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Fioriscono i prati sulla collina: si tinge di blu e si trasforma in mare

Organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea. Lo è perché è questo il periodo in cui la natura lentamente si risveglia regalandoci quelle che sono le visioni più belle del mondo intero.

In questo periodo, il pianeta che abitiamo si trasforma nel palcoscenico degli spettacoli incredibili di Madre Natura: fioriscono i parchi, i giardini e le montagne, le colline e i viali alberati delle città di tutto il mondo. Sono diverse, infatti, le destinazioni da raggiungere in primavera, le stesse che esplodono in colori e profumi che inebriano e stordiscono i sensi e che tingono di meraviglia i paesaggi che conosciamo.

Ma se è uno spettacolo unico, emozionante e mozzafiato quello al quale volete assistere questa primavera, allora il consiglio è quello di raggiungere il Giappone proprio adesso. È qui che i prati stanno fiorendo, tingendo di blu questa collina che si è trasformata in mare.

Hitachi Seaside Park: la collina che diventa mare

Lo abbiamo già detto, organizzare un viaggio in primavera è sempre un’ottima idea perché ci permette di andare alla scoperta di tutti quei paesaggi incantati che portano la firma di Madre Natura. Ce ne sono tantissimi, in tutto il mondo, ma se è a uno show senza eguali che volete assistere, allora l’indirizzo da raggiungere è uno soltanto.

Ci troviamo a Hitachinaka City, nella prefettura di Ibaraki in Giappone. È qui, a pochi chilometri dalla spiaggia di Ajigaura, che esiste uno dei parchi più affascinanti e suggestivi del Paese e del mondo intero. L’Hitachi Seaside Park, che si si estende per 350 ettari, affaccia direttamente sull’Oceano Pacifico e, in ogni periodo dell’anno, offre spettacoli sempre diversi grazie alle sue magiche e straordinarie fioriture.

Questo è il periodo della nemophila blu, una pianta caratterizzata caratterizzata da fiorellini campanulati di colore blu che fiorisce proprio tra aprile e maggio. Questa specie floristica si estende su tutta la collina di Miharashi nell’Hitachi Seaside Park, al punto tale che durante la sua fioritura il paesaggio esplode in tripudio di colori trasformando l’intero parco in una distesa di mille sfumature di azzurro che ricordano le acque del mare. Lo scenario è idilliaco.

La fioritura più bella del mondo

Situato ad appena 100 chilometri da Tokyo, l’Hitachi Seaside Park è raggiungibile in autobus o in treno proprio dalla capitale giapponese. Prima di organizzare un viaggio qui il consiglio è quello di monitorare lo stato delle fioriture attraverso il sito web del parco.

Come abbiamo anticipato, all’interno del parco è possibile ammirare diverse fioriture durante l’anno grazie ai numerosi esemplari di specie floristiche che sono stati piantati qui. Il parco, infatti, ospita centinaia di cipressi delle paludi si che tingono di un rosso brillante nei mesi tra settembre e ottobre infiammando tutto il paesaggi. Ci sono poi altre fioriture, che si susseguono durante le stagioni, e che incantano e attirano migliaia di viaggiatori provenienti da ogni dove desiderosi di ammirare il paesaggio che muta e che si trasforma.

Eppure se è uno spettacolo etereo che volete ammirare, il consiglio è quello di raggiungere il parco durante la primavera. Tra marzo e aprile, infatti, migliaia di nemophila fioriscono improvvisamente tingendo di blu la collina e creando una distesa infinita di fiori blu che imita, per forme e colori, il mare e che sembra perdersi all’infinito e fondersi con il cielo.

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Bohol, l’isola delle Colline di cioccolato

Sapevate che nel mondo esistono le Colline di cioccolato? Meraviglie della natura che creano paesaggi che sembrano usciti da un quadro e che si estendono per circa 50 chilometri quadrati. Si trovano sull’Isola di Bohol, nelle Filippine, un affascinante angolo del nostro mondo dove oltre 1.200 montagnole, completamente ricoperte di vegetazione, raggiungono un’altezza di 30/40 metri. Ma non solo. Queste collinette, infatti, cambiano colore con le stagioni, fino a diventare color cioccolato in piena estate.

Tutto quello che c’è da sapere sulle Colline di cioccolato

No, purtroppo non sono fatte di vero cioccolato. Prendono questo nome per via della vegetazione che le ricopre che diventa “cioccolatosa” in estate. Da molti sono spesso state definite “l’Ottava meraviglia del mondo”, e chi le vede per la prima volta lo conferma ampiamente.

Le loro origini sono antichissime: risalgono a circa due milioni di anni fa e sembrerebbero essere il risultato dei depositi di corallo e dell’azione erosiva esercitata dall’acqua piovana, tanto che al loro interno sono presenti grotte e sorgenti. Inoltre, dal 1988 sono state battezzate come terzo Monumento Geologico delle Filippine, nonché Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Esse sono comprese nel territorio delle città di Carmen, Batuan e Sagbayan e sono altamente suggestive e ricche di leggende. Anche se, è bene specificare, non sono un fenomeno isolato. Di simili ce ne sono anche in Australia e in Indonesia, ma la verità è che sono meno scenografiche.

Colline di Cioccolato filippine

Fonte: iStock

Le maestose Colline di cioccolato di Bohol

Le leggende che ruotano intorno alle Colline di Cioccolato

Come vi abbiamo detto in precedenza, sembrerebbe che le Colline di cioccolato siano nate a causa del deposito di corallo levigato dall’azione corrosiva dell’acqua piovana. Ciò non toglie che esistano leggende misteriose che nel corso dei secoli hanno cercato di spiegare la nascita di queste affascinanti formazioni geologiche.

Una di queste narra che tali cime, chiamate anche “Chocolate Hills”, sono il prodotto di una snervata lotta avvenuta tra due Giganti e durata diversi giorni. A quanto pare, questi due mitici esseri si sono vicendevolmente lanciati contro sabbia, massi e blocchi di pietra per poi decidere, di comune accordo, di lasciare l’isola. Nonostante questo, tutto ciò che per giorni si erano tirati diede origine alle colline.

C’è poi un’altra leggenda, decisamente più romantica, che racconta di Arogo, un giovane avvenente e molto forte che si era follemente innamorato di una fanciulla mortale, Aloya. Tuttavia, come ogni storia d’amore più mitica vuole, Arogo perse la sua donna, al punto di trovarsi a piangere tantissimo. Fu così che le sue inarrestabili lacrime si tramutarono in colline.

La terza leggenda di cui vi vogliamo parlare narra di un Gigante avido ed ingordo, Carabao, che era solito rubare i raccolti di un villaggio. Fino a quando arrivò il giorno in cui gli abitanti, ormai stanchi ed esausti dei continui saccheggi, decisero di lasciare a Carabao cibo avariato. Dopo essersi nutrito più volte con cibo andato a male, il suo stomaco cedette e defecò per giorni. Ciò vuol dire che, secondo questo racconto, le feci essiccate del Gigante diedero vita alle Colline di cioccolato.

Come visitare le Colline di cioccolato

Lacrime di divinità, lotte tra giganti e ben meno poetici mal di pancia, ma nonostante questo le Colline di cioccolato sono uno spettacolo senza eguali. Tuttavia, non possono essere scalate individualmente ma per fortuna le si può ammirare da due punti di osservazione davvero eccezionali: Chocolate Hills Complex e Sagbayan Peak.

punto panoramico bohol colline cioccolato

Fonte: iStock

Uno degli splendidi punti panoramici

Il primo si trova a Barangay Buenos Aires, nella città di Carmen, e a detta di molti è il punto di osservazione migliore per ammirare queste peculiare formazioni in tutto il loro splendore. Qui potrete trovare persino un ristorante, sala congressi, piscina, area attività con fontana e i ben 214 gradini da salire per godere di questo panorama.

Il secondo, dal canto suo, è un sito turistico che si affaccia su una valle panoramica con una piattaforma di osservazione e un parco giochi per bambini.

Cos’altro vedere sull’Isola di Bohol

Le Colline di cioccolato sono, senza ombra di dubbio, qualcosa da vedere assolutamente nelle vita. Ma l’isola in cui si trovano, Bohol, possiede molto altro da offrire ai suoi visitatori.

Alona Beach, per esempio, è la spiaggia di sabbia bianca più popolare e sviluppata di Bohol, ma che al contempo riesce a conservare anche un po’ del suo fascino naturale. Le acque sono turchesi, ed è possibile trovare anche sistemazioni adatte a tutte le tasche.

Vale la pena fare un salto anche al Tarsier Sanctuary di Bohol, che si trova a pochi minuti dal villaggio di Corella. Da queste parti prende vita un piccolo centro visitatori dove, accompagnati da una guida, si possono vedere alcuni esemplari di dolci tarsi che vivono liberi sugli alberi della foresta vicino al centro.

tarsi filippine

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Un esemplare di tarsio nelle Filippine

Decisamente interessanti sono anche le cascate di Dam-Agan a Dimiao, dove potersi tuffare in acque turchesi che lasciano davvero senza fiato.

Da non perdere, inoltre, è il Loboc che è un ampio fiume che serpeggia nella parte sud di Bohol. Loboc è anche il nome di un villaggio che sorge sulle sue rive. A bordo di una canoa potete attraversare le sue acque torbide scoprendo una giungla fitta e incontaminata dove si possono fare escursioni. È presente, inoltre, una zipline da brivido che attraversa la valle e il fiume regalando una vista dall’alto spettacolare.

Nel villaggio, invece, si possono anche fare delle mini-crociere sul fiume a bordo di grosse chiatte, che includono il pranzo a buffet con sottofondo di musica.

Molto particolare è la Chiesa di Baclayon, un edificio che conta più di 400 anni e che è un punto di riferimento riconoscibile nella provincia.

Straordinaria anche la Grotta di Hinagdanan che offre una piscina naturale in cui poter fare il bagno in acque fredde che allevieranno il caldo estivo. Non mancano interessanti stalattiti e formazioni rocciose.

Infine, un viaggio nelle Filippine non può prescindere dal mare e l’Isola di Bohol, oltre ad Alona Beach, ha decisamente molto da offrire. Ne è un esempio Momo Beach, generalmente isolata e paradisiaca.

Insomma, l’Isola di Bohol con le Colline di cioccolato e le sue meraviglie è un vero tesoro tutto da scoprire.

filippine bohol mare

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Il mare dell’Isola di Bohol
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Il borgo che racchiude un’incredibile quantità di storia da scoprire

L’incredibile magia che si cela tra strette viuzze e piccole casette in pietra è unica al mondo: i più suggestivi borghi italiani celano un vero patrimonio inestimabile, di arte e cultura ma anche di paesaggi bellissimi e di natura incontaminata. Ed è proprio nella splendida cornice di colline verdeggianti e montagne che si stagliano in lontananza che possiamo andare alla scoperta di un borgo davvero speciale. Un concentrato di storia che è giunta sino ai nostri giorni in testimonianze architettoniche (e non solo): scopriamola insieme.

Morrovalle, un incantevole borgo tra le colline marchigiane

Oltre alle sue spiagge meravigliose e al profilo maestoso del Monte Conero, che si tuffa a precipizio in un mare cristallino, le Marche hanno tanti altri panorami fantastici da offrire. Nell’entroterra si possono visitare alcuni borghi davvero graziosi, in un tuffo indietro nel tempo. Come Morrovalle, paesino medievale incastonato tra le colline del maceratese, dal quale – nelle giornate più limpide – lo sguardo si spinge addirittura fino alle prime vette degli Appennini. Questo è un luogo ricco di storia, che affonda le sue radici indietro nei secoli.

Sebbene il centro abitato sia stato fondato probabilmente attorno al I o al II secolo d.C., come dimostrano alcuni preziosissimi mosaici appartenuti ad antiche domus romane, le prime tracce della presenza dell’uomo risalgono nientemeno che alla preistoria. Non molto lontano dal borgo, è stato trovato infatti un monolito cilindrico in tufo che riporta incisa l’epigrafe più antica di tutto il Piceno. Questo piccolo insediamento arroccato su una collina, in posizione difensiva, visse poi vicende alterne passando di mano in mano, subendo numerose invasioni (come quella normanna e quella longobarda). Mentre in epoca più recente ebbe un ruolo fondamentale nella battaglia per l’annessione delle Marche al neonato Regno d’Italia.

Di questa ricchissima e variegata storia, Morrovalle porta ancora numerose tracce nelle tante testimonianze architettoniche presenti sul suo territorio. È possibile ammirare, ben conservate, le porte d’accesso che un tempo consentivano di varcare la cinta muraria e entrare nel nucleo abitato, dove si trovano gli edifici più antichi del paese. Come ad esempio il convento dei frati agostiniani, risalente al XIII secolo: solo pochi decenni fa è stato letteralmente trasformato e oggi accoglie il Museo Internazionale del Presepe, dove sono esposti oltre 900 presepi provenienti da tutto il mondo.

Cosa vedere a Morrovalle

Passeggiare tra i vicoletti di Morrovalle è un’esperienza davvero affascinante, ma ci sono in particolare alcune tappe imperdibili che conquistano ogni visitatore. Una di queste è la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo, nel cuore del centro storico, che spicca con la sua facciata in stile neoclassico. E ancora, ad appena due passi, la Chiesa di Sant’Agostino che custodisce al suo interno una Madonna in cuoio risalente al ‘200. Il Palazzo Comunale, altra piccola perla del borgo medievale, sorge accanto alla Torre Civica trecentesca che presenta un’enorme campana di ben 13 tonnellate.

Non resta poi che visitare Palazzo Lazzarini, splendido edificio gotico che oggi ospita il Museo Civico: molto prestigiosa è la collezione di opere pittoriche che vanno dal XVI al XIX secolo, così come la raccolta di ritratti di uomini illustri appartenuta all’umanista Paolo Giovio. Un’ultima tappa è il Colle Belvedere, a poca distanza dal paese: dall’alto si può godere di una vista mozzafiato su Morrovalle, ma anche sull’intera Valle del Chianti e sui Monti Sibillini. È qualcosa di davvero sensazionale, un’emozione unica al mondo.

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Il Parco di San Bartolo, dove la natura è davvero incontaminata

C’è un luogo in Italia, situato tra colline e mare, dove la natura regna ancora intatta e incontaminata. Un vero e proprio susseguirsi di speroni e piccole valli che degradano sull’Adriatico: il Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo. Ma cosa visitare in questo affascinate territorio?

Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo, vero e proprio polmone verde

Ci troviamo nella spettacolare regione Marche e, più precisamente, tra le Province di Pesaro e Urbino. Il parco si sviluppa, infatti, tra i comuni di Gabicce Mare e Pesaro per circa 1.584 ettari. Un posto decisamente particolare e per diversi motivi. Innanzitutto costituisce il primo promontorio che, provenendo dal Nord Italia, si incontra sulla costa adriatica.

In secondo luogo, al suo interno è possibile riconoscere due macro-aree distinte dal punto di vista paesaggistico e ambientale: quella a valle denominata “Panoramica” dove il territorio, principalmente rurale, è caratterizzato da campi abbandonati rinaturalizzati, filari di alberi e siepi, e quella che scende fino al mare e che coincide, per la maggior parte, con la zona dell’area floristica della falesia tra Gabicce e Pesaro.

Due suoli che sono in grado di delineare un paesaggio che è un vero e proprio susseguirsi di speroni e valli intervallate da pareti strapiombanti verso l’azzurro del mare. La falesia, tra le altre cose, è anche abbracciata da una serie di pittoreschi e suggestivi borghi.

Un territorio eccezionale che funge anche da vero e proprio polmone verde e che, allo stesso tempo, è anche una riserva naturale di estrema importanza per quanto riguarda l’habitat degli animali, la migrazione dell’avifauna e lo svernamento di diverse specie di uccelli.

Non mancano attrazioni interessanti dal punto di vista storico e archeologico poiché molti sono i ritrovamenti e i reperti emersi risalenti al periodo neolitico.

Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo cosa vedere
Un angolo del Parco Naturale Regionale del Monte San Bartolo

Come visitare il Parco Naturale del Monte San Bartolo

È possibile visitare il Parco Naturale del Monte San Bartolo grazie a una fitta rete dei percorsi sia ciclabili che pedonali, spesso ombreggiati da grandi querce. L’Ente Parco, tra le altre cose, organizza attività che spaziano dalle escursioni naturalistiche alle gite in motonave, alle feste e alle visite culturali.

Ma per scoprirlo come si deve, a disposizione del viaggiatore ci sono ben 4 itinerari che sono uno più interessante dell’altro:

  • Itinerario – 1, Tra Bosco E Ville: 8,4 chilometri da attraversare in quasi tre ore e che grazie a un circuito ad anello portano da via Lucio Accio a Pesaro, passando per Villa Imperiale e il faro di Pesaro, a Santa Marina. Al ritorno, invece, si solca la strada dell’Alterello e Bocca del Lupo;
  • Itinerario – 2, Tra Borghi E Ginestre: 2,8 chilometri da scoprire in circa un’ora partendo da Fiorenzuola di Focara, passando per il borgo di Casteldimezzo e arrivando al punto panoramico definito il “Tetto del Mondo”;
  • Itinerario 3, dalle Siligate al Mare: un percorso di di 2,3 chilometri da ammirare in approssimativamente 45 minuti che prende il via da Siligate  fino alla Spiaggia di Fiorenzuola di Focara, attraversando un tratto di bosco a ridosso della falesia;
  • Itinerario 4, dall’area Archeologica Al Museo Paleontologico: tragitto di 4,5 chilometri percorribile in un’ora e mezza che parte dall’Area Archeologica, passa per Casteldimezzo e raggiunge il Museo Paleontologico “L. Sorbini” di Fiorenzuola.

I borghi da visitare assolutamente

Come detto in precedenza, visitare il Parco Naturale del Monte San Bartolo vuol dire anche scoprire borghi dalla storia millenaria, ville e giardini rinascimentali e porti scomparsi di origine greca. Tra i paesini che meritano una sosta c’è certamente Gabicce Mare, rinomata località balneare che allo stesso tempo è anche un luogo altamente romantico grazie alla sua spiaggia lambita da un mare cristallino, il porticciolo turistico, i ristorantini sul mare e la leggenda di Valbruna, l’Atlantide dell’Adriatico, una piccola città sommersa che si trovava proprio davanti alla Baia.

Gabicce Mare marche

Fonte: iStock

Uno scorcio di Gabicce Mare

Da qui, salendo verso il promontorio, si raggiunge Gabicce Monte, una sorta di terrazza naturale che offre uno spettacolo irresistibile. Un posto perfetto per avere il mare a portata di mano, ma anche la tranquillità e la freschezza dei prati e dei boschi.

Bellissimo Casteldimezzo, anch’esso un balcone naturale che in passato era utilizzato come dimora dei vescovi ravennati. Oggi del castello restano solo tracce della cinta muraria, ma ciò che è certo è che da lassù la vista è divina.

Tra i vari borghi da visitare del Parco Naturale del Monte San Bartolo c’è anche Fiorenzuola di Focara che sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare. Insieme a Casteldimezzo, Gradara e Granarola fa parte dei quattro castelli edificati per controllare il valico della Siligata. È molto famosa, inoltre, per la sua suggestiva spiaggia incontaminata.

Cos’altro visitare al Parco Naturale del Monte San Bartolo

Un viaggio alla scoperta del Parco Naturale del Monte San Bartolo non può prescindere dalla visita di altre meraviglie come la Baia di Vallugola che è un piccolo paradiso romantico, una vera particolarità della costa adriatica che tenzialmente si distingue per le sue lunghe distese di sabbia e spiagge attrezzate. Unica e incontaminata, è il luogo ideale dove ritrovare la tranquillità e il piacere del vivere bene.

Altrettanto interessante, sopratutto per gli amanti della storia, è l’Area Archeologica e Antiquarium di Colombarone che è un sito pregno di tracce architettoniche in grado di raccontate la storia del territorio medio-adriatico. Vi basti pensare che durante gli scavi sono emerse una villa tardoantica, una basilica e una pieve.

Poi la Villa Imperiale di Pesaro, un edificio sforzesco molto antico in cui svetta un’alta torre. La parte più interessante di questa struttura è senza ombra di dubbio l’ala progettata dall’architetto urbinate Girolamo Genga.

Meravigliosa anche Villa Caprile che permette di “perdersi” all’interno di un magnifico giardino all’italiana. Destinata a fini di ricevimento e villeggiatura, ospitò personaggi di un certo calibro come Casanova, Stendhal, Rossini e Leopardi.

Infine, vale la pena fare un salto anche al Cimitero Ebraico che sorge sulle pendici del colle San Bartolo. Oggi ci sono circa 140 lapidi, numero inferiore alle inumazioni effettivamente realizzate.

Insomma, il Parco Naturale del Monte San Bartolo è una vera oasi di meraviglie che vale assolutamente la pena scoprire.

Villa Caprile marche

Fonte: Getty Images – Ph: DEA / M. BORCHI

La splendida Villa Caprile
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Trekking a San Leo, nell’incantevole Valmarecchia

In Italia esiste una valle incantata, disegnata da panorami incredibili e antichi borghi dove il tempo sembra non scorrere mai: è la Valmarecchia, nell’entroterra di Rimini, lungo il corso dell’omonimo fiume al confine con Marche e Toscana, un territorio di verdeggianti colline e luoghi d’interesse archeologico e storico da scoprire con un turismo lento e splendidi itinerari per trekking.

San Leo, incredibile capitale d’arte

san leo

Fonte: iStock

Veduta di San Leo con la Fortezza

Fulcro della valle è l’antichissimo villaggio di San Leo, capitale d’arte e cuore della regione storica del Montefeltro, definito da Umberto Eco come la “città più bella d’Italia” e citato da Dante nel Purgatorio della Divina Commedia.

Nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia e Bandiera Arancione del Touring Club, è il punto di partenza ideale per percorsi a piedi e a cavallo immersi in un territorio che non si dimentica facilmente: già la scenografica posizione arroccata su uno sperone di roccia, in equilibrio tra natura e storia, lo rende davvero suggestivo.

Per raggiungerlo, un’unica strada scavata nella roccia, un po’ impervia ma ne vale la pena: nel momento in cui si varca la porta d’ingresso, ci si ritrova immersi in una tranquilla atmosfera d’altri tempi, tra panorami di boschi e pinnacoli rocciosi, vicoletti lastricati, eleganti palazzi rinascimentali, chiese e superbi edifici romanici.

Su tutto spicca la Fortezza, nel punto più alto a 639 metri, che oggi ospita il Museo in cui conoscere la storia del borgo e dei suoi protagonisti e visitare le celle dei detenuti (tra cui quella dell’alchimista Cagliostro) e una mostra dedicata alle armature e armi del XIV e XIX secolo.

Di sicuro interesse anche la Pieve, di epoca carolingia rimodernata in età romanica, la Cattedrale a strapiombo sulla rupe con imponente torre campanaria da cui si gode di una vista incomparabile sul borgo e la sua valle, il Palazzo Mediceo, sede della Pinacoteca e del Museo d’Arte sacra, e il Palazzo della Rovere, oggi Municipio, che ospitò San Francesco nel 1213.

Borgo fuori dal tempo, è anche l’ideale punto di partenza per una gita fuori porta in un angolo di Romagna che non ha eguali.

Trekking da San Leo alla scoperta di un territorio di vera bellezza

Dopo aver speso del tempo ad ammirare l’antichissimo borgo dall’aspetto tuttora invalicabile, lasciandosi alle spalle le mura medievali è il momento di raggiungere il Convento Francescano di Sant’Igne, immerso nel verde e nel silenzio, dove si narra che il Santo trovò riparo una notte e conforto grazie al fuoco acceso dai pastori, da qui il nome Sant’Igne, fuoco sacro.

L’escursione in un paesaggio incantato, plasmato da possenti scogli rocciosi, prosegue sul crinale che da Monte Gregorio porta al raccolto borgo di Tausano, dove affascinano le “piccole Dolomiti” della Romagna, inconfondibili e aspri speroni di roccia noti come “Creste dei Tausani”: un panorama difficile da descrivere a parole.

Ma non finisce qui. Tra rupi calcaree e picchi di roccia, l’itinerario continua fino ad arrivare ai meravigliosi Balconi di Piero della Francesca, il Maestro itinerante, che trovò in questo territorio unico la fonte di ispirazione per i suoi capolavori: perdetevi a osservare i punti panoramici che gli diedero lo spunto per lo sfondo delle opere “San Gerolamo e un devoto” e “Ritratto di Battista Sforza“.

Infine, con una mezz’ora di cammino da San Leo, si raggiunge la vetta del Monte Severino con vista a 360 gradi sul borgo e la Valmarecchia: essere qui al tramonto è un’esperienza di gioia e benessere che non capita spesso!

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È fiorita la nemophila blu: la collina Miharashi diventa un mare delle meraviglie

C’è qualcosa di estremamente meraviglioso che accade intorno a noi durante questi mesi. E non si tratta solo delle giornate che si allungano o del sole che diventa protagonista assoluto della nostra quotidianità con i suoi primi caldi raggi, ma di veri e propri spettacoli incantati che si manifestano in ogni dove.

Sono gli show messi in scena dalla natura che si risveglia, più bella e magica che mai, gli stessi che danno vita a vere e proprie migrazioni umane di viaggiatori che vanno alla scoperta degli angoli fioriti del globo. Distese infinite che si perdono all’orizzonte, boschi lussureggianti e colorati, tappeti che ricoprono pianure, colline e montagne, queste sono solo alcune delle destinazioni delle meraviglie da scoprire adesso.

E poi c’è la collina Miharashi che durante la primavera si trasforma. E, come per magia, diventa un mare blu grazie a una delle fioriture più spettacolari del mondo intero.

Hitachi Seaside Park: la fioritura delle meraviglie

Sono migliaia, anzi milioni, i semi di nemophila blu che vengono piantati su tutta la collina Miharashi nell’Hitachi Seaside Park e che esplodono in tripudio di mille sfumature di azzurro tra aprile e maggio.

Ci troviamo a Hitachinaka City, nella prefettura di Ibaraki in Giappone. È qui che un parco situato vicino alla spiaggia di Ajigaura, e che affaccia direttamente sull’Oceano Pacifico, mette in scena gli spettacoli più belli del mondo.

L’Hitachi Seaside Park si estende per 350 ettari all’interno dei quali si snodano fioriture di ogni genere che si alternano durante l’anno e che è possibile ammirare percorrendo strade e sentieri che si fanno spazio tra le colline. Il paesaggio, da qualsiasi prospettiva lo si guardi, appare surreale, fiabesco e unico.

In primavera inoltrata, e più precisamente tra aprile e maggio, il parco si trasforma in un palcoscenico delle meraviglie dove la natura è assoluta protagonista. Un mare di piccoli fiori blu si estende fino all’orizzonte, annullando i confini tra cielo e mare. Si tratta della nemophila blu, che viene seminata dagli addetti ai lavori durante la stagione autunnale, per poi sbocciare in questo periodo.

Ma i fiori blu, che si estendono sulla collina e la trasformano in un mare calmo e placido per settimane, non sono gli unici a fiorire nell’Hitachi Seaside Park, accanto a questi, infatti, ci sono le giunchiglie e i tulipani, e poi ancora i narcisi e cipressi estivi. Tutto il parco è un vero e proprio caleidoscopio di colori in ogni stagione.

Una tavolozza di colori accessibile tutto l’anno

Lo spettacolo della collina che diventa mare attira qui, in primavera, migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo. Eppure, quello della nemophila blu, non è l’unico spettacolo che incanta gli occhi dei viaggiatori.

L’Hitachi Seaside Park, infatti, è celebre per ospitare una miriade di cipressi estivi che tra settembre e ottobre si tingono di un rosso brillante che sembra accendere tutti i prati e le colline. E dopo l’azzurro e il rosso ecco apparire anche gli altri colori delle fioriture periodiche  che incantano e che trasformano il parco in un giardino delle meraviglie.

Situato a  poco più di 100 km da Tokyo, l’Hitachi Seaside Park è raggiungibile in treno o in autobus dalla città giapponese. Prima di organizzare un viaggio qui è possibile monitorare lo stato delle fioriture attraverso il sito web.

Hitachi Seaside Park

Hitachi Seaside Park

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Questa passeggiata, tra le colline e il mare, è un incanto

C’è una passeggiata, molto facile e adatta a tutti, che corre per 4,2 chilometri tra colline e mare. S’immerge nella macchia mediterranea ed è un vero incanto. La si può percorrere in qualunque stagione dell’anno, possibilmente in una giornata di sole.

La passeggiata Europa in Liguria

Sì, perché la Passeggiata Europa (o Lungomare Europa), questo il suo nome, corre lungo la costa del ponente ligure, collegando Cogoleto con Varazze (e viceversa) nel Parco costiero dei Piani d’Ivrea. Un bellissimo itinerario lungomare tra le province di Genova e Savona che ripercorre gran parte della vecchia linea ferroviaria a binario unico tra Genova e Ventimiglia, realizzata tra il 1860 e il 1868 sotto il Regno d’Italia e dismessa nel 1970.

Ne sono una testimonianza alcune gallerie che si attraversano a piedi (volendo anche in bicicletta, ma in certi punti il percorso è piuttosto stretto), alcune delle quali conservano ancora “pezzi” di ferrovia. L’itinerario è pianeggiante ed è quindi percorribile da chiunque abbia voglia di isolarsi dal traffico dell’Aurelia e sentire solo il rumore delle onde del mare che s’infrangono sulle pareti rocciose di questo tratto di costa, dove, di tanto in tanto, si scorge una deliziosa caletta dalle acque trasparenti.

Molto più di una semplice passeggiata

La Passeggiata Europa è anche un viaggio nella storia geologica di questo territorio. Percorrendo l’itinerario si possono scoprire alcune delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche del Parco naturale regionale del Beigua, riconosciuto Global Geopark dell’Unesco, uno spettacolare balcone naturale formato da montagne che s’affacciano sul mare. Si possono addirittura notare a occhio nudo i segni degli antichi livelli raggiunti dal mare o dei movimenti tettonici che hanno modellato questo tratto di costa. Lungo la passeggiata, sono diversi i punti in cui si possono identificare i vecchi livelli marini (arrivano fino a 100 metri). Ci troviamo quindi in una delle zone più ricche della Liguria dal punto di vista della biodiversità e della geo diversità.

In direzione di Cogoleto, le scogliere assumono improvvisamente un colore molto scuro, quasi nero (mentre finora le rocce sono perlopiù bianche e sono dette “metagabbri”), a dimostrazione del fatto che il substrato è cambiato ed è caratterizzato da rocce ricche di minerali ferrosi, dette “serpentiniti”.

A un certo punto s’incontra un luogo unico, quasi magico: la grotta Mizar, scolpita dall’erosione marina, i cui segni lasciati dal mare ricordano che qui il livello arrivava a 7 metri sopra quello attuale. Per non parlare, poi, della piccola Baia dei pescatori, una spiaggetta di sassi neri, con uno scoglio che affiora come un’isola dove vivene subito voglia di tuffarsi.

La bellezza di questa passeggiata sta nel fatto che è a picco sul mare. Il paesaggio che si attraversa vi farà innamorare del Lungomare Europa, camminando – o pedalando – tra scogliere, calette e spiagge raggiungibili senz’auto, in un tratto di costa protetto e incredibilmente tranquillo, anche in piena estate.

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La passeggiata Europa in Liguria

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Il palazzo misterioso nel quale puoi attraversare l’inferno di Dante

C’è un luogo intriso di fascino, mistero, suggestione e un pizzico di magia che è da sempre in cima alla delle destinazioni da raggiungere e da esplorare. E il motivo è facilmente intuibile dato che Sintra, la località portoghese situata tra le colline della Serra de Sintra, è una vera meraviglia. Qui, sul cielo limpido, si staglia dolcemente il Palacio Nacional da Pena situato suuna sporgenza rocciosa su una delle colline più alte del territorio, un palazzo che per colori, forme e linee rimanda inevitabilmente a quell’immaginario favolistico della nostra memoria infantile.

Dall’alto, l’edificio, domina su tutto il territorio rendendo superlativo, ma non è certo l’unica tappa di un itinerario fatto di fascino e magia, di simboli apparentemente indecifrabili, di una suggestione ai limiti tra la realtà e la fantasia.

Alla scoperta della Quinta da Regaleira

Non lontano dai punti d’interesse più conosciuti e frequentati di Sintra, troviamo anche la Quinta da Regaleira, un palazzo dai lineamenti maestosi circondato da 4 ettari di lussureggianti giardini, all’interno dei quali si snodano laghetti, fontane, sculture e grotte. Conosciuto anche con il nome Palácio da Regaleira, l’edificio è stato costruito i primi anni del 1900 per volontà del collezionista ed entomologo Antonio Augusto Carvalho Monteiro, e porta la firma dell’architetto italiano Luigi Manini.

Quinta da Regaleira

Quinta da Regaleira

La bellezza rara e fuori dall’ordinario dell’intera tenuta ha fatto meritare alla Quinta da Regaleira un posto d’onore all’interno della lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO nel 1995. Ma non è solo quell’affascinante architettura che fonde gli stili tardo gotico e rinascimentale, e neanche quei simboli apparentemente indecifrabili che affondano le origini nel mondo esoterico e alchemico, ma è l’intero complesso a rappresentare una sorta di viaggio iniziatico per la rinascita.

La meravigliosa Cappella della Santissima Trinità, la Loggia e la Fontana dell’Ibis e quella dell’Abbondanza, le grotte e poi ancora la torre circolare sulla quale salire per poter contemplare la tenuta nel suo insieme e tutta Sintra: Quinta da Regaleira è meravigliosa in ogni suo angolo.

Eppure c’è qualcosa che attira qui cittadini e viaggiatori da tutto il mondo, ed è la presenza di due pozzi, in corrispondenza delle torri, nelle quali scendere per affrontare il percorso di rinascita, per attraversare i 9 gironi dell’inferno dantesco.

Quinta da Regaleira

Quinta da Regaleira

L’inferno di Dante a Sintra

Sono due i pozzi all’interno della Quinta da Regaleira, quello iniziatico e quello incompleto. Il primo, nello specifico, è caratterizzato da una spirale che conduce i visitatori verso il fondo, a una profondità di 30 metri, attraversando 9 piani. Un numero che non è di certo un caso perché fa riferimento alla Divina Commedia. Il collegamento con i 9 gironi dell’inferno dantesco è inevitabile, così come lo è quello ai 9 cieli concetrici dell’opera del sommo poeta.

Scendere in questa torre invertita che squarcia il terreno, fino alle sue viscere per poi risalire, è un’esperienza che simboleggia la morte e poi la rinascita. Ad avvallare la metafora che si nasconde dietro al pozzo, c’è anche un mosaico posto sul fondo che rappresenta la bussola e la croce templare.

Ne emerge quindi un complesso che, nella sua totalità, era finalizzato a dei riti di iniziazione che si concludevano proprio in quel pozzo, in quella spirale che conduceva le persone verso il fondo e poi verso la risalita.

Il significato allegorico dei due pozzi, e soprattutto di quello iniziatico, sembra il pezzo di puzzle mancante per una comprensione totale di tutto il complesso che ancora oggi conserva misteri mai risolti e un fascino straordinario che attira qui ogni giorno migliaia di viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

Pozzo iniziatico, Quinta da Regaleira

Pozzo iniziatico, Quinta da Regaleira