zona dell’Equatore, e il clima è caldo tutto l’anno.

Occorre, però, ricordare che febbraio, marzo e aprile sono i mesi meno adatti a causa delle piogge torrenziali che possono verificarsi: è, infatti, la “stagione delle lunghe piogge”.

Di contro, da giugno a settembre (la cosiddetta “stagione secca”), è il periodo perfetto con temperature attorno ai 30 gradi durante il giorno.

Come arrivare

Di solito, una delle soluzioni più adottate è quella di affidarsi a tour operator che organizzano tour del Kenya con volo charter e soggiorno inclusi: è una soluzione economica, con atterraggio a Mombasa (la seconda città più grande del Kenya) e viaggio in bus per raggiungere la destinazione prescelta.

Chi sceglie il “fai da te”, invece, può optare per varie compagnie aeree e atterrare a Nairobi, la capitale.

Documenti necessari e vaccinazioni

Per l’ingresso nel Paese, è necessario il passaporto con una validità residua di almeno sei mesi: per gli italiani, il visto non è richiesto.

Non sono previste vaccinazioni obbligatorie ma sono consigliati la profilassi antimalarica e il vaccino contro la febbre gialla.

Carte di credito e valuta

Le carte di credito vengono accettate soltanto nei resort e in locali di un certo livello.

Il consiglio è quello di disporre, per gli acquisti e per mance, di contanti nella valuta locale, lo scellino kenyota.

Sicurezza in Kenya

Per la propria sicurezza durante la vacanza in Kenya, è opportuno osservare alcune semplici regole.

Non portare con sé molti contanti in giro, evitare di spostarsi da soli, conservare il passaporto originale in camera e munirsi di una copia quando si è fuori, e rivolgersi ai tour operator per l’organizzazione delle escursioni altrimenti è probabile incappare in fregature.

Safari e mare: tutto il fascino del Kenya

Il Kenya conquista al primo sguardo: i monumentali baobab, gli alberi di mango, la vegetazione lussureggiante, le palme dall’atmosfera esotica, le spiagge da sogno e i grandi parchi nazionali non possono lasciare indifferenti.

Parlando di safari, il Paese vanta alcuni tra i parchi più affascinanti dell’Africa dove vivere l’emozione di safari unici: mete top sono il Tsavo Est, il più vicino al mare, il Tvaso Ovest, l’Amboseli e il Masai Mara.

L’Amboseli dona la vista mozzafiato del Kilimangiaro, l’antico vulcano che svetta in Tanzania, mentre il Masai Mara è la terra della tribù Masai ed è interessato dalla “magica” migrazione degli gnu e delle zebre, uno spettacolo che, ogni anno, coinvolge migliaia di animali che, dalle pianure del Serengeti in Tanzania si spostano al Masai Mara e viceversa seguendo il ciclo naturale delle piogge.

Per quanto riguarda, invece, le spiagge, qui sono a dir poco meravigliose, lambite dalle limpide e tiepide acque dell’Oceano Indiano.

In più, ogni sei ore, va in scena il fenomeno delle maree che ricoprono la spiaggia oppure si ritirano lasciando chilometri e chilometri di sabbia bianchissima e finissima.

Tra le località più gettonate troviamo Malindi e Watamu, quest’ultima più “intima e raccolta” rispetto alla prima.

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Picnic e barbecue nelle spiagge wild

Quale miglior sensazione di godervi una spiaggia libera, selvaggia e magari “disabitata” dove dimenticarvi del mondo e di tutte le sue frenesie? Vi lascerete volentieri sovrastare dalla natura incontaminata e dall’acqua cristallina delle spiagge, verrete bombardati da un’esplosione di colori e respirerete a pieni polmoni l’aria pulita delle spiagge … ma si sa, l’aria pura ristora i polmoni ma non la panza 😉 … che c’è di meglio se non godervi una giornata piena al torrente, e premiarvi con un ricco picnic?

Picnic

Per un picnic coi fiocchi é sicuramente utile un thermos, meglio se sotto forma di zaino termico porta vivande. Tenetelo freddo con il ghiaccio sintetico oppure fatene di vostri congelando bottigliette di plastica piene d’acqua: quando il ghiaccio tornerà acqua potrete berla, senza lo svantaggio di un peso doppio!

Nei comuni supermercati si trova tutto il necessario per un picnic coi fiocchi.

Mozzarella o altro formaggio (il secondo di norma si conserva più a lungo), affettati e pomodori per fare panini. Frutta e verdura: mele, pere, pesche, uva e carote.

Privilegiate i contenitori di plastica chiusi ermeticamente e, per i vegetali, contenitori di plastica rigidi in modo da proteggerli da urti che ne accelerano la decomposizione.

Per una giornata 2 litri d’acqua a persona dovrebbero essere sufficienti.

Il pane dura uno al massimo due giorni a meno non compriate alcune categorie in commercio in contenitori di plastica morbida che durano anche più giorni (es.: la Pagnotta Rustica del Mulino Bianco).

Le focacce alle verdure (es. pomodorini) sono una pratica alternativa che tagliano i tempi di produzione del panino e la lista della spesa. E potreste ricorrere a formaggi stagionati tipo parmigiano, facile da consumare, per supportare il pasto dal punto di vista proteico.

Non può mancare la frutta secca, sia a guscio che disidratata, che grazie alle sue peculiari componenti nutritive, è uno dei migliori alleati dell’attività fisica e del trekking, se consumata nelle giuste proporzioni. La frutta disidratata ha un buon contenuto di zuccheri semplici, quindi di riserve energetiche prontamente disponibili, e di potassio, fondamentale per la contrazione muscolare. Nella frutta a guscio, invece, in generale è elevato il contenuto di grassi, ma di quelli “buoni” ossia gli insaturi che dovrebbero prevalere nella nostra alimentazione.

Frutta secca a guscio e disidradata
Frutta secca a guscio e disidradata

Barbecue

Se volete godervi l’intera giornata al torrente senza rinunciare ad un pranzo da re, la soluzione può essere un barbecue in riva al torrente, ampiamente praticato dai bagnanti.

Presuppone un’attrezzatura più ingombrante ma se siete più persone potrete dividervi il peso.

In sostanza basta una griglia semplice che appoggerete in una struttura circolare in sassi che costruirete sul greto asciutto del fiume per circoscrivere il fuoco e le braci.

Struttura circolare in sassi per circoscrivere fuoco e braci
Struttura circolare in sassi per circoscrivere fuoco e braci

Tutto il necessario per accendere il fuoco, tra cui molto utile della diavolina che aiuta in caso di legna umida. Il fuoco va acceso sempre lontano dalla vegetazione, non solo quella a terra ma anche quella “aerea”, come ad esempio la chioma degli alberi. Assicuratevi che nel luogo scelto, l’accensione dei fuochi sia consentito dalla legge.

Non dovreste avere difficoltà a trovare legna sul posto, ma una confezione di carbonella per sicurezza non guasta. È poi sicuramente utile una pinza per braci ed una per le carni.

La carne naturalmente: se conservata con i metodi menzionati per il picnic, non dura più di una giornata ed è consigliabile comprarla non più di 3-4 ore dal consumo.

Patate e cipolle al cartoccio sono un contorno ottimo e facile da gestire nell’economia del barbecue. Si avvolgono nell’alluminio e si cuociono nella fase di preparazione della brace: si buttano cioè nella fiamma viva per 30-45 minuti.

Se volete un dolce “alla brace”, attendete che la brace si faccia cenere e ricopritene delle banane senza levargli la buccia. Lasciate dieci minuti in caldo, sbucciate e mangiate delle ottime “banane alla cenere”.

Non dimenticate coltello e salviette di carta per il picnic, ed un set più completo di posate nel caso del barbecue. Un coltellino svizzero è ideale per entrambi.

Qualsiasi sia la vostra scelta, ricordate che i corsi d’acqua e le spiagge wild sono posti liberi, il cui equilibrio ambientale non dipende da altri se non da voi: portatevi sempre una busta per la spazzatura e ripulite la zona di ogni detrito prodotto prima di andarvene.

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Proteggiamo i torrenti, rispettiamo le comunità locali

La primavera avanza, l’estate è alle porte, cosa c’è di meglio di un bagno rigenerante nella natura incontaminata di un torrente? La domanda è certamente retorica, se posta a me … 😎

Il caldo ci soffoca, il mare con tutte le sue regole ci stressa, il torrente ci fa pensare ad una natura selvaggia e rilassante.🌿

Ma anche i fiumi soffrono se trattati male, e con loro la popolazione locale, tanto quella umana quanto quella animale.

L'Oratorio di Crego
L’Oratorio di Crego

In Italia abbiamo posti spettacolari e più ne cerchiamo più ne troviamo: quel borgo medioevale dimenticato dal turismo di massa, la trattoria ruspante dove ti senti a casa, l’agriturismo immerso nel verde incontaminato, i panorami mozzafiato, quel B&B dove puoi addormentarti alla confortante melodia del gorgogliare di un torrente. Sagre di paese, chiesette, vigneti e orti di montagna, rovine che non ti aspetti, riserve naturali dagli animali insoliti, ponti del diavolo che sembrano disperatamente aggrappati a gole spettacolari.

Tanti di questi posti sono vicini ai fiumi, storicamente le arterie di comunicazione su cui viaggiavano le persone, le idee e la cultura.

Ponti del diavolo disperatamente aggrappati a gole spettacolari
Ponti del diavolo disperatamente aggrappati a gole spettacolari

Quale miglior soluzione allora se non cercare un paradiso su un fiume nostrano? Che ci dia magari l’opportunità di visitare i tesori della provincia italiana? In più, in tempi di cautela su pandemie e dintorni, ci possiamo muovere in macchina, autonomi e tranquilli!

Con la bella stagione, potremmo essere in tanti ad avere questa idea, facendo così soffrire quelle valli più esposte al traffico eccessivo, per parcheggi a dir poco selvaggi, e per l’immondizia. 

In definitiva per comportamenti sbagliati: ricordiamoci che le spiagge di torrente sono posti meravigliosi e liberi, il cui equilibrio ambientale non dipende da altri se non da noi. Siamo ospiti della natura e come tali dobbiamo comportarci.

Siamo ospiti della natura e come tali dobbiamo comportarci
Siamo ospiti della natura e come tali dobbiamo comportarci

Penso che la natura sia di tutti e sono sempre alla ricerca  di nuovi posti perché tutti possano goderne. Voglio farvi innamorare di questi posti come è accaduto a me: come tutti gli amori mi sono inizialmente infatuato, ma solo quando è sbocciato l’amore vero è cresciuto anche il rispetto.

Non infatuatevi, innamoratevi!🌹

Perché per frequentare le spiagge wild è necessario molto rispetto e alcune semplici regole da rispettare.

Aiutiamo le valli che stanno soffrendo: evitate di avvicinare troppo le auto al fiume, parcheggiate sempre rispettando l’equilibrio ambientale ed estetico della natura di cui siete ospiti. E anche delle popolazioni di cui siete ospiti: i residenti hanno diritto di girare per le loro strade in un contesto decoroso. Parcheggiate negli spazi che indico nei miei articoli, se fossero pieni, lasciate l’auto più lontano, optate sempre per due passi in più e non in meno, anche il contorno alle spiagge di torrente è meraviglioso da passeggiare. 

Il contorno alle spiagge di torrente è meraviglioso da passeggiare
Il contorno alle spiagge di torrente è meraviglioso da passeggiare

Sapete…?

Innamoratevi! Lasciate il fiume come lo avete trovato … anzi meglio!

🏭 Sapete quanto tempo impiega una lattina di alluminio a degradarsi naturalmente? Fino a 100 anni … e se finisce in acqua? 500 anni 

🍀 Portatevi sempre le buste per la spazzatura e ripulite la zona di ogni detrito prodotto prima di andarvene. Fatelo anche per gli altri, recuperate i rifiuti altrui, specie se di materiale di difficile smaltimento per l’ambiente. 

🏭 Sapete quanto tempo impiega una bottiglia di plastica a decomporsi? 450 anni … 

🍀 Se la mettete nell’acqua di un fiume perché rimanga fresca, assicuratevi di averla ben bloccata e non dimenticatela lì per nessun motivo.

🏭 Sapevate che ogni giorno 8 milioni di tonnellate di rifiuti arrivano in mare, e di questi ben l’80% arriva dall’entroterra tramite i fiumi? Le microplastiche – ciò che rimane della plastica anche dopo centinaia di anni che è arrivata in mare o nei fiumi – vengono ingerite dagli animali marini come pesci o molluschi. Una volta ingerite, queste microparticelle tossiche entrano nella catena alimentare arrivando sino ai nostri piatti.

🍀 Certo si tratta dei fiumi che passano per le grandi metropoli che la fanno da padrone, ma tutti devono fare la loro parte.

🏭 L’utilizzo delle comuni creme solari, complici i filtri UV oxybenzone ed octinoxate ed altri elementi, disperse in acqua dai bagnanti, mettono a rischio le specie, sia marine che fluviali, vegetali e animali, parte delle catene alimentari dell’ecosistema che favoriscono la biodiversità.

🍀 Usate protettori solari che non impattino sull’ecosistema, ormai ampiamente diffusi sul mercato.

E la Siccità?

Industria e sistema

Per combattere la siccità che svuota i nostri corsi d’acqua e i suoi effetti, ci sono molteplici misure che possono essere adottate a livello di sistema come la riforestazione, meglio ancora quella a bordo fiume, e la realizzazione di invasi e bacini per la creazione di riserve d’acqua. La riutilizzazione dell’acqua depurata per usi agricoli (e non solo). L’uso di impianti di desalinizzazione, l’intervento tempestivo sulle perdite degli acquedotti e la riduzione del consumo d’acqua anche nel sistema economico attraverso l’introduzione di titoli di efficienza idrica o “certificati blu” che certifichino al pubblico la qualità delle imprese in questo campo. 

E cosa può fare ognuno di noi?

La siccità è conseguenza del riscaldamento globale. Tagliare le emissioni è, dunque, indispensabile, ma non basta rinunciare all’auto, o abbassare la temperatura dei caloriferi. E’ necessario ridurre il consumo d’acqua in modo da limitarne il prelievo da quello che è definito il ciclo naturale dell’acqua. 

Ecco alcuni consigli per non sprecare l’acqua in casa. È curioso notare come molti di essi contribuiscano, nello stesso tempo, a ridurre le emissioni e limitare il consumo dell’acqua:

💧Lava frutta e verdura in una bacinella, evitando di lasciare scorrere l’acqua corrente e usa l’acqua del contenitore per annaffiare le piante!

💧Meglio una doccia fresca invece di un bagno caldo: mediamente una doccia da cinque minuti batte il bagno in vasca 50 a 100 litri di consumo!

💧Imposta la lavatrice non sopra i 30 gradi per lavare i tuoi capi e utilizzala – così come  la lavastoviglie – solo a pieno carico! Oltre ad alleggerire la bolletta, puoi ridurre le emissioni di CO2 e gli sprechi d’acqua.

💧Installa un riduttore di flusso per rubinetti, un dispositivo che permette di risparmiare parecchi litri d’acqua al giorno.

💧installa uno sciacquone a doppio tasto e usa quello ridotto (3 litri di consumo contro 4,5).

💧Se devi stirare, carica il ferro da stiro con l’acqua di scarto del deumidificatore o del condizionatore.

💧Pratica un consumo alimentare consapevole: è stato stimato ad esempio che un chilo di carne di manzo ha comportato un consumo di 15.000 litri d’acqua. Anche ridurre a zero lo spreco alimentare può ridurre di molto il consumo di acqua pro capite giornaliero.

💧Non scongelare i cibi con l’acqua calda, ma con il calore già prodotto in casa o al microonde.

💧Usa l’acqua del rubinetto, oltre a essere più economica è molto più sostenibile dell’acqua “viaggiatrice”: si stima che, in Europa, una bottiglia d’acqua di plastica da 1,5 litri emette in media 163 grammi di CO2, derivanti dal polietilene usato e dal trasporto, valutato su 400 km di viaggio su gomma. 

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Come visitare Villa Rosebery, la residenza estiva del Presidente della Repubblica a Napoli

Essendo la residenza estiva dove si rifugia il Presidente della Repubblica italiana, Villa Rosebery non è accessibile al pubblico. Tranne in qualche speciale occasione, quando si ha l’opportunità di visitarla e di scoprire qualche segreto del nostro Capo di Stato.

Innanzitutto, la villa, ribattezzata nel 1934 con il nome di Villa Maria Pia, si trova a Napoli, nel quartiere di Posillipo. Il suo biancore spicca tra la fitta vegetazione che la circonda, ben 6,6 ettari di parco impenetrabile.

La storia di Villa Rosebery

La villa fa parte delle proprietà di cui può godere il presidente della Repubblica fin dal 1957, ma non è sempre stata una residenza appartenente allo Stato italiano. Nacque come residenza privata ed ebbe anche diversi proprietari.

Si deve all’ufficiale austriaco Giuseppe De Thurn, brigadiere di marina per la flotta borbonica, la creazione della proprietà tramite l’acquisto e l’accorpamento, a partire dal 1801, di alcuni fondi terrieri contigui. Nella zona più alta e panoramica, che sarà poi detta del “Belvedere“, il conte Thurn fece edificare una piccola residenza con cappella privata e un giardino. Tutto il resto della tenuta fu invece destinato ad uso agricolo

Nel 1897, fu acquisita dallo statista inglese Archibald Philip Primrose, conte di Rosebery, da cui la villa prende il nome. Ceduta poi allo Stato italiano, la proprietà fu messa a disposizione dei principi di Piemonte. Re Vittorio Emanuele III vi risiedette per due anni fino al 1946 quando, dopo l’abdicazione, andò in esilio ad Alessandria d’Egitto partendo proprio dal porticciolo della villa.

Dal 1957, Villa Rosebery è entrata a far parte della dotazione della Presidenza della Repubblica che ha provveduto ai restauri conservativi.

Curiosità sui Presidenti nel Quirinale estivo

Sin dal 1951, il Presidente Luigi Einaudi iniziò a trascorrere brevi periodi di riposo nella villa. Amata particolarmente da Oscar Luigi Scalfaro, la cui figlia Marianna ne migliorò gli arredi attingendo ai depositi del Quirinale (la villa viene spesso chiamata il “Quirinale estivo“) viene utilizzata sia come residenza di vacanza sia per rappresentanza dove ricevere altri Capi di Stato stranieri in visita ufficiale.

Com’è fatta Villa Rosebery

La visita della villa inizia dal grande parco, che comprende una parte di giardino all’italiana con la tipica macchia mediterranea e una di giardino inglese. Nel parco c’è anche un tempietto neoclassico.

Si può visitare la Palazzina Borbonica, all’interno della quale sono esposti documenti ed immagini storiche.

Proseguendo attraverso il parco si giunge alla Darsena, per concludere con la visita della Grande Foresteria. La proprietà della villa, infatti, arriva fino alla costa e si affaccia direttamente sul mare, ma si estende sulla collina, tanto da regalare alcuni scorci impagabili sul Golfo di Napoli.

Quando si può visitare

Villa Rosebery si può visitare solo ed esclusivamente in alcune speciali occasioni durante l’anno. L’apertura è prevista infatti in occasione delle Giornate FAI e la visita è gratuita.

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Wild swimming: le regole per avventure in sicurezza

Questa calda primavera mi fa pensare alla gioia ineguagliabile di scappare dalla città, per rifugiarmi in un bosco sperduto con la sua inesauribile dote di colori, suoni e vita, e avvicinarmi gradualmente all’acqua. Che sia acqua dolce o salata, è impagabile il senso della scoperta che nasce nel cuore, quando siamo alla ricerca di una spiaggia o una cascata, camminiamo nella natura incontaminata e, ad un certo punto, l’improvviso lontano gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta.

Andare per torrenti, laghi o spiagge wild risveglia il meraviglioso, ancestrale rapporto che abbiamo con l’acqua e la natura. Tuttavia, come altre attività outdoor, presenta i suoi rischi, usate sempre il buon senso e tenete in considerazione alcune regole.

L’improvviso gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta

Equipaggiamento e famiglie

Partiamo dall’equipaggiamento: non c’è bisogno di diventare Indiana Jones per avventurarsi alla ricerca di una spiaggia wild, basta seguire pochi consigli.

Una sdraio pieghevole

Le spiagge libere, e in particolare quelle fluviali, possono presentare una battigia di ciottoli e sassi dove può essere utile portarsi una piccola sdraio pieghevole che ci permetta di sostare in questo tipo di superficie in pieno relax. Un telo è sempre utile, oppure un tappetino morbido da yoga, più comodo in presenza di ciottoli. 

Sandali chiusi e “carrarmato”

Per i sentieri di avvicinamento alle spiagge sono indicati dei sandali tecnici chiusi sul tallone con suola a “carrarmato”, perché ottimi anche per immergersi nel torrente, il cui letto, anche in presenza di spiaggia sabbiosa, può essere tappezzato di sassi e sassetti. Sono facili da trovare in commercio e a prezzi contenuti, anche quelli di buon livello tecnico. La chiusura può essere anche a strap, ma se volete una calzatura che tenga il piede più fermo e siete orientati a fare anche percorsi difficili, optate per quelli con una chiusura permanente. L’ideale è che siano specificatamente pensati anche per itinerari acquatici, poiché in tal caso sono fatti con materiali che si asciugano rapidamente. 

Sandali per itinerari acquatici con chiusura permanente

Possono andare bene anche delle calzature da trekking associate, per i percorsi acquatici, a delle scarpette da scoglio, se con una buona suola.

Pantaloni lunghi

Per chi non gradisce camminare senza coprire le gambe, un pantalone lungo per proteggersi da eventuale vegetazione alta, ma leggero, per non accentuare il caldo, può essere utile. L’ideale è uno zip-off (ossia convertibile tramite chiusura lampo in bermuda) da trekking in tessuto tecnico. 

Zaino tecnico

Tra i vostri compagni di viaggio non possono mancare degli zaini tecnici e capienti per portare cibo, acqua, teli, ecc. (evitate di girare con buste o borse inadatte) e liberare le vostre mani.

Equipaggiamento per i bambini

A una famiglia, non possono mai mancare un ombrellone da spiaggia, per evitare l’esposizione forzata ai raggi ultravioletti, del protettore solare 50 e gli articoli necessari a trasportare il bambino: marsupi porta bambini (per i piccolissimi) e/o zaini porta bimbi (dall’anno – anno e mezzo in poi); entrambi possibilmente di tipo tecnico, cioè adatti a percorsi extra-urbani. 

Zaino porta bambini
Zaino porta bambini

Spray per insetti

Un repellente per insetti può essere utile. È poi necessario organizzarsi con cibo ed acqua.

Detto ciò, per capire se un itinerario è o meno adatto alla vostra famiglia, è necessario innanzitutto fare un’analisi personale e autonoma delle esigenze della stessa.

In generale, bisogna sempre tenere conto della difficoltà, durata e dislivello del sentiero. La classificazione a cui si fa in genere riferimento è quella del CAI.

Wild swimming – Regole di comportamento

Ecco alcune regole da seguire per il wild swimming e  l’escursionismo.

👉 É sconsigliabile nuotare in fiumi di grandi dimensioni o troppo profondi.

👉 Consultate le previsioni del tempo prima di partire ed evitate di nuotare in situazioni di piena conclamate o previste.

👉 Prestate attenzione quando nuotate a valle (o in prossimità) di dighe o impianti idroelettrici, dato che possono rilasciare improvvisamente grandi quantità d’acqua. 

👉 Evitate di nuotare in fiumi urbani, canali artificiali, acque stagnanti e in tutte quelle situazioni dove non siete sicuri della qualità dell’acqua.

Nuotate dove siete sicuri della qualità dell'acqua
Nuotate dove siete sicuri della qualità dell’acqua

👉 Sempre meglio nuotare in compagnia e sorvegliare i nuotatori più deboli e i bambini. 

👉 Avanzate sempre dove siete certi di poter anche tornare indietro e tuffatevi dove avete verificato che è per voi possibile risalire in sicurezza. 

👉 I percorsi sul greto di un corso d’acqua possono implicare ripetuti guadi e richiedono quindi un equipaggiamento specifico per gli itinerari acquatici. Tenete conto che camminare su ciottoli, sassi o massi – tanto più se nell’acqua – è più faticoso e si procede più lentamente. 

👉 Controllate sempre, anche da sott’acqua, l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi. 

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

Fonte: Lorenzo Calamai (Wildecobeach)

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

👉 Soprattutto con i bambini, usate sempre il protettore solare e concedetevi congrue pause all’ombra.

👉 Terminate la digestione prima di immergervi e tenete conto che, in acque molto fredde, può essere utile una muta. 

👉 È sempre opportuno organizzarsi con cibo ed acqua e tenendo in considerazione il regime di alimentazione dei bambini. Per una giornata calcolate 2 litri d’acqua a persona, da ritarare per percorsi particolarmente lunghi e pendenti.

Famiglie con lo zaino
Famiglie con lo zaino

Guadare un corso d’acqua

E se ci troviamo un torrente da guadare? Partiamo da un assunto, non ce l’ha certo ordinato il medico di guadare i corsi d’acqua, ma può essere divertente se prestiamo attenzione ad alcune cautele. Si intendono i torrenti, perché è sconsigliabile guadare i fiumi, a meno non si tratti di piccoli fiumi o di fiumi che guadiamo dove il loro corso ha una portata d’acqua limitata e più simile a quella di un torrente.

Per guadare un corso d’acqua, abbiamo due principali alleati, già menzionati: sandali tecnici chiusi sul tallone e pensati per itinerari acquatici e lo zaino, utile a portare ciò che vi serve, liberando le mani per darle, ad esempio, ai bambini.

Guadare un corso d'acqua
Guadare un corso d’acqua

Detto ciò, contrariamente a quanto istintivamente saremmo spinti a fare, non è consigliabile selezionare il tratto in cui guadare solo in funzione della profondità dell’acqua: infatti i punti meno profondi dei fiumi possono coincidere con le rapide. Questo perché le rapide si formano proprio nei punti in cui l’acqua deve affrontare un dislivello o comunque il suo corso subisce una qualche costrizione per cui scorre rapidamente e senza accumularsi.

In estate le rapide sono generalmente più basse e meno minacciose, ma è sempre più facile attraversare un corso d’acqua nel punto immediatamente a monte delle stesse: solitamente questi punti sono comunque poco profondi e la forza dell’acqua è qui molto meno intensa che, poco più a valle, dove si incanala nella rapida. Non è difficile riconoscere il punto a monte di una rapida visto che questa scorre veloce ed increspata, perdendo profondità, mentre quello è parte del precedente accumulo di acqua.

I guadi che arrivano sotto il ginocchio sono generalmente facili da fare perché la forza della corrente agisce molto in basso rispetto al nostro baricentro. Tuttavia bisogna sempre prestare attenzione, perché è possibile sottovalutare l’effettiva profondità del corso d’acqua soprattutto dei tratti centrali, più lontani dalla riva. Un fondale irregolare, fatto ad esempio di massi, associato a guadi sopra al ginocchio e rapide, data la pressione della corrente, la scarsa visibilità data dall’acqua increspata e la difficoltà a trovare un appoggio su un terreno irregolare, può complicare l’equilibrio.

In presenza di bambini bisogna ovviamente ritarare le nostre valutazioni rispetto al loro baricentro e tenerli sempre per mano, mantenendo una mano libera, cosa che uno zaino tecnico e capiente può aiutarci a fare. 

Prima di attraversare un corso d’acqua, in ogni caso, vanno verificati in funzione delle proprie capacità elementi mutevoli quali le condizioni delle correnti e la portata d’acqua. Vanno inoltre evitate le situazioni di piena o quelle in cui siano in corso delle precipitazioni (così come i momenti prima o dopo le stesse).

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Wild swimming: le regole per l’avventura in sicurezza

Questa calda primavera mi fa pensare alla gioia ineguagliabile di scappare dalla città, per rifugiarmi in un bosco sperduto con la sua inesauribile dote di colori, suoni e vita, e avvicinarmi gradualmente all’acqua. Che sia acqua dolce o salata, è impagabile il senso della scoperta che nasce nel cuore, quando siamo alla ricerca di una spiaggia o una cascata, camminiamo nella natura incontaminata e, ad un certo punto, l’improvviso lontano gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta.

Andare per torrenti, laghi o spiagge wild risveglia il meraviglioso, ancestrale rapporto che abbiamo con l’acqua e la natura. Tuttavia, come altre attività outdoor, presenta i suoi rischi, usate sempre il buon senso e tenete in considerazione alcune regole.

L’improvviso gorgogliare dell’acqua ci fa capire di essere sulla strada giusta

Equipaggiamento e famiglie

Partiamo dall’equipaggiamento, non c’è bisogno di diventare Indiana Jones per avventurarsi alla ricerca di una spiaggia wild, basta seguire pochi consigli.

Le spiagge libere, ed in particolare quelle fluviali, possono presentare una battigia di ciottoli e sassi dove può essere utile portarsi una piccola sdraio pieghevole che ci permetta di sostare in questo tipo di superficie in pieno relax. Un telo è sempre utile, oppure un tappetino morbido da yoga, più comodo in presenza di ciottoli. 

Per i sentieri di avvicinamento alle spiagge sono indicati dei sandali tecnici chiusi sul tallone con suola a “carrarmato”, perchè ottimi anche per immergersi nel torrente, il cui letto, anche in presenza di spiaggia sabbiosa, può essere tappezzato di sassi e sassetti. Sono facili da trovare in commercio e a prezzi contenuti, anche quelli di buon livello tecnico. La chiusura può essere anche a strap, ma se volete una calzatura che tenga il piede più fermo e siete orientati a fare anche percorsi difficili, optate per quelli con una chiusura permanente. L’ideale è che siano specificatamente pensati anche per itinerari acquatici, poiché in tal caso sono fatti con materiali che si asciugano rapidamente. 

Sandali per itinerari acquatici con chiusura permanente

Possono andare bene anche delle calzature da trekking associate, per i percorsi acquatici, a delle scarpette da scoglio se con una buona suola.

Per chi non gradisce camminare senza coprire le gambe, un pantalone lungo per proteggersi da eventuale vegetazione alta, ma leggero, per non accentuare il caldo, può essere utile. L’ideale è uno zip-off (ossia convertibile tramite chiusura lampo in bermuda) da trekking in tessuto tecnico. 

Tra i vostri compagni di viaggio non possono mancare degli zaini tecnici e capienti per portare cibo, acqua, teli, ecc. (evitate di girare con buste o borse inadatte) e liberare le vostre mani.

Ad una famiglia, non possono mai mancare un ombrellone da spiaggia, per evitare l’esposizione forzata ai raggi ultravioletti, del protettore solare 50 e gli articoli necessari a trasportare il bambino: marsupi porta bambini (per i piccolissimi) e/o zaini porta bimbi (dall’anno – anno e mezzo in poi); entrambi possibilmente di tipo tecnico, cioè adatti a percorsi extra-urbani. 

Zaino porta bambini
Zaino porta bambini

Un repellente per insetti può essere utile. È poi necessario organizzarsi con cibo ed acqua.

Detto ciò, per capire se un itinerario è o meno adatto alla vostra famiglia, è necessario innanzitutto fare un’analisi personale ed autonoma delle esigenze della stessa.

In generale bisogna sempre tenere conto della difficoltà, durata e dislivello del sentiero. La classificazione a cui si fa in genere riferimento è quella del CAI, che trovate qui.

Wild swimming – Regole di comportamento

Ecco alcune regole da seguire per il wild swimming e l’escursionismo.

👉 É sconsigliabile nuotare in fiumi di grandi dimensioni o troppo profondi.

👉 Consultate le previsioni del tempo prima di partire ed evitate di nuotare in situazioni di piena conclamate o previste.

👉 Prestate attenzione quando nuotate a valle (o in prossimità) di dighe o impianti idroelettrici, dato che possono rilasciare improvvisamente grandi quantità d’acqua. 

👉 Evitate di nuotare in fiumi urbani, canali artificiali, acque stagnanti ed in tutte quelle situazioni dove non siete sicuri della qualità dell’acqua.

Nuotate dove siete sicuri della qualità dell'acqua
Nuotate dove siete sicuri della qualità dell’acqua

👉 Sempre meglio nuotare in compagnia e sorvegliare i nuotatori più deboli e i bambini. 

👉 Avanzate sempre dove siete certi di poter anche tornare indietro e tuffatevi dove avete verificato che è per voi possibile risalire in sicurezza. 

👉 I percorsi sul greto di un corso d’acqua possono implicare ripetuti guadi e richiedono quindi un equipaggiamento specifico per gli itinerari acquatici. Tenete conto che camminare su ciottoli, sassi o massi – tanto più se nell’acqua – è più faticoso e si procede più lentamente. 

👉 Controllate sempre, anche da sott’acqua, l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi. 

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

Fonte: Lorenzo Calamai (Wildecobeach)

Controllate l’effettiva profondità del fondale prima di tuffarvi

👉 Soprattutto con i bambini, usate sempre il protettore solare e concedetevi congrue pause all’ombra.

👉 Terminate la digestione prima di immergervi e tenete conto che, in acque molto fredde, può essere utile una muta. 

👉 È sempre opportuno organizzarsi con cibo ed acqua e tenendo in considerazione il regime di alimentazione dei bambini. Per una giornata calcolate 2 litri d’acqua a persona, da ritarare per percorsi particolarmente lunghi e pendenti.

Famiglie con lo zaino
Famiglie con lo zaino

Guadare un corso d’acqua

E se ci troviamo un torrente da guadare?

Partiamo da un assunto, non ce l’ha certo ordinato il medico di guadare i corsi d’acqua, ma può essere divertente se prestiamo attenzione ad alcune cautele. Si intendono i torrenti, perchè è sconsigliabile guadare i fiumi, a meno non si tratti di piccoli fiumi o di fiumi che guadiamo dove il loro corso ha una portata d’acqua limitata e più simile a quella di un torrente.

Per guadare un corso d’acqua, abbiamo due principali alleati, già menzionati: sandali tecnici chiusi sul tallone e pensati per itinerari acquatici e lo zaino, utile a portare ciò che vi serve, liberando le mani per darle, ad esempio, ai bambini.

Guadare un corso d'acqua
Guadare un corso d’acqua

Detto ciò, contrariamente a quanto istintivamente saremmo spinti a fare, non è consigliabile selezionare il tratto in cui guadare solo in funzione della profondità dell’acqua: infatti i punti meno profondi dei fiumi possono coincidere con le rapide. Questo perché le rapide si formano proprio nei punti in cui l’acqua deve affrontare un dislivello o comunque il suo corso subisce una qualche costrizione per cui scorre rapidamente e senza accumularsi.

In estate le rapide sono generalmente più basse e meno minacciose, ma è sempre più facile attraversare un corso d’acqua nel punto immediatamente a monte delle stesse: solitamente questi punti sono comunque poco profondi e la forza dell’acqua è qui molto meno intensa che, poco più a valle, dove si incanala nella rapida. Non è difficile riconoscere il punto a monte di una rapida visto che questa scorre veloce ed increspata, perdendo profondità, mentre quello è parte del precedente accumulo di acqua.

I guadi che arrivano sotto il ginocchio sono generalmente facili da fare perché la forza della corrente agisce molto in basso rispetto al nostro baricentro. Tuttavia bisogna sempre prestare attenzione, perché è possibile sottovalutare l’effettiva profondità del corso d’acqua soprattutto dei tratti centrali, più lontani dalla riva. Un fondale irregolare, fatto ad esempio di massi, associato a guadi sopra al ginocchio e rapide, data la pressione della corrente, la scarsa visibilità data dall’acqua increspata e la difficoltà a trovare un appoggio su un terreno irregolare, può complicare l’equilibrio.

In presenza di bambini bisogna ovviamente ritarare le nostre valutazioni rispetto al loro baricentro e tenerli sempre per mano, mantenendo una mano libera, cosa che uno zaino tecnico e capiente può aiutarci a fare. 

Prima di attraversare un corso d’acqua, in ogni caso, vanno verificati in funzione delle proprie capacità elementi mutevoli quali le condizioni delle correnti e la portata d’acqua. Vanno inoltre evitate le situazioni di piena o quelle in cui siano in corso delle precipitazioni (così come i momenti prima o dopo le stesse).

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Consigli Viaggi

Rinnovo del passaporto: come fare e quanto costa

Quando si parla di rinnovo del passaporto il consiglio più utile è quello di muovetevi in anticipo e di non aspettate l’ultimo momento. Le condizioni necessarie per poter rinnovare il proprio passaporto in un tempo massimo di dieci giorni sono due: aver preparato tutta la documentazione necessaria e prenotare l’appuntamento online presso la Questura o presso un Commissariato. I tempi possono variare da città a città e nei mesi estivi possono essere inevitabilmente più lunghi, a causa del maggior numero di richieste. Ma una volta inoltrata la domanda, il passaporto arriverà nel giro di pochi giorni.

L’appuntamento online è una soluzione pratica e veloce per chi deve mettersi in viaggio e si accorge troppo tardi di avere il documento scaduto. Per partire con tutti i documenti in regola senza perdere troppo tempo basta quindi un po’ di accortezza. Il sito di riferimento è passaportonline.poliziadistato.it dove, una volta indicato il luogo di residenza ed eventualmente di domicilio, troverete la lista degli uffici dove è possibile fare richiesta di passaporto. Ci si registra tramite Spid.

Dopo aver selezionato una data, il sistema rilascerà una ricevuta. Se avete figli minorenni, oltre al modulo di richiesta dovrete portare in Questura anche l’atto di assenso dell’altro genitore o compilarlo direttamente in Questura.

Se le date disponibili online sono terminate e ci sono urgenze adeguatamente motivate (lavoro, salute e studio) ci si può rivolgere direttamente alla propria Questura o Commissariato.

Documenti da portare per il rinnovo del passaporto

  • modulo stampato della richiesta passaporto (attenzione a scegliere il modulo corretto tra quello per maggiorenni e minorenni)
  • documento di riconoscimento valido ( n.b. portare con sé, oltre all’originale, anche un fotocopia del documento)
  • 2 foto formato tessera identiche e recenti (chi indossa occhiali da vista può tenerli purché le lenti siano non colorate e la montatura non alteri la fisionomia del volto – inoltre lo sfondo della foto deve essere bianco)

Bollettini, marche da bollo e quanto costa il rinnovo del passaporto

  • ricevuta del pagamento a mezzo c/c di 42,50 euro per il passaporto ordinario. Il versamento va effettuato, per il momento, presso gli uffici postali di Poste italiane mediante bollettino di conto corrente n. 67422808 intestato a: Ministero dell’Economia e delle Finanze – Dipartimento del tesoro, in distribuzione presso gli uffici postali di Posteitaliane. Leggi circolare (il bollettino postale dovrà riportare nello spazio “eseguito da” i dati dell’intestatario del passaporto anche se minore e nella causale dovrà esser scritta la dicitura “importo per il rilascio del passaporto elettronico”. Non saranno accettati bollettini in bianco, bonifici, giroconti ed altre tipologie di versamenti.
  • contrassegno amministrativo da 73,50 euro (da richiedere in una rivendita di valori bollati o dal tabaccaio).

Per effettuare il rilascio del passaporto serve il rilevamento delle impronte digitali che viene fatto esclusivamente presso la questura e non può essere fatto il giorno stesso della consegna del documento.

È anche possibile richiedere in Questura il recapito del passaporto direttamente a casa attraverso il sistema Posta assicurata, al costo di 9,05 euro. Basterà compilare una busta di Poste Italiane con il proprio indirizzo e il pagamento può essere effettuato alla consegna.

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Consigli linee aeree Viaggi

Quello che non dovremmo mai fare su un aereo, secondo gli assistenti di volo

Chiunque abbia mai viaggiato in aereo sa benissimo tutta la (lunga) trafila che attende i passeggeri dal momento in cui arrivano in aeroporto sin quando, finalmente, salgono a bordo. Ma cosa succede una volta imbarcati? Potremmo pensare che l’unica cosa rimasta da fare sia trovare il nostro posto e sederci, eppure ci sono piccole accortezze che possono fare la differenza per gli assistenti di volo. Sono proprio alcuni di loro ad aver svelato i comportamenti assolutamente da non tenere a bordo di un aereo.

Cosa non fare mai a bordo di un aereo

Dopo aver superato tutti i controlli e aver preso la navetta per arrivare al nostro aereo, è il momento di salire a bordo. Quali sono le cose che non dovremmo mai fare? A volte, si tratta di piccoli comportamenti che ai nostri occhi appaiono insignificanti, ma che sono invece una vera scocciatura per gli assistenti di volo, che al momento dell’imbarco sono piuttosto indaffarati. Ad affrontare l’argomento è Jay Roberts, ex steward di Emirates, che ha chiesto sulla propria pagina Facebook quali sono i comportamenti peggiori dei passeggeri su un aereo.

Lui stesso, intervistato dal MailOnline, ha rivelato di essere particolarmente infastidito da tutti coloro che evitano il contatto visivo o, peggio ancora, non ricambiano il saluto nel momento in cui vengono accolti a bordo: “Oltre ad essere scortese, manca di rispetto al ruolo dei membri dell’equipaggio in quanto professionisti della sicurezza” – ha affermato – “Se l’aereo va in fiamme e deve essere evacuato, rischierò la mia vita e rimarrò indietro per assicurarmi che tu scenda sano e salvo. Oppure, se ti ammali sarò al tuo fianco, facendo tutto il possibile per salvarti la vita. E tu non riesci nemmeno ad accettare che io sia qui in piedi davanti a te, a salutarti?”.

Un altro comportamento che infastidisce spesso gli assistenti di volo è quello di chiedere un bicchiere d’acqua appena saliti in aereo, mentre il personale è impegnato con il controllo delle carte d’imbarco e con i preparativi per il decollo. Si tratta infatti di una perdita di tempo preziosissimo (vista la serrata tabella di marcia che i membri dell’equipaggio devono rispettare), e a meno che non sia proprio un’urgenza improcrastinabile, ai passeggeri non costa niente aspettare ancora qualche minuto prima di poter bere qualcosa.

Perché gli assistenti di volo controllano la carta d’imbarco

Mentre si sale a bordo di un aereo, gli assistenti di volo controllano la carta d’imbarco di ogni passeggero: può sembrare un compito inutile, visto che la si è già mostrata ai controlli di sicurezza e poi ancora al gate. Alcuni addirittura si infastidiscono per il semplice fatto di dover attendere qualche minuto prima di sistemare il bagaglio a mano e sedersi al proprio posto. Ma i membri dell’equipaggio stanno solamente facendo il loro dovere, ed è tutto a vantaggio dei passeggeri.

Dalla carta d’imbarco, infatti, è possibile verificare la destinazione, il numero del volo e la data di partenza. Capita più spesso di quanto si possa pensare che ci sia un errore, e che un passeggero stia per salire sul volo sbagliato. Questo ulteriore controllo è dunque utilissimo per evitare di finire dall’altra parte del mondo (e dover poi spendere soldi per un altro biglietto, se si vuole tornare a casa). Inoltre, è proprio durante quei preziosi secondi al momento dell’imbarco che gli assistenti di volo si fanno una rapida idea dei passeggeri che hanno davanti.

Non solo possono capire se la persona che sta salendo a bordo sta bene e non è, ad esempio, ubriaca o poco cosciente, ma possono anche individuare quei soggetti più in forma che, in caso di emergenza, potrebbero rivelarsi un aiuto fondamentale al personale di bordo. Insomma, quello che proprio non andrebbe mai fatto all’imbarco è mostrarsi infastiditi da questo breve controllo che, come abbiamo visto, è più importante che mai.

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Consigli Ghiacciai Viaggi

Spostarsi nell’acqua tra i ghiacciai: cos’è il glacier kayaking e dove praticarlo

Acqua che si è addormentata dopo essere rimasta fuori al freddo. Il politico americano John Garland Pollard descriveva in questo modo il ghiaccio ed è inevitabile che una simile meraviglia della natura ispiri pensieri poetici. E l’ispirazione non può che aumentare quando si pratica il glacier kayaking. Di cosa si tratta? Il kayak tra i ghiacciai è una disciplina spettacolare che è diventata sempre più popolare perché permette di praticare uno sport che è già molto amato nella sua versione “tradizionale” e che con i panorami innevati e ghiacciati diventa ancora più emozionante. Il kayak è infatti il mezzo ideale per un viaggio indimenticabile e che di sicuro deve essere provato almeno una volta nella vita.

Come si pratica il giacier kayaking

Per praticare il glacier kayaking non bisogna far altro che indossare un abbigliamento caldo da indossare sotto alla muta, calzini comodi e pesanti, guanti, copricapo e occhiali da sole per le giornate più nitide. I kayak che vengono messi a disposizione per affrontare questi viaggi più unici che rari sono per due persone oppure singoli. L’importante è sapere maneggiare con attenzione il mezzo e la pagaia per la giusta direzione nel percorso, proprio come in qualsiasi corso d’acqua. Ci si può avventurare in questi itinerari sia in inverno, quando il ghiaccio dà il meglio di sé che in estate.

Tour di glacier kayaking

Fonte: iStock

Un paesaggio da ammirare col glacier kayaking

Nella stagione più calda dell’anno, infatti, i laghi ghiacciati iniziano a sciogliersi lungo la costa, rivelando un corso d’acqua di un colore intenso e irresistibile. Il gelido “tracciato” cristallino non fa altro che seguire i contorni della riva del lago, dando l’impressione che si tratti di un vero e proprio fiume. Il glacier kayaking è quindi il modo migliore per ammirare la magnificenza di parchi nazionali, montagne incontaminate e lagune isolate e intriganti. Per praticarlo al meglio bisogna dunque recarsi in quei luoghi in cui il ghiaccio è una presenza fissa e sempre ben gradita.

I ghiacciai più spettacolari da esplorare in kayak

L’Islanda è una di queste tappe, un paese in cui il kayak tra i ghiacciai ha un gradimento puntualmente altissimo. L’imbarcazione diventa il mezzo perfetto per scoprire le bellezze senza tempo della nazione nordica. Il Parco Nazionale del Vatnajökull è la location ideale per un percorso mozzafiato, con le montagne che si specchiano romanticamente nell’acqua, il tutto a poca distanza dagli iceberg più belli del mondo. Gli appassionati o chi si sta appassionando a questa disciplina, poi, non possono proprio rinunciare al tour delle Cascade Mountains che si trovano nella British Columbia, in Canada.

L'incantevole glacier kayaking

Fonte: iStock/Teacherdad48

I ghiacciai che fanno da sfondo al glacier kayaking

In questi luoghi le cascate si alternano a paesaggi incantati in continua evoluzione, impossibili da apprezzare in qualsiasi altra parte del mondo. Il periodo migliore per prendere parte a questi tour in kayak va da giugno a settembre, ma non è raro sperimentare viaggi spensierati e appassionanti quando fa più freddo. E che dire della Norvegia e dell’Alaska? Le acque limpide e purissime del paese scandinavo, soprattutto quelle degli splendidi Fiordi, sono perfette per accogliere i kayak, mentre nello Stato americano è possibile conoscere meglio il Parco Nazionale la incantevole Riserva di Glacier Bay. Viaggiare su questi mezzi tra i ghiacciai è un po’ come sognare e in queste stupende location lo si può fare a occhi aperti.