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Come arrivare all’Isola di San Giulio

L’Isola di San Giulio: piccola per dimensioni, ma ricca di magia, leggende e storia. Fu qui che San Giulio, nel 390 d.C., stendendo un mantello sull’acqua e con l’aiuto di un bastone, navigò fino alle sue sponde dove cacciò i serpenti e draghi che l’abitavano e fondò la sua chiesa. Verità o leggenda, la realtà è che lunga 275 metri e larga 140, l’Isola di San Giulio rappresenta una gemma imperdibile per chi desidera trascorrere una gita fuori porta in una destinazione poco battuta dal turismo di massa. E di questo non abbiamo nessun dubbio!

Situata al centro del lago d’Orta, in provincia di Novara, può essere visitata in un pomeriggio girovagando per le sue strade pedonali, ammirando gli edifici storici e godendosi gli eventi musicali organizzati soprattutto durante la stagione estiva. Ma come raggiungere l’Isola di San Giulio? Dove si prende il traghetto? E come arrivare all’isola dalle città italiane più vicine? In questo articolo rispondiamo con cura a tutte queste domande, fornendovi le informazioni di cui avete bisogno per arrivarci in totale semplicità e comodità.

Come raggiungere l’Isola di San Giulio

Per arrivare all’Isola di San Giulio e al suo borgo antico, considerato tra i più belli d’Italia, è necessario salire su un traghetto. Prima, però, bisogna raggiungere il lago d’Orta, situato a ovest del Lago Maggiore, tra le province di Novara e Verbano-Cussio-Ossola. Per farlo si hanno diverse opzioni: l’auto, i mezzi pubblici e l’aereo.

Arrivare all’isola in auto

Il modo più semplice per raggiungere l’isola è con l’auto: da Milano, distante 90 km, basterà percorrere l’autostrada A8 e A26 con uscita Arona (direzione Borgomanero km 12), mentre da Torino, distante 120 km, l’autostrada è la A4 con uscita Borgomanero (direzione Borgomanero – SR n.229 km 16 ). Per chi percorre la A26 (Genova Voltri/Gravellona Toce), l’uscita da tenere a mente è Gravellona Toce (direzione Omegna – SR n.229 km 18). 

Come arrivare in treno 

Chi non vuole usare l’auto, ma preferisce spostarsi con un mezzo più sostenibile così da non dover pensare al parcheggio, le soluzioni ideali sono il treno o gli autobus. La stazione ferroviaria è quella di Orta-Miasino, una fermata della linea Novara-Domodossola. Da Milano o da Torino partono diversi regionali veloci che, in un paio d’ore e con cambio a Novara, raggiungono frequentemente il lago. Con gli autobus, invece, bisogna fare riferimento a due compagnie: la Fontaneto, che percorre la tratta Stresa-Armeno-Orta e Stresa-Gignese-Orta, e la Comazzi, che percorre la tratta Arona-Borgomanero-Omegna. Una volta giunti alla stazione, basterà camminare per 2 km così da raggiungere l’imbarcadero di Orta San Giulio in Piazza Motta.

Come arrivare in aereo

Per i viaggiatori che arrivano da città più distanti e non vogliono guidare per molte ore o usare i mezzi pubblici, la soluzione perfetta è atterrare all’aeroporto di Malpensa. Distante soli 42 km, da qui sarà possibile noleggiare una vettura e raggiungere l’Isola di San Giulio e il lago d’Orta in autonomia o affidarsi ai mezzi pubblici seguendo le indicazioni che abbiamo fornito nei paragrafi precedenti.

Come arrivare all’isola con i traghetti

Per arrivare sull’Isola di San Giulio è necessario prendere uno dei tanti traghetti che partono ogni 15 minuti (a partire dalle 9:00) dalla Piazza Motta di Orta San Giulio e permettono ai visitatori di sbarcare sull’isolotto in 5-10 minuti. Chi desidera raggiungerla con maggiore autonomia, sono disponibili diversi servizi di noleggio barche con o senza conducente. Una volta arrivati sull’isola il gioco è fatto e che la scoperta di questo luogo splendido abbia inizio!

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Metro di Bucarest: come funziona e quante sono le linee

Bucarest, vibrante capitale della Romania, è una città ricca di storia e cultura, ma anche di una vita notturna che attira turisti provenienti da tutto il mondo. Inoltre, una uno degli aspetti che viene più apprezzato dai turisti che decidono di visitare la capitale della città è il suo efficiente sistema di trasporto pubblico, con la metro di Bucarest che rappresenta il cuore pulsante della mobilità cittadina. Pianificare un viaggio a Bucarest è molto semplice, soprattutto se si conosce come funziona la metro e quante sono le linee, così da capire con facilità come spostarsi e pianificare le giornate di visita più facilmente.

Storia della metro di Bucarest

La storia della metro di Bucarest, conosciuta anche come “Metroul București”, risale agli anni Settanta, con l’inaugurazione della prima linea nel 1979. Da allora, il sistema di trasporti è cresciuto anno dopo anno, diventando una delle infrastrutture di trasporto più importanti della città rumena. Originariamente il sistema metropolitano fu concepito per alleviare i problemi derivanti dal traffico di automobili e fornire un mezzo di trasporto rapido ed efficiente. La metro di Bucarest è diventata un simbolo dell’evoluzione urbana di Bucarest.

Traffico auto a Piazza Romana

Fonte: iStock

Traffico urbano in superficie di Piazza Romana

Quante linee ha la metro di Bucarest?

Al momento la metropolitana di Bucarest è composta da cinque linee principali, identificate da numeri e colori, per facilitare il transito dei passeggeri:

  1. Linea M1 (Gialla): Dristor 2 – Pantelimon
  2. Linea M2 (Blu): Berceni – Pipera
  3. Linea M3 (Rossa): Anghel Saligny – Preciziei
  4. Linea M4 (Verde): Gara de Nord 2 – Străulești
  5. Linea M5 (Arancione): Eroilor – Valea Ialomiței

Linea M1 (Gialla)

La linea M1 è stata la prima linea della metro di Bucarest ad essere stata inaugurata. Collega le aree principali e più popolate della capitale. Proprio per questo motivo, la linea M1 è molto importante per gli spostamenti, soprattutto dei pendolari che vivono nelle zone residenziali e lavorano nel centro di Bucarest. Questa linea attraversa punti chiave, come Piazza Unirii, una delle piazze più conosciute e principali della capitale.

Linea M2 (Blu)

La linea M2 , la linea blu, è probabilmente la linea che viene più utilizzata dai turisti in visita a Bucarest, in quanto il percorso collega direttamente l’aeroporto di Bucarest Coandă alla zona centrale, che è il distretto degli affari. Un viaggio facile e conveniente per chi arriva in città, che il motivo della visita sia per lavoro o per puro piacere e divertimento. La linea Blu attraversa anche Piazza della Vittoria, ovvero Piața Victoriei, uno dei punti cruciali di tutta la rete della metro di Bucarest, in quanto punto di incontro con altre linee.

Linea M3 (Rossa)

La linea Rossa, la M3, è importante per coloro che vivono o lavorano nelle periferie di Bucarest, nella parte occidentale della città. Questa terza linea collega l’area industriale, la zona commerciale di Militari ed il centro città. Grazie a questo percorso, la linea M3 della metro di Bucarest è fondamentale per i lavoratori della città che la utilizzano tutti i giorni e, di conseguenza, per l’economia locale.

Linea M4 (Verde)

La linea M4, conosciuta anche come la Linea Verde, è una linea della metro di Bucarest relativamente nuova. Collega la stazione ferroviaria principale e più grande della città, la Gara de Nord, con le zone residenziali presenti a nord della città. Questa linea è particolarmente utile per tutti coloro che devono intraprendere viaggi in treno, nazionali o internazionali, offrendo un collegamento diretto e veloce con la stazione.

Linea M5 (Arancione)

La linea M5 è l’ultima aggiunta alla rete metropolitana di Bucarest. Questa linea serve principalmente i quartieri residenziali a ovest del centro città, migliorando notevolmente la qualità della vita degli abitanti locali. La M5 rappresenta anche un modello di efficienza e modernità, con stazioni nuove e ben progettate.

Fermata della Metro du Bucarest

Fonte: iStock

Fermata “Piazza Romana” della metro di Bucarest

Quanto costa viaggiare con la metro a Bucarest?

Viaggiare con la metro di Bucarest non solo è molto comodo, ma è soprattutto molto economico. Ecco quanto costa viaggiare con la metropolitana di Bucarest e viaggiare alla scoperta della capitale della Romania:

  • Biglietto per 1 corsa: 3 Lei (0,61 €)
  • Biglietto per 2 corse: 6 Lei (1,21 €)
  • Biglietto giornaliero: 8 Lei (1,62 €)
  • Abbonamento settimanale: 25 lei (5,04€)
  • Abbonamento mensile: 70 lei (14,12€)

I biglietti per la metropolitana possono essere acquistati sia presso le biglietterie automatiche, che sono presenti in ogni stazione, sia attraverso l’utilizzo dell’app ufficiale della metropolitana. Per tutti coloro che prevedono un utilizzo molto frequente dei mezzi pubblici, l’acquisto di un abbonamento risulta essere la scelta migliore.

Inoltre, la metro di Bucarest opera con una frequenza variabile, anche a seconda delle linee e degli orari. Durante i giorni della settimana i treni delle linee principali, quindi le linee M1, M2 e M3, passano ogni 3-7 minuti nelle ore di punta e ogni 8-12 minuti nelle ore non di punta.
Durante i fine settimana, la frequenza del passaggio dei treni si riduce sensibilmente. La metropolitana, infatti, opera ogni 5-10 minuti nelle ore di punta e ogni 10-15 minuti nelle ore non di punta. Il tutto dalle 5:00 del mattino fino alle 23:00 di sera.

Accessibilità nella metropolitana di Bucarest

Negli ultimi anni la metro di Bucarest ha compiuto notevoli progressi in fatto di barriere architettoniche, diventando accessibile a tutti i passeggeri, inclusi coloro che sono affetti da disabilità. Molte stazioni, infatti, sono ora dotate di ascensori e rampe. Tuttavia, non tutte le stazioni hanno ancora queste strutture, come anche alcuni mezzi in superficie, quindi è consigliabile pianificare in anticipo i percorsi per evitare spiacevoli inconvenienti durante il viaggio.

Consigli utili per l’utilizzo della metro di Bucarest

Ecco alcuni consigli utili per chi decide di utilizzare la metropolitana per andare alla scoperta della città più misteriosa d’Europa:

  1. Mappa della metropolitana: avere una mappa della metropolitana sempre a portata di mano potrebbe essere un’ottima idea durante gli spostamenti nella capitale. È disponibile gratuitamente presso le stazioni o scaricabile online dal sito dei trasporti;
  2. App mobile: una valida alternativa alla mappa cartacea della metro di Bucarest è sicuramente l’applicazione per dispositivi mobile, sia Android, che Apple, contenente tutte le informazioni utili, come orari ed eventuali ritardi;
  3. Orari di Punta: come ogni grande città e capitale, anche a Bucarest è consigliato evitare, se possibile, di viaggiare durante le ore di punta per evitare la folla di pendolari;
  4. Sicurezza: nonostante la polizia sia sempre presente nelle stazioni della metropolitana, è consigliabile sempre tenere d’occhio i propri effetti personali, specialmente nelle stazioni e nei momenti più affollati;
  5. Abbonamenti: l’acquisto di abbonamenti è la scelta migliore per tutti coloro che decidono di passare un periodo prolungato nella capitale, garantendo un risparmio economico sugli spostamenti.

La metro di Bucarest è un sistema di trasporto efficace, efficiente, molto economico ed accessibile, che rende facilmente esplorabile la capitale della Romania, utilizzando sia dai turisti in cerca delle meraviglie della città, sia dai numerosi lavoratori che si spostano verso il centro città e non solo.
Per vivere al meglio quello che questa favolosa città ha da offrire, sicuramente conoscere queste informazioni aiuterà sulla metro di Bucarest, faciliterà la scoperta della città.

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Dove dormire a La Valletta: i quartieri migliori per l’hotel

La Valletta, la splendida capitale di Malta, è una delle destinazioni del Mediterraneo adatta a tutti coloro che sono alla ricerca del giusto mix di storia e cultura, paesaggi e bellezze naturali uniche e tanto divertimento.

Riconosciuta anche nel 1980 come patrimonio dell’umanità UNESCO, La Valletta è una città fortificata, dal tipico stile barocco, con chiese monumentali, musei e ben 320 monumenti nel centro storico. Dormire a La Valletta significa immergersi nella frenetica vita della capitale maltese, una città adorata anche molto dai giovani per la sua vita notturna.

Proprio per questo motivo, scegliere dove dormire a La Valletta è molto importante per vivere nel migliore dei modi il viaggio sulla splendida isola di Malta.

Centro Storico di La Valletta

Il centro storico di La Valletta è, senza dubbio, uno dei luoghi più affascinanti dove decidere di soggiornare. Conosciuto anche come la città vecchia, questa zona della capitale è un vero e proprio labirinto a cielo aperto, che fa vivere ai turisti un’esperienza unica, immersi in piazze pittoresche, palazzi storici e stradine acciottolate. Dormire nel centro storico di La Valletta farà rivivere la storia di quella che un tutt’oggi viene riconosciuta con il titolo di Città Umilissima.

I vantaggi di dormire nel centro storico di La Valletta sono dati, principalmente, dalla vicinanza alle attrazioni principali della città, come la Concattedrale di San Giovanni, il Palazzo del Gran Maestro e i Giardini di Barrakka, facilmente raggiungibili a piedi. Oltre a questo, non si può non menzionare la possibilità di godere di un’atmosfera unica, che permette di vivere la vera essenza di La Valletta e dell’isola di Malta, con angoli e scorci storici e ristoranti tradizionali. Inoltre, la presenza della stazione principale degli autobus in questa zona rende gli spostamenti molto semplici per scoprire i dintorni di La Valletta.

D’altro canto, dormire a La Valletta, nel centro storico della città ha degli svantaggi, dati dalla sua posizione centrale e dalla presenza di numerosi servizi. Gli hotel in questa zona, infatti, tendono ad essere più costosi di altre zone. Oltre al fatto che, a causa dei numerosi eventi e locali notturni, può risultare rumoroso per il flusso di turisti e giovani.

Centro storico di La Valletta

Fonte: iStock

Via pedonale del centro storico di La Valletta

Lungomare di La Valletta

Il lungomare di La Valletta è una zona molto vivace e ricca di eventi, soprattutto durante il periodo estivo.
Fra concerti e serate danzanti, il lungomare di La Valletta è il luogo ideale per chi è alla ricerca di sano divertimento per concludere la giornata sull’isola maltese.

Trovare una sistemazione in questa zona della città, che sia recente e moderna, non è così facile, ma ciò farà vivere ai visitatori di La Valletta la possibilità di dormire in sistemazioni uniche e rustiche, dallo stile tipico maltese, o addirittura in vecchi palazzi storici. Come per il centro storico, anche le sistemazioni sul lungomare di La Valletta hanno un prezzo più elevato rispetto la media, ma ciò non deve scoraggiare tutti coloro che sono alla ricerca di un alloggio nel cuore pulsante di Malta.

Sliema

Sliema è una zona situata appena fuori le mura di La Valletta ed è una delle zone più popolari per soggiornare a Malta. È conosciuta per la sua vivacità, per la presenza di negozi alla moda e per la vivace vita notturna. Tutti dettagli che la rendono una delle zone dell’isola più ricercate dai turisti alla ricerca di un’esperienza diversa dalla storicità del centro storico.

C’è un’ampia scelta di alloggi, fra hotel, appartamenti e bed & breakfast adatti a tutte le tasche, oltre che di numerosi servizi. Ideale per chi è amante dello shopping, grazie alla presenza di diversi centri commerciali, e per coloro che sono alla ricerca di gusti d’oltre mare, con diversi ristoranti e bar che offrono cucina internazionale.

Molti hotel a Sliema offrono una vista unica sulla baia e sullo skyline di La Valletta, con una passeggiata serale sul lungomare unica nel suo genere.

Cattedrale di San Paolo di sera

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Vista della cattedrale di San Paolo a La Valletta

Però, ci sono anche degli svantaggi. Primo fra tutti la distanza dalle attrazioni storiche, anche se La Valletta è poco distante e raggiungibile sia in autobus, che in traghetto. Allo stesso tempo, essendo una zona molto affollata, soprattutto in alta stagione, Sliema perde il suo fascino locale a favore di un’atmosfera più internazionale.

Floriana

Floriana è una piccola località situata subito fuori dalle mura di La Valletta. Una località che viene spesso trascurata dai turisti, ma che è una vera e propria gemma nascosta di Malta, la scelta giusta per tutti coloro che sono alla ricerca di tranquillità e, allo stesso tempo, vicinanza alle migliori attrazioni turistiche di La Valletta.

È la zona ideale per chi è in cerca di una vacanza rilassante e dalla quale raggiungere il centro storico facilmente a piedi, evitando spostamenti con i mezzi pubblici. Floriana ospita alcuni dei parchi più belli di Malta, come i Giardini di Argotti e i Giardini di San Publio, perfetti per chi ama gli spazi verdi e per passeggiate rilassanti.

Pur essendo vicina a La Valletta, Floriana è meno sviluppata rispetto anche a Sliema in termini di servizi, come ad esempio ristoranti e negozi, e la scelta di hotel per dormire a Malta è più ristretta, nonostante la presenza di alcune ottime opzioni, sia per chi è alla ricerca di un hotel a La Valletta di lusso, sia per chi è alla ricerca della migliore soluzione in termini di qualità/prezzo.

Gżira

Gżira è una località affacciata sul mare, situata tra Sliema e Msida, ed è la località che offre il miglior rapporto qualità/prezzo nella zona di La Valletta. È una scelta eccellente per dormire a La Valletta e per chi desidera essere vicino alla capitale, ma senza spendere troppo. Gli alloggi, infatti, tendono ad essere più economici rispetto a quelli del centro storico di La Valletta o di Sliema e offrono una vista unica sul mare e sulla città vecchia.

Gżira è in una posizione strategia, ben collegata con il resto dell’isola e da dove partire alla scoperta delle spiagge più belle di Malta. Nonostante ciò, non ha molte attrazioni turistiche, in quanto più urbana essere meno affascinante rispetto alle zone storiche, ma può vantare un’estrema vicinanza a Sliema e La Valletta.

Scegliere dove soggiornare a La Valletta dipende molto da ciò di cui si è alla ricerca, quindi dal tipo di vacanza, se improntata al divertimento o alla scoperta della storia di Malta e dei suoi affascinanti palazzi storici e monumenti. Il centro storico offre ai visitatori un’immersione totale nella storia e nella cultura, ma può essere costoso e rumoroso, come la zona del lungomare di La Valletta. Sliema è perfetta per chi cerca comodità, shopping e vita notturna, mentre Floriana offre tranquillità e vicinanza al centro senza il trambusto. Gżira, infine, rappresenta un’ottima opzione per chi cerca alloggi più economici, ma buoni collegamenti verso le altre zone dell’isola.

Qualunque sia la scelta, La Valletta e i suoi dintorni saranno in grado di regalare ai visitatori un’esperienza indimenticabile, tra storia, cultura e panorami naturali mozzafiato.

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Come disinfettare la valigia: i consigli per viaggiare in sicurezza

Al ritorno da un viaggio pensiamo alle foto da pubblicare, a sistemare casa, ad aprire le finestre, ma non a pulire la valigia. Eppure, il trolley che ci ha accompagnato durante le nostre fantastiche avventure è stato a contatto con superfici diverse e poco igienizzate ed è ovvio che, da uno spostamento all’altro, oltre ad accumulare ricordi ha raccolto sabbia, polvere, terra, oltre che germi e batteri. Ma come lavare e disinfettare la valigia dopo un viaggio? Qui tanti consigli utili in base alla tipologia di bagaglio e alla zona da pulire, da mettere in pratica subito.

Come igienizzare la valigia

Per pulire la valigia si parte dalle ruote che, a contatto costante con le superfici, dagli hotel ai marciapiedi, passando per la stiva dell’aereo, saranno particolarmente sporche. La sporcizia non solo le rovina da un punto di vista estetico, ma anche pratico perché potrebbe ostacolarne il corretto funzionamento. Questa operazione è molto semplice e non avrete bisogno di strumenti professionali: basterà utilizzare un panno in microfibra e uno spray igienizzante, così da raggiungere anche le aree più nascoste.

Successivamente si passa alla maniglia, anche questa da pulire perché toccata in continuazione non solo da voi, ma anche da chiunque se ne occupi. Estraetela e passateci sopra il panno, facendo in modo che sia completamente asciutta prima di ritrarla. Se c’è qualche pulsante sulla parte superiore della valigia, non dimenticate di pulire accuratamente anche quello. A questo punto passate all’esterno della valigia, che è più delicato e merita qualche attenzione in più in base al materiale con la quale è stata realizzata.

Pulire una valigia in tessuto

Per pulire una valigia in tessuto bisogna fare attenzione al prodotto da utilizzare per evitare di rovinare il bagaglio. Consigliamo di fare una prova su un angolo poco visibile della valigia, così da verificare che non provochi alcun danno e che non scolorisca il tessuto. Se la valigia è in tessuto morbido e le indicazioni del produttore lo suggeriscono, è possibile lavarla anche in lavatrice. Molto spesso, all’interno di queste valigie sono presenti anche parti in cartone, usate per irrigidirle: in questo caso meglio non bagnarle, ma pulirle con un panno e farle asciugare subito.

Pulire un bagaglio in plastica

Se invece il bagaglio è in plastica, la pulizia sarà molto più semplice. Basterà utilizzare delle salviettine igienizzanti, più comode e rapide. In ogni caso, fate attenzione al fondo della valigia, che è la zona più sporca. Per una pulizia ancora più accurata, soprattutto se sono presenti delle macchie difficili da eliminare con un semplice panno, è consigliato anche il bicarbonato: basta spargerlo sulla superficie e passarci una salviettina bagnata.

Come lavare la parte interna della valigia

Infine, bisogna pulire la parte interna del bagaglio. Dopo averla svuotata completamente, aspirate ogni superficie passando con più rigore attorno alle cerniere e nelle tasche interne, dove lo sporco tende ad accumularsi. Poi utilizzate uno spray per tessuti e sfregate accuratamente con un panno in microfibra, concentrandovi sulle eventuali macchie. Prima di riporre la valigia, lasciatela aperta fino alla sua completa asciugatura per evitare che si possa formare della muffa.

Se temete che il vostro bagaglio possa essere stato in contatto con le cimici dei letti, dovrete adottare qualche attenzione in più. Innanzitutto verificate la presenza di questi insetti infestanti: qualora doveste trovarne traccia, non portate la valigia in casa e lasciatela all’aria aperta. Alcuni studi hanno dimostrato che un metodo efficace per liberarsi delle cimici dei letti sia il calore. Se volete essere sicuri dell’igiene della vostra valigia vi conviene affidarvi a qualche esperto del settore!

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Come arrivare all’Isola d’Elba in treno

Gli amanti del mare sanno che all’Isola d’Elba troveranno un vero paradiso. Con i suoi 140 chilometri di costa, ricchi di spiagge sabbiose e calette rocciose, questa meta è capace di conquistare qualsiasi viaggiatore. Le spiagge da non perdere sono tante, da Procchio, ideale per chi non vuole rinunciare ai comfort degli stabilimenti balneari, a Biodola, perfetta per le famiglie con bambini grazie alla bassa profondità delle sue acque. Chi è alla ricerca di una spiaggia meno frequentata, la location da segnare è sicuramente Seccione, priva di servizi e tranquilla anche in alta stagione.

Ma come arrivare senza l’auto in quest’isola da sogno? Il mezzo ideale è il treno che, grazie ai collegamenti semplici e frequenti, permette di raggiungere il punto d’imbarco dei traghetti in totale comodità e semplicità. Vediamo insieme come arrivare all’Isola d’Elba in treno.

Come arrivare all’Isola d’Elba senza auto

Non importa da quale parte d’Italia si provenga, per raggiungere l’Isola d’Elba è necessario prendere il traghetto. Essendo una delle mete turistiche più gettonate d’Italia, arrivarci è semplicissimo perché i viaggi, oltre a essere comodi, sono anche molto frequenti, soprattutto durante il periodo estivo. L’isola si trova tra la Corsica e la costa della Toscana, a pochi chilometri da Piombino, punto d’imbarco dei traghetti che la raggiungono. Per chi desidera arrivare all’Isola d’Elba senza auto, il treno è il mezzo ideale e la fermata da tenere a mente è quella specifica della stazione ferroviaria di Piombino Marittima, dov’è presente anche la stazione degli autobus.

Treni in partenza da nord

Partendo da nord, per esempio da Venezia S. Lucia o da Milano, per arrivare all’Isola d’Elba in treno bisogna prendere un mezzo che passi da Pisa e Livorno, capoluogo di provincia dell’isola. Essendo un’isola molto frequentata durante tutto il periodo dell’anno, scendendo dal treno sarà presente la coincidenza per il battello, disponibile a qualunque ora. Dal porto si può prendere anche un’imbarcazione a noleggio, così da raggiungere una delle meravigliose calette che punteggiano tutta la costa a proprio piacimento.

Treni in partenza dal centro Italia

Dal centro Italia, per esempio da Roma, sono presenti treni con un solo cambio a Campiglia Marittima per un totale di circa 4 ore di viaggio. Supponendo di partire da Livorno, invece, per arrivare all’Isola d’Elba in treno c’è il regionale diretto che impiega un’ora e 29 minuti, oppure il Frecciabianca. Chi parte da Firenze dovrà salire su un qualsiasi treno regionale e fare cambio a Pisa, da dove partono frequentemente le coincidenze verso Piombino Marittima. Tuttavia, per chi è mattiniero, il modo più veloce per arrivare all’Isola d’Elba in treno da Firenze è il regionale con partenza dalla stazione di Santa Maria Novella alle 5:35 e arrivo a Piombino Marittima alle 8:05.

Treni in partenza da sud

Infine, chi proviene da sud, per esempio da Napoli, dovrà salire su un treno con cambio a Roma e Campiglia Marittima, distante 20 minuti di viaggio da Piombino. Per trovare la giusta coincidenza, per controllare gli orari o per acquistare i biglietti, il sito di riferimento è sempre Trenitalia.

Arrivare all’Isola d’Elba in traghetto

Una volta giunti alla stazione ferroviaria di Piombino Marittima, da qui sarà facilissimo raggiunge il punto d’imbarco per i traghetti. Le tratte di navigazione delle compagnie Moby, Toremar, Blu Navy e Corsica Ferries coprono l’intera giornata, dalle 5 di mattina alle 22.30 la sera. La traversata dura circa un’ora, ma per chi desidera un mezzo privato e più veloce può prenotare un aliscafo che ridurrà la traversata a soli 35 minuti. Il porto principale dell’Isola d’Elba è quello di Portoferraio, ma non è l’unico. È possibile raggiungere l’isola anche scendendo nei porti di Rio Marina e Cavo, entrambi situati sul versante orientale.

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Dove lasciare la mancia e dove assolutamente non farlo

Paese che vai, mancia che lasci: a volte i fastidiosi extra li trovi inclusi nel conto, altre volte sono da inserire nel piattino, altre volte sono obbligatori, altre ancora di cortesia. Per noi italiani possono trasformarsi in un vero enigma! E viaggiando per il mondo, a volte, non conosciamo le consuetudini di ogni destinazione e non abbiamo idea di come comportarci quando arriva il fatidico momento del conto. Per molti la mancia è anche sinonimo di ringraziamento e cortesia, un segno di apprezzamento del servizio ricevuto che talvolta sfocia in un vero e proprio galateo sociale.

Un europeo su due, quando viaggia, è preparato perfino sulle mance da dare: in un paese diverso dal proprio il turista rispetta le consuetudini del posto sull’elargire mance in locali, alberghi e taxi. I più generosi? Gli svizzeri-tedeschi! Gli italiani, invece, secondo un recente sondaggio di TripAdvisor, sono gli ultimi in Europa per le mance in vacanza. Le cause, afferma l’indagine, sono da ricercarsi sia nella tendenza degli italiani a non lasciarle per una questione di abitudine e cultura che per la crisi e l’inflazione attuale.

Insieme agli svizzeri-tedeschi, i più propensi a elargire le mance sono i francesi che, con il loro 47% di generosità, battono gli anglosassoni (43%) e gli spagnoli (37%). Le mance vanno bene, ma solo se ben guadagnate: il 21% dei viaggiatori europei si sente in dovere di dare la mance “perché è giusto”, mentre la maggioranza degli intervistati (47%) lascia un extra solo quando le aspettative sono state pienamente soddisfatte.

Ecco perché un mini vademecum come quello che abbiamo preparato di seguito può risultare utile a tutti!

Come dare la mancia paese per paese

La mancia può mettere in crisi anche il viaggiatore più esperto, tra percentuali e situazioni imbarazzanti. In alcuni paesi è vista in modo negativo, come in Giappone, in altri è considerata obbligatoria. Vediamo nel dettaglio come dare la mancia paese per paese per evitare disastri.

Stati Uniti

Negli Stati Uniti la mancia è obbligatoria perché già calcolata nello scontrino: quando la cameriera arriva per il pagamento, bisogna scegliere tra il 10% o il 15%. Questo perché il paese a stelle e strisce è considerato il regno indiscusso delle mance e la causa non è positiva. Il salario medio del personale è talmente basso che è proprio grazie alle mance che riesce a migliorare lo stipendio, potendosi così permettere gli alti costi della vita in città come New York.

Nord, Centro e Sud America

In Messico è consuetudine lasciare il 10%, il 15% o il 20%. Una volta richiesta la cuenta, ossia il conto, il personale ti domanderà se desideri lasciare la mancia (e si aspetta che tu lo faccia) scegliendo tra queste tre opzioni. La mancia può essere anche compresa nel prezzo, in questo caso troverai una nota nel menù. In Centro e Sud America, come Guatemala, Costa Rica o Perù non è obbligatoria, ma gradita. Tuttavia, in alcuni paesi come il Brasile o il Cile, la mancia è obbligatoria negli hotel ed è considerata un obbligo formale per guide turistiche e autisti.

Inghilterra e Irlanda

In Inghilterra, invece, non è prevista dalla legge e non è obbligatoria. Il personale riceve il salario minimo nazionale e non deve fare affidamento sulle mance, come avviene negli Stati Uniti. Tuttavia, soprattutto se abbiamo ricevuto un buon servizio, è considerato un segno di cortesia, come anche in Irlanda. Qui è apprezzata nei ristoranti, mentre in molti locali è presente il classico barattolo posizionato sul bancone di fianco alla cassa.

Francia e Germania

Le mance in Francia non rappresentano una parte fondamentale delle entrate dei lavoratori e per questo non sono obbligatorie. Tuttavia, lasciarla è considerato come un gesto di gentilezza: a volte basta semplicemente lasciare il resto sul tavolo se la cifra non è troppo alta. I francesi, questo, lo sanno bene e quando viaggiano sono considerati i più generosi. Anche in Germania e in Austria non è obbligatoria, ma chiunque, dai bar ai ristoranti, l’aspetta. È considerata infatti buona norma lasciare al personale di servizio circa il 10-15% del conto.

Mancia al bar

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Lasciare la mancia al bar può essere un segno di gentilezza

Spagna e Portogallo

Come in Italia, anche in Spagna il personale di servizio è stipendiato e il conto del ristorante include il servizio/coperto. Non è necessario aggiungere una mancia al conto, a meno che il servizio non sia stato ottimo: in questo caso si può lasciare qualche euro in moneta o il 5-10% del totale. In Portogallo è ben vista e solitamente si aggiunge al conto il 5-10% oppure si arrotonda la cifra lasciando il resto sul tavolo.

Grecia e Turchia

In Grecia, nei ristoranti e negli hotel, la mancia è a discrezione della persona e si aggira intorno al 5-10%. In Turchia, invece, è consuetudine lasciare circa il 5-20% del conto complessivo soprattutto a tassisti, facchini e camerieri quando non inclusa nel servizio.

Asia 

Come abbiamo anticipato in precedenza, l’Asia ha una filosofia diversa nei confronti della mancia. Soprattutto in paesi come il Giappone e la Cina, le mance non sono contemplate perché percepite come mancanza di rispetto nei confronti del personale di alberghi e ristoranti. Nel sud-est asiatico invece, in destinazioni molto turistiche come l’Indonesia, la mancia è ben accetta.

Medio Oriente

In Medio Oriente la mancia è gradita, oltre che richiesta. A Dubai, per esempio, è già inclusa nello scontrino, mentre in altre destinazioni turistiche come la Giordania, la mancia è sempre ben apprezzata soprattutto da chi lavora negli hotel, dalle guide e dagli autisti.

Africa

Quando non inclusa nel servizio, lasciare la mancia è considerato un atto di gentilezza e apprezzamento. In paesi come l’Egitto e il Marocco, per esempio, lasciarla significa assicurarsi una maggiore qualità del servizio. Nel Nord Africa non è consentito accettare soldi senza dare qualcosa di materiale in cambio, come un prodotto, quindi molte guide e autisti l’accetteranno con discrezione perché rappresenta un ottimo aiuto economico.

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La montagna fa bene tutto l’anno: ecco i benefici per la salute

L’alpinista Walter Bonatti affermò: “Negli assoluti silenzi, negli immensi spazi della montagna, ho trovato una mia ragione d’essere, un modo di vivere a misura d’uomo“. La montagna e tutto ciò che la circonda rappresentano da sempre uno scenario unico dove ritrovare il benessere e respirare a pieni polmoni l’aria pura e meno inquinata rispetto a quella delle città.

Gli occhi si perdono verso l’orizzonte e ci si accorge di vedere molto più nitidamente, il nostro corpo lentamente si adegua al ritmo e ai suoni della natura e, salendo sempre più di altitudine, ci accorgiamo che, pur diventando faticoso procedere, piano piano ci adattiamo al nuovo ritmo e abbiamo la sensazione di avere riserve di energia inaspettate. La montagna fa bene tutto l’anno e questi sono i principali benefici che regala sia al corpo che alla mente, scientificamente provati.

La montagna rilassa e diminuisce lo stress

Uno dei benefici più immediati lo si prova a livello psicofisico. I ritmi lavorativi estremi e i problemi della quotidianità possono essere affrontati con una rilassante camminata in montagna. Respirando a pieni polmoni il nostro corpo si rigenera scaricando lo stress, mentre il silenzio e la tranquillità dei boschi, dove gli alberi emettono nell’aria sostanze volatili chiamate monoterpeni, in grado di ridurre gli effetti dell’ansia, ci aiutano a recuperare la serenità perduta rendendoci più felici. La montagna ci aiuta anche a concentrarci, rendendoci più creativi, e contribuisce a curare la depressione migliorando l’autostima, l’agilità mentale e la consapevolezza di sé.

Migliora la forma fisica

È scientificamente dimostrato che quando diminuisce l’ossigeno disponibile, il nostro organismo compensa aumentando la percentuale di globuli rossi nel sangue, con un effetto energetico. Ecco perché, durante i trekking in montagna, la voglia di proseguire si fa sempre più intensa, lasciando la stanchezza solo al giorno dopo, quando i muscoli faranno male. Se abbiamo il carattere di non fermarci, gradualmente miglioreranno il loro tono: camminare, infatti, è uno dei modi più facili, economici ed efficaci per migliorare la nostra forma fisica e la nostra salute.

Aiuta a prevenire malattie e prenderci cura della nostra salute

Non sono necessarie escursioni estreme, anche una camminata a ritmo sostenuto è considerata fonte di salute perché migliora le prestazioni del cuore, dei polmoni e la circolazione, abbassando la pressione sanguigna. Passeggiare in montagna aiuta a prevenire tutte le malattie legate alla sedentarietà, come l’ischemia, e offre sollievo a chi soffre di patologie respiratorie e allergie. Questo avviene perché, dopo i 1500 metri di altitudine, il tasso di umidità diminuisce e i pollini e gli acari si riducono permettendo alle persone che soffrono di asma di beneficiare dell’aria pura e respirare ritrovando il benessere.

Tuttavia, anche se la montagna è sinonimo di salute, non è consigliato salire sopra i 2000 metri quando si soffre di malattie cardiache, insufficienza respiratoria e di alcune malattie del sangue. Questa quota non è consigliata nemmeno alle donne in gravidanza, ai bambini sotto i 18 mesi e alle persone affette da asma. L’altitudine migliore per adattarsi gradualmente alla montagna e scoprire i suoi benefici con la famiglia è di 1000-1600 metri: l’ideale per tutti coloro che sono già abituati alla montagna, in cerca di una boccata d’aria fresca, energetica e antistress.

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Perché fare il bagno nei fiumi non è sempre una buona idea

Fare il bagno nei fiumi d’estate è un sogno per tutti coloro che vivono lontani dal mare e desiderano trovare refrigerio durante i mesi più caldi. Oltre a rinfrescare, le sorgenti d’acqua garantiscono numerosi benefici a livello sia fisico che mentale perché l’acqua fredda riduce le infiammazioni, aiuta la circolazione sanguigna, migliora la concentrazione e ci aiuta a riconnetterci con la natura. Dopo una giornata trascorsa in mezzo al verde, o nuotando dentro acque non troppo fredde, il benessere interiore migliora influenzando positivamente il resto della nostra giornata.

Tuttavia, non sempre fare il bagno nei fiumi può essere una buona idea. Al giorno d’oggi, per esempio, sempre più rifiuti finiscono nelle acque e queste, di conseguenza, diventano inquinate. Non si tratta solo di elementi chimici, ma anche di vari microorganismi che potrebbero danneggiare gravemente l’apparato digestivo (qualora li si ingerisca), oppure quello urinario. Ma non solo. Nell’acqua di un fiume possono avvenire molti incidenti, talvolta anche di natura mortale per via dell’inesperienza dei nuotatori, soprattutto dei più piccoli. Di seguito vediamo insieme quali sono i pericoli più diffusi per chi nuota nei fiumi.

Temperatura dell’acqua e sbalzo termico

Nei fiumi, la temperatura dell’acqua si aggira tra i 10 e i 12 gradi, molto diversa da quella del nostro corpo che, invece, è intorno ai 36 gradi. Questa differenza termica può rappresentare un enorme fonte di stress per il corpo perché l’acqua fredda può causare un restringimento improvviso delle vene e un sensibile aumento della pressione sanguigna. L’ideale è abituarsi gradualmente alla differenza di temperatura, riducendo così i rischi.

Fare attenzione alla corrente del fiume

Il corso d’acqua può essere abbastanza forte da causare problemi a qualsiasi nuotatore, anche a quello più esperto. Come conseguenza, la corrente del fiume può trasportare il malcapitato in un altro luogo senza permettergli di raggiungere facilmente la sponda. In passato sono stati registrati casi di persone che, trasportate dalla corrente, hanno sbattuto violentemente la testa contro una roccia o uno scoglio.

Cambio veloce del meteo

Spesso, inoltre, anche le operazioni di salvataggio che si verificano dopo il bagno nei fiumi possono riscontrare diversi problemi, il principale dei quali è rappresentato dal rapido cambio delle condizioni meteo in montagna, con la velocizzazione della corrente d’acqua.

Assenza di bagnini e soccorritori

A differenza delle spiagge, dove nella maggior parte dei casi è presente un bagnino esperto, nei fiumi e nei laghi non sono presenti soccorritori pronti a intervenire. È importante verificare la presenza di cartelli che indicano la possibilità o meno di balneazione. In linea generale, è quasi sempre vietato nuotare presso la foce del fiume, mentre per i laghi sono consigliati quelli premiati con la bandiera blu di Legambiente.

Presenza di rocce sporgenti

Prima di nuotare nel fiume è importante conoscere tutti i pericoli e le insidie che questi potrebbero nascondere. I colini, le nicchie, gli incastri, le rocce sporgenti, le coste troppo pronunciate e persino i sassi taglienti, dalla forma conica, potrebbero essere la causa di ferite da taglio o di colpi abbastanza duri da causare vari problemi. Inoltre, recandosi a fare il bagno nei fiumi bisogna prestare la massima attenzione al divieto di tuffi. Non conoscendo l’altezza d’acqua sul fondo, tuffarsi nel fiume può portare a sbattere violentemente una parte del corpo contro una roccia nascosta.

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Come arrivare all’aeroporto di Bari da Lecce

Arrivare all‘aeroporto internazionale di Bari (o Aeroporto Karol Wojtyła) da Lecce, nonostante la notevole distanza (170 chilometri), è più facile di quanto si possa pensare. Di solito coloro che abitano nella splendida città del Salento utilizzano l’aeroporto di Brindisi per viaggiare, ma alcuni voli partono esclusivamente dall’aerostazione di Bari. D’altronde si tratta del dodicesimo aeroporto italiano per traffico passeggeri, con circa 4 milioni di persone che vi transitano ogni anno. Al primo posto di questa speciale classifica troviamo ovviamente l’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma Fiumicino, seguito da Milano Malpensa e Bergamo Orio al Serio.

Come detto, se dovete arrivare all’aeroporto di Bari (che si trova a dodici chilometri dal centro cittadino, in Viale Enzo Ferrari) da Lecce non preoccupatevi, ci sono numerose alternative fra le quali scegliere. Vediamole una per una.

Affittare un’auto

Se preferite viaggiare per conto vostro senza dover dipendere dagli orari dei mezzi pubblici potete decidere di affittare un’auto. In circa un’ora e trenta minuti riuscirete a coprire la distanza e ad arrivare all’aeroporto di Bari da Lecce. La Statale 16 Adriatica che unisce i due capoluoghi di provincia è a scorrimento veloce e in alcuni tratti ha il limite di velocità imposto a 110 chilometri orari.

Esiste anche la possibilità di noleggiare un’auto con conducente.

Noleggiare una navetta privata

Per chi ama la comodità e muoversi senza dover sottostare agli orari dei mezzi e trasportare valigie e bagagli, esiste anche la possibilità di noleggiare una navetta privata grazie a cui raggiungere l’aeroporto di Bari Palese in poco meno di un’ora.

In questo caso, si usufruisce anche di un efficiente servizio di trasporto bagagli e si può concordare l’orario di partenza e di arrivo dell’autista per il proprio viaggio esclusivo.

Servirsi del treno

Un’alternativa per chi predilige, invece, spostarsi con i mezzi pubblici consiste nel prendere il treno dalla stazione di Lecce e raggiungere la stazione di Bari Centrale in un’ora e 27 minuti. I treni viaggiano circa uno ogni ora.

Una volta arrivati alla stazione di Bari, occorre effettuare il cambio con autobus (servizio urbano linea n.16) oppure con le apposite navette e collegamenti aeroportuali che conducono infine a destinazione, ovvero allo scalo aeroportuale di Bari.

Utilizzare il servizio di Bla Bla Car

Un’altra modalità interessante (che unisce la comodità dell’auto con il risparmio) per arrivare da Lecce all’Aeroporto internazionale di Bari è usufruire del servizio di car pooling offerto da Bla Bla Car consultando la piattaforma (anche da App) e verificando quali passaggi sono disponibili per il giorno prescelto in quella particolare tratta.

Raggiungere Bari da Lecce in auto condivisa consente di risparmiare e trovare la soluzione più comoda tra le tante offerte di passaggio di quella che è la rete di trasporto più grande al mondo.

Scegliere Flixbus

Ancora, seppur i tempi di percorrenza si allunghino, c’è anche la possibilità di viaggiare con Flixbus per andare da Lecce a Bari e poi servirsi dei bus navetta che collegano la città con il suo aeroporto (ad esempio, come accennato in precedenza, dalla Stazione Centrale di Bari parte l’autobus di linea urbano n.16 oltre ad appositi bus navetta per i collegamenti aeroportuali).

Il viaggio con Flixbus ha una durata di 4 ore e 10 minuti e prevede il cambio a Taranto (durata del cambio 1 ora e 25 minuti): si parte da Piazza Carmelo Bene a Lecce per scendere, dopo un’ora e mezza, al Terminal Cimino di Taranto.

Da qui, dopo poco più di un’ora, il capolinea è Via Capruzzi a Bari.

Considerare il collegamento via aeroporto di Brindisi

Come detto, nonostante la distanza, non mancano assolutamente le possibilità per spostarsi dalla “Firenze del Sud” fino all’aeroporto barese e, tra queste, vi è anche il collegamento bus da Lecce all’aeroporto di Brindisi (mezz’ora) e, da qui, fino all’aeroporto di Bari in un’ora e 30 minuti.

Sono disponibili 4/5 ore giornaliere.

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Come arrivare all’aeroporto di Comiso

L’aeroporto di Comiso è uno dei più piccoli della Sicilia, ma visitato ogni anno da migliaia di viaggiatori grazie alla sua posizione. Tutti coloro che desiderano esplorare la Sicilia sud-orientale, ricca di piccoli borghi come Marzamemi, di città barocche come Noto e dalle atmosfere magnetiche come Catania, troveranno nell’aeroporto di Comiso il punto di arrivo ideale.

Il nome ufficiale dello scalo è Aeroporto Pio La Torre ed è servito da compagnie low cost che offrono voli da/per Roma, Milano e Pisa. Molti voli sono stagionali e variano di anno in anno, per questo consigliamo di controllare la disponibilità sui siti delle compagnie aeree di riferimento.

Le opzioni per raggiungere l’aeroporto di Comiso sono diverse e soddisfano ogni budget: auto, autobustaxi, shuttle o con l’aereo stesso.

Per arrivare all’aeroporto di Comiso in auto si possono scegliere 3 strade diverse, a seconda della direzione di provenienza. Per esempio, si consiglia di imboccare la Strada Provinciale numero 5 qualora si viaggi da Pantaleo-Licodia Eubea. Se, invece, si proviene da Ragusa o Catania, viene consigliato d’imboccare la Strada Statale 514.

Quest’ultima collega Ragusa a Catania e passa vicino all’aeroporto, per il quale è prevista un’apposita uscita (l’uscita Comiso). Infine, viaggiando con l’automobile non ci si deve dimenticare della Strada Statale numero 115, che collega Agrigento a Siracusa. In tal caso l’uscita da imboccare è la stessa. Raggiungere l’aeroporto di Comiso in automobile comporta dei notevoli vantaggi: ci si sposta più velocemente, per esempio, e si ha la possibilità di scoprire la Sicilia in modo autonomo e senza limitazioni legate ai mezzi pubblici.

Per chi desidera raggiungere l’aeroporto con i mezzi pubblici, ogni giorno partono da Ragusa diversi autobus della compagnia regionale AST (Azienda Siciliana Trasporti). Da Catania città e dall’aeroporto bisogna far riferimento alle linee Giamporcaro, mentre dalla città di Agrigento è necessario affidarsi alle autolinee SAL.

Inoltre, bisogna ricordare che l’aeroporto di Comiso dista circa 5 chilometri dalla cittadina di Comiso, per cui è necessario anche un viaggio in navetta.

Anche se non rientrano tra i mezzi più economici, i taxi restano la soluzione più veloce e sicura per raggiungere l’aeroporto di Comiso. Il costo varia in base alla distanza percorsa, per questo motivo l’ideale è sempre condividerlo con altre persone al fine di spendere meno.

Per viaggiare senza preoccupazioni, il servizio transfer Sicily Shuttle permette di raggiungere l’aeroporto in totale tranquillità. I vantaggi di questa soluzione sono l’orario dello shuttle, che viene prenotato in base a quello di arrivo del volo, e il trasferimento diretto all’indirizzo di destinazione per chi arriva sull’isola.

Infine, si può arrivare all’aeroporto di Comiso per mezzo di un aereo. Una volta atterrati nei maggiori aeroporti della Sicilia dalle più grandi città italiane, è possibile prendere una coincidenza che conduce direttamente a Comiso in pochissimo tempo.