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Sui palazzi di Firenze esistono delle piccole fessure che profumano di vino

Esiste una città italiana che non smette mai di incantare, che stupisce e meraviglia ogni volta, proprio come se fosse la prima. Lei è Firenze, il capoluogo della Toscana, la città d’arte per antonomasia nonché la culla del Rinascimento.

Dal Duomo celebre, maestoso e iconico con quella cupola progettata dal Brunelleschi e il campanile di Giotto, passando per la Galleria dell’Accademia dove è conservata la scultura del David di Michelangelo e per la Galleria degli Uffizi dove sono esposti i capolavori di Botticelli e di Leonardo da Vinci.

Firenze è una vera meraviglia, e lo è anche per quegli scorci meravigliosi che si perdono sul fiume Arno, quelli da ammirare dai ponti conosciuti in tutto il mondo, tra i quali il Ponte Vecchio, e per quel centro storico brulicante di vita, storie e persone. E per quelle fessure che si aprono improvvisamente sulle facciate dei palazzi nobiliari e che profumano di vino.

Le buchette del vino

Appaiono davanti allo sguardo curioso dei passanti quelle fessure che sembrano finestrelle o porticine. Succede improvvisamente, durante una semplice passeggiata tra le strade di Firenze. E quando ne vedete una, fermatevi pure, e preparatevi a un’esperienza incredibile che affonda la sua storia in tempi lontani.

Quelle che avete davanti sono le celebri buchette del vino e, come il nome stesso suggerisce, si tratta di aperture tramite le quali viene venduto il vino ai passanti. Belle, quanto affascinanti e suggestive, queste fessure decorano e impreziosiscono in maniera unica i palazzi del centro storico da secoli.

Per scoprire le loro origini dobbiamo fare un passo indietro nel tempo e spostarci in una Firenze inedita e seducente, quella del XVII secolo. È durante questo periodo che, le famiglie nobiliari che avevano investito nella produzione del vino, iniziarono a diffondere l’usanza di vendere i loro prodotti direttamente dalle loro case e dai loro palazzi, senza intermediazione.

Per facilitare la compravendita, vennero create queste buchette che solitamente erano collegate alla cantina. Attraverso queste avveniva la vendita al dettaglio di bottiglie di vino in strada garantendo una totale discrezione dell’atto.

Le buchette del vino, visibili ancora oggi in città, hanno la forma di finestrelle, con tanto di arco decorato e porticina in legno. Alcune di queste sono ancora attive e visibili in tutto il loro antico splendore, come quelle di via del Giglio e in via del Sole. Altre sono state murate e si sono trasformate nella preziosa testimonianza della storia che appartiene alla città.

Buchette del vino, Firenze

Fonte: Getty Images

Buchette del vino, Firenze

Sorseggiare il vino a Firenze, in una buchetta

Alcune delle buchette del vino della città di Firenze sono ancora attive e hanno un fascino indescrivibile. Durante l’emergenza sanitaria, molte di queste sono state ripristinate per servire bevande e drink in totale sicurezza.

Ancora in funzione o murate, le buchette del vino sono tantissime: la città, infatti, ne ospita circa 180. L’invito è quello di organizzare una vera e propria caccia al tesoro nel cuore del capoluogo della Toscana.

Se è vero che non esiste una catalogazione ufficiale di questi piccoli gioielli architettonici, è vero anche che grazie al lavoro dell’Associazione Buchette del Vino, che ha come obiettivo quello di valorizzare e preservare questo patrimonio, possiamo orientarci tra i quartieri e le strade della città per scoprirle, fotografarle e sorseggiare del vino.

Tra le più famose troviamo quella incastonata in un’antica facciata di via del Giglio e quella di palazzo Antinori in via del Trebbio. E poi ancora è possibile trovarle in via delle Belle Donne, sulla facciata del Palazzo Viviani, in via dell’Oriuolo e in via Borgo Pinti.

Buchette del vino, Firenze

Fonte: Getty Images

Buchette del vino, Firenze
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L’edificio più instagrammato di Parigi non è reale

C’è sempre un buon motivo per organizzare un viaggio a Parigi. Che sia per scoprire tutte le novità che ci sono in città, per nostalgia delle meraviglie della capitale francese o per una fuga romantica, quello che è certo è che la bellezza della Ville Lumière è destinata a incantare e stupire ogni volta, come se fosse la prima.

Dall’elegante e maestosa dama di ferro che domina la città e la rappresenta, alla suggestiva Rive Gauche, passando per i musei che custodiscono l’arte e la cultura del Paese e del mondo interno.

Tappa imprescindibile dei viaggi a Parigi è Montmartre, il quartiere dei pittori e degli artisti. Quello che custodisce il più antico cabaret della città, la meravigliosa Basilica del Sacro Cuore e i numerosi ristoranti in cui è possibile deliziarsi con le prelibatezze della gastronomia locale. È sempre qui che, durante una passeggiata, è possibile scorgere un edificio bizzarro e particolare che sembra affondare dietro a un prato verde. Si tratta della casa storta di Parigi, che poi storta non è.

Bentornati a Montmartre

Montmartre, dicevamo, è il quartiere iconico di Parigi che merita sempre una visita. Non una soltanto, intendiamoci. Per scoprire l’anima della città, nascosta tra le strade e le vie del XVIII arrondissement, infatti, è necessario indagare ed esplorare ogni angolo di questo luogo meraviglioso.

Situato sulla collina nella zona nord di Parigi, rappresentando il suo punto più alto, questo quartiere ha un fascino indescrivibile che seduce e conquista oggi, esattamente come ieri.

Una passeggiata qui sembra quasi trasportarci nel sogno della Belle Époque che rivive in qualche modo anche in quegli artisti di strada che popolano il quartiere. È sempre qui che troviamo alcuni dei simboli dell’intera città, come la Basilica del Sacro Cuore, il Moulin de la Galette e l’iconico Moulin Rouge. Ma anche il cimitero omonimo che ospita, tra le tante tombe, anche quelle di Stendhal, di Dalida e di Degas, per citarne alcune.

A Montmartre è presente anche il Café des 2 Moulins, il celebre locale che ha fatto da scenografia a uno dei film più amati di sempre: Il favoloso mondo di Amélie. È qui che si ferma a prendere un caffè chi viene in viaggio, sognando di essere proprio come la protagonista della pellicola.

C’è un altro luogo, però, che attira l’attenzione e la curiosità dei viaggiatori ispirati dalle numerose fotografie della città. Si tratta di una casa storta e in pendenza situata a pochi passi dalla Basilica del Sacro Cuore e diventata con gli anni la protagonista assoluta degli scatti parigini condivisi su Instagram. Ma non lasciatevi ingannare dalle apparenze perché nel quartiere degli artisti nulla è come sembra, neanche questa casa.

La casa storta di Parigi

Appare così, in tutta la sua prorompente particolarità questa casa storta che cadere da un momento all’altro. In realtà, quel momento non arriverà mai perché quella residenza altro non è che un normale palazzo parigino come tanti gli altri.

La pendenza è data dal particolare effetto ottico creato dalle persone attraverso la fotocamera dello smartphone o della macchina fotografica.

L’edificio, infatti, fa capolino proprio da un prato che è in pendenza. Inclinando di poco la fotocamera, la collina sembra completamente orizzontale, mentre l’edifico che appare dietro sembra sia per precipitare.

La casa storta di Montmartre è diventata col tempo uno dei luoghi più instagrammabili di Parigi, anche se in realtà come abbiamo visto si tratta solo di un’illusione. Se però volete creare delle foto di viaggio che stupiscano chi vi segue, allora vi basterà salire le scale che conducono alla Basilica del Sacro Cuore.

È proprio quando si attraversa l’ultima rampa che, sulla destra, un prato in pendenza rivela l’edificio. Prendete il vostro smartphone e scattate la fotografia migliore.

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La Visione di Leonardo: la mostra che ti porta nella mente del genio

È un viaggio diverso, inedito e straordinario quello in cui vi accompagniamo oggi. Un’avventura multidimensionale, immersiva e unica che utilizza la tecnologia per raccontare storie e idee, che vi permetterà di entrare nella mente visionaria del genio Leonardo da Vinci.

È proprio allo scienziato, inventore e artista italiano che il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia di Milano ha scelto di dedicare una mostra diffusa e permanente accessibile a tutti. Ma non si tratta di un’esposizione tradizionale dove l’osservatore è chiamato a contemplare le opere del maestro.

La Visione di Leonardo, questo il nome della mostra, è una sorta di caccia al tesoro che vi condurrà nei luoghi simbolo del capoluogo lombardo. Gli stessi che si legano indissolubilmente alla figura dell’artista. Ed è proprio raggiungendoli che, grazie alla tecnologia, le visioni di Leonardo da Vinci appariranno davanti ai vostri sguardi increduli.

La Visione di Leonardo: la mostra da non perdere

È una mostra diffusa e permanente che cambia per sempre il modo di vedere la città perché ci permette di osservarla con gli occhi del visionario Leonardo da Vinci. A partire dal 30 giugno, infatti, installazioni animate e tridimensionali ispirate alle idee dello scienziato e inventore, creano un nuovo percorso urbano, un itinerario unico e straordinario in città per entrare nella mente di Leonardo.

Il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia partecipa alla mostra come partner scientifico affiancando il lavoro di Bepart, ideatore del progetto basato sulla realtà aumentata. Si esce quindi dagli spazi museali per raggiungere alcuni luoghi iconici di Milano che ospitano virtualmente otto opere tutte da ammirare, capolavori in digitale che trasformano il capoluogo lombardo in una grande e inedita sala espositiva contemporanea.

Le tappe da inserire in questo nuovo itinerario sono Piazza Gae Aulenti, Parco Sempione, il Castello Sforzesco e Piazza della Scala. E poi, ancora, Palazzo Reale, Conca del Naviglio, Darsena e il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia. Se al primo sguardo avrete come l’impressione che nulla in questi luoghi sia cambiato, provate a puntare il vostro smartphone nel punto preciso indicato dal Gps: sarà allora che le opere del genio si paleseranno davanti ai vostri occhi.

Per accedere alla mostra La Visione di Leonardo, infatti, avrete bisogno del vostro smartphone e dell’app ImaginAr. Sarà questa a indicarvi i luoghi da raggiungere, sarà sempre lei, grazie a tecnologia e innovazione, a trasformare le tappe milanesi in sale espositive open air.

La Visione di Leonardo, opera di David Szauder

Fonte: Museo Nazionale Scienza e Tecnologia

La Visione di Leonardo, opera di David Szauder

Una mostra digitale, multidimensionale e immersiva accessibile con un’app

Come abbiamo anticipato, vi basterà scaricare l’app ImaginAR per iniziare un viaggio all’interno della mente di Leonardo. I contenuti artistici creati dagli otto artisti digitali coinvolti vengono visualizzati proprio grazie alla fotocamera del telefono che si trasforma in un terzo occhio grazie tecnologia della realtà aumentata.

A circondare le opere ci saranno proprio questi spazi celebri che già conosciamo: le installazioni, infatti, appaiono contestualizzate nello scenario urbano, tra le superfici, gli edifici e i panorami che li caratterizzano.

In questo viaggio immersivo e incredibile sarà possibile andare alla scoperta del volto più bello di Milano in maniera inedita grazie a un itinerario urbano legato indissolubilmente alla figura dello scienziato. in ognuna delle 8 tappe, un’installazione digitale con animazioni tridimensionali e un audio presentato la visione dell’artista in un dialogo costante con la realtà circostante.

La mostra diffusa è fruibile in autonomia, portando con sé lo smartphone, oppure prenotato un tour guidato da una guida specializzata.

La Visione di Leonardo, opera di Giulia Roncucci

Fonte: Museo Nazionale Scienza e Tecnologia

La Visione di Leonardo, opera di Giulia Roncucci
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Turingia, Sassonia-Anhalt, Berlino: itinerario alla scoperta della Bauhaus

Per gli amanti dell’arte concettuale, non c’è niente di meglio che un itinerario alla scoperta di tesori del design. Un viaggio tra arte, architettura, design, futurismo e sperimentazione all’insegna della Bauhaus. Un percorso insolito, con un itinerario attraverso la Turingia e la Sassonia-Anhalt, per arrivare fino a Berlino, seguendo le tappe della scuola di architettura più importante del 20° secolo.

Turingia: patria della scuola Bauhaus

La Bauhaus fu una scuola di design che, malgrado la sua vita brevissima, ha influenzato l’architettura mondiale del 20° secolo. Nata per volontà dell’architetto Gropius che unì la Scuola d’arte e la Scuola di artigianato di Weimar. Ed è proprio questa cittadina della Turingia la prima tappa dell’itinerario. Una passeggiata tra i palazzi dell’università, nel centro di Weimar, raggiungibili a piedi, proseguendo verso nord, fino a raggiungere il Museo Bauhaus. Tappa obbligatoria: la Haus am Horn, testimonianza della scuola di architettura che risale al 1923, un progetto di Georg Muche, insegnante alla Bauhaus.

Il museo Bauhaus di Weimar

Fonte: iStock

Il museo Bauhaus di Weimar

Prossima fermata: Dessau, la “sede centrale” della Scuola

La cittadina della Sassonia, Dessau venne completamente rasa al suolo durante la Seconda guerra mondiale, in quanto importante centro di produzione di armi. Nel 1926 però la città era un polo industriale, ed accolse la Bauhaus a braccia aperte, dopo che le condizioni politiche di Weimar costrinsero Gropius & co a cercare una nuova sede. E qui la Bauhaus esplose con le architetture più interessanti, divenute Patrimonio UNESCO.

Da visitare assolutamente la Scuola, progettata da Gropius e dagli stessi studenti dei tempi di Weimar, ogni cosa qui è firmata Bauhaus.

La casa di Gropius a Dessau

Vicino alla Scuola, si trova il complesso abitativo delle Case dei Professori. Qui vi abitarono Gropius Hannes Meyer e Ludwig Mies van der Rohe. Di queste costruzioni però solo due sono originali: una è la Schlemmer-Muche, l’altra è quella in cui vissero Kandinskij e Paul Klee. Anche a Dessau, si trova un Museo Bauhaus, con oggetti di design, dipinti e racconti degli studenti della scuola.

Berlino e la fine della Bauhaus

Con l’ascesa del nazismo, la Bauhaus non è ben vista a causa delle sue idee progressiste e rivoluzionarie. La Scuola chiude a Dessau per spostarsi, in forma ridotta, a Berlino. Qui continuerà le sue attività per meno di un anno, poi chiuderà definitivamente.

Ma Berlino dopo la guerra  deve cambiare volto. La città si divide e deve ricostruire le sue strade con architetture portatrici di messaggi politici. Così a Berlino ovest venne viene Scharoun che, con un piano architettonico che ha richiesto l’intervento di professionisti di fama mondiale, tra cui Gropius stesso, ricostruì il quartiere Hansaviertel. Proprio tra le strade di questo complesso si possono ancora ritrovare le tracce di una scuola che aveva chiuso già 30 anni prima. Qui si stagliano sul cielo grattacieli di Aalto, Le Corbusier, Ruf e Niemeyer, in un quartiere eretto secondo la logica “bauhausiana” della sperimentazione.

Un itinerario che passa attraverso palazzi che hanno visto designer, artisti e grandi architetti sperimentare, cercare nuovi soluzioni e dare un volto più fresco alle facciate tedesche. La storia dell’arte e dell’architettura qui non è da ammirare come un’opera d’arte al museo, ma qualcosa da vivere, respirare e sentire sulla propria pelle.

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Leggende e miti di un paradiso selvaggio e solitario

Le isole Faroe sono un luogo incantato, ricco di leggende mitologiche e storie misteriose. Per rendere unici viaggi ed esplorazioni, è essenziale conoscere i segreti che si celano negli angoli di questi posti magici. L’arcipelago danese riesce sempre ad incantare ogni turista di passaggio.

Le leggende delle isole Faroe

Una delle storie più famose delle isole Faroe è la leggenda di Kópakonan, che letteralmente significa la donna delle foche. Un tempo si credeva che le foche fossero uomini e donne che cercavano volontariamente la morte nell’oceano. Una volta all’anno però, durante la tredicesima notte, era permesso loro venire sulla terra, togliere la pelle e mischiarsi con gli esseri umani.

Un giovane del villaggio di Mikladalur, non credendo alla leggenda, la tredicesima sera si mise sulla spiaggia ad aspettare l’arrivo delle foche. Ad un certo punto le vide nuotare verso la riva, arrampicarsi sulla spiaggia, togliersi la pelle e tornare ad essere persone normali.

Villaggio di Mikladalur, Isole Faroe, Danimarca

Fonte: iStock

Il villaggio di Mikladalur, Isole Faroe, Danimarca

Il giovane contadino si innamorò di una ragazza-foca e decise di rubarle la pelle, costringendola a seguirlo nella sua fattoria, dove la tenne prigioniera per molti anni. La sua pelle rimase nascosta in una cassapanca di cui solo lui aveva la chiave. Si sposarono ed ebbero figli, ma la ragazza aveva sempre il desiderio di tornare dalla sua famiglia, in mare. Un giorno, però il giovane scordò la chiave a casa e quando fece ritorno la donna era fuggita, aveva fatto ritorno in mare.

Temendo la vendetta dell’uomo la donna-foca gli apparve in sogno chiedendogli di non fare del male alle foche che popolavano il mare. Ma il contadino non diede ascolto al sogno e si unì ai suoi compagni, i quali uccisero tutte le foche presenti nella grotta vicino alla riva.

La sera, mentre gli uomini stavano banchettando, la ragazza apparve lanciando loro una maledizione. Ancora oggi capita che gli uomini del villaggio cadano in mare dalle cime delle scogliere e si pensa che non sia ancora stato raggiunto il numero di vittime sufficienti per terminare la maledizione.

I troll del villaggio

Anche il villaggio di Trøllanes cela una curiosa leggenda. Ogni anno, la tranquilla vita del villaggio veniva spezzata da un’invasione di troll. Una vecchia signora di nome Giðja, fisicamente incapace di scappare dall’assalto furioso dei troll, così, cercò rifugio sotto il tavolo nel suo salotto. Le grandi creature, concentrate a fare festa, non riuscirono a trovare la donna. Continuarono a godersi la notte di libertà finché la donna, spaventava da quello che stava accadendo, urlò “Cristo!”. I troll, infastiditi da questa parola, maledirono la donna per aver invocato il nome di Dio e lasciarono il villaggio per sempre.

Gli elfi delle isole Faroe

Come tutti i paesi nordici, anche le isole Faroe hanno i loro strani abitanti: gli elfi. Si pensa, che vicino al lago Sørvágsvatn, e in generale in tutte le isole Faroe, ci siano tumuli e formazioni rocciose associati all’Huldufólk, il Popolo Nascosto. Grandi esseri con i capelli neri e vestiti grigi, che odiavano la vita moderna e le chiese, odio reciproco. Si narra che gli elfi che vivevano in un tumulo tra il lago Sørvágsvatn e la vicina città di Sørvágur invitarono un sacerdote a fargli visita. Il sacerdote però usò la sua magia per intrappolare gli elfi nel tumulo per sempre.

Leggende delle Isole Faroe

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Pittoresca cittadina di Tjornuvik racchiusa tra il mare e decine di cascate nelle Isole Faroe
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Il battesimo di Costa Toscana, la nave super green

È tra le navi più green del mondo e sta per salpare nel Mediterraneo. La nuova Costa Toscana, l’ammiraglia di Costa Crociere battente bandiera italiana, è stata battezzata nel porto di Barcellona e promette di portare i passeggeri a sperimentare crociere come mai prima d’ora.

Una “smart city” galleggiante

Costa Toscana è una vera e propria “smart city” itinerante. Grazie all’utilizzo del gas naturale liquefatto (Gnl) con cui si riesce a eliminare quasi del tutto l’immissione di ossidi di zolfo nell’atmosfera, di ossido di azoto e di CO2 (fino al 20%) è una nave super green.

Oltre a zero emissioni, la nave offre tutta una serie di innovazioni tecnologiche all’avanguardia studiate per ridurre ulteriormente l’impatto ambientale. L’intero fabbisogno giornaliero di acqua è soddisfatto trasformando quella del mare tramite l’utilizzo di dissalatori.

Il consumo energetico è ridotto al minimo grazie a un sistema di efficientamento energetico intelligente. Inoltre, a bordo viene effettuato il 100% di raccolta differenziata e il riciclo di materiali come plastica, carta, vetro e alluminio. I legni di mare che arredano le isole del ristorante Archipelago a bordo sono stati recuperati grazie ai “Guardiani della Costa”, il programma di educazione ambientale per la salvaguardia del litorale italiano promosso dalla Costa Crociere Foundation. Per ogni cena che si degusterà nel ristorante, Costa donerà parte del ricavato per sostenere progetti ambientali e sociali della fondazione.

Com’è fatta la nave dentro

Gli interni di Costa Toscana sono frutto di un progetto creativo straordinario, curato da Adam D. Tihany, nato per esaltare e far vivere in un’unica location i colori e le atmosfere della meravigliosa Regione italiana a cui s’ispira la nave, la Toscana.

Arredamento, illuminazione, tessuti e accessori sono tutti “Made in Italy”, creati da 15 aziende altamente rappresentative dell’eccellenza italiana. Dalla SoleMio Spa alle aree dedicate al divertimento, dai bar tematici, in collaborazione con grandi brand italiani e internazionali, ai 21 tra ristoranti e aree dedicate alla “food experience”, tutto è un omaggio all’Italia.

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Fonte: Ufficio stampa

Bar a bordo piscina sulla Costa Toscana

A bordo è tutto ispirato al nostro Paese e in particolare alla nostra Regione. A partire dalla zona principale della nave, il Colosseo, uno spazio al centro sviluppato su tre ponti dedicato agli spettacoli. Gli schermi luminosi, posizionati sia sulle pareti sia sulla cupola, offriranno la possibilità di creare una storia diversa in ogni porto di scalo e in ogni momento della vacanza.

Piazza del Campo è invece una grande scalinata affacciata a poppa, su tre ponti, ideale per i momenti di intrattenimento degli ospiti, con una balconata all’aperto sull’ultimo ponte il cui pavimento di cristallo farà vivere l’emozione di volare sul mare.

Piazza dei Miracoli, a prua della nave, è il punto d’incontro di tre diverse esperienze: shopping, degustazione e intrattenimento. Un altro punto suggestivo e panoramico è la Passeggiata Volare, che raggiunge il punto più alto della nave a 65 metri d‘altezza.

I ponti avranno tutti nomi delle città toscane: Montalcino, Pietrasanta, Viareggio, Montecatini, Lucca, Pienza, Bolgheri e Montepulciano.

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Fonte: Ufficio stampa

Una delle cabine a bordo della nave

Sulla Costa Toscana, oltre alle cabine classiche, ci sarà una nuova tipologia con “terrazza sul mare” e una splendida dependance dove fare colazione, prendere un aperitivo o semplicemente godersi il rumore delle onde. Le camere a bordo della nave sono in totale 2.663, di cui 28 suite, 106 camere con terrazza, 1.534 camere con balcone, 168 camere esterne e 827 camere interne.

Per il divertimento dei più bambini che viaggiano a bordo della nave ci sono lo Splash AcquaPark, con il suo scivolo posizionato sul ponte più alto, una nuova area dedicata ai videogames, e lo Squok Club.

Le escursioni con gli esperti

Nel corso dell’estate, Costa Toscana offre un itinerario di una settimana che fa tappa in alcune delle più belle città e isole del Mediterraneo occidentale e toccherà i porti di Savona, Civitavecchia/Roma, Napoli, Ibiza, Valencia e Marsiglia. Durante la stagione autunnale, invece le tappe saranno a Palma de Maiorca al posto di Ibiza.

Le escursioni organizzate dalla compagnia di navigazione sono il top. Ci saranno infatti tour a firma di National Geographic Expeditions, realizzati in collaborazione con il Tour Operator Kel 12, che prevedono la visita di luoghi speciali accompagnati da guide speciali, come fotografi, vulcanologi e archeologi.

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Fonte: Ufficio stampa

La Costa Toscana prende il largo
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Le scale di questa città custodiscono il suo segreto più bello

Edoardo Bennato, nella sua canzone, lo ha definito il percorso della città obliqua, il tesoro della città antica fatto di scale e passaggi segreti illuminati dal sole e dalla Luna.

Ma quello che sembra appartenere all’immaginario onirico del cantautore napoletano, in realtà, è un itinerario reale e straordinario che appassiona da sempre i cittadini e i viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Perché è qui, tra le oltre duecento scale di Napoli, che sono nascosti i segreti, le storie e l’intera identità di una città che rapisce il cuore e la mente, e che fa innamorare ogni volta.

Le scale di Napoli

C’è chi le definisce capolavori urbanistici senza uguali, chi vie alternative e strategiche per collegare le colline con il centro storico e il mare, chi ancora come dei percorsi di trekking urbano per ammirare gli scorci più suggestivi della città. Ma la verità è che le scale di Napoli sono tutte queste cose insieme e sono bellissime.

Si snoda tra la città quell’insieme sofisticato e monumentale di gradinate che collegano varie zone della città e che da sempre affascina ingegneri e architetti per la complessità che gli appartiene. Scale che parlano del passato e dell’identità stessa di una città che sa comunicare con la sua anima

Le scale di Napoli sono le cornici perfette di un’istantanea di viaggio da immortalare col cuore, sono le protagoniste assolute dei versi dei poeti ottocenteschi che qui hanno lasciato il cuore. Sono le stesse apparse nei quadri e nei set cinematografici di pellicole cult che hanno fatto la storia.

Sono le vene pulsanti del cuore di Napoli, quelle che collegano il centro storico a Posillipo, al Vomero e a Camaldoli. E oggi sono delle attrazioni turistiche per i viaggiatori che amano il trekking urbano, per quelli che non si accontentano di ammirare la città del sole e del mare dal basso, ma vogliono salire più in alto, per scoprire le visioni meravigliose che il Golfo regala allo sguardo di chi lo contempla.

Realizzate per collegare facilmente le diverse zone della città e aggiungere monasteri e chiese, le scale di Napoli sono impresse nella memoria storica della città. Alcune non esistono più, altre sono state trasformate in agili discese e altre ancora, invece, sono percorribili, regalando oggi, come ieri, visioni incantate sull’intero capoluogo campano.

Gradini Giuseppe Piazzi nel film Ieri, oggi, domani

Fonte: Wikimedia

Gradini Giuseppe Piazzi nel film Ieri, oggi, domani

I percorsi della città obliqua

Alcuni dei percorsi gratinati che permettono di scoprire e riscoprire la città obliqua sono diventati iconici, come la Pedamentina, quell’itinerario composto da 414 scalini che collega la Certosa di San Martino al Corso Vittorio Emanuele. Costruita nel XIV secolo, questa lunga scalinata è la testimonianza della complessità urbanistica della città, nonché uno dei luoghi preferiti da cittadini e viaggiatori per ammirare lo splendido patrimonio paesaggistico del territorio.

Tra le scale ancora percorribili troviamo anche le Rampe del Petraio costruite tra il XVI e il XVII secolo. Questo percorso collega il Vomero al quartiere Chiaia passando per il Complesso monastico di Suor Orsola Benincasa e arrivando fino alla Certosa di San Martino.

Troviamo poi la Salita Tasso, documentata già nel 1775 nelle mappe del Duca di Noja, e quella di Cacciottoli, chiamata così per la villa che sorge proprio lungo il percorso. A un certo punto, la via gratinata fatta di scalinate ripide si prolunga e inizia il percorso conosciuto come le Scale di Sant’Antonio ai Monti, che conduce fino al quartiere di Montecalvario.

E poi ancora lo Scalone monumentale di Montesanto, i Gradini del Paradiso e il Pendino Santa Barbara. Le scale di Napoli sono tantissime ed elencarle tutte è quasi impossibile.

Se siete in città, però, aguzzate la vista perché questi percorsi si aprono improvvisamente davanti agli occhi dei visitatori solo per essere percorsi. Ed è allora che scoprirete una città meravigliosa.

Pedamentina di San Martino

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Pedamentina di San Martino
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A Milano sono sbocciati i fiori sui palazzi: ora sono opere d’arte

Chiudete gli occhi e immaginate di poter passeggiare in una città cosmopolita celebre in tutto il mondo per essere la capitale della moda e del design. Una metropoli che ospita ristoranti e negozi esclusivi, vie dello shopping celebri in tutto il mondo, un duomo bellissimo e straordinario e luoghi di cultura che tengono vivo il dialogo tra arte moderna e contemporanea.

Ora immaginate che in quella stessa città una strada sia stata trasformata in un’opera d’arte permanente, un piccolo museo a cielo aperto capace di trasportare in un mondo onirico, ma ben riconoscibile agli occhi di tutti gli appassionati del design per forme, linee ed evocazioni.

Adesso, finalmente, potete aprire gli occhi. Vi diamo il benvenuto nella nuova via Balzaretti, la strada situata nella zona Città Studi di Milano, che in occasione della Design Week si è trasformata in una galleria d’arte a cielo aperto che lascia senza fiato.

Milano: la strada che diventa opera d’arte

È impossibile non notare quella fioritura straordinaria che è esplosa sulle facciate delle case e degli edifici del quartiere di Milano in questi giorni. Non si tratta di un capolavoro firmato da Madre Natura questa volta, ma di un’opera nata dall’estro creativo e visionario di Toiletpaper, la rivista creata dall’artista Maurizio Cattelan e dal fotografo Pierpaolo Ferrari che ha trasformato la strada milanese della storica sede in museo en plein air.

Basta una passeggiata per i vicoli di Città Studi, tra via Pascoli e via Pinturicchio, per innamorarsi. Sulla via che già ospita l’edificio storico e iconico della rivista, che si contraddistingue per quella facciata fatta di rossetti dipinta nel 2021, sono comparse altre opere d’arte che hanno dato nuova vita all’intera zona in occasione della Design Week 2022.

Le facciate sembrano le pagine di una rivista da sfogliare, quella di Toiletpaper s’intende, e sono bellissime.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, immagini oniriche, surreali e romantiche hanno cambiato il volto della via trasformandola in una micro galleria d’arte en plen air.

Ci sono fiori che esplodono sulle facciate, che si arrampicano sugli edifici e sembrano quasi entrarci dentro, dalle porte e dalle finestre. Una sorta di trompe-l’œil continuativo che inganna l’occhio e lo incanta, che trasforma quei dipinti bidimensionali in oggetti quasi reali. Sembra davvero che qui la natura si sia impadronita degli spazi e conviva perfettamente con l’arte e il design.

La strada più instagrammabile di Milano

Guardando ciò che è diventata via Balzaretti oggi non abbiamo più dubbi: la strada entra di diritto tra i luoghi più instagrammabili d’Italia. Con una scenografia unica, che catapulta i passanti in un universo sognante e meraviglioso, questa installazione site specific è un vero incanto.

I murales che hanno trasformato le facciate degli edifici storici di via Balzaretti, vanno ad aggiungersi alle altre opere di street art che caratterizzano il capoluogo lombardo creando così un itinerario sorprendente fatto di arte, contemporaneità e suggestione.

Grazie alla collaborazione tra Toiletpaper e Organics by Red Bull, questo intervento di arte urbana è riuscito a valorizzare, ancora una volta, il legame stretto e indissolubile tra la città e l’arte, in ogni sua forma.

Milano: via Balzaretti diventa un'opera d'arte

Fonte: IPA

Milano: via Balzaretti diventa un’opera d’arte
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La galleria d’arte tra le nuvole di Barcellona

C’è sempre un buon motivo per tornare a Barcellona, anzi ce ne sono tantissimi. La cosmopolita capitale della Catalogna è celebre in tutto il mondo per il suo straordinario patrimonio artistico, culturale e architettonico.

Del resto quando parliamo di questa meravigliosa città nella nostra mente compaiono le immagini della straordinaria Sagrada Família e di tutti gli altri edifici progettati da Antoni Gaudí che hanno ridefinito il volto urbano di Barcellona. A questi si affiancano i musei, come quello di Picasso e la Fondazione Joan Miró, il mare, la rambla, la gastronomia e i ritmi slow che da sempre caratterizzano l’intero Paese.

Si torna sempre in questa città, perché lei sa stupire e incantare ogni volta, proprio come se fosse la prima. E oggi abbiamo un altro motivo per raggiungerla, un’attrazione strabiliante da non perdere: una galleria d’arte tra le nuvole di Barcellona.

Mirador Torre Glòries: benvenuti tra le nuvole

Una vacanza lunga o un city break? Indipendentemente dalla vostra scelta Barcellona è sempre una fantastica idea. Non a caso è una delle mete predilette di viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Le cose da fare in città sono davvero tantissime, dalle visite culturali, al relax in spiaggia passando per lo shopping e la movida. Ma come vi anticipavamo c’è una nuova e imperdibile attrazione nella capitale della Catalogna e per scoprirla ci dobbiamo recare all’ultimo piano del Mirador Torre Glòries.

Mirador Torre Glòries

Mirador Torre Glòries, Barcellona

Situata al 211 dell’Avinguda Diagonal, questa torre di osservazione non ha bisogno di presentazioni. Con i suoi 125 metri d’altezza, che culminano con una cupola che sembra sfiorare il cielo, offre visioni strabilianti su tutta la città imponendosi sullo skyline urbano.

Ma la vista panoramica non è l’unica cosa che vi emozionerà una volta arrivati in cima all’edificio perché adesso, il 30esimo piano della torre, è stato trasformato in una galleria d’arte che ha l’obiettivo di far vivere un’esperienza straordinaria tra le nuvole di Barcellona.

La galleria d’arte con vista mozzafiato

Progettata dagli architetti Jean Nouvel e Fermín Vázquez e inaugurata nel 2005, la torre di osservazione è diventato uno sei simboli contemporanei della città. Scintillante all’esterno, panoramico all’interno, il Mirador Torre Glòries offre un’esperienza senza eguali arricchita oggi da un nuovo punto panoramico che ha rivoluzionato il concetto di Belvedere.

All’ultimo piano della torre, infatti, è stato inaugurato uno spazio interattivo, culturale e artistico che porta la firma dell’artista argentino Tomás Saraceno.

Cloud Cities Barcelona, questo il nome dell’installazione permanente e multisensoriale dell’artista che catapulta gli ospiti in un’altra dimensione, trascendentale e reale. Da una parte ci sono oltre 100 moduli che compongono delle nuvole geometriche tra le quali perdersi e ritrovarsi, dall’altra una vista unica a 360 gradi sull’intera città.

L’opera firmata dall’artista argentino ha come obiettivo quello di invitare l’osservatore a riflettere sulla città e sulla connessione degli elementi urbani che trovano spazio dentro e fuori. L’esperienza, a 125 metri d’altezza, è unica nel suo genere. Avrete come l’impressione di essere sospesi tra cielo e terra e camminare tra le nuvole.

Cloud Cities, Barcelona

Cloud Cities, l’opera all’ultimo piano del Mirador Torre Glòries di Barcellona

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New York ha il suo solstizio: è qui il tramonto più bello del mondo

Poche cose al mondo sanno incantarci come fa un tramonto d’estate quando i raggi del sole, prima dell’ultimo saluto, accendono il mare, le montagne, i prati e i giardini, colorando il panorama di mille sfumature di rosso.

La golden hour è uno degli spettacoli naturali più affascinanti del mondo. E nonostante si tratti di uno show che si ripete giorno dopo giorno, le emozioni che ci restituisce sono sempre uniche, inedite e sorprendenti perché non c’è tramonto che sia uguale all’altro.

Non stupisce, quindi, che quando l’ora del tramonto arriva la nostra vista inizi a vagare alla ricerca di quegli spettacoli messi in scena da Madre Natura, per fotografarli, ma soprattutto per viverli. Ed è vero che sono tutti bellissimi, ma ne esiste uno che ci ha stregato, ed è quello che infuoca le strade di New York.

Il solstizio di Manhattan

Cos’è un solstizio lo sappiamo tutti. È il fenomeno astronomico che si verifica due volte l’anno e che segna l’inizio delle due stagioni contrapposte: l’estate e l’inverno, rispettivamente il 21 dicembre e il 21 giugno.

Cosa c’entra il solstizio con il nostro tramonto più bello del mondo ve lo spieghiamo subito, e per farlo ci spostiamo momentaneamente a New York.

È qui, infatti, che due volte l’anno si verifica uno degli spettacoli naturali più affascinanti di sempre: il Manhattanhenge, conosciuto anche come solstizio di Manhattan.

Manhattanhenge

Manhattanhenge

Il termine, come è facilmente intuibile, è la fusione tra le parole Manhattan e Stonehenge, il grande, affascinante ed enigmatico sito di megaliti che si trova in Inghilterra all’interno del quale migliaia di persone si radunano ogni anno in occasione del solstizio d’estate per ammirare quel seducente allineamento del sole con il monumento.

Anche tra le strade della Grande Mela è possibile assistere a un allineamento incredibile che si verifica due volte l’anno: il sole si incastra perfettamente tra le vie del distretto di Manhattan creando uno spettacolo che lascia senza fiato.

Quando e come vedere il Manhattanhenge

Come ogni solstizio che si rispetti, anche quello di Manhattan si verifica due volte l’anno dando vita a una visione affascinante e seducente: il tramonto più bello di tutta New York e forse del mondo intero.

Quando la luce del disco solare fa capolino tra i grattacieli, prima di allinearsi con questi, la visione è sublime e si traduce in uno spettacolo mozzafiato tanto atteso quanto celebrato dai cittadini della Grande Mela e da chiunque si trovi a New York in questo periodo.

Per ammirare questa straordinaria golden hour le date da segnare in calendario sono due, rispettivamente il 28 maggio e il 12 luglio. Queste date possono variare sensibilmente in base al solstizio d’estate che non cade sempre lo stesso giorno.

Se siete a New York in questo periodo non potete assolutamente perdere la magia che si crea quando il sole al tramonto infiamma con i suoi colori l’intera città.

Per ammirare il Manhattanhenge in tutta la sua bellezza si può scegliere qualsiasi strada che attraversa il celebre distretto della zona est-ovest, ma quelle con il panorama migliore sono la 42esima, la 57, la 34, la 23 e la 14esima.

Manhattanhenge

Manhattanhenge, maggio 2022