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Un mare di diamanti su cui puoi camminare: l’esperienza unica

C’è chi attende con impazienza il ritorno del sole e della bella stagione e chi, invece, si lascia ammaliare dal fascino dell’inverno e da tutti quei paesaggi da cartolina che solo questa stagione sa regalarci. Ed è proprio a tutte queste persone che oggi ci rivolgiamo, per parlarvi di un luogo, e di un’esperienza, che vi farà sentire come i protagonisti di una fiaba ghiacciata.

Il luogo da raggiungere è Harbin e, siamo certi, che la città non ha bisogno di presentazioni. Il capoluogo dell’Heilongjiang, provincia più a nord della Cina, è celebre soprattutto per il Festival internazionale cinese del ghiaccio e neve, una manifestazione che dal 1984 attira e incanta viaggiatori provenienti da ogni parte del mondo.

Ogni anno, a partire dal mese di gennaio, si realizzano centinaia di sculture di ghiaccio di diverse forme e fattezze che riproducono un’intera città. Grazie agli spettacoli di luce e colori che vanno in scena al crepuscolo, poi, l’atmosfera diventa magica. Il festival, da solo, offre tantissimi motivi per volare dall’altra parte del mondo e sostare in città durante l’inverno. Ma oggi ce n’è un’altro ed è dato da quel mare scintillante di diamanti sul quale tantissimi cittadini stanno già camminando.

Harbin: puoi camminare su un mare di diamanti che brillano al sole

Non è propriamente un mare, ma la distesa ghiacciata che si perde a vista d’occhio regala davvero la sensazione di trovarsi davanti all’acqua salata. In realtà si tratta del fiume Songhua che, con l’arrivo dell’inverno, si è ghiacciato completamente creando un’ambientazione da fiaba.

La distesa sembra aver subito un incantesimo: l’acqua si è trasformata in blocchi di ghiaccio che, incastonati asimmetricamente, brillano sotto i raggi del sole e sopra le acque del fiume, ricreando così uno spettacolo di luci e colori che incanta e sorprende.

Le fotografie pubblicate e diffuse sul web mostrano le infinite sfumature di blu che illuminano le acque del fiume ghiacciate: sembra davvero di trovarsi davanti a un mare di diamanti.

Non è solo la visione a stupire, ma è anche il fatto che è possibile camminare tra i blocchi di ghiaccio. Tantissime persone, infatti, sono accorse negli scorsi giorni davanti a questo scenario incantato per contemplare il paesaggio, passeggiare sul ghiaccio e scattare istantanee di immensa bellezza.

Harbin: il fiume ghiacciato si è trasformato in un'incredibile attrazione turistica

Fonte: Splash News / Shutterstock 2024 / IPA

Harbin: il fiume ghiacciato si è trasformato in un’incredibile attrazione turistica

Le vacanze invernali nel Regno di Frozen

Harbin è una di quelle città da raggiungere almeno una volta nella vita, soprattutto per tutti coloro che subiscono il fascino dei paesaggi invernali. Durante la stagione fredda, infatti, qui è possibile vivere un’autentica fiaba ghiacciata.

Come il regno di Frozen, così è la città cinese. Il merito va soprattutto al sapiente lavoro che viene eseguito ogni anno e che permette di creare una vera e propria città di ghiaccio. Un microcosmo congelato fatto di sculture, edifici e meraviglie che ricreano in tutto e per tutto una scenografia fiabesca.

Al lavoro sapiente dell’uomo, poi, si affianca anche quello della natura come è successo con il fiume Songhu che, negli scorsi giorni, si è trasformato in un mare di diamante per regalare ai cittadini e ai viaggiatori un’esperienza da “era glaciale”.

Il fiume Songhu, inoltre, è direttamente collegato alla storia della città del ghiaccio. Proprio qui, infatti, ogni anno migliaia di uomini si riuniscono per raccogliere i blocchi che serviranno a portare in scena il più grande e celebre festival di sculture di ghiaccio al mondo.

La città di Harbin è il Regno di Frozen. Oltre al festival dedicato al ghiaccio anche la natura dà spettacolo

Fonte: Splash News / Shutterstock 2024 / IPA

La città di Harbin è il Regno di Frozen. Oltre al festival dedicato al ghiaccio anche la natura dà spettacolo
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La città di ghiaccio più grande del mondo è stata inaugurata

Per chi ama l’inverno e la neve c’è un luogo che è un vero e proprio paradiso: si tratta della città di ghiaccio più grande del mondo, che è stata inaugurata di recente.

Per raggiungerla bisogna volare ad Harbin, in Cina, per l’Harbin Ice Festival un appuntamento imperdibile che accoglierà turisti e spettatori da dicembre e fino a marzo 2024.

Un vero e proprio scenario fiabesco, in cui a dominare sono la neve e il ghiaccio, un luogo in cui vivere esperienze indimenticabili e dove poter ammirare vere e proprie opere d’arte intagliate. Un posto in cui il sogno si tramuta in realtà e in cui provare la sensazione di vivere un qualcosa di magico.

Harbin Ice Festival, tutto quello che c’è da sapere

L’apertura è avvenuta il 20 dicembre 2023, ma l’inaugurazione ufficiale è prevista per il 5 gennaio 2024: l’Harbin Ice Festival, poi, rimarrà aperto per visitatori e turisti circa fino a marzo 2024, per vivere tante esperienze indimenticabili. Chi si ritroverà a visitarlo potrà immergersi in un mondo fatto di ghiaccio e di neve, popolato da affascinanti sculture, un mondo fatto di colori e meraviglia, ma anche di attività sportive, slitte, e animali artici da ammirare.

L’esperienza di viaggio si può organizzare sulla base delle proprie esigenze, sono infatti previsti diversi pacchetti per accedere a tour di ogni tipo. Da quello privato della durata di un giorno, a opzioni più lunghe. In un giorno si può ammirare l’Harbin Ice and snow world, che si estende per circa 750mila metri quadrati fatti di stupore e dove ammirare sculture di ghiaccio colorate, quelle di neve illuminate, ma nel pacchetto sono previsti anche il Sun island international snow sculpture art expo e il Siberian tiger park, dove è possibile vedere la tigre siberiana: il percorso si suddivide in cinque sezioni e vi sono più di 600 animali.

Ma ci sono anche altre opzioni, come il tour di tre giorni, quello avventuroso della durata di cinque giorni, oppure quello dedicato alle famiglie che ha una durata di tre giorni. Nel tour di quattro giorni, invece, è prevista anche una giornata di sci sulle piste.

I parchi a tema sono diversi e possono regalare grandi emozioni a ogni tipologia di visitatore: basta non temere il freddo, con le temperature che scendono anche meno 38 gradi circa, la media – invece – è di meno 16. Fondamentale, quindi, partire attrezzati e ben coperti.

Harbin, dove si trova e la storia del festival

L’apertura di una delle aree più apprezzate del Festival, ovvero l’Harbin Ice and snow world, avviene intorno al 20 di dicembre: questo mondo fatato, fatto di ghiaccio e neve, è stato realizzato per salutare il nuovo millennio e – da allora si rinnova ogni anno – attirando tantissimi turisti. L’accesso è possibile dalle 9,30 e fino alle 21, quest’area si trova nella parte occidentale dell’Isola del Sole.

L’ Harbin Ice Festival, il più grande del mondo, è nato nel 1963, per poi essere interrotto fino al 1985. La cerimonia ufficiale di apertura di tiene il 5 gennaio e segna l’inizio formale dell’appuntamento, che è ricco di eventi e di attività da provare come scivoli, spettacolo delle lanterne di ghiaccio, ma anche attività come vela e calcio su ghiaccio.

Questo appuntamento, come riporta il sito ufficiale, è stato inserto nei quattro migliori festival di ghiaccio e neve del mondo. E a guardare le immagini si comprende il perché: oltre alla vasta scelta di attività, sembra di entrare in un mondo fatto di magia e meraviglia.

Harbin è la capitale della provincia di Heilongjiang e si trova nel nord-est della Cina, si tratta di un luogo ricco di tappe che meritano di essere inserite in un tour di viaggio per immergersi nella sua cultura.

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In Cina esiste una metropolitana che passa attraverso i palazzi

Ci mettiamo in viaggio per tantissimi motivi, lo facciamo per immergerci negli scenari naturali che lasciano senza fiato, per raggiungere i luoghi simbolo di città e Paesi interi, per toccare con mano i capolavori artistici e architettonici, e per scoprire la cultura e le tradizioni di popolazioni lontane. Ma lo facciamo anche perché il desiderio di vivere esperienze uniche e irripetibili è così forte da spingerci ad attraversare il mondo intero.

Ed è proprio dall’altra parte del globo che oggi vogliamo andare insieme a voi, per raggiungere una destinazione che è fuori dai radar turistici ma che offre ai viaggiatori un’avventura davvero particolare, sicuramente uguale a nessun’altra.

Ci troviamo a Chongqing, una grande città situata nel sud-ovest della Cina e adagiata sulle sponde dei fiumi Yangzi e Jialing che proprio qui si incontrano. Raggiunta soprattutto come punto di imbarco per le crociere verso le Tre Gole, la città in realtà offre un’esperienza inedita e assai bizzarra che non tutti conoscono. Qui, infatti, esiste una metropolitana che passa attraverso i palazzi abitati. Pronti a salire a bordo?

Chongqing, un’esperienza al di fuori dall’ordinario

Chongqing, come abbiamo anticipato, non rientra tra le destinazioni più gettonate tra i viaggiatori che giungono in Cina. Eppure questa megalopoli sa sorprendere come poche altre città al mondo sanno fare.

Una sosta qui può permettere agli avventurieri di immergersi nella cultura locale, di scoprire il passato del territorio e vedere come questo convive alla perfezione con il presente. Nella Chicago cinese, così ribattezzata per la sua importanza dal punto di vista economico, è possibile passeggiare per le vie pedonali del centro storico, ammirare il grande complesso a cupola della Grande Sala del Popolo che si affaccia sull’omonima piazza e visitare il vicino Museo delle Tre Gole che conserva i manufatti ritrovati durante la costruzione della diga e altre opere antica.

A Chongqing ci si muove, soprattutto, con i trasporti pubblici. La città, infatti, vanta una delle reti di bus più ampie del Paese alla quale si aggiunge anche una metropolitana. Ed è proprio a bordo di questa che iniziamo il nostro viaggio per vivere un’avventura al di fuori dall’ordinario.

La linea 2 della metropolitana che attraversa la città, infatti, passa attraverso un palazzo di 19 piani abitato da centinaia di persone. Nello stesso stabile poi, esattamente tra il sesto e l’ottavo piano si trova la stazione di Liziba, una delle fermate della metro.

La metropolitana che attraversa i palazzi

Le fotografie che ritraggono questa particolare opera ingegneristica non mentono, né tanto meno sono opera di un fotomontaggio: a Chongqing la metropolitana attraversa davvero un edificio abitato. Ogni giorno, infatti, gli inquilini del palazzo assistono al passaggio della linea 2 che transita ogni 2 minuti.

Anche se negli ultimi anni la metropolitana si è trasformata in una vera e propria attrazione turistica, le ragioni che si nascondono dietro alla sua costruzione non hanno niente a che fare con il turismo. L’intenzione del progetto, infatti, era quella di guadagnare spazio sul territorio urbano senza stravolgere il quartiere. Così è stato ridotto al minimo l’inquinamento acustico e la metro è stata installata. Oggi gli abitanti di quel palazzo possono vantare il fatto di avere una fermata della metro a due passi da casa, mentre i turisti possono provare l’ebbrezza di attraversare un edificio abitato a bordo di una carrozza a tutta velocità.

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Cade l’ultimo baluardo: anche la Cina rimuove l’obbligo di test Covid per i turisti

Le misure restrittive adottate per cercare di contenere la diffusione del Covid sembrano ormai soltanto un lontano ricordo, almeno nel nostro Paese. Tuttavia, ci sono realtà – le stesse in cui la pandemia ha avuto, in effetti, un impatto maggiore – che hanno vissuto molto più a lungo con il perdurare di queste restrizioni, anche a discapito dell’economia locale. È il caso della Cina, che solo ora si prepara a fare un nuovo passo in avanti verso la totale riapertura delle frontiere. Ecco le novità.

Cina, stop ai test Covid

Mentre in Italia, così come nella maggior parte dei Paesi europei (e del mondo intero), già da mesi si può viaggiare liberamente, in Cina il discorso è ben diverso. Le autorità hanno mantenuto in vigore un rigido programma volto a scongiurare il più possibile la diffusione della pandemia, adottando severe misure anti-Covid sia per i viaggiatori in entrata che per i cinesi in uscita dalle frontiere. Dal blocco totale risalente al marzo 2020, ci è voluto molto tempo prima che il Paese allentasse pian piano le restrizioni, lasciando comunque in vigore alcune disposizioni minime per prevenire una nuova ondata del virus.

L’ultima mossa riguarda i turisti provenienti da ogni angolo del mondo, ed è la decisione che tutti stavano finalmente aspettando: a partire da mercoledì 30 agosto 2023, i viaggiatori che varcano i confini cinesi non dovranno più presentare l’esito negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato entro le 48 ore prima della partenza. Si tratta di una riapertura totale, che consentirà a tutti di tornare a visitare le bellezze di questo Paese sensazionale, finalmente in piena libertà a più di 3 anni dall’inizio della pandemia. Ad annunciare la novità è stato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin, lo scorso 28 agosto.

L’impatto del Covid in Cina

Tenere in vigore rigide misure di sicurezza contro il Covid ha, da un lato, tutelato la salute pubblica cinese, ma dall’altro pesantemente influito sull’economia del Paese. Il turismo, in particolar modo, ne ha risentito forse in modo maggiore: dapprima la chiusura delle frontiere ha bloccato qualsiasi possibilità, per i visitatori, di entrare in Cina. In seguito, le restrizioni – sebbene finalmente un po’ più leggere – hanno continuato a suscitare timore nei turisti, che sono così stati scoraggiati dal mettersi in viaggio verso il Paese orientale.

Gli sforzi fin qui compiuti dal governo non hanno avuto il successo sperato. Lo scorso dicembre, Pechino aveva messo fine alla politica interna “zero Covid”, e il mese successivo aveva ritirato alcune delle misure adottate in corso di pandemia. Così, da gennaio 2023 i cittadini cinesi all’estero (per viaggio o per residenza) hanno potuto fare ritorno in patria senza obbligo di quarantena. Al contempo, è stata ampliata la lista dei Paesi verso i quali sono possibili viaggi di gruppo da parte dei cinesi – una lista che sin dal principio includeva l’Italia, e che ha pian piano accorpato la maggior parte degli Stati di tutto il mondo.

Le compagnie aeree si sono adeguate costantemente alle ultime novità in fatto di revoca delle restrizioni anti-Covid, aumentando i voli da e per la Cina, in modo da garantire ai turisti un’offerta migliore. Tutto ciò non è stato però sufficiente per tornare a numeri pre-pandemia, in fatto di visitatori. Quest’ultima mossa potrebbe finalmente rendere più facile e di conseguenza più stimolante, per i viaggiatori, recarsi in Cina. Il Paese ci aspetta, con le sue infinite meraviglie tutte da scoprire.

Viaggiare in Cina: cosa c’è da sapere

Visto che anche le ultime misure contro il Covid sono ormai state cancellate, quali sono i requisiti per poter viaggiare in Cina? Per i turisti italiani, è necessario essere in possesso di due documenti: il passaporto e il visto turistico. Non c’è più bisogno di scaricare e compilare la Health Declaration, fino ad oggi un requisito fondamentale per poter varcare le frontiere – vi si doveva registrare l’esito del tampone antigenico o molecolare effettuato prima della partenza.

Per quanto riguarda il passaporto, deve avere almeno 6 mesi di validità residua e due pagine consecutive libere. È dunque importante controllare la data di scadenza e affrettarsi, eventualmente, a chiedere il rinnovo (soprattutto in questo periodo, dove molti turisti hanno visto allungarsi notevolmente i tempi per ricevere il documento). Con largo anticipo rispetto alla partenza, inoltre, è bene verificare che le condizioni d’ingresso in merito al passaporto non siano cambiate, informandosi presso l’ambasciata o il consolato più vicini.

L’altro documento fondamentale per essere accettati alle frontiere cinesi è il visto turistico: va richiesto almeno 20 giorni prima della partenza, presso una delle rappresentanze diplomatico-consolari presenti in Italia (anche attraverso agenzia turistica che se ne occupi in prima persona). Attenzione: il visto non può essere rilasciato ai posti di frontiera. Questo significa che i viaggiatori sprovvisti di tale documento al momento del loro arrivo nel Paese verranno respinti.

Dal 2019, ha preso il via presso i consolati e le ambasciate italiane la raccolta delle impronte digitali per i turisti che richiedono il visto. Attualmente i passeggeri ne sono esentati, e la disposizione rimarrà in vigore sino al 31 dicembre 2023 – quindi non c’è bisogno di presentarsi fisicamente per il rilascio del visto. Tuttavia, è possibile che all’arrivo in territorio cinese le autorità richiedano la registrazione delle impronte digitali.

In ogni caso, anche nel momento in cui tornerà in vigore l’obbligo di raccolta per poter avere il visto, ne sono esentate le seguenti categorie: le persone di età inferiore ai 14 anni o superiore ai 70 anni; coloro a cui sono già state rilevate le impronte negli ultimi 5 anni, sempre per la richiesta di visto (purché sia stata effettuata con lo stesso passaporto e presso lo stesso consolato); i membri delle delegazioni ufficiali delle istituzioni governative con capodelegazione a livello pari o superiore a Viceministro; i diplomatici, gli addetti consolari e il personale tecnico-amministrativo; coloro a cui non può fisicamente essere effettuata la registrazione delle impronte.

Il visto turistico ha una durata di 3 mesi, ed è importante rispettare scrupolosamente i termini di scadenza per non incorrere nelle sanzioni (che vanno dalla multa alla detenzione amministrativa). In caso di necessità, è possibile chiedere la proroga della validità del visto per un massimo di 30 giorni. Bisogna presentare domanda presso l’Ufficio per l’Amministrazione delle Entrate e Uscite della Questura locale, anche attraverso la propria agenzia di viaggio.

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Cina, una rotonda sul vuoto: il ponte di vetro è spettacolare

Chiudete gli occhi e immaginate di essere sospesi a un’altezza mozzafiato, proprio lì dove è possibile sfiorare il cielo con un dito, sempre lì circondati tutto intorno da natura incontaminata e selvaggia che pulsa di vita. Sotto di voi, invece i zampilli di una cascata maestosa che si diffondo in ogni dove e che bagnano gli arbusti e la terra.

Ora apriteli, perché questo sogno è una realtà. Per viverlo dovete recarvi nel territorio della Cina Meridionale, e più precisamente nella provincia del Guangdong. È qui che è stato creato un hotspot panoramico unico al mondo che vi permetterà di vivere l’esperienza più straordinaria e incredibile di una vita intera.

Molto più di un semplice ponte di vetro, il Gulongxia Glass Grand Canyon è una rotonda sul vuoto sospesa tra cielo e terra, e immersa completamente nella natura più selvaggia. Pronti a vivere l’avventura più adrenalinica di sempre?

Gulongxia Glass Grand Canyon: chi ha il coraggio di salire quassù?

Sono tanti i motivi che spingono i viaggiatori ad attraversare il globo, a raggiungere destinazioni lontane per vivere esperienze straordinarie e mozzafiato. E se è un po’ di adrenalina che volete aggiungere al vostro viaggio, accompagnata dalla possibilità di godere di una vista privilegiata sulla natura più selvaggia, allora la Cina è davvero il luogo giusto da raggiungere.

Qui esistono dei percorsi sospesi nel vuoto, ponti meravigliosi che hanno attirato l’attenzione e la curiosità degli avventurieri più temerari e di tutti coloro che hanno desiderato, almeno una volta, di provare quella sensazione di stare sulla cima nel mondo.

Ed è proprio nella provincia del Guangdong che si può vivere questa esperienza. Qui, infatti, esiste una piattaforma di osservazione che affaccia direttamente sulla Gulong Gorge (Gulongxia), una gola profondissima piena di alberi e di arbusti, sulla quale si staglia una meravigliosa e maestosa cascata. Da qui è possibile ammirare la natura che fa il suo corso da un punto di vista privilegiato: una passerella di vetro che culmina con una rotonda sospesa nel vuoto, tra cielo e terra, a un’altezza vertiginosa che supera i 72 metri.

Gulongxia Glass Grand Canyon

Fonte: Getty Images

Gulongxia Glass Grand Canyon

La rotonda sospesa nel vuoto

Il Gulongxia Glass Grand Canyon, conosciuto anche con il nome di Yuntian Boba, è uno dei punti di osservazione più spettacolari del mondo. Si tratta di una piattaforma di vetro sospesa a 72 metri di altezza sopra la gola, che si dirama in due passerelle parallele e che culminano proprio in una rotonda mozzafiato. Osservare il panorama da qui si traduce in un’esperienza senza uguali destinata a incantare e ad emozionare.

La lunghezza totale del percorso sospeso è di 1300 metri, mentre l’area del Gulong Canyon si snoda per 12000 metri quadrati, tra i quali si alternano diversi punti di osservazione. Il più spettacolare è, ovviamente, quello del Gulongxia Glass Grand Canyon. Percorrendo questo chilometro delle meraviglie, infatti, è possibile ammirare cascate, rocce e alberi, e poi ancora quella gola profondissima sulla quale si staglia una natura rigogliosa e selvaggia. Un’esperienza, questa, destinata solo ai cuori impavidi, e a chi non soffre di vertigini.

Per raggiungere la piattaforma sospesa, i viaggiatori hanno due possibilità. La prima è quella di percorrere le numerose scale che partono dal fondo e conducono fino in cima, la seconda invece è destinata solo ai più coraggiosi, ed è quella che prevede di attraversare il vuoto con la zipline.

Gulongxia Glass Grand Canyon

Fonte: Getty Images

Gulongxia Glass Grand Canyon
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Viaggio a Guilin, uno dei paesaggi più belli della Cina (e non solo)

La Cina è uno scrigno di sorprese affascinanti, di paesaggi variegati e di città meravigliose: una di queste è Guilin, considerata tra le più pittoresche di tutto il Paese. Una reputazione assolutamente meritata, dal momento che si trova incastonata in un panorama mozzafiato caratterizzato da colline rigogliose e verdi campagne, dove si snoda un lungo nastro turchese che conosciamo come Lijang, un bellissimo fiume. Scopriamo quali sono le attrazioni più suggestive di Guilin, una città così sorprendente da essere stata persino ritratta in una delle banconote in uso nella Repubblica Popolare Cinese.

Guilin, cosa vedere nella splendida città cinese

Situata nella regione del Guangxi, nell’area meridionale della Cina, la bellissima città di Guilin è incastonata in una cornice naturale da sogno. Si snoda lungo la sponda occidentale del fiume Lijang, in una posizione che storicamente aveva grande rilievo politico e commerciale: è qui infatti che in antichità venne scavato un importante canale che collegava il fiume Azzurro con il fiume delle Perle, due fondamentali vie di comunicazione cinesi. Nel suo passato più recente, la città è stata un grande polo industriale. Ma negli ultimi anni molte fabbriche hanno chiuso per lasciar spazio ad un turismo sempre più importante.

Caratterizzata da uno dei paesaggi carsici più spettacolari al mondo, Guilin offre molte attrazioni naturali davvero fantastiche. La più famosa è forse la Collina della Proboscide dell’Elefante, un imponente promontorio roccioso con uno spuntone che si tuffa nell’acqua del fiume Lijang quasi come fosse un elefante che si sta abbeverando. È qui che la roccia ha dato vita ad una grotta di rara bellezza, che alla luce della luna offre un panorama fatato. Al suo interno, ci sono incise bellissime poesie. A poca distanza si può visitare il Parco delle Sette Stelle, un’importante area verde che sorge nel cuore della città. Vi trovano spazio un bellissimo zoo, giardini fioriti a non finire e alcune splendide grotte tutte da visitare.

Collina della Proboscide dell'Elefante

Fonte: iStock | Ph. pawopa3336

La Collina della Proboscide dell’Elefante

Per chi ama la vita mondana, c’è poi la strada pedonale Zhengyang: tra negozi dove fare un po’ di shopping, bar e locali di ogni tipo e ristoranti per una pausa ricca di sapori, qui il tempo corre velocissimo. La sera, invece, il mercato notturno di Guilin prende vita e si anima di decine di bancarelle rosse dove trovano spazio prodotti di artigianato, souvenir e prelibatezze tipiche locali. Un’ultima tappa da non perdere è il Lijang Waterfall Hotel, che di notte, sotto la luce della luna, apre le sue cascate artificiali di ben 40 metri d’altezza per regalare uno spettacolo unico al mondo ai visitatori.

Le bellezze da visitare nei dintorni di Guilin

La città di Guilin, seconda solo a Pechino in quanto alle principali attrazioni turistiche della Cina, è immersa in un paesaggio d’acqua meraviglioso: oltre al fiume Lijian e ai suoi affluenti che si snodano nei dintorni, ci sono anche quattro laghi affascinanti assolutamente da esplorare, tutti collegati da una serie di canali. Perché non farlo a bordo di una crociera suggestiva, che percorre l’intero itinerario acquatico? Questo è il modo migliore per ammirare i panorami incredibili di Guilin: i ponti illuminati che collegano le isole alla terraferma e le pagode costruite a pelo d’acqua sono tra le attrazioni più belle di tutta la città.

I laghi di Guilin

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I laghi di Guilin
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In Cina c’è un tempio dedicato al cielo: è spettacolare

Esistono alcuni viaggi che sono destinati a cambiarci la vita. Sono quelli che ci portano alla scoperta di territori immensi e variegati, di culture, storie e tradizioni che sono lontanissime da quelle che ci appartengono.

Ed è proprio un viaggio così che vogliamo fare oggi insieme a voi, un’avventura che ci conduce dall’altra parte del mondo in uno dei Paesi più affascinanti dell’intero pianeta. Ci troviamo in Cina, in una delle nazioni più popolose dell’Asia Orientale, proprio lì dove praterie sconfinate si alternano a deserti, montagne e fiumi, dove i grandi e futuristici grattacieli fanno da contrasto ai siti storici e ai luoghi culturali.

La grande capitale, poi, è una vera meraviglia. Una città fatta di architetture moderne e siti dall’immenso valore storico, artistico e culturale, come il complesso monumentale della Città Proibita, o come quel tempio dedicato al cielo in cui vogliamo portarvi oggi, e che vi lascerà senza fiato.

Pechino: l’incontro tra cielo e terra

Ci troviamo nella parte meridionale di Pechino, nel distretto di Xuanwu, lì dove un tempo la dinastia dei Ming volle la costruzione del Tempio del Cielo, uno dei più grandi complessi esistenti di edifici sacrificali in tutto il Paese.

Le sue origini affondano nel 1420, anno in cui iniziò la costruzione di tutta una serie di edifici volti a creare l’Altare del Cielo. Il grande tempio, infatti, serviva proprio all’Imperatore della Cina, chiamato Figlio del cielo, per compiere le sue cerimonie di sacrificio volte a garantire il benessere della popolazione.

Il grande parco, usato ancora oggi per i sacrifici annuali al Cielo previsti dal confucianesimo, è aperto al pubblico, e permette di entrare in contatto con una realtà maestosa, straordinaria e incredibilmente suggestiva. Gli ingressi sono quattro, e sono posti in corrispondenza dei punti cardinali. All’interno del parco, invece, si trovano i tre altari principali che sono la Sala di preghiera per il buon raccolto, la Volta celeste Imperiale e l’Altare circolare.

Tempio del Cielo

Fonte: iStock

Tempio del Cielo

Il Tempio del Cielo

Il parco si estende su un’area che misura quasi tre chilometri e che permette di visitare le tre principali costruzioni. L’Altare circolare, che ha le sembianze di una piattaforma circolare, è il luogo dove un tempo venivano celebrati i sacrifici al Cielo in occasione del solstizio d’inverno. Tutto doveva essere eseguito in maniera impeccabile perché il minimo errore avrebbe potuto avere conseguenze nefaste per l’intera popolazione.

A nord di questa struttura, invece, troviamo la Volta celeste Imperiale, un edificio circolare dal tetto a cono, ricoperto di tegole blu e circondato a sua volta da una cinta muraria rotondeggiante. L’edificio era considerato la Casa degli Dei, e per questo qui venivano risposti gli altari e le tavole sacre dei Dio del Cielo.

Ultima, ma non meno importante, è struttura della Sala della preghiera per i buoni raccolti. Qui l’imperatore si recava per le sue preghiere al cielo, per auspicare un buon raccolto estivo. Si aggiungo al complesso anche il cortile della musica sacra e le stalle degli animali da sacrificare.

L’area del parco del Tempio del Cielo ha una forma semi circolare da una parte, e quadrata dall’altra, questo per rispecchiare l’ideologia cinese secondo la quale il cielo è rotondo e la Terra quadrata.

Se gli esterni sono incredibilmente suggestivi, gli interni sono destinati a levare il fiato. Nella costruzione dell’Altare del Cielo, infatti, sono stati coinvolti numerosi artigiani locali che, con sapiente abilità, hanno dato vita a un capolavoro visivo che racconta la concezione del mondo secondo l’Antica Cina.

Visitare il Tempio del Cielo a Pechino è un’esperienza senza eguali che permette di toccare con mano una storia antichissima e affascinante che affondano nelle origini delle credenze arcaiche del Paese. Dal 1998, inoltre, questo luogo è stato inserito nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

Tempio del Cielo

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Tempio del Cielo
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Scoperta una grotta importantissima: dove e cosa conteneva

Non si finiscono mai di scoprire meraviglie antichissime in grado di raccontarci molto di più sul nostro passato. Questo è quanto possono certamente affermare gli archeologi che ogni giorno riportano alla luce tesori preziosissimi, come quello che è appena stato ritrovato.

Cina, scoperta una grotta buddista

Solo qualche giorno fa vi avevamo raccontato del paradiso naturale intatto scoperto in Cina, e anche oggi siamo di nuovo qui a parlarvi di questo immenso Paese e della scoperta importantissima che vi è appena avvenuta.

Nella provincia settentrionale cinese dell’Hebei, che circonda completamente le municipalità di Tientsin e di Pechino, gli archeologi hanno riportato alla luce una grotta con all’interno ben 20 statue buddiste risalenti alla dinastia Ming (1368-1644). Il luogo preciso del ritrovamento è la città di Shahe e a quanto pare questa incredibile cavità misura 5,8 metri di larghezza e 2,8 metri di altezza.

Le 20 statue buddiste rinvenute sono in pietra e tutte con diverse posture ed espressioni. Sono state ritrovate su dei piedistalli fatti dello stesso materiale presente nella grotta, mente all’esterno della stessa, a ovest, è stata scoperta una tavola rupestre alta ben 2 metri e larga 0,69 metri.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

A rendere noti questi interessantissimi ritrovamenti sono state le autorità locali preposte alla tutela dei reperti culturali. Han Zhigang, direttore dell’Istituto per la protezione dei reperti culturali della città di Shahe, ha dichiarato che l’iscrizione sulla tavola rupestre racconta che gli antenati di una famiglia locale si erano trasferiti da queste parti da un altro villaggio per tagliare gli alberi, coltivare i campi di montagna e realizzare statue buddiste.

Secondo Han è una rara iscrizione che testimonia il dissodamento del terreno e la costruzione di un villaggio. Ma non solo, questa iscrizione ha un importante valore storico per lo studio della produzione sociale e della vita della città di Shahe durante la dinastia Ming.

Anche perché, e per fortuna, la grotta è ben conservata e fornisce materiali importanti per lo studio della cultura locale delle grotte nella città di Shahe, come ha concluso Han.

L’importanza della dinastia Ming

Comprendere ancor più di quanto si conosce sulla dinastia Ming, e tutto quello che riguardava questo periodo storico, è molto importante poiché essa assunse il controllo assoluto della Cina dal 1368 al 1644.  La dinastia Ming promosse un periodo di rinascita culturale in Cina a tal punto che i mercanti cinesi tornarono ad avere un ruolo di primo piano spingendosi fino all’oceano Indiano. Le arti, in special modo quella della produzione di porcellana, raggiunsero traguardi straordinari e mai ottenuti prima

I mercanti cinesi in questa fase storica tornarono ad avere un ruolo fondamentale poiché raggiungendo terre lontane potevano anche esportare le rinomate ceramiche Ming: porcellana di varietà incredibile con nuove coperte colorate e nuovi smalti. Famose sono la coperta verde smeraldo dell’era Yongle, il rosso rubino dell’era Xuande, i doucai dell’era Chenghua, ed il “bianco e blu”.

Anche la religione e la filosofia ottennero un posto importante nella vita della dinastia Ming: il Taoismo prosperò durante il regno del devoto taoista Imperatore Jiajing (1521-1567), che fece edificare tre famosi templi a Pechino: il Tempio del Sole, il Tempio della Terra e il Tempio della Luna.

Sotto il regno dei Ming, inoltre, venne costruita una grande flotta composta da enormi navi dotate di quattro alberi con la stazza fino a 1500 tonnellate, oltre a venire organizzato un esercito di terra composto da un milione di uomini. In sostanza, secondo alcuni storici la Cina, all’inizio della dinastia Ming, era la nazione più evoluta della Terra.

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È appena stato scoperto un vero paradiso nascosto

È avvenuta una scoperta che ha portato alla luce un vero e proprio paradiso sconosciuto, una meraviglia della natura che vanta dimensioni colossali, ma anche una particolare “sorpresa” al suo interno.

Cina, scoperta una voragine colossale con una foresta pluviale

Ci troviamo in Cina, più precisamente nel sud del Paese e all’interno della Contea di Leye, nella Regione Autonoma del Guangxi Zhuang. Proprio qui, dove si sviluppa il Geoparco con i più grandi sinkhole al mondo, il Leye-Fengshan Global Geopark, che nel 2010 è stato inserito nella rete mondiale dei Geoparchi UNESCO, un gruppo di speleologi ha portato alla luce una gigantesca dolina di origine carsica, con al suo interno un’antica foresta pluviale.

Ma ciò che sorprende particolarmente di questa nuova scoperta sono le sue dimensioni: è profonda quanto 4 Colossei impilati, un paragone coniato nei giorni scorsi da Focus.

Secondo l’agenzia di stampa cinese, quest’immensa voragine misura ben 306 metri in lunghezza, 150 metri in ampiezza e 192 metri di profondità. In sostanza, il suo volume totale è di oltre 5 milioni di metri cubi. Dimensioni tali da poterla classificare come large sinkhole, ossia una grande spaccatura che si apre più o meno improvvisamente nel terreno.

Le doline, nello specifico, vengono definite karst sinkhole e in Cina sono note come “Tiankeng”. Doline giganti, oltre che in Cina, si ritrovano soprattutto in Messico e Papua Nuova Guinea. Mente di dimensioni più contenute si possono ammirare anche sulle Alpi.

La super dolina del Guangxi Zhuang

Questa super dolina appena rinvenuta nel Guangxi Zhuang è caratterizzata dalla presenza di tre grandi grotte. Sul fondo è conservato un vero e proprio tesoro della natura: una foresta primitiva e assolutamente non contaminate dalla presenza dell’uomo.

Un bosco in buona salute, ad alta densità, con maestosi alberi che si innalzano verso il cielo anche fino a 40 metri di altezza.

Nonostante le dimensioni non è la più grande

Nonostante le sue dimensioni colossali, questa voragine non è la più grande della zona. L’altra dolina cinese dei record è, infatti, la Xiaozhai Tiankeng che è stata esplorata per la prima volta nel 1994 nella provincia di Hubei.

Le misure? Una lunghezza di 626 metri, larghezza di 537 metri e una profondità di 662 metri. Il suo volume totale, quindi, è di 119.349.000 metri cubi: al momento è considerato lo sinkhole più grande al mondo.

Le dichiarazioni degli addetti ai lavori

La notizia della scoperta è stata diffusa tramite un comunicato dal governo della regione autonoma di Guangxi, a cui Zhang Yuanhai, ingegnere senior dell’Institute of Karst Geology ha raccontato che la voragine presentava tre grotte e una foresta primitiva ben conservata sul fondo, raggiunto dagli esploratori dopo ore di cammino.

Non sarei sorpreso di sapere che in queste grotte si trovano specie che non sono mai state segnalate o descritte dalla scienza fino ad ora“, ha detto al Guardian, prestigioso quotidiano britannico, Chen Lixin, che ha guidato la spedizione.

Oltre ad alberi altissimi e antichi, gli esploratori hanno incontrato un folto sottobosco che arrivava all’altezza delle loro spalle, in cui si suppone possano abitare molte specie animali e vegetali.

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Hunan, la Provincia delle voci segrete delle donne

Hunan è un’affascinante Provincia montuosa nella Cina Meridionale, famosa principalmente per essere il luogo di nascita del leader comunista Mao Zedong. Ma la verità è che da queste parti, tra pendii rocciosi e incantevoli villaggi fluviali rurali, è venuto al mondo il Nü shu (o Nüshu), l’unico sistema di scrittura creato e utilizzato esclusivamente dalle donne.

Nü shu, la storia

Il Nü shu è un linguaggio che sboccia nella Cina del secolo XVII, periodo in cui la figura della donna era ancora più sottomessa e denigrata rispetto alla situazione attuale. La corretta traduzione è “scrittura delle donne“, basti pensare che è stato ideato in modo tale da essere compreso e diffuso esclusivamente tra le persone di sesso femminile.

Il motivo per cui queste persone coraggiose decisero di inventare una nuova lingua non è affatto da sottovalutare: dopo la conquista da parte della Cina della Provincia dello Hunan, le donne della popolazione Yao videro un totale cambiamento di assetto della loro società che da “Matriarcale” diventò “Patriarcale”, e quindi regolata dalle norme maschili del diritto paterno.

Una condizione che le costrinse a cambiare abitudini sociali compreso il loro linguaggio, facendo una rivisitazione completa del dialetto che si utilizzava in quella zona. Di questo mutarono i caratteri fondamentali per la comprensione, a tal punto che gli uomini dell’epoca non erano assolutamente a conoscenza di tale ingegnoso sistema, ideato proprio dal genere che essi ritenevano “inferiore”.

Obbligate, quindi, a rinunciare a tutto compresa la loro personalità, queste donne vedevano nella loro lingua segreta uno dei loro pochi sfoghi. Donne che per lo più erano analfabete, e tra le altre cose spesso sottoposte alla violenta fasciatura dei piedi.

Nel corso del tempo, questa lingua venne utilizzata in testi di svariato genere, oltre che nei ricami. Infatti, erano solite cucire e ricamare senza destare alcun tipo di sospetto o attenzione da parte degli uomini. Tutto ciò permetteva loro di poter lasciare una testimonianza della vita che vivevano ad altre donne come loro, oppure semplicemente a chi avrebbe voluto interessarsene e capirne di più.

Quando il Nü shu fu scoperto per la prima volta, in molti pensarono che si trattasse di un linguaggio usato per dissacrare una società di tipo patriarcale. Nei fatti si scoprì che non era così: molti scritti riguardavano il matrimonio, il dolore per la separazione dalla famiglia di origine o lodi della futura sposa da leggere durante le complicate cerimonie nuziali che si tenevano all’epoca.

Fino agli anni che vanno dal 1966 e il ’76, ovvero durante la rivoluzione culturale cinese, questa pratica fu trasmessa di generazione in generazione. Da quel momento in poi, il Nü shu venne considerato un pericoloso linguaggio criptato, analizzato da molti esperti accademici ma senza successo.

Al giorno d’oggi, le persone che conoscevano questa scrittura segreta sono venute tutte a mancare e la sua sopravvivenza è principalmente nelle mani di quei pochi studiosi che l’hanno appresa dalle anziane abitanti della zona. Tuttavia, questa lingua sembra voler vivere una sorta di rinascita e in particolare a Puwei, un villaggio circondato dal fiume Xiao e accessibile solo tramite un piccolo ponte sospeso.

La rinascita del Nü shu

Stando a quanto dichiarato alla BBC da alcuni abitanti di Puwei, un tempo il Nü shu era ampiamente parlato nella zona di Hunan. Dopo che gli esperti trovarono tre scrittori di Nüshu nel villaggio negli anni ’80, Puwei è diventato il punto focale per la ricerca su questo sistema di scrittura.

Nel 2006 è stato inserito nell’elenco del patrimonio culturale immateriale nazionale dal Consiglio di Stato cinese e un anno dopo è stato costruito un museo sull’isola di Puwei che ospita un’aula scolastica e sale espositive. Video, dipinti e mostre culturali adornano le pareti, mentre i corsi di ricamo e calligrafia offrono opportunità pratiche di connessione culturale. È stato, inoltre, recentemente ampliato e ospita un festival annuale con poesie e canzoni eseguite in Nü shu.

Cosa vedere nella provincia di Hunan

Hunan significa letteralmente “a sud del lago”, non a caso la Provincia si sviluppa a sud del Lago Dongting, il secondo lago d’acqua dolce più grande della Cina. Da queste parti, piccoli paesi dall’architettura tradizionale si trovano incastonati in catene montuose color smeraldo, e tutti abbracciati da una leggera nebbia.

Da non perdere è certamente la zona paesaggistica di Wulingyuan-Zhangjiajie. Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1992, è nota per essere il luogo che ha ispirato il regista James Cameron per la creazione dei personaggi di “Avatar”. Un parco a dir poco straordinario e diviso in 3 aree: le montagne fluttuanti Hallelujah di “Avatar” nella zona di Yuanjiajie, il monte Tianzi, la riserva naturale della valle Suoxi e Yangjiajie. All’interno del parco, inoltre, si trova l’ascensore esterno in vetro più alto del mondo che permette di raggiungere la parte più elevata di Yuanjiajie.

Svetta, tra l’altro, anche il monte Tianmen, conosciuto come la “Porta del Paradiso”. Per salirvi basta prendere la funivia più lunga del globo che parte dalla stazione ferroviaria e sorvola la fitta vegetazione della foresta ai piedi della montagna per oltre 7 km. Se invece volete recarvici a piedi, vi basta percorrere la tortuosa e incantevole strada delle “99 curve” e salire i 999 gradini fino alla cima.

strada "99 curve" cina

La strade delle “99 curve”

Per una scarica di adrenalina ancora maggiore, potreste attraversare uno dei ponti di vetro più lunghi e alti del mondo e camminare sospesi nel vuoto sopra al Grand Canyon di Zhangjiajie. Uno spettacolo della natura che si trova a circa 60 km dal centro di Zhangjiajie, a nord-est del Parco Forestale Nazionale.

Bellissima anche Fenghuang, una piccola città ad ovest della Provincia dello Hunan risalente a più di 1.300 anni fa. Visitarla è come fare un tuffo nell’epoca imperiale cinese. Attraversata del fiume Tuo, è possibile ammirare ancora lavandaie e pescatori, ma anche una fitta serie di case che impreziosiscono uno scenario costituito da ponti, giardini, pagode e torri.

Infine, ma non per importanza perché questa zona della Cina nasconde meraviglie in ogni angolo, non potete di certo perdervi il Lago Dongting che copre generalmente una superficie di 2820 km². In estate, quando i suoi immissari riversano le loro acque di piena nel lago, la sua superficie può ingrandirsi fino a raggiungere i 20000 km². Del resto, questo è uno degli scenari più visitati e decantati dalla poesia e dalle arti tradizionali cinesi. Una zona, quindi, da non perdere assolutamente, sia per il suo fascino naturale che per la sua particolare storia legata a Mao Zedong ma anche alle donne.

provincia di hunan donne

Le meraviglie della Provincia di Hunan