Categorie
città Europa Notizie Palermo Sicilia Viaggi

Il Liberty palermitano entra in un circuito europeo

Le prestigiose testimonianze dell’Art Noveau che impreziosiscono la città di Palermo e che si sono salvate dal “Sacco di Palermo” durante gli anni Cinquanta e Sessanta, fanno ora parte dell’itinerario culturale riconosciuto dal Consiglio d’Europa, circuito che mette in relazione le realtà più belle del Modernismo europeo, da Vienna a Bruxelles, da Barcellona a Riga, Nancy e Budapest.

Per l’occasione, durante la “Giornata europea dell’Art Noveau” venerdì 10 giugno, allo Stand Florio in Via Messina Marine sarà grande festa per celebrare l’ambito riconoscimento.

Il Liberty di Palermo riconosciuto dal Reseau Art Noveau Network

La Città metropolitana di Palermo, dopo la proposta di Legambiente Sicilia illustrata dal presidente Gianfranco Zanna, aveva formalizzato la candidatura a ottobre 2021 e adesso, durante l’Assemblea annuale del Reseau Art Noveau Network, è stata accolta con voto unanime e favorevole: i tesori architettonici di Palermo sono autentici tesori da scoprire e ammirare.

Il presidente di Legambiente Sicilia, Zanna, ha dichiarato come questo sia “un risultato eccezionale per la città e noi siamo particolarmente orgogliosi di aver contribuito al suo raggiungimento.
È così riconosciuta come grande valore culturale e sociale la stagione più interessante, ricca e prosperosa della città e che ha, inoltre, sicuramente dato vita alla più qualificante immagine identitaria della Palermo dell’epoca contemporanea”.

Entusiasmo e orgoglio anche nelle parole del sindaco Leoluca Orlando: “Si tratta di un prestigioso riconoscimento che attribuisce a Palermo e al suo Liberty una posizione di eccellenza internazionale, ulteriore ragione di attrattività per l’intera area metropolitana. È la conferma delle straordinarie bellezze della città che si sono salvate dall’orribile ‘Sacco di Palermo’.
Un risultato che è il frutto anche del prezioso lavoro di Legambiente che si è impegnata per riqualificare le bellezze del Liberty palermitano. Adesso è fondamentale costruire percorsi destinati alla fruizione e dunque alla valorizzazione di un itinerario culturale che è patrimonio di tutti“.

Tutta la meraviglia di uno stile inconfondibile

Il Liberty, o Art Noveau, arriva nel capoluogo siciliano tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento quando ville, palazzi borghesi e teatri vengono edificati grazie a questa innovativa espressione artistica ispirata alle numerose sfumature della Natura: le facciate ondulate presentano motivi che assomigliano a rampicanti e le vetrate catturano la luce.

Tra i molteplici esempi del Liberty a Palermo spicca Villa Igiea, costruita nel 1800 in stile neogotico e poi rimaneggiata con l’elegante e raffinato stile liberty dal grande architetto Ernesto Basile su commissione del nuovo proprietario Ignazio Florio: degno di nota il magnifico salone con affreschi di fanciulle tra papaveri, iris e melograni.

Altri deliziosi esempi del Liberty palermitano sono il Villino Favaloro, in Piazza Virgilio, anch’esso progettato e realizzato da Basile, con l’inconfondibile torretta ottagonale, il Chiosco Ribaudo di Piazza Politeama del 1916, e i due chioschi Liberty che fungono da cornice per il monumentale Teatro “Massimo” Vittorio Emanuele.

Ma non è tutto: cuore della Palermo Liberty, l’Hotel delle Palme cattura lo sguardo con la sua atmosfera d’altri tempi e il lusso discreto, e non da meno è il Villino Ida, realizzato da Basile per la sua famiglia.

Categorie
città Europa Parigi Viaggi Wanderlust

Pranzo con vista più romantica del mondo: succede a Parigi

Non c’è una sola cosa, esperienza o attività che si svolga a Parigi che non faccia rima con la parola romantica. Del resto stiamo parlando della città più affascinante, seducente e suggestiva del mondo intero.

Di quel luogo capace di trasformare anche una semplice passeggiata nel centro cittadino in un’esperienza di viaggio incredibile, da vivere e condividere.

Visite ai musei iconici, sfavillanti spettacoli al Moulin Rouge, passeggiate suggestive sulla Rive Gauche. E poi, ancora, la dama di ferro e i quartieri bohème: queste sono solo alcune delle avventure che si possono vivere durante un viaggio nella Ville Lumière. Ma non sono le uniche perché la città è capace di trasforme ogni cosa in una magia che lascia senza fiato, come un pranzo consumato nella Tour Eiffel.

Mangiare a Parigi nella Tour Eiffel

Bistrot e brasserie, ristoranti di lusso, cafè e tavole calde si snodano tra le strade, le vie e i quartieri di Parigi, una città che non solo incanta la vista ma è capace di inebriare e soddisfare ogni senso, dalla vista al gusto.

Ed è proprio sul gusto che oggi vogliamo concentrarci perché del resto il vizio della gola è l’unico peccato che possiamo e dobbiamo concederci soprattutto quando siamo in viaggio.

A Parigi c’è l’imbarazzo della scelta. Ci sono i locali turistici, quelli che ogni giorno ospitano migliaia di visitatori provenienti da ogni parte del mondo, che offrono proposte internazionali e poi ci sono i ristoranti tipici e caratteristici tutti da scoprire per lasciarsi deliziare con proposte locali e uniche.

Insomma, mangiare a Parigi non vuol dire solo soddisfare il bisogno di nutrirsi, ma anche e soprattutto vivere un’esperienze sensoriale. E se sono il gusto e la vista che volete inebriare, allora non vi resta che prenotare un posto per un pranzo o una cena all’interno della Tour Eiffel.

I ristoranti della Tour Eiffel

Parigi, si sa, fa di tutto per catturare l’attenzione dei viaggiatori, per farli innamorare. E a guardare tutte le emozioni e le sensazioni che proviamo durante una vacanza in città non possiamo che confermare che ci riesce benissimo.

L’esperienza di viaggio qui, come dicevamo, passa anche per il gusto, accompagnato da una vista sublime: quella dei tetti della capitale di Francia.

All’interno della Tour Eiffel, infatti, esistono ben due ristoranti con vista dove poter consumare un pranzo o una cena e sono rispettivamente il Madame Brasserie e Le Jules Verne. Un’esperienza, quella che si vive in questi ristoranti, da fare almeno una volta nella vita.

Madame Brasserie

Il Madame Brasserie è una novità per tutti i veterani della Ville Lumière, tanto nel nome, meno di fatto. Si tratta infatti dell’ex 58 Tour Eiffel, il ristorante capitanato dallo chef stellato Therry Marx che, anche in questa nuova veste, resta il punto di riferimento. Dopo oltre due anni di chiusura, il locale ha riaperto i battenti nell’estate del 2022 con un nuovo naming e un menu eccezionale che propone le migliori specialità francesi.

Il locale si trova al primo piano della Tour Eiffel. Non ci sono altezze mozzafiato ma la vista è garantita e la sensazione è proprio quella di mangiare tra i tetti di Parigi.

Le Jules Verne

Sopra al Madame Brasserie troviamo Le Jules Verne e la cucina sublime dello chef Frédéric Anton. Il locale, posizionato al secondo piano della Dama di ferro, offre una vista straordinaria a 125 metri d’altezza: Parigi è ai vostri piedi.

Cosa ordinare? Anche in questo caso non mancano le specialità della cucina francese accompagnate da qualche inedita sperimentazione. Ricordatevi però di prenotare il pranzo o la cena con molto anticipo per assicurarvi un tavolo vicino alle finestre. La vista della città, da qui, è spettacolare.

Le Jules Verne

Le Jules Verne

Categorie
Ancona Borghi città itinerari culturali Marche Viaggi

In Italia esiste un borgo pittoresco dove la follia è di casa

Nel cuore delle Marche, immerso nell’entroterra della regione a pochi chilometri dal mare, esiste uno dei luoghi più suggestivi, affascinanti e seducenti del nostro Paese.

Arroccato su un colle che domina il fiume Nevola, e circondato tutto intorno da vigneti e campi di girasole, Corinaldo è una delle mete turistiche d’eccellenza in Europa come testimonia il titolo di Borgo più bello d’Italia e la Bandiera Arancione conferita dal Touring Club Italiano.

È un patrimonio immenso e straordinario, quello del borgo marchigiano, che vede fondere storia, tradizione e spiritualità in un paesaggio che lascia senza fiato. Ma c’è qualcos’altro che affascina e attira viaggiatori e turisti da tutto il mondo, qualcosa che non si può spiegare ma solo scoprire e vivere: la follia che da sempre caratterizza questo luogo e i suoi abitanti.

Il paese dei matti e dei Santi

Matti e Santi hanno vissuto e convissuto in questo luogo per secoli lasciando testimonianze visibili e percettibili ancora oggi all’interno del borgo.

Perché Corinaldo è il Paese dei Santi lo sappiamo tutti. Qui, il 16 ottobre del 1980, nacque Maria Goretti, venerata come Santa e martire dalla Chiesa Cattolica. All’interno del borgo è possibile seguire un itinerario spirituale che ci porta alla scoperta dei luoghi della Santa, come la sua casa natale e il santuario che preserva le sue reliquie.

Perché il borgo in provincia di Ancona sia considerato folle, invece, non tutti lo sanno. Possiamo anticiparvi però che l’appellativo ha a che fare con gli abitanti del luogo e con le loro leggendarie storie, con curiosità e aneddoti che ancora oggi aleggiano misteriosamente tra le strade del paese.

I matti di Corinaldo

C’è un libro che spiega perfettamente perché Corinaldo è considerato il paese dei matti, o meglio, lo fanno le storie raccolte in questo testo. Ne I matti di Corinaldo di Mario Carafòli sono narrate alcune delle vicende che hanno contribuito a questo bizzarro appellativo ricavate dalle memorie del Cavalier Nicola Bolognini Bordi.

C’è la storia del signor Atavico, un cacciatore che tutte le notti svegliava le persone del paese per informarle sulle condizioni meteorologiche del giorno dopo. C’è quella del signor Gecco che, ubriaco, si gettò completamente nudo nella fontana del borgo e per questo venne arrestato. Si natta anche di un certo Pietrino Del Mosciuto che scrisse una lettera all’allora presidente del consiglio Francesco Crispi lamentandosi di non essere stato consultato prima di far entrare l’Italia in guerra.

Queste sono solo alcune delle bizzarre storie raccontante nel libro e che riguardano gli abitanti del luogo. Ma Corinaldo, tra tradizioni folcloristiche e luoghi leggendari, continua a stupire.

La casa di Scuretto, la leggenda del Pozzo e il Passaporto da Matto

Per scoprire le altre strambe storie di Corinaldo basta una passeggiata nel borgo. È attraverso questa che possiamo andare alla scoperta della casa di Scuretto, un bevitore accanito che per dimostrare al figlio di non spendere tutti i soldi nelle osterie del borgo fece costruire solo la facciata di una casa, per dimostrare ai suoi familiari che era una persona responsabile. La casa, in realtà, non fu mai costruita, ma al suo posto c’è la facciata con tanto di numero civico e finestre.

A Corinaldo celebre è anche la leggenda del Pozzo della Polenta, luogo iconico situato proprio sulla scalinata della Piaggia. La storia vuole che qui un contadino si gettò per raccogliere la polenta caduta nel pozzo senza risalire più. Le donne del paese, per sfamarlo, si recavano sul luogo ogni giorno per lanciargli salsicce e altri alimenti per sfamarlo.

E se questo ancora non vi bastasse per considerare Corinaldo un luogo folle, allora dovete raggiungere il borgo in occasione della Festa dei Folli che si tiene qui ogni anno dopo Pasqua. Una sorta di Carnevale dove colori, luci e manifestazioni sui generis si tengono tra le strade del borgo. Partecipando alla festa è possibile ottenere anche il Passaporto da Matto.

Categorie
città Emilia Romagna Firenze itinerari culturali Notizie Ravenna Toscana treni Viaggi

Parte il Treno di Dante, l’itinerario è favoloso

È di nuovo tempo di tornare a bordo del magnifico Treno di Dante, un viaggio indietro nei secoli che ci riporta ad uno dei periodi più floridi del nostro passato, in un intreccio di arte e storia – ma anche di paesaggi straordinari e tante prelibatezze locali da assaporare. In un lungo itinerario che ci conduce da Firenze a Ravenna, avremo la possibilità di scoprire parte dell’immenso patrimonio culturale del nostro Paese.

Il Treno di Dante, un viaggio straordinario

In un periodo in cui il turismo lento è tornato a spiccare tra le tendenze di viaggio, il treno sta diventando il mezzo di trasporto per eccellenza, soprattutto per scoprire le bellezze del nostro territorio. E adesso ne riparte uno davvero speciale: stiamo parlando del Treno di Dante, che per l’estate 2022 ha un programma ricco di appuntamenti. Dal 4 giugno al 10 luglio e dal 27 agosto al 30 ottobre (escluso il 10 settembre), tutti i sabati e le domeniche è prevista una partenza da Firenze a bordo di vagoni storici che ci permettono di fare un tuffo indietro nel tempo.

L’itinerario è lungo appena 136 km, ma è ricco di sorprese. A partire proprio dal treno: il Centoporte – uno dei pochi esemplari ancora presenti con la sua motrice storica – viaggia sulla linea ferroviaria Faentina, che fu la prima ad attraversare gli Appennini. A bordo sono disponibili 230 posti, suddivisi in tre classi: la prima e la seconda presenta divanetti imbottiti e ambientazioni in stile liberty semplicemente fantastici. Mentre la terza classe vanta ancora i caratteristici interni in legno, incluse anche le sedute – un po’ più scomode, ma sicuramente molto più suggestive.

Treno di Dante

Il Treno di Dante

Il Treno di Dante, l’itinerario favoloso

Il Treno di Dante è un viaggio attraverso l’Appennino Tosco-Romagnolo, sulle orme di Dante Alighieri durante il suo lungo cammino da Firenze a Ravenna. Paesaggi naturali incredibili, città d’arte famose in tutto il mondo e piccoli borghi medievali dove il tempo sembra essersi fermato: le sorprese, in questo splendido itinerario, sono tantissime. Si parte naturalmente dal luogo in cui nacque il celebre poeta, approfittandone per esplorare alcune delle sue bellezze – come la Casa di Dante e la Chiesa di Santa Margherita, dove avvenne l’incontro con Beatrice.

Una volta a bordo del treno storico, il paesaggio cambia in fretta. Addentrandosi tra colline ricoperte di vigneti e paesini suggestivi, si giunge a Borgo San Lorenzo: qui l’arte incontra la natura, con bellissimi sentieri perfetti per gli amanti del trekking. La seconda tappa è Marradi, nei pressi del quale si trova l’Eremo di Gamogna. Per raggiungerlo, c’è un antico cammino panoramico tutto da scoprire. Poi si riparte alla volta di Brisighella, inserito a pieno titolo tra i Borghi più belli d’Italia: la sua rocca è il punto d’osservazione ideale per ammirare i dintorni.

La fermata successiva è Faenza, storica cittadina neoclassica divenuta famosa in tutto il mondo per la sua produzione di raffinate maioliche, di cui si trovano testimonianze nelle numerosissime botteghe artigiane che arricchiscono il centro e nel Museo d’Arte Ceramica. Infine, si arriva a Ravenna: qui Dante completò la sua Commedia e riposò sino al suo ultimo respiro. La tomba del Sommo Poeta è un vero mausoleo in onore di uno dei più importanti letterati del nostro Paese. Prima di ripartire per fare rientro a Firenze, c’è tempo per ammirare alcune delle più suggestive architetture della città, come la Basilica di San Vitale che rappresenta uno degli esempi meglio conservati di arte bizantina.

Treno di Dante

Il Treno di Dante

Categorie
Bilbao città Europa Notizie Viaggi

C’è un nuovo motivo per andare a Bilbao e si trova al Guggenheim Museum

Circondata dalle montagne verdeggianti e suggestive nella Spagna Settentrionale, e protetta da queste alla stregua di un tesoro prezioso, troviamo una città portuale e industriale che incanta viaggiatori e turisti provenienti da tutto il mondo.

Stiamo parlando di Bilbao, capitale de facto dei Paesi Baschi, la città dei grattacieli e dei gioielli architettonici contemporanei che hanno segnato indissolubilmente il suo rinnovamento, che l’hanno resa una capitale del design.

Tra tutti gli edifici in città, che colpiscono per forme e design futuristici, fantascientifici e avanguardisti, c’è lui, il Guggenheim Museum, la vera star di Bilbao. Ed è proprio in occasione delle celebrazioni del 25º Anniversario che la statua iconica e antistante alla struttura è stata rinnovata. Ed è bellissima.

C’era una volta Puppy

Correva l’anno 1992 quando, l’artista americano Jeff Koons, mostrava alla città di Bilbao e al mondo intero la sua opera d’arte. Si trattava di Puppy, una scultura realizzata in acciaio inossidabile e ricoperta di piante e fiori che rappresentava un cucciolo canino della razza West Highland White Terrier.

Oggi Puppy è ancora lì, di fronte al Museo Guggenheim di Bilbao. Simbolo, icona e anche un po’ mascotte di quel rinnovamento cittadino che affonda le sue origini in quel legame indissolubile tra l’edificio dell’architetto canadese Frank O. Gehry e la stessa città.

Perché vi parliamo di Puppy, oggi, ve lo sveliamo subito. In occasione del 25° anniversario dalla fondazione, la scultura di Jeff Koons è stata rinnovata, facendo naturalmente eco al motto lanciato quest’anno, L’arte ispira il futuro, e a tutti gli eventi del calendario 2022 che comprendono una serie di proposte combinate di mostre, concerti ed eventi culturali.

Il nuovo vestito di Puppy

Perché questo è il motivo migliore per organizzare un viaggio a Bilbao è presto detto. Il 25° anniversario della fondazione rappresenta il momento perfetto per andare a scoprire la suggestione, la meravigliosa e il significato che lo stesso Museo rappresenta, in città e nel mondo. Fin dalla sua inaugurazione, infatti, è diventato un punto di riferimento artistico e culturale a livello mondiale. Ed è proprio per celebrare questo momento che Puppy si è rifatto il look.

Dopo un grande lavoro, terminato questa primavera, il Museo Guggenheim Bilbao ha svelato la nuova immagine di Puppy. L’abituale processo di sostituzione delle 38000 piante che ricoprono interamente questa scultura floreale, che si tiene due volte l’anno, in questa occasione ha svelato un nuovo Puppy, ancora più straordinario di come lo era prima.

Tutto merito di Jeff Koons, il creatore della scultura, che proprio in occasione della celebrazione del 25º Anniversario ha collaborato con le curatrici del Museo per creare un nuovo abito per Puppy.

L’enorme cucciolo di West Highland White Terrier, quest anno, sfoggerà prevalentemente il bianco. La presenza di altri fiori colorati serve a definire contorni e rilievi. Gli esemplari utilizzati per il nuovo volto della scultura floreale sono stati petunie, begonie, dimorfoteche, allissi  e balsamiche bianche.ù

Da quando è stato installato diversi anni fa davanti all’ingresso dell’iconico Museo, Puppy ha ricevuto milioni di visitatori, tantissimi dei quali l’hanno immortalato in istantanee condivise trasformandolo in una star.

Per ammirare Puppy in tutto il suo splendore monocromatico, che più si avvicina alla razza che rappresenta la scultura, occorrerà attendere qualche altra settimana per la fioritura completa. E allora sì che questa opera sarà meravigliosa.

Puppy in occasione del 25° anniversario

Puppy in occasione del 25° anniversario

 

Categorie
città Europa Praga Viaggi Wanderlust

C’è una casa che balla in Europa ed è spettacolare

Protagonista indiscussa di fotografie, cartoline e immagini visive di Praga, la Casa danzante non ha bisogno di presentazioni perché è lei l’indiscussa sovrana di tutte le istantanee scattate nella capitale della Repubblica Ceca.

È proprio qui, nella città delle cento torri, della Piazza della Città Vecchia, degli edifici barocchi, delle chiese gotiche e di quell’orologio astronomico dal fascino irresistibile, che troviamo un edificio che non ha nulla a che fare con tutto ciò che abbiamo visto durante i nostri viaggi.

Tančící dům, così la chiamano i cittadini, è una casa ispirata alla danza promossa dalla celebre coppia Fred Astaire e Ginger Rogers, che visivamente rappresentano rispettivamente la torre di pietra e quella di vetro.

Un progetto ambizioso

La casa che balla è una costruzione che non si può ignorare, perché la sua surreale e affascinante estetica balza subito all’occhio. Sin dalla sua costruzione è stata oggetto di venerazioni o di critiche feroci e ancora oggi è chiaro che questo edificio non lascia indifferenti: o lo si ama o lo si odia.

Costruita nel 1996, la Casa danzante è considerata uno dei pilastri dell’architettura moderna della Repubblica Ceca, nonché il simbolo della città di Praga. A firmare il progetto sono stati gli architetti Vlado Milunič e Frank O. Gehry che hanno ridato nuova vita a quello che era il sito di una vecchia casa distrutta durante i bombardamenti americani del 1945 situata sul lungofiume che ospita la celebre Cattedrale dei Santi Cirillo e Metodio.

Ispirato a Fred Astaire e Ginger Rogers, e al loro inconfondibile stile di ballo, l’edificio è un unicum in tutta Europa. Nonostante la sua forma atipica e sicuramente non convenzionale, riesce comunque ad armonizzarsi perfettamente con gli edifici circostanti e col panorama urbano, pur ridefinendolo in maniera unica.

La Casa danzante: da sede degli uffici a hotel di lusso

In origine la Casa Danzante fu concepita come Sede degli Uffici Nazionali Olandesi e quindi il suo accesso ai visitatori era molto limitato. Oggi, invece, l’edificio ospita un hotel straordinario che garantisce un’esperienza unica, ma anche una caffetteria con terrazza panoramica, e non solo.

Una delle attività preferite dei viaggiatori che giungono a Praga è proprio quella di scattarsi un selfie davanti all’iconico edificio. Vetro, pietra, finestre asimetriche, curve sinuose e pannelli in cemento di forme e dimensioni diverse rendono questa architettura un vero e proprio gioiello da ammirare a distanza ravvicinata, ma non solo.

Il consiglio, infatti, è quello di non limitarsi a fotografare questa casa che sembra iniziare a danzare davanti agli occhi di chi guarda, ma di scoprire anche i suoi interni.

I due palazzi congiunti, che si snodano su 9 piani, ospitano una galleria d’arte, l’hotel di lusso Dancing hotel, un ristorante, il Ginger & Fred restaurant, e un bar. La caffetteria che si trova all’ultimo piano ospita una terrazza situata in corrispondenza della cupola in metallo e vetro della torre di pietra. Da qui è possibile godere di uno dei panorami più spettacolari di tutta la città, mentre ci si rilassa all’interno dell’edificio che ha riscritto la storia del panorama urbano di Praga.

Casa danzante Vladislav Zolotov

Casa danzante di Praga

Categorie
Amsterdam città Europa itinerari culturali musei Notizie Viaggi

Elettra Lamborghini arricchisce il museo delle cere di Amsterdam

È una delle numerose attrazioni di Amsterdam e fa parte di una serie di musei delle cere sparsi un po’ ovunque nel mondo (il più famoso è quello di Londra), che attirano ogni anno tantissimi visitatori.

E, oggi, chi visita la città dei Paesi Bassi ha un motivo in più per andarci: tra le numerose statue di cera di personaggi celebri a grandezza naturale al museo Madame Tussauds Amsterdam ci sarà anche quella della nostra Elettra Lamborghini, la regina del twerking per intenderci.

Il museo l’ha scelta in quanto la cantante è molto celebre in Olanda, specie per via di suo marito, il Dj Afro Jack, originario proprio dei Paesi Bassi.

Madame Tussauds Amsterdam Elettra-Lamborghini

La statua di cera di Elettra Lamborghini per il Madame Tussauds di Amsterdam

Per realizzare la statua di cera della “statuaria” Elettra ci sono voluti sei mesi di lavoro da parte di venti artisti olandesi, con diverse sedute durante le quali gli artisti hanno preso le misure, scattatole centinaia di foto e persino effettuato una scansione 3D per riprodurre fedelmente il suo fisico, dalla sfumatura degli occhi al tono della pelle, dal colore dei capelli fino alla conformazione dei denti.

Ma ora che la statua di cera che la riproduce fedelmente è stata finalmente terminata prenderà il volo per la Capitale e troverà posto tra alcune delle pop star internazionali come Michael Jackson, Beyoncé, Ariana Grande e Justin Bieber.

I musei Madame Tussauds nel mondo

L’idea di aprire dei musei delle cere esponendo sculture di personaggi di dimensioni reali che hanno fatto la storia è stata dell’artista francese Marie Tussaud, a cui si deve il nome dei musei, tra il XVIII e il XIX secolo.

La donna era una maestra nell’arte della modellazione della cera e, durante tutta la vita trascorsa a Parigi, si dedicò alla realizzazione dei volti di cera di uomini vittime della Rivoluzione Francese. Al momento della morte, la collezione contava circa 400 opere in cera.

madame-tussauds-amsterdam

Il museo elle cere Madame Tussauds di Amsterdam

Il primo museo Madame Tussauds fu aperto a Londra. Esponeva tutte le opere di Marie Tussaud. Quando il museo divenne di proprietà della Merlin Entertainment, che si occupa di intrattenimento e che possiede, tra gli altri anche Gardaland e Legoland, fu deciso di proseguire con i musei delle cere e di aprirne di nuovi, ampliandoli man mano con statue di nuovi personaggi presi dal mondo dello sport, della cultura e dello show system.

Quello di Londra, il più celebre, ospita statue dei personaggi che hanno scritto la storia, dal re Enrico VIII a George W. Bush, passando per Adolf Hitler alla regina Elisabetta II.

Il Madame Tussauds di Amsterdam ha aperto nel 1970 inizialmente in Kalverstraat per poi spostarsi, nel 1991, in piazza Dam, o semplicemente “il Dam”, la piazza più famosa di Amsterdam, dove c’è anche il Palazzo Reale.

Il museo ospita una vasta collezione di statue divise in categorie, dai leader politici ai personaggi del cinema e della musica fino ai supereroi Marvel tra cui gli Avengers e Spider-Man. E, negli ultimi anni, è passato da museo statico a interattivo.

Oggi, oltre che a Londra e ad Amsterdam, ci sono musei delle cere Madame Tussauds a Berlino, Istanbul, Hong Kong, Las Vegas, New York, Shanghai, Washington, Vienna, Sydney, Blackpool (nel regno Unito), Orlando e a Hollywood, Los Angeles.

Categorie
Bruxelles città Europa itinerari culturali turismo enogastronomico Viaggi Wanderlust

Bruxelles Capitale del cioccolato: è lei la città più dolce d’Europa

È una storia d’amore antica, straordinaria e destinata a durare per sempre, quella tra la Bruxelles e il cioccolato. Una relazione, questa, dall’alto tasso di carboidrati e zuccheri che non ci lascia immuni perché è qui che possiamo vivere una delle esperienze sensoriali più sopraffine e strabilianti del mondo.

Un luogo che ci permette di soddisfare tutte le esigenze del nostro palato, prima ancora della nostra sete di avventura, una città che ci invita a compiere un peccato di gusto per conoscere la sua storia, la sua cultura e le sue tradizioni.

E sì perché se parliamo della capitale del Belgio non possiamo non parlare di cioccolato. E allora eccolo il viaggio più dolce, zuccherino e prelibato che possiamo concederci adesso.

Bruxelles, la capitale del cioccolato

Bruxelles, la capitale del cioccolato

C’era una volta la prima pralina belga

Tutto è iniziato tanto tempo fa, quando il farmacista Jean Neuhaus aprì uno dei suoi negozi all’interno delle lussuose Gallerie Reali Saint Hubert. Per rendere più accattivanti e gradevoli le sue medicine, l’uomo usava ricoprirle di cioccolato. Era il 1857 e così si andava formando la prima idea di quella che sarebbe stata la pralina belga.

Suo nipote, Jean Neuhaus Jr., ereditando l’intuizione dello zio e la passione per il cioccolato dalla famiglia, sostituì presto le medicine con del cioccolato morbido ricoperto da uno strato più solido e sottile. Nacque così la prima pralina belga nel 1912.

Negli anni successivi questo delizioso prodotto conobbe una fama immensa in tutto il Paese e anche oltre. Merito di Charles Callebaut, maître chocolatier, che inventò un modo per trasportare il cioccolato liquido. Da quel momento, la pralina è diventata storia. Tantissime le sue varianti e le cioccolaterie in città e nel mondo che la propongo ancora adesso, sia nella sua versione originale che in quelle più moderne.

Bruxelles, la capitale del cioccolato

Bruxelles, la capitale del cioccolato

Dove mangiare cioccolato a Bruxelles

Dove mangiare cioccolato a Bruxelles? Praticamente ovunque. Nel centro della città, infatti, una serie di cioccolaterie e botteghe storiche sono pronte a deliziare il palato di cittadini e viaggiatori da tutto il mondo. Dalle vetrine sapientemente addobbate alle degustazioni all’interno, passando per uno shopping sensoriale ed esperienziale: questa è Bruxelles.

Tra le cioccolaterie più iconiche della città è impossibile non menzionare Godiva, situata proprio in Grand Place e la boutique Neuhaus, il negozio dove sono nate le praline. Ma non c’è angolo, strada o piazza di Bruxelles che non ospiti un dolcissimo negozio pronto a deliziare il palato di tutti.



Booking.com

Se non volete accontentarvi di una mera esperienza di gusto, allora, dovete recarvi al Belgian Chocolate Village. Questo museo del cioccolato trasporta gli ospiti nella storia di questo ingrediente, tra lavorazioni, creazioni, trasformazioni e idee che riguardano il passato, il presente e il futuro. Non mancano, ovviamente, le degustazioni.

E se tutto questo ancora non basta a soddisfare la vostra voglia di zuccheri, ecco allora che non potete non concedervi i deliziosi waffle di Bruxelles. Soffici dentro e croccanti fuori, in città sono proposti in tantissime dolci varianti. Se volete osare ancora di più, però, vi consigliamo anche di provare il curioso e sagace abbinamento di birra e cioccolato. Del resto la capitale del Belgio è anche il paradiso della birra.

Bruxelles, la capitale del cioccolato

Categorie
Bolzano castelli città itinerari luoghi misteriosi Notizie Trentino Alto Adige Viaggi

Tour dei più bei castelli di Bolzano e dintorni

Avvolti dalla leggenda, questi castelli meritano una visita in qualsiasi periodo dell’anno. Sono i castelli che si trovano nei dintorni di Bolzano, in Alto Adige. Luoghi che raccontano la storia della regione e anche dell’Italia.

Su tutto il territorio altoatesino se ne contano ben 400, alcuni ancora tali e quali a com’erano un tempo, altri sono solo dei ruderi che richiedono una buona dose d’immaginazione. Molti di questi castelli sono oggi visitabili, altri sono privati. Tutti fanno parte del patrimonio della conca bolzanina e sono importanti testimonianze medievali.

Visitare questi meravigliosi manieri non è solo l’occasione per respirare la cultura e la storia del luogo, ma anche quella di potersi concedere passeggiate all’aria aperta circondati dal silenzio e dai profumi della natura.

Castel-Mareccio

Lo scenografico Castel Mareccio, immerso in un vigneto

I castelli nei dintorni di Bolzano

Tra i castelli da non perdere c’è sicuramente Castel Roncolo detto anche “il maniero illustrato”, in quanto conserva un meraviglioso ciclo di affreschi medievali a soggetto profano. Situato a Nord della città, lo si può raggiungere a piedi percorrendo la verde passeggiata del Lungotalvera oppure in bicicletta, lungo la pista ciclabile.

Tra i castelli meglio conservati c’è anche Castel Mareccio, a ridosso del centro storico e immerso in un vigneto di pregiate uve Lagrein, con un’incantevole vista sul Catinaccio-Rosengarten.

Castel-Roncolo

Castel Roncolo, anche detto “il maniero illustrato”

Arroccato su un promontorio roccioso da cui si gode di un bellissimo panorama sulla piana dell’Adige e sui tetti di Bolzano è Castel Flavon, oggi divenuto un famoso ristorante.

Castello ma anche museo e anche il Castel Firmiano, considerato uno degli emblemi dell’Alto Adige, all’interno del quale è nato l’MMM Messner Mountain Museum Firmian, uno dei sei musei dedicati alla montagna voluti da Reinhold Messner.

castel-Firmiano-mmm-messner-museum

Castel Firmiano ospita l’MMM Messner Museum

Il tour dei castelli

Dal 4 al 6 giugno, per tre giorni si possono visitare i castelli in occasione del tradizionale Castelronda, che prevede un programma di eventi per rivivere le atmosfere del Medioevo. Gruppi altoatesini e provenienti dal resto d’Italia e dall’estero accoglieranno i visitatori in costumi d’epoca e proporranno diverse attività, dai duelli tra cavalieri all’artigianato d’altri tempi, dagli spettacoli col fuoco a quelli dei giullari, dal tradizionale mercato all’investitura dei cavalieri.

Castel-Flavon

Castel Flavon, sui tetti di Bolzano

Ma soprattutto sono previste visite guidate per scoprire segreti e curiosità. Le tappe di Castelronda 2022 toccheranno Castel Roncolo, il castello icona di Bolzano all’ingresso della Val Sarentino, unico castello completamente integro e ufficialmente visitabile; le rovine di Castel Rafenstein, che sovrasta Bolzano in direzione di San Genesio; le tre antiche residenze aristocratiche nell’Oltradige presso Appiano, ovvero Castel d’Appiano, Castel Boymont e le rovine di Castel Festenstein e infine Castel Trostburg, sopra Ponte Gardena, in Valle Isarco.

Il trekking dei castelli

Castelronda è anche il nome di un itinerario storico lungo 20 chilometri che collega Bolzano, San Genesio e Terlano, lungo una via panoramica ricca di manieri e rovine che si snoda sulle pendici attorno alla città.

Castel-Rafenstein

Le rovine di Castel Rafenstein, noto anche come Castel Sarentino

Comprende sei ore e mezza di cammino (l’intero sentiero è consigliato ad escursionisti allenati, mentre è comunque possibile percorrere solo alcuni tratti a scelta), immersi nel vasto patrimonio culturale del territorio. Un percorso unico e affascinante che abbraccia Bolzano e i suoi dintorni.

Sono cinque i castelli attraversati da questo cammino: Castel Roncolo, Castel Rafenstein o Castel Sarentino, Castel Greifenstein, noto anche come “Castel del Porco” (perché si dice che da qui sia stato lanciato un maiale durante un assedio), le rovine di Helfenberg e Castel Casanova di Terlano.

Categorie
città Idee di Viaggio New York Nord America Viaggi

Diventare street artist a New York lasciando un segno (come Banksy)

New York è una città che non smette mai di incuriosire. Non solo Manhattan, ma tutti e cinque i distretti della città sono un microcosmo da esplorare in ogni loro angolo. Tra gli itinerari più originali che si possano fare c’è lo street art tour, alla scoperta della New York giovane e “underground”, quella creata del popolo di strada, uno specchio di un tipo società meno scontata.

E c’è un tour organizzato da Inside Out Tours che consente a chiunque di lasciare un segno indelebile a New York City, come nuovi Banksy e Warhol (il cui celebre ritratto di Marilyn è appena stato battuto all’asta da Christie’s per 195 milioni di dollari). Un’opera che poi i turisti potranno ammirare a loro volta nei loro tour.

Tutti street artist a Bushwick

Tra le decine di murales che colorano Bushwick, nel distretto di Brooklyn, considerato la capitale mondiale della street art, potrebbe esserci quindi anche il vostro. In questo quartiere hanno lasciato un segno street artist da tutto il mondo. Vista l’attrattiva che questo aspetto insolito e artistico della zona sta avendo negli ultimi anni, molti artisti, anche famosi, vengono ingaggiati dagli imprenditori locali per abbellire i loro spazi commerciali e attrarre visitatori.

street-art-murales-Bushwick-brooklyn

Un murales di Bushwick a New York

Non c’è muro, saracinesca, vicolo o porta che non ospiti un’opera e che non voglia lanciare un messaggio sociale. Murales tutti da ammirare, da leggere, da scrutare nei minimi dettagli. Ogni artista, che da qualche anno fa parte di una vera e propria community chiamata The Bushwick Collective, ha il suo stile, frutto della sua cultura e della sua esperienza. E che, nell’insieme, rendono il Bushwick il più colorato e il più divertente di tutta New York City.

Tour della street art di Bushwick

Inside Out Tours, come altri tour operator, organizzano visite guidate del quartiere alla scoperta dei murales più belli e più famosi. A differenza di altri, però, loro prevedono anche una sessione di workshop durante la quale i partecipanti hanno l’opportunità di rappresentare una loro opera d’arte lasciando un segno personalissimo su un muro di Brooklyn.

street-art-new-york-Bushwick-Brooklyn

Un artista di strada a Bushwick, New York

È comunque possibile visitare Bushwick in totale autonomia. Il cuore della street art si trova tra le fermate di Jefferson Street e di Montrose della linea L della metropolitana. Passeggiando per le strade in tutta sicurezza si possono ammirare i murales, fermarsi per una pausa in un bar o in una galleria e fare qualche acquisto solidale.

Il quartiere top di New York City

Ai murales all’aperto si aggiungono anche numerose gallerie d’arte moderna e laboratori dove poter esprimere il proprio talento artistico, dalla pittura alla fotografia. Negozi vintage o di stilisti indipendenti. Per chi ama lo shopping ma non vuole essere omologato ai brand statunitensi qui può trovare pezzi unici e introvabili.

Bushwick resta sempre e comunque un quartiere etnico e lo si evince dalla varietà di locali e di street food internazionali che vi si trovano, dai sudamericani con tacos e tortillas agli italiani con le pizzerie (tra cui la preferita di Beyoncé), dai francesi con baguette e pain bagnat agli orientali di ogni provenienza. E tanti sono i locali dove andare la sera se si vuole ascoltare buona musica o assistere a uno show live.

murales-new-york-Bushwick-brooklyn

I murales di Bushwick a Brooklyn, NYC

La storia di Bushwick

Come tutta Brooklyn, anche Bushwick è nato come quartiere operaio. Le varie comunità, olandese, italiana, tedesca ecc. si erano spartite le zone diventando così dei piccoli quartieri etnici. Inizialmente la città fu abitata da olandesi, nel XIX secolo divenne centro di una comunità di immigrati tedeschi, mentre alla fine del XX secolo divenne predominante la comunità ispanica.



Booking.com

Negli Anni ’60-’70 era diventato un quartiere piuttosto malfamato e pericoloso per via della criminalità e non solo non era assolutamente pensabile visitarlo per turismo ma gli stessi abitanti della zona facevano di tutto per poter lasciare il quartiere. Solo verso al fine degli Anni ’90, Bushwick ha subìto un’opera di riqualificazione, così come tutta Brooklyn che nel frattempo stava diventando un “borough” sempre più alla moda. Nelle tipiche palazzine di mattoni rossi lungo il fiume – con vista spaziale sullo skyline di Manhattan – hanno iniziato a investire celebrity e magnati facendo schizzare i prezzi degli immobili.

A Bushwick si trasferirono in massa, quindi, gli artisti di strada che prima operavano a Williamsburg, un altro quartiere di Brooklyn divenuto troppo costoso e borghese.

Bushwick-brooklyn-new-york

Tour di Bushwick nel distretto di Brooklyn